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Autore: Phoenix rouge    12/11/2016    2 recensioni
Nereus è un orfano di Glasgow cresciuto in un monastero. A diciotto anni decide di partire per stabilirsi altrove, finché non capiterà in una valle molto magica e particolare...
"Buonasera, Hagrid. Chi è il giovane uomo che porti con te?"
"Buonasera a te, Fiorenzo. Lui è Nereus, il mio aiutante... o, come dite voi centauri, il mio apprendista."
ATTENZIONE: STORIA INTERROTTA
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Rubeus Hagrid
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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r DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e luoghi della saga sono di proprietà di J.K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap. 2: Ambientarsi

"L'incantesimo "Intelligo Magia" è un complicatissimo incantesimo che viene insegnato solo a specifiche squadre del Ministero (Ufficio Rapporti con i Babbani, Obliviatori...) e ai Guaritori (su richiesta) perché, se mal eseguito, può causare danni permanenti alla mente della persona sottoposta all'incanto. La funzione di questo sortilegio è quella di rendere noto a un Babbano il Mondo Magico in maniera sicura per lui e per noi. Infatti egli riceverà tutte le nozioni di conoscenza e cultura generale che ogni buon mago della sua età dovrebbe possedere, ma non potrà divulgarle ai Non Magici, a meno che anche questi non siano stati sottoposti all'incantesimo. Le informazioni sono permanenti (dunque l'incanto non dev'essere ripetuto dopo un certo periodo di tempo) ed è possibile, per l'esecutore, personalizzarlo inserendo informazioni in più. Gli effetti collaterali saranno confusione, mal di testa e possibili svenimenti..."
                                                                                                                               
  da "Incantesimi Avanzati" (Miranda Gadula), cap. 16


Poppy Chips si riteneva un'infermiera navigata. Credeva di aver visto di tutto, da Trasfigurazioni semi-irreversibili a semplici raffreddori, ma mai, in più di trent'anni di servizio ad Hogwarts, aveva affrontato un caso come quello che Albus gli aveva presentato un paio di giorni prima.
Un ragazzo in età adolescenziale aveva avuto la brillante idea di farsi una nuotatina nel freddissimo e profondissimo Lago Nero. Gli studenti sapevano che allontanarsi a più di dieci metri dalla riva era pericoloso, soprattutto per le creature che vivevano nel lago. Infatti il genio era stato trovato da Hagrid, assiderato e salvato appena in tempo da un branco di Avvincini da un tritone e depositato delicatamente sulla riva vicino al suo zaino.
O almeno, così aveva detto il Preside, che aveva parlato con la sirena in persona in una lunga successione di fischi, grugniti e schiocchi. Non aveva mai capito la passione di Albus per il Marino, per il Goblinese o per qualunque altra stramba lingua magica, ma doveva ammettere che in alcuni casi poteva tornare utile.
L'aveva subito ricoverato per accertarsi delle sue condizioni e lì aveva scoperto la sua condizione di Magonò. Questo era stato un problema, in quanto non poteva usare incantesimi o pozioni per curarlo, ma solo incantesimi diagnostici per capire il suo problema. Infatti esse si legavano al nucleo magico e il ragazzo non lo possedeva.
Mentre rifletteva in questo modo, ricoprì Nereus con il lenzuolo, che nel sonno si era spostato, e raccolse il suo bagaglio.
L'Erbario del giovane scivolò fuori e lei lo aprì: ogni pianta della Gran Bretagna e dell'Irlanda era stata dettagliatamente descritta in ogni sua parte, con proprietà mediche e alimentari, corredate da meravigliosi e precisissimi disegni fatti a mano e da una mappa che indicava i luoghi dove trovarle. Scorse fino in fondo al libro, dove si trovavano le composizioni e le preparazioni dei vari metodi medicamentosi erboristici e persino ricette per ottimi piatti.
Era da quel libro che aveva attinto le "medicine" da prescrivere al paziente, dato che sembrava non avere nessun composto chimico Babbano con sè per curarsi. L'aveva affidato ad Hagrid, che di quel tipo di guarigione era il più esperto fra loro, con mille raccomandazioni, non ultima quella di portarglielo non appena si fosse risvegliato. Poi però non aveva resistito ed era andata a trovarlo e a visitarlo ogni giorno, preparando con il Guardiacaccia impacchi e decotti.
Ripose il libro al suo posto e controllò lo stato del suo malato: sembrava stare perfettamente, l'incantesimo aveva fatto effetto e presto si sarebbe svegliato con un forte mal di testa e la mente affollata. Entro un' oretta si sarebbe riordinata e il Mondo Magico avrebbe avuto un nuovo componente.
"E' ancora arrabbiata con me, Madama Chips?"
"No, Rubeus, stai tranquillo."
Quel benedetto ragazzo. Gliel'aveva detto che doveva spiegare tutto al paziente prima di portarlo da lei, che l'Intelligo Magia era difficile e molto delicato e che se poteva evitare di eseguirlo lo preferiva di gran lunga. Ma lui se n'era dimenticato, come suo solito. Non voleva urlargli così, davvero, ma aveva passato una settimana d'inferno stando sveglia notte e giorno per finire quella relazione per il S.Mungo ed era leggermente nervosa.
Per rassicurarlo, posò una mano bianca sulla sua spalla. Hagrid si era seduto a gambe incrociate in terra vicino al capezzale di Nereus e così la sua spalla arrivava all'altezza di quella dell'infermiera.
Menomale che era arrivato Silente a sedare gli animi, con le sue solite proposte pratiche.
"Se vuole restare qui, come credo che voglia, dobbiamo trovargli un lavoro!" aveva esclamato, e chi se non il buon mezzogigante si era proposto?
Si era davvero affezionato al ragazzo (come biasimarlo?) e lo aveva subito offerto come suo assistente. Non visto infatti lo aveva spiato mentre gironzolava sul retro di casa sua e aveva notato lo sguardo esperto con cui osservava e valutava il suo operato. Quando era sembrato soddisfatto dalla sua ispezione, Hagrid lo aveva richiamato.
"Bene, allora Poppy è deciso: aggiungi all'incantesimo le conoscenze necessarie ad una valutazione E nei M.A.G.O. e nei G.U.F.O. di Erbologia e Cura delle Creature Magiche, l'incantesimo gli darà automaticamente un'infarinatura di tutto il resto. Penso che ciò possa ampiamente bastare per il lavoro che gli proporremo."
Come al solito, Silente riusciva a camuffare un ordine dietro un sorriso gentile e due occhi brillanti. Così aveva eseguito l'incantesimo concentrandosi al massimo e fortunatamente era riuscito. Nereus riposava da 14 ore ormai e avrebbe dovuto svegliarsi a momenti.
Infatti, con un gemito di protesta, il ragazzo aprì gli occhi e subito contrasse il viso in una smorfia di fastidio, portandosi le mani al capo e provando ad alzarsi. Hagrid tenne una delle sue grandi mani sul petto del suo piccolo coinquilino sussurrandogli di stare sdraiato finché il mal di testa non fosse passato.
"Madama Chips" si lamentò piano il ricoverato "potrebbe darmi qualcosa per quest'emicrania? Non so, una Pozione Analgesica..."
"Mi dispiace signor Della Rovere, ma non posso usare metodi magici con te, solo incantesimi diagnostici."
"Ah... è vero... allora Hagrid..." sussurrò il giovane " maggiorana..."
"Ci avevo già pensato, Ner. Fresca fresca di stamattina" rispose l'uomo, tirando fuori da una delle sue infinite tasche un thermos babbano bianco, da cui versò una dose di tisana alla maggiorana contro cefalee ed emicranie (dolcificata con il miele) nel tappo-tazza. Faticosamente e con l'aiuto dell'infermiera Nereus si tirò a sedere e bevve la sua medicina. Dopo i primi sorsi sentì già il mal di testa diminuire leggermente e sospirò sollevato.
"Che incantesimo ha usato, Madama Chips?" chiese con tono normale continuando a sorseggiare piano la bevanda calda. Ascoltò la spiegazione dell'infermiera con attenzione, annuendo leggermente di tanto in tanto e finendo la tisana.
Alla fine della spiegazione il Guardiacaccia guardò orologio e disse: "Perbacco, è già..." Fu interrotto da dodici rintocchi.
"Mezzogiorno, ora di pranzo. Immagino che tu abbia fame, signorino. Ti dimetto solo se prendi un'altra tazza oggi pomeriggio e adesso e a cena mangi carciofi."
"Stia tranquilla Madama Chips, sono un paziente diligente."
Così facendo Nereus scese delicatamente dal letto e si avviò in Sala Grande con il suo gigantesco amico.

**********************

Mentre scendevano in Sala Grande incontrarono un bellissimo e timidissimo fantasma, che Hagrid chiamò dolcemente con il nome di Dama Grigia, e parlarono con molti ritratti curiosi. Per quanto ci fosse ancora un sottofondo di genuino stupore, l'incantesimo aveva fatto completamente effetto e  il ragazzo sapeva che nel Mondo della Magia (nel suo mondo, pensò felicemente) tutto ciò era completamente normale.
Le porte erano spalancate e Nereus poté perdersi nel cielo limpido d'agosto che nascondeva le volte a crociera del soffitto. Le tavolate degli studenti erano ovviamente vuote e al tavolo degli insegnanti erano seduti solo quattro di loro, che avevano smesso di parlare alla loro entrata. Il Magonò pensò che Mago Merl... ehm, Silente, avesse appena finito di spiegare loro la sua situazione. Perciò si avviò con passo sicuro verso il preside, che lo salutò sollevando il calice dorato.
Alla sua sinistra l'unico altro uomo del tavolo lo stava guardando con fare calcolatore e vagamente sarcastico. Era molto alto e indossava una toga da lavoro totalmente nera. Anche i suoi capelli erano lisci e neri e facevano contrasto con la pelle pallida e il naso aquilino. Il ragazzo notò che il professore aveva i capelli unti o bagnati, come se fosse appena uscito da una sauna. Vapori di pozione, realizzò subito dopo: aveva capito cosa insegnava quel docente.
Alla destra del preside invece si trovavano due donne completamente opposte: una era alta, secca, con movenze eleganti e quasi feline. Era sulla sessantina e aveva l'aria di essere molto severa. Riconobbe l'accento della donna e non fu stupito di trovare una sua connazionale: almeno una nel corpo insegnanti doveva pur esserci!
L'altra invece era molto più giovane, sulla trentina, ed era bassa, rotondetta e con un sorriso gioviale sulle labbra. Aveva i vestiti sporchi di terra e Nereus la identificò come la professoressa di Erbologia, una delle due materie che conosceva meglio.
Hagrid si sedette su una sedia rinforzata apposta per lui e picchiettò con la mano sulla seggiola che si trovava fra lui e la donna rotondetta, indicando al suo piccolo amico il suo posto. Quest'ultimo fece segno di aspettare qualche secondo e camminò fino al preside per ringraziarlo della possibilità di rimanere al castello anche dopo la sua convalescenza. Infatti il mezzogigante gli aveva riferito, nel tragitto dall'infermeria alla mensa, i progetti che Silente aveva per lui e il ragazzo aveva acconsentito ad avere un colloquio con il vecchio il prima possibile. Restare in quella valle meravigliosa, fare quello che più gli piaceva e forse essere persino pagato per il suo impegno lo riempiva di gioia.
"Sono contento la nostra proposta ti piaccia, mio caro ragazzo. Allora ti aspetto domani mattina dopo colazione per discutere i dettagli."
"Con molto piacere, signore."
Finiti i convenevoli, Nereus si voltò verso l'arcigno professore di Pozioni e si presentò con viso serio e quasi professionale. La sua mancanza di sorriso sembrò piacere all'uomo, che strinse la sua mano con fermezza e si presentò come Severus Tobias Piton. Al nuovo arrivato servì qualche secondo per collegare il suo nome alla fama che si portava dietro e tutto d'un tratto lo vide sotto un'altra luce: era davanti ad un'abilissimo pozionista e ricercatore, nonostante la giovane età (poco più di trent'anni!). Il suo passato oscuro, per quanto lo riguardava, non avrebbe affatto influito sul rispetto che intendeva portargli da quel momento in poi: tutti commettono errori e lui era stato totalmente assolto, punto. Il suddetto Piton sgranò leggermente gli occhi nel "leggere" queste parole nella mente del ragazzo: non era cieca, incondizionata e stupida fiducia Grifondoro, né un tentativo di blandimento Serpeverde, era puro e semplice... rispetto. Aveva sentito poche volte quella parola rivolta a sè stesso e mai in modo positivo.
Con una nuova consapevolezza sollevò leggermente un angolo della bocca e disse: "Credo che noi due passeremo molto tempo produttivo assieme."
"Lo credo anche io, signore. Con permesso." disse Nereus con uno sguardo malandrino negli occhi e, con un cenno del capo di commiato, subito imitato dall'uomo, si voltò verso la donna alta e snella dall'altra parte del tavolo. Così facendo incrociò gli occhi ammirati di Silente e Hagrid: ottenere rispetto da Severus doveva essere un'impresa impossibile. La risatina soffocata di quest'ultimo confermò la sua ipotesi.
"Minerva McGranitt, molto piacere." disse secca la professoressa, scrutandolo.
"Sono onorato di conoscere un'esponente così illustre della nobiltà della mia terra. Sono Nereus Della Rovere, ma questo penso che lei lo sappia già." disse il Magonò in perfetto gaelico scozzese, sorridendo alla faccia sorpresa della donna, che imprecò, facendo ridere Nereus e Hagrid e facendo impallidire scioccati gli altri.
I McGranitt erano infatti i purosangue scozzesi più ferrei in fatto di tradizione: si diceva che fra loro parlassero solo gaelico e imparassero l'inglese da un'insegnante privato. Inoltre la donna era la più esperta Trasfigurante del paese ed era anche una delle poche Animagus ancora in vita. Grazie, incantesimo, pensò scherzosamente fra sè il ragazzo.
"Sono stupita di trovare un ragazzo così giovane che parla la lingua di Alba*. Posso chiederti dove hai imparato?"
"Sono madrelingua, signora. Il monastero in cui mi hanno abbandonato da neonato era molto preciso in fatto d'istruzione teorica e pratica: so inglese, scozzese e latino così bene perchè li ho sentiti fin dalla prima infanzia."
"Gradiremmo capire anche noi, se la cosa non vi disturba!" disse Albus sollevando una mano ad indicare la sua presenza.
Nereus invece era più che sicuro che il centenario vecchietto sapesse anche quella lingua. E infatti...
"Piantala Albus" disse la McGranitt senza nemmeno guardarlo e stringendo la mano al ragazzo.
Il preside sorrise e riprese a bere.
Hagrid a questo punto prese il suo giovane amico e lo fece sedere di peso sulla sedia. Il tavolo si riempì di cibarie: due primi, due secondi, tre contorni e torta ai frutti di bosco come dolce. Servendosi di haggis** e crema di carciofi, Nereus chiacchierò con l'ultima insegnante, che si presentò come l'Erbologa Pomona Sprite. Aveva lavorato solo all'interno di Hogwarts, ma era comunque conosciuta al Mondo Magico per le due doti.
"Albus ci ha detto che hai portato con te il tuo Erbario... potrei vederlo?" chiese Sprite euforica.
Nereus si chiese se fosse sempre così allegra o fosse solo contenta per il suo arrivo.
Tirò fuori dallo zaino il libro in questione dicendole: "L'ho scritto io in quattordici anni di esperienza nell'orto, nel giardino aromatico e nel bosco del monastero... però i disegni non sono tutti miei. "
In effetti le prime pagine erano scritte in una grafia molto elaborata ma palesemente infantile, ed erano poi state successivamente arricchite nel corso degli anni da considerazioni e precisazioni. Nereus ne andava molto fiero.
"Sai, mi è venuta un'idea. Che ne dici se oggi lo tengo io? Voglio farti una sorpresa, te lo restituisco domani mattina. "
Notando lo sguardo indeciso del ragazzo, Piton annuì leggermente guardandolo negli occhi e lui decise di fidarsi. Se pesino la persona più schiva della Terra si fidava, perché non doveva farlo lui?
"Gli elfi hanno preparato questo piccolo banchetto per festeggiare la tua completa guarigione, signor Della Rovere, e sarebbe un peccato non assaggiare questo dolce!"
Con un colpo di bacchetta, la torta si divideva in sei fette e i piatti sporchi e le pietanze non consumate sparivano dirette in cucina.
"Non verrà buttato questo cibo, vero?" chiese Nereus preoccupato.
"Stai tranquillo, a cena riproporranno ciò che non abbiamo mangiato adesso. Qui non si spreca nulla! Quando ci sono gli studenti è tutto proporzionato e il più delle volte avanzano solo una decina di porzioni, che vengono propinate a noi il giorno dopo!" rise la professoressa di Erbologia.
"Della Rovere è un nome italiano, perché ti chiami così?" continuò.
Il ragazzo si mise comodo: evidentemente era arrivato il momento di raccontare la sua storia e, dalle facce dei presenti (a parte Piton, sempre impassibile) era ciò che aspettavano da quando era entrato.
"Vengo dal Monastero dei Frati francescani di Glasgow. Sono stato abbandonato da neonato sotto una quercia nei pressi del cancello che racchiude l'orto e il frate che mi ha trovato la mattina dopo, quello che poi sarebbe diventato il mio maestro fino alla maggiore età, si chiamava Frate Giorgio ed era italiano. Così è nato il mio cognome e il nome l'hanno tratto da un vecchio documento greco che trattava di Nereo, il dio primigenio del mare.
Con me nel convento c'erano altri cinque orfani, tutti maschi: Gioele, Isaac, Leandros, Giosuè e Mattew, ognuno affidato ad un frate responsabile della loro istruzione e del loro comportamento. Sono e sono stato un bambino molto vivace e Giorgio doveva sempre corrermi dietro finché a quattro anni non decise di iniziarmi all'erboristeria e all'agricoltura. Appena ho imparato correttamente tutti e tre gli alfabeti (che non erano poi molto diversi, ma lì ci facevano fare anche lezione di calligrafia) e i numeri fino a 100 sia in numeri arabi che romani, il mio maestro mi ha regalato l'Erbario vuoto. In questi diciotto anni ho appreso diverse cose, sia teoriche (come i testi della biblioteca, che spaziavano dai greci ai giorni nostri) che pratiche, con l'orto e gli animali.
A dodici anni mi hanno chiesto se volevo iniziare il percorso per diventare monaco: Isaac lo era già da un anno e Gioele e Giosuè avevano intrapreso questo percorso. Io decisi di non assecondare questa loro vocazione, volevo girare il mondo e anche Mattew, quando venne il suo momento, decise come me. Quando due mesi fa me ne andai il piccolo Leandros aveva ancora dieci anni e non so cosa deciderà fra due anni... Questo è tutto, tutto ciò che ho è in questo zaino" finì sollevando il suo modesto bagaglio.
"E' pratica comune nelle famiglie più conservatrici abbandonare il figlio appena nato, se Magonò. Poi dicono che il bambino è nato morto e fanno un bel funerale." intervenne Severus con voce carica di disprezzo. Non venne detto, ma il ragazzo era sicuro che fosse comune anche l'infanticidio in questi casi. Ringraziò Dio di essere stato solo abbandonato e persino in prossimità di un convento, il Fato era stato buono con lui...
Silente battè le mani e disse che per quel giorno erano tutti impegnati, dunque era meglio sbrigarsi a lasciare il tavolo. Appena si alzarono, tutti i piatti vuoti sparirono e la tavola rimase sgombra.
Hagrid e Nereus uscirono dal castello diretti nella capanna del Guardiacaccia, seguiti inspiegabilmente da un Albus con la testa fra le nuvole.
"Mi scusi Professore, se deve andare nella Foresta Proibita l'accompagno..." borbottò l'uomo barbuto perplesso dallo strano comportamento del vecchio preside.
"Oh no, caro ragazzo, sono diretto proprio a casa tua. Se il signor Della Rovere vuole diventare il tuo aiutante dovrà vivere con te!"
"Beh, certo, non riuscirei a vivere nel castello, troppi muri... sono abituato all'aria aperta!" disse il suddetto futuro assistente.
"Beh, e dove vorresti metterlo a dormire, Rubeus, sul tavolo? Bisogna creare una stanza in più e io sono qui per questo" chiarì Silente.
Ormai erano arrivati davanti all'abitazione. Hagrid entrò, prese Thor e il gufetto Annie, uscì e si mise vicino a Nereus, che si era allontanato per lasciare al preside lo spazio per operare.
Quando l'uomo si spostò, la casa era profondamente cambiata: il vano "centrale", che prima era quadrato, ora era circolare e largo il doppio. In più, sul retro della casa era stata aggiunta una seconda stanza più piccola. Con aria da agente immobiliare, il preside aprì loro la porta e li invitò dentro.
Il tavolo era sempre lo stesso e anche le sedie, ma la credenza era più grande e ora conteneva anche delle stoviglie a misura umana. Il "banco di lavoro" per cucinare si era spostato vicino al camino ingrandito ed era diventato di marmo, molto più facile da pulire del legno. Sulle braci accese del caminetto era stata posta una grata che, spiegò il preside ai due, aveva la stessa funzione dei fornelli babbani. Dove prima c'era il letto erano stati messi il trespolo del gufetto e la cuccia di Thor. In mezzo a loro due si apriva una porta, che portava all'altra stanza. Qui un piccolo spazio vuoto immetteva davanti a due altre porte, una molto alta e l'altra normale: erano le loro due stanze da letto ed erano identiche, ognuna di loro aveva un letto (singolo per Nereus e matrimoniale per Hagrid), un armadio, un comodino, una cassapanca e una finestra che dava sull'orto.
"Ora è tutto un po' spoglio nella tua stanza, Ner, mi dispiace!" disse Hagrid, che invece aveva in stanza appese le sue foto e tutti i suoi effetti personali.
"Non ti preoccupare, sono appena arrivato! Vedrai che decorerò tutta la casa con i miei disegni" lo rassicurò sorridendo il ragazzo.
"Prima di lasciarvi vi informo che ho reso il muro che divide le vostre stanze insonorizzato: sai, signor Della Rovere, Hagrid russa!" gli sussurrò all'orecchio il preside, con gli occhi che brillavano ilari.

**********************

"... A la nanita nana, nanita ella, nanita ella, mi niña tiene sueno, bendito sea, bendito sea... Fuentecita que corres, clara y sonora, ruisenor que en la selva cantando y lloras... Calla mientras la cuna se balansea... A la nanita nana, nanita ella... ***"
Nereus cantava nell'orto, sotto il caldo sole delle quattro, con una bandana bianca in testa e la zappa in mano. Hagrid lo sentiva cantare così da un paio d'ore che erano al lavoro fuori, lui con gli animali e Nereus a strappare le erbacce fra le verdure. Aveva cantato tutto il repertorio dei canti liturgici, da Adeste Fidelis a Tu Scendi dalle Stelle e ora era passato ai canti tradizionali delle varie nazioni europee.
"Ner... Ner!"
"... bendito sea... eh?" disse il ragazzo, alzandosi dalla posizione accucciata in cui era per sentire meglio.
"Si può sapere perché sono due ore che canti senza sosta?" chiese l'amico avvicinandosi per non urlare.
"Al monastero cantavamo sempre mentre lavoravamo, fa bene a noi, alle piante e agli animali. E poi ero nel coro, al tempo, dunque..." rispose con un sorriso.
"Ma davvero fa bene? Io non c'ho mai provato..." borbottò Hagrid grattandosi la barba.
"Dai, t'insegno la Canzone di S.Damiano, è semplice ma è in italiano, me l'ha insegnata Giorgio. Mi sento solo a cantare senza qualcuno vicino."
Poco dopo il parco di Hogwarts risuonava del canto del piccolo coro al lavoro, perfettamente sincronizzato.
Dal suo ufficio, affacciato alla finestra ad ascoltare, Albus Silente sorrise.

* Alba è il nome in gaelico della Scozia
** l'haggis è un insaccato tradizionale scozzese, in cui un preparato di cuore, polmoni e fegato di pecora mischiati a cipolla, grasso di rognone, farina d'avena, sale, spezie e brodo viene inserito nello stomaco della suddetta pecora e bollito per tre ore. Nonostante la descrizione, è ottimo.
*** "A la nanita nana" è una ninnananna spagnola bellissima (a volte usata anche come canto liturgico) che mia madre mi cantava da piccola, se non la conoscete andate a sentirla, è meravigliosa.

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Se ci fate caso, la conformazione della casa di Hagrid (quella nuova) è la stessa descritta nel terzo film. E se qualcuno se lo chiedesse, sì, so il gaelico scozzese e sì, quella è la descrizione del mio Erbario. Così sapete qualcosina di me, autrice pazza ed eccentrica. Preciso che non sono cristiana, ma sarebbe molto strano se un ragazzo cresciuto con i monaci non lo fosse, non trovate?
Ringrazio Kyem_13_7_13 per aver inserito questa storia nelle seguite, spero che questo capitolo ti piaccia.
   
 
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