Crossover
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Autore: Ash Visconti    19/11/2016    4 recensioni
Europa, inizi del secolo XI: in pieno medioevo due cavalieri d’oro, Crysos dei Pesci e Acubens del Cancro indagano su alcune attività sospette di cavalieri rinnegati, ma ben presto si troveranno coinvolti in un’avventura che coinvolgerà loro e il misterioso Regno Argentato ed il Regno Dorato.
Crossover tra Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco e Sailor Moon. Nota AU inserita per il fatto che due universi condividono lo stesso universo.
Da un'idea originale di Suikotsu autore qui su EFP. La storia è da considerarsi in continuity con la sua fic "Le guerre degli dei". Non è necessario aver letto le sue fic per comprendere questa fic.
AVVISO: STORIA PER IL MOMENTO INTERROTTA.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 - Attacco alla Luna.


Nel Silver Millennium regnava la pace, e sotto il cielo stellato la piccola città sulla Luna scintillava come un prezioso insieme di blocchi d’argento.
Su un balcone di una ricca villa si trovava la guerriera nota come Sailor Jupiter, ad osservare tranquillamente quel bellissimo posto che era casa sua.
Dietro di lei arrivò l’uomo che amava: Tsukoyomi, generale delle forze armate del regno.
Lui le avvolse le braccia attorno alla vita dandole poi un bacio sulla guancia.
Il  balcone era appunto parte integrante della sua abitazione.
“Allora, Jupiter, che programmi hai per il futuro? Parteciperai alla gara di pattinaggio sul ghiaccio che si terrà la prossima settimana?”
“Certamente non mancherò”.
Sorridendo, Jupiter pensò alla precedente gara tenutasi l’anno scorso che si era svolta nientemeno che il giorno del suo compleanno, anche allora vi aveva partecipato e quel giorno Tsukoyomi le aveva regalato gli orecchini rosa a forma di rosa appunto, che portava sempre.
Si sentiva fortunata ad avere un fidanzato così e d’istinto sapeva che le altre sailors erano un po’ invidiose, anzi la Principessa le aveva riferito che una volta Sailor Mars si era lamentata chiedendosi perché che non riuscisse a trovare un fidanzato come il suo.
 “Non vedo l’ora di vedere la tua esibizione alla prossima gara di pattinaggio”.
“Per la gara pensavo di mettermi un vestito molto più…” Lasciò la frase in sospeso.
“Molto più?”
“Sai volevo mettere alla prova il tuo autocontrollo quando si tratta di grazie femminili” scherzò la castana.
Tsukoyomi ridacchiando le passò le mani sulla vita sussurrandole all’orecchio: “Attenta, non tentarmi troppo con le tue grazie dolcezza, o potresti scoprire che dentro di me ho cinquanta sfumature di perversione…”
Stringendola più forte a sé cercò di farle capire col linguaggio fisico che c’aveva voglia, ed ora che erano soli ed innamorati magari…
Un boato inaspettato li fece sussultare. Si staccarono e si sporsero dal balcone vedendo del fumo levarsi da alcuni edifici ai confini.
“Ma che…” fece la sailor, quando si sentì un allarme suonare. “Siamo sotto attacco!” urlò poi.
Tsukoyomi digrignò i denti. “Ancora? Ah no, stavolta non la passeranno liscia!”
“Raduna i soldati, io vado in avanscoperta!” gridò Jupiter saltando giù dal balcone.
Atterrata in ginocchio, schizzò verso la zona sotto attacco incontrando civili spaventati e soldati che accorrevano. Fermò un soldato e gli chiese che succedeva.
“Sono i mostri dell’ultima volta! E non sono soli!”
Corsa in avanti arrivò in una zona in cui vide chiaramente la situazione.
Da dei varchi oscuri sbucavano le creature che avevano attaccato il regno qualche giorno fa: esseri umanoidi alti due metri dalla pelliccia scura, le mani artigliate, gli occhi rossi e la bocca irta di zanne.
Vi erano anche altri guerrieri all’apparenza umani con addosso armature integrali nere.
La guerriera sailor si preparò alla lotta e dal suo corpo cominciarono a sprigionarsi scariche elettriche. Non avrebbe permesso a quegli invasori, chiunque fossero e da dove provenissero, di distruggere la sua casa!
“Avanti non vi temo! Protetta da Giove, il pianeta del tuono, sono la guerriera dell’amore e del coraggio, sono Sailor Jupiter! Preparatevi al peggio!”
Accanto a lei Tsukoyomi sguainò la spada, seguito dai soldati scelti che il generale steso aveva addestrato personalmente.
“Soldati! Facciamogliela vedere a questi bastardi! Jupiter, vuoi che ci mettiamo spalla a spalla?”
“Basta che non mi stai col fiato sul collo: so difendermi da sola! Fulmine, Azione!”
 
 
Un gruppo di soldati, correva per gli edifici della città, mentre attorno si sentivano ruggiti e rumori di battaglia e civili in fuga terrorizzati.
“Dai, dobbiamo raggiungere il generale Tsukoyomi!” gridò uno.
“Aspettate!” urlò un biondo armato di lancia.
“Adonis! Siamo le truppe scelte del generale, dobbiamo raggi…”
“GIU’!”
Un masso li mancò per poco, e l’aggressore si fece avanti ruggendo.
“Dannazione! E’ uno dei mostri che hanno attaccato il regno pochi giorni fa!”
Apparvero anche degli ignoti guerrieri in armatura nera armati di scudi lance e spade.
“Ed ha pure degli amichetti” commentò il capogruppo “Addosso!”
Impugnata saldamente la lancia, Adonis si gettò nella mischia, trovandosi subito davanti un avversario armato di due spade per mano.
I due combatterono mentre attorno scoppiavano un miriade di duelli trai lunari e gli invasori, ed il mostro cadeva quasi subita a terra ferito.
Adonis tentò un affondo che venne parato ed urlò: “Pagherete per questo assalto!”
L’invasore sorrise sotto l’elmo.
“Uh, sono molto spaventato”.
Adonis lo fissò.
“Parli la mia lingua?”
“Ma certo, è un problema essere poliglotti?”
“Chi siete? E che legame avete con quei mostri?”
“Noi siamo gli Elfi Oscuri, veniamo da un mondo chiamato Svartalfheim, quei mostri invece sono le nostre truppe ausiliarie, li chiamiamo Grendel”.
“E perché attaccate il nostro regno? Che vi abbiamo fatto?”
“Niente. Ma sai quanta gente attacca senza motivo altra gente? A volte non servono ragioni specifiche per menare le mani. Comunque una ragione dietro questo attacco c’è”.
“E qual è?”
“Mh... ora che ci penso… non sono venuto qui per chiacchierare!”
I due ricominciarono a combattere, l’elfo con le spade, il lunare con la lancia, scambiandosi vari colpi. Il guerriero di Svartalfheim cercava di farsi sotto con le lame ma Adonis, grazie alla lancia, riusciva a tenerlo a distanza.
Ad un certo punto l’elfo provò una finta e poi un attacco diretto ma Adonis, giratosi di lato per schivare lo colpì sul mento col manico della lancia facendolo vacillare.
Tentò di approfittarne, ma quello lo allontanò con un fendente.
Distanziatisi, si studiarono per qualche istante poi l’elfo sorrise sotto l’elmo.
“Ti batti davvero bene, umano!”
Adonis lo fissò con astio.
“Non paragonarmi ai terrestri, elfo!”
“Perché?”
“Perché sono un lunare, non un terrestre!”
 
 
“Forza di qua, dovremmo esserci!”
Un gruppo di elfi oscuri, composto da soldati e da una donna armata di due lunghi coltelli ricurvi appesi alla cintola, stava correndo per uno dei corridoi del grande palazzo.
“Allora è di qua?” fece la femmina rivolta ad un malcapitato soldato prigioniero che si trascinavano dietro.
“S-sì…”, balbettò quello. “La sala dei trofei è d-di qua. Sempre dritto”.
“Bene muoviamoci!”
“Fermi dove siete, invasori!”
Due figure o meglio due donne erano apparse davanti a loro, sbucando da un corridoio laterale, facendo arrestare bruscamente la corsa del gruppo.
“Ma chi sono queste?”
“Oh, signorine!” gridò il prigioniero, “Meno male che siete qui! Salvatemi per amor del cielo, salva…”
“Taci!” abbaiò un elfo dandogli un calcio negli stinchi.
“Invasori!” esclamò una delle due nuove arrivate, “Come osate assaltare questo bellissimo posto?”
“La vostra avventatezza verrà punita!”
“Protetta da Mercurio, il pianeta dell’acqua, sono la guerriera dell’amore e dell’intelligenza, sono Sailor Mercury! Pentiti subito o l’acqua ti purificherà!”
“Protetta da Marte, il pianeta del fuoco, sono la guerriera dell’amore e dell’azione, sono Sailor Mars! Pentiti subito o ti scaccerò col fuoco!”
Il gruppo di invasori rimase per qualche istante in silenzio, poi l’elfa oscura inarcò il sopracciglio.
“Dovrei essere impressionata dal discorso?”
“Ben detto!” fece un soldato andando contro le sailor a spade sguainate. “Vediamo se le signorine sanno combattere oltre che parlar… ARGH!”
Un attimo dopo cadde a terra lanciando urla di dolore: Sailor Mars gli aveva fatto assaggiare le sue fiamme.
“Lasciate andare quel poveretto all’istante!” intimò la guerriera protetta da Marte riferendosi al prigioniero.
Ignorandola, altri elfi partirono all’attacco, brandendo le spade e gli scudi.
“Bolle di nebbia!” gridò la guerriera dai capelli blu.
Un foschia si creò intorno agli attaccanti confondendoli, e dando tempo a Sailor Mars di scagliarli contro un altro attacco infuocato.
La confusione nel gruppo aumentò quando videro che nella confusione creata dall’attacco, la guerriera di Mercurio si era infilata tra di loro ed afferrato il prigioniero per il polso lo stava portando via.
“Ferma!”
L’elfo non fece in tempo a colpirla con la spada, che ad un gesto della sailor questa si ricoprì di ghiaccio per poi spezzarsi di netto.
“Eh?”
Ad un nuovo attacco infuocato di Mars lanciato per coprire la compagna, l’elfa pose il palmo destro in avanti generando una forte corrente d’aria.
Un vortice d’a disperse le fiamme, ma Mercury riuscì a mettersi al fianco della compagna insieme al soldato salvato.
“Andate verso la stanza dei trofei!” urlò l’elfa maga ai compagni sfoderando i pugnali. “Trattengo io queste due!”
Delle lunghe aste di ghiaccio furono create e scagliate contro le due sailor. Mars replicò con le fiamme, ma gli elfi superstiti ne approfittarono per correre verso la sala dei trofei.
“Fermi!”
Mercury provò a fermarli, ma la maga intensificò l’attacco costringendola a stare sulla difensiva, poi si posò dietro ai compagni scappati.
“Sono io la vostra avversaria!”
Le due indietreggiarono davanti al vortice d’aria.
“Va bene”, disse Sailor Mars “Se vuoi la guerra l’avrai!”
“Tu! Allontanati!” gridò Mercury al soldato salvato.
Quello non se lo fece ripetere e scappò in un corridoio laterale da cui le sailor erano uscite.
L’elfa caricò coi pugnali, sfiorando la guancia della sailor blu e cercando di pugnalare allo stomaco quella coi capelli neri.
Questa però, unendo gli indici, gridò: “Fuoco azione!”
La vampata prese in pieno la maga che urlò di dolore, ma tentò di ribattere generando del ghiaccio che contrastasse in qualche modo, tranne per il fatto che Mars replicò l’attacco e stavolta non vi fu scampo.
Mentre l’elfa crollava a terra morta, Sailor Mars la superò velocemente e corse verso la sala dei trofei.
“Forza Mercury prendiamo gli altri!”
Questa le corse dietro facendole notare una cosa.
“Sembravano molti interessati alla sala dei trofei, hai notato?”
“Bah, cosa vogliono non conta adesso; ce lo chiederemo un’altra volta!”
Correndo le due giunsero davanti alla sala trofei la cui porta era stata spalancata a forza. Cinque elfi oscuri, gli unici superstiti del gruppo erano appena usciti con in mano un arco finemente intagliato.
Sailor Mercury vedendolo, ricordò di averlo intravisto nella sala dei trofei, anche se non ci andava quasi mai. Era l’unico arco custodito lì. Perché lo volessero non importava, non ora almeno.
“Fermi là! Posate immediatamente quell’oggetto!”
All’intimidazione della blu, l’elfo con l’arco si lanciò contro la finestra alla sua destra e la sfondò lanciandosi di sotto.
I suoi compagni provarono ad imitarlo, ma Sailor Mercury li fermò.
“Bolle di Nebbia, Azione Congelante!”
I malcapitati caddero a terra morti assiderati, mentre Mars si sporse dalla finestra infranta e vide l’elfo che correva con l’arco rubato in pugno.
Fu tentata di saltare giù per inseguirlo, ma vide che nella direzione in cui scappava l’intruso c’era una figura famigliare.
Presa da un’idea afferrò il sailorofono, il sofisticato apparecchio che le guerriere sailor usavano per comunicare a distanza e che portava al polso, attivandolo e gridando “Ehi Sailor Jupiter, rispondi!”
“Sailor Mars?” fece la voce della donna all’altro capo.
“Ascolta: lo vedi, dietro di te quel invasore che scappa con un arco in mano? L’ha rubato dalla sala dei trofei, lo fermi tu?”
“D’accordo!”
 
 
Spento il sailorofono, Sailor Jupiter inquadrò il fuggiasco con l’arco e gli corse dietro, quello si accorse della sailor, solo quando quella saltò e lo colpì con un calcio volante in mezzo alla schiena gettandolo a terra.
Quello a terra sbraitò qualcosa nella sua lingua, ed un grendel accorse ruggendo, caricando la castana.
Le si gettò di lato e poi stese il mostro con un potente fulmine.
Voltato lo sguardo vide il guerriero che si era rimesso a scappare con l’arco, correndo urlava qualcosa nella sua lingua rivolto ad altri.
Jupiter rese la mira e…
“Fulmine Azione!”
Lo colpì in pieno con una scarica elettrica che lo fece cadere a terra morto fulminato.
Corse per prendere quell’arco ma un altro elfo lo raccolse e poi, steso il palmo destro davanti a sé evoco un varco oscuro grande quanto un uomo.
“Fermo!”
L’elfo generò una vampata di fuoco che distrasse la sailor in quanto dovette schivarla, poi gridò qualcosa in elfico ed entrò nel varco, portandosi dietro l’arco.
“Dannazione!”
Erano riusciti sfuggire con il maltolto, ed adesso?
Adesso gli invasori avevano cominciato quella che sembrava decisamente la ritirata: i maghi creavano dei varchi oscuri tramite cui i soldati si infilavano di corsa, svanendo e tornando da dove erano venuti.
Il generale del Regno Argentato però non intendeva dargli tregua.
“Se ne vanno? Non ora. Forza soldati, devono imparare sulla loro pelle cosa vuol dire assalire il nostro regno!”
Tsukoyomi si lanciò come una furia sui nemici. Molti cercarono di fermalo, ma il generale era troppo forte e li falciò senza difficoltà con la spada.
Le truppe scelte sembrarono inarrestabili, ed elfi e grendel cadevano davanti a loro.
Un mago provò a contrastarli bombardandoli di incantesimi elementali, ma il generale li deviò con la sua arma e gli fu addosso in un attimo.
“Muori bastardo!”
Con un solo fendente della spada taglio in due l’elfo.
Gli altri bene o male riuscirono ad attraversare i varchi oscuri che si richiusero dopo che furono tutti passati.
Tsukoyomi fissò irato la zona deserta di nemici e piena di soldati lunari che esultavano per la vittoria, dopo che i varchi si erano chiusi.
“Tsk, ma sì andatevene, non la passerete liscia in eterno!”
Preso un fazzoletto cominciò a pulire la spada sporca di sangue. Nel mentre la guerriera di Giove osservò la mattanza che aveva fatto.
“Non ci sei andato giù un po’ troppo pesante?”
“Mh, direi di no. Meglio che i nemici temano un regno per la sua forza e la sua durezza: è sempre un incentivo efficace a tenerli lontani”.
 
 
L’elfo oscuro tentò una combo di colpi con le spade, ma Adonis saltò indietro un paio di volte evitandole. Tuttavia ci mancò poco che i fendenti gli aprissero una ferita nel petto.
Concentrandosi, Adonis cercò un momento propizio per colpire l’avversario in un momento in cui aveva la guardia abbassata, e l individuò quando il guerriero aprì per un attimo la guardia.
Era l’occasione per un affondo, ma all’ultimo l’elfo lo deviò con una delle armi.
Maledizione! Imprecò mentalmente il sodato lunare. Come posso… ma certo! La mia specialità!
L’elfo partì in un affondo, ma prima che colpisse Adonis si acquattò e spiccò un salto che lo portò diversi metri sopra l’avversario.
“Cosa?”
Il lunare atterrò alle spalle dell’elfo, che si girò per portare un attacco od una difesa ma l’arma del biondo lunare era già pronta a colpire.
Un attimo dopo la lancia guizzò in avanti e si piantò in profondità nel petto dell’elfo trapassando il metallo della corazza.
Perplesso l’elfo osservò il suo avversario negli occhi prima di sputare sangue e crollare sul terreno di schiena.
Adonis trasse un respiro di sollievo; l’avversario sembrava un tipo tosto ma ce l’aveva fatta.
“L’attacco in salto è una specialità di mia invenzione” spiegò. Di solito la uso per attacchi frontali, ma mi stavi troppo vicino così ho improvvisato.”
A terra, moribondo, stingendosi la mano destra sulla ferita rigurgitante di sangue, elfo lo fissò con uno sguardo indecifrabile.
“B-bravo, u-umano…”
“Piantala di paragonarmi ai terrestri!” ribatté il biondo stizzito. “Noi siamo lunari, non terrestri, capito? Non abbiamo nulla da spartire con quei barbari violenti ed incivili!”
L’elfo sputò sangue.
“P-pateci… Voi… siete terrestri… Siete terrestri, che non invecchiano mai, ecco l-la veri… tà…”
E morì.
Adonis testa arretrò dal cadavere  e si guardò intorno: i combattimenti sembravano continuare a giudicare dai rumori, anche se nella sua zona non se ne vedevano. Poco dopo, fu raggiunto da due suoi commilitoni. Avevano l’aria stravolta, ed uno esibiva un taglio sanguinante sulla fronte.
“Qui è tutto a posto?” gli chiese uno.
“Sì. Meglio se ci spostiamo in qualche altra zona”.
Correndo tra le case giunsero in una piazzola dove videro un elfo oscuro che stava piantato lì, in piedi, senza fare alcunché di particolare. Forse tratti in inganno dalla immobilità ed apparente indifferenza del tizio, decisero di attaccarlo, ma quello, notandogli quasi di sfuggita, fece un rapido e noncurante gesto col bastone che impugnava, generando così un onda urto che gli scagliò contro la parete d’un edifico lì vicino.
“State al vostro posto sciocchi temerari! O state cercando una morte gloriosa in battaglia?”
Adonis imprecò, cercando di rialzarsi, sentiva un male cane alla spalla e sperò che l’osso non si fosse rotto, forse si era solo slogata.
Digrignando i denti, fissò l’elfo che squadrava imperturbabile lui ed i suoi compagni.
Un altro elfo con in mano un arco giunse di corsa dall’uomo e mettendosi sull’attenti scambiò brevi parole con lui in lingua elfica.
L’elfo con lo scettro annuì e con un gesto creò un varco oscuro dentro cui il soldato si infilò.
“Ehi!” esclamò uno dei suoi compagni. “Che state facendo??”
“Semplice, piccolo lunare, ce ne andiamo”.
“Come sarebbe che ve ne andate? Dopo quello che avete fatto…”
“Noi volevamo solo prendere una cosa custodita nella vostra stanza dei trofei, nient’altro”.
“Eh!?”
Tutto quell’attacco solo per prendere una cosa?
“E non potevate chiederla gentilmente?” chiese un altro dei compagni di Adonis.
L’elfo scoppiò in una grassa risata.
“Non è nel nostro stile, e comunque la vostra regina non avrebbe mai acconsentito, vista la nostra poco pulita reputazione”.
Ricomposto li guardò severamente.
“Ora ascoltatemi bene lunari, e riferite questo messaggio al vostro sovrano: noi abbiamo preso l’oggetto che ci interessava, ora ce ne andremo e non torneremo più qui. Vi lasceremo in pace. Chiaro? Ma se voi tenterete di inseguirci per rappresaglia allora sappiate che una persona del vostro regno ne farà le spese e non sto parlando di una persona qualunque, ma della Principessa!”
“C-cosa?”
“E’ nostra prigioniera, e ve la restituiremo quando avremo la garanzia che ci lascerete in pace per l’azione che abbiamo compiuto quest’oggi. Chiaro? Bene, riferite questo messaggio al vostro sovrano. Addio!”
L’elfo si voltò e fu tra gli ultimi ad entrare nel varco oscuro camminando tranquillamente. Subito dopo averlo varcato, il varco si richiuse e la calma sembrò tornare nel Silver Millennium.
Ma Adonis non era calmo: il pensiero che la figlia della regina, l’erede al trono fosse stata catturata era inquietante.
Uno dei suoi compagni lo guardò spaventato.
“Ma sarà vero che hanno…”
“Probabilmente non lancerebbero una  affermazione del genere a vuoto. Forza! Corriamo al palazzo, subito!”
 
 
Destino volle che furono i primi ad arrivare al palazzo reale, e nella sala principale trovarono la Regina Serenity preoccupata con… la figlia proprio al suo fianco.
I tre fissarono le due donne sbalorditi: ma quello non aveva detto che avevano la Principessa? Che stava succedendo?
“Non sento più rumori di battaglia. I nemici sono in fuga?” domandò la Regina pensando che stessero recando notizie in merito.
“Ehm s-sì” fece uno dopo un attimo di esitazione.
Fu Adonis a chiedere: “Vostra Maestà, i nemici sono entrati fin qui?”
“No, perché lo chiedi?”
Adonis ed i suoi compagni si fissarono confusi, mentre la Regina intuendo che c’era qualcosa che non andava, chiese.: “Che c’è che non va?”
“Sì, i nemici non sono fuggiti?” aggiunse la Principessa.
In quel momento, prima che potessero rispondere entrò Tsukoyomi affiancato da Sailor Jupiter.
“Mia regina, i ne… Oh, avete già dato la notizia della fuga dei nemici?” fece il generale rivolto ai soldati.
“Ehm, sì generale, ma…”
Il discorso di Adonis fu interrotto dall’arrivo di Mars e Mercury.
“Principessa state bene?” chiese la mora.
“Perfettamente!” rispose quella sorridendo di sollievo; stava assistendo ad un po’ troppi attacchi.
“Ci fa piacere che la famiglia reale sia sana e salva” intervenne il generale, per poi tornare a rivolgersi ad Adonis, “ma credo che il nostro fiero giovane qui presente volesse dire qualcosa, giusto? Dunque soldato, “ma” cosa? Cosa volevi dire?”
“Ecco vedete, abbiamo incontrato quello che sembra essere il capo degli invasori e ci ha ammonito di non seguirli perché…” fissò la figlia della Regina. “Avevano preso come prigioniera la Principessa!”
“Eh?” Esclamò la citata. “Ma io sono sempre rimasta qui!”
“E gli invasori non sono mai arrivati fin qui!” aggiunse la Regina.
Adonis chinò la testa confuso.
“Ma allora… di chi parlavano?”
“Forse è un bluff” commentò Tsukoyomi, “Oppure…”
Qualcuno agitato irrompé di corsa nella sala. Quel qualcuno era un gatto maschio dal pelo bianco ed anche lui aveva una piccola mezzaluna gialla sulla fronte.
“R-regina, g-generale…” ansimò per la corsa a perdifiato che aveva fatto per arrivare lì.
“Artemis, che c’è?” gli chiese Luna.
“E’… è successo…” Il gatto era ancora sfiatato.
“Calma Artemis cosa c’è?” intervenne la Regina.
“Mia Regina, è successa una cosa terribile…” pian piano stava riprendo fiato. “Gli invasori… si sono portati dietro un prigioniero!”
Tutti sussultarono, maledizione ci mancava anche questa! Aspetta… aveva per caso a che fare con la “principessa” che sostenevano di avere catturato? Imprecando mentalmente, il generale pose l’ovvia domanda.
“Chi?”
Il gatto fece girare lo sguardo disperato su presenti e in quel momento tutti si accorsero che qualcuno che era sempre al fianco della Principessa mancava all’appello, e subito presagirono il peggio.
Le successive parole furono una botta nello stomaco per Adonis.
“Hanno rapito Sailor Venus! L’hanno scambiata per la Principessa!”
   
 
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