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Autore: Niniel    05/04/2005    0 recensioni
Draco, prigioniero del suo stesso nome, incontra Lyn, avvolta da un'alone di mistero e incatenata ad un passato che non può dimenticare...La curiosità del giovane Malfoy lo porterà alla scoperta di se stesso e di una diversa realtà.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

Autrice :

Lettori : L’aggettivo Autrice è un esagerazione

A:Salve a tutti  sono nuovamente io, Niniel!!!

NOOOOO SEI ANCORA VIVA ! ! ! ! ;___;

A:Spero di esservi mancata almeno un po’

L:Ma veramente….

A:Comunque ora sono qui e per farmi perdonare..

L:Di essere tornata?

A: No, di non aver più pubblicato niente!!!

L: OHHH non ce ne eravamo ,minimamente accorti. Anzi si stava così bene!

A depressissima: L CRY  Lasciamo perdere… ecco a voi il prossimo capitolo, spero che qualche anima pia si degni di leggerlo e di commentare.

                                                                                Bacioni da un’autrice incompresa

 

CAPITOLO 3

INCIDENTE A POZIONI  e per una volta non è colpa mia! N.d.Neville Paciock

 

 

Pochi giorni dopo aver comunicato la sua decisione a Tiger e Goyle, l’erede di casa Malfoy iniziò un attento studio della sua preda nell’intento di capire quali fossero le sue abitudini ed i suoi punti deboli. Quel periodo passato ad analizzarla aveva reso ancor più palese ai suoi occhi lo strano comportamento della Tassorosso: passava anche diverse ore con lo sguardo perso chissà dove, seduta su di una panchina nel parco, stava sempre isolata e, se Weasley o un altro dei suoi amici le si avvicinava, lei accettava a malavoglia la compagnia.. ma non era solo questo…in sette giorni fu sicuro di non averla mai vista cambiare espressione facciale, impassibile e vuota. Aveva sempre mantenuto quell’atteggiamento distaccato che lo innervosiva a tal punto che più di una volta si era trattenuto da andarle vicino e scuoterla, urlandole “Svegliati!”. Ma c’era qualcos’altro di strano che non riusciva ad afferrare… un piccolo dettaglio del comportamento della Marionetta (come l’aveva gentilmente soprannominata) che, però, era molto importante.

Frecciatine, commenti cattivi, scherzi pesanti non servirono a scuoterla minimamente, Lyn ogni volta che subiva un torto incassava il colpo, lo fissava con quel suo sguardo spento e se ne andava ignorandolo. La cosa irritò molto il bel prefetto che, di comune accordo con gli amici, decise di passare alle maniere forti. Se non potevano farla arrabbiare, l’avrebbero fatta morire di paura.

Il 5 ottobre Lyn, accompagnata da Susan ed Hannah, si recò alla voliera per spedire gli auguri di compleanno a sua madre.

“Se non hai un gufo tuo, posso prestarti il mio!” l’informò La Abbot sorridente.

“Non ti preoccupare...” E così dicendo aprì la gabbia di una giovane civetta bianca, con la parte finale delle ali chiazzata di marrone. “Ciao Gwen...porta questa a casa, d’accordo?” le chiese affidandole una busta chiusa da un sigillo rosso rappresentante una penna ed un calamaio. L’animale le beccò delicatamente la mano in segno d’assenso e, dopo essersi fatta coccolare dalla sua padrona, volò via. Le tre l’osservarono per un po’, poi infreddolite decisero che fosse meglio rientrare. Stavano per farlo quando entrarono Tiger e Goyle che si piazzarono davanti alla porta sbarrando loro la strada.

“Puoi spostarti per cortesia?” chiese gentilmente Hannah.

“No.” Rispose uno di loro facendo un orribile sorriso.

“Dai Gregory, non fare lo stronzo… lasciaci passare!” continuò Susan seccata, il ragazzo si limitò ad alzare gli occhi al cielo ed a scrollare le spalle.

Poi udirono distintamente il rumore di passi che si avvicinavano, per un secondo sperarono si trattasse di un compagno a cui poter chiedere aiuto ,ma, quando videro spuntare il volto pallido di Malfoy capirono di trovarsi in guai seri.

“Ciao ragazze! Che coincidenza trovarvi qui!” disse varcando la soglia e avvicinandosi alle tre. “Che fate di bello?” chiese ad Hannah rivolgendole uno sguardo poco amichevole.

Lei, che sapeva bene come queste ‘conversazioni’ con il Serpeverde avessero spedito in infermeria non pochi studenti, balbettò qualche parola sconnessa, letteralmente terrorizzata.

“Hai paura?” disse prendendole il volto tra le mani. Nel sentirlo così vicino a se la ragazza rabbrividì e chiuse gli occhi assaporando il suo dolce profumo che le riportava alla mente alcuni bei ricordi, ma che al momento la inquietava.

Draco le si avvicinò ulteriormente e le sussurrò all’orecchio, in modo che solo lei sentisse, “Una volta non ti facevo quest’effetto…”

A quel punto la ragazza scoppiò in lacrime dandosi mentalmente della cretina.

“Mollala.”

A parlare era stata la flebile voce di Lyn, che emettendo quel sussurro aveva dato al giovane ciò che voleva, fece un cenno col capo, e Tiger e Goyle presero le due Tassorosso trascinandole fuori dalla porta. “Fatto.” esclamarono sbarrandola con il pesante chiavistello. Dall’altra parte si poteva sentire le ragazze urlare e battere i pugni con forza.

“Lasciatela bastardi!”

Ignorando completamente quel ‘brusio’ Draco le si avvicinò. Stava in piedi proprio di fronte a lui e lo fissava negli occhi, per nulla intimorita dalla situazione.

“Sai Marionetta, sei una ragazza irritante. Mi dai sui nervi.” e detto questo la afferrò le spalle e la sbatté violentemente contro il muro; lei non batté ciglio cosa che fece peggiorare l’umore del ragazzo

“Vedi? È questo tuo comportamento che non sopporto.” estrasse dal mantello la bacchetta e la puntò contro di lei. ”Perciò ho deciso di punirti…”.

Sempre tenendola bloccata al muro le rivolse la punta incandescente della bacchetta al viso inespressivo.

=Perché non ha paura?= si chiese =... cretina reagisci…non ho intenzione di farlo, ma tu reagisci…= Questa supplica continuava a frullargli in testa, quasi inconsciamente. Mise via la bacchetta e avvicinò il viso al suo per poterla guardare negli occhi, si rese conto di non riuscire a sostenere il suo sguardo e senza accorgersene, fu catturato da quei due pozzi verdi; per un secondo gli parve di leggervi dentro una richiesta di aiuto, un grido soffocato, poi fu richiamato alla realtà dalla voce degli amici.

“Draco, è meglio andarcene; mi sa che quelle sono andate a chiedere aiuto!” dissero entrando in un passaggio segreto situato dietro una grossa gabbia.

Il ragazzo le mollò le spalle e corse via, ma prima di sparire definitivamente all’interno dello stretto cunicolo si voltò un’ultima volta ad osservarla e si chiese se ciò che aveva ‘visto’ in lei fosse reale, e soprattutto se lei lo fosse .

 

La voce di ciò che era accaduto nella voliera fece rapidamente il giro della scuola, quando questa giunse alle orecchie di Ron, lui e gli altri si precipitarono dall’amica per accertarsi che stesse bene.

“Cosa ti ha fatto?”

“Niente.”

“Come niente, sei in infermeria!” disse continuando a passeggiare avanti ed indietro, davanti al letto su cui lei era seduta.

“Solo una botta alla spalla, non ti preoccupare.”

“Pezzo di… giuro che glie la faccio pagare!” disse Harry che si sentiva tremendamente in colpa per ciò che era accaduto.

“Non è colpa tua, gli sto solo antipatica.”

“Ma…”

“Non è colpa tua.” Tagliò corto lei.

“Si, ma…devi stare attenta!” la pregò Ginny che era visibilmente preoccupata.

“So badare a me stessa. E poi si stuferà di rompere.” disse poco prima che Madama Chips li pregasse di lasciarla riposare.

 

Draco però la pensava diversamente, anzi, dopo l’ennesima sconfitta era deciso più che mai a fargliela pagare; nessuno aveva resistito così a lungo alle sue angherie e la nuova sfida lo eccitava. Inoltre quella ragazza lo lasciava spiazzato, se ne sentiva attratto, in un certo senso.

“Draki…dove sei con la testa?” gli chiese Pansy baciandolo appassionatamente sul collo e accarezzandogli il torace. “Sei fortunato ad avere la camera solo per te!…così nessuno ci disturba!” proseguì lei alzandosi dal letto ed infilandosi i vestiti che erano sparsi sul pavimento; si soffermò un secondo a fissare il corpo scolpito e la pelle chiara del ragazzo che, coperto solo da un lenzuolo nero, continuava a fissare il soffitto. “Ti amo.”

“Io no.” Rispose lui freddamente.

“Lo so, ma non m’interessa.” Ed uscì dalla stanza sistemandosi i capelli.

Quando era arrabbiato gli faceva comodo averla vicino, la usava per una notte, così per calmarsi, dopodiché non doveva neppure scomodarsi a scaricarla o sprecare tempo con assurde romanticherie… a cosa gli serviva l’amore? Lo facevano ridere San Potter e i suoi amici con i loro buoni sentimenti, sicuramente quello sfigato era ancora vergine e si conservava per la donna della sua vita a cui avrebbe giurato eterno amore e con la quale sarebbe vissuto felice e contento in una casetta di marzapane...

"Questo sono io." Affermò osservando la sua camera: buia, con le pareti di fredda pietra coperte da pesanti arazzi cupi,spoglia d’ogni arredo, ad eccezione di uno scaffale in mogano sul quale erano accuratamente disposti numerosi volumi ‘speciali’ che gli aveva regalato suo padre.

Da quando Lucius era uscito da Azkaban gli studenti delle altre Case lo evitavano e i genitori dei suoi compagni di Casa, per evitare che la gente pensasse che fossero anche solo lontanamente collegati a dei Mangiamorte, avevano pregato il consiglio di isolarlo (cosa a cui fino all’ultimo il preside si era opposto): ecco il perché della stanza singola.

 

Tra le lezioni, i compiti e gli allenamenti, il tempo sembrava passare velocemente. Quasi senza accorgersene i ragazzi arrivarono al 21 ottobre, il giorno successivo Harry ed i suoi amici avrebbero dovuto sostenere un esame di pozioni, e poiché ne erano stati informati solo poche ore prima avevano deciso di andare in biblioteca e studiare come pazzi sotto la supervisione di Hermione. Lei che non aspettava altro per mostrare le sue doti d’insegnante aveva preparato un breve riassunto di come si preparavano 10 delle pozioni più complicate (quindi le più probabili) e tentava di fargliele imparare a memoria.

I ragazzi dopo tre ore erano praticamente sdraiati sul tavolo e imploravano pietà, erano certi che se avessero letto anche solo un’altra volta come preparare il filtro “XxX” sarebbero impazziti.

“Bastaaaa….Sono stanco….” Sbadigliò Harry stiracchiandosi.

“Va bene, per questo pomeriggio avete studiato abbastanza.” Disse lei infilando gli appunti nello zaino.

“Sei sicura di stare bene?” chiese Ron guardandola stupito.

“Perché?”

“Hai appena detto che abbiamo studiati abbastanza… ti rendi conto?” le spiegò il moretto ridendo.

“Vuoi sovvertire le leggi dell’universo? È come se vedessi... non so, Malfoy fare l’elemosina ad un babbano…” continuò Ron alzandosi in piedi.

Lei scosse la testa contrariata e finse d’offendersi, ma ormai era abituata alle loro battutine, che in fondo, rispecchiavano la realtà.

”Comunque intendevo basta pozioni. Tirate fuori Storia della Magia e Divinazione, se non mi sbagli avete altri compiti.” Ed indicò i libri ancora chiusi che erano sospesi a mezz’aria sopra le loro teste.

“Che palle….”

Madama Prince, lanciò loro un occhiataccia dal fondo della sala ed indicò il cartello appeso sopra alla sua testa “Si prega di far silenzio.”

La professoressa Cooman aveva assegnato loro il compito di eseguire una previsione a lungo termine leggendola negli occhi di una persona.

“Ma come diavolo si fa, è impossibile! “ esclamò Ginny alzando lo sguardo dal libro che stava leggendo.

“Ma no, basta inventare come al solito…” disse il fratello srotolando alcuni centimetri di pergamena. ”Allora… tu Harry durante una partita cadrai dalla scopa e ti romperai una gamba.”

“L’ hai già fatto la settimana scorsa.” Gli ricordò lui.

“È vero… Lyn, pensa tu a qualcosa, io non più idee!!”

La ragazza che era seduta in fondo al tavolo, posò la penna e ci pensò un momento.

“Rincontrerete una persona che non vedete da molto!” sentenziò distratta, poi riprese a disegnare una cartina per il professore d’astronomia; Malfoy non l’aveva più tormentata e lei si illudeva che si fosse arreso.

 

Il sotterraneo in cui si svolgevano le lezioni di pozioni quell’anno sembrava meno umido e freddo che in precedenza,anche grazie all'intervento della nuova professoressa che l’aveva reso più accogliente (per quanto possibile) mettendo delle tende azzurre, vasi di fiori freschi e alcuni libri dalle copertine colorate sulla cattedra, cosa che Piton non gradì affatto.

Durante il compito l’uomo si aggirava per i banchi avvolto nel suo lungo mantello controllando il contenuto dei calderoni che bollivano emanando un sottile filo di fumo blu e rosso. L’intruglio che dovevano preparare aveva lo scopo di far mutare alcuni caratteri fisici, ed era uno di quelli previsti da Hermione [ e più precisamente la XxX, Ron si congratulò mentalmente con la ragazza ripromettendosi di comprarle un bel regalo (Persino Weasley è più ricco di me!! CRY ;^__^; N.d.N)] ; per rendere più complicato il tutto all’ultimo momento l’insegnante decise di eliminare alcuni ingredienti che avrebbero dovuto esser sostituiti con altri dalle stesse doti.

Harry notò che anche Draco si trovava in serie difficoltà e questo lo rincuorò. La sua pozione bolliva da esattamente 10 minuti, così aggiunse del cardo in polvere, mescolò tre volte in senso orario e mise una goccia del suo sangue. Spense la fiamma e la versò in una provetta, il liquido era viola intenso e piuttosto trasparente.

Improvvisamente dal calderone di Tiger uscì una densa nuvola di fumo giallo che in pochi secondi invase completamente l’aula, Piton imprecò e con un veloce colpo di bacchetta la fece svanire.

“Imbecille! Immagino tu abbia usato l’aconito e non la lavanda!” sibilò guardando ciò che restava della pozione.

“Se si usa l’aconito la pozione ha l’effetto contrario, cioè restituisce l’aspetto normale a chi la usa.” Spiegò Hermione.

“Qualcuno glie l' ha domandato signorina Granger?” chiese acido l’insegnante. Poi si guardò attorno per controllare che tutti stessero bene. ”Signorina Smith, lei…”balbettò incredulo osservando la nebbia che andava diradandosi attorno alla ragazza con un leggero scintillio.

Lyn era come paralizzata e fissava la sua immagine riflessa nel calderone con occhi sbarrati: i lunghi capelli, che le ricadevano sul viso e sulle spalle in modo disordinato erano diventati bianchi come la neve.

Gli studenti si voltarono verso di lei stupiti soffocando a forza le risate.

“Wow!” esclamò Pansy ironica, ma fu subito zittita da una gomitata di Ron che le si avvicinò preoccupato.

Lei continuava a fissarsi con aria assente, iniziò a respirare più velocemente e, con le mani tremanti, tentò di farsi una coda, ma era troppo agitata. Hermione allora si alzò dal suo posto, si slegò la treccia e con il proprio elastico annodò i capelli della compagna in un piccolo chignon. Lyn però non se ne rese conto, con la memoria era tornata alla mattina in cui si era risvegliata con quei capelli ed ora si trovava a rivivere quella scena.

 

 °§°§°§°§°§°

 

…sua mamma stava dormendo su di una poltrona, lei si uscì dal letto silenziosamente per non disturbarla. La stanza aveva le pareti azzurre…si avvicinò lentamente allo specchio, la testa le girava e faticava a camminare…la sua immagine si rifletteva pallida… si ricordò di ciò che le era accaduto...sapeva che avrebbe dovuto piangere,ma non ci riusciva...da quel giorno non pianse più.... ma lo fece sua madre. Sua madre che da quel giorno non osava più guardarla…

 

°§°§°§°§°§°

 

Fu riportata alla realtà dal suono della campanella, si alzò, ribaltando la sedia su qui era seduta ed uscì velocemente dalla classe seguita da Harry e Ron, correva sotto lo sguardo stupito degli alunni che si riversavano in quel momento fuori dalla aule. Si precipitò nel dormitorio e si chiuse in camera, il solo ricordo di quel giorno la terrorizzava ancora e temeva che gli altri potessero accorgersene.

Appena il respiro le fu tornato regolare aprì il baule e ne prese una boccetta ,accuratamente nascosta sul fondo, sulla cui etichetta ,con la calligrafia delicata di sua madre, c’era scritto " XxX due per" . Sperò che gli altri , troppo presi dai suoi capelli, non avessero notato che anche qualcos’altro era mutato nel suo aspetto. Si diresse in bagno e vi si chiuse dentro, avvicinandosi al grande specchio, posto proprio sopra il lavandino, si fissò nuovamente...il volto pallido e scarno, i capelli nivei ed un corpo troppo magro. Poggiò una mano sulla superficie fredda, come volendo accertarsi di essere veramente lei quella creatura che tanto somigliava ad un fantasma.

= Un fantasma con lo sguardo da demone...=pensò perdendosi nel riflesso dei suoi occhi, che avevano il colore di due meravigliosi fiori, le Viole e le Rose, che unendosi formavano una nuova tonalità cupa e inquietante. Un colore che era simbolo di malvagità e di maledizione... Con una specie di contagocce si versò la pozione prima in uno, poi nell’altro occhio che tornarono verdi.

Quando Susan ed Hannah la raggiunsero, lei era tornata tranquilla e impassibile come al solito, era seduta sul letto e sfogliava distrattamente un diario con lo sguardo perso chissà dove.

“Ci hai fatte preoccupare!” dissero sedendosi vicino a lei.

“Scusate.” Rispose senza guardarle.

“Senti, se ti vergogni puoi fare la pozione che…”

“No, ho deciso di tenerli così.”

Anche se, pensarono, alcuni maghi hanno dei capelli di colori non convenzionali e preferiscono non mostrarli (una cugina di Susan da un giorno all’altro se li era ritrovati blu) la sua reazione le aveva stupite, non l’avevano mai vista agitarsi per qualcosa, non aveva detto niente neppure quando Malfoy l’aveva spinta nel Lago, mentre poco prima...

“Hai ragione, e poi è un colore che ti sta bene!”

 

Nella sala comune di Serpeverde quella sera non si parlava d’altro e Pansy teneva banco offrendo una rappresentazione poco realistica di ciò che era accaduto.

“Perché poi se l’è presa a quel modo?!” disse Lucas Tuwder, del quarto anno.

“Non capisci proprio niente di donne, vero?” gli domandò la sorella. “Per noi ragazze i capelli sono importantissimi!” spiegò sostenuta dal consenso generale.

Draco seduto su una poltrona vicino al caminetto ascoltava distrattamente i loro discorsi mentre ripensava compiaciuto a quello che aveva visto: la ragazza gli era sembrata un piccolo animaletto impaurito e quell’espressione sul suo volto gli era piaciuta moltissimo, gli dava più soddisfazione di quella arrabbiata che avrebbe potuto vedere sfottendo un poveraccio qualsiasi. No, terrorizzare una persona era molto più divertente, ma come poteva fare ,aveva provato in tutti i modi!...Desiderava rivedere quell'espressione che non riusciva a togliersi dalla testa...

 La stanza attorno al bel Serpeverde si era svuotata lentamente, e quando fu sicuro che non ci fosse più nessuno in mezzo ai piedi salì in camera e prese un po’ di polvere volante da un barattolo che teneva nascosto nel baule, ridiscese e la gettò nel camino infilandoci la testa.

“Grima, mi serve un favore.” L’uomo dall’altra parte ricevette le istruzioni e si congedò; essere il figlio di Lucius Malfoy aveva anche i suoi lati positivi, per prima cosa a Notturn Alley tutti erano disposti a dargli una mano, ed avere amici anche all’inferno fa sempre comodo, inoltre i soldi che possedeva non erano da disdegnare.

 

Quando la mattina successiva la Tassorosso si presentò a colazione con i lunghi capelli candidi legati in una morbida treccia gli altri studenti non fecero attendere la loro reazione. Per molti giorni la ragazza fu bersaglio di commenti e pettegolezzi, dai quali Ron ed i suoi amici tentavano di difenderla in ogni modo; anche se, a quanto sembrava, la cosa non la scalfiva minimamente.

Pian piano anche i più risoluti, tra i quali logicamente Malfoy, si arresero e non ci badarono più.

 

;__ ;  COMMENTATE  PLEASE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!   

 

 

 

  
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