Autrice :
Lettori :
L’aggettivo Autrice è un esagerazione
A:Salve a
tutti sono nuovamente io, Niniel!!!
NOOOOO
SEI ANCORA VIVA ! ! ! ! ;___;
A:Spero
di esservi mancata almeno un po’
L:Ma
veramente….
A:Comunque
ora sono qui e per farmi perdonare..
L:Di essere
tornata?
A: No, di
non aver più pubblicato niente!!!
L: OHHH
non ce ne eravamo ,minimamente accorti. Anzi si stava così bene!
A
depressissima: L CRY Lasciamo perdere… ecco a voi il prossimo capitolo, spero che
qualche anima pia si degni di leggerlo e di commentare.
Bacioni da un’autrice incompresa
CAPITOLO 3
INCIDENTE A POZIONI e per una volta non è colpa mia! N.d.Neville Paciock
Pochi giorni dopo aver comunicato la sua
decisione a Tiger e Goyle, l’erede di casa Malfoy iniziò un attento studio
della sua preda nell’intento di capire quali fossero le sue abitudini ed i suoi
punti deboli. Quel periodo passato ad analizzarla aveva reso ancor più palese
ai suoi occhi lo strano comportamento della Tassorosso: passava anche diverse
ore con lo sguardo perso chissà dove, seduta su di una panchina nel parco,
stava sempre isolata e, se Weasley o un altro dei suoi amici le si avvicinava,
lei accettava a malavoglia la compagnia.. ma non era solo questo…in sette
giorni fu sicuro di non averla mai vista cambiare espressione facciale,
impassibile e vuota. Aveva sempre mantenuto quell’atteggiamento distaccato che
lo innervosiva a tal punto che più di una volta si era trattenuto da andarle
vicino e scuoterla, urlandole “Svegliati!”. Ma c’era qualcos’altro di strano
che non riusciva ad afferrare… un piccolo dettaglio del comportamento della
Marionetta (come l’aveva gentilmente soprannominata) che, però, era molto
importante.
Frecciatine, commenti cattivi, scherzi pesanti
non servirono a scuoterla minimamente, Lyn ogni volta che subiva un torto
incassava il colpo, lo fissava con quel suo sguardo spento e se ne andava
ignorandolo. La cosa irritò molto il bel prefetto che, di comune accordo con
gli amici, decise di passare alle maniere forti. Se non potevano farla
arrabbiare, l’avrebbero fatta morire di paura.
Il 5 ottobre Lyn, accompagnata da Susan ed
Hannah, si recò alla voliera per spedire gli auguri di compleanno a sua madre.
“Se non hai un gufo tuo, posso prestarti il
mio!” l’informò La Abbot sorridente.
“Non ti preoccupare...” E così dicendo aprì la
gabbia di una giovane civetta bianca, con la parte finale delle ali chiazzata
di marrone. “Ciao Gwen...porta questa a casa, d’accordo?” le chiese affidandole
una busta chiusa da un sigillo rosso rappresentante una penna ed un calamaio.
L’animale le beccò delicatamente la mano in segno d’assenso e, dopo essersi
fatta coccolare dalla sua padrona, volò via. Le tre l’osservarono per un po’,
poi infreddolite decisero che fosse meglio rientrare. Stavano per farlo quando
entrarono Tiger e Goyle che si piazzarono davanti alla porta sbarrando loro la
strada.
“Puoi spostarti per cortesia?” chiese
gentilmente Hannah.
“No.” Rispose uno di loro facendo un orribile
sorriso.
“Dai Gregory, non fare lo stronzo… lasciaci
passare!” continuò Susan seccata, il ragazzo si limitò ad alzare gli occhi al
cielo ed a scrollare le spalle.
Poi udirono distintamente il rumore di passi
che si avvicinavano, per un secondo sperarono si trattasse di un compagno a cui
poter chiedere aiuto ,ma, quando videro spuntare il volto pallido di Malfoy
capirono di trovarsi in guai seri.
“Ciao ragazze! Che coincidenza trovarvi qui!”
disse varcando la soglia e avvicinandosi alle tre. “Che fate di bello?” chiese
ad Hannah rivolgendole uno sguardo poco amichevole.
Lei, che sapeva bene come queste
‘conversazioni’ con il Serpeverde avessero spedito in infermeria non pochi
studenti, balbettò qualche parola sconnessa, letteralmente terrorizzata.
“Hai paura?” disse prendendole il volto tra le
mani. Nel sentirlo così vicino a se la ragazza rabbrividì e chiuse gli occhi
assaporando il suo dolce profumo che le riportava alla mente alcuni bei
ricordi, ma che al momento la inquietava.
Draco le si avvicinò ulteriormente e le
sussurrò all’orecchio, in modo che solo lei sentisse, “Una volta non ti facevo
quest’effetto…”
A quel punto la ragazza scoppiò in lacrime
dandosi mentalmente della cretina.
“Mollala.”
A parlare era stata la flebile voce di Lyn, che
emettendo quel sussurro aveva dato al giovane ciò che voleva, fece un cenno col
capo, e Tiger e Goyle presero le due Tassorosso trascinandole fuori dalla
porta. “Fatto.” esclamarono sbarrandola con il pesante chiavistello. Dall’altra
parte si poteva sentire le ragazze urlare e battere i pugni con forza.
“Lasciatela bastardi!”
Ignorando completamente quel ‘brusio’ Draco le
si avvicinò. Stava in piedi proprio di fronte a lui e lo fissava negli occhi,
per nulla intimorita dalla situazione.
“Sai Marionetta, sei una ragazza irritante. Mi
dai sui nervi.” e detto questo la afferrò le spalle e la sbatté violentemente
contro il muro; lei non batté ciglio cosa che fece peggiorare l’umore del
ragazzo
“Vedi? È questo tuo comportamento che non
sopporto.” estrasse dal mantello la bacchetta e la puntò contro di lei. ”Perciò
ho deciso di punirti…”.
Sempre tenendola bloccata al muro le rivolse la
punta incandescente della bacchetta al viso inespressivo.
=Perché non ha paura?= si chiese =... cretina
reagisci…non ho intenzione di farlo, ma tu reagisci…= Questa supplica
continuava a frullargli in testa, quasi inconsciamente. Mise via la bacchetta e
avvicinò il viso al suo per poterla guardare negli occhi, si rese conto di non
riuscire a sostenere il suo sguardo e senza accorgersene, fu catturato da quei
due pozzi verdi; per un secondo gli parve di leggervi dentro una richiesta di
aiuto, un grido soffocato, poi fu richiamato alla realtà dalla voce degli
amici.
“Draco, è meglio andarcene; mi sa che quelle
sono andate a chiedere aiuto!” dissero entrando in un passaggio segreto situato
dietro una grossa gabbia.
Il ragazzo le mollò le spalle e corse via, ma
prima di sparire definitivamente all’interno dello stretto cunicolo si voltò
un’ultima volta ad osservarla e si chiese se ciò che aveva ‘visto’ in lei fosse
reale, e soprattutto se lei lo fosse .
La voce di ciò che era accaduto nella voliera
fece rapidamente il giro della scuola, quando questa giunse alle orecchie di
Ron, lui e gli altri si precipitarono dall’amica per accertarsi che stesse
bene.
“Cosa ti ha fatto?”
“Niente.”
“Come niente, sei in infermeria!” disse
continuando a passeggiare avanti ed indietro, davanti al letto su cui lei era
seduta.
“Solo una botta alla spalla, non ti
preoccupare.”
“Pezzo di… giuro che glie la faccio pagare!”
disse Harry che si sentiva tremendamente in colpa per ciò che era accaduto.
“Non è colpa tua, gli sto solo antipatica.”
“Ma…”
“Non è colpa tua.” Tagliò corto lei.
“Si, ma…devi stare attenta!” la pregò Ginny che
era visibilmente preoccupata.
“So badare a me stessa. E poi si stuferà di
rompere.” disse poco prima che Madama Chips li pregasse di lasciarla riposare.
Draco però la pensava diversamente, anzi, dopo
l’ennesima sconfitta era deciso più che mai a fargliela pagare; nessuno aveva
resistito così a lungo alle sue angherie e la nuova sfida lo eccitava. Inoltre
quella ragazza lo lasciava spiazzato, se ne sentiva attratto, in un certo
senso.
“Draki…dove sei con la testa?” gli chiese Pansy
baciandolo appassionatamente sul collo e accarezzandogli il torace. “Sei
fortunato ad avere la camera solo per te!…così nessuno ci disturba!” proseguì
lei alzandosi dal letto ed infilandosi i vestiti che erano sparsi sul
pavimento; si soffermò un secondo a fissare il corpo scolpito e la pelle chiara
del ragazzo che, coperto solo da un lenzuolo nero, continuava a fissare il
soffitto. “Ti amo.”
“Io no.” Rispose lui freddamente.
“Lo so, ma non m’interessa.” Ed uscì dalla
stanza sistemandosi i capelli.
Quando era arrabbiato gli faceva comodo averla
vicino, la usava per una notte, così per calmarsi, dopodiché non doveva neppure
scomodarsi a scaricarla o sprecare tempo con assurde romanticherie… a cosa gli
serviva l’amore? Lo facevano ridere San Potter e i suoi amici con i loro buoni
sentimenti, sicuramente quello sfigato era ancora vergine e si conservava per
la donna della sua vita a cui avrebbe giurato eterno amore e con la quale
sarebbe vissuto felice e contento in una casetta di marzapane...
"Questo sono io." Affermò osservando
la sua camera: buia, con le pareti di fredda pietra coperte da pesanti arazzi
cupi,spoglia d’ogni arredo, ad eccezione di uno scaffale in mogano sul quale
erano accuratamente disposti numerosi volumi ‘speciali’ che gli aveva regalato
suo padre.
Da quando Lucius era uscito da Azkaban gli
studenti delle altre Case lo evitavano e i genitori dei suoi compagni di Casa,
per evitare che la gente pensasse che fossero anche solo lontanamente collegati
a dei Mangiamorte, avevano pregato il consiglio di isolarlo (cosa a cui fino
all’ultimo il preside si era opposto): ecco il perché della stanza singola.
Tra le lezioni, i compiti e gli allenamenti, il
tempo sembrava passare velocemente. Quasi senza accorgersene i ragazzi
arrivarono al 21 ottobre, il giorno successivo Harry ed i suoi amici avrebbero
dovuto sostenere un esame di pozioni, e poiché ne erano stati informati solo
poche ore prima avevano deciso di andare in biblioteca e studiare come pazzi
sotto la supervisione di Hermione. Lei che non aspettava altro per mostrare le
sue doti d’insegnante aveva preparato un breve riassunto di come si preparavano
10 delle pozioni più complicate (quindi le più probabili) e tentava di
fargliele imparare a memoria.
I ragazzi dopo tre ore erano praticamente
sdraiati sul tavolo e imploravano pietà, erano certi che se avessero letto
anche solo un’altra volta come preparare il filtro “XxX” sarebbero impazziti.
“Bastaaaa….Sono stanco….” Sbadigliò Harry
stiracchiandosi.
“Va bene, per questo pomeriggio avete studiato
abbastanza.” Disse lei infilando gli appunti nello zaino.
“Sei sicura di stare bene?” chiese Ron
guardandola stupito.
“Perché?”
“Hai appena detto che abbiamo studiati
abbastanza… ti rendi conto?” le spiegò il moretto ridendo.
“Vuoi sovvertire le leggi dell’universo? È come
se vedessi... non so, Malfoy fare l’elemosina ad un babbano…” continuò Ron
alzandosi in piedi.
Lei scosse la testa contrariata e finse
d’offendersi, ma ormai era abituata alle loro battutine, che in fondo,
rispecchiavano la realtà.
”Comunque intendevo basta pozioni. Tirate fuori
Storia della Magia e Divinazione, se non mi sbagli avete altri compiti.” Ed
indicò i libri ancora chiusi che erano sospesi a mezz’aria sopra le loro teste.
“Che palle….”
Madama Prince, lanciò loro un occhiataccia dal
fondo della sala ed indicò il cartello appeso sopra alla sua testa “Si prega di
far silenzio.”
La professoressa Cooman aveva assegnato loro il
compito di eseguire una previsione a lungo termine leggendola negli occhi di
una persona.
“Ma come diavolo si fa, è impossibile! “
esclamò Ginny alzando lo sguardo dal libro che stava leggendo.
“Ma no, basta inventare come al solito…” disse
il fratello srotolando alcuni centimetri di pergamena. ”Allora… tu Harry
durante una partita cadrai dalla scopa e ti romperai una gamba.”
“L’ hai già fatto la settimana scorsa.” Gli
ricordò lui.
“È vero… Lyn, pensa tu a qualcosa, io non più
idee!!”
La ragazza che era seduta in fondo al tavolo,
posò la penna e ci pensò un momento.
“Rincontrerete una persona che non vedete da
molto!” sentenziò distratta, poi riprese a disegnare una cartina per il professore
d’astronomia; Malfoy non l’aveva più tormentata e lei si illudeva che si fosse
arreso.
Il sotterraneo in cui si svolgevano le lezioni
di pozioni quell’anno sembrava meno umido e freddo che in precedenza,anche
grazie all'intervento della nuova professoressa che l’aveva reso più
accogliente (per quanto possibile) mettendo delle tende azzurre, vasi di fiori
freschi e alcuni libri dalle copertine colorate sulla cattedra, cosa che Piton
non gradì affatto.
Durante il compito l’uomo si aggirava per i banchi
avvolto nel suo lungo mantello controllando il contenuto dei calderoni che
bollivano emanando un sottile filo di fumo blu e rosso. L’intruglio che
dovevano preparare aveva lo scopo di far mutare alcuni caratteri fisici, ed era
uno di quelli previsti da Hermione [ e più precisamente la XxX, Ron si
congratulò mentalmente con la ragazza ripromettendosi di comprarle un bel
regalo (Persino Weasley è più ricco di me!! CRY ;^__^; N.d.N)] ; per rendere
più complicato il tutto all’ultimo momento l’insegnante decise di eliminare
alcuni ingredienti che avrebbero dovuto esser sostituiti con altri dalle stesse
doti.
Harry notò che anche Draco si trovava in serie
difficoltà e questo lo rincuorò. La sua pozione bolliva da esattamente 10
minuti, così aggiunse del cardo in polvere, mescolò tre volte in senso orario e
mise una goccia del suo sangue. Spense la fiamma e la versò in una provetta, il
liquido era viola intenso e piuttosto trasparente.
Improvvisamente dal calderone di Tiger uscì una
densa nuvola di fumo giallo che in pochi secondi invase completamente l’aula,
Piton imprecò e con un veloce colpo di bacchetta la fece svanire.
“Imbecille! Immagino tu abbia usato l’aconito e
non la lavanda!” sibilò guardando ciò che restava della pozione.
“Se si usa l’aconito la pozione ha l’effetto
contrario, cioè restituisce l’aspetto normale a chi la usa.” Spiegò Hermione.
“Qualcuno glie l' ha domandato signorina
Granger?” chiese acido l’insegnante. Poi si guardò attorno per controllare che
tutti stessero bene. ”Signorina Smith, lei…”balbettò incredulo osservando la
nebbia che andava diradandosi attorno alla ragazza con un leggero scintillio.
Lyn era come paralizzata e fissava la sua
immagine riflessa nel calderone con occhi sbarrati: i lunghi capelli, che le
ricadevano sul viso e sulle spalle in modo disordinato erano diventati bianchi
come la neve.
Gli studenti si voltarono verso di lei stupiti
soffocando a forza le risate.
“Wow!” esclamò Pansy ironica, ma fu subito
zittita da una gomitata di Ron che le si avvicinò preoccupato.
Lei continuava a fissarsi con aria assente,
iniziò a respirare più velocemente e, con le mani tremanti, tentò di farsi una
coda, ma era troppo agitata. Hermione allora si alzò dal suo posto, si slegò la
treccia e con il proprio elastico annodò i capelli della compagna in un piccolo
chignon. Lyn però non se ne rese conto, con la memoria era tornata alla mattina
in cui si era risvegliata con quei capelli ed ora si trovava a rivivere quella
scena.
°§°§°§°§°§°
…sua mamma stava
dormendo su di una poltrona, lei si uscì dal letto silenziosamente per non
disturbarla. La stanza aveva le pareti azzurre…si avvicinò lentamente allo
specchio, la testa le girava e faticava a camminare…la sua immagine si
rifletteva pallida… si ricordò di ciò che le era accaduto...sapeva che avrebbe
dovuto piangere,ma non ci riusciva...da quel giorno non pianse più.... ma lo
fece sua madre. Sua madre che da quel giorno non osava più guardarla…
°§°§°§°§°§°
Fu riportata alla realtà dal suono della
campanella, si alzò, ribaltando la sedia su qui era seduta ed uscì velocemente
dalla classe seguita da Harry e Ron, correva sotto lo sguardo stupito degli
alunni che si riversavano in quel momento fuori dalla aule. Si precipitò nel
dormitorio e si chiuse in camera, il solo ricordo di quel giorno la
terrorizzava ancora e temeva che gli altri potessero accorgersene.
Appena il respiro le fu tornato regolare aprì
il baule e ne prese una boccetta ,accuratamente nascosta sul fondo, sulla cui
etichetta ,con la calligrafia delicata di sua madre, c’era scritto " XxX due per" . Sperò che gli altri , troppo presi dai suoi capelli, non avessero
notato che anche qualcos’altro era mutato nel suo aspetto. Si diresse in bagno
e vi si chiuse dentro, avvicinandosi al grande specchio, posto proprio sopra il
lavandino, si fissò nuovamente...il volto pallido e scarno, i capelli nivei ed
un corpo troppo magro. Poggiò una mano sulla superficie fredda, come volendo
accertarsi di essere veramente lei quella creatura che tanto somigliava ad un
fantasma.
= Un fantasma con lo sguardo da demone...=pensò
perdendosi nel riflesso dei suoi occhi, che avevano il colore di due
meravigliosi fiori, le Viole e le Rose, che unendosi formavano una nuova
tonalità cupa e inquietante. Un colore che era simbolo di malvagità e di
maledizione... Con una specie di contagocce si versò la pozione prima in uno,
poi nell’altro occhio che tornarono verdi.
Quando Susan ed Hannah la raggiunsero, lei era
tornata tranquilla e impassibile come al solito, era seduta sul letto e
sfogliava distrattamente un diario con lo sguardo perso chissà dove.
“Ci hai fatte preoccupare!” dissero sedendosi
vicino a lei.
“Scusate.” Rispose senza guardarle.
“Senti, se ti vergogni puoi fare la pozione
che…”
“No, ho deciso di tenerli così.”
Anche se, pensarono, alcuni maghi hanno dei
capelli di colori non convenzionali e preferiscono non mostrarli (una cugina di
Susan da un giorno all’altro se li era ritrovati blu) la sua reazione le aveva
stupite, non l’avevano mai vista agitarsi per qualcosa, non aveva detto niente
neppure quando Malfoy l’aveva spinta nel Lago, mentre poco prima...
“Hai ragione, e poi è un colore che ti sta
bene!”
Nella sala comune di Serpeverde quella sera non
si parlava d’altro e Pansy teneva banco offrendo una rappresentazione poco
realistica di ciò che era accaduto.
“Perché poi se l’è presa a quel modo?!” disse
Lucas Tuwder, del quarto anno.
“Non capisci proprio niente di donne, vero?”
gli domandò la sorella. “Per noi ragazze i capelli sono importantissimi!”
spiegò sostenuta dal consenso generale.
Draco seduto su una poltrona vicino al
caminetto ascoltava distrattamente i loro discorsi mentre ripensava compiaciuto
a quello che aveva visto: la ragazza gli era sembrata un piccolo animaletto
impaurito e quell’espressione sul suo volto gli era piaciuta moltissimo, gli
dava più soddisfazione di quella arrabbiata che avrebbe potuto vedere sfottendo
un poveraccio qualsiasi. No, terrorizzare una persona era molto più divertente,
ma come poteva fare ,aveva provato in tutti i modi!...Desiderava rivedere
quell'espressione che non riusciva a togliersi dalla testa...
La
stanza attorno al bel Serpeverde si era svuotata lentamente, e quando fu sicuro
che non ci fosse più nessuno in mezzo ai piedi salì in camera e prese un po’ di
polvere volante da un barattolo che teneva nascosto nel baule, ridiscese e la
gettò nel camino infilandoci la testa.
“Grima, mi serve un favore.” L’uomo dall’altra
parte ricevette le istruzioni e si congedò; essere il figlio di Lucius Malfoy
aveva anche i suoi lati positivi, per prima cosa a Notturn Alley tutti erano
disposti a dargli una mano, ed avere amici anche all’inferno fa sempre comodo,
inoltre i soldi che possedeva non erano da disdegnare.
Quando la mattina successiva la Tassorosso si
presentò a colazione con i lunghi capelli candidi legati in una morbida treccia
gli altri studenti non fecero attendere la loro reazione. Per molti giorni la
ragazza fu bersaglio di commenti e pettegolezzi, dai quali Ron ed i suoi amici
tentavano di difenderla in ogni modo; anche se, a quanto sembrava, la cosa non
la scalfiva minimamente.
Pian piano anche i più risoluti, tra i quali
logicamente Malfoy, si arresero e non ci badarono più.
;__
; COMMENTATE PLEASE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!