Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    24/11/2016    1 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 8 – Domande




«Assaggiane un pezzettino. Dai, dai, dai!» trilla Katherine esaltata.


Pitch sospira stremato. La voce della bambina è come un trapano a percussione nel proprio cervello già malandato di suo. Se solo stesse in silenzio per un po’, solo un poco, come renderebbe tutto più piacevole


Non è affatto avvezzo ad ascoltare le chiacchiere dei bambini. Sono così rumorosi, raggiungono picchi sonori mai sentiti prima, e lui ha vissuto troppo a lungo in un silenzio di tomba. Inoltre, prima di ciò, il suo massimo diletto era far loro visita di notte, per seminare un po’ di sano terrore. Ma a parte qualche strillo agghiacciato, non ci si è mai veramente soffermato, non lo ha mai ritenuto necessario ai propri scopi. Ora invece è costretto, per cause di forza maggiore, a sorbirsi la compagnia affatto richiesta di una di loro. E la cosa peggiore è che, ha il malsano sospetto, questa in particolare sia una delle meno piantagrane e rumorose della sua specie. Di tanto in tanto si sofferma a osservarne il comportamento e, non senza una certa sorpresa, si rende conto che in qualche modo Katherine sa essere rispettosa dei bisogni del prossimo e molto empatica.


«Pitch».


«Mh?».


«Posso chiederti una cosa?».


Dal tono che ha usato la bambina, Pitch può facilmente intuire che sarà una di quelle domande scomode e complicate che solo i bambini riescono a porre senza remore. Sospira di nuovo, affranto e arreso all’inevitabile.


«Se proprio lo ritieni necessario» borbotta senza un grammo di convinzione.


Katherine abbozza un sorriso che sa di incoraggiamento, poi prende fiato. Sarà una cosa lunga e tediosa? Pitch inizia seriamente a preoccuparsi.


«Perché stai qui?».


Lui sbatte le palpebre un paio di volte, perplesso. Lei intuisce di non essere stata troppo chiara, così ci riprova.


«Nel senso… Hai detto che non hai la casa…» nota che Pitch sta per ribattere, così si affretta a mettere le mani avanti e a proseguire velocemente. «Per ora! Non hai la casa, per ora» precisa. «Così, pensavo… Perché non sei a cercare una casa nuova o… non so, qualcosa del genere?».


«È troppo presto» ribatte piccato.


«Troppo presto per cosa?» indaga incuriosita.


«È una storia lunga. E no, non intendo raccontartela, nel caso te lo stessi chiedendo».


Il sorriso di Katherine si affievolisce un po’, ma lungi dal perdersi d’animo parte immediatamente al contrattacco.


«Quindi aspetti qui? E cosa aspetti? È qualcuno? O è qualcosa? O…».


Pitch sbuffa con forza, travolto da quell’irritante terzo grado.


«Non sto aspettando proprio nessuno! Non… Ho provato ad andarmene» ammette, nonostante sia davvero l’ultima cosa che desidera. «Ma non ci sono riuscito» soffia irritato e in parte demoralizzato al ricordo del recente insuccesso.


«Oh… È perché non stai bene?» chiede Katherine con tono gentile e comprensivo.


Lui si limita ad annuire riluttante e spera sia finita lì, ma è una ben misera speranza la sua.


«Sono sicura che se mangi un po’ di cioccolato dopo stai meglio. Prova. Oh, ti prego, solo uno» lo incoraggia lei.


Le insistenze estenuanti di quel soldo di cacio, sommate alle recenti traversie, non aiutano di certo a farlo rilassare, tutt’altro. Così, dopo aver cercato di incenerirla (inutilmente) con uno sguardo al cianuro, espira lentamente e si lascia cautamente scivolare al suolo (tanto non avrebbe comunque retto ancora a lungo, incaponendosi nel voler rimanere in piedi).


Lei, prevedibilmente, gli si fa più vicina e gli offre un sorriso incoraggiante. Così Pitch allunga esitante una mano, afferra fra due dita un piccolo quadretto di cioccolato al latte e, dopo un’ultima e sospettosa annusatina, lo cattura fra le labbra livide e lo fa scivolare dolcemente sulla lingua. Un minuscolo, soffice mugolio fa vibrare la sua gola e, registrando in ritardo quel suono indesiderato, le sue guance si colorano appena di un tenue violetto.


Oh, ma Katherine è una bambina attenta e scrupolosa, che sa come osservare il mondo intorno. E Katherine ha sentito e ha visto molto più di quanto le serva per caricarsi di nuova speranza. Quello, pensa fra sé, non è che l’inizio.



Questa è la vera natura della casa: il luogo della pace; il rifugio, non soltanto da ogni torto, ma anche da ogni paura, dubbio e discordia.” (John Ruskin)


* * * * * * * * * * * * * *

Il cioccolato è materia viva, ha il suo linguaggio interiore. Solo quando si sente oggetto di intima attenzione, e solo allora, esso cessa di ammaliar la gola e si mette a dialogare con i sensi.” (Alexander Von Humboldt)






  
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