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Autore: Phoenix rouge    26/11/2016    2 recensioni
Nereus è un orfano di Glasgow cresciuto in un monastero. A diciotto anni decide di partire per stabilirsi altrove, finché non capiterà in una valle molto magica e particolare...
"Buonasera, Hagrid. Chi è il giovane uomo che porti con te?"
"Buonasera a te, Fiorenzo. Lui è Nereus, il mio aiutante... o, come dite voi centauri, il mio apprendista."
ATTENZIONE: STORIA INTERROTTA
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Rubeus Hagrid
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà di J. K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap. 3: Colloquio di lavoro e giro turistico

"Ecco la tua sorpresa!"
Il gridolino estasiato che Pomona Sprite emise dopo aver pronunciato queste parole fece voltare tutto il tavolo e procurò a Piton un istantaneo mal di testa, ma nessuno sembrò curarsi della sua smorfia di fastidio. A dire il vero, nessuno si curava mai molto di Piton in generale. Nereus posò il suo calice davanti al suo piatto e prese il libro che la donna gli porgeva con trepidazione. Quasi lo lasciò cadere: era almeno pesante il doppio rispetto al giorno prima. La professoressa non riuscì a resistere e si riprese il volume, sfogliandolo febbrilmente e parlando entusiasticamente investendo il povero ragazzo con un fiume di parole sovreccitate:
"Oh sono certa che ti piacerà! Ecco vedi qui dove tu avevi già descritto le piante babbane ho solo aggiunto le proprietà magiche e curiosità e altre cose, va beh, mentre qui nei tuoi preparati ti ho scritto tutte le pozioni che si fanno solo con le piante e invece qui nelle ricette ne avevi davvero poche così ti ho aggiunto tutto questo, ti piace??"
Sbattendo le palpebre stordito il Magonò arpionò il suo libro e se lo strinse affettuosamente al petto, sorridendo incerto e ripromettendosi di controllare cosa davvero coltivasse la professoressa di Erbologia nelle sue serre. Minerva e Severus stavano ancora cercando di nascondere le risate nelle tazze di caffè, mentre il preside e Hagrid non si fecero problemi: quest'ultimo lo mandò con la faccia nel porridge con una pacca scherzosa sulla spalla, ma ci si stava abituando.

**********************

"Entra Nereus, entra pure!" disse la voce del preside da dietro la porta.
Che razza di parola d'ordine è Zuccotti di zucca? Perché qui tutti amano così tanto le zucche?
Questi pensieri vennero subito soffiati via dalla sua mente (compreso il gusto orrendo del Succo di zucca assaggiato quella mattina) quando il ragazzo vide l'ufficio di Silente. Situato in una torre, era ovviamente di forma circolare e su tre livelli, due per l'ufficio (in modo da tenere sopraelevata la scrivania) e uno per gli alloggi personali. Appesi alle pareti tutti i ritratti dei presidi di Hogwarts lo guardavano con aperta curiosità. Il luogo era pieno di strumenti magici, argentati e sbuffanti, disposti in ordine su mensole e tavoli. Nereus riconobbe un pensatoio e una spada medioevale conservata in una teca. Sopra ad una mensola in fondo alla stanza si trovava un vecchio cappello, completamente fuori luogo in quell'ufficio, e una meravigliosa fenice nel pieno della sua vita si stava facendo accarezzare da Silente appollaiata sul suo bracciolo. Quando lo vide entrare e guardarsi attorno a bocca aperta, volò trillando verso di lui, gli girò attorno un paio di volte e poi si posò sul suo trespolo.
"Fanny." commentò il vecchio preside.
Sorridendo, senza riuscire a chiudere la bocca, dalle sue labbra uscì solo un suono meravigliato. Poi, cercando di apparire professionale, si sedette sulla comoda sedia di fronte alla scrivania. Accettò la tazza di tisana calmante che da anni Albus spacciava come the verde senza commentare.
"Allora, ti trovi bene con Hagrid finora?" chiese affabile l'uomo, cominciando il colloquio di lavoro e mettendosi in bocca una caramellina al limone.
"Oh sì, lavoriamo bene insieme... beh, per quanto ho potuto vedere finora..." sorrise, imbarazzato "cucina abbastanza... cioè, non proprio benissimo, quindi penso che di quello mi occuperò io. Delle pulizie ci pensa lui, ha detto... qualcosa come 'una passata d'ombrello e vedi come la casa risplende' " Silente sorrise paterno alzando gli occhi al cielo "poi beh... è simpatico, di compagnia, adora il suo lavoro e gli piace cantare con me ora che ha scoperto che gli animali producono il doppio se cantiamo mentre ci occupiamo di loro. Penso che diventeremo una bella squadra."
"Bene, ne sono felice. E con gli altri professori come va?"
"Devo ammettere che la professoressa Sprite mi ha spaventato mezz'ora fa... no, non rida preside, è vero! Non ho mai conosciuto nessuno di così esuberante e loquace in vita mia, ma sembra fantastica e non vedo l'ora di lavorare con lei, se vorrà farmi fare qualcosa. Per quanto riguarda Minerva McGranitt, beh... non so come insegni, ma se è così meticolosa anche con gli studenti, sono fortunati e sfortunati allo stesso tempo! E poi parla scozzese, signore, potremo chiacchierare indisturbati senza la paura che qualcuna capisca cosa stiamo dicendo! Mh, a parte lei e credo forse un paio di studenti. Il professor Piton invece... beh lui è un caso a parte."
"Spiegati, ragazzo..." chiese leggermente corrucciato Silente.
"Non mi fraintenda, professore, non è inteso in modo negativo. Vede... sono sempre stato abituato a confrontarmi con persone molto colte e intelligenti fin dalla prima infanzia e quando incontro una mente particolarmente brillante come quella del professor Piton non posso fare a meno di andare in brodo di giuggiole. Inoltre è un maestro del sarcasmo ed è straordinariamente caustico, il che è un altro punto a suo favore poiché sono i miei tipi di ironia preferiti. Per quanto riguarda il suo passato, a me non importa. Il passato è passato e non si può cambiare."
Il sorriso di Silente e il brillio nei suoi occhi lo rassicurarono: la verità è sempre la cosa migliore da dire.
"Passando ad argomenti più seri, dimmi cosa ti hanno insegnato a Glasgow."
"Okay, ehm... tre lingue, lette, parlate e scritte con relativa letteratura, ma questo lo sapeva già... letteratura greca e miti, ma scritti in latino...so coltivare tutte le piante descritte qui, comprese quelle magiche grazie a voi... so allevare bovini, maiali, pecore, capre e tutti i tipi di pollame. Con gli animali selvatici non ho esperienza perché, fortunatamente, allevavamo abbastanza bestiame da non dover cacciare. Poi so un po' filosofia, la storia e la geografia inglesi, un pochino di scienze e la matematica fino alle equazioni di secondo grado... oh, e anche un po' di storia dell'arte!"
Il sorriso ammirato del preside fu sostituito da una scintilla di preoccupazione quando gli comunicò che, per lavorare nella Foresta Proibita, sarebbe dovuto essere in grado di difendersi egregiamente anche senza magia.
"Non si preoccupi, so usare fionda, cerbottana e arco molto bene... cioè, credo. Prima di andare via ho fatto un'ultima prova nel bosco e Giorgio ha legato dei bersagli di 2 cm sulle schiene degli scoiattoli in modo che potessero scappare sugli alberi senza essere uccisi se li avessi colpiti. Li ho centrati tutti con tutte e tre le armi, secondo lei è sufficiente? Correvano davvero molto ed era difficile prendere la mira in corsa..." disse il ragazzo, improvvisamente insicuro.
Dopotutto lì c'era gente che in quattro e quattr'otto, bibidi bobidi bu, trasforma una capanna in una baita grande il triplo. Molto probabilmente quello che sapeva fare non era abbastanza. Si sarebbe allenato di più, decise.
"E'... è stupefacente questo, Nereus, persino per un mago."
La risposta di Silente lo stupì a tal punto che non riuscì a rispondere. Comunque, notò, le sue emozioni erano tenute a freno dalla tisana calmante.
"E' abbastanza frequente invece che, nei Maghinò, i geni magici si manifestino comunque, ma per altre strade. Nel tuo caso, la tua straordinaria memoria e la tua mira infallibile sono dovuti a dei geni magici molto forti. La tua famiglia natale dev'essere stata molto potente."
Nereus s'incupì e sibilò : "La mia famiglia è Frate Giorgio di Glasgow e tutto il convento. Non voglio sapere nulla di gente che mi ha abbandonato solo perché non ero all'altezza delle aspettative."
Il preside si rabbuiò a sua volta e annuì. Poi riprese a parlare, cercando di sciogliere la tensione creatasi nella stanza.
"Bene, allora... Allora ti farò avere le armi a cui sei abituato. Adesso devo farti una domanda molto personale, Nereus. Devi sapere... anzi sai già, cosa sono i Thestral..."
"Sì, signore, posso vederli. Ho visto... morire... la mamma di Leo. L-Leandros Desdemoni, intendo. Di parto. E' arrivata un giorno con questo pancino piccolo da noi, dicendo che non aveva una casa e chiedendo pietà. Ovviamente l'abbiamo accolta. Io al tempo ero uno dei più piccoli e lei giocava sempre con noi, con me e Matt, anche quando la pancia si era fatta tanto grande che stava sempre seduta. Poi un giorno stava andando nell'orto... a prendere un po' d'aria penso... ed è caduta dalle scale... continuava a perdere sangue e urlava di salvare almeno il bambino... poi ha comiciato a spingere... ormai era tempo, un paio di giorni e il bambino sarebbe nato... e quando ho afferrato Leo per tirarlo fuori... ho fatto giusto in tempo a mostrarglielo che è morta. Avevo otto anni e avevo appena visto..."
Nereus scoppiò a piangere come non gli accadeva da tempo. Non si era mai sfogato così con nessuno a parte con suo pa... Giorgio, e non capiva perché avesse raccontato tutta la storia all'uomo che ora lo teneva stretto. Ma si era sentito meglio, si era sfogato... e Silente doveva essere abituato a crisi isteriche adolescenziali da secoli.
"Tu non dovevi essere lì, Nereus. Perché eri lì?"
"Era un'emergenza signore, c'eravamo solo noi piccoli e Frate Jacob, gli altri erano da qualche parte a Londra per non mi ricordo cosa, ma era a Westminster... Matt era corso a prendere gli asciugamani e Jacob cercava di tamponare le ferite, sopratutto quelle alla testa... Ma non ce l'abbiamo fatta. Gli abbiamo dato il cognome della madre e il nome che lei avrebbe voluto se fosse stato maschio... ispirandosi al mio..."
"Va bene ragazzo mio, ora calmati... su, asciuga le lacrime, bravo. Vuoi un'altra tisana?" sussurrò paterno Silente.
Nereus annuì e si ritrovò presto con un'altra tazza bollente fra le mani, tirando un pochino su con il naso. Dopo una decina di minuti si era finalmente calmato e il colloquio poteva concludersi.
"Ascolta cos'ho pensato: per 160 galeoni al mese (sono circa 800 sterline) aiuterai Hagrid quando vorrà e se il professor Kettleburn... Cura delle Creature Magiche, lo incontrerai, e la professoressa Sprite avessero bisogno di te, puoi andare ad aiutarli. E anche il professor Piton, direi... dato che ci vai così d'accordo. Ma il tuo compito primario sarà quello di aiutare Hagrid, d'accordo?"
"Signore, 800 sterline al mese? Scherza?" Mio Dio, era una cifra esagerata. Non dimentichiamoci che lui faceva tutto questo perché gli piaceva, non per un tornaconto. Santo cielo, avrebbe anche lavorato gratis!
"Dopotutto Hagrid prende 200 galeoni, che sono 1.000 sterline, ma se pensi che sia poco potrei..."
"Poco? Ma signore, è troppo!"
"Troppo? Ragazzo mio, dai Babbani 800 sterline è praticamente fare la fame!"
"Signore si ricordi che sono cresciuto con i monaci francescani, non ho bisogno di tutti questi soldi..."

**********************

Venti minuti dopo Nereus uscì da dietro al gargoyle con il suo contratto firmato e controfirmato in tasca e la promessa di 160 galeoni al mese sul suo nuovissimo conto alla Gringott. E' la prima e ultima volta che provo a ragionare con lui. Mentre pensava questo, incontrò un gatto per il corridoio del primo piano. Subito non ci fece caso, ma quando questo si mise a strusciarglisi sulle gambe dovette fermarsi per forza. Mentre la gatta (a tre colori sono quasi sempre femmine, ricordò) faceva l'otto fra le sue ginocchia, lui la prese per la collottola e la sollevò fino al suo viso. Non era una bella gatta, ma nemmeno brutta.
"E tu di chi sei, micina?" tubò il ragazzo.
L'animale in risposta fece le fusa.
"METTI GIU' LE TUE ZAMPACCE DALLA MIA MRS. PURR!" urlò un uomo abbastanza orrendo sulla sessantina, zoppicando per un'anca danneggiata.
Il giovane posò delicatamente la gatta a terra che subito corse in circolo fra lui e il suo padrone, come se stesse invitando quest'ultimo ad avvicinarsi. Quando fu arrivato abbastanza vicino da vederlo in faccia, sorrise. Nereus puntò gli occhi su Mrs. Purr (ma che nomi danno a questi poveri animali??) per non dover ancora vedere quella smorfia sofferente.
"Tu sei il Magonò che hanno salvato dal Lago Nero! Sei Della Rovere! Piacere, io sono Argus Gazza e lei è Mrs. Purr."
Non doveva essere molto sveglio, pensò, sorridendogli cortesemente.
"Anche io sono un Magonò. Cioè, in realtà no. La magia ce l'ho, solo che quei dannati ragazzini ne usano troppa e me la rubano." sussurrò rabbioso nell'orecchio del povero ragazzo.
Finalmente Nereus si ricordò della frase di Hagrid e capì che lui era il Custode del castello. Così gli chiese di fargli vedere l'edificio. Lui sembrò estasiato dalla proposta e disse che si sarebbero incontrati davanti all'ingresso dopo pranzo. "Ci vorrà un po'", disse.
Infatti ci volle tutto il pomeriggio e anche parte del dopocena. I sotterranei erano enormi, ma non si persero. Argus gli fece vedere le cucine, tutte le Sale Comuni, la Sala dei Trofei, le aule e le sedi dei vari gruppi scolastici (Club di Scacchi, Club di Gobbiglie, Club di Duello, Club del Libro, il coro e tutti i vari gruppi di studio creati autonomamente dagli studenti) e tutte le torri. Adesso sapeva esattamente quante aule vuote ci fossero a Hogwarts (ben venticinque) e si chiese che cosa mai poteva farsene di un'informazione del genere.
Nel suo letto, prima di addormentarsi, Nereus riflettè sul Custode. Non era cattivo, solo estremamente rancoroso e paranoico. Sperò che non fosse troppo severo con gli studenti, ma non ne dubitava. Battè un colpo sul muro che divideva le due stanze per augurare la buonanotte ad Hagrid, ma poi si ricordò che era insonorizzato. Si alzò e andò a bussare alla porta del suo amico. Non sentendo risposta, la aprì un po', ma la scoprì vuota. Dove diamine era finito Rubeus?
Sul tavolo trovò una nota che diceva:

Ner,
sono a Hogsmeade a bere qualcosa. Non aspettarmi alzato, che domani dobbiamo andare a Diagon Alley a fare spese per te.
Ordini del preside.
Buonanotte

La lettera finiva con un disegnino illeggibile che a Nereus sembrò la firma di Hagrid, ma non indagò oltre, era troppo stanco. Filò a letto, soffiò sulla candela e crollò tra le coltri.

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Ringrazio Elfosnape per aver inserito questa storia nelle seguite. Mi farebbe piacere se lasciaste un commento per aiutarmi a migliorare, ma ovviamente, se non vi va non vi obbligo. Al prossimo aggiornamento!
   
 
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