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Autore: Grimilde Deveraux    29/11/2016    4 recensioni
INTERATTIVA - ISCRIZIONI APERTE SEMPRE
Cosa accade quando si mettono insieme le menti più pericolose e perverse del mondo magico e le si lascia rinchiuse per troppo tempo?
Saints Peak è un posto sicuro da cui sembra impossibile fuggire e Paul Dallfort era incaricato di mantenere l'ordine, era perché ora è morto e serve qualcuno che lo rimpiazzi.
Genere: Dark, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
Capitoli:
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7.

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Ho deciso di cominciare questo capitolo con un po' di flashback della vita di alcuni personaggi principali comparsi finora anche perchè poi si entrerà nel vivo della storia e quindi mi serviva questo ultimo piccolo collante per legare il tutto...buona lettura...


Berlino, 1943

Sdraiato a letto sorrise guardando la donna nuda accanto a lui:<< Da quanto sei sveglio? >> lui sorrise e con un dito percorse il profilo della sua guancia:<< Non da molto >> lei sorrise a sua volta:<< Avevi detto che non saresti mai rimasto fino al mattino, che sarebbe pericoloso se ci vedessero insieme >> le baciò le labbra prima di risponderle e perdersi in quegli occhi grigi che lo avevano affascinato fin dal primo momento:<< Non mi importa, tra un paio di settimane tornerò in Inghilterra e tu – allungò una mano accarezzandole la pancia ancora piatta – voi verrete con me, non mi interessa correre il rischio ora, tra poco saremo al sicuro e insieme >> lei sorrise:<< Insieme…che bella parola mein Herr >> << Non chiamarmi così >> e per un attimo i suoi begli occhi blu si scurirono:<< Non è…mein Liebe non… >> con un sorriso le accarezzò una guancia baciandole le labbra:<< Ecco, così va meglio my love >> passarono accoccolati tra le coperte ancora qualche minuto quando un bussare alla porta interruppe la loro bolla di paradiso:<< Chi è? Aspettavi qualcuno? >> le domandò alzandosi ed infilandosi i pantaloni mentre lei si metteva la vestaglia:<< No, nessuno >> << Aspetta >> e prendendo la bacchetta che aveva appoggiato sul comodino si avvicinò alla porta d’ingresso:<< Stai indietro >> << Ma… >> lui si portò un dito alle labbra facendole segno di tacere mentre i colpi si facevano più forti:<< Polizia, Sarah Eisenheim apra! >> girò gli occhi guardando quelli di Sarah colmi di paura, allungò una mano per stringere quella di lei, non poteva parlare o li avrebbero sentiti ma voleva farle sapere che per qualsiasi cosa lui le sarebbe stato vicino, che sarebbe andato tutto bene…in fondo era anche colpa sua se erano in quel guaio ora.

 

<< Sarah! Sarah! >> e mentre due soldati lo tenevano fermo la sola cosa che poté fare fu di restare a guardare il resto del plotone prendeva la mira:<< Sarah! >> avrebbe urlato fino a farsi scoppiare i polmoni, non gli interessava cosa sarebbe successo, avrebbe preferito morire con lei piuttosto che restare a guardare mentre quei bastardi prendevano la mira:<< Mirare >> i suoi occhi cercarono quelli di Sarah pieni di lacrime, la sua bella bocca che per così tante notti lo aveva baciato chiusa in una linea dritta, non si sarebbe chinata e lui lo sapeva, non avrebbe abbassato la testa nemmeno davanti alla morte:<< Puntare >> << Sarah! >> il soldato alla sua destra gli tirò una gomitata allo stomaco facendolo piegare in ginocchio:<< Fuoco >> il rumore degli spari gli rimbombò nelle orecchie mentre vedeva quel piccolo fragile corpo piegarsi sotto i colpi dei proiettili, era come se quei proiettili stessero colpendo lui, dio lo avrebbe preferito, avrebbe dato la vita per salvare lei e il bambino, avrebbe dato qualsiasi cosa per non vederla morire impotente, Sarah era tutta la sua vita e mentre guardava i soldati che slegavano il corpo pensò solamente ad una cosa: qualcuno l'avrebbe pagata.

 

Belfast, dicembre 1940

<< Buon Natale sweetie >> e abbracciandola da dietro Caleb poggiò la testa sulla sua spalla:<< E buon natale anche a te honey >> e allungò una mano per accarezzare il viso di Madeline che Amelia teneva in braccio e che si stava agitando per raggiungere lui:<< Comincio ad essere gelosa sai? >> gli ricordò sua moglie quando lui prese la piccola tra le braccia…sua moglie…sorrise ricordando quel pomeriggio di metà settembre in una piccola chiesetta poco fuori Dublino dove, accompagnati solo da un prete e dalla piccola Madeline aveva messo la fede al dito di quella magnifica giovane donna.

 

<< E con i poteri conferitimi da dio io vi dichiaro marito e moglie, può baciare la sposa >> prima di arrivare alle labbra di Amelia aveva dovuto baciare Maddie visto che nel giro di pochi mesi la piccola si era incredibilmente affezionata a lui ma poi finalmente aveva avuto di nuovo quelle labbra sulle sue e il mondo aveva ripreso a girare nel verso giusto.

 

<< A che pensi? >> e una carezza di Amelia sul suo braccio lo fece tornare al piccolo cottage che avevano preso in affitto:<< Stavo pensando al nostro matrimonio, a quando mi hai detto la verità su Maddie, su Patrick, su quello che… >> Amelia si sollevò in punta di piedi per raggiungere le sue labbra con un bacio:<< È acqua passata, adesso ci siamo solo noi, io, te e Maddie >> guardando la bambina Caleb le sorrise sfiorandole una guancia con un dito:<< Madeline Patricia Haytham >> sussurrò quel nome quasi fosse un sacrilegio pronunciato dalle sue labbra ma Amelia lo abbracciò con un sorriso:<< Sei tu suo padre ora >> gli ricordò dolce:<< Amee…sweetie io non so se… >> lei lo baciò di nuovo:<< Madeline Patricia Ascott non suona male >> poi prendendo la piccola tra le braccia e mettendola nel suo box aggiunse tornando a guardarlo:<< E nemmeno Amelia Ascott se posso dirlo >> Caleb sorrise ringraziando il cielo di aver trovato quella donna sul suo cammino:<< Ti amo, lo sai vero? Ti amo più di qualsiasi cosa al mondo >> poi avvicinandola a sé chinò la testa per baciarla mentre le sue mani correvano a sbottonarle la camicia.

<< Vuoi fare sul serio Auror? >> e facendo scorrere le mani sui propri fianchi Amelia lo guardò ammiccando mentre infilava le dita nell’elastico della gonna facendola scivolare a terra:<< Vuoi giocare con me sweetie? >> Amelia sorrise lasciandosi cadere sul letto sopra di lui:<< Dio mio ti prego sì! >> << Ai suoi ordini my lady! >> e ribaltando le loro posizioni Caleb si tolse in fretta i vestiti cominciando a baciarla mentre con le mani stringeva quelle di lei:<< Ti amo Amee, ti amo così tanto >> era folle continuare a ripeterlo a quel modo ma era l’unica cosa a cui riusciva a pensare era che quella magnifica donna era sua e che l’avrebbe protetta anche a costo della vita…fece per tornare a baciarla quando si accorse degli occhi di lei che guardavano le loro bacchette entrambe appoggiate sul comodino:<< Cosa c’è? >> le domandò poi dubbioso:<< L’incantesimo di protezione >> << Amee… >> gli occhi di lei si fecero tristi:<< Non voglio un figlio Caleb, non ora >> una piccola fitta al cuore lo fece bloccare per un istante:<< Non dico che non ne voglio >> poi prendendogli il viso tra le mani fece per tirarlo verso di sé:<< Dio solo sa quanto vorrei un bambino nostro ma siamo fuggitivi e già con Maddie è… >> la baciò con un sorriso anche se dentro si sentiva morire:<< Va tutto bene sweetheart, va tutto bene >> poi rotolando sulla schiena e tirandola con sé le sorrise:<< Hai ragione, non ho pensato alle conseguenze e tu hai ragione >> Amelia gli accarezzò il viso:<< Caleb non odiarmi >> << Non potrei odiarti nemmeno se da questo dipendesse la mia vita darling, non potrei mai odiare l’amore della mia vita>>

 

Saints Peak, gennaio 1944

Era arrivato in quel buco sperduto da nemmeno ventiquattr’ore e già si sentiva soffocare, una prigione di lusso eh…piena di criminali, assassini e truffatori? Oh andiamo se quelli erano i peggiori rifiuti del mondo magico allora il mondo magico faceva davvero pena!

<< Conosco quella faccia, ce l’avevo anch’io quando sono arrivata qui >> alzando gli occhi sul più bel paio di occhi acquamarina che avesse mai incontrato in vita sua e, dopo la sua lunga permanenza in Germania, ne aveva viste parecchie di bionde dagli occhi di ghiaccio:<< Da quando gli angeli stanno all’inferno? >> domandò con un sorriso avvicinandosi a quello che doveva essere il pub del paese, la ragazza davanti a lui alzò la bottiglia di burrobirra che teneva in mano:<< Battuta scadente anche per uno come te Will Cotton >> sentendo il proprio nome lui rimase immobile:<< Chi sei? Come sai… >> lei sorrise di nuovo e Will pensò che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vedere di nuovo quel sorriso:<< Vivienne Dallfort, eri nell’ufficio di mio padre ieri pomeriggio >> William rimase immobile per un attimo:<< La figlia del sorvegliante >> mormorò poi quasi gli avessero appena detto che la terra era piatta e Vivienne sorrise di nuovo a quelle parole:<< Esatto genio >> poi sollevando la bottiglia in un brindisi immaginario aggiunse:<< Il mio benvenuto all’inferno Cotton, buona permanenza >> e lasciandolo lì immobile come un cretino si allontanò per la via principale mentre la sua lunga treccia bionda riluceva alla luce dei lampioni.

 

<< Dimmi una cosa Will…che cosa hai fatto di così terribile per finire qui? >> guardando Vivienne con un sorriso le passò una mano nei capelli:<< Forse avresti dovuto chiedermelo prima di finire in questo letto con me non credi Vivi? >> la ragazza sorrise furba baciandogli una spalla dove c’era una piccola ferita che si era fatto durante il suo atterraggio di fortuna vicino Berlino:<< Non ho mai detto che cambierò opinione su di te Cotton, sono solo curiosa >> Will si stese sul letto guardando il soffitto e mettendosi le braccia dietro la testa:<< Ho fatto cose di cui non vado fiero Vivienne, ho fatto quello che dovevo fare per restare vivo ma non sono fiero di ciò che ho fatto >> lei gli passò una mano sul petto giocando con le linee dei suoi addominali:<< Tutti qui hanno fatto cose di cui non vanno fieri, non significa che dobbiamo basare la nostra vita su questo >> voltando la testa verso di lei le sorrise, quella ragazza aveva la capacità di farlo sentire un uomo migliore, di vedere il buono che nemmeno lui riusciva a vedere dentro di sé:<< Sposami >> la parola gli uscì dalle labbra prima ancora che potesse finire di pensarla:<< Cosa? >> e lei lo guardò come se fosse pazzo mettendosi seduta:<< Sposami Vivi >> le ripeté mettendosi seduto accanto a lei:<< Ma se ci conosciamo da… >> il sorriso di Will la mandò in confusione:<< Sei mesi, sei giorni o sei anni che cosa cambia? So quello che voglio e quello che voglio sei tu >> << Will non è così… >> << Sposami >> le ripeté instancabile per poi aggiungere con una piccola risata:<< Posso continuare tutta la notte sai >> scuotendo il capo e ridendo lei annuì:<< Sì >> borbottò poi a mezza voce:<< Cosa? >> aveva sentito benissimo ma voleva prenderla in giro:<< Sì, d’accordo? Sì! Ti sposo! >> le prese il viso con le mani baciandola:<< Ti amo Vivi, ti amo >>

 

Saints Peak, 1950

Ci aveva messo sette anni, sette lunghi anni ma ne era valsa la pena.

Guardando l’uomo responsabile delle sue disgrazie mentre passeggiava con sua moglie, una bambina affianco e un bambino tra le braccia cercò di tenere a freno la rabbia, doveva essere paziente, doveva aspettare e agire con calma, non avrebbe risolto niente seguendo la rabbia e l’impulso e cinque anni di spionaggio dietro le fila nemiche glielo avevano ampiamente dimostrato; lanciando un’ultima occhiata alla moglie del suo bersaglio e vedendo come lui la guardava nella sua mente si fece largo un progetto: ci sarebbe voluto tempo ma aveva appena trovato il punto debole del suo nemico, sorrise maligno guardando il cielo e il sole di quel tardo pomeriggio di giugno pensando a quanto quel posto sarebbe piaciuto a Sarah.

 

Presente

<< Signor Cotton, a cosa devo il piacere? >> << David ha preso l’influenza dottor Wolf e ho bisogno che venga a visitarlo prima che la prenda anche Emma, senza contare che con Vivienne incinta non vorrei rischiare di… >> Ben sorrise:<< Sì, in effetti una banale influenza nelle sue condizioni potrebbe essere un problema >> e alzandosi dalla sua poltrona Benjamin si avvicinò all’uomo:<< Ho alcune visite da fare ora, le va bene se passo nel pomeriggio? Magari verso le 16 >> Will annuì:<< Sì, certamente…grazie >> poi stringendo la mano all’uomo fece per uscire quando i suoi occhi caddero su uno degli attestati che il medimago teneva appesi alla parete:<< Germania? >> domandò poi perplesso leggendo il nome del prestigioso ospedale magico che sorgeva a Berlino:<< Sì, ho fatto un tirocinio lì durante la guerra >> replicò Ben piatto:<< Capisco, io vorrei poter dimenticare quegli anni, terribili >> Ben annuì:<< Sì, ho una vaga idea signor Cotton >> poi sfoderando il suo miglior sorriso cordiale aggiunse:<< Ci vediamo oggi pomeriggio >> << Ci sarà Vivi in casa, io ho un paio di commissioni da sbrigare >> << Va bene, avvisi sua moglie allora >> e continuando a sorridere Ben lo accompagnò alla porta chiudendosela alle spalle.

Rimasto solo si appoggiò al legno della porta per prendere fiato tirando fuori dal collo un piccolo medaglione con all’interno una fotografia e un’incisione su un lato: Ich liebe dich, mein Herr << Manca poco Sarah, manca ancora poco >> sussurrò poi con una lacrima silenziosa che gli scendeva sul viso.

 

<< Buongiorno raggio di sole >> e con la sua solita risatina ironica Theo accarezzò il viso di Okami facendo girare e borbottare il suo compagno:<< Che diavolo vuoi Theo? >> il ragazzo sorrise:<< È così che si ripaga colui che ti porta la colazione? >> Okami aprì un occhio guardando il vassoio poggiato sul comodino e che straripava di alcuni dei suoi cibi preferiti:<< A cosa devo? Non abbiamo nulla da festeggiare >> Theo sbuffò facendo muovere il ciuffo di capelli che in quel momento gli ricadeva davanti agli occhi: certo che Okami quando voleva sapeva davvero rovinare le sorprese:<< Non abbiamo niente da festeggiare ma devi mangiare, dobbiamo restare qui quindi non vedo perché non approfittare della cosa e… >> << Se vuoi approfittare della cosa trova un modo per andarcene da qui allora >> e afferrando le lenzuola con una mano il giapponese si voltò dall’altra parte mentre Theo scuoteva il capo rimettendosi in piedi, sarebbe stata una giornata molto lunga…poi dando un’occhiata alle spalle quasi immobili dell’altro un sorriso gli si aprì sulle labbra, forse aveva un modo per migliorare quel giorno.

<< Che cavolo fai? >> e Okami fece per girarsi di scatto quando sentì il corpo di Theo che si sdraiava accanto a lui:<< A te cosa sembra che stia facendo? >> gli rispose allungando poi una mano per accarezzare il petto dell’altro:<< Non ho voglia di… >> Theo rise piano:<< Ti devo convincere Okami Kikuchi? >> gli domandò poi mentre come sempre le sue carezze si facevano più spinte e il corpo dell’altro reagiva quasi naturalmente a quelle attenzioni:<< Theo non dobbiamo…abbiamo del… >> ma prima che potesse finire di parlare Okami si trovò con la schiena sul materasso e Theodore sopra di sé:<< Vuoi stare zitto una buona volta o devo pensarci io? >> << Ma…gli esperimenti e… >> Theo sbuffò di nuovo:<< Oh finiscila una buona volta >> e senza andare oltre in quella discussione chinò la testa baciando le labbra dell’altro che dopo un primo istante di esitazione prese a ricambiarlo infilandogli le mani nei capelli e cercando, forse per poco, di dimenticare il macigno che gli pesava nel petto.

 

<< Poi mi spiegherai come mi hai convinto ad uscire >> e con una smorfia, un paio d’ore dopo, Okami guardò Theo che passeggiava affianco a lui con un gran sorriso stampato in faccia:<< Perché volevi startene ancora un po’ a letto per caso? >> gli domandò allusivo:<< Come se non lo volessi anche tu >> replicò l’altro cercando, miseramente stavolta, di fingersi offeso:<< Non ho mai detto che non mi piaccia ma non possiamo sempre vivere in quelle quattro mura, siamo in una città tanto vale visitarla e… >> ma gli occhi di Theo furono attratti da un negozio dalle grandi vetrine dove, chiusi in un recinto incantato, dormivano pacificamente i più svariati animali:<< Ehi guarda… >> Okami storse il naso:<< No, altri cuccioli o roba simile no! Scordatelo caro mio! >> amava Theodore con tutto sé stesso ma poteva convivere con la sua passione per gli animali fino ad un certo punto, gli era bastata l’esperienza con il tuono alato e quella specie di cucciolo iperattivo che Theo si ostinava a chiamare Crup, non voleva ricominciare da capo con quella tiritera!

Fece per aprire bocca quando guardandosi intorno si accorse che Theo si era già avvicinato al negozio e solamente avvicinandosi notò il cartello che il ragazzo stava fissando: CERCASI AIUTANTE, bene forse poteva evitare di riempire casa di bestie…

<< Ci stai pensando vero? >> domandò allora con un piccolo sorrisetto:<< Forse… >> replicò Theo dando un’occhiata ad un’Occamy che sonnecchiava tranquillamente in un angolo:<< Mi hai fatto uscire per poi perderti dietro a… >> << Cinque minuti…non ci metterò molto >> fece per rifilargli una battutina ma vide che l’altro aveva già la mano sulla maniglia:<< Ok, io vado a farmi un giro, ci vediamo a casa quando hai finito >> << Sicuro? >> domandò Theo indeciso se lasciarlo o meno solo:<< Sicuro >> gli rispose tranquillo poi ficcandosi le mani nelle tasche si avviò verso il parco cittadino.

Rimasto solo Theo abbassò la maniglia del negozio ed entrò restando poi immobile davanti alla scena che gli si parò davanti e trattenendo a stento un sorriso:<< Gerald no! Gerald fermo, avanti a cuccia >> e una ragazza dai capelli biondi raccolti in una coda cercò di fare la voce grossa mentre sgridava una grossa e grassa palla di pelo fulvo che stava cercando in tutti i modi di usare una puffola pigmea rosa shocking con pallina:<< Gerald ho detto a cuccia >> poi chinandosi e prendendo il batuffolo di pelo rosa tra le mani la sua voce si fece più dolce:<< Ecco ora è tutto a posto…quel cattivone non ti farà più alcun male va bene? Coraggio torniamo dai tuoi fratellini >> ma quando fece per girarsi incrociò la figura ferma in mezzo al negozio e un piccolo sussulto spaventato le uscì dalle labbra:<< Lei chi è scusi? >> domandò poi appoggiando la puffola sul bancone e cercando la bacchetta che teneva nella tasca dei pantaloni:<< Salve, mi chiamo Theo Dahl, ho visto il cartello e mi chiedevo se… >> Charlotte rimase immobile a guardarlo: nonostante fosse alto quasi quanto Arsen c’era qualcosa di diverso in lui, qualcosa quasi di più umano…ma chiunque era più umano di Hakob e lei lo sapeva bene:<< Non l’ho mai vista in giro >> << Siamo arrivati da poco… >> << Siamo? >> domandò lei dubbiosa:<< Sì, io e mio… - deglutì un attimo prima di finire la frase – fratello siamo stati mandati qui dopo che ci hanno arrestati e… >> Charlie agitò una mano in aria:<< Non mi interessa il come o il perché, mi interessa quello che sa fare: ha mai avuto a che fare con gli animali? >> Theo annuì:<< Sì, ci so fare >> lo sguardo di lei gli disse che si stava ficcando in un guaio:<< Facciamo così allora >> e avvicinandosi Charlie sorrise:<< Domattina venga qui, le darò una giornata di prova, se andrà bene il posto è suo >> << Davvero? >> Charlotte annuì:<< Le sembra che stia scherzando? >> << No signora, assolutamente >> rispose lui calmo, lei fece per aggiungere qualcosa ma il miagolio acuto del gatto e qualche altro verso non ben definito le fecero alzare gli occhi al cielo:<< Anzi facciamo così Theo, la tua prova comincia ora >> poi girandosi verso Gerald sospirò esasperata:<< Sono animali Gerry, non giocattoli, non puoi farlo >> e afferrò il gatto con due mani mentre questo cercava di raggiungere la teca dove lei aveva appena rimesso la puffola.

 

Continuando a camminare costeggiando il fiume intanto Okami aveva raggiunto una piccola boscaglia, era un posto così silenzioso e rilassante, quasi quanto quello dove vivevano lui e Theo prima di…

Si sedette sull’erba sconsolato passandosi le mani nei capelli: era colpa sua tutto quel casino, non avrebbe dovuto coinvolgere Theodore in quella follia ma sapeva bene che senza di lui non avrebbe mai potuto combinare niente, tuttavia era colpa sua e suo era il compito di venirne fuori in un modo o nell’altro; ripensò al breve colloquio avuto con il sorvegliante di quel purgatorio, aveva sentito parlare di Abel Cain e conosceva la sua fama e sapeva di cos’era capace, ma era umano e come tutti aveva dei punti deboli, avrebbe solo dovuto scoprirli, stava per rialzarsi e rimettersi sulla via del ritorno quando qualcosa incastrato in un pruno poco distante catturò la sua attenzione; prese in mano la bacchetta spostando alcuni arbusti e rivelando quello che era a tutti gli effetti un cadavere, il piccolo sorriso che gli passò sul volto poteva essere male interpretato ma in quel momento non gliene fregava niente.

Sì certo non era l’ideale: era un uomo adulto e aveva la gola tagliata ma era pur sempre il meglio che poteva trovare lì quindi se lo sarebbe fatto andare bene.

 

Whitaker Quincey rientrò dal retrobottega della drogheria con le mani cariche di pacchetti, aveva praticamente svuotato la credenza e doveva rifornire il magazzino prima che William Cotton tornasse dalla sua pausa pranzo, avevano dei lavori e delle pozioni da finire prima di sera quindi tanto valeva cominciare e portarsi avanti; poggiò le scatole sul bancone di legno e fece per mettersi al lavoro quando due voci provenienti dalla drogherie attirarono la sua attenzione facendogli drizzare le orecchie:<< Carter…potrebbe entrare qualcuno… >> sentì Hornigold ridere:<< E allora? Che cosa c’è di male in quello che stiamo facendo? >> stavolta fu il turno di sua sorella di ridere:<< Niente ma…mi vergogno Carter >> buttò fuori lei alla fine facendolo ridere di nuovo:<< La mia piccola Dels, che cosa mi avrai mai affatto ammaliatrice >> incapace di stare ancora a sentire e rischiando un attacco di diabete per quanto quel pallone gonfiato sapeva essere stucchevole Whit si schiarì la voce:<< Dely scusa ma… >> poi fingendo di non aver interrotto apposta quei due aggiunse:<< Oh tu permetti vero Hornigold? Sai abbiamo alcune cose da sistemare e… >> Dely lo squadrò nervosa poi si voltò verso Carter:<< Ci vediamo stasera a cena da tua nonna va bene? >> il ragazzo annuì poi le accarezzò una guancia:<< Vengo a prenderti quando finisci il lavoro >> << Posso accompagnarla… >> ma di nuovo Adelyne si voltò guardandolo male:<< Ci vediamo quando ho finito >> Hornigold annuì poi baciando le labbra della fidanzata fece un cenno del capo per salutare anche Whit e uscì.

<< Mi vuoi dire che cos’è che ti disturba tanto? >> e Dely si voltò verso il fratello con le braccia incrociate sul petto e gli occhi che mandavano lampi:<< Che cosa mi disturba? >> le domandò Whit di rimando come se gli avesse appena chiesto la cosa più ovvia del mondo:<< Innanzitutto quello è un dongiovanni, un bell’imbusto che non fa niente per… >>> << È un insegnate Whit, un ottimo insegnante e non è per niente un dongiovanni >> il ragazzo si passò le mani nei capelli:<< E tu come lo sai? State insieme da nemmeno sei mesi, chissà con quante è stato prima di… >> Dely sbuffò:<< Con quante? Siamo a Saints Peak Whit, non a Montecarlo,  con quante pensi che possa essere stato Carter? >> poi sapendo bene che solo in quel modo si sarebbe liberata di lui aggiunse:<< E se proprio lo vuoi sapere non abbiamo ancora fatto nulla >> << E ci mancherebbe, scommetto che avrà fatto pressioni per… >> lei scoppiò a ridere:<< Non hai capito Whit, sono io che ho fatto pressioni e Carter invece ha voluto aspettare >> lui guardò la ragazza che aveva davanti scandalizzato:<< Tu cosa? >> << Whit, Carter è un bravo ragazzo e vorrei che tu lo capissi una buona volta >> lo sapeva, sapeva che Hornigold era davvero un bravo ragazzo e se lui fosse stato un fratello normale avrebbe solo dovuto gioire per la sua sorellina ed essere felice che in quel covo di criminali sua sorella avesse finito per trovare l’unico ragazzo onesto in circolazione, ma purtroppo lui non era un fratello normale e non avrebbe mai gioito per un uomo che gli stava portando via la donna più importante della sua vita!

<< Whit…Whit stai bene? >> e una mano di Dely che gli accarezzava il braccio lo riportò alla realtà:<< Sì, sto bene >> poi girandosi di nuovo verso il retro aggiunse:<< Se vuoi andare a prepararti per la tua cena vai pure, William arriverà tra poco, possiamo cavarcela in due >> << Veramente io… >> << Vai Dely, non c’è problema >> indecisa su cosa fare e con la sensazione che qualcosa tra di loro si fosse spezzato Adelyne annuì prendendo la propria borsa ed avviandosi all’uscita, se Whitaker non la voleva lì lei non avrebbe insistito.

Quando sentì la porta chiudersi preso da un istinto di rabbia Whit chiuse la mano a pugno e colpì la porta di legno con tutta la forza che aveva lasciando un buco e graffiandosi la mano con alcune schegge:<< Al diavolo! >> << Ehi che diavolo succede? Ti lascio da solo per un’ora e tu distruggi il negozio? >> il ragazzo si voltò verso William Cotton, suo primo ufficiale in comando ai tempi della guerra e ora suo buon amico:<< Nulla, ho avuto una discussione con Dely >> Cotton avanzò scuotendo il capo:<< Prima o poi glielo dovrai dire >> Whit lo guardò come se fosse pazzo:<< Sì certo e sai che bella conversazione capo: sai Adelyne la verità è che noi non siamo esattamente fratelli e io sono pazzo di te da sempre, sì proprio una bella conversazione! >> poi sbuffando acido aggiunse:<< Senza contare quel bellimbusto di Hornigold che è sempre tra i piedi >> << Beh non hai molte alternative: o la dimentichi e vai avanti con la tua vita o le dici la verità Quincey, non hai altre scelte >>

 

<< Mamma, papà! Sono a casa >> e con il suo immancabile sorriso sulle labbra Madeline entrò in salotto:<< Mamma…papà? >> e si guardò intorno trovando solamente il vecchio uccello multicolore di sua madre che sonnecchiava e un piccolo uccellino azzurro che svolazzava per la stanza con una lettera nel becco, c’era il suo nome su quella lettera e riconoscendo anche il messaggero sorrise afferrando la pergamena, stava quasi per aprirla quando il campanello di casa suonò:<< Arrivo >> e mettendosi la lettera in tasca si voltò per andare ad aprire sorridendo quando vide chi aveva davanti:<< Ciao signor Murray >> Steven ricambiò il suo sorriso:<< Ciao signorina Ascott >> poi guardando alle spalle di Maddie aggiunse:<< I tuoi? >> lei fece spallucce:<< Al momento non ci sono o almeno… >> << Steven, Maddie >> la voce di suo padre le fece alzare gli occhi al cielo, dio ma perché compariva sempre al momento meno opportuno:<< Signor Ascott >>  << Ciao papà >> << Ciao principessa >> e Caleb fece per darle un bacio tra i capelli ma Madeline si scostò:<< Papà! Non sono una bambina non… >> Caleb alzò le mani in segno di resa:<< Come vuoi honey >> poi infilandosi la giacca aggiunse:<< Devo andare a parlare con Arsen, ti ho lasciato il pranzo sul tavolo, mangia prima che si raffreddi >> << Sì papà >> e Maddie lo guardò con un sorriso ma gli occhi di Caleb erano puntati verso Steven:<< Hai bisogno di qualcosa Steven? >> il ragazzo scosse il capo:<< No, a dire il vero ero passato per… >> << Per i biglietti della lotteria, mamma li ha lasciati a casa e Steve era passato a prenderli per darli a Charlie >> << Capisco, ci vediamo più tardi allora >> e con un mezzo sorriso sulle labbra Caleb si incamminò lungo il vialetto mentre Steven si torceva le mani nervoso:<< Sono morto >> Maddie scosse il capo:<< A me sembra che respiri ancora >> lo prese in giro con dolcezza:<< Smettila, non è divertente, Caleb Ascott non è uno con cui si può scherzare ed è tuo padre >> << So che è mio padre, ma non ti farà niente >> << Questo lo dici tu >> Maddie gli sorrise sorniona facendo gli occhi da cucciolo:<< Cos’è non ti fidi di me signor Murray? >> << Più che di chiunque altro, ma di lui ho paura >> Madeline rise poi girandosi per rientrare in casa aggiunse:<< Dai vieni dentro un secondo >> e guardandolo da sopra la spalla gli chiese:<< Che cosa sei venuto a fare davvero? >> << Volevo invitarti fuori, stasera dopo cena >> << Oh >> e lei si bloccò ricordando che dal loro appuntamento saltato e da quando erano stati sorpresi da Vivienne in negozio non avevano più sollevato quell’argomento ma Steve era un uomo e la amava, era normale che ci pensasse e che volesse…:<< Steve vuoi davvero? Cioè vuoi ancora… >> lui annuì, dio se non avesse avuto il timore di veder spuntare di nuovo Caleb l’avrebbe presa tra le braccia e baciata:<< Tu sei tutto quello che voglio >>

 

<< Cosa vuol dire che ti ha baciato? Andiamo sei seria? >> e quel pomeriggio Vivienne guardò Charlotte seduta nel suo salotto accanto ad Amelia:<< Certo che sono seria, che ci trovi di strano Vivienne? >> la donna fece spallucce bevendo un sorso di te e guardando la più giovane:<< Beh insomma…stiamo parlando di Arsen Hakob, non esattamente mister espansività ed empatia se me lo concedi >> << Sei perfida Vivi >> le ricordò Amelia piano:<< Perfida? Andiamo Amelia sai che ho ragione, tuo marito si fida di lui e va bene, ma io non ho intenzione di farlo >> << Caleb ha i suoi motivi per fidarsi di Arsen e anche io >> << Tu? >> replicò la signora Cotton perplessa:<< Sì, io >> replicò Amelia piccata poi tornando a guardare Charlotte aggiunse stringendole una mano:<< Non gli devi niente se non vuoi Charlie, Arsen è un uomo adulto e capirà se… >> << Hakob è un pazzo >> << Vivi! >> la bionda alzò le mani:<< Ok, ok la smetto >> e proprio su quelle parole il campanello di casa suonò:<< Aspettavi qualcuno? >> domandò la signora Ascott vedendo l’amica sorpresa:<< No, nessuno. Ho detto a Madeline di non venire visto che David ha l’influenza, non vorrei che si ammalasse anche lei >> Amelia sorrise:<< Maddie ha la salute di un uccellino in effetti, si prenderebbe un raffreddore anche in pieno agosto >> << Beh aspettate, ci metto un secondo >> << Lascia Vivienne, vado io >> e alzandosi con un sorriso Charlotte si avvicinò alla porta, Vivienne la sentì aprire ma le sue successive parole le bloccarono il sangue:<< Buon pomeriggio dottor Wolf, che cosa la porta qui? >> Benjamin entrò in casa e Vivienne voltò gli occhi verso l’uomo che teneva in mano la sua vita mentre questi chinava il capo in un educato gesto di saluto:<< Il signor Cotton è passato nel mio studio stamattina, dice che David ha l’influenza e mi ha chiesto di passare a controllare >> << È solo un’influenza dottore, non deve disturbarsi >> replicò Vivi alzandosi dal divano ma restando a debita distanza:<< Sono un medico signora Cotton, salvare vite è il mio lavoro senza dimenticare che lei è incinta, dobbiamo preoccuparci anche di un altro bambino oltre che di David >> replicò lui avanzando nella stanza poi continuò:<< Dov’è il bambino ora? >> Vivienne gli indicò le scale che portavano al piano di sopra:<< In camera sua, sta riposando >> << Posso dargli un’occhiata? >> << Ormai è qui >> poi guardando le amiche aggiunse:<< Mi date dieci minuti? >> Amelia e Charlie annuirono tornando a sedersi sul divano mentre Vivi e il dottore salivano le scale.

<< Stai bene? >> domandò allora Mrs Ascott alla ragazza vedendo che si torceva le mani:<< Sì…ma forse Vivi ha ragione, Arsen è un uomo difficile e per quanto lo vorrei forse non solo la persona adatta a lui >> Amelia sorrise:<< Difficile non vuol dire impossibile, anche Caleb non era l’uomo più facile del mondo quando ci siamo incontrati e guarda ora >> << Tuo marito è pazzo di te >> << E io lo sono di lui, ma ci è voluto tempo >> Charlotte annuì poi si preparò a dire una cosa che ancora non aveva rivelato a nessuno:<< Ho invitato Arsen a venire al festival con me >> << Che cosa? >> << Quando sono andata via da casa tua l’altro giorno l’ho incontrato, abbiamo parlato ed è uscito fuori >> Amelia sorrise:<< Il vostro primo appuntamento, quasi non mi sembra vero >>

 

Mentre le due donne sorridevano sedute sul divano Vivienne al piano di sopra era una corda di violino con il bel dottore accanto:<< Che cosa ci fai qui? >> domandò poi tagliente mentre Ben controllava la temperatura di David:<< Mi ha mandato tuo marito ma chérie, te l’ho detto >> << Hai parlato con Will? >> lui fece un mezzo sorriso sadico:<< Tranquilla Vivi…non gli ho detto di quanto sia appassionata la sua bella mogliettina quando lui non c’è o di come ti eccitino le mie carezze >> gli occhi di Vivi si spalancarono, era vero che suo figlio dormiva profondamente ma non si poteva mai sapere e poi Will sarebbe potuto tornare...:<< Smettila di dire certe cose, non è… >> << Smetterla? andiamo chérie ho appena cominciato >> poi rimettendosi in piedi ed arrivando ad un soffio dal viso di Vivienne aggiunse:<< Ma non ti preoccupare, mi terrò il nostro segreto per me ancora per un po’, non è ancora il momento di invitare alla festa il tuo caro maritino >> poi afferrandole il mento con due dita e baciandole una guancia si avviò verso la porta:<< Non ti scomodare, conosco la strada ormai >>

 

Quella sera dopo cena mentre guardava sua figlia uscire di casa per quella che aveva definito una passeggiata al chiaro di luna Caleb storse la bocca in una smorfia:<< Che cos’hai? >> gli domandò Amelia accoccolandosi accanto a lui sul divano e porgendogli un bicchiere di Ogden:<< È fuori con Steven Murray ecco cos’ho >> bofonchiò Caleb nervoso:<< Che stai dicendo? >> gli domando lei sorpresa:<< Oggi Murray è venuto qui, diceva di essere passato per prendere i biglietti della lotteria ma quel ragazzino non sa mentire, era qui per Maddie >> << E allora? >> la domanda di Amelia lo lasciò basito facendolo voltare preoccupato verso la moglie:<< E allora? Sweetie ha sedici anni e se lui volesse… >> lei sorrise baciandogli il mento leggermente coperto da quel velo di barba bionda che lei amava:<< Io ne avevo diciotto quando tu hai voluto Ascott >> gli ricordò accarezzandogli il petto:<< E ne avevo diciannove quando sono diventata tua moglie >> << Era diverso sweetie, eravamo… >> << Eravamo giovani ed eravamo innamorati, proprio come lo saranno loro adesso >> poi sollevandosi quel poco che bastava per mettersi in braccio a Caleb prese le mani di lui mettendosele alla vita:<< E poi Steven è un bravo ragazzo >> << Ha 8 anni in più di lei >> Amelia finse di pensarci poi lo guardò alzando un sopracciglio:<< Scusami amore, rinfrescami la memoria…tu quanti anni hai…sai giusto per fare due conti… >> colto sul vivo e sapendo bene che la loro differenza di età era maggiore di quella tra Steven e Maddie Caleb fu costretto a tacere:<< Stai giocando con il fuoco sweetie >> Amelia sorrise facendo scorrere le mani sulle gambe del marito:<< Oh lo so…credimi Caleb lo so bene >>

 

<< Oh mio dio…Steve…l’hai fatto per me? >> e con gli occhi lucidi e le mani sulla bocca per soffocare gli urletti di gioia che sentiva nel petto Madeline si voltò a guardare il suo fidanzato mentre davanti a lei nel retrobottega del negozio di Vivienne Cotton, c’era la più romantica e splendida alcova che avesse mai visto:<< Ho pensato che poteva farti piacere sweetheart >> Maddie tornò a guadare il letto improvvisato e le file di luci colorate che riempivano il soffitto in un misto tra stelle e farfalle:<< È bellissimo, nessuno aveva mai fatto… >> le mani di lui alla vita e la sua bocca sul collo la bloccarono:<< Ho aspettato troppo e voglio che questo momento sia speciale >> Madeline si girò nel suo abbracciò per poterlo guardare in faccia e mettendogli le mani sul viso si alzò sulle punte per raggiungere le sue labbra:<< Sei l’uomo più meraviglioso del mondo Steven Murray e io ti amo >> << Anche io ti amo >> le mormorò sorridendo mentre continuava a baciarla e con le mani cominciava ad accarezzarle la schiena per distenderle i nervi.

<< Vieni Maddie, ho una piccola sorpresa per te >> << Un’altra? >> gli domandò inginocchiandosi sul morbido giaciglio piegando le gambe sotto le cosce e allargando la gonna rossa attorno a sé come un petalo di fiore:<< Sì, un’altra >> poi allungandosi verso il suo tavolo da lavoro afferrò una piccola scatola lunga e stretta porgendogliela:<< Visto che quella che ti ho regalato prima si era distrutta ho pensato di farne una nuova per te, è con legno di melo, dovrebbe essere più resistente >> togliendo il coperchio Madeline rimase immobile davanti al bastoncino di legno chiaro che Steve aveva creato e lavorato apposta per lei:<< Steve ma è… >> << Sì, stavolta però ci ho messo dell’altro, guarda >> è girando la bacchetta fece notare alla ragazza i loro nomi incisi sul legno e un intricato disegno di agrifoglio ed edera che correva lungo tutta la sua lunghezza:<< So che è solo un pezzo di legno inutile e è un prototipo che non mi porterà a niente, ma volevo che l’avessi tu, in fondo se tu non credessi così tanto in me non lo farei nemmeno io e… >> lasciando cadere la scatola accanto a loro Maddie si lanciò tra le braccia di Steve facendolo cadere all’indietro e baciandolo con passione:<< Maddie… >> lei sorrise fermandosi un secondo e accarezzandogli i capelli:<< Fai l’amore con me Steven Murray >> << Sweetheart io… >> << Fai l’amore con me Steve, adesso >> il cuore del giovane si fermò per un attimo poi riprese a battere impazzito mentre le sue mani già correvano a spogliarla, dio aveva aspettato per così tanto di averla che adesso aveva quasi paura di fare la cosa sbagliata; tuttavia gli bastò uno sguardo a quella pelle dorata dalla luce delle lampade per sapere che quella che aveva tra le braccia era la donna della sua vita.

 

Quando tornò a casa un paio d’ore dopo Madeline salì le scale in punta di piedi visto che le luci in casa erano già spente, con un gran sorriso sul viso si accoccolò nel proprio letto e solo in quel momento, poco prima di chiudere gli occhi, si ricordò della lettera che le era arrivata quel pomeriggio ma che non aveva ancora aperto.

Si voltò aprendo il comodino ed estraendo la piccola busta:

 

Dolcissima Madeline, quasi non speravo in una vostra risposta, sono un uomo di assai poca fede nel resto del genere umano ma quando ho visto Pax tornare con la vostra risposta…

Forse sto esagerando e non vorrei spaventarvi con le mie parole ma da quando vi ho visto per la prima volta ho sentito l’irresistibile desiderio di conoscervi meglio e diventare amici magari…non sono un santo e visto che sono qui lo avrete immaginato ma ciò non toglie che sono capace di buone intenzioni e buoni sentimenti.

Spero che questa lettera sia la prima di molte altre perché muoio dal desiderio di conoscere i segreti dietro i vostri occhi e il vostro sorriso, siete così bella mia piccola Madeline, così pura e delicata.

Di nuovo perdono per la mia impertinenza,

sinceramente vostro Ethan Cook

Ps: se vorrete rispondermi lasciate la lettera sul davanzale della finestra, ci penserà Pax a riportarmela




Sarah Eisenheim
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Bene che cosa posso dire...beh che almeno Maddie e Steve hanno finalmente avuto il loro piccollo attimo di felicità anche se Cain presto sconvolgerà il mondo di tutti i presenti quindi anche il loro...per il resto non voglio aggiungere altro, mi rimetto ai vostri commenti, solo una piccola nota: nel prossimo capitolo ci sarà n salto temporale direttamente al Purpletop Vervain Festival e non sarebbe una festa che si rispetti senza qualche scandalo o qualche scenata no?
A presto...

   
 
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