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Autore: Sophja99    01/12/2016    6 recensioni
Sono ormai passati milioni di anni dal Ragnarok, la terribile sciagura che ha provocato la morte di quasi tutti gli dei e le specie viventi e la distruzione del mondo, seguita dalla sua rinascita. Grazie all'unica coppia di superstiti, Lìf e Lìfprasil, la razza umana ha ripreso a popolare la nuova terra. L'umanità ha proseguito nella sua evoluzione e nelle sue scoperte senza l'intercessione dei pochi dei scampati alla catastrofe, da quando questi decisero di tagliare ogni contatto con gli umani e vivere pacificamente ad Asgard. Con il trascorrerere del tempo gli dei, il Ragnarok e tutto ciò ad essi collegato divennero leggenda e furono quasi dimenticati. Villaggi vennero costruiti, regni fondati e gli uomini continuarono il loro cammino nell'abbandono totale.
È in questo mondo ostile e feroce che cresce e lotta per la sopravvivenza Silye Dahl, abile e indipendente ladra. A diciassette anni ha già perso entrambi i genitori e la speranza di avere una vita meno dura e solitaria della sua. Eppure, basta un giorno e un brusco incontro per mettere in discussione ogni sua certezza e farle credere che forse il suo ruolo nel mondo non è solo quello di una semplice ladruncola.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo undici

L'eredità

 

Continuarono a scavare fin quando non si formò una buca profonda circa un metro.

«Quanto si trova in profondità il libro?» chiese Vidar. Non sembrava per niente stanco, al contrario di Silye, che sentiva le braccia doloranti.

«Non ne ho idea» sussurrò lei. Nel sogno il testo era spuntato da solo.

«Dobbiamo scavare di più» ribatté l'altro, gettandosi nella fossa. Silye vide la terra tirata dal ragazzo dall'interno della buca dove aveva ripreso a scavare: sembrava alzarsi da sola. Saltò anche lei e si ritrovò accanto a Vidar. Fortunatamente la neve aveva smesso di cadere da un pezzo; almeno non avrebbero rischiato di rimanere sepolti lì dentro. Le metteva già abbastanza soggezione trovarsi con Vidar in uno spazio così stretto. Erano tanto vicini che Silye poteva sentire chiaramente il suo odore: muschio, guastato solo dalla pungente puzza di sudore maschile. Strinse forte l'attrezzo di legno per liberare la mente da quegli insoliti pensieri e si sforzò di continuare a spalare, nonostante i movimenti che le erano permessi fare fossero limitati.

«Chi lo ha seppellito qui dentro doveva tenerci davvero molto» commentò lei.

«Già, forse voleva soltanto renderci le cose più difficili. Farci un dispetto» vide l'ombra di un sorriso attraversargli il viso, nonostante avesse la testa abbassata e concentrata.

«Credo che chiunque abbia scritto quel libro avesse cose ben più importanti a cui pensare che a fare uno scherzo a noi. Tipo la fine del mondo» ribatté, ma non riuscì a nascondere il tono divertito. Forse era la stanchezza che la spingeva scherzare con quel ragazzo che fin'ora non aveva fatto altro che crearle problemi.

«Ma dov'è?» pensò, sconsolata. Voleva risolvere al più presto quel mistero per poter tornare alla normalità. Iniziò a scavare con più foga, nonostante il forte bruciore ai muscoli delle braccia, ma fu costretta a fermarsi quando la pala incontrò un'ostacolo duro. «Ho trovato qualcosa» avvertì Vidar con il fiato corto. Lui si arrestò di colpo e riprese invece a scavare intorno al punto in cui era affondata la pala di Silye. Quando ritenne di aver tolto abbastanza terra, la ragazza si piegò e ne scansò altra con le mani, per paura che la pala avrebbe potuto scalfire un oggetto così antico. Aumentò la velocità dei movimenti quando scorse qualcosa di ferro dal colore nero. Rimase attonita: si aspettava di vedere il libro del suo sogno, non quello, qualsiasi cosa fosse.

Facendosi aiutare da Vidar, lo alzò e vide che si trattava di una sorta di scrigno non troppo grande, né pesante. «Ci penso io» affermò lui e si impegnò nel forzare il lucchetto che impediva di dischiudere la cassetta. Quello si ruppe con facilità e il dio sollevò la parte superiore dello scrigno, rivelando una copertina grigia, la stessa che Silye ricordava di aver già visto. Lo prese e lo tenne con grande reverenza e cura, come avendo paura che potesse disintegrarsi tra le sue mani. Lo aprì e tastò le pagine ormai ingiallite e ruvide al tatto. Lo richiuse di scatto e disse: «Torniamo su. Qui non c'è abbastanza luce.»

Ripose il libro nella piccola sacca da cui era ormai divenuta inseparabile e che si portava sempre dietro per sicurezza, e la spostò sulla schiena, perché non le fosse d'intralcio nei movimenti.

«Vuoi un aiuto?» chiese Vidar con fare galante e spaccone, reggendosi con un braccio sulla pala fissata nel terreno, ma lei non abboccò.

«So cavarmela» e, detto ciò, si arrampicò issandosi sulle pareti della buca scavata, che era diventata ancora più profonda di prima, e dei detriti sottoterra. Impiegò qualche secondo nella risalita e, quando toccò finalmente il suolo con una mano, scoprì con amarezza che Vidar era già arrivato e si trovava in piedi davanti a lei ad aspettarla. «Hai barato» bofonchiò lei, facendo un ultimo sforzo per issarsi ed uscire definitivamente.

«Oh, era una gara? Se me lo avessi detto prima, ci avrei messo più impegno.»

Silye ignorò il commento di Vidar e tirò fuori nuovamente il libro dalla sacca. Ora poteva osservarlo più attentamente: era un volume abbastanza grande. Aprì una pagina a caso e vi trovò l'immagine di un elfo molto simile a Elurín e quelli che aveva già avuto modo di vedere, con accanto una minuziosa descrizione della specie, le loro abitudini e tutte le varie tipologie esistenti, cioè elfi delle stelle, elfi silvani e mezz'elfi. Girò altre pagine e vide la raffigurazione di un uomo basso e grassoccio, con il volto per metà coperto da una folta barba, in alcuni punti raccolta in treccine, e il corpo pesantemente armato. Teneva in mano una grande ascia e in viso aveva un'espressione minacciosa e scontrosa, come se fosse pronto ad attaccare chiunque avesse provato ad avvicinarglisi. Sopra capeggiava la scritta Nano. Voltò un altro paio di pagine e vi notò un disegno del padre di Vidar, Odino, con vicino ogni informazione sul suo aspetto, le sue abitudini, qualità, difetti e poteri. Vi erano pagine simili per molte altre divinità: Baldr, Forseti, Freyja, Freyr, Dagr, Frigg, Heimdallr, Hel, Loki, Thor, Hodr, Máni, Módi, Sif, Váli. Vidar. Fu tentata di soffermarsi sulla parte dedicata alla sua descrizione, ma subito la girò come lo vide tornare verso di lei. In quel lasso di tempo si era occupato di riempire la buca con la terra alla bell'e meglio.

«È un'enciclopedia di tutto il sapere del tuo mondo» disse interdetta. Si era aspettata qualcosa di più dopo tutta la fatica fatta.

«Prova a vedere se c'è scritto qualcosa all'inizio, magari da colui che l'ha redatto» suggerì il dio. «Solitamente gli umani lo fanno quando devono scrivere un appunto per il lettore o un'introduzione all'argomento.»

Silye fece come le aveva consigliato e tornò alle prime pagine. Sfogliatene alcune vuote, finalmente trovò un lungo testo scritto a caratteri abbastanza grandi da risultare comprensibili ma con una scrittura molto arzigogolata ed elegante. Impiegò un po' per decifrare quei caratteri ben più arcaici di quelli a cui era abituata. Non aveva ricevuto una normale istruzione come la avevano molti altri bambini e ragazzi, sebbene anche quella durasse pochi anni e potesse essere portata avanti solo dai più ricchi, né aveva letto molti libri in vita sua, ma il padre le aveva insegnato almeno le basi della lingua perché non fosse totalmente analfabeta e potessero ritornarle utili in determinate circostanze come quella.

«Vuoi che legga io?» propose Vidar, per evitarle la fatica e restringere i tempi.

«No, ce la faccio» rispose lei, troppo presa e occupata dal brano. “Delle völve e la magia” recitava il titolo di esso. Iniziò a leggere ad alta voce, perché anche Vidar potesse sentire:

 

Questo libro è stato conservato e protetto per secoli e secoli sotto le radici del potente Yggdrasill per adempiere al suo compito da noi affidato: arrivare alla predestinata, colei nella quale convergeranno tutti i poteri delle völve esistete in tutta la durata del mondo antecedente al Ragnarok, dalle sue origini più remote fino alla sua fine. Grazie ad un potente incantesimo pronunciato dalle ultime tre veggenti rimaste in vita prima che la catastrofe si abbattesse sui Nove Regni, la loro magia, insieme a quella di tutte le völve vissute e decedute nel corso degli anni, è stata protetta dall'albero cosmico ed è sopravvissuta alla forza distruttrice che ha raso al suolo il mondo. Ora questi immensi poteri stanno reclamando di essere trovati e sfruttati da chi verrà considerato degno dall'Yggdrasill. In lei rivivrà l'antica potenza delle immortali völve che tutto vedono e tutto odono. Ella non potrà ricordare il mondo antecedente ed è per questo che abbiamo scritto questo libro: per mantenere viva la memoria di ciò che è stato ed impedire che le nostre conoscenze vadano perdute e vengano dimenticate. Un grande compito attende la predestinata: quello di impedire che la profezia della viverna si avveri. Un'ombra, una grande minaccia grava sul giovane mondo e sta a lei interpretarla ed ostacolare il ritorno del più grande male che i Nove Mondi abbiano mai affrontato.

 

«Allora è tutto vero» sussurrò Silye una volta terminata la lettura. «Sono davvero la prima e unica völva esistente di questo mondo.»

«Ci è voluta tutta questa fatica per convincerti!» affermò Vidar, che si era seduto su un grande masso mentre lei leggeva.

Le venne voglia di gridargli contro di stare zitto almeno per una volta, ma si limitò a chiedergli: «Tu come facevi a saperlo? A sapere che sono una veggente?»

«Semplicemente sono figlio di mio padre. Odino non era il re degli dei per caso: lui era il più saggio di ogni creatura di tutti i Nove Regni. Gareggiò con i più savi dei nani, dei giganti e degli umani, ma nessuno riuscì a batterlo. Era a conoscenza di tutte le cose passate e presenti, mentre quelle future gli vennero predette da una völva. Prima del Ragnarok mi ha insegnato come localizzare la magia ed essa mi ha guidato fino a te.»

«Perché mi stavi cercando?» ed ecco la domanda che aveva continuato a chiedere a sé stessa e a Vidar sin da quando lo aveva conosciuto. Finalmente avrebbe conosciuto la risposta.

«Ho bisogno di conoscere il futuro di Midgardr e tu sei l'unica che può così aiutarmi a combattere la minaccia che da anni è stata profetizzata e che è destinata a distruggere questo mondo, se nessuno tenterà di fermarla.»


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Angolo dell'autrice:
Perdonate l'enorme ritardo nelle pubblicazioni, ma ultimamente la scuola e gli impegni mi stanno "massacrando" e l'ispirazione non mi è molto amica. Potrebbero verificarsi anche ritardi più lunghi nelle prossime settimane: perciò, non faccio alcuna promessa (è proprio questo il motivo per cui non pongo una data fissa; sono troppo sbadata per tenerle fede :D). Mi serve solo del tempo per rimettermi in pari con i capitoli della storia e poi, durante le vacanze di Natale, potrò riprendere a pubblicare con maggiore frequenza. Un rinnovato grazie a chi continua a leggere e recensire questa mia piccola creazione. :)
   
 
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