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Autore: Mew_vale    03/12/2016    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 49.
 
 
Camilla
Quando apro gli occhi ho l’impressione di non aver dormito affatto. Mi stiracchio, cercando di non svegliare David, ieri era talmente pensieroso e preoccupato che vorrei potesse stare a letto per tutto il corso della giornata a rilassarsi invece oggi avremo ben poco tempo per rilassarci. Sono costretta a scuoterlo.
<< Amore? Svegliati, su. >> Lo invito. Lui mugugna e gira il capo dall’altra parte. Gli accarezzo il viso prima di posare un dolce bacio su una sua guancia.
<< Cucciolo vorrei lasciarti dormire ma non è proprio il giorno ideale! Hai la colazione con la tua famiglia. >> Gli ricordo. Si gira in posizione supina e si strofina gli occhi.
<< Buongiorno amore mio. >> Gli auguro posando un bacio all’angolo della sua bocca.
<< Buongiorno. Ho un sonno tale che mi prenderei le ferie solo per dormire. >> Brontola con gli occhi chiusi.
<< Domani è Sabato amore mio, e passeremo tutta la giornata chiusi in casa! Ti piace l’idea? >> Gli propongo cercando di rabbonirlo con un dolce bacio sulle labbra. Lui sorride sempre tenendo gli occhi chiusi.
<< Manda avanti l’orologio, ti prego! >> M’implora.
<< Avanti, pigrone! >> Lo invito. Finalmente si alza ed entra nel bagno. Dal mobiletto estrae schiuma e rasoio quindi comincia il rituale di preparazione rasandosi la barba. Mi stendo sul letto e mi perdo ad osservarlo.
 
 
 
Silvia
Allungo la mano verso il mio comodino , alla ricerca del cellulare, per spegnere la sveglia. Facendolo il cellulare mi cade per terra e sono costretta ad abbandonare il tepore delle coperte per raccoglierlo. In alto a sinistra l’icona di whastapp indica un messaggio non letto. Non conosco questo numero! Ma la foto del profilo chiarisce ogni dubbio: nella foto il soggetto in questione è ritratto a mezzo busto, è stata scattata in palestra e indossa una canottiera che lascia scoperte le braccia. Vedo dei tatuaggi su entrambe le braccia. Però! Non è che sia proprio orrendo esteriormente è dentro che è una merda!
 
Buongiorno, oggi ci vedremo e spero sarai contenta quanto me di questo incontro. Soprattutto spero che non sarai sempre così ostile! Un bacio, Giulio.
 
Ma come diavolo ha avuto il mio numero? Per un attimo, quando ho visto l’icona di whastapp, ho sperato che fosse un messaggio di Lorenzo. Ma è evidente che per lui sono stata solo sesso, mi ha tenuta per due settimane solo per quello scopo! Apro la nostra chat, che ancora conservo, e scorro i messaggi… Alcuni spinti, altri spiritosi, altri ancora con parole più dolci… Perché mi ha scritto e detto queste parole? Per quale motivo? Colta da un attacco di rabbia decido di cancellare la conversazione nella speranza che basti questo ad eliminarlo definitivamente dai miei pensieri.
Decido di mandare un messaggio a Leon il quale mi risponde subito.
 
Io: Buongiorno, spero che il tuo viaggio lavoro/svago stia proseguendo bene. Io devo fare i conti con un idiota e i suoi blandi tentativi di fare colpo, e con i ricordi di Lorenzo.
Leon: Buongiorno, per fortuna mi hai svegliato con il tuo messaggio o avrei dormito per tutta la mattina. Contro Giulio c’è un arma infallibile, l’indifferenza. E contro i ricordi non saprei cosa consigliarti visto che sono sulla stessa barca. Stamattina devo passare in tribunale e oggi pomeriggio… relax!
Io: Non hai sentito Roberta?
Leon: No… Tu hai più parlato con Lorenzo?
Io: No, cerco di evitarlo se posso e me la sto cavando bene! Passa una buona giornata.
Leon: Anche tu, a presto.
 
 
 
Massimiliano
Probabilmente si vergognava a dire ai suoi amici che sta con un segretario, per questo non mi ha presentato loro e non si è esposta per difendermi quando il suo amico mi ha dato del buffone. Che poi vorrei proprio sapere chi sia quello e a che titolo la stava accarezzando! I miei pensieri vengono interrotti dal suono del mio cellulare, è mia madre che mi telefona.
<< Ciao mamma. >> La saluto quando accetto la comunicazione. A Padova dovrebbero essere le 14 di questo giorno, più o meno!
<< Ciao figliolo, come stai? Ti sei appena alzato? >> Mi domanda.
<< Sì mamma, qui sono da poco passate le sette del mattino. Come state? Io sto abbastanza bene! >>
<< Anche noi stiamo bene caro. Non vediamo l’ora che torni, sei sempre deciso a tornare? >> Mi domanda. Bella domanda! Tra due mesi scade il mio contratto con l’Ecomoda e non avrò più un lavoro. Questo avveniva prima di farmi travolgere da Giulia! Dalla sua bellezza, dal suo charme, dal suo sguardo, prima di scoprire la sua fragilità celata dietro strati di arroganza e perfidia!
<< Non lo so mamma! >> Ammetto.
<< Come mai tesoro? C’è qualche novità? >> Mi domanda mia madre.
<< Se per esempio ci fosse una ragazza ma non sapessi se questa storia ha futuro? >> Le domando, cercando di far passare la domanda come un quesito ipotetico.
<< Ti sei innamorato di un’altra ragazza? >> Mi chiede. Innamorato? Mi sono innamorato di Giulia, in questo tempo esiguo?
<< A livello ipotetico, mamma! Cosa faresti? >>
<< Hai ancora due mesi circa prima di restare senza lavoro, no? Cercherei di capire se questa storia ha futuro! Se la risposta fosse sì resterei lì cercandomi un altro lavoro o supplicando il mio attuale datore di lavoro di assumermi di nuovo, se la risposta fosse no prenderei un aereo! Devi parlare con questa ragazza per capire se la storia ha futuro, non con me! Ma dimmi, come si chiama? Com’è? Come vi siete conosciuti? >> Mi domanda curiosa.
<< Si chiama Giulia, ha 20 anni ed è bellissima mamma! E’ un raggio di sole. E’ la figlia di uno degli azionisti dell’azienda per cui lavoro, che poi sarebbe anche il Ministro dell’Economia della Colombia, e fa la modella. E’ piuttosto nota nell’America Latina. >> Racconto.
<< Ah, mica pizza e fichi! >> Commenta mia madre.
<< Ho il timore che lei si vergogni di me perché non sono ricco come lei! Capisci perché ho paura che non possa avere futuro questa storia? >>
<< Se così dovesse essere faresti meglio a lasciarla in tronco ma prima dovresti capire se le cose stanno realmente così o se sono solo tue paure. Tesoro devo andare, la mia pausa sigaretta è finita! Un bacio figliolo, io appoggerò qualsiasi tua scelta! Sei partito per ritrovare l’amore e come vedi ce l’hai fatta! >>
<< Ciao mamma! >> La saluto prima di porre fine alla chiamata. Mentre ero al telefono mi è arrivato un messaggio di Giulia.
<< “Buongiorno, spero tu abbia dormito bene. Io non l’ho fatto perché non ho compreso il tuo comportamento di ieri sera, cosa ti ho fatto? A dopo.” >> Recito ad alta voce. In risposta le auguro il buon giorno dicendole che ne parleremo di persona.
 
 
 
Diego
Quando apro gli occhi sorrido a questa nuova giornata perché il suo dolce visino è la prima cosa che osservo appena mi sveglio. Mi avvicino a lei, le poso un casto bacio sulle labbra e questo la fa destare.
<< Buongiorno! >> Le auguro con un grosso sorriso.
<< Buongiorno amore. Mi fissi come se fossi un quadro! >> Mi canzona sorridendo. Le accarezzo una guancia.
<< Non sei un quadro, sennò ti fisserebbero tutti e questo causerebbe dei grossi problemi ai miei nervi e arrecherebbe dei grossi problemi anche a chi ti guarderebbe! Al limite sei un film, un film sulla vera essenza dell’amore, in proiezione esclusiva in casa di Diego Armando Mendoza! >> Arrossisce e sorride davanti al mio intervento. Non sapevo di essere capace di dire frasi del genere, la verità è che con lei le parole d’amore che pronuncio sorgono in modo naturale!
<< Vuoi dirmi che non siamo nella realtà? >> Replica.
<< La realtà è là fuori… Qui dentro è molto meglio! >> Ribatto catturando le sue labbra.
 
 
 
Roberta
<< No… ti prego… non farlo! >> Parla nel sonno Lorenzo. All’ennesimo strillo che sento decido di svegliarlo.
<< Lorenzo, svegliati! >> Lo chiamo scrollandolo. Quando apre gli occhi di colpo mi travolte in un abbraccio. Mi beo delle sue attenzioni. Sorrido ancora incredula che sia successo. Non avrei mai creduto che un giorno sarei diventata la sua ragazza, che lui mi avrebbe notata! Che avrebbe detto addio a tutte le altre donne, e anche al sesso a quanto pare visto che non ha ancora allungato le mani. Perché non ci ha ancora provato? Non lo attraggo sessualmente? Magari per me prova solo affetto e presto si accorgerà che non prova altro!
<< Era solo un sogno! >> Lo rincuoro.
<< No, era un incubo! Tu mi lasciavi per Ken perché ti eri resa conto che uno pieno di difetti come me non lo volevi! >> Mi racconta. Non potrei mai lasciarlo dopo tutta l’attesa che ho sopportato! Io invece potrei sognare che mi lasci perché scopre di non essere attratto sessualmente da me!
<< Tu non pensi di lasciarmi per lui, vero? >> Mi domanda con un certo spavento dipinto in viso.
<< No, non accadrà mai una cosa del genere. Stavo solo pensando che… beh, non importa! Vado a mettere su il caffè, meglio alzarsi sennò facciamo tardi! >> Sto per alzarmi dal letto ma lui mi trattiene. Ho la schiena premuta contro il materasso e lui è quasi del tutto sopra il mio corpo… Con i pensieri che ho va a mettersi in queste posizioni!
<< Vorrei sapere cosa ti passa per la testa… Non c’è cosa che tu non mi possa raccontare. >> Mi ricorda passando le dita tra i miei capelli.
<< E’ imbarazzante! >> Affermo abbassando lo sguardo.
<< E se prometto di non mettermi a ridere? >> Contratta.
<< Stavo solo pensando che un sogno simile lo potrei fare io… Anche tu potresti avere valide ragioni per lasciarmi per un’altra! >> Farfuglio.
<< Ma che vai dicendo? Non esiste una ragazza migliore di te, e anche prima di diventare il tuo ragazzo lo pensavo! >>
<< Non voglio dire che in un’altra potresti trovare intelligenza, bontà e dolcezza che io non ho ma parlavo di altro… Bhe, è una cosa stupida! Lascia stare! >>
<< Sarà anche stupida ma la vorrei sapere. A cosa ti riferisci? >> Mi domanda deciso ad entrarmi nella testa.
<< Abbiamo dormito insieme per due notti e non hai mai allungato le mani neanche una volta, ecco che l’ho detto! >> Confesso completamente imbarazzata.  Sul suo viso si tinge quel ghigno divertito che mi urta i nervi!
<< Se le mie orecchie hanno ben udito le tue parole e se il mio cervello le ha ben elaborate mi stai dicendo che pensi di non attrarmi sessualmente? >> Mi domanda con fin troppa franchezza! Beato lui che è così spavaldo! Si diverte molto a mettermi a disagio? Annuisco. Lorenzo mi blocca i polsi sopra la mia testa e assume una posizione che in genere si utilizza durante certe attività! Lo guardo sbigottita ma anche sollevata di scoprire che là sotto funziona tutto regolarmente mentre sta con me! Mi bacia con una passione tale da farmi sussultare il cuore.
<< Mi stai sfidando Mora? Durante queste due notti, mentre pensavi di non attrarmi, ti sei mai chiesta perché non ho mai dormito appiccicato a te? >> Mi domanda. Pensandoci è vero, è sempre stato disteso supino ed io ho appoggiato la testa al suo petto! Scuoto la testa anche se immagino quale sia il motivo!
<< Ti posso assicurare che là sotto funziona tutto a meraviglia! >> Mi informa. Ridacchio davanti a questo suo intervento!
 
 
 
Lorenzo
Ma se durante queste notti avevo timore che notasse il rigonfiamento dentro ai miei pantaloni e si spaventasse! Cioè, non per le dimensioni ma per la precocità della cosa!
<< Adesso sei tu però che ti stai ridendo di me, Mora! Non è affatto vero che non penso a te anche… insomma, nell’altro senso! Hai capito no? >> Le domando, per la prima volta in difficoltà. Annuisce. << Cercavo solo di non farti scappare! Di non comportarmi come un depravato! Perché tu per me non sei solo una passione passeggera, tu non sei la solita ragazza ovvero quella da rimorchiare e a cui dire ciao ciao la mattina dopo, tu non sei una perfetta estranea di cui non mi importa nulla. Tu sei LEI! Tu sei la persona a cui raccontare ogni cosa, tu sei la persona con cui litigare per il telecomando, tu sei la persona con cui discutere sul film da vedere, tu sei la persona con cui cucinare tutte le sere, tu sei la persona con cui dormire accoccolati per tutta la notte…  E se devo dirla tutta tu sei l’unica donna davanti cui mi vergogno a spogliarmi. Ti sembrerà inverosimile ma l’idea di spogliarmi davanti a te mi rende nervoso! >>  Quando termino il mio sproloquio, di cui sono personalmente stupito, i suoi occhi sono velati dalle lacrime. Mi abbraccia con energia posando la testa nell’incavo del mio collo. Sì, è successo. Mi sono innamorato di lei! Perciò è questo l’amore? Questo passare dal batticuore, alla gelosia, alla malizia, allo scherzo, alla commozione in un tempo così esiguo? L’amore è fatto di tutti questi stati d’animo e cambiamenti d’umore?
<< Comunque Mora se ti lamenti di cotanta astinenza possiamo rimediare subito… >> La provoco, delineando il contorno dei suoi seni. Il desiderio di accarezzare ogni centimetro del suo corpo è prepotente in me e lei va a pensare che non la desideri!
<< Scemo! >> Mi canzona. Sorrido prima di catturare le sue labbra salate dalle lacrime.
 
 
 
Giulio
David non ha tutti i torti. E se quella l’avesse previsto? E se lo avesse fatto nel tentativo d’incastrarmi con una gravidanza? Lena è in cerca di un compagno ricco e sinceramente non ne capisco il senso visto che vive nella bambagia, i suoi sono ricchi e probabilmente la loro attività naviga in acque migliori rispetto all’Ecomoda! Senza contare che ho altri tre fratelli, quattro se ai miei genitori verrà in mente di inserire Roberta nell’asse ereditario, vale a dire che un giorno patrimonio e proprietà verranno divise in 5 fette! A conti fatti la più ricca tra di noi è Lena.
<< Giulio! Ti dispiace tornare fra noi? >> Mi riprende mia madre mentre serve in tavola il cestino con il pane. Il campanello suona e pochi istanti dopo fanno la loro entrata in sala da pranzo David e Michael.
<< Buongiorno a tutti! >> Esclamano quasi in coro.
<< Ciao figlioli. >> Li saluta papà.
<< Ciao cari! >> Li saluta mamma dando un bacio sulla guancia ad entrambi.
<< Ciao. >> Salutiamo Giulia ed io.
<< Ciao. >> Saluta molto freddo David.
<< No, non mi direte che avete litigato ancora? Cercate di lasciare da parte i problemi di donne per oggi! >> Ci riprende mamma.
<< Stai tranquilla mamma, niente problemi di donne. Sono felicemente fidanzato e, anche se fossi single e disperato, non mi mischierei con le tipe che si porta a letto Giulio! Anzi, il letto neanche lo usa, preferisce altri luoghi! >> Provoca David.
<< Direi che non è il momento di affrontare certi discorsi, tieni per te i tuoi commenti non richiesti! >> Rispondo indietro.
<< Smettetela! >> Ci ordina mamma.
<< State parlando della tipa che ti sei spupazzato nel mio studio? >> Domanda papà.
<< Sì! >> Rispondo io per cavarmi d’impiccio, dato che quel giorno Lena non era ancora in Colombia.
<< No papà! Ne è passata di acqua sotto quel ponte! >> Risponde David. Ci scambiamo un’occhiataccia.
<< Forse è meglio se litigate adesso così eviterete di fare la figura dei somari davanti a zia Marcella! >> Interviene mamma. David ed io ci scambiamo un’altra occhiataccia. Neanche fosse geloso di Lena!
<< Avete riflettuto su ciò che ho detto ieri sera? >> Domanda Giulia.
<< Di cosa si tratta? >> Domanda Michael.
<< Tua sorella e tuo fratello vorrebbero andare a vivere da soli. >> Risponde papà.
<< Tu Giulio come conti di mantenerti? Perché se speri ancora che metta una parola con Diego per assumerti la risposta la conosci! >> Mi provoca David.
<< PIANTALA, MI HAI SCOCCIATO! >> Gli urlo contro.
<< PIANTELA ENTRAMBI! >> Tuona mio padre già nervoso di suo per l’incontro con zia Marcella.
<< Vabbè, scambio due parole con Michael in privato nel frattempo! >> Ci informa David.
<< Ecco bravo, levati dalle scatole. >> Intervengo mentre abbandona la sala da pranzo.
<< GIULIO! >> Mi riprende mia madre.
<< Io sto ancora aspettando una risposta! >> Interviene Giulia unicamente interessata a sé stessa. I miei alzano gli occhi al cielo.
<< Sì, andate a vivere da soli almeno litigate, date dei party e fate a botte a casa vostra! >> Risponde pungente mio padre. Giulia esulta per la sua vittoria. Forse è la cosa migliore da fare!
 
 
 
Michael
Non sono stato capace di chiudere occhio dopo aver inviato quella e-mail. Ho lasciato acceso il PC e ci buttavo ogni tanto un occhio sopra sperando in una risposta rapida. David sta leggendo dal mio cellulare la e-mail che ho scritto a Cèsar. Quando ha terminato la lettura mi rende il cellulare.
<< Sei stato sufficientemente chiaro. Vedrai che ti risponderà, dopo tutto gliel’hai mandata questa notte e non sono neanche le otto del mattino. >> Mi fa notare.
<< Hai ragione, sono troppo ansioso. Ma dimmi cos’è successo fra a te e Giulio? A parte ciò che hai saputo di lui e Camilla ovviamente! >> Gli domando. Un attimo fa per poco non litigavano in modo animato!
<< Jimmy l’ha vista uscire dal mio ufficio, è entrato per vedere cos’avesse fatto e ha trovato un biglietto in cui Giulio mi dava appuntamento. Ma a quell’appuntamento non c’era lui bensì Lena. Ho creduto che volesse aiutare Lena a intromettersi nella mia relazione con Camilla, ma Giulio mi ha spiegato che ha scritto quel biglietto affinché lei non raccontasse, a mamma e papà suppongo, della loro scappatella e di averlo beccato mentre ficcanasava nelle schede dei dipendenti. >>
<< Un secodo… Domanda numero uno, cosa cercava Giulio tra le schede dei dipendenti e perché doveva restare segreto? Domanda numero due, Lena e Giulio?? >>
<< Per rispondere alla numero due… Sì, e non era neanche la prima volta! Sono stati insieme due anni fa alla festa di Natale. La risposta alla domanda numero uno è che stava cercando il numero di una ragazza a cui si vergognava a chiederlo e doveva restare un segreto perché è una cosa imbarazzante, dice lui! Ce l’ho con lui perché fa sempre cose strane, combina sempre casini! >>
<< Oltretutto proprio con Lena? >> Mi domando.
<< Come minimo lo avrà fatto per restare incinta. Giulio ha confermato che non hanno usato alcuna accortezza! >> Mi spiega mio fratello.
<< Perciò è tornata qui per farsi sposare da uno di voi due? Io non capisco! >>
<< Michael, io ne so meno di te! Che si sposi con chi le pare, basta che mi lasci in pace! Magari Lena è la giusta punizione per Giulio! >> Afferma severo.
 
 
 
Betty
In cucina regna un silenzio tombale ed io so che mio marito non parla perché la sua testa è in moto, sta cercando d’immaginare di cosa le vorrà parlare sua sorella.
<< Probabilmente avrà saputo degli intrighi tra Giulio e Lena e vorrà farci sapere che farà di tutto per tenere Lena lontana dal ragazzo di nostra figlia. >> Adduco come scusa.
<< Secondo me è successo qualcosa, dovevi sentire il suo tono di voce, stava piangendo! >> Afferma mio marito.
<< Amore siccome non sei un indovino e non hai la palla di vetro sul tavolo del tuo studio temo dovrai pazientare un’altra mezz’ora, fino all’incontro con tua sorella! >> Gli consiglio.
<< Parlando d’altro… Ieri sera quando stavano già dormendo è arrivato un messaggio di Diego. Martedì a casa sua darà una cena per il compleanno di Silvia. >> M’informa mio marito.
<< Ovviamente presenzieremo. Pensi che sia invitato anche Lorenzo? >>
<< Ne dubito fortemente amore mio! >> Risponde mio marito inviando la nostra conferma all’evento.
 
 
 
Kristoff
Dopo la nostra discussione di ieri mia moglie ed io non ci siamo più rivolti parola. Questa notte mi ha sempre rivolto le spalle e credo abbia pianto! Adesso sta infilandosi il cappotto, pronta per uscire e incontrare suo fratello. Mi chiedo di cosa vogliano parlare.
<< A dopo. >> Saluta freddamente prima di uscire dalla suite. Non attende la mia risposta. Mi ravvivo i capelli con una mano mentre passeggio per la stanza. Sono in un mare di guai e non so come dirlo a mia moglie! Non so come dirle che ho quasi rischiato di dilapidare il nostro patrimonio e che dovremmo vendere cappotti e vestiti per il resto della vita e oltre per poter saldare il debito che ho contratto, probabilmente quando avremo finito di pagare quel debito non resterà più niente da lasciare a nostra figlia. Ecco perché deve assolutamente sposarsi il prima possibile e con un uomo ricco! Voglio che continui ad avere la vita agiata che ha sempre avuto e che si merita se dovessimo perdere tutto! Quando squilla il mio cellulare mi chiudo in bagno per rispondere a questa chiamata.
<< Kristoff, sto ancora aspettando il mio denaro! >> Tuona la voce dall’altra parte dell’apparecchio.
<< Rudi, non stiamo parlando di 10 euro, devi darmi del tempo! >> Lo prego.
<< Mi sembra di avertene dato a sufficienza e non mi sembra che alla tua cara mogliettina manchi il denaro! O non le hai ancora detto niente? >> Mi domanda. Come se fosse affar suo!
<< Questo non ti riguarda! Riavrai i tuoi soldi, presto te ne manderò una parte! >>
<< Lo spero Kristoff, anzi spero di riaverli tutti e subito! Non sono il tipo che ha tanta pazienza! >> Sottolinea prima di porre fine alla discussione. Quando ripongo il telefono nella tasca dei pantaloni mi volto e non posso credere che mia figlia abbia sentito tutto. Ha ancora la mano sulla maniglia della porta e, in pigiama e con i capelli arruffati, mi fissa.
<< Papà, a chi devi dei soldi? >> Mi domanda.
<< Lena, dobbiamo parlare! Dopo questa conversazione ti convincerai che sposare Giulio Valencia dovrà essere la tua missione! >>


 
 
Marcella
26 anni. E’ da ben 26 anni che non metto piede in quest’abitazione. Mariabeatrice ed io bussiamo e ci apre la porta una domestica diversa da quella che avevano quando me ne sono andata, la giovane Ingrid.
<< Buongiorno, prego entrate. Ben tornata signorina Mariabeatrice. Immagino lei sia la signora Marcella, io sono Rhonda sono a vostra completa disposizione per qualsiasi cosa. >> Si presenta la donna di colore di fronte a me.
<< Piacere mio Rhonda. >> Rispondo. Le mani mi sudano e tremo mentre mi guardo attorno aspettando di vedere Daniele. A livello dello stomaco avverto un mescolarsi di emozioni come agitazione, felicità e  preoccupazione. I miei parenti vengono ad accoglierci. Daniele è il primo a uscire dalla sala da pranzo per raggiungere il corridoio. Si ferma e ci fissiamo reciprocamente per qualche istante. Ha delle striature grigie tra i capelli, porta la stessa pettinatura di un tempo, ha il viso solcato dalla rughe e più stanco di un tempo. Mi si velano gli occhi di lacrime appena lo vedo e mi porto una mano alla bocca. Le mie emozioni mi stanno chiaramente dicendo che non ho mai smesso di volere bene a mio fratello.
<< Marcella… >> Daniele pronuncia il mio nome prima di avvicinarsi a me e avvolgermi in un abbraccio stretto che viene da me ricambiato quando le lacrime escono incontrollabili dai miei occhi. Qualcuno attorno a me si soffia il naso e non saprei dire chi sia.
<< Marcela… Mio Dio, non ci posso credere… >> Sussurra molto vicino al mio orecchio sinistro.
<< Daniele! >> Pronuncio il suo nome scossa dalla lacrime, incapace di dire qualsiasi cosa! Questo abbraccio è stata una travolgente sorpresa perché mio fratello non si è mai lasciato andare a dimostrazioni d’affetto. Solo in un’altra occasione avvenne.
 
 
Scossa dal pianto stringevo tra le braccia quella coperta di lana che a lei piaceva tanto, con cui ci piaceva coprirci nelle fredde sere d’inverno mentre consumavano della cioccolata calda di fronte a un bel film. Ero piegata in due dal dolore, dall’angoscia, dalla paura di non sopravvivere a un dispiacere simile.
<< Marcella! E’ ora di andare… >> Mi fece notare Margherita entrando in punta di piedi nella stanza dei miei genitori. Non riuscì a darle altra risposta se non un confuso “no” pronunciato tra gli spasmi e gli singhiozzi. Cercò di posarmi una mano sulla spalla ma la scansai e, dilaniata dal dolore, mi distesi in quel letto che portava ancora il loro profumo.
<< Margherita vai giù a tranquillizzare tutti quanti, ci penso io. >> Disse mio fratello a Margherita la quale chiuse la porta prima di abbandonare la stanza. Sorprendendomi Daniele si stese accanto a me e mi strinse in un abbraccio che su di me ebbe l’effetto di una diga che viene sollevata. Piansi sempre più forte.
<< Passerà Marcella. Questo dolore dilaniante che senti passerà… Supereremo tutto. Hai tutto il diritto di piangere ma adesso dobbiamo andare a salutarli. >> Furono le sue poche parole che ricordo a memoria. Rimase in silenzio per altri dieci minuti lasciandomi sfogare e con questi pochi gesti mi convinse ad alzarmi per andare al funerale dei nostri genitori.
 
 
Ritorno con la mente al presente e sono ancora avvolta dal suo abbraccio. Non saprei dire quanto tempo è passato, forse due minuti o forse un’ora! Quando il mio pianto si calma ci separiamo e ci guardiamo un altro istante negli occhi, è commosso anche se cerca di nasconderlo. Lo guardo attentamente per studiare tutti i cambiamenti del suo aspetto fisico, pur avendolo visto in foto prima d’ora.
<< Ciao Daniele! >> Lo saluta Bea.
<< Ciao Bea. >> Saluta Daniele. I due, che si sono visti da poco, si salutano con un guancia a guancia. Guardo i miei nipoti e sono uno più bello dell’altro! Giulia poi è bellissima, un fiore! E’ tutta sua madre anche se è più bella di quanto lo fosse Patrizia da giovane. Michael e Giulio hanno tratti mescolati: Michael ha gli occhi di Daniele e i capelli castano chiaro, Giulio ha gli occhi di Patrizia e i capelli scuri di mio fratello. E per terminare David, l’unico dei miei nipoti che ho visto nascere e che ho potuto spupazzarmi per poco tempo, il mio figlioccio per cui però non ci sono stata, è identico a Daniele, esteriormente almeno. Da ciò che mi ha raccontato Patrizia non so proprio da chi dei due abbia preso il carattere e il modo di essere, così come Michael!
<< Ragazzi, vi presento zia Marcella! >> Mi presenta Patrizia. Uno ad uno li abbraccio e poso loro un bacio sulla guancia. Ho perso di colpo la parola!
<< Mamma diceva che la parola non ti è mai mancata! >> Scherza Giulio notando il mio silenzio. Mi schiarisco la gola.
<< E’ che sono così emozionata… E non so cosa dirvi! >> Ammetto. No, non riesco a ragionare lucidamente in questo momento!
<< Eri così piccolo l’ultima volta che ti ho visto e guardati ora... sei un uomo! >> Commento rivolto a David il quale mi sorride.
<< Sono sicuro che potrai recuperare tante cose delle nostre vite che ti sei persa! >> Mi consola David.
<< Ma non bruciamo le tappe… Le foto di famiglia e gli aneddoti teniamoli per questa sera! >> Interviene Patrizia.
<< Per quelle poche che abbiamo faremo presto! >> Commenta Giulio.
<< Non riesci proprio a stare zitto? >> Lo rimprovera David.
<< Sei diventato più permaloso di recente, eh sì che l’amore dovrebbe rendere più sereni! >> Ribatte Giulio.
<< A te farebbe bene allora… Ma dubito lo troverai finché continuerai a dar retta a certe donnacce, per usare un termine gentile nei confronti della tua fidanzata! >> Lo rimbrotta David. A me viene da sorridere davanti a questo battibecco tra fratelli ma Daniele e Patrizia non sembrano molto contenti.
<< Dateci un taglio! >> Tuona Daniele.
<< Ho sentito dire che ti sei fidanzato con Camilla Mendoza! Anche se mi sembra un po’ troppo vecchia per te… E poi non è sposata? >> Interviene Bea. Mi porto una mano in viso e anche David ridacchia.
<< Bea, credo sia fidanzato con la figlia di Armando non con sua sorella! >> La correggo.
<< Oh, giusto. In ogni caso felicitazioni nipotino mio! >>
<< Grazie zia. >> Risponde David facendo guancia a guancia con Bea.  Anche Camilla era una bimba quando me ne sono andata e ora sarà una donna, una bella donna immagino, infondo Beatrice si è rivelata decisamente un cigno e dubito abbia vestito e pettinato Camilla come una racchia!
<< Perciò anche tu sei fidanzato Giulio? >> Gli domando per intavolare una conversazione.
<< No! Non sono fidanzato! >> Afferma perentorio. Eppure poco fa David ha detto che ha una ragazza!
<< E voi? >> Chiedo rivolto a Michael e Giulia.
<< Io no zia, non sono fidanzato. >> Spiega Michael. Giulia esita.
<< Giulia, hai un ragazzo? >> Le domanda suo padre.
<< Forse… E non chiedetemi niente perché lo conoscerete a tempo debito! >> Afferma Giulia. Ho scoperchiato il vaso di pandora!
<< E quello di cui mi hai parlato? >> Le domanda Patrizia senza fare nomi.
<< Sì mamma, proprio lui! >> Risponde Giulia.
<< E posso sapere di grazia chi è questo tipo che frequenta mia figlia? Da dove arriva? Come si chiama? Come si guadagna da vivere? Se è una persona per bene? Ecco spiegato il vero motivo per cui vuoi andare fuori casa, vuoi andare a vivere con lui senza dirci niente? >> Domanda Daniele. Non ce l’ho mai visto come un padre apprensivo!
<< Papà, cos’è questa novità? Non ti sei mai interessato alla mia vita privata! >>Lo rimprovera Giulia evidentemente toccando un tasto dolente visto che l’espressione di Daniele cambia.
<< Beh, da adesso le cose stanno per cambiare. >> Afferma Daniele. Lancia uno sguardo a Michael e lui sorride. In questa casa stanno succedendo molte cose di cui non sono a conoscenza, quante cose mi sono persa!
<< Allora prima ci presenterai questo tipo e la sua famiglia e poi magari potrete andare a vivere insieme e non voglio sentire storie. >> Sentenzia Daniele.
<< Ma papà! >> Protesta Giulia sbattendo per terra il piede destro.
<< Signori, la colazione è servita! >> Ci avvisa la cameriera. Ci avviamo tutti in sala da pranzo ed è il tocco di Daniele a trattenermi nel salotto.
<< Grazie per l’invito, Daniele! >> Rompo il ghiaccio.
<< Io avevo voglia di vederti Marcella, avevo voglia di riabbracciarti e di chiederti scusa. Avevi ragione quel giorno all’aeroporto, mamma e papà si vergognerebbero di me! Non sono uno stinco di santo Marcella, non è che dopo la tua partenza mi sia comportato bene! >>
<< Se ti riferisci al tradimento con Ingrid Patrizia me ne ha parlato, come sai, e non me la sono sentita di giudicarti visto che ciò che hai fatto non è stato altro che lo strascico di ciò che era successo in precedenza con Nicola Mora. >>
<< No, non c’entra nulla quello! Ero sconvolto per l’annuncio della nuova gravidanza di Patrizia! >> Mi spiega. Lo fermo.
<< Daniele, non sono certo venuta qui per farti da padre confessore! Sono venuta qui per gettare sbagli e recriminazioni alle spalle e ricominciare un rapporto con te e spero che tu voglia fare lo stesso con me! >>
<< Marcella, cosa dovrei rimproverarti? Tu non hai mai commesso alcun errore! Andiamo a tavola adesso, tra due ore ci attendono all’Ecomoda! >> M’invita Daniele. Che reazione avrà quando gli confesserò che il padre di suo nipote è Mario Calderon? Sarà l’inizio di un’altra bufera? Mi posa una mano sulla schiena e mi fa strada. Quando entro in sala da pranzo noto che hanno cambiato l’arredo. Siedo a tavola mentre David e Giulio continuano a battibeccare sotto i rimproveri di Patrizia. Non vinceranno il premio di famiglia modello ma a modo loro sono carini!
<< Daniele! >> Lo riprende Patrizia quando il cellulare di mio fratello squilla.
<< E’ importante e sarà l’unica telefonata della giornata. Scusate. >> Chiede permesso mio fratello prima di uscire dalla stanza per rispondere.
 
 
 
Daniele
<< Pronto? Ci sono novità? >> Domando al mio uomo.
<< Salve dottor Valencia, ho provato a chiamarla ieri sera ma risultava irraggiungibile! Ho effettuato quel controllo che mi ha chiesto, non ci sono aziende intestate a DiegoArmando Mendoza, a Lorenzo Mendoza o ad altri membri della loro famiglia. >> Mi fa sapere. Accidenti!
<< Maledizione! >> Esclamo. Ma allora cosa sono andati a fare alla Camera di Commercio e dal notaio?
<< Però ho un’altra notizia che potrebbe interessarle. Nel suo racconto aveva citato il nome di una ragazza, qual’era? >>
<< Roberta Mora Ribas, perché? >>
<< Per scrupolo ho effettuato un controllo anche su di lei e ho scoperto che poco tempo fa ha aperto un’azienda di investimenti, la RDL! >> Mi racconta. Ma certo, perché non ci ho pensato prima? Armando intestò la Terramoda a Betty ed era ovvio che quei due scemi non avrebbero intestato questa attività a loro nome.
<< Le sto faxando le informazioni. >> M’informa. Raggiungo il mio ufficio e studio il fax.
<< E come diavolo ha fatto ad aprire un’azienda con un capitale di 90.000 dollari? Ha vinto alla lotteria? >> Mi domando. Diego e Lorenzo non compaiono come soci ma ci gioco la mia testa che sono stati loro a mettere i soldi. E poi la ragione sociale dell’azienda è l’acronimo dei loro nomi!
<< Grazie Gastao, mi sei stato molto utile! >> Lo saluto prima di porre fine alla conversazione. Mio figlio Giulio entra nell’ufficio.
<< La mamma vuole che torni a tavola! >> Mi fa sapere. Gli passo il fax.
<< Cos’è? >> Si domanda mentre inizia a leggere. Sul viso di Giulio compare un ghigno.
<< Secondo te dove ha trovato 90.000 mila dollari? E perché tenere nascosta quest’azienda? >> Domando a mio figlio prima di prendere il fax dalle sue mani e riporlo nella mia 24 ore.
 
 
 
 
Camilla Senior
Mio fratello si distrae dalla guida quando pronuncio la parola “divorzio”. Inchioda bruscamente per non tamponare la macchina davanti a noi che è ferma al semaforo.
<< Camilla come sarebbe a dire che vuoi divorziare? Per quale motivo? >> Mi domanda sorpreso. Inizio a piangere.
<< La verità è che niente è più come una volta! La sua ambizione è diventata insopportabile, ho l’impressione di vivere di nuovo con la mamma! Kristoff non è più lo stesso uomo che mi ha giurato fedeltà sull’altare ed io non so più se lo amo! >> Gli confesso.
<< Io sono sconvolto… Non sapevo foste in crisi! >> Esclama.
<< Neanche Kristoff lo sa. Io non gli ho detto niente, non gli ho mai dato a vedere che con lui non sto più bene! >>
<< Camilla cara, è ancora tuo marito a dovrebbe sapere una cosa del genere, non credi? >>
<< La cosa assurda è che lui è convinto di non essere stato abbastanza per me in passato ed invece è adesso che per me non è abbastanza! Per non parlare di tutto il tempo che passa fuori casa, dei suoi continui Sabato sera in giro e non si sa se esce davvero con i suoi amici… Non vorrei che avesse… >> Non riesco neanche a dirlo!
<< No, un secondo Camilla. Sei tu che non lo ami più, come hai appena sottolineato, non immaginarti delle amanti per scaricarti la coscienza! >>
<< Io non lo so se lo amo ancora! E il mio comportamento è giustificabile con il suo radicale cambiamento. Sta cercando di far accasare nostra figlia con un uomo ricco, lo sapevi? Anzi mi correggo, con un Valencia! E’ ossessionato da questa storia, sembra un pazzo! Come se a Lena potessero mancare i mezzi di sostentamento semmai restasse zitella, come avverrà con ogni probabilità, visto come tratta gli uomini! >>
<< Mi è giunta voce che vuole separare mia figlia dal suo fidanzato. Inizialmente non è che facessi i salti di gioia per questa unione ma vedo mia figlia felice come un pasqua perciò ascolta bene Camilla, se non divorzi resterai vedova, in ogni caso preparati a rinunciare a tuo marito! >> Minaccia mio fratello. Mi asciugo le lacrime con un fazzoletto di carta.
<< A proposito di Lena ti vorrei chiedere una cosa. Non ci sarebbe un ruolo per lei in azienda? Anche piccolo, uno stage sottopagato o part-time così, oltre a guadagnarsi la pagnotta, la smetterà di ciondolare tutto il giorno e si terrà impegnata! Oltretutto ha anche mollato gli studi, se imparasse un mestiere sarebbe un bene! >>
<< Camilla posso subito dirti che in amministrazione non ci sono posti vacanti. E ad ogni modo non potrebbe occupare una poltrona dirigenziale non essendo laureata! Ne potresti parlare con Diego più tardi, magari le troverà qualcosa da fare in azienda! Sempre che Lena accetti! >>
<< Sarà costretta a farlo perché mamma Camilla ha deciso di chiudere i rubinetti! >> Sentenzio.
 
 
 
Cèsar
<< Ciao, grazie per essere venuto! >> Mi saluta Alexander avvicinandosi a me dopo essere sceso dalla sua auto sportiva.
<< Non devi ringraziarmi. La lettera? >> Gli domando e lui me la passa. Dietro di essa ha scritto il nome di Olga con un cuoricino accanto. La ripongo nella tasca posteriore dei jeans che indosso.
<< Mi raccomando… >>
<< Lo so, devo stare attento che mio padre non la veda! Non preoccuparti! Ti offro un caffè? >> Gli domando indicando il bar dall’altro lato della strada.
<< Spero non ti offenderai ma non posso, devo correre al lavoro. Possiamo trovarci un giorno di questi magari. >> Declina riavvicinandosi all’auto.
<< Come vuoi, a presto! >> Ci salutiamo sventolando la mano e lui se ne va. Se Diego non mi dovesse riassumere all’Ecomoda potrei cercare un impiego come postino! Fermo un taxi e ci salgo sopra. Dopo aver fornito l’indirizzo all’autista il mio cellulare squilla: è una chiamata di Martìn, chiamata che rifiuto senza pensarci su due volte. E’ inutile tornare a parlare dell’argomento, io per Martìn non provo niente.  I miei pensieri sono occupati da Michael! Pensare che mi ero recato all’aeroporto di Madrid diretto a Bogotà per chiarire una volta per tutte ogni cosa, spiegargli il perché del mio comportamento. Mentre attendevo il volo mi ero anche preparato un discorso, prima di cambiare la mia destinazione. Sì, lo so che siamo nel ventunesimo secolo ed esistono i cellulari e la posta elettronica, ma certe questioni le vorrei affrontare di persona! Per ingannare il tempo apro la mia casella di posta elettronica dal cellulare e perdo ogni facoltà mentale. Il mio dito trema mentre premo l’anteprima di questa e-mail che mi arriva da Michael così da aprirla meglio per leggerla.
 
 
Ciao Cèsar,
so bene che questa mia e-mail ti sorprenderà, e non poco immagino. Prima che tu partissi sono accadute tra noi tante cose confuse e finalmente ho trovato il coraggio di scriverti per chiarire tutto. Per te tutto è iniziato il giorno dell’elezione del nuovo presidente, quando siamo rimasti chiusi in ascensore, ma per quanto mi riguarda i miei sentimenti per te risalgono a tempo addietro. E’ iniziato tutto quando sono tornato da Parigi, cinque anni fa, e ti ho rivisto a quella festa di Natale, la sera in cui la tua ragazza di quel tempo, che avevi invitato per presentarla ai tuoi genitori e ai Mendoza, ti ha lasciato in tronco tramite un messaggino. Ricordo come se fosse ieri quel momento in cui sono entrato nel bagno degli uomini e ti ho sorpreso a tirare pugni al contenitore delle salviette, con gli occhi velati di lacrime e la morte nel cuore. Mi urlasti contro “cosa vuoi?” e io dissi che volevo solo usare il bagno. Per tutto il tempo tu hai continuato a picchiare quel pezzo di plastica. Mentre mi stavo lavando le mani mi hai chiesto se avevo mai attraversato la più grande delusione amorosa della mia vita ed io ti risposi di no. Probabilmente cercavi solo di sfogarti e lo avresti fatto anche con un addetto alle pulizie o con mia nonna se fossero entrati in quel bagno al mio posto! Di te non so quasi niente, non so neanche se credi al destino, ma io credo sia stato un segno del destino che sia stato io ad entrare nel bagno in quel momento e non qualcun altro. Mi dicesti queste parole, le ricordo come se fosse ieri: “Beato te… A volte perdiamo troppo tempo a pensare a qualcuno che non ha pensato a noi nemmeno per un secondo…”.  Io ti risposi che te tra cinque, dieci o vent’anni avresti riso di questo e che non avresti più commesso l’errore di fidarti della persona sbagliata. Quella sera, vedendoti così fragile e senza filtri, qualcosa dentro di me si è mosso ed è stato in quel momento che mi sono innamorato di te. Probabilmente leggendo queste mie parole sarai inorridito e mi reputerai un cretino, visto che, prima della tua partenza, hai più volte ribadito che per te non sono nessuno.
Lo so che non ho alcun diritto di intromettermi nella tua vita privata… Ma non posso stare a guardare mentre la persona che hai scelto ti inganna. Probabilmente dopo aver letto questa e-mail ce l’avrai con me e ti farò ancora più schifo di quanto già non te ne faccia ora. Qualche giorno fa di fronte all’Ecomoda si è presentata una donna, stava cercando te ma ha incrociato Diego e Francesco. Quando ha chiesto chi fosse il direttore del personale e Francesco si è presentato come tale la donna in questione lo ha scambiato per te accusandolo di avere una storia con suo marito. Ha anche lasciato come ricordo la stampa di una e-mail inviata dall’account del tuo ufficio a Martìn, nella quale asserivi di aver passato con lui una bella serata , compreso il dopo cena. Quella donna è la moglie di Martìn. Non so se tu sei al corrente che il tuo ragazzo è sposato e se la cosa ti sta bene… Se così fosse scusa per questa e-mail. E’ inutile dire che leggere quella e-mail mi ha devastato per tre motivi: il primo è che mi sono innamorato di te, ti ho amato silenziosamente fino a che questi sentimenti hanno iniziato a pesare dentro di me, il secondo motivo è che scoprire la bugia che mi hai detto sui tuoi gusti sessuali mi ha deluso il che è ridicolo visto che non siamo neanche amici e non mi devi sincerità, e per terzo mi dispiace che ancora una volta tu abbia dato fiducia a chi non ne meritava e pensato a chi ti ha solo usato.
Alla fine di questa mia missiva sarai scocciato dalle mie parole, inorridito probabilmente e deluso oltre che arrabbiato con il tuo uomo. Scusa se ti ho seccato e scusa se ho infranto il tuo sogno d’amore.
Michael.
P.s.: Stai tranquillo, la notizia della tua omosessualità non ha fatto il giro. Lo sappiamo io, Diego e Francesco. Di quest’ultimo mi fido ciecamente, è stato lui a darmi la stampa della e-mail quando gli ho raccontato dei sentimenti che nutro verso di te.
 
 
Ho gli occhi colmi di lacrime e un sorriso che da orecchio a orecchio quando arrivo alla fine di questo messaggio scritto. Sono stato un idiota, un cretino, un vigliacco, un imbecille! E questo ragazzo, nonostante i miei duri rifiuti, non ha smesso di pensare a me e mi sta ancora aspettando! Sono un’imbecille perché ho sempre avuto la felicità davanti agli occhi e l’ho più volte scansata.
<< Siamo arrivati. Ma si sente bene? >> Mi domanda il taxista.
<< Sì, tenga il resto. >> Gli rispondo passandogli del contante. Scendo dall’auto e mi precipito in casa perché ho fretta di accendere il PC e di rispondergli che lo amo anche io e che ho lasciato quel farabutto di Martìn perché il mio intento era tornare a Bogotà per lui! Basta scappare da ciò che provo e che sono!
 
 
 
Diego
Silvia, che ha accettato l’idea della cena e mi ha ringraziato, in questo istante sta parlando al telefono con sua madre. Quando lei le chiede di Lorenzo il suo viso si rattrista.
<< Si mamma, ci siamo lasciati… Te lo racconterò di persona!.... Ok mamma, saluta Michel, Grace e Theo. Ciao e a presto, un bacio! >> La saluta prima di porre fine alla conversazione.
<< Mia madre parteciperà e ci saranno anche il suo compagno con i suoi figli! >> Ci informa Silvia.
<< Bene, più siamo e meglio è! >> Chiosa Camilla disegnando una V di fianco ai nomi delle persone che hanno dato conferma. Massimiliano entra in caffetteria in compagnia di Jimmy.
<< Buongiorno! >> Salutano.
<< Buongiorno. >> Rispondiamo di rimando io, Isabella, Silvia, Francesco e Camilla mentre consumiamo la nostra colazione.
<< Parteciperete alla cena per il mio compleanno? >> Domanda loro Silvia. Fa che l’italiano dica di no, ti prego!
<< Dove si terrà? >> Domanda Massimiliano. Magari quando saprà che si terrà da me declinerà l’invito.
<< A casa mia! >> Mi faccio avanti. Mi guarda come se fosse avessi tre teste.
<< Ci farebbe piacere se venissi! >> Interviene Silvia prendendo in causa un po’  tutti. A me non cambia la vita!
<< Non saprei veramente… >>Interviene in imbarazzo per il mio invito. Mia sorella con una pedata data sotto al tavolo mi invita a dire qualcosa.
<< Come ha detto Silvia ci farebbe piacere se venissi. >> Intervengo con un sorriso forzato.
<< Allora posso segnare la tua presenza? >> Gli domanda Camilla.
<< Va bene signorina Mendoza, e grazie per l’invito. >> Risponde osservando di preciso me e Isabella.
<< Figurati, grazie di venire. >> Risponde Isabella. Trangugio ciò che resta del mio caffè cercando di dominare l’Otello che è in me.
<< Salve a tutti! >> Saluta Lorenzo entrando in caffetteria con Roberta.
<< Buongiorno. >> Saluta Roberta mentre si avvicina al nostro tavolo con Lorenzo. Ma vanno a dormire anche insieme di recente? Stanno sempre insieme!
<< Ciao! >> Saluta con entusiasmo Camilla. Tutti noi, tranne Silvia, li salutiamo chi con più entusiasmo e chi meno.
<< Grazie ancora per l’iniziativa e per aver messo a disposizione casa tua Diego, vado a vedere se Ugo è arrivato e ha degli incarichi per me. >> Dichiara Silvia alzandosi. E’ evidente che non vuole condividere la stessa stanza con Lorenzo e Roberta.
<< Con permesso Dottor Mendoza. >> Interviene, con freddezza e imbarazzo, cercando di passare accanto a Lorenzo che ostruisce il passaggio.
<< Prego. >> Risponde lui. I due non si guardano negli occhi e anche mio fratello mi sembra piuttosto a disagio come lo è Silvia.
<< La raggiungo. Francesco vieni con me? >> Annuncia Isabella alzandosi.
<< Certo! >> Risponde Francesco. Mi saluta con un casto bacio sulle labbra prima di inseguire la sua amica.
<< Buongiorno signora Betty. Buongiorno anche a voi signor e signorina Huber. >> Saluta Isabella incontrando parte della mia famiglia sull’uscio.
<< Buongiorno signori. >> Saluta generalmente Francesco.
<< Salve, scappate via? >> Saluta e domanda mia madre.
<< Buongiorno. >> Salutano senza coinvolgimento mio zio e mia cugina.
<< Sì, abbiamo appena finito di fare colazione. Per qualsiasi cosa sono al mio posto! >> Interviene la mia fragolina allontanandosi. Mia madre, mio zio e mia cugina si avvicinano a noi e proseguo i saluti di buon giorno.
<< Cosa state facendo? >> Domanda Lorenzo gettando l’occhio sulla lista degli invitati.
<< Daremo a casa mia una cena per il compleanno di Silvia questo Martedì, stavamo chiedendo conferma agli invitati. >> Rispondo. Roberta e Lorenzo si scambiamo uno sguardo complice senza sottolineare che non sono in questa lista essendo cosa sottointesa.
<< Papà e zia? >> Domanda Camilla osservando che non ci sono.
<< Arriveranno tra poco, dovevano parlare da soli. >> Spiega mia madre.
<< Noi torniamo al nostro lavoro dato che mancano 5 minuti all’inizio dell’orario di ufficio! >> Annuncia Jimmy. Tutti noi consultiamo l’orologio e ci alziamo dalle sedie.
<< Meglio, prima che arrivi la famiglia Addams e Daniele trovi un pretesto per litigare! >> Interviene mio fratello.
<< Lo troverà lo stesso, figliolo! >> Interviene mia madre.
<< Prendo servizio alla reception, buon lavoro. >> Saluta Massimiliano.
<< Buon lavoro anche a lei! >> Rispondiamo più o meno in coro. Quando raggiungiamo l’amministrazione dall’ascensore escono mio padre in compagnia di mia zia e vi entrano Jimmy e Massimiliano. I quattro si scambiano il saluto di buongiorno.
<< Ciao papà, prendiamo posto in sala riunioni, cosa dite? >> Suggerisco.
<< Ciao Diego, ciao ragazzi. Sì accomodiamoci durante l’attesa. >>  Concorda mio padre.
<< Io vorrei prima scambiare quattro chiacchiere privatamente con te Diego! >> Interviene mia zia.
<< Certo zia, andiamo in presidenza! >> Propongo.
<< Buongiorno Camilla cara! Sei in splendida forma, anche se il tuo faccino mi sembra un po’ sbattuto! >> La saluta Ugo Lombardi giungendo dall’atelier conciato come un minorato mentale. Indossa una lunga tunica bianca, un cappellino a maglia e un boa di piume.
<< Ciao Ugo! Ti trovo benissimo! >> Lo saluta mia zia.
<< Ugo, come sottolinei tu spesso verso le nostre impiegate questa è un’azienda di moda. Per tanto ti dispiacerebbe vestirti da essere umano almeno nei giorni di riunione? >> Gli domando leggermente seccato.
<< Tu non capisci un tubo! >> Mi riprendere.
<< Ugo, ti chiedo gentilmente di cambiarti e di vestirti in modo consono ad una riunione e non a un pigiama party! Chiedo troppo alla tua bella testolina?! >>
<< Tzzz! >> Esclama tornando indietro verso l’atelier per cambiarsi quindi per accontentarmi. Mia zia si porta una mano davanti alla bocca per nascondere un risolino. La faccio accomodare per prima nel mio ufficio.
<< Dimmi zia! >> La esorto.
<< Io ti vorrei fare una richiesta. Ci sarebbe in azienda una mansione da affidare a mia figlia? Anche che si tratti di uno stage o di un impiego part-time! >> Mi chiede andando dritta al punto. Oddio, conosco qualcuno che non farebbe i salti di gioia.
<< Zia come saprai senza laurea non può ricoprire nessun ruolo dirigenziale, e comunque i ruoli dirigenziali sono tutti assegnati. Chiederò al direttore del personale se c’è qualche posto vacante in altri reparti. Un licenziamento, un pensionamento, un congedo per maternità ad esempio! Cosa ne dici di affrontare l’argomento direttamente con il consiglio? Francesco è di là chiediamo subito a lui. >> Propongo. Facciamo il nostro ingresso nella sala del consiglio dove si sono già accomodati tutti. Io mi siedo a capotavola dove, alla mia destra, siede anche mia madre. Alla mia sinistra siedono in ordine mio fratello, Roberta, Francesco, mio zio, mia zia, e mia cugina. Ci sono tre posti vuoti e all’altro capo della tavola siede Ugo.
<< Questi tre posti sono per Patty, Marce e Bea. Oddio, non vedo l’ora di rivedere Marce! >> Interviene Ugo indicando il posto alla sua destra e i due posti alla sua sinistra. Alla destra di mia madre siedono in ordine mio padre e mia sorella.
<< Mentre aspettiamo l’arrivo dei Valencia vorrei sottoporre a Francesco il problema che mi ha presentato mia zia. Ella vorrebbe che Lena venisse assunta in azienda! >> Annuncio. L’espressione di mia sorella si fa dura.
<< Perché? Non ha bisogno di lavorare. >> Interviene suo padre.
<< Esatto mamma! Perché dovrei farlo? >> Si lamenta Lena. Se non vuole neanche, andiamo bene! Rischiamo di dare lo stipendio ad una scansafatiche!
<< Perché credo sia arrivato il momento che ti responsabilizzi. Attualmente non studi neanche più, vuoi passare la vita a non fare niente? >> Interviene sua madre. Mia cugina sbuffa.
<< Come ti stavo illustrando poc’anzi zia, senza laurea non potrebbe ricoprire un dirigenziale, senza contare che sono tutti assegnati e i posti di segretaria sono tutti occupati, su questo piano siamo al completo! >> Intervengo.
<< Ecco, vedi mamma? Anche volendo lavorare, per me non ci sarebbe posto! >> Interviene mia cugina convinta di aver vinto anche questa battaglia. Sapevo che era nata comoda ma ciò che vedo mi lascia allibito!
<< A parte il fatto che non è l’unica azienda sulla faccia della terra, comunque Diego ed io ci interrogavamo se ci fosse qualche altro posto vacante! >> Interviene mia zia.
<< Tipo in produzione in caffetteria o in magazzino? >> Domanda Francesco. Afferra il tablet e compie delle ricerche.
<< Ah no, la cameriera no! >> Si lamenta Lena.
<< Ci sono persone che darebbero la vita per lavorare in un bar, anche come lavapiatti, figurati per avere ciò che hai tu! Ti potresti anche accontentare! >> Interviene mia sorella.
<< Parli bene tu che con quattro scarabocchi che fai guadagni un sacco di soldi! >> Risponde Lena. Si salvi chi può!
<< 4 SCARABOCCHI? E’ COSì CHE CHIAMI IL LAVORO DI CHI HA STUDIATO, DI CHI SI E’ FATTO E SI FA VENIRE IL TORCI COLLO PASSANDO MOLTE ORE AL GIORNO CHINO SU UN TAVOLO PER SUDARSI IL PROPRIO SALARIO E LA PRORIA FAMA?! >> Tuona mia sorella.
<< E questa specie di villana e incompetente da dove è uscita fuori? >> Interviene Ugo Lombardi con tono di voce più pacato.
<< NON SI AZZARDI A OFFENDERE MIA FIGLIA! >> Tuona mio zio verso Ugo. Mi porto una mano alla fronte. E pensare che questa riunione è appena iniziata e non sono neanche arrivati i Valencia!
<< DATEVI UNA CALMATA! >> Si intromette nella discussione mio padre. Mia madre cerca di rabbonirlo.
<< Armando, stai calmo e seduto! >> Lo implora.
<< Lena chiedi immediatamente scusa a tua cugina. >> Le ordina mia zia celando la sua ira.
<< Scusa. >> Recita Lena sorridendo come un ebete e sbattendo le ciglia. Mia sorella la guarda trucemente.
<< Questo pagliaccio offende mia figlia e dobbiamo essere noi a scusarci? >> Si lamenta Kristoff.
<< Senta, signore, qui di pagliaccio ce n’è solo uno e di certo non sono io! Camilla cara era quasi meglio se quel giorno fossi rimasta con Daniele e avessi sposato lui! >> Interviene Ugo unicamente per provocare mio zio.
<< PROVA A RIPETERE QUELLO CHE HAI DETTO?! >> Lo minaccia mio zio scattando in piedi. Mio padre e Lorenzo si alzano in piedi, e tra i due mio fratello è più veloce di mio padre a prendere parola.
<< ZIO, NON TI PERMETTERE DI TRATTARE COSì I MENBRI DI QUESTA AZIENDA! E’ GRAZIE A NOI SE CONTINUA AD ANDARE AVANTI, SPECIALMENTE GRAZIE AI 4 GHIRIGORI DI MIA SORELLA E GRAZIE A UGO LOMBARDI, ED E’ GRAZIE A LORO SE TUA MOGLIE PERCEPISCE IL SUO ASSEGNO DI CUI ANCHE TU USUFRUISCI COME UN PARASSITA! NON CERTO GRAZIA ALLA TUA FIGLIOLA! >> Gli urla contro Lorenzo azzittendolo. Mio zio torna a sedere. Lorenzo l’ha messo k.o.
<< Io non avrei potuto esprimere meglio il concetto. >> Interviene mio padre.
<< Francesco, ci sono dei posti vacanti? >> Gli domando per cambiare argomento e fermare gli scontri.
<< Sì. Il magazziniere apprendista che avevate assunto si è dimesso! >> Ci fa sapere.
<< E cosa dovrei fare? Quanto guadagnerei? >> Si domanda Lena.
<< Non guadagneresti molto trattandosi di un ruolo di apprendista che per te calza a pennello visto che non conosci il mestiere. Il tuo lavoro consiste nell’affiancare il capo magazziniere nei compiti di ricezione degli ordini, i quali arrivano dai vari punti di vendita Ecomoda e non, che dovranno essere correttamente trasmessi al reparto produzione, nella preparazione di questi, nel carico e scarico dei camion, nella gestione delle forniture. Il contratto è trimestrale. >> Le spiego.
<< A me sembra un’ottima opportunità. Non sarebbe affatto male fare carriera e diventare capo magazziniere, il quale guadagna un discreto stipendio. >> Interviene mia zia.
<< E va bene. Ma dimmi te se con tutti i soldi che ho mi devo mettere a lavorare! >> Brontola Lena lasciandoci tutti di sasso.
<< Io sono ricca, tu no, specialmente se decido di chiudere i rubinetti, con tutti! >> Sentenzia mia zia, facendo un velato riferimento a suo marito.
 
 
 
Massimiliano
Fisso un punto imbambolato del muro mentre penso a lei. Mia madre ha ragione, non posso conoscere i pensieri di Giulia e anticipare le sue risposte. Jimmy si posiziona dietro di me.
<< Eh sì, è proprio un bel muro! >> Commenta per deridermi. Mi volto e lo sorprendo che punta lo sguardo nella stessa direzione in cui lo stavo puntando io.
<< Non fare lo scemo! >> Lo rimprovero. Lui torna dall’atra parte del bancone della reception.
<< Non mi vuoi proprio dire cos’hai? >> Mi domanda.
<< Giulia ed io stiamo insieme. >> Gli confesso.
<< Lo sapevo! Che bell’acchiappo che hai fatto, amico! >> Chiosa tutto gasato per la notizia.
<< Non è un fagiano e io non sono un cacciatore perciò non ho fatto nessun acchiappo! La cosa che mi crea dei pensieri sono le differenze tra noi. Ieri abbiamo incontrato dei suoi amici e lei non mi ha presentato. Inoltre uno di quei tizi, che sembrava desiderare la sua compagnia in modo particolare, mi ha dato del buffone e lei non gli ha detto nulla, capisci? >>
<< Questi ricchi danno dei maleducati a noi ma il vero è che è ben poca cosa rispetto a quello che sono loro! >> Commenta Jimmy.
<< Non le ho neanche detto che tra un mese e mezzo lascerò questo posto di lavoro e che avevo in programma di partire, non so se questa è solo una storia di sesso o se c’è di più! >>
<< Siete mai usciti insieme? Se passate tutto il tempo a letto è una storia di sesso, e non mi lamenterei comunque, se invece fate dell’altro insieme è una storia a tutti gli effetti! >>
<< Ieri siamo stati al cinema! Ci siamo tenuti per mano e abbracciati come una normalissima coppia. Però non posso neanche passare per cretino ogni volta che incontriamo dei suoi amici! >> Mi lamento.
<< Parla con lei, rimproverale il comportamento di ieri sera e sta a vedere come risponde. Io vado al piano di sopra a consegnare questa posta! >> Mi avvisa, prima di prenotare l’ascensore.
Questa mattina non l’ho ancora vista ma credo arriverà a momenti visto che c’è quella riunione. Sto sistemando il tavolo del bancone quando sento delle voci provenire da fuori e vedo delle figure dietro al porta.
<< Che bello riaverla qui signora Marcella. Buona giornata signori Valencia! >> Saluta Wilson aprendo la porta. Le prime ad entrare sono due signore che non ho mai incontrato prima, suppongo siano le zie di Giulia.
<< Buongiorno, benvenuti all’Ecomoda! >> Saluto tutti.
<< Buongiorno. >> Mi augurano i genitori di Giulia e suo fratello Giulio.
<< Buongiorno Massimiliano. >> Mi salutano David e Michael Valencia.
<< Buongiorno a lei! >> Mi saluta Giulia. Ci scambiamo un lungo sguardo.
<< Massimiliano, le presento le mie zie Mariabeatrice e Marcella Valencia. Lui è Massimiliano Zanonato, l’addetto alla reception. >> Ci presenta David.
<< Onorato. >> Rispondo stringendo la mano di entrambe.
<< Quando ha finito di fare la radiografia a mia figlia ci potrebbe annunciare? >> Chiede pungente il padre di Giulia che si è evidentemente accorto che la stavo fissando. Prendo in mano la cornetta e mi metto in contatto con Annamaria.
<< Spero vivamente che non sia questo il fantomatico ragazzo… >> Sento che sussurra suo padre verso Giulia. Lei mi guarda con aria imbarazzata e io sento il mio cuore andare in pezzi.
<< Sì Annamaria, buongiorno. E’ arrivata la famiglia Valencia, stanno per salire. >> Annuncio.
<< Buona giornata! >> Mi augurano le zie di Giulia.
<< Buon lavoro Massimiliano. >> Mi augura Giulia entrando in ascensore.
<< Anche a lei signorina Valencia. Auguro a tutti una buona giornata. >> Saluto. L’ascensore si chiude spezzando la linea invisibile che univa i nostri sguardi.
 
 
 
 
 
Marcella
Se escludiamo il colore delle pareti e gli arredi l’azienda è identica a molti anni fa. Quando le porte dell’ascensore si spalancano vengo travolta da saluti di ogni tipo da parte delle componenti della banda delle racchie. Indirizzano anche saluti più formali e meno euforici a mio fratello, a mia cognata, a mia sorella e ai miei nipoti.
<< Signora Marcella! Ben tornata in azienda! >> Mi augurano più o meno una alla volta. Sono invecchiate esteriormente ma guardandole così non mi sembrano molto diverse.
<< Grazie a tutte. Il giovanotto chi è? >> Domando verso un tipo con i capelli castani che si erge di fianco ad Annamaria.
<< Signora Marcella, lui è Jimmy! >> M’indica Annamaria. L’ultima volta che l’ho visto era un bambino pestifero!
<< Molto piacere, Jimmy Contreras Fuentes. >> Si presenta il giovane.
<< Marcella Valencia. Non so se si ricorda di me, era un bambino l’ultima volta che ci siamo visti. >> Affermo.
<< Certo che mi ricordo di lei dalle volte in cui mia madre mi portava in azienda e mio padre badava a me. >> Risponde.
<< Lei e Freddy vi siete sposati? >> Domando contenta per loro, dopo tutto le ho fatto capire io che faceva bene a concedere una possibilità a Freddy.
<< Sì, abbiamo anche una figlia di 22 anni, Anna! >> Mi spiega.
<< Signora Marcella lei è Isabella Carissi, la nuova segretaria della direzione finanziaria, che è stata assunta dopo il pensionamento di Sofia.  E le presento Silvia Duarte, modella di sartoria. Sono i due nuovi acquisti della banda! >> Mi spiega fiera Sandra. Stringo la mano ed entrambe e ci presentiamo. Annamaria si avvicina alla sua scrivania e telefona per annunciarci.
<< E voi avete figli? >> Domando alle altre della banda. O sono ancora zitelle come mia sorella?
<< Certo signora Marcella, ci siamo anche sposate! I nostri figli sono grandi e tutti all’estero per studiare. >> Mi spiega Mariana.
<< Hai visto Marce? Sono andate a Lourdes. >> Ridacchia Patrizia.
<< Forse avrebbe dovuto andarci anche lei bionda finta… >> Sussurra Sandra guardando mio fratello.
<< Ha detto qualcosa? Dalla sua bocca sono usciti dei suoni imprecisi, è regredita alla fase dell’infanzia a quando non sapeva parlare correttamente o è un effetto della vecchiaia? >> La rimbrotta Daniele. Quelle della banda lo guardano sbigottite e nessuno ha il coraggio di rispondere indietro a mio fratello. Iniziamo bene! Daniele non ha perso il suo pungente humour e la sua asocialità! Dalla sala del consiglio esce un giovanotto con i capelli castano/neri cortissimi e la barba curata, indossa un elegante completo grigio, camicia bianca e cravatta gialla. Non serve un genio per capire che è uno dei gemelli di Armando e Betty.
<< Buongiorno Daniele, Patrizia, Giulio, Michael, David, Giulia, Mariabeatrice. Signora Marcella le porgo i miei saluti e un ben tornata, sono DiegoArmando Mendoza, il neo-presidente! >> Si presenta l’educato giovanotto. Stringo la sua mano.
<< Avevo capito che fosse il figlio di Armando e Beatrice. Marcella Valencia, molto piacere. >>
<< Ci accomodiamo? >> Suggerisce Patrizia. Ci avviamo verso la sala dal consiglio.
<< Ah, signorina? Le dispiacerebbe portarmi un caffè? >> Domanda Daniele a Isabella, la ragazza che mi è stata presentata poc’anzi.
<< Daniele, devo ripetere a te quello che ho detto poco tempo fa a tua figlia?! >> Si scalda subito il presidente.
<< Cos’ha fatto di male? Qualcuno dovrà servire i caffè a tutto il consiglio! >> Interviene Giulio.
<< Magari tua madre ci era abituata, visto che non poteva essere utile in nessun altro modo a quest’azienda! Ma oggigiorno c’è una linea diretta da ogni ufficio alla caffetteria, ti basta premere un tasto e usare la tua urticante voce da stupido! >> Risponde a tono Diego. Sembra un salto nel tempo, mi sembra di ascoltare mio fratello e Armando che battibeccavano!
<< Hai detto qualcosa su mia madre? >> Si fa avanti Giulio.
<< Giulio, non mi sembra il caso di rispondere indietro, e poi io non mi vergogno di aver servito i caffè al consiglio di amministrazione, di aver avuto incarichi di responsabilità in previsione di una riunione, di essermi occupata personalmente dell’organizzazione dei consigli di amministrazione! >> Interviene fiera Patrizia. Sì, come no! Un’organizzazione impeccabile! Tutto sulle sue spalle!
<< Non si sarebbe scaldato tanto se avessi chiesto la medesima cosa ad Annamaria o a Berta. La signorina è una segretaria al pari del loro livello e se io le impartisco un ordine dev’essere eseguito, spero sia chiaro! >> Asserisce mio fratello. L’espressione di Diego s’indurisce. La ragazza si alza dalla sedia dietro la sua scrivania.
<< Il dottor Valencia ha ragione, Diego. Va bene caffè per tutti? >> Domanda conferma la ragazza, dando del tu al presidente. Ne deduco che siano intimi. Annuiamo. Perché mio fratello continua a comportarsi in questo modo con i Mendoza?
<< Daniele sei venuto qui per litigare? >> Gli domanda a muso duro Diego.
<< Io ho solo chiesto un caffè, sei tu che hai alzato un polverone. >> Risponde mio fratello mentre apre la porta della sala riunioni e facciamo la nostra entrata. I miei occhi incrociano immediatamente quelli di Armando e poi quelli di Betty. I due poi si scambiano uno sguardo reciproco mentre si tengono la mano sul tavolo. Ugo mi travolge in un abbraccio.
<< MARCEEEEE! >> Urla. Ci abbracciamo con affetto prima di scambiarci un guancia a guancia. Dopo di che Ugo saluta mia sorella e mia cognata. Si alzano tutti e a turno stringo loro la mano, a cominciare da Armando e Betty.
<< Marcella, ben tornata in azienda. >> Mi saluta Armando. Stringo la sua mano senza provare nessuna emozione di sorta.
<< Grazie Armando. Salve Beatrice. >> La saluto stringendo la sua mano.
<< Signora Marcella ben tornata. >> Mi saluta.
<< Signora Marcella le presento mia sorella Camilla, la nuova stilista dell’azienda da due anni a questa parte, che un giorno prenderà in carico anche il lavoro di Ugo Lombardi, Francesco Mèsa il direttore del personale, mio fratello Lorenzo, vice direttore commerciale e Roberta Mora, direttore finanziario. >> Mi illustra il presidente.
<< Piacere di conoscerla. >> Mi saluta mia nipote tendendo la mano verso di me. La strino mentre non smetto per un secondo di fissare i suoi occhi azzurri, uguali a quelli di Patrizia.
<< Piacere mio Roberta. >> Le nostre mani sembrano come incollate, così come i nostri sguardi, e passa qualche secondo prima che decidiamo di separarci.
<< Marcella, è da una vita che non ci vediamo. Ti ricordi di mio marito Kristoff? E lei è nostra figlia Lena. >> Mi saluta Camilla Mendoza, la sorella di Armando.
<< E’ piacere rivedervi. >> Rispondo. Nel frattempo mio nipote Giulio ha preso posto accanto a Lena, Patrizia accanto a Giulio. Accanto a Patrizia siede Ugo ella sua sinistra mi accomodo io, alla mia sinistra siede mia sorella, continuando con Daniele, Giulia, Michael e per terminare con David che siede accanto alla sua ragazza, la quale avevo ragione a sospettare che fosse bellissima, nonostante il passato da racchia della madre. Ugo inizia subito a parlarmi, deciso a raccontarmi nei minimi dettagli cos’ha fatto in questi 26 anni.
<< Potete rimandare a dopo le vostre confessioni? Grazie! >> Ci domanda il presidente, evidentemente infastidito dal brusio che stavamo causando.
<< Noioso! >> Commenta Ugo verso Diego.
 
 
 
Daniele
Appena mio figlio diventerà presidente lo obbligherò a dare une rinfrescata a quest’azienda! Iniziando con il cacciare quella banda di sfaticate che scaldano le sedie. Una di loro entra nella stanza insieme a Mario Calderon che le tiene la porta aperta.
<< La ringrazio dottor Calderon, permesso. >> Chiede la ragazza, reggendo un vassoio colmo. Il suo ragazzo si alza per aiutarla. Ma dimmi te se il presidente deve mettersi a servire i caffè!
<< Buon giorno a tutti! >> Saluta generalmente Mario Calderon. Tutti rispondiamo al saluto, nessuno con troppo entusiasmo, e lui prende posto sulla sedia vuota tra mia moglie e Giulio.
<< Grazie cara. >> Ringrazia Betty verso la nuova ragazza di suo figlio, quando le serve la tazza che contiene il liquido nero fumante.
<< Come si chiama quella ragazza? >> Chiedo a mia figlia, che siede alla mia sinistra, sussurrando.
<< Isabella… Carini, Casini… una cosa del genere! >> Mi risponde, svampita come sua zia.
<< Carissi? >> Do l’imbeccata.
<< Sì papà, bravo! Perché? >> Mi domanda. Scuto il capo. 
<< Signor Armando mi sono permessa di farle preparare una tisana al posto di un caffè! >> Fa presente Isabella facendo la lecchina con Armando.
<< Grazie Isabella, sei stata gentile. >> Risponde Armando accettando la tazza.
<< Armando, mi dispiace per quanto ti è successo. Spero tu stia meglio ora! >> Interviene mia sorella Marcella. Viene avviata una noiosa conversazione sulle condizioni di salute di Armando. Isabella nel frattempo continua a servire i caffè e arriva il mio turno.
<< Dottor Valencia… >> Annuncia protendendosi per posare la tazzina sul tavolo. Tazzina che invece le cade di mano rovesciandomi il caffè addosso. Balzo in piedi e si spaventa per il mio gesto.
<< MA VUOLE FARE ATTENZIONE?! >> Le tuono contro. La ragazza diventa di tutti i colori.
<< Sono costernata dottor Valencia… >> Biascica. Perché adesso mi viene in mente Ingrid? Sarà perché il gesto di versarmi il caffè addosso è qualcosa che è accaduto con Ingrid quando era appena stata assunta.
 
<< Avanti. >> Affermai al sentir bussare alla porta. La nuova cameriera entrò reggendo il vassoio con il caffè che le avevo appena chiesto.
<< Com’era il tempo il Brasile? >> Le domandai pungente.
<< Mi scusi dottor Valencia? >> Domando lei dopo aver posato il vassoio sul mio tavolo.
<< Visto che ho ordinato questo caffè l’altro ieri credevo che fosse andata a raccogliere chicco per chicco in Brasile! >> La rimproverai. Ci aveva messo una vita!
<< Mi dispiace, c’è molto da fare in casa. Stavo lavando i piatti, bisogna stirare… >> Cercò di giustificarsi.
<< Mi stai rispondendo di rimando?! >> La rimbrottai.
<< No dottore, scusi! >> Rispose mestamente.
<< Lasci lì il caffè e se ne vada! >> Le ordinai bruscamente. Lei, invece di prendere alla lettera le mie indicazioni, prese la tazza dal vassoio per sposarla accanto a me ma le cadde riempiendo di caffè tutte le carte sparse sul tavolino.
<< NON CI SENTE?! LE AVEVO DETTO DI LASCIARE Lì IL VASSOIO E DI ANDARSENE! GUARDI COS’HA COMBINATO! >> Le urlai contro.
<< Io… io sono costernata dottor Valencia! >> Biascicò.
<< LEI E’ UN TOTALE IMPIASTRO, NON CAPISCO COME ABBIA FATTO MIA MOGLIE AD ASSUMERLA! >> Continuai inalberato mentre la giovane cameriera divenne di tutti i colori.
 
 
<< DANIELE, NON ALZARE LA VOCE CON LEI! >> Mi riporta alla realtà Diego con le sue grida.
<< Il dottor Valencia ha ragione… dovevo fare più attenzione! >> Interviene questa ragazzina con aria mesta.
<< Grazie per la concessione, signorina Carissi. >> Sghignazzo.
<< Sei veramente imbranata. >> Ridacchia Giulia.
<< GIULIA! SEMPRE MEGLIO ROVESCIARE UN CAFFEè PIUTTOSTO DI NON RICORDARE NEANCHE LE LETTERE DELL’ALFABETO NEL LORO ESATTO ORDINE! >> Urla Diego contro mia figlia. Armando ha una mano in fronte e sua moglie gli accarezza una spalla esortandolo a stare calmo.
<< Bravo Armando, finalmente hai capito che c’è solo da disperarsi vista la famiglia che hai! >> Lo rimbrotto.
<< Daniele, dacci un taglio! >> Mi ordina Armando, evitando di urlare per una volta.
<< Daniele, siedi! >> Mi ordina mia moglie.
<< Dottor Valencia mi dispiace. Posso servire un altro… >> Sta per chiedermi la ragazza.
<< No, per carità o la prossima volta mi farà lo shampoo! >> Rispondo. La ragazza, rossa di vergogna, si allontana. Il suo ragazzo la segue con lo sguardo con aria preoccupata.
<< Con permesso. Buon proseguimento. >> Dichiara richiudendo la porta alle sue spalle.
<< Potevi evirare di trattarla in quel modo… Non l’ha fatto di proposito! >> Interviene verso di me la sorella di Armando.
<< Camilla, cosa pretendi da lui? >> Interviene Roberta verso Camilla Mendoza riservandomi un’occhiataccia.
<< Beh, cosa ne dite di aggiornarmi sulle questioni che stavate affrontando prima del mio arrivo? >> S’intromette Calderon.
<< Camilla ha chiesto di inserire Lena nell’organico aziendale e abbiamo stabilito che occuperà il posto vacante di apprendista magazziniere. >> Dichiara Armando.
<< Potevate metterla a servire i caffè! Anche se sarebbe una bella gara decidere chi sia la meno imbranata tra lei e la ragazza che è appena uscita! >> Intervengo.
<< Daniele, hai ragliato qualcosa per caso? >> Mi chiede pungente Kristoff.
<< No, Kristoff. Da queste parti si parla, magari è a casa vostra che vi esprimete come gli asini! >> Rispondo per le rime.
<< DANIELE! >> Urla Lorenzo Mendoza.
<< Dio mio, sembra di stare all’asilo! >> Commenta il presidente.
<< Daniele, da quando sei entrato hai litigato quasi con tutti e sono cominciati i confronti! Ti dispiacerebbe piantarla? >> Mi domanda Camilla Mendoza Senior. Ma che pensasse all’asino che le siede accanto a mi lasciasse in pace!
<< Io penso che Camilla abbia ragione. Daniele, non mi sono fatta tanti chilometri per vederti litigare con tutti! Posso sempre prendere seduta stante un aereo per Miami! >> Minaccia Marcella.
<< AHHH, HO AVUTO UN’IDEA MAGNIFICA! >> Strilla Mariabeatrice.
<< MARIABEATRICE! NON BASTA TUO FRATELLO CON LE SUE OSTILITA’?! >> La riprendere Armando.
<< Calmati, o ti scoppieranno le coronarie! >> Intervengo facendo dell’ironia sul suo infarto.
<< DANIELE PIANTALA! >> Urla di nuovo Lorenzo Mendoza. Che isterico!
<< Daniele, non è il caso di fare del sarcasmo su una cosa del genere e mi sembra di avertelo già detto! >> Mi riprende mia moglie sgridandomi davanti a tutti anche se sa che odio quando lo fa! Alcuni del presenti trattengono una risata.
<< E quale sarebbe questa idea, Bea? >> Le domanda Marcella.
<< Visto che tutti i soci sono riuniti, ed è un evento più unico che raro, cosa ne dite di dare un cocktail domani sera? >> Propone. Che idea ridicola!
<< Mi sembra un’ottima idea! >> Commenta mia moglie sovraeccitata.
<< Sì, un’idea con i fiocchi. Basta che ci siamo fiumi del miglior champagne! >> Interviene quella checca di Ugo.
<< Cosa dici Marce? >> Le domanda mia sorella.
<< Non mi sembra il caso di dare una festa per il mio ritorno! Mi sembra inutile. >> Interviene Marcella, l’unica a parte me con un minimo di buon senso in questa stanza.
<< A me sembra una bella idea. Ti ricordo Marcella che non sei tornata solo tu ma anche noi. >> Interviene Camilla Mendoza leggermente offesa dall’affermazione di mia sorella.
<< Non volevo certo offendervi Camilla, penso solo che… >> Cerca di dire mia sorella.
<< Dai Marcella! Sarà una bella serata! >> Insiste Bea.
<< Non mi sembra il caso di buttare via i soldi affittando chissà quale posto per una festa superflua! >> Interviene Lorenzo.
<< Bhe, senza offesa, se tu la ritieni una cosa inutile e non vuoi parteciparvi nessuno si strapperà i capelli per il dispiacere! >> Interviene Giulia verso Lorenzo.
<< Potremmo organizzarla qui in azienda? >> Propone Patrizia.
<< Io non ho tempo per questo! >> Mette in chiaro Diego.
<< Ci penseremo io, Marce, e Patrizia! >> Interviene Bea.
<< Anche io zia! >> S’inserisce mia figlia.
<< Io e mia figlia siamo disponibili per fornire il nostro aiuto, vero Lena? >> Si aggrega Camilla Mendoza.
<< Sì mamma, farò anche questo! >> Si lamenta la figlia. Sempre che non metta bocca nell’organizzazione quel morto di fame di suo marito. Anzi, il suo passato da impiegato in una ditta di catering potrebbe tornare utile per questo!
<< E tuo marito? Se non erro faceva il cameriere, deve sapere molto in materia! Ecco, potrebbe essere lui la persona giusta per servire i caffè ai consigli di amministrazione evitando incidenti con quello di oggi! >> Intervengo verso Camilla.
<< Daniele, o la finisci o te ne vai! >> M’intima Armando. Ma che paura!
Nella mia valigetta giace il fax che mi ha inviato stamattina il mio amico ma la verità è che non so se lo voglio utilizzare a questa riunione, processando Roberta davanti a tutti. Con lei la situazione è già abbastanza complicata e questo non sarebbe il modo migliore per guadagnarmi la sua fiducia. Inoltre adesso ho un vantaggio su di loro e voglio aspettare per vedere cosa vogliono fare con quell’azienda!
 
 
 
Lorenzo
Questa riunione si sta trasformando in una gara di insulti nella quale Daniele Valencia e mio zio si contendono il primo posto sul podio. Per tutto il tempo non ho fatto che stringere la mano di Roberta sotto il tavolo e accarezzarne il dorso con il pollice.
<< Abbiamo un milione di cose da fare… bisogna contattare il catering, un dj… Voi venite tutti, vero? >> Domanda Mariabeatrice continuando a parlare di questo insulso cocktail. Per non scontentare Marcella che starà qui per poco tempo decidiamo di partecipare.
<< Zia, posso darti il numero di un Dj con cui sono in contatto per la sfilata. >> Interviene David.
<< Non potete proprio rimandare questa discussione?! >> Interviene indisposto Daniele Valencia. E’ nato insofferente!
<< Sarebbe possibile vedere la relazione sul bilancio aziendale o dobbiamo aspettare ancora molto? >> Domanda Daniele a mio fratello. Ci guardiamo a vicenda e aggrottiamo le sopracciglia.
<< Quale relazione Daniele? Non ho preparato alcuna relazione, non ne ho avuto il tempo visto il poco preavviso con cui mi avete informato di questa riunione. >> Adduce Diego come scusa.
<< Oltretutto questo non è un consiglio di amministrazione. Come sai, caro Daniele, quello sarà fra due mesi! >> Preciso.
<< L’organizzazione della sfilata come procede? >> Domanda mio padre.
<< Di quello almeno avete una relazione? >> Domanda Daniele.
<< Certo Daniele. Questo è il verbale dell’ultima riunione del consiglio del dirigenti! >> Interviene Diego. Il verbale passa di mano in mano fino a raggiungere quelle di Daniele.
<< E le fatture dei fornitori? >> Domanda, come avevo previsto!
<< Temi che abbiamo rubato le materie prime, Daniele? Che non le abbiamo pagate? >> Scherzo.
<< E’ un mio pieno diritto informarmi. >> Risponde Daniele. Roberta afferra il telefono a chiede a Isabella di portarci le fatture delle ultime forniture. La sua segretaria entra pochi istanti dopo con ciò che abbiamo chiesto.
<< Ecco le fatture che ha richiesto, dottoressa. >>
<< Grazie Isabella. >> La saluta Roberta.
<< Con permesso. >> Chiede Isabella prima di abbandonare la sala. Credevo che Daniele avrebbe trovato anche stavolta un pretesto per prendersela con lei! Mentre le fatture vengono consultate, non solo da Daniele, stringo più forte la mano di Roberta e ci scambiamo uno sguardo. Basta questo a calmarmi.
<< Bene. Mi sembra che proceda tutto a meraviglia, sarà una bella sfilata. A cui presenzierò anche io. >> Annuncia Marcella.
 
 
Giulio
Prima che finisca questa riunione infernale scrivo un messaggio sul cellulare e lo passo a Lena per sotto il tavolo. Il messaggio recita “ci vediamo dopo, per le scale dove non passa mai nessuno. Ti devo parlare.”. Lena mi rende il cellulare accettando l’appuntamento con uno sguardo che mi rivolge. La riunione giunge al termine e mi chiedo perché mio padre non abbia esibito le informazioni ottenute su Roberta e la sua azienda che ha tenuto nascosta? Usciamo tutti dalla sala del consiglio e spingo mio padre in un angolo.
<< Perché non hai detto niente? >> Gli domando sotto voce.
<< Perché non mi sembrava il caso di processare Roberta davanti a tutti! Ho già combinato abbastanza danni con lei. Io vorrei cucire un rapporto tra lei e tua madre e non complicarlo! >> Mi spiega sotto voce.
<< Papà, o sei loro amico o fai loro la guerra per aiutarmi a ottenere la presidenza, deciditi! >> Gli rispondo.
Si allontana per congedarsi dai presenti e uscire dall’azienda adducendo come motivazione un appuntamento di lavoro. Mia madre gli ricorda per la centesima volta la cena di questa sera. Mi allontano anche io per raggiungere il luogo dell’appuntamento con Lena.
 
 
 
Lena
Sono sulle scale, in attesa di Giulio, il quale mi raggiunge poco dopo. Essendo più bassa di lui salgo di un gradino e lui scende.
<< Ti manco già? >> Civetto accarezzando il colletto della sua camicia.
<< No! Solo sono venuto qui perché mi è venuto un pensiero. Vorrei che mi avvisassi quando avrai le tue cose e che facessi un test di gravidanza se dovessero ritardare. >> Biascica spaventato al solo pensiero. Piego leggermente le labbra in fuori.
<< Sei preoccupato che possa essere rimasta incinta? >> Gli domando.
<< Il dubbio mi viene visto che non abbiamo usato precauzioni! >> Mi risponde.
<< Beh, cosa vuole? >> Domando alla tipa che si erge alle spalle di Giulio e ci guarda con sgomento. Giulio si volta e assume la stessa espressione di questa tizia.
<< Niente. Buona giornata. >> Saluta la tipa, girando sui tacchi per tornare giù.
<< E sarebbe così orribile? >> Gli domando, ipotizzando l’eventualità di una gravidanza.
<< Mi prendi in giro? Sarebbe la peggiore sciagura della mia vita! >> Mi tuona contro prima di inseguire quella tipa. Perché le va dietro?! Quella ragazza ha delle mire su Giulio? Devo cercare di capire chi sia e cosa voglia per salvare la mia unica possibilità di vivere in un castello e non condurre una vita da povera! Già mi toccherà lavorare per una miseria! Ma smetterò di farlo appena diventerò la moglie di Giulio Valencia!
 
 
 
Silvia
Di cosa mi sorprendo? Giulio Valencia è questo: un seduttore incallito, disposto a usare ogni mezzo per portarsi a letto la sua preda! Stavolta la sua preda ero io e non solo, visto che quella tipa potrebbe essere incinta di lui e non penso che questo figlio lo abbiano concepito giocando a sudoku!  Sto scendendo le scale per tornare da dove sono venuta, ovvero la reception, quando una mano si posa sulla mia spalla e Giulio mi si pone davanti. Ho la schiena premuta contro il muro.
<< Cosa posso fare per lei? >> Gli domando cercando di essere distaccata e professionale. Che poi perché mi da tanto fastidio che voglia riprodursi con quella tipa?
<< Ascoltarmi! Quello che hai sentito… >>
<< Non lo dirò a nessuno se è questo che la preoccupa! >>
<< No, a me importa che tu non abbia frainteso! >>
<< Sta sprecando fiato e mi sta facendo perdere tempo. A me non importa con chi vuole riprodursi e comunque c’è poco da fraintendere nelle parole “Il dubbio mi viene visto che non abbiamo usato precauzioni”. >> Osservo.
<< Non hai ascoltato tutta la conversazione! Io… >> Cerca di dire.
<< Io, io io! Sa pensare solo a sé stesso! E neanche ascolta a quanto pare visto che le ho appena detto che mi importa niente della sua vita privata! La smetta di inviarmi regali e messaggini non graditi! E tra parentesi ignoro dove abbia rimediato il mio numero, è una chiara violazione della privacy! Arrivederci! >> Dichiaro, spostando con decisione il suo braccio così da liberarmi. Sono appena stata cornificata e lasciata da Lorenzo, non andrò di certo a impelagarmi in una storia con un altro aspirante Rudy Valentino!
 
 
 
 
Kristoff
<< Alla prossima riunione porterò il vaccino anti rabbia per Daniele! >> Commenta Mario Calderon, dopo aver ordinato un caffè. Io mi porterò via direttamente una scure! Ma come si permette di parlare male di mia figlia?!
<< Ricordati di portarlo domani sera allora, ci mancava solo questo stupido cocktail. >> Commenta mio cognato quando mia figlia entra in caffetteria.
<< Papy, ti stavo cercando! Devo parlarti! >> Mi fa sapere. Armando e Mario ci guardano vista la foga che mia figlia ha di parlarmi.
<< Scusate, ci vediamo! A domani! >> Saluto.
<< A domani! >> Mi salutano loro di rimando. Esco dalla stanza in compagnia di mia figlia.
<< Cosa succede? >> Le domando.
<< Poco fa Giulio ha voluto parlare privatamente con me. Ha detto che vuole sapere quando avrò le mestruazioni, teme che io possa essere rimasta incinta! >> Mi racconta senza mezzi termini.
<< E tu pensi di essere rimasta incinta di Giulio? >> Le domando. Un matrimonio riparatore sarebbe sempre meglio che vedere miglia figlia per stracci, per colpa mia, costretta a fare la magazziniera per tutta la vita!
<< Spero di no, papy! Un conto è diventare la signora Valencia è un conto è rovinarmi la vita con un figlio a 24 anni! E comunque c’è anche un altro problema… C’è una tipa che fa il filo a Giulio! Stava ascoltando la nostra conversazione e dall’espressione che aveva sembrava che le avessero annunciato la morte di un caro! >> Mi racconta. E adesso questa tizia chi è?
<< E Giulio è interessato a lei? >> Domando a mia figlia.
<< Non lo so, ma quando lei è scappata lui le è andato dietro, papy! >> Mi spiega mentre torniamo in amministrazione. Di fronte all’ascensore c’è giusto lui. Giulio ha gli occhi puntati su una ragazza bionda che poco distante è riunita con le altre segretarie.
<< Papy, è quella lì, la bionda con i ricci. Con quella minigonna inguinale! >> Mi indica sotto voce. Mi avvicino al gruppetto di donne e le saluto.
<< Salve ragazze, vi auguro buona giornata. Anche la signorina è una segretaria? Non ci siamo incontrati prima. >> Dichiaro.
<< No signor Huber, sono la modella di sartoria. Silvia Duarte, piacere. >> Si presenta la ragazza.
<< Kristoff Huber. E mia figlia Lena. >> Presento a questa ragazza. E’ solo un’impiegata!
<< Ci siamo già conosciute prima, per così dire! >> Interviene mia figlia con aria sicura di sé.
<< Come sta signorina? >> Le domanda la ragazza per circostanza.
<< Molto bene! Come ben sa! >> Le risponde mia figlia facendo un chiaro riferimento a Giulio, il quale si avvicina a noi.
 
 
 
Giulio
Lena e suo padre stanno chiaramente importunando Silvia e questo non posso permetterlo. Mi avvicino al gruppo.
<< Prendete l’ascensore con me? >> Chiedo loro nel tentativo che mi seguano e la smettano di importunare Silvia. Non riesco a staccare lo sguardo dai suoi occhi verdi.
<< Giulio, perché non ci dai una mano a organizzare la festa di domani sera? >> Mi domanda Lena facendo chiaramente la civetta. Gioca con una ciocca dei suoi capelli rossi mentre sbatte le ciglia.
<< Non posso! >> Rispondo.
<< Perché non andate avanti voi? Io vado a cercare tua madre. >> Interviene Kristoff verso sua figlia. Non andrò da nessuna parte con questa qui! Non faccio a tempo a replicare che Lena mi si appiccica come una zecca aggrappandosi al mio braccio come fa un koala con un albero.
<< Andiamo, Giulietto? Arrivederci! >> Saluta con voce squillante.
<< Arrivederci! >> Saluto mentre in pratica mi trascina verso l’ascensore. Prima di allontanarmi guardo Silvia la quale dimostra indifferenza: non smette di sfogliare la rivista neanche il tempo per salutarmi.
<< Arrivederci. >> Saluta un gruppo un attimo prima che le porte dell’ascensore si chiudano.
<< Questo qui si chiama sequestro di persona. >> Intervengo incrociando le braccia.
<< Volevo stare un po’ da sola con te! >> Interviene allacciandomi le braccia al collo e gettandosi verso di me nel tentativo di baciarmi. Riesco ad evitarlo e l’afferro stringendola per le spalle.
<< Cos’è, con mio fratello ti è andata male e cerchi di accasarti con me adesso? Cerca di aprire quelle stupide orecchie perché non te lo ripeterò ancora: tra di noi non succederà mai più nulla, ti è abbastanza chiaro?! >> Tuono duro a denti stretti.
<< E’ per quella lì? >> Mi domanda fissandomi dritto negli occhi. Si è resa conto che mi piace Silvia?
<< Di chi parli? L’unico motivo per cui non voglio avere a che fare con te è che sei una serpe! >> Tuono, duro. Lena mi prende alla sprovvista e mi bacia d’impeto bloccandomi contro la parete dell’ascensore. Mi accorgo che il mio tono di voce non è l’unica cosa dura… Lena se ne accorge e fa scendere la mano verso il mio basso ventre ma io le afferro il polso e la fermo prima che raggiunga i miei gioielli di famiglia. Sì, Lena mi attrae e molto anche. Va bene per qualche ora di svago e basta!
<< Eppure il tuo linguaggio paraverbale tradisce quello verbale! >> Interviene prima di uscire fuori dall’ascensore sculettando. Per fortuna la reception è vuota.
 
 
 
Betty
Non ho ancora saputo da mio marito di cosa ha parlato con sua sorella durante il tragitto che separa dall’albergo dove alloggia all’azienda. Camilla ha l’aria stanca.
<< Va tutto bene? >> le domando preoccupata, posandole una mano sulla spalla. Lei annuisce in modo poco convinto.
<< Dopo questa riunione mi passa la voglia di sedere alla stessa tavola con tuo padre! Considerando che ha picchiato mio fratello solo pochi giorni fa! >> Chiosa mia figlia.
<< Stai scherzando? Non puoi abbandonarmi proprio stasera! Oltretutto mio padre diventa sgradevole solo in presenza di tuo padre e di tuo fratello Lorenzo. Poi non credo che rovinerebbe la cena con zia Marcella! >> Risponde David, elencando un milione di scuse per dissuadere mia figlia dall’idea di disertare quella cena.
<< Amore mio, credi proprio a tutto! >> Risponde lei. Gli posa due mani sulle guance e lo bacia.
<< Roby, posso parlarti in privato? >> Domanda Michael a Roberta. Lei accetta, dopo di che i due si allontanano insieme. Mio figlio Lorenzo la segue con lo sguardo… Può continuare a ripete che non le piace ma il suo comportamento dimostra tutto il contrario! Sono preoccupata per Roberta.
<< Camilla ti va se andiamo a controllare come procede la produzione? >> Propongo a mia cognata.
<< Io vado nel mio ufficio. Ciao mamma, ciao zia. >> Ci saluta Lorenzo, accarezzando la mia guancia con la sua.
<< Ciao figliolo, ci vediamo direttamente domani sera al cocktail? >> Gli domando. Lui annuisce.
<< Ciao Lorenzo, a domani. >> Lo saluta Camilla.
<< Ciao zia. >> Risponde lui di rimando.
<< Noi andiamo ragazzi. Buon lavoro! >> Saluto verso David e mia figlia. Loro rispondo di rimando dopo di che abbandoniamo l’atelier.
<< Camilla, non credo affatto che vada tutto bene, hai l’aria stanca. >> le faccio notare mentre prenotiamo l’ascensore.
<< Armando non ti ha detto niente circa la nostra chiacchierata di stamattina? >> Mi domanda.
<< No, non ce n’è stato il tempo. >> Le rispondo. Entriamo nell’ascensore e premo il bottone con scritto 0.
<< Il mio avvocato la preparato tutte le carte per la separazione, sto cercando il coraggio di presentarle a Kristoff. >> Confessa. Non immaginavo si trattasse di questo, questa rivelazione mi lascia di sasso. Camilla prosegue fornendomi le spiegazioni che cerco ma che non ho il coraggio di chiedere.
<< Tra di noi non è come una volta. Mi sento come se fossi diventata il suo bancomat, non facciamo più l’amore con passione. Mi prende quando ne ha voglia e si riveste subito! Il mio matrimonio è morto Betty. >> Spiega con le lacrime agli occhi. Le accarezzo la scapola sinistra.
<< Oltretutto adesso è andato in fissa con questa storia di Lena, vuole a tutti i costi farla sposare con un uomo ricco, meglio ancora se si tratta di uno dei figli di Daniele. Io questo non riesco a spiegarmelo! >>
<< Credi che voglia sfruttare Lena per una rivalsa personale su Daniele? >> Ragiono.
<< Rivalsa per cosa? Io ho scelto lui, ho sposato lui, mi sono innamorata di lui! Per quale motivo dovrebbe avercela tanto con Daniele? >> Si domanda Camilla confusa e stremata dalla situazione. Scuoto il capo.
<< Non saprei cosa dirti Camilla. Magari è solo ambizione. Smisurata ambizione. >>
<< Magari vuole evitare che Lena viva quello che ho vissuto io con lui. >> Afferma dura.
<< Spiegati… >>
<< Che un uomo povero sposi Lena così da sfruttare il suo denaro, il mio denaro! >> Afferma iniziando a piangere.
<< Camilla tu davvero pensi questo? Che ti abbia sposata per soldi? >> Le domando. Spero non sia così! Povera Camilla!
<< Io non so più cosa pensare di lui e di questo matrimonio, Betty! >> Risponde. Mi abbraccia e piange disperata.
 
 
 
Silvia
Perché il mio umore è peggiorato tanto quando li ho visti flirtare sotto i miei occhi? Non l’ho neanche salutato perché la mia voce mi avrebbe tradito. No! Quel tipo non mi piace, quel soggetto è anche peggio di Lorenzo! Da quando si sono allontanati la banda non ha fatto che parlare dell’argomento.
<< Daniele e la bionda finta non saranno per niente contenti quando sapranno che quei due se la intendono! >> Chiosa Mariana.
<< E chi ha il coraggio di andare a dirglielo? Io no di certo! >> Interviene Berta. Sfoglio le pagine della rivista con più impeto.
<< Silvia, mia accompagni a prendere una bottiglietta d’acqua? >> M’invita la mia amica Isabella.
<< Sì, ne voglio una anche io. >> Rispondo. Entrambe ci alziamo e ci dirigiamo in caffetteria. Mentre aspettiamo che un cameriere ci consegni le due bottigliette Isabella mi osserva.
<< Cosa c’è? >> Le chiedo, spazientita dal suo continuo fissarmi.
<< L’incontro di stamattina con Lorenzo deve averti messo davvero di pessimo umore se ancora stai così. >> Commenta. So bene che si è accorta che il mio cattivo umore è dovuto ad altro ma vuole che io a vuotare il sacco.
<< Mi sta venendo il ciclo, per questo sono di cattivo umore. Ho delle fitte qui. >> Le dico, toccandomi l’anca a destra. E’ vero che devono venirmi ma non è vero che ho questi sintomi pre-mestruali così forti.
<< Ah, deve essere per quello allora. >> Interviene Isabella. Afferriamo le nostre bottigliette e usciamo dalla caffetteria. Quando torniamo in amministrazione incontriamo Camilla, suo zio Kristoff, David, Diego e Lorenzo. Francesco esce dal suo ufficio e si aggrega a noi.
<< Silvia, abbiamo un invito per te! Domani sera daremo un cocktail qui in azienda e vorremo che ci fossi. >> Mi invita Camilla, la sorella di Lorenzo e Diego. Probabilmente a questa festa ci saranno tutti, compresi Lorenzo e Giulio, e mi farei scuoiare viva piuttosto di passare delle ore in loro compagnia.
<< Non saprei… Un cocktail per cosa? >> Domando.
<< Per festeggiare la riunione di tutti i soci dell’Ecomoda dopo tanti anni. >> Mi spiega quel selvatico del padre di Lena.
<< Ed io cosa c’entro? >> Domando, cercando una scusante per non andarci!
<< Sei nostra amica, oltre che un’impiegata di quest’azienda. >> Mi risponde la sorella di Diego e Lorenzo.
<< E un membro della banda. Noi ci saremo tutte! >> Interviene Berta. Mi guardano tutti con gli occhi supplicanti, tutti tranne il selvatico e Lorenzo.
<< Va bene. >> Cedo. Manderò giù due o tre drink e me la svignerò!
<< Perfetto, allora domani verso le 18 ci vediamo qui… Io, tu, Isabella e Roberta per scegliere un bel vestito dal magazzino, ok? >> Domanda Camilla. Annuisco.
<< Scusate. >> Interviene Lorenzo allontandosi per entrare nel suo ufficio.
<< Vado in atelier. >> Annuncio. Perché mi devo cacciare nei guai? Non può piacermi Giulio Valencia!
 
 
 
Michael
Entriamo nello studio di Roberta e ci accomodiamo sul divano. Passo i palmi delle mani sui jeans, indeciso su come iniziare questa discussione.
<< Allora, di cosa mi devi parlare? >> Mi domanda.
<< Io sono innamorato di tuo fratello. >> Rompo il ghiaccio. Roberta si muove sul divano.
<< Beh, questo lo so. Mio fratello mi ha messo al corrente delle varie cose che sono successe. >> Ammette.
<< Perciò ti ha anche detto dei suoi duri rifiuti? E del fatto che ha ribadito più volte di essere eterosessuale? >> Le domando. Lei annuisce. Non sta difendendo a spada tratta l’eterosessualità di Cèsar il che è un bene, significa che è al corrente di tutto.
<< Io so che mi ha mentito, Roberta. So che tra lui e quel Martìn c’è qualcosa che supera i rapporti professionali. >> Le confesso. Lei abbassa lo sguardo.
<< Cosa posso dire? Non è che io ti voglia del male, ma con Cèsar sono cresciuta e mi sono sentita in dovere di tenere per me le confidenze che mi ha rivolto. >> Ammette.
<< Questo lo capisco, non sono qui per rimproverarti qualcosa ma per metterti al corrente di un fatto. Qualche giorno fa si è presentata di fronte all’azienda la moglie di Martìn la quale ha scambiato Francesco per tuo fratello. Ha accusato tuo fratello con parole non proprio gentili e ha lasciato questa! >> Le spiego, estraendo dalla mia tasca la e-mail stampata su un foglio ormai sgualcito.
<< E’ inutile dirti che per me è stata una doccia fredda leggere questa e-mail perché ho scoperto così che Cèsar mi ha mentito, che evidentemente non è attratto da me perché ha una storia con questo tipo e mi dispiace che lo abbia ingannato. Cèsar sa che è sposato? >>
<< No, non lo sa! Non lo sapevo nemmeno io. Ad ogni modo Cèsar ha lasciato Martìn e adesso si trova a Miami. >> M’informa.
<< Dici sul serio? E come mai lo ha lasciato? >> Domando stupito, sperando che lo abbia fatto per me. Che stupida illusione!
<< Perché non te lo fai dire da lui? >> Suggerisce.
<< Io gli ho scritto questa e-mail a cui non ha ancora risposto. >> Le racconto, passandole il cellulare così che possa leggere le mie righe.
<< Roberta tuo fratello mi considera a livello di quel cestino, non è vero? >> Le domando, quando ha terminato la lettura, indicando il cestino della carta sotto la sua scrivania.
<< Perché non lo scopri da solo? Ti ha risposto ma evidentemente la cartella dei messaggi in arrivo non si era aggiornata bene perciò non te ne sei accorto. >> Mi fa sapere.
<< Scherzi vero? >> Le domando afferrando il mio telefono. No, non sta scherzando. Mi ha risposto davvero. Ho il cuore a tremila mentre apro la sua risposta.
 
 
Ciao Michael,
Non posso negare che la tua e-mail mi ha sorpreso e non poco. Mi ha sorpreso in positivo. Quella sera di 5 anni fa ti chiesi se avevi mai vissuto una grande delusione d’amore e tu mi risposi di no. Oggi come risponderesti?
SCUSA. E’ l’unica parola che io ti possa rivolgere. Scusa per averti mentito, scusa per averti ferito con i miei rifiuti, scusa per essere scappato invece di affrontare la verità. Hai scritto che per me tutto è iniziato quel giorno in ascensore ed è vero: l’atto di posare le mie labbra sulle tue per salvarti la vita ha acceso in me qualcosa che credevo sepolto da molto tempo ovvero la mia attrazione verso gli uomini. E tu… con i tuoi occhi talmente profondi da perdersi hai rivoltato la mia vita. Ed io mi sono perso ma anche ritrovato nei tuoi occhi. Mi sono riavvicinato a Martìn e sono partito con lui non perché per lui provi qualcosa ma perché è rientrato nella mia vita nel momento della più totale confusione. Sì, l’ho usato per scappare da quello che sentivo per te, perché non capivo cosa stava succedendo dentro di me. E questi giorni di distanza sono serviti per capire una cosa importante: che sento la tua mancanza. Che mi sono pentito di averti trattato come un appestato… SCUSA, SCUSA SCUSA! Ci ho messo troppo tempo per capire che mi sono innamorato del tuoi occhi, dei baci rubati, delle tue labbra… Di te. Anche io ti amo e finalmente riesco a dirtelo. Ero deciso a prendere un aereo Madrid-Bogotà per potertelo dire guardandotelo negli occhi ma i problemi di famiglia me lo hanno impedito. E un’altra mancanza di aggiunge alla lista di cose che devo farmi perdonare da te. Temevo che ormai ti fossi dimenticato di me mi avessi sostituito. Per me leggere la tua e-mail è stato come svegliarmi da un incubo. E non mi disgusti, affatto! Scusa se ti ho fatto credere l’opposto. Probabilmente ti avrò scritto scusa cento volte, cento e uno con questa. Scusa.
Non vedo l’ora di tornare a Bogotà e di vederti.
Ti amo anch’io.
Cèsar.
 
 
Mi porto una mano in viso e chiudo gli occhi, che sono umidi, quando arrivo alla fine della missiva. Il mio cuore non batte più a tremila ma a diecimila.
<< Non penso siano brutte notizie a giudicare da quel sorriso che hai fatto! >> Commenta Roberta. Le allaccio le braccia al collo per la contentezza.
<< Ha scritto che mi ama, LUI MI AMA! >> Strillo felice.
<< Sono contenta che sia finalmente deciso. Ho tentato di farlo ragionare prima che partisse ma era veramente confuso sui suoi sentimenti! >> Mi spiega.
<< Non importa Roberta, non importa più! Non ci posso credere… Ha scritto davvero che mia ama? >> Domando conferma, leggendo altre cento volte il finale dell’e-mail.
<< Sì. Ma calmati o rischi un infarto! >> Mi canzona Roberta.
<< Non ci posso credere… >> Ripeto. Il mio cervello attraversa una fase di stallo.
<< Beh, cosa aspetti a chiamarlo?! >> Suggerisce Roberta.
<< Ti lascio da solo, stai pure qui quanto vuoi! >> Mi invita. Mi bacia un guancia, si alza dal divano e abbandona il suo ufficio. Mi tremano le mani ed esito prima di premere il tasto “chiamata”. Per ogni squillo che sento il mio cuore accelera per poi fermarsi quando sento la sua voce.
<< Ciao. >> Esordisce.
<< Ciao… >> Rispondo con la voce tramante. I secondi di silenzio che susseguono sono interrotti da una breve risata di entrambi.
<< Io… Io ho appena letto la tua risposta e dire il vero ti ho chiamato senza un copione preciso… >> Ammetto imbarazzato. Non so proprio cosa dirgli! Ho un nodo allo stomaco.
<< Come stai? >> Mi domanda, molto più disinvolto di me.
<< Bene e tu? I guai di tua sorella sono risolti? >> Gli domando.
<< No, sta scontando i servizi sociali ed è stata cacciata da scuola. >>
<< Mi dispiace per questo… >>
<< In compenso mio padre ha deciso che Alexander non è poi così tanto male! >>
<< Meglio così. >> Rispondo. Se butta la conversazione sulla sua famiglia anziché parlare di noi evidentemente non è poi così disinvolto!
<< So che tuo padre non ha preso bene la tua omossessualità… >> Interviene. Mi sembra così strano parlare con lui in modo così confidenziale, considerando che non siamo mai stati in confidenza.
<< Michael, sei ancora lì? >> Mi domanda non udendo risposta da parte mia. Annuisco per poi rendermi conto che questo non basta.
<< Sì. >> Pronuncio. << Stavo solo pensando a quanto mi fa strano parlare con te di faccende personali considerando che non abbiamo mai avuto tanta confidenza, escludendo quella sera in cui siamo usciti a bere, e come sono stati i nostri ultimi colloqui. >> Confesso portando la conversazione sull’unico tema che vale la pena di essere affrontato.
<< Mi dispiace per tutto il tempo che ho sprecato. Io ero spaventato e confuso… Sono ancora confuso… dopo tutto abbiamo anche una sorella in comune… >> risponde. Lo sapevo, non è poi così convinto su quello che prova per me. Mi rattristo.
<< Ho capito. Non serve che mi spieghi i motivi per cui non te la senti di… >> Cerco di dire. Posso capire che sia strano avere una relazione e condividere una sorella.
<< Questo era prima, questa è stata la mia reazione a caldo. Pensavo “cavolo, con tutti gli esseri umani viventi, mi devo innamorare proprio del fratellastro di mia sorella?”. Senza contare che da molto tempo avevo sepolto il mio lato omossessuale… E’ stata come una doccia fredda per me. >> Spiega.
<< E adesso come ti senti? >>
<< Non l’hai letta la mia e-mail? >> Mi domanda. Sorrido sollevato.
<< Sì che l’ho letta. >>
<< Ho pensato sempre a te durante il mio viaggio, e ci tengo a precisare che ho rifiutato Martin, non c’è stato più niente tra di noi dopo che ho lasciato Bogotà. Io ho pensato sempre a te. >> Confessa.
<< Io non ne avevo idea… Ero convinto di valere zero per te! >>
<< Non è così! Quando verrò a Bogotà parleremo con più calma. >>
<< E hai idea di quando sarà? >> Gli domando. Vorrei che partisse subito!
<< Non lo so, vorrei restare qui per stemperare i rapporti tra mio padre e mia sorella. >> Mi spiega.
<< Io porterò pazienza e ti aspetterò. >>
<< Lo so che mi aspetterai, e anche io porterò pazienza. >> Risponde.
<< Devo dirti una cosa, mi sembra giusto dirti che fino a poco fa stavo parlando con Roberta di te. So che ti aveva promesso di mantenere il tuo segreto ma io le ho chiesto di essere sincera con me… >>
<< Poco importa ormai vista la mia e-mail, non credi? >> Fa presente.
<< Giusto. >>
<< Se vuoi stasera possiamo video chattare. Sei libero? >> Mi domanda. E’ una sorta di appuntamento! Un appuntamento a cui non mancherò!
<< Sì. Alle 21? >> Propongo.
<< Ok. >> Risponde. Mi sembra di sentirlo sorridere e chiudo gli occhi cercando di visualizzare il suo sorriso.
<< A stasera. >> Mi saluta. La mia speranza è che sia lui a chiudere la telefonata dicendo per primo “ti amo”.
<< A stasera. >> Saluto di rimando. Attendo pochi istanti ma il “ti amo” non viene pronunciato.
 
 
 
Diego
Rido senza ritegno massaggiandomi l’incrocio degli occhi mentre ricordo l’espressione che Daniele aveva quando Isabella gli ha versato addosso il liquido bollente.
<< Non lo trovo così divertente! Daniele Valencia non perderà occasione di deridermi e di umiliarmi d’ora in avanti! >> Si lamenta.
<< Uno, sicuramente hai fatto divertire più di qualcuno in quella stanza. Punto numero due, se dovesse molestarti e umiliarti puoi sempre denunciarlo per mobbing dato che è il padrone dell’azienda dove lavori. E tre se dovesse farlo gli spacco la faccia! I cartoni che ha preso da mio fratello saranno ben poca cosa a confronto! >> La rassicuro. Il mio amore sorride per poi posare un dolce bacio sulle mie labbra.
<< Certo anche tu Isa, dovevi stare più attenta! Dovevi fare attenzione a versarglielo in testa! >> Scherzo facendola ridere. Sorrido anche io ammirando il suo dolce sorriso… Per fortuna sono riuscito a tranquillizzarla.
<< Scemo! >>
<< Le cose o si fanno bene o non si fanno! >> Affermo proseguendo nel mio scherzo. Sentiamo bussare alla porta e Isabella, che sedeva sulle mie gambe, si accomoda sul divano, accanto a me.
<< Prego! >> Invito. Fa il suo ingresso Marcella Valencia.
<< Scusi il disturbo Diego. >> Si scusa guardando Isabella con perplessità, immagino si starà chiedendo cosa ci fa qui seduta sul divano con me.
<< Mi dica signora Marcella! >> L’invito.
<< Io stavo cercando Roberta Mora, ma non è nel suo ufficio. Mi dispiace disturbarla per questo ma avrei davvero bisogno di parlare con lei. >> Si giustifica.
<< Provi nell’ufficio di mio fratello, sa qual è? >> Le domando.
<< Quello che apparteneva a Mario Calderon e poi a suo padre? >> Domanda. Io annuisco.
<< Di recente passano molto tempo insieme… a lavorare! Potrebbe essere lì! >> Asserisco.
<< Proverò, grazie. Buona giornata. >> Saluta. Fa per abbandonare il mio ufficio ma la trattengo.
<< Signora Marcella prima non ho avuto occasione di presentarle come si deve la mia fidanzata, Isabella Carissi. >> Le presento. Non vorrei pensasse che ogni segreteria e dipendente si trattiene con me sul divano nel mio studio. La mia fragolina allunga la mano e la signora l’afferra.
<< Molto piacere. >> Saluta Marcella.
<< Piacere mio signora. Sono mortificata per l’incidente avvenuto durante la riunione con suo fratello. >> Si giustifica diventando di tutti i colori.
<< Sono sicura che si sia trattato di un incidente. Mio fratello ha un carattere suscettibile. Arrivederci! >> Saluta, abbandonando il mio ufficio. Mi sembra una persona apposto, chissà come mai mio padre l’ha riempita di corna?
<< A cosa pensi? >> Mi domanda Isabella, notando la mia aria pensierosa.
<< Mio padre mi ha detto che quando stava con lei l’ha riempita di corna! Chissà per quale motivo lo ha fatto, mi sembra una donna seria e tranquilla. >> Penso ad alta voce.
<< Sarà un vizio genetico! >> Afferma. La guardo arricciando le labbra.
<< Non lo definirei così, o avvertirei l’istinto di tradire anche te! >>
<< Stiamo insieme da poco infondo, mai dire mai! >> Interviene. La mia espressione diviene seria.
<< Pensi davvero questo? Che potrei stancarmi di te? >> Le domando lievemente deluso.
<< Cerco di non scartare questa ipotesi… Io non posso certo ignorare il suo passato… >> Ammette.
<< Credevo avessimo chiarito questo punto. Con te non accadrà quello che è successo con la mia ex. Ho solo la mia parola e so che vale poco! >> Isabella mi accarezza una guancia per poi stringersi contro il petto.
<< Io voglio vivere questa storia, io voglio stare con te. Ti chiedo solo una cosa… Se dovesse arrivare il giorno in cui sarai stanco di me, dimmelo. >> Domanda. Cingo le sue spalle e la costringo a guardarmi negli occhi.
<< Smettila con questi discorsi che non stanno né in cielo né in terra. Io ti amo, io ho perso la testa per te, io voglio prendere casa con te! In meno di un mese hai sconvolto la mia vita, hai stravolto il mio modo di essere e di vivere… Non potrei mai stancarmi di te. >> Le sussurro. Perché è così difficile da credere? Isabella chiude gli occhi e si avvicina piano piano a me. La imito per azzerare la distanza tra le nostre labbra. Mi rendo conto che infondo ci conosciamo da meno di un mese, e che in due settimane del quale non ho mostrato il meglio di me… La fiducia è un sentimento che si costruisce pezzo per pezzo ed io sono solo all’inizio di questo cammino!
<< Ti va se stasera ordiniamo la pizza? >> le domando. Noi, la pizza, la televisione e il mio salotto… La serata perfetta!
<< E le crocchette di pollo? >> propone.
<< Con ketchup e maionese! >> Ribatto.
 
 
 
Roberta
E almeno questa questione è risolta, spero! Mi auguro che Cèsar sia onesto con Michael e che si decida a lasciarsi andare. Passando per la sala riunioni, per non farmi vedere dalle segretarie, busso alla porta dello studio di Lorenzo.
<< Sì? >> Domanda.
<< Sono io! >> Annuncio.
<< Entra. >> Mi risponde. Eseguo e richiudo la porta alle mie spalle.
<< Chiamami cupido, sono… >> Cerco di dire ma lui mi travolge posando una mano sulla mia nuca, l’altra sul mio fianco e baciandomi con passione. Ricambio questo gesto accarezzando la sua schiena sopra la camicia bianca che indossa. Quando ci separiamo sorride soddisfatto e ha la bocca cerchiata di rosa, io ovviamente avrò tutto il rossetto sbavato.
<< Mi stavo chiedendo dove fossi andata a finire, visto che aspettavo con una certa impazienza la fine di quella riunione di condominio per baciarti! >> Commenta. Mi accompagna verso il divano dove si siede, io mi accomodo sulle sue gambe nonostante il sofà sia spazioso.
<< Dottor Mendoza, se mi lasciasse parlare avrebbe già avuto la risposta a questa domanda. Ero con Michael, credo che presto lui e l’altro mio fratello, Cèsar, quaglieranno! >> Annuncio fiera del mio piccolo operato.
<< E non ti fa strano che i tuoi fratello stiano insieme? >> Mi domanda.
<< Detta così sembra un incesto, ma chi conosce con precisione le parentele sa che non si tratta d’incesto! >> Preciso. << Non mi fa questo strano effetto visto che siamo io e Michael a condividere un genitore, mio malgrado, non lui e Cèsar! >>
<< Sì, effettivamente hai ragione tu. >> Risponde. Intrecciamo le nostre dita con lentezza. I nostri sguardi s’incrociano per svariati secondi dopo di che sorrido, chiudo gli occhi e mi chino per baciarlo. Mi sembra un sogno! Questo momento solo per noi viene “rovinato” dallo squillo del suo cellulare. Lo estrae dalla tasca dei pantaloni e leggo “David” sul display. Ci osserviamo con interrogazione. Risponde e mette in viva voce.
<< David! Ti fanno male i piedi? >> Esordisce. Sorrido.
<< Prego? >> Si chiede David.
<< Ti chiamiamo perché vorremmo rivolgere un invito a te e Roberta, una cena a 4. Come sai fratellino anche i muri hanno le orecchie qui, il telefono ci sembrava il mezzo più sicuro! >> Spiega Cami.
<< Almeno finché vorrete tenere segreta la vostra relazione. >> Aggiunge David.
<< E questo credo durerà molto visti gli sguardi che mi rivolgono mamma e papà. Non mi perdono di vista quando io e Roby siamo nella stessa stanza! >> Interviene Lorenzo.
<< Spero che tuo padre si ricreda sulla nostra storia. La cosa migliore sarebbe che io ci parlassi, che gli spiegassi che sono felice e convinta! >> Intervengo. Lorenzo mi bacia il dorso della mano.
<< Se accetti un consiglio, eviterei! La paura di mio padre, la quale credo sarebbe anche quella di tuo padre se sapesse, riguarda Lorenzo non te. Temono il loro comportamento visto il suo curriculum! >> Risponde Camilla.
<< Credo che Camilla abbia ragione. Armando e Nicola tenterebbero in tutti i modi di “metterti in guardia” e vedrebbero di mal occhio questa storia. Credo che la cosa migliore che possiate fare adesso è prendervi un periodo di rodaggio prima di mettere i manifesti, e tu Lorenzo devi rigare dritto! >> Intervie David.
<< E’ quello che voglio fare David! >> Risponde, fissando i miei occhi azzurri. Mi chino e lo bacio.
<< Tornando alla cena, alle 20.30 a casa mia? >> Propone Camilla.
<< E se facessimo a casa mia? Non ho ancora dato una cena nella mia nuova casa! >> Interviene Lorenzo.
<< Perfetto! Penso a tutto io, alla spesa e alla cucina! >> Interviene Camilla.
<< Posso almeno prendere il vino? >> Domanda il mio ragazzo.
<< Sì, dammi 10 minuti e ti scrivo su whastapp il menù! A dopo! >> Saluta Camilla.
<< Ci parliamo al telefono da una stanza all’altra, sembriamo 4 idioti. >> Commento e ridacchio.
<< Come avevamo previsto Daniele ha voluto analizzare nel dettaglio l’organizzazione della sfilata. >> Osservo.
<< Spero solo che sia soddisfatto e che non s’intrometta oltre! >> Commenta Lorenzo. Sentiamo bussare alla porta e Lorenzo sbuffa prima di chiedere chi è.
<< Marcella Valencia. >> Si annuncia. Ci osserviamo con interrogazione. Cosa vorrà? Lorenzo si siede alla sua postazione ed io su una sedia di fronte alla sua scrivania.
<< Prego, si accomodi. >> La invita.
<< Prego signora Marcella. >> La invito a sedersi accanto a me. Mi domando cosa voglia da Lorenzo!
<< Come la posso aiutare? >> le domanda Lorenzo.
<< Non sono venuta in cerca di lei, Lorenzo. >> Annuncia Marcella. Io e il mio ragazzo ci guardiamo con interrogazione.
<< Però ha bussato alla porta del mio ufficio. >> Osserva Lorenzo.
<< Cercavo la dottoressa Mora. Ho provato a bussare al suo ufficio ma non ho ricevuto risposta. Il presidente mi ha suggerito che poteva essere qui a lavorare con il dottor Lorenzo. >>  Spiega. Non credo che la deduzione di Diego sia stata casuale, probabilmente sa! Lorenzo ed io ci scambiano un’altra occhiata.
<< Ad ogni modo signora Marcella può anche darci del tu, non occorre tanta formalità! >> Interviene Lorenzo.
<< Lo stesso vale per voi. >> Risponde Marcella.
<< Vi lascio sole, fate con comodo! >> Interviene Lorenzo alzandosi. Lo guardo supplicandolo di restare!
<< Grazie e perdona l’invasione. >> Ringrazia Marcella alla quale, evidentemente, non dispiace restate da sole! Mi chiedo cosa voglia da me! Lorenzo esce dallo studio.
<< Marcella, sarò franca. Se sei venuta qui per spezzare una lancia in favore di tuo fratello e di Patrizia possiamo interrompere qui questo colloquio! >> Marcella mi guarda con un certo sgomento.
<< No, come ti viene in mente? Il loro comportamento di 26 anni fa non ha giustificazioni e non mi permetterei mai di cercarti per difenderli. >> Precisa. Meno male!
<< Il loro comportamento di 26 anni fa e anche quello di tuo fratello dell’altra sera! >> Preciso. Marcella aggrotta la sopracciglia, mi sembra scesa dal pero.
<< Tu non sai niente di quello che è successo ultimamente? Mi sembra perfino impossibile, lo sa tutta l’Ecomoda! E i risultati sul viso di tuo fratello e di Lorenzo parlano da soli, non ti sei chiesta da chi le ha prese? Beh, devo dire che quest’oggi avrà messo parecchio correttore per nascondere quel livido, sfido che non si sia notato. >>
<< Roberta, non so proprio di cosa parli! Quale relazione c’è tra i lividi di Lorenzo e mio fratello? >> Mi domanda. Daniele e Patrizia si sono guardati bene dal raccontarglielo!
<< Qualche sera fa Daniele ha bussato alla mia porta, dopo 26 anni di totale e reciproca indifferenza, presentandosi con ridicoli ricordi di quando sono stata messa al mondo e goffe scuse. Ha anche detto che somiglio a Patrizia. Inutile dire che non l’ho presa bene! Lorenzo che è cresciuto con me, di conseguenza ci lega un profondo affetto, non ha preso bene questa iniziativa di Daniele e quando mi ha vista sconvolta dalla sua visita ha deciso di affrontarlo. La sera dopo si è recato a casa sua, la discussione si è animata e hanno fatto a botte! La stessa sera a casa Mendoza si stava tenendo una cena, devo dare atto a tuo fratello che non aveva idea che ci fosse una cena in corso quando si è presentato per parlare con Armando e Beatrice. A questa cena, davanti a una ventina di testimoni, si è consumata una violenta lite con tanto di rissa, per ciò mi è sembrato strano che non lo sapessi. >> Marcella mi guarda sbigottita alla fine del mio racconto.
<< Non ne avevo idea, non ho fatto caso ai lividi di Daniele… evidentemente gli ha coperti bene, come hai detto tu. Io volevo solo guardarti bene e scambiare quattro chiacchiere insieme a te. Dopo tutto sei mia nipote si può dire… >> Interviene. Avverto un brivido.
<< Si può dire. Anche se io non ti conosco, senza offesa. >> Rispondo. Lei sorride.
<< Come mai sorride? >> Le domando.
<< Non importa, non ti farebbe piacere sentire il mio pensiero. >> Risponde.
<< Ha detto che voleva chiacchierare allora chiacchieriamo. >> La invito.
<< Stavo solo pensando che non hai paura a dire le cose, sei franca, esattamente come lo è Patrizia. >> Risponde esternando il suo pensiero. Stranamente questo paragone che ha fatto tra me e Patrizia non m’infastidisce come quello fatto da Daniele! Probabilmente perché Daniele lo conosco da sempre e so che è una merda e gode nel pungere le persone sul vivo, mentre questa donna cerca solo un contatto con me.
<< Forse non avrei dovuto dirlo! >> Interviene. Scuoto la testa.
<< Certe cose m’infastidiscono solo se sono dette da tuo fratello perché so che lo fa per provocare gli altri! Io sento che tu hai buone intenzioni. >> Marcella mi sorride.
<< Ho pianto tanto sai? Nelle settimane che sono seguite alla mia partenza ho pianto molto e non solo perché avevo chiuso i ponti con parte della mia famiglia ma anche perché pensavo a te, cioè al feto che eri. Pensavo a quando saresti nata e mi domandavo con quale coraggio Patrizia ti avrebbe lasciata andare? Pensavo, cosa proverà quella creatura quando Nicola le racconterà tutta questa storia? >>
<< Io ho avuto un’infanzia stupenda, ho un padre e una madre amorevoli. Non tutto il male vien per nuocere! Ha mai pensato a come sarei oggi se fossi stata una Valencia? Io sì, ci ho pensato spesso. Michael e David sono così perché per grazia divina hanno ereditato qualcosa da te evidentemente, o non si spiega la cosa, ma a me non sarebbe potuto succedere. Che mi piaccia o no porto il DNA di Patrizia, se avessi avuto lei e Daniele come genitori oggi non sarei quella che sono, senza offesa. Mio padre e Leonora hanno tirato fuori il meglio di me! >> Commento.
<< Non mi offendo perché comprendo benissimo i sentimenti che nutri verso la mia famiglia. >>
<< Grazie della comprensione. >> Rispondo. La conversazione si ferma e ci guardiamo con un certo imbarazzo.
<< Desideri qualcosa da bere? >> le domando, lei scuote il capo.
<< Vorrei sapere così tante cose di te. Hai un fidanzato, un marito…? >> Mi domanda. Un marito? Ridacchio.
<< No, non ho nessuno! >> Mento. << C’era qualcuno ma è durata poco e finita da poco. >> Spiego.
<< Mi dispiace. >> Interviene.
<< La tua famiglia come sta? Ho sentito belle cose su tuo figlio da parte di mia sorella. E’ completamente pazza per lui. >> Racconto.
<< Stanno bene. >> Risponde, sembra rabbuiarsi. << Tuo padre è un tipo difficile a cui far cambiare idea. >> Commenta.
<< Sì, è un osso duro, specialmente quando si tratta dei suoi figli. >> Osservo.
<< Lo posso capire. Beh, ti ho già rubato abbastanza tempo! >> Interviene alzandosi. Io la imito e ci avviamo verso la porta.
<< Marcella, vorrei che non raccontassi a tuo fratello e sua moglie di questa nostra chiacchierata. >> la prego.
<< Non era mia intenzione dirglielo per una semplice ragione, non voglio essere messa in mezzo e che a Daniele e Patrizia venga in mente di chiedermi ti intercedere! >> Specifica.
<< Grazie Marcella. >>
<< Suppongo che ci vedremo domani sera alla festa? >> Mi domanda. Annuisco.
<< A domani! >> Mi saluta.
<< A domani Marcella. >> La saluto. Quando chiudo la porta dell’ufficio di Lorenzo lui entra nella stanza tramite la porta che si affaccia nella sala riunioni. Si avvicina a me e mi abbraccia forte. Chiudo gli occhi godendo di questo momento, di questo abbraccio che apparentemente può sembrare come uno dei tanti abbracci che ci siamo scambiati nel corso degli anni ma che non lo è. Il modo che ha di guardarmi, di parlarmi, di abbracciarmi è diverso rispetto a qualche tempo fa… Lorenzo ha capito che sono io la sua compagna ideale, il ragazzo che ho sempre amato segretamente si è accorto che esisto. Chiudo gli occhi con la testa appoggiata al suo petto e sorrido.
 
 
 
Giulia
Sento bussare tre volte alla porta e capisco che si tratta di lui. Entra nello stanzino furtivamente e richiude la porta dietro di sé dando un giro di chiave.
<< Di cosa volevi parlarmi? >> Mi domanda. E’ ovviamente arrabbiato, non servono gli occhiali per vederlo. E immagino che in parte sia per il commento che mio padre ha fatto questa mattina.
<< Cosa ti prende? Perché fai così? >> Gli domando, accarezzando il suo collo con entrambe le mani.
<< Non so cosa mi dispiaccia di più… il fatto in sé o che tu non te ne sia nemmeno resa conto! >> Interviene.
<< Quale fatto?! >> Domando spazientita.
<< Ieri sera più che il tuo ragazzo sembravo una zavorra che ti eri portata al cinema per sbaglio! Sempre che tu mi consideri come il tuo ragazzo. >> Asserisce. Spalanco leggermente la bocca per la sorpresa.
<< Potevi almeno presentarmi con il mio nome di battesimo! >> Prosegue.
<< Mi dispiace… Io non pensavo di incontrarli, sono stata colta alla sprovvista, e se ti avessi presentato la cosa sarebbe giunta la sera stessa all’orecchio di mio padre… Tutti i loro genitori sono amici di mio padre… >>
<< E sappiamo già che a tuo padre non vado bene… >> Commenta, abbassando il capo. Accarezzo il suo mento con una mano.
<< Non è un mio problema chi piace o non piace a mio padre! E’ con te che voglio stare e lui se ne farà una ragione, per lo meno me lo deve visto che per vent’anni ha trattato i suoi figli come imbecilli nascondendo avvenimenti piuttosto importanti! Io ho già un piede fuori casa e mio padre non mi vedrà più se solo prova ad opporsi a questa storia! >> Rispondo. Sono sicura di quello che dico, non voglio rinunciare a Massimiliano perché mio padre desidera per me un uomo benestante.
<< Tu lo pensi davvero? Lo faresti? >> Mi domanda. Mi sembra di scorgere l’inizio di un sorriso sul suo volto.
<< Sì e se non credi alle mie parole crederai ai fatti. Domani sera qui in azienda daremo un cocktail di bentornato per gli Huber e mia zia per tanto ci saranno un cinquantina di invitati tra cui i soci, alcuni dipendenti e amici intimi dei Valencia e dei Mendoza… Prepara il tuo abito migliore perché andremo a questa festa insieme. >> Sentenzio accarezzando la sua schiena con le mie mani.
<< Vale a dire?... >> Domanda in cerca di conferme più concrete.
<< Vale a dire che la mia famiglia conoscerà l’identità del mio ragazzo. Perché TU SEI il mio ragazzo! >> Confermo. Mi sorride sollevato prima di catturare le mie labbra in un bacio che viene ricambiato.
<< Io non ho un abito elegante adatto a un cocktail… Non ho cravatte o smoking! >> Interviene.
<< Non è un matrimonio, è solo un ricevimento informale. Basteranno i jeans più belli che hai, una camicia e una giacca! >> Lo rassicuro. Spero solo che mio padre controlli le sue reazioni.
 
 
 
Marcella
E’ evidente che Roberta non si è resa conto di avere il rossetto sbavato, e quel ragazzo non si è accorto di averne attorno alle sue labbra. Ed è ancor più evidente che nessuno sa di loro o Roberta non mi avrebbe detto di essere single. Non sarò di certo io ad andare a spifferarlo in giro! Avranno le loro buone ragioni per tenerlo segreto.
Roberta non ha tutti i torti quando afferma che se fosse cresciuta con mio fratello e con Patrizia non sarebbe la stessa persona che è oggi. Mio fratello e Nicola hanno mappature diverse e di conseguenza diversa è l’educazione che hanno impartito ai loro figli.
<< Marce, dov’eri finita? Ti abbiamo cercata ovunque! >> Interviene mia sorella, giungendo dall’atelier in compagnia di Ugo e di Patrizia.
<< Ho fatto un giro per l’azienda. >> mento.
<< Andiamo? Abbiamo un tavolo al Le Noir. Beatrice, Camilla, Lena e mio figlio Giulio ci stanno aspettando lì per pianificare il cocktail di domani. >> Interviene Patrizia.
<< Anche Giulio partecipa ai preparativi? >> Domanda Bea.
<< Sì, non può ciondolare tutto il giorno! >> Risponde Patrizia. Da che pulpito! Da quando andare dall’estetista, fare shopping, organizzare cene, frequentare corsi di cucina, cucito, andare in palestra etc è sinonimo di lavorare?
<< Abbiamo per lo meno una vaga idea circa il numero degli invitati? >> Domando. Non possiamo certo prenotare cibo e bevande in quantità casuale!
<< Ci saremo noi 4, tutta la mia famiglia, i Mendoza, la fidanzata di Diego, Camilla Mendoza, suo marito, sua figlia, tutta la banda delle racchie e alcuni dei loro figli, il direttore del personale il quale verrà accompagnato, Roberta Mora, Mario Calderon e mia figlia poco fa mi ha massaggiato dicendomi che vi prenderà parte con il suo nuovo ragazzo. In più ci saranno alcuni intimi amici e pochi fornitori. >> Spiega Patrizia.
<< Ergo, quanti saremo? >> mi domando, non avendo ancora un numero preciso. Patrizia conta con le dita (oddio) prima di rispondere.
<< 31 sicuri, per adesso! Aspetto conferme da alcuni amici. >> Mi spiega Patrizia consultando la posta elettronica dal suo smartphone per poi rispondere ad una telefonata.
<< Non capisco perché questa banda di racchie debba prendere parte a feste e ricevimenti dell’azienda! >> Commenta Ugo.
<< Ugo, il perché lo sai bene, essendo amici di Beatrice e Armando. >> Rispondo. A me non fa né caldo né freddo che prendano parte a questo ricevimento!
<< Marcella vorrei tanto venire con voi ma il dovere mi chiama. Mi raccomando solo di una cosa: non lasciate l’organizzazione nella mani del pipistrello o diventerà una festa di Halloween! >> Afferma Ugo, riferendosi a Betty.
<< Non devi neanche dirlo Ugo! Baci baci, a domani sera! >> Lo saluta Patrizia dopo aver concluso la sua breve telefonata.
<< Noi parleremo domani al cocktail Marce, voglio sapere tutto quanto della tua vita! >> Mi saluta Ugo. Devo assolutamente confessare a Daniele chi è il vero padre di Alex. Non so come la prenderà, ma so che si arrabbierà per la mia bugia.
 
 
 
David
Compongo il numero di quel Dj mentre Camilla continua a coccolare il mio collo con soffici baci e qualche leggero morso.
<< Amore… sono al telefono, ti prego… >> La imploro, ansimando.
<< Pronto, qui Alec Suarez. >> Risponde una voce dall’altro capo del telefono.
<< Pronto, parla David Valencia, dall’Ecomoda. Ho ricevuto una sua e-mail con il suo curriculum in risposta all’annuncio pubblicato pochi giorni fa. Come avrà letto stiamo cercando un DJ per la data dell’8 Marzo, per tanto avrei piacere a parlarle di persona. >> Spiego.
<< Certamente signor Valencia. Quando vuole fissare l’appuntamento? >> Mi domanda.
<< Se possibile per oggi stesso! Le spiego… domani sera presso la nostra azienda si terrà un cocktail, è una festa piuttosto intima con una cinquantina di invitati, e vorremmo intrattenere gli ospiti con della musica. Lei ha degli impegni per domani sera? >> Provo a chiedere. So che è poco preavviso!
<< No, domani sera non ho alcun evento in programma. Se per lei va bene possiamo incontrarci subito? >> Propone.
<< Va più che bene, in questo modo potremmo discutere nel dettaglio riguardo l’evento di domani e riguardo l’8 Marzo, in cui ci sarà la sfilata che, come immaginerà, sarà un grande evento. L’aspetto, a più tardi. >> Saluto.
<< A più tardi. >> Saluta di rimando prima di porre fine alla comunicazione.
<< E questa è fatta! >> Commento per poi iniziare a sbottonare la camicetta di Camilla la quale mi siede sulle ginocchia. Sorride maliziosamente.
<< E se adesso dovesse entrare uno dei miei fratelli? >> Si domanda.
<< Ne dubito! >> Asserisco.
<< E come mai ne dubiti? >> Mi domanda.
<< Perché ho chiuso la porta a chiave! >> Confesso prima di baciare la mia ragazza con passione.
 
 
Michel
E’ pomeriggio inoltrato quando Alma e mia figlia tornano da loro giro di shopping con duemila buste.
<< Ciao, cosa vi siete comprate di bello? >> Domando, posando un bacio sulle labbra ad Alma e accarezzando la testa di mia figlia.
<< Io un paio di jeans. >> Risponde mia figlia. Tutto lì? Per ciò tutte queste buste contengono indumenti e accessori di Alma?
<< Non guardarmi così, lo sai che oggi è il black Friday, avresti dovuto fare acquisti anche tu! >> Mi rimprovera. Mia figlia raccoglie la sua unica busta e si avvia verso la sua stanza. Mi sembra arrabbiata.
<< Alma, non è per cattiveria che te lo dico ma dovremmo ridimensionarci… Anche questo mese il plafond della carta di credito è stato superato. >> Le faccio notare, esibendo l’estratto conto.
<< Qual è il problema? I soldi non ci mancano. >> Commenta con nonchalance mentre ammira la sua borsa nuova. I soldi non MI mancano! Mia moglie Jequeline ed io abbiamo faticato per dare ai nostri figli un’educazione volta al rispetto per il denaro e non basata sulle cose materiali… Non vorrei che la presenza di Alma mettesse in pericolo ciò che ho costruito. Mi passo una mano in testa ravvivandomi i capelli.
<< Quasi dimenticato. Martedì 1 Febbraio è il compleanno di mia figlia è siamo stati invitati alla sua cena di compleanno. Ho già dato conferma per tutti. >> Mi fa sapere, posando un bacio sulle mie labbra. Rimango interdetto.
<< Tu lo sai che ci troviamo a Cartagena e che tua figlia vive a Bogotà? >> le faccio notare. Si volta verso di me.
<< E’ un problema? >> mi domanda.
<< Io devo organizzarmi con il ristorante, bisogna prenotare l’aereo, Grace e Theo hanno i loro impegni e i corsi da seguire… Potevi almeno consultarti con me prima di dare conferma. >> Le faccio notare.
<< Ma si tratta del compleanno di mia figlia, scusa ma non ci sono impegni che tengano! >>
<< Questo l’ho capito. Al limite l’avremmo raggiunta il prossimo week end! >> Spiego. Martedì è fra 4 giorni!
<< Per favore Michel… E poi Diego Mendoza è stato così disponibile nel mettere a disposizione casa sua per questa cena! A proposito, sai che mia figlia e Lorenzo si sono lasciati? Dubito che lui sarà presente alla cena… Non vedo l’ora di sapere i dettagli. >> Sproloquia.
<< La cena si terrà a casa di Diego Mendoza? >> Domando. Mi chiedo se ci sarà anche Beatrice a questa cena.
<< Sì. E’ stato gentile, no? >>
<< E sai chi altri vi prenderà parte? >> Domando.
<< No amore, non saprei. Suppongo amici e colleghi! Perché? >> Mi domanda.
<< Curiosità. Io non so se ce la faccio a venire! >> Mento. Per un motivo o per l’altro capita spesso che io sia in viaggio e la gestione dei ristoranti è sempre filata liscia anche in mano al mio staff.
<< Per me sarebbe importante che tu venissi, e anche per Silvia. Vorrei che voi due vi conosceste meglio. >> M’implora. Mi bacia castamente prima di raccogliere i vari sacchetti delle varie botique che ha svaligiato e dirigersi verso la zona notte. Io mi dirigo nel mio studio: mi siedo alla mia scrivania, apro il cassettone e vi frugo dentro tra vecchie carte alla ricerca di una lettera che ancora conservo. La carta è ingiallita, del resto sono passati 28 anni, le parole sanno di vecchio anche se a me sembra che sia successo tutto ieri! La reggo con la mano sinistra e mi porto la mano destra alla bocca mentre rileggo quelle righe.
 
 
Ciao Michel,
Come mi hai chiesto nella tua lettera, ti ho inviato la mia risposta. Non posso dire altro che mi dispiace di come sono andate le cose Michel, non posso fare altro che chiederti scusa! Sono pienamente cosciente del fatto che tutto ciò è solo colpa mia, che dovevo darti retta… Io non volevo illuderti! Ti ho voluto e ti voglio davvero bene Michel, ma il mio cuore appartiene ad un altro uomo… Non potrò mai dimenticarmi di tè Michel, sei stato un grande amico e sei entrato nella mia vita nel momento giusto, quando il mondo mi crollava addosso! E mi hai dato la forza per affrontarlo… Non posso fare altro che ringraziarti per questo, e scusarmi per tutto quello che hai avuto da me, solo un illusione. Perdonami Michel.
Ti voglio bene, Betty.
 
 
Inevitabilmente gli occhi si velano di lacrime. Ho amato moltissimo Jacqueline, la quale è entrata nella mia vita appena un anno dopo essere stato lasciato da Betty. L’ho amata tantissimo ma non posso negare a me stesso di aver desiderato ardentemente che fosse Betty la donna della mia vita e di aver sempre rimuginato su questo sogno infranto.
<< Papà, lei non mi piace. >> Afferma mia figlia. E’ entrata nel mio studio e ha chiuso la porta e non me ne sono nemmeno accorto. Piego in due la lettera e la rimetto nel cassetto.
<< Cosa stavi leggendo? >> Mi domanda perplessa.
<< Niente. Tesoro mio sono certo che andrete d’accordo! >>
<< No papà, io non andrò mai d’accordo con lei. Ti rendi conto che ti tratta come se tutto le fosse dovuto? E’ una profittatrice… spende e spande i nostri soldi e prende decisioni che ci riguardano senza neanche consultarci. Perché dovrei prendere parte alla festa di compleanno di una tizia che ho visto una sola volta nella mia vita? >> Si domanda Grace. Mi copro il viso con le mani per la disperazione.
<< Conosceremo meglio anche Silvia. E’ sua figlia, io sono il suo fidanzato ed è normale che Alma ci tenga a questa cena di compleanno. Ti prego tesoro non complicarmi le cose… >> La supplico.
<< Papà tu non ami quella donna, ti fa innervosire altrimenti come mai te ne stai qui da solo a piangere? Non capisco perché stai con lei e non capisco perché si sia trasferita a casa nostra. >> Commenta abbandonando il mio studio. Mi chiedo se andranno mai d’accordo! Come devo fare? Da una parte c’è Alma una donna che io amo anche con i suoi difetti e dall’altra parte c’è mia figlia… Ma adesso non ho le facoltà per occuparmi di questo, ho in mente solo Betty e questa cena di compleanno. Devo inventarmi una scusa che m’impedisca di prendere un aereo per Bogotà per prendere parte a quella serata, ammesso che Betty vi partecipi!
 
 
Paola
<< La smetti di controllare il suo profilo ogni dieci secondi?! >> La riprendo. Mentre guido ho buttato più volte l’occhio sul telefono di Kelly e ho notato che è sempre aperto sul profilo di Russell e fa il refresh ogni dieci secondi!
<< Guarda, leggi! Dice “A pezzi… Ho sbagliato tutto con te, ho rovinato la nostra vita… spero solo che tu possa perdonarmi M.”! >> Strilla, leggendo ad alta voce un aggiornamento di stato di Russell.
<< E’ la moglie, cosa pretendi? >> Le ricordo. Lei caccia con violenza il cellulare nella borsetta. Mi arriva una telefonata di Alec e l’accetto tramite i comandi posti sul volante. La sua voce riecheggia in tutto l’abitacolo della mia auto.
<< Ciao! >> Lo saluto.
<< Ciao tesoro, ti disturbo? >> Alzo gli occhi al cielo mentre Kelly ridacchia.
<< Sto guidando, ma parla pure! Sei in viva voce. >> Lo informo.
<< Ciao Alec! >> Lo saluta Kelly.
<< Ciao, Kelly, giusto? >> Chiede conferma!
<< Yes! >> Conferma lei.
<< Devo parlarti del nostro… rapporto d’affari! >> Mi fa sapere.
<< Kelly è informata, parla liberamente. >> Lo rassicuro.
<< Poco fa mi ha telefonato David Valencia per fissare un colloquio, anzi è una formalità secondo me, sembra interessato ad assumermi dato che mi vuole ingaggiare anche per un cocktail che si terrà domani all’Ecomoda. >> Mi informa. E’ stato facile!
<< Ottimo lavoro. Tienimi informata sull’esito! >>
<< Una festa per cosa? >> Domanda Kelly.
<< Non saprei, mi ha solo detto che sarà una festa piuttosto intima e a numero chiuso. 50 invitati grossomodo. >> Mi racconta.
<< Comunque mi informerò sul perché di questa festa. >> Avverto una strana sensazione all’altezza del plesso solare. Non sarà una festa di fidanzamento per Diego e quella tipa? Io ci ho messo 6 anni a farmi mettere l’anello al dito e quella ci mette meno di un mese?!
<< Va bene, passa una buona serata. Io mi preparo e vado al colloquio. >>
<< Ci sentiamo. >> Lo saluto. Kelly nota che mi sono rabbuiata.
<< Qualcosa non va? >> Mi domanda.
<< Chiama Giulia Valencia. >> Ordino alla mia auto. Faccio segno a Kelly di stare zitta.
<< Paola! >> Esordisce, rispondendo alla chiamata.
<< Ciao Giulia… volevo scusarmi per come ti ho trattata nell’ultima telefonata. >> mento. Stringo più forte il volante.
<< Lo apprezzo! Sei sparita ultimamente… >>
<< Non sono stata bene Giulia. Continuo a pensare a Diego… Per questo la mia amica Kelly mi ha invitata fuori città… >> Mento di nuovo. << Tu come passerai il week end? >> Le domando.
<< Ci sono le mie zie. Cene e di famiglia e robe così. Domani daremo una festa in azienda, dato che sono anche tornati gli Huber. E’ da molti anni che tutti i soci dell’azienda non condividono la stessa stanza! >> Mi spiega. Traggo un respiro di sollievo anche se so che presto o tardi la relazione tra quei due diventerà ufficiale.
<< Salutami tuo padre e tua madre. >> Rispondo.
<< Sarà fatto e tu fa lo stesso. Usciamo la settimana prossima? >> Mi domanda.
<< Ma certo! Ti chiamo io. >> Mento con un finto sorriso.
<< A presto! >> Mi saluta. Chiudo la comunicazione senza rispondere al saluto.
<< Danno una festa per in onore di Marcella? Chi è, il Papa?! >> Brontola la mia amica.
 
 
 
FINE CAPITOLO 49.
 
 
Meglio tardi che mai! Con quattro mesi di intervallo dal 48 sono riuscita a presentare il capitolo 49, chiedo umilmente scusa!
Vi è piaciuto? Cosa ne pensate del rientro in scena di Michel? Parteciperà o non parteciperà alla cena di compleanno di Silvia? Lui e Betty si rivedranno? Del personaggio di Alma cosa ne pensate? E di Grace?
La cena a casa Valencia come andrà? Marcella approfitterà dell’occasione per confessare al fratello di avergli mentito circa la paternità di Alex? Vi è piaciuto il momento in cui Marcella e Daniele si sono rivisti? La riunione vi è piaciuta con tutti i suoi scontri e battibecchi?  Il cocktail come andrà? Cosa vi accadrà? Daniele accetterà Massimiliano come genero? Daniele non ha presentato la scoperta che ha fatto riguardo la creazione di questa azienda che Diego, Lorenzo e Roberta vogliono tenere segreta. E’ combattuto tra il suo primordiale istinto di mettere zizzania e il suo desiderio di cucire un rapporto con Roberta, la figlia di sua moglie, e sa che se sfruttasse questa informazione Roberta lo odierebbe ancora di più. Come evolverà la cosa? La presenza di Marcella sarà decisiva il qualche modo? Vi è piaciuto il breve colloquio tra Marce e Roberta? Ovviamente l’avvenimento più importante di questo capitolo è la riconciliazione, anche se solo virtuale per ora, di Michael e Cèsar. Cosa ne pensate? Quando i due coroneranno il loro sogno d’amore in modo totale? Quando s’incontreranno? Cosa ne pensate della manifestazione di gelosia di Silvia nei confronti di Giulio? E Lena otterrà quello che vuole, ovvero Giulio? Camilla troverà il coraggio di presentare al marito i documenti del divorzio? Che tipo di debiti ha contratto Kristoff?
La carne al fuoco è tanta, di avvenimenti ce ne saranno molti, preparatevi!
 
 
 
   
 
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