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Autore: BlueWisteria    03/12/2016    5 recensioni
Storia lenta di come una situazione banale può diventare speciale per qualcuno. Se poi di mezzo ci sono i Bts, niente è scontato. In un giorno qualunque Jungkook scopre uno strano bar e...
Dalla storia:
-Ti va di sederti?- gli uscì talmente spontanea che si meravigliò lui stesso.
La ragazza fece una buffa smorfia e, mentre si sedeva di fronte a lui, lo guardò ironica.
-Grazie per avermi invitato ad accomodarmi nel mio bar- (Capitolo 1)
-Giuro che non siamo sempre così- cercò di spiegare Jungkook, arrossendo e mordendosi il labbro.
All'occhiata scettica che gli lanciarono Yoongi e Jimin, Vivian non ce la fece più e fu costretta a girarsi, cercando talmente tanto di non ridere che le tremarono le spalle. (Capitolo 2)
Ci fu un attimo di silenzio e poi Taehyung balzò in piedi all'improvviso, brandendo il cucchiaino e facendo quasi rischiare un infarto a Hoseok e Jin che gli stavano accanto.
-Expelliarmus!- gridò, sembrando serio. (Capitolo 3)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[[[ Salve a tutti, è la parabatai di BlueWistria che parla.

So che state aspettando con impazienza un nuovo capitolo perché è quello che sto facendo io, ma purtroppo bisognerà aspettare ancora un pò.

La mia amica ha avuto un incidente e per di più si trova all'estero, in un posto dove la connessione fa abbastanza schifo. Non scenderò nei dettagli perché è una questione parecchio privata, ma mi ha chiesto di scrivervi e rassicurarvi sul fatto che non intende abbandonare la storia. È una cosa a cui tiene e appena starà meglio intende continuarla e finirla.

Nel frattempo ringrazia tutti voi per la pazienza (e per l'assenza di messaggi minatori).

Un abbraccio da parte sua, con la speranza di "rivederci" al più presto. ]]]

 

 

*************************

 

 

Salve a tutti!

Devo delle scuse a tutti voi per essere sparita per così tanto tempo. Purtroppo gli ultimi mesi sono stati terribili e solo adesso sto finalmente cominciando ad ingranare. A tutto questo si aggiunge il fatto che attualmente sono in Cina, (lontano da tutti e con un fuso orario indecente, così come la connessione internet).

Vi ringrazio infinitivamente per il vostro supporto e per essere stati così comprensivi. Mi siete stati di grande aiuto per ricominciare a scrivere.

La prima cosa che mi ha detto la mia parabatai quando ha finito di leggere il capitolo è stata "Non pensavo che mi sarebbero mancati così tanto", riferito ai personaggi e soprattutto a Vivian e Tae.

Ecco, non pensavo neanche io finché non ho ricominciato a scrivere. È stato come ritrovare dei vecchi amici.

Proprio per questo motivo, non importa quanto tempo ci vorrà, non smetterò di scrivere questa storia finché non sarà finita. È una promessa a voi e a me stessa.

Attualmente studio la mattina e lavoro il pomeriggio. L'unico momento vagamente libero è il weekend, vedrò di sfruttarlo a dovere v.v

Dopo questo papiro vi lascio all'attesissimo capitolo.

Grazie ancora per essere rimasti.

Credo che sarà l'ultimo aggiornamento del 2016, perciò... Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!

 

 

 

- Stella alpina -

 

 

 

400 g di savoiardi

500 g di mascarpone

120 g di zucchero

6 uova medie

Caffé q.b

Cacao in polvere

 

 

Non le era mai piaciuto particolarmente il tiramisù. Il che in Italia poteva essere considerato come alto tradimento.

Le piaceva il mascarpone e adorava decisamente il caffè, però i savoiardi mollicci era qualcosa che non aveva mai sopportato. Lo mangiava di buon gusto quando lo preparava nonna Irma, anche se scansava, cercando di non essere vista, i terribili savoiardi. Il nonno, neanche lui un grande amante delle cose mollicce, le faceva un occhiolino servendole un pezzo con più crema che altro.

L'unico motivo che la spingeva a preparare il tiramisù, era che sfortunatamente quello era il dolce preferito di Hyerin. Non c'era mai stata occasione di prepararglielo, e aveva deciso che poteva essere un'ottima idea per far pace.

Quella sera ci sarebbe stata la prima del suo spettacolo teatrale e aveva deciso che era ora di far pace. La sua migliore amica le mancava troppo.

Finì di assemblare il dolce nella piccola coppetta trasparente, riponendola poi in frigo per lasciarla riposare. In realtà, con le dosi che aveva ne aveva riempito una teglia, che di certo non sarebbe andata sprecata. Sospettava che un suo certo coinquilino ci avrebbe dato una bella ripassata e forse sarebbe stato così generoso da dividerla con un certo trio di ragazzi.

Con un sospiro a metà tra il rassegnato e il divertito, lasciò la cucina per cominciare a prepararsi per la serata.

 

 

 

 

 

In quello stesso momento, da un'altra parte.

Taehyung fissava esitante la porta chiusa della stanza di Jimin. Gli altri si erano dati strategicamente alla fuga, ne era praticamente certo. Hoseok gli aveva dato addirittura una pacca comprensiva sulla spalla, prima di trascinare fuori casa il maknae.

Quest'ultimo aveva sorprendentemente ricominciato a parlare loro due giorni prima. Non aveva detto niente di eclatante, preferendo fare come se nulla fosse successo. Gli altri avevano accettato la sua decisione, anche se Taehyung lo vedeva lanciargli qualche occhiata esitante.

Le stesse che lui stava lanciando alla porta.

Sospirò, prendendo coraggio ed entrando senza bussare. D'altronde lui era Kim Taehyung, non bussava praticamente mai.

Trovò Jimin mezzo steso sul letto, che fissava con sguardo perso lo schermo del portatile che teneva in grembo. Lo vide lanciargli un'occhiata cupa, le labbra a formargli un broncio.

-Dobbiamo parlare- esordì Taehyung, rendendosi conto solo un istante più tardi di quanto le sue parole preannunciassero un disastro. In realtà adorava le situazioni dove era costretto a dire frasi cliché, ma non gli pareva il caso di confessarlo in quel momento, soprattutto dopo l'occhiata fulminante che ricevette in risposta.

-Adesso non ho proprio voglia di litigare anche con te- replicò acidamente Jimin, seppur chiudendo con un gesto secco il portatile, incrociando poi le braccia sulla difensiva.

Qualcuno potrebbe rimanerne sorpreso, ma Taehyung aveva occhio per i dettagli.

-...anche?- si arrischiò a chiedere, avvicinandosi all'altro e decidendo che sedersi per terra fosse l'opzione migliore. Dopotutto se Jimin avesse avuto un attacco di rabbia, almeno era già a terra. Cadere da una sedia era un male sottovalutato, poteva testimoniarlo.

L'altro ragazzo si passò una mano tra i capelli, nel suo gesto caratteristico, leccandosi poi le labbra nervosamente, indeciso se rispondere o meno.

Entrambi sapevano che se avesse risposto avrebbe dato il suo assenso per l'inizio della conversazione.

-Ho litigato con Hyerin- ammise dopo qualche istante, dove Taehyung si era ritrovato quasi a pregare che dicesse qualcosa.

La verità era che litigare con Jimin era stato straziante, forse più che con gli altri. Namjoon e Jin non si arrabbiavano praticamente mai davvero, erano un pò come dei genitori. Potevano essere delusi per il tuo comportamento ma continuavano a sostenerti. Con Yoongi invece non c'era stato nessun vero e proprio litigio, anche se c'era stato un pò di disagio da parte sua nel parlargli.

Con Hoseok invece il disagio non c'era mai, era come un'isola piena di felicità e speranza.

Il comportamento di Jungkook l'aveva ovviamente destabilizzato, perché era la prima volta che si comportava in quel modo e tutti ne erano rimasti spiazzati. Il più delle volte aveva un comportamento talmente maturo che tendevano a dimenticare di quanto in realtà fosse giovane e inesperto.

Il litigio con Jimin l'aveva lasciato quasi in stato di shock per un intero giorno, prima di rendersi conto che sì, avevano davvero litigato. Era il suo migliore amico e non averlo vicino in quei giorni non aveva fatto altro che far pesare di più tutto ciò che era successo. Perché non solo non poteva contare sul suo migliore amico dopo che aveva litigato con la sua ragazza, ma non poteva nemmeno contare sulla sua ragazza dopo che aveva litigato con il suo migliore amico.

Jimin dovette scorgere l'angoscia sulla sua faccia, perché lo vide sotterrare l'ascia di guerra e il sospetto, arrivando persino a offrirgli un piccolo sorriso.

-Non ne va bene una, eh? Immagino che se tutti stiano litigando con me un motivo ci dovrà pur essere- disse, dapprima con tono ironico per poi sfociare in uno amaro.

-Non sono venuto per litigare- ammise Taehyung, abbassando lo sguardo e sospirando stancamente. Si perse così il lampo di sorpresa che passò negli occhi dell'amico, ma vide la sua postura cambiare, facendosi impercettibilmente più rilassata.

-Sono un coglione- esordì Jimin dopo un silenzio fin troppo prolungato. Lo disse come un dato di fatto, senza rabbia o amarezza, credendoci, come fosse una constatazione. E Taehyung capì che si era già fatto un esame di coscienza, perciò forse la situazione non era così tragica.

Aveva messo in conto di dovergli far capire quanto avessero sbagliato tutti, di scontrarsi con la sua cocciutaggine e il suo orgoglio. Ma a quanto pare per una volta lo aveva sottovalutato.

-Forse. Ma io che ti ho seguito allora cosa sono?- gli rispose con un piccolo sorriso che voleva essere complice, al quale Jimin rispose.

Per Taehyung fu come respirare di nuovo dopo un'apnea fin troppo lunga. C'erano molte altre cose che dovevano essere sistemate, ma forse poteva contare nuovamente sul suo migliore amico.

-Mi...uhm, dispiace. Per l'altro giorno- provò a scusarsi, pur non riuscendo a dire ad alta voce che si erano quasi presi a pugni. Era un qualcosa che lo meravigliava ancora. Non aveva una natura violenta e l'unica volta che aveva voluto davvero picchiare qualcuno, era stato quando quel ragazzino aveva cercato di fare del male a Vivian.

Credere di poter far del male uno dei suoi amici lo aveva fatto sentire una persona terribile e l'aveva fatto dubitare per un pò di sé stesso.

Jimin sembrò ugualmente in imbarazzo, come se anche lui faticasse a credere a quello che era successo.

-Sì, beh, ti avrei distrutto- disse questo a sorpresa, passandosi una mano nei capelli come faceva abitualmente. Taehyung notò però il tono debole della presa in giro e quel sottile imbarazzo che sembrava non voler scomparire.

-Ya! Che vuoi dire?- domandò con una smorfia piccata, stando allo scherzo.

Gli occhi di Jimin si rasserenarono e un piccolo ghigno gli si formò sul volto, mentre lanciava un'occhiata di finta supponenza al corpo dell'altro.

Altro che intercettò l'occhiata e la prese come un offesa mortale.

-Guarda che la massa non è tutto ChimChim, significa solo che sei più grasso!- esclamò con soddisfazione, incrociando le braccia al petto per dare enfasi alla sua affermazione.

-Io non sono grasso!- replicò indignato e con tono fin troppo squillante Jimin.

Ci fu un istante di silenzio dove entrambi si guardarono, con un'espressione talmente buffa che non poterono far altro che scoppiare a ridere.

-...scusa- disse il ragazzo sul letto dopo un pò, tornando serio, non riuscendo tuttavia a guardare in faccia l'amico.

-Jimin...- provò a fermarlo Taehyung, non volendo ricreare quell'imbarazzo che non era normale tra di loro. Aveva capito che era dispiaciuto, l'aveva capito. Non aveva bisogno di ulteriori conferme, sapendo inoltre quanto costasse all'amico scusarsi.

Ma pareva che l'avesse sottovalutato di nuovo.

-No, devo scusarmi. Non solo per l'altro giorno ma...per tutto- lo interruppe Jimin, alzando la testa e riuscendo finalmente a guardarlo negli occhi.

-Mi sono immischiato fin dall'inizio e fino a un certo punto va bene. Solo...non mi sono reso conto di essere andato oltre finché non ci ho sbattuto contro-

-Questo è così tipico di te- commentò Taehyung con un piccolo sorriso, scuotendo la testa.

-Vero, ma di solito mi faccio male solo io- mormorò con amarezza Jimin.

-Hai...hai parlato con Vivian?- domandò dopo un attimo di incertezza, il nome della ragazza che quasi gli venne fuori come un singhiozzo.

L'espressione cupa di Taehyung dovette parlare per il ragazzo, perché Jimin emise un verso di disperazione, quasi accartocciandosi su sé stesso, le mani a coprirgli il volto e le dita che stringevano convulsamente le ciocche di capelli sulla fronte.

-Mi dispiace, ti giuro che mi dispiace- biascicò quasi come una cantilena, mentre Taehyung sgranava con panico crescente gli occhi.

-Jimin stai...piangendo?- domandò esitante, pronto a mettersi anche lui le mani nei capelli. Le cose non stavano andando esattamente come aveva pensato. Certo, da un lato stavano andando molto meglio, dall'altro...non ne era esattamente sicuro.

-Non lo so!-

-Come non lo sai?- domandò basito, cercando di capirci qualcosa. Ad una domanda del genere non c'erano solo due possibili risposte?

-Non lo so e basta, sta zitto!-

-...diamine ChimChim, sei peggio di una ragazza mestruata- commentò con slancio Taehyung, riuscendo nell'ardua impresa di scongiurare una crisi di panico.

Jimin infatti scoprì la faccia, e grazie al cielo non stava piangendo, aveva solo gli occhi sospettosamente lucidi.

-Mi hai scambiato per Yoongi?-

-Vuoi ripetere questa frase davanti a lui?- replicò Taehyung, con un ghigno poco raccomandabile sul volto, facendo rabbrividire Jimin.

-Scherzavo. Sono troppo sexy per morir...ehi!- esclamò poi quando vide l'amico aprire la porta e schizzare fuori dalla stanza, ridendo maleficamente.

-Ho detto che scherzavo!- ripeté urlando, lanciandosi all'inseguimento.

Quello che non poteva sapere era che Yoongi non era in casa e che Taehyung lo stava solo prendendo in giro. Di nuovo.

 

 

 

 

 

Hyerin era semplicemente perfetta per la parte, si ritrovò a pensare Vivian, vedendo come l'amica dominava il palcoscenico.

Ad essere onesti, il flauto magico non rientrava nelle sue storie preferite, ma vederla rappresentata faceva tutto un altro effetto. Certo, in quel teatro si crepava di caldo, se per l'ammasso di gente o per le temperature al limite del vivibile questo non sapeva dirlo. Fatto sta che ringraziava il cielo per aver deciso di indossare un vestitino estivo di un blu talmente scuro che era sicura avrebbe nascosto le eventuali macchie di sudore.

Emise uno sbuffo seccato, forse un pò troppo forte perché un paio di persone si voltarono a fissarla.

Stiracchiò un sorriso imbarazzato e si sistemò con nonchalance la mini borsa frigo che teneva in grembo.

Tornò a prestare attenzione allo spettacolo proprio quando Hyerin, che interpretava la Signora della Notte, si accasciò al suolo morente.

Inutile, la sua amica era decisamente portata per i ruoli drammatici. Il teatro era sicuramente il suo posto.

Non era ancora sicura di come iniziare la conversazione, principalmente perché non sapeva come avrebbe reagito l'altra ragazza. In realtà tutto si basava su quello, perciò Vivian sperò ardentemente in una botta di culo.

Mh, ultimamente era diventata più scurrile, merito indubbiamente della presenza di Fabio. Non che il ragazzo fosse uno scaricatore di porto, anzi, se voleva poteva essere la persona più educata di questo mondo, solo che con gli amici si lasciava un pò andare.

Lo scroscio di applausi la fece improvvisamente tornare alla realtà e si accorse con stupore che si era persa la parte finale dello spettacolo.

Pazienza, si disse mentre si alzava, il corpo intorpidito, la sua amica era già uscita di scena.

Dopo il saluto agli attori, le luci si riaccesero e Vivian prese a guardarsi intorno incerta, alla ricerca della strada per il backstage.

Fu mentre cominciava a scendere le scale che sentì una mano poggiarsi delicatamente al centro della schiena, e per poco non fece volare per aria la borsa frigo.

Non riuscì a trattenere un sussulto sorpreso e si girò, solo per ritrovarsi davanti Young-Nam che la guardava sornione. Myung-Dae era poco più in là che parlava serenamente con i signori Kim e, semi nascosto dalle poltroncine, sedeva un Dong-Sun imbronciato, a braccia conserte e con i capelli completamente sconvolti.

-Grazie per il mezzo infarto- salutò Vivian ironica, ricevendo in risposta un ghigno che non apparteneva a Young-Nam quanto più a...

-Stai decisamente prendendo il peggio di Fabio- si lasciò scappare, non considerando che lei non avrebbe dovuto sapere niente della sua cotta.

Il ragazzo infatti arrossì sorpreso, ma dopo un attimo di esitazione le rivolse un timido sorriso.

-Grazie-

-Devi proprio farmi dire che non era un complimento?- domandò lei, prendendolo un pò in giro.

Il ragazzo scrollò le spalle malandrino.

-Suppongo dipenda dalla persona che riceve il complimento-

Vivian alzò gli occhi al cielo, avendo le mani occupate.

-Va bene, hai vinto. Come ho mai potuto pensare di farla a un serpeverde, proprio non so...- borbottò, facendolo ridere.

A quel punto comparve Dong-Sun, che nel frattempo si era accorto della presenza della ragazza.

-Ehi- mugugnò, alzando la testa in un saluto, le mani infossate nelle tasche dei pantaloni.

Vivian si ritrovò ad occhieggiarlo perplessa, non capendo subito cosa ci fosse di diverso in lui. Quando capì, si ritrovò a fissarlo intenerita, quasi come una madre orgogliosa.

Niente jeans strappati, o magliette extralarge, o maglioni slabbrati.

Certo, i jeans rimanevano, ma erano sobri e della sua taglia, così come la camicia di lino blu, le maniche arrotolate a scoprirgli gli avambracci.

Dallo sguardo che le lanciò sembrava si aspettasse una presa in giro o qualcosa di simile, ma Vivian decise di far finta di niente, chiedendogli se lo spettacolo gli fosse piaciuto.

-Una pazza che interpreta una pazza- rispose lui, scrollando con indifferenza le spalle.

A quello Vivian non seppe resistere.

-Curioso come io ti abbia chiesto dello spettacolo e tu abbia parlato di Hyerin-

Il ragazzo gelò, sembrando come se fosse appena stato colpito in faccia da un palo e Young-Nam, alle sue spalle, non riuscì a trattenee un risolino divertito.

-Beh- replicò il biondo, passandosi imbarazzato una mano nei capelli. -Eravamo venuti per vedere lei, no? Cioé, ti pare che saremmo mai venuti a vedere uno spettacolo del genere altrimenti?-

Vivian non commentò, ma quella frase era qualcosa di molto simile a una dichiarazione, anche se Dong-Sum sembrava esserne inconsapevole.

-Quindi...vai a parlare con Hyerin?- le chiese il ragazzo, non capendo a cosa fosse dovuto quell'improvviso silenzio.

-Cosa? Stai aspettando che vada a parlarle per vedere di che umore è?- scherzo, ma neanche troppo, lei.

Il ragazzo sembrò dapprima imbarazzato, ma poi le sorrise con spavalderia.

-Qualcuno deve pur essere il primo. E ci sono più possibilità che tu sopravviva-

-Questo è certo- gli borbottò dietro Young-Nam, beccandosi una gomitata in risposta.

-Va bene mocciosi, la mamma ora ha da fare- si intromise Vivian, prima che cominciassero a fare sul serio.

-Riuscite a non combinare pasticci mentre cerco di sistemarne uno?- domandò fissandoli inquisitoria. Anche se più che una domanda il suo parve un ordine.

-Oh, ma noi veniamo con te- replicò a sorpresa Young-Nam, facendole sbattere gli occhi perplessa.

-Potremmo mai perderci lo spettacolo?- aggiunse lui con un mezzo sorriso.

Vivian era già pronta a ribatte sarcasticamente, quando colse qualcosa nello sguardo del ragazzo. E capì che quella frase serviva solo a nascondere la preoccupazione che in realtà provava.

Perciò si limitò a scrollare le spalle, per poi dirigersi con aria apparente decisa verso il backstage.

In realtà era davvero spaventata per come sarebbero potute andare le cose. Per la prima volta aveva davvero un'amica e non voleva rischiare di perderla.

Era stata arrabbiata con lei, e parecchio, ma presto quella rabbia aveva lasciato il posto alla consapevolezza che se non avessero presto risolto, tutto quello che avevano passato sarebbe stato cancellato.

E non era sicura di riuscire a gestire una cosa del genere.

Hyerin faceva parte della sua famiglia, ma al tempo stesso era qualcosa di diverso. Sapeva che qualsiasi cosa avesse fatto o qualsiasi strada avesse intrapreso, la sua famiglia l'avrebbe appoggiata incondizionatamente, proprio per quel legame di sangue che li univa.

Con Hyerin il discorso era diverso. Passavano del tempo insieme perché era qualcosa che avevano deciso, non perché doveva essere così e basta.

Vivian si rendeva conto che era una cosa normale e che tutti provavano la stessa cosa con i loro amici, ma per lei era la prima volta.

Perdere quel legame sarebbe stato straziante.

Stava meditando su quale fosse la faccia migliore con cui presentarsi, quando ricevette una pacca sulla spalla di avvertimento.

Rialzò la testa, che aveva tenuto bassa sino a quel momento, solo per vedere avanzare verso di lei Hyerin, l'espressione neutra.

Si era cambiata e ora indossava un vestitino smanicato di un rosso intenso, i capelli sciolti e ribelli sulle sue spalle.

Vivian aprì la bocca per dire qualcosa, anche se non aveva idea di cosa, quando l'altra ragazza fece qualcosa che lasciò tutti allibiti.

A pochi passi da lei accellerò, per poi inginocchiarsi con slancio e fissarla con angoscia.

-Scusa scusa scusa- sparò a raffica, come un mantra, le mani unite in preghiera.

Quella era l'ultima cosa che si sarebbe mai aspettata, e probabilmente non era la sola a pensarlo, almeno a giudicare dalle espressioni sbigottite dei due ragazzi dietro di lei. Dong-Sun poi sembrava essere stato nuovamente colpito da un palo.

-Hyerin...- borbottò Vivian, sentendosi a disagio.

-No no no- la interruppe l'altra, gesticolando come impazzita con le mani.

-Sono stata una stupida, lo so. Non avrei dovuto intromettermi così tanto e soprattutto non avrei dovuto pensare male, non di te- vomitò fuori fin troppo velocemente, incespicando sulle parole.

Con la coda nell'occhio, Vivian vide Young-Nam spintonare Dong-Sun, concedendo loro un pò di privacy.

-...e non avrei dovuto dire quelle cose, soprattutto quella cosa su Fabio, non sai quanto sia pentita e...quello cos'è?- finì per domandare Hyerin, lo sguardo improvvisamente attirato dalla borsa frigo.

Vivian si schiarì la voce, passandogliela con esitazione.

-Tiramisù?- rispose poi, facendola più suonare come una domanda.

L'amica sgranò gli occhi, prendendo con mani tremanti la borsa frigo.

-Tiramisù?- ripeté incerta, come non credendo a quello che aveva sentito.

-Diciamo che è un'offerta di pace- spiegò Vivian, aggiustandosi imbarazzata una ciocca di capelli.

-Offerta di pace?- ripeté nuovamente l'altra alzandosi dal pavimento, e Vivian quasi alzò gli occhi al cielo dall'esasperazione.

-Quindi non sei qui per prendermi a calci in culo?- domandò Hyerin per sicurezza, tornando ad essere la solita pazza esuberante di sempre.

-Sai che sono per la pace- provò a scherzare Vivian, tastando il terreno. Non sapeva se le cose fossero tornate alla normalità, ma non le pareva stesse andando così male.

L'altra ragazza inarcò un sopracciglio, prima di sbottare.

-Per la pace un cazzo! L'ultima volta ho avuto seriamente paura di te!-

-Sì beh, ho i miei momenti di gloria- si pavoneggiò lei, prendendo per un attimo in prestito l'espressione malandrina di Fabio.

-Altro che momento di gloria- ribatté Hyerin, sventolando una mano nella sua direzione. -Ti avrei costruito un monumento se non fossi stata arrabbiata con me-

-Beh, la pazza megalomane della coppia rimani comunque tu-

-Chiaro- concordò Hyerin come se non ci fossero mai stati dubbi in proposito.

-È davvero tiramisù?- chiese poi indicando la borsa frigo, l'espressione ancora meravigliata.

Vivian stava per risponderle che sì, era davvero tiramisù, quando un rumore veloce di passi non la fece voltare.

Young-Nam stava avanzando verso di loro, l'espressione più esasperata che gli avesse mai visto addosso.

-Ora avete davvero rotto le palle- sbottò, interrompendo la conversazione e causando uno stato di shock in entrambe le ragazze.

-Nam...- provò a dire Vivian, venendo fermata da un gesto secco del ragazzo.

-Sono gay, ok? Quel giorno Sun stava cercando di proteggere me, per questo si è arrabbiato così tanto. Ora che la faccenda è chiarita, potreste cortesemente mettervi assieme? Tu piaci a lui e lui piace a te- esalò il ragazzo tutto d'un fiato con aria seccata, come se non avesse appena ammesso quello che aveva ammesso.

Vivian si ritrovò a sbattere gli occhi come un gufo, talmente sorpresa che non riusciva nemmeno a pensare lucidamente. Hyerin d'altro canto non sembrava essere in condizioni migliori, soprattutto perché per lei quelle erano novità. Boccheggiò un paio di volte, come se non riuscisse a decidere cosa domandare per prima cosa, poi scosse incredula la testa, fissando gli occhi scuri in quelli del ragazzo.

-Tu sei...- mugugnò con voce esile, come mai prima d'ora.

-Sì, gay, ma non è questo il punto cruciale- la interruppe Young-Nam, roteando gli occhi. Non lo disse a voce alta, ma fu talmente deciso che Vivian per un attimo si chiese se non avesse già fatto coming out. Ma era impossibile, sapeva che in quel caso glielo avrebbe detto. Probabilmente stava solo approfittando del fatto che non ci fosse anima viva nei paraggi, anche se continuava a non capire cosa l'avesse fatto sbottare.

-...io piaccio a Dong-Sun?- domandò Hyerin, dopo che finalmente arrivò al punto della situazione, sembrando in qualche modo ancora più incredula.

-Devo davvero ripetere l'ovvio?- replicò Young-Nam, alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.

Seguì un silenzio carico di incredulità, finché il volto di Hyerin non si aprì in un'espressione di pura beatitudine. Vivian si ritrovò a ridacchiare, constatando come adesso fosse l'amica a sembrare come ad essere stata colpita da un palo.

L'altra non notò niente, le rivolse una vago sorriso prima di camminare, volare, verso Dong-Sun, al momento preso a fissare con decisione il muro davanti a sé.

-Sai, mi sono sbagliata- commentò Vivian dopo che ebbero fissato la strana coppia per due minuti buoni, nei quali non fecero altro che fissarsi inebetiti in silenzio, cosa alquanto straordinaria contando con chi avevano a che fare.

Young-Nam, al suo fianco, sembrò tornare in sé solo in quel momento, perché scosse incredulo la testa e la guardò perplesso.

-Uh?-

-Non sono certa che tutta questa cattiva influenza si colpa di Fabio- spiegò Vivian serena, sentendo che le cose stavano pian piano tornando al loro posto.

Sentendo la risata liberatoria di Young-Nam, non poté che sorridere ancor di più.

 

 

 

 

 

-Che diamine...ok, cosa sta succedendo?- domandò sconcertata Vivian, fissando perplessa la scena che le si presentava davanti. Negli ultimi giorni non era strano vedere Fabio scambiarsi messaggi o addirittura chiamate al telefono con Yoongi, ma ritrovarseli entrambi in salotto, allegramente spaparanzati per terra, beh, quello si che era strano. Soprattutto notando l'aria esasperata dell'asiatico e quella corrucciata dell'occidentale.

-Fabio è un cretino- rispose piattamente il biondo, seduto in posizione zen accanto al basso tavolino.

La ragazza sbatté una volta gli occhi, portando l'attenzione sul ragazzo citato.

-Ehi! Io non sono cretino!- ribatté veementemente questo, prima di rimangiarsi quanto appena detto. -Cioé, lo sono la maggior parte del tempo, ma non lo sono davvero-

-Ragazzi...- borbottò esasperata lei, passandosi stancamente una mano sulla fronte. Era quasi certa che si trattasse di qualcosa di stupido e in quel momento era veramente troppo stanca per ascoltare anche i bisticci di quei due.

-Fabio fa il cretino con Young-Nam- ripeté Yoongi, stavolta accennando a qualcosa in più. Vivian a quello raddrizzò la schiena, mostrandosi per la prima volta interessata a quell'assurda vicenda.

Fabio per contro si inalberò, cominciando a gesticolare come un pazzo, cosa che riservava ai momenti di maggiore crisi.

-Oh, io non faccio il cretino con nessuno. E comunque è solo la tua personale opinione-

-E di Alex- precisò Yoongi inarcando il sopracciglio con supponenza.

-...cospiratori della malora- gli borbottò dietro il moro.

-State davvero...parlando di ragazzi?- domandò a quel punto Vivian, non sapendo se scoppiare a ridere o nascondersi in camera. Probabilmente la seconda, vedendo con chi aveva a che fare.

-Beh, io no. È lui che ha un problema con Young-Nam- le sussurrò in risposta il biondo e la ragazza non capì l'improvviso cambio di tono. Venne comunque distratta dall'altro ragazzo, che alzò le braccia al cielo.

-No che non ce l'ho-

Yoongi annuì con condiscendenza -Giusto, ti stai solo comportando da cretino-

-La vuoi piantare di darmi del cretino? È divertente solo la prima volta- replicò con tono lamentoso Fabio, stendendosi a terra con ancora le gambe incrociate all'indiana.

Vivian a quel punto decise che forse era il caso di mettersi comoda e si tolse le scarpe, prima di andare a prendersi qualcosa da bere. Guardando lo scempio sul tavolino si disse che non era il caso di chiedere se i ragazzi volessero qualcosa. Se avevano mangiato davvero tutto quello, probabilmente erano a posto per i prossimi due mesi.

Nel frattempo la conversazione era andata avanti...sempre che di conversazione si potesse parlare dato che era composta al 90% da insulti e negazioni.

-In effetti...non è che tu sia cretino, è il tuo ragionamento che lo è- ci tenne a precisare Yoongi, dondolando un dito in faccia all'altro.

-Ehi, Cip e Ciop!- provò a fermarli la ragazza prima che le cose degenerassero. Purtroppo non ottenne l'effetto sperato, anche se fece deragliare per un pò la conversazione.

-...tu sei Ciop- indicò Yoongi fermamente.

-Che vorresti insinuare?- inarcò un sopracciglio Fabio, incrociando con disappunto le braccia al petto.

-Beh...-

-Oh, ma lo sai che hai ragione? Cip ti si addice...nanetto- confermò il moro dopo un attimo di riflessione, ghignando all'altro che per poco non gli buttò addosso il tavolino.

-Ya!-

-Assassiner est un crime, pour votre chance- sibilò Vivian. Non che fosse veramente arrabbiata, solo che la questione stava cominciando ad essere esasperante. Era lì da ormai dieci minuti e non aveva ancora capito quale fosse il problema. Oltre alla mancanza di cervello dei due, chiaramente.

I due ragazzi gelarono contemporaneamente, ben sapendo che in quel caso l'uso del francese non indicava un tenero appellativo. Quello spettava a Jungkook.

-Ecco, l'hai fatta arrabbiare- mugugnò il moro, allontanandosi di un poco dalla ragazza e finendo incosciamente più vicino a Yoongi.

-Che ha detto?- chiese invece questo, che di francese non ne capiva nulla.

-Niente di buono, credi a me- gli batté comprensivo una mano sulla spalla.

Vivian a quel mezzo melodramma si limitò ad alzare gli occhi al cielo, le mani sui fianchi.

-Mi volete dire che succede? State davvero parlando di ragazzi? Voi due?-

Neanche il tempo di finire di parlare che la porta del bagno si aprì, facendone fuoriuscire un Jin alquanto imbarazzato.

-...ciao- salutò il ragazzo dopo un attimo di esitazione, grattandosi la testa e avvicinandosi al trio.

-Ah, ecco. Con te mi sento già più rassicurata- se ne uscì Vivian, sorprendendo i presenti, che le lanciarono delle occhiate interrogative.

-...credo ci aspettassimo tutti una reazione diversa- ci tenne a precisare Fabio, in risposta al cenno inquisitorio della ragazza.

Oh, Vivian sapeva bene che reazione si sarebbero aspettati, solo che stava finalmente digerendo la situazione. Diciamo più che la sua rabbia era suddivisa in diverse proporzioni e sicuramente Jin non aveva quella più grande.

-Oh credimi, la reazione sarebbe stata ben diversa se foste stati solo voi due a parlare di ragazzi. Il cielo sa cosa ne sarebbe venuto fuori- rispose sagacemente con un sorriso beffardo, facendo spalancare la bocca ai due litiganti, che si ritrovarono per la prima volta d'accordo.

-Ehi!- esclamarono indignati in coro questi, facendo quasi ridere la ragazza, che si girò con nonchalance verso il ragazzo più grande, fingendo di ignorarli.

-Vuoi qualcosa? Ci dovrebbe essere del tiramisù-

-No, non c'è- replicò Fabio accennando un colpo di tosse.

-Fabio!- esclamò esasperata, alzando gli occhi al cielo.

-Ah no, non prendertela con me! È il signor responsabilità laggiù che l'ha finito- si difese con sdegno il ragazzo in questione, additando Jin, che si passò con finta indifferenza una mano sul collo, schiarendosi poi la voce con nonchalance.

Dieci minuti più tardi stavano tutti intorno al piccolo tavolino del soggiorno, Vivian e Jin seduti comodamente sul divano e gli altri due seduti a gambe incrociate di fronte a loro.

La ragazza era riuscita a racimolare qualcosa di già pronto dal frigo e tutti se ne stavano bellamente soddisfatti a mangiare tramezzini. Il cielo sa come riuscissero a fare entrare qualcos'altro nello stomaco dopo che le avevano svaligiato il frigo.

-Quindi, seriamente, che succede?- domandò lei inquisitoria, dopo aver mandato giù l'ultimo boccone.

Seguì un silenzio imbarazzato, finché il ragazzo di fianco a lei non si mosse a disagio sul divano.

-Io ero passato a scusarmi- confessò con la faccia più innocente che riuscì a fare. Non che si dovette sforzare più di tanto.

-E ha trovato noi- aggiunse Fabio alzando comicamente le sopracciglia.

-Ho quasi paura a chiederlo ma...cos'è che stavate facendo esattamente voi due?-

Di certo Vivian non si aspettava che Yoongi e Fabio sarebbero andati così tanto d'accordo. Conoscendo i due caratteri, rabbrividiva a ciò che avrebbero potuto combinare assieme.

I due ragazzi in questione si lanciarono un'occhiata seria, che stonava nettamente con la situazione in cui li aveva trovati prima.

-Io...ho preso una decisione che riguarda me e Young-Nam- sputò fuori Fabio, con una strana smorfia.

Yoongi, al suo fianco, sbuffò sonoramente, tirandosi una pacca sul ginocchio.

-Sì, che non ci sarà nessun "te e Young-Nam"- commentò meno acidamente del solito.

-Che? Aspetta, cosa?- si intromise sbigottita Vivian, lanciando un'occhiata incredula un pò a tutti.

-Sentite- cercò di riprendere il controllo della situazione Fabio, cominciando ad essere irritato per il fatto che tutti gli stessero andando così contro, -Se mi lasciaste spiegare...-

-Oh, dimmi pure. Devo proprio sentire che pare ti sei fatto stavolta- lo incoraggiò ironicamente la ragazza, ben conoscendo la natura paranoica dell'amico.

-Tu sei l'ultima persona che può venirmi a parlare di pare mentali- le rinfacciò sarcastico Fabio, ghignando divertito a dispetto di tutto.

-Io l'ho ascoltata la spiegazione e ribadisco che sei un cretino- si intromise Yoongi, beccandosi in risposta una gomitata dal moro.

Seguì un lungo silenzio dove tutti si limitarono a fissare con lieve disagio il tavolino, finché Fabio non sospirò affranto.

-Va bene, forse sarò un cretino, ma tu non hai nemmeno cercato di metterti nei miei panni- esordì a bassa voce, fissando di sfuggita il ragazzo al suo fianco. Quando sembrò che Yoongi volesse ribattere, il moro lo fermò con un gesto della mano, sospirando nuovamente.

-No, lasciami parlare un attimo. Non è che non mi piaccia Young-Nam, anzi, forse mi piace pure troppo. Proprio per questo per una volta ho deciso di non essere egoista e di pensare prima a qualcun'altro-

-Tu sei una delle persone meno egoiste che io conosca- replicò Vivian aggrottando le sopracciglia. Trovava incredibile che Fabio pensasse una cosa del genere e soprattutto che si stesse confidando anche con gli altri ragazzi presenti. Era da sempre una persona molto riservata, anche a causa dell'ambiente familiare in cui era cresciuto, e si apriva raramente alle persone, con l'ovvia eccezione di Alex.

Il moro le fece un mezzo sorriso, sembrato allo stesso tempo amareggiato e rincuorato.

-Non sono egoista con i miei amici, forse per questo ne ho così pochi- le rispose, tentando per un attimo di buttarla sul ridere.

-Il solo fatto di ammettere una cosa del genere ti rende meno egoista- si intromise nuovamente Jin con tono rassicurante, sembrando nettamente più maturo di tutti loro. Il che ovviamente era vero per la maggior parte delle volte.

-Io ancora non riesco a capire- borbottò confuso Yoongi. -Tu piaci a Young-Nam- continuò come se non avesse appena spifferato una cosa sostanzialmente privata. Vivian era già pronta a bacchettarlo, perché proprio non esisteva che Yoongi dicesse una cosa del genere, quando si accorse delle espressioni per nulla sorprese degli altri due. E allora capì che Fabio doveva essersi accorto del comportamento di Young-Nam nei suoi confronti e la cosa non doveva essere sfuggita a Jin, anche se li aveva visti interagire poco. O forse Jin era davvero bravo a simulare la sorpresa. Dopotutto stando in un gruppo come i Bts dovevi imparare a nascondere lo sconcerto.

-E quindi?- domandò con velata ironia Fabio, inarcando entrambe le sopracciglia.

-Credi che dovrei chiedergli di uscire? E poi? Mano nella mano per strada, sotto gli occhi di tutti? Qui in Corea?-

Yoongi spalancò improvvisamente gli occhi, cominciando finalmente a comprendere. Dopotutto, pensò Vivian, la sua situazione non era poi così diversa. Certo, per certi versi era anche più grave perché era un personaggio pubblico, ma di fondo il problema rimaneva lo stesso.

-Lui non ha...-

-No- negò Fabio scuotendo la testa, poggiandola poi su una mano, il gomito sul tavolino.

-Non l'ha nemmeno detto ai suoi genitori e non mi pare proprio il caso di cominciare una relazione segreta. Non ha neanche diciotto anni, non si merita una prima relazione del genere-

-Non credi dovresti parlarne anche con lui?- domandò Jin e Vivian si ritrovò ad annuire in approvazione. Capiva certamente il punto di vista di Fabio, ma non parlandone con Young-Nam faceva esattamente quello che Taehyung aveva fatto con lei.

Ugh, pensare a Taehyung le fece nuovamente venire un groppo in gola e strinse gli occhi per evitare che le diventassero lucidi. Quello non era il momento adatto per pensare a lui. Dopo, da sola nella sua stanza, si sarebbe potuta sfogare sbattendo a destra e a manca il cuscino, ma quello era il momento di Fabio.

Il ragazzo in questione strinse aspramente le labbra, corrucciando le sopracciglia in una smorfia amara.

-La verità...è che non credo di avere la forza necessaria- ammise, facendo confondere più o meno tutti con questa affermazione.

-Voglio dire- spiegò schiarendosi la voce, notando gli sguardi perplessi, -Se ammetto davanti a lui di essere innamorato, non credo di avere la forza necessaria di allontanarmi-

A quell'ammissione Vivian spalancò meravigliata gli occhi.

Mai, in quei tre anni da quando si erano conosciuti, Fabio aveva mai pronunciato la parola amore. Neanche per scherzo.

Ed ora, dopo neanche un mese che conosceva Young-Nam, eccolo che si faceva mille problemi e parlava d'amore.

-Da quanto?- si ritrovò a chiedere in tono sommesso, sapendo che l'amico avrebbe certamente capito a cosa si riferisse.

Gli altri due ragazzi rimasero in religioso silenzio, concedendogli privacy, probabilmente intuendo che quello era davvero un evento fuori dall'ordinario. E molto delicato.

-...dal primo momento- confessò Fabio dopo un attimo di esitazione, come se non fosse certo di volerlo rivelare.

-Dal primo...ma come?- balbettò lei, sempre più meravigliata.

Fabio scrollò le spalle, gli occhi chiusi e un sorriso appena accennato.

-Non so, semplicemente sapevo che era lui. Solo che ci ho messo un pò per ammetterlo a me stesso-

-Già, e ora stai buttando tutto al vento solo perché hai paura- si decise ad intromettersi Yoongi.

Jin gli posò cautamente una mano sulla spalla, ma Yoongi non ritrattò. La ragazza era d'accordo con lui, anche se forse avrebbe usato altre parole.

A sorpresa, Fabio non se la prese affatto.

-Certo che ho paura- replicò, lasciando ancora una volta tutti basiti.

-Hai idea di quante cose potrebbero andare storte?-

-Non puoi saperlo finché non provi- ribatté cocciuto Yoongi, meno pungente del solito. Vivian poteva vedere che il biondo non ce l'aveva davvero con Fabio anzi, voleva solo il meglio per lui. C'era una sorta di preoccupazione nei suoi occhi che la fece sorridere.

-Non sto parlando di me- scosse la testa il moro, passandosi stancamente una mano nei capelli. Si mosse a disagio, facendo scroccare le nocche e prendendo tempo.

-Voglio dire...se le cose vanno male io ne esco con il cuore spezzato, ma capirai, la vita va avanti. Ma lui? Ci hai pensato se fa coming out solo per stare con me e le cose poi non vanno bene? È anche uno sportivo, il che in questo caso peggiora solo le cose. E poi...è giovane-

-È quasi maggiorenne- replicò debolmente Yoongi, cominciando davvero a capire quanto fosse difficile.

-Ho sette anni più di lui, anche se può non sembrare- gli fece presente Fabio.

-Ora basta- si intromise Vivian con voce calma ma decisa, attirando l'attenzione di tutti.

Non era arrabbiata. Non era nemmeno delusa.

Capiva perfettamente il discorso dell'amico, ma sapeva che in parte quel comportamento era dovuto al modo in cui era cresciuto. Senza supporto e senza nessuno che lo aiutasse nei momenti di crisi. Perciò a volte tendeva a dimenticare quanto in realtà tutti loro non fossero davvero soli.

-Cosa ti fa pensare che se le cose dovessero andare male, lasceremmo te o Young-Nam da soli?-

-Vivian...- provò a ribattere lui, ma venne stoppato dall'occhiata dell'amica.

-No, ascoltami. Non puoi negare la scelta a Young-Nam. Hai detto che vuoi fare la cosa giusta nei suoi confronti. Questa è la cosa giusta. Puoi decidere o meno di parlargli, ma non allontanarti. Non ti azzardare-

-...va bene-

 

 

 

 

 

********************

 

 

 

 

 

Vivian quel giorno non aveva molte aspettative, o desideri. Se fosse arrivata viva a casa l'avrebbe già considerato un successo.

Aveva passato quasi l'intera nottata a chiacchierare su Skype con Alex e la conversazione aveva raggiunto livelli di epicità assurdi, soprattutto grazie ai due gemelli mancati.

Non si era accorta dell'ora sino a quando non era stato troppo tardi, ed era con sguardo poco lucido e con meno di quattro ore di sonno che si era diretta al lavoro la mattina successiva.

Mattinata alquanto movimentata dato che si stava avvicinando la scadenza di alcune tavole e il maestro sembrava essersi risvegliato dal suo mondo. Parlava ancoro poco, ma aveva in corpo un'adrenalina che la ragazza non gli aveva ancora visto.

Seohyun, passata a metà mattina con il caffé della salvezza, l'aveva rassicurata sulla normalità della questione e lei non aveva potuto far altro che prenderla per buona.

All'ora di pranzo, mentre usciva con per prendere una boccata d'aria, si ritrovava con un cerchio alla testa e una scarsa voglia di fare vita sociale con chiunque. Checché ne credessero gli altri, anche lei aveva i suoi giorni no.

Trovarsi davanti Taehyung, però, le diede quella botta di adrenalina che il caffé non era riuscito a darle.

Si sentì dapprima elettrizzata, poi si intorpidì ed era certa che se avesse avuto in mano qualcosa, le sarebbe caduto.

Erano dieci giorni che non si vedevano e sentivano e la sua testa era in totale blackout.

La verità era che le era mancato più di quanto fosse disposta ad ammettere e questo la faceva sentire furiosa verso sé stessa. Non pensava di avere così poco autocontrollo.

Taehyung era a qualche metro da lei, vestito come al solito e con un'espressione indecifrabile sul volto. Teneva le labbra stirate in una linea piatta e gli occhi puntati fermamente verso di lei.

Era assolutamente perfetto come sempre e Vivian si sentì brutta.

Fu questa la goccia che fece traboccare il vaso.

Partì con passo deciso, camminando verso di lui con le braccia lungo i fianchi e i pugni stretti. Non gli diede il tempo di fare niente, colpendolo con rabbia a una spalla.

Non era giusto che lui fosse così quando lei a malapena dormiva la notte.

Taehyung sgranò gli occhi, tirandosi inconsciamente indietro e lei gli tirò un altro pugno.

Non era giusto che lui fosse così quando lei aveva delle occhiaie che faticava a nascondere persino con il fondotinta. O che avesse dovuto nascondere quello stupido cappello pinguino perché ogni volta che lo fissava finiva per avere le lacrime agli occhi.

-Viv...- provò a frenarla lui, venendo bloccato dal suo sguardo furioso.

Sapeva di sembrare più infantile che altro, ma si era talmente tanto stupidamente trattenuta, che il rivederlo l'aveva fatta scoppiare.

-Sei un idiota- gli disse con voce roca, con il pugno ancora sulla sua spalla, come in attesa di lanciare un altro colpo.

-Sì- ammise mortificato Taehyung, mordendosi un labbro ma continuando a guardarla deciso negli occhi. Sembrava diverso, constatò la ragazza in un attimo di lucidità. Sapeva che il tempo era uguale per tutti, ma pareva che per loro dieci giorni fossero stati abbastanza per arrivare a nuove consapevolezze.

Tuttavia il suo attimo di lucidità ebbe vita breve. In quel momento voleva essere solo una ragazza arrabbiata.

-Sei un cretino-

-Sì-

-Continuerai a dire sì a tutto ciò che ti dirò?-

-Se saranno insulti verso di me, sì. Devo dirti delle cose, ma aspetterò che tu finisca- lo disse con un tono talmente ragionevole che per un istante Vivian non seppe cosa fare.

-Non fare così...-mormorò a bassa voce, quasi più a sè stessa, chiudendo gli occhi con un sospiro stanco.

Il volto del ragazzo assunse un'aria corrucciata, con le sopracciglia agrottate e lo sguardo fisso sul volto di lei, come a cercare di capire dove avesse sbagliato questa volta.

-Non...capisco- ammise mortificato, mentre la sua maschera impassibile si scioglieva in un piccolo broncio.

Vivian sospirò nuovamente, gli occhi ancora chiusi.

-Non puoi essere...perfetto. Dovresti...non lo so, dire qualcosa e farmi arrabbiare. Te lo meriteresti, che fossi arrabbiata- biascicò in modo sconclusionato la ragazza, provando in tutti i modi di far riemergere quella rabbia che le si era accesa quando l'aveva visto.

In quel momento però si sentiva solo stanca, con una pesantezza addosso che non credeva di poter provare.

Ancora con gli occhi chiusi, forse troppo codarda per guardare in faccia la realtà, si perse lo sguardo di meraviglia che le rivolse Taehyung.

Li riaprì solo quando sentì la sua mano, ancora sulla spalla del ragazzo, venire coperta con quella di lui, con un tocco appena accennato, come se non fosse sicuro di quanto potesse spingersi in là.

C'era una parte di lei che non desiderava altro che affogare in uno dei suoi abbracci, mentre l'altra parte ne aveva paura.

-Aspettami- disse lui, catturando la sua attenzione.

-Come?- domandò Vivian, non capendo dove volesse andare a parare. Fece quasi violenza su sé stessa e lo guardò negli occhi, trovandoli offuscati da talmente tante emozioni che le fecero girare la testa.

-Aspettami- ripeté Taehyung, questa volta con tono più incerto.

-Domani partiamo per Los Angeles e non voglio che le cose tra noi rimangano così. Solo che so che non posso rimediare oggi e che dobbiamo parlare. Quindi puoi aspettarmi? Non voglio che sia finita-

-Non è finita, ma...-

-Lo so che è da egoisti chiedere una cosa del genere. Resterei. Per te resterei, ma...non posso-

E Vivian capì che non la stava mettendo da parte per il suo lavoro. Che se fosse stato il solo a subirne le conseguenze, sarebbe rimasto, per lei. Ma c'erano anche i Bts e lui aveva una responsabilità verso di loro.

Fu un pensiero un pò amaro ma la ragazza lo capiva. E lo rispettava.

-Va bene- concesse dopo un lungo sospiro, mordendosi internamente una guancia, cercando di trattenere le lacrime. Quanti altri giorni non l'avrebbe visto?

-Però potrei essere ancora più arrabbiata, quando tornerai- lo mise in guardia, un pò seria e un pò no.

-Basta che tu ci sia- replicò improvvisamente teso Taehyung.

Vivian non capì il perché di quel comportamento finché non sentì la presa sulla sua mano rinsaldarsi e si ritrovò ad affogare in uno di quegli abbracci che tanto le erano mancati e di cui ora aveva paura.

Si irrigidì, piena di emozioni contrastanti tra loro mentre Taehyung la stringeva forte come non mai.

L'attimo successivo si ritrovò libera. E vuota.

 

 

 

 

 

Con solo la luce soffusa della lampada sul bancone, Vivian sedeva su uno sgabello, la testa sorretta da una mano e un'espressione apatica in volto.

Il bar era chiuso da quasi un'ora e al momento si ritrovava da sola.

Sorprendentemente, Fabio era stato invitato a cena dai signori Kim, che ne avevano tanto sentito parlare ma non l'avevano mai conosciuto personalmente. A onor del vero avevano invitato anche lei, ma la ragazza si sentiva troppo stanca per fare qualunque cosa che non fosse contemplare con aria assente la parete di fronte a sé.

Estenuante era il termine adatto per definire quella giornata. Anche con tutto il lavoro che aveva da fare, non aveva potuto fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo quella sera. Taehyung sarebbe nuovamente stato lontano da lei e non aveva idea di come sarebbero finite le cose. Gli aveva promesso che l'avrebbe aspettato, ma non poteva fare a meno di provare un senso di abbandono. Lo provava ogni volta, ma quella sera era diverso.

Mescolò la sua tisana, sopprimendo una smorfia contrariata quando vide che ormai si era raffreddata. Odiava quando succedeva.

Si alzò, decisa a prepararsene un'altra, scaldarla era fuori discussione, quando un bussare frenetico per poco non le fece scivolare di mano la tazza.

Si immobilizzò per qualche secondo, gli occhi sgranati che fissavano sorpresi la porta, chiedendosi chi mai potesse essere.

Non le sembrava un bussare familiare e di certo non aspettava visite. I ragazzi della banda erano certamente a casa, per una volta responsabili in vista delle gare e dubitava che Soo-Min fosse in giro a quell'ora.

Hyerin invece aveva l'ennesimo spettacolo.

Un nuovo bussare la fece tornare in sé, anche se si avvicinò cauta alla porta. Ne aveva passate troppe per non essere almeno un pò sospettosa.

Il sole era ormai calato da qualche minuto, perciò l'unica luce proveniva dal lampione a forma di lanterna appeso alla tettoia.

Fu con ancora più stupore che si ritrovò davanti, una volta aperto, un Jungkook dal respiro affannoso, una felpa malamente allacciata in vita e una patina di sudore che lo ricopriva.

-Che diamine fai?! Ti vuoi prendere un accidente?-

Fu istintivo sbraitargli contro, come se nulla fosse successo, come se fossero sempre i soliti Vivian e Jungkook.

Il ragazzo si piegò sulle ginocchia, tentando di riprendere fiato e passandosi una mano sul collo fradicio di sudore.

-...volevo parlarti- le rispose dopo un lungo sospiro.

La ragazza alzò gli occhi al cielo, esasperata dal ritrovarsi circondata da gente che non sembrava avere il minimo istinto di sopravvivenza.

-Come dici te. Ora entra prima di beccarti una broncopolmonite- borbottò, afferrandolo per la manica e trascinandolo dentro, aiutata dal fatto che il ragazzo sembrasse troppo sorpreso per protestare.

Arrivata al bancone lo mollò, prima di allungarsi a prendere uno straccio e cominciare a passarglielo sulla testa.

Seriamente, la sera cominciava a tirare un'arietta per niente calda e lui arrivava correndo?

Poi si ricordò di un'altra cosa.

-Tu non dovresti essere su un aereo?- domandò, spalancando gli occhi, rimanendo con le mani sulla sua testa. Il che non era molto comodo, si disse mentre le riabbassava, dato che Jungkook era parecchio più alto di lei.

-Partiamo tra qualche ora- spiegò lui con una buffa smorfia, i capelli ormai asciutti, sconvolti e sparati per aria.

-E allora dovresti essere in aeroporto- replicò cocciuta Vivian, mettendo a lavare la tazza. A quel punto le era passata la voglia della tisana.

-Dopo- ribatté orgogliosamente testardo il ragazzo, seppur con un lieve rossore sulle guance quando lei lo guardò biecamente.

-Prima ti volevo parlare- continuò a voce più bassa, con il solo risultato di far sbuffare la ragazza.

-Prima, dopo, basta che vi mettiate d'accordo- si lamentò questa con una smorfia esasperata.

-Come scusa?-

-Niente, lascia perdere- rispose Vivian agitando una mano. Non che non volesse parlare con Jungkook anzi, togliendo Taehyung era quello con cui aveva più desiderato chiarire.

Solo che le serviva un minimo di preavviso. Non potevano spuntare così dal nulla e fare un pò come volevano.

Jungkook nel frattempo non aveva smesso di fissare il bancone con aria corrucciata, come se gli avesse fatto un torto irreparabile.

Quando il silenzio cominciò a diventare pesante e Vivian si era decisa a prendere in mano la situazione, il ragazzo parlò.

-Mi dispiace- esordì con un sospiro, alzando gli occhi su di lei, fissandola da sotto in su con uno sguardo da cucciolo.

Mannaggia a lui, si disse la ragazza. Mannaggia a tutti i Bts.

-Davvero, io non riesco a capire cosa sia successo, perché mi sia arrabbiato così tanto-

Jungkook si morse le labbra, passandosi frustrato una mano tra i capelli. A dispetto di tutto, lei sapeva di averlo già perdonato. Una parte di sé aveva già perdonato tutti quando Yoongi era venuto a parlarle.

Per un pò questa cosa l'aveva scocciata, fatta sentire arrendevole. Poi si era resa conto che anche se li aveva perdonati, non voleva dire che avrebbe lasciato passare la cosa, significava solo quanto voleva bene a tutti loro.

-Non ho fatto altro che pensarci-

La voce del ragazzo, sempre più frustrata e amareggiata, riportò Vivian alla realtà.

-Ci ho pensato così tanto e non sono giunto a niente. Tutto ciò è così...frustrante. Voglio dire, io so di essere più maturo di così!-

-Troppo- lo interruppe lei guardandolo con un sorriso appena accennato.

-...come?- domandò Jungkook basito, sbattendo piano gli occhi.

-Aish, Yoongi aveva ragione- mugugnò lei, un poco esasperata, alzando gli occhi al cielo.

-Sei fin troppo maturo Jungkook- gli spiegò, cercando di essere rassicurante. Di certo glielo avevano ripetuto spesso come un complimento, ma lei voleva che capisse un'altra cosa.

-Sei umano e soprattutto hai a malapena vent'anni. Ci sta che tu sia confuso, anche con il carattere orgoglioso che ti ritrovi-

-Io non sono...-

-Sì che lo sei. Orgoglioso e anche un pò permaloso. Ma nel tuo caso i pregi superano di gran lunga i difetti-

-...mi stai guardando come quella volta-

-Quale volta?-

-La prima volta che sono venuto qui-

-Non...ho idea di come ti stessi guardando quella volta- ammise dopo un attimo di incertezza Vivian, con tono quasi interrogativo.

Chiaramente si ricordava tutto del loro primo incontro, ma il "tutto" comprendeva quello che riguardava lui. Aveva sempre pensato di essersi comportata normalmente, forse solo un pò invadente, e adesso Jungkook le veniva a dire che aveva fatto qualcosa di particolare da averlo colpito.

A dirla tutta ora si sentiva un pò in ansia.

-Non so come descriverlo- rispose Jungkook, piegando leggermente la testa. Improvvisamente era più calmo, come se avesse intuito che pian piano le cose tra loro si stavano sistemando. Di questo Vivian ne era consapevole e grata. Tra di loro c'era sempre stata una comprensione reciproca fatta anche solo di sguardi.

-È per quello che sono tornato, la volta dopo. Un pò per il bar e un pò per te, o forse per tutte e due le cose, insieme-

La ragazza avrebbe voluto fare una battuta per sdrammatizzare tutta quella conversazione dai toni fin troppo pesanti, ma sapeva che se l'avesse fatto il discorso non sarebbe venuto più fuori. E lei a quel punto aveva bisogno di tirarlo fuori e raccontare tutto a qualcuno. In un qualche modo contorto le sembrava giusto che fosse Jungkook il primo a saperlo, anche prima di Taehyung.

Nascose la testa tra le braccia appoggiate sul bancone, prendendo un profondo respiro.

-Ti ho raccontato parecchio della mia famiglia, no?- domandò al ragazzo rialzando la testa e prendendolo del tutto alla sprovvista.

Jungkook infatti sbatté disorientato gli occhi, per poi fare un cenno affermativo con la testa, confuso.

-Fin da piccola sono sempre stata abituata a essere circondata da qualcuno della mia famiglia, non importa a chi. C'è un motivo se ci chiamiamo ancora scherzosamente "branco"-

A quel punto il ragazzo sembrò intuire cosa stesse per raccontare, perché si immobilizzò, quasi smettendo di respirare. Vivian sapeva che non l'avrebbe interrotta fino alla fine e lo apprezzava.

A dire il vero quella era la prima volta in assoluto che lo raccontava lei di persona e non riusciva a trovare le parole adatte. Era stato Alex a spiegarlo a Fabio e lui non aveva mai più tirato fuori l'argomento, limitandosi a diventare preoccupato ogni qualvolta si trovasse in mezzo alla folla.

-Non ricordo molto di quello che successe quella volta. Avevo sette anni e mi trovavo con i miei genitori nella piazza centrale della città- fece una smorfia, ricordando come per i mesi successivi all'incidente si fosse rifiutata di rimetterci piede. Era sempre stata fin troppo sensibile agli incidenti, come quella volta che, dopo essere caduta dalla bici, aveva rifiutato di risalirci per quasi un anno. Anche se forse, più che di sensibilità si parlava di testardaggine.

-Beh, in pratica c'era questa fiera, non ricordo neanche di cosa fosse. Forse roba di Natale dato che eravamo in quel periodo. So solo che c'era questo stand con le mele caramellate e non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Sono certa di aver seguito i miei genitori ma...non lo so, forse tornai indietro-

Le mele caramellate non le piacevano neanche, per la miseria. Tutto questo la faceva sentire ancora più stupida, anche se si rendeva conto che era il pensiero della sé stessa ventunenne.

Si leccò nervosamente le labbra, lanciando un'occhiata distratta a Jungkook. Il ragazzo sembrava indeciso se aprir bocca o lasciarla parlare, come se non fosse sicuro di quale fosse l'opzione migliore.

-Mi sono persa, chiaramente- continuò Vivian, sollevandolo dall'ardua scelta.

-Beh, non persa ma, non avevo idea di dove fossero finiti i miei genitori. Credo sia stato uno shock anche per loro. Erano talmente abituati al fatto che li seguissi ovunque che credo fossero convinti che mi avessero rapito. In effetti, ora che sono cresciuta, non so dire chi si sia spaventato di più-

Ed era quasi buffo pensarci solo in quel momento.

-Cos'hai fatto?- si decise a chiedere Jungkook ad occhi spalancati.

La ragazza scosse la testa, con aria smarrita.

-...niente- ammise con una smorfia.

-Com...?- mugugnò sorpreso il ragazzo, cercando inutilmente di dire qualcosa.

-Niente- confermò lei, alzando un angolo della bocca dando così la parvenza di un sorriso.

-Non mi sono mossa. Con tutta quella gente non sapevo dove andare e...credo di aver pensato che se fossi rimasta ferma prima o poi i miei genitori mi avrebbero ritrovato-

-Sai che...credo che a ben pensarci sia stata la cosa più ragionevole da fare?- commentò Jungkook, fissandola quasi impressionato. Per tutta risposta lei scosse violentemente la testa.

-Può anche darsi, ma ero terrorizzata. Non riuscivo a muovermi perché non salevo che altro fare. E c'erano tutte queste persone che mi camminavano affianco e mi spintonavano con le borse...non piangevo neanche. Era come se per me il mondo fosse andato in standby-

Calò uno strano silenzio, dove Vivian non sapeva come continuare e Jungkook non aveva idea di come chiederle gentilmente di andare avanti.

-Dopo hai sempre avuto avuto problemi con la folla? L'altra volta hai detto qualcosa sulla laurea di tuo cugino- azzardò con tono molto incerto.

Vivian sospirò, leggermente più tranquilla. Quell'episodio la imbarazzava un pò, ma non era neanche lontanamente terrificante come il precedente.

-Solo quando c'è davvero tanta folla, come a una fiera o...-

-Un concerto- la interruppe il ragazzo con un lampo di comprensione.

Lei chiuse per un attimo gli occhi, sorridendo con una punta di imbarazzo.

-Devi sapere che nell'università di mio cugino, la proclamazione avviene in piazza, con tutti i familiari e gli amici. A dire il vero era anche la cerimonia di Fabio-

Jungkook emise un verso sorpreso e la ragazza si ritrovò inaspettatamente a ridacchiare.

-Sì, si sono anche laureati assieme. Gli facemmo anche una festa a sorpresa dato che i suoi...beh, niente. Il punto è che c'era davvero tanta gente e mi sentì sopraffatta. Credo fu una fortuna che ci fosse Fabio, perché ero di fianco a lui quando mi sentì male. Ricordo che mi prese al volo ridendo, pensando che fossi inciampata coi tacchi-

Era quasi svenuta, ma ricordava con chiarezza il cambio di espressione del ragazzo. La corona di alloro gli era scivolata a terra quando l'aveva presa in braccio, chiamando a gran voce suo padre. Non che il suo malessere fosse durato granché, giusto il tempo di arrivare in un luogo appartato e bere qualcosa.

-Grazie per avermelo raccontato-

-Ve l'avrei detto, solo...-

-Con i tuoi tempi-

-Avete questa assurda idea che io sia perfetta. E forse posso esserlo, ma nel mio ambiente. Al di fuori di quello sono socialmente imbranata e incline a farmi prendere dal panico per qualsiasi cosa-

-Stai cercando di farmi ridere?-

-Direi che ci riesco piuttosto bene. In ogni caso è la verità. Forse non si nota troppo, ma su certe cose sono una maniaca del controllo-

-Camera tua è un disastro-

-Ehi, ho detto su certe cose!- ribatté fintamente piccata la ragazza.

-E comunque nel mio casino è tutto sotto controllo...oddio, parlo come il maestro-

-Maestro?-

-Eh, mi sa che ti devo aggiornare su un pò di cose. In pratica...no, il tuo aereo!-

-Oh merda!

-Jungkook!-

-Scusa, mi è scappato!-

-Non per quello, per...corri!-

 

   
 
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