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Autore: Aleandra266    09/12/2016    0 recensioni
"Vivo tranquillamente, amo liberamente
Abbonato per una corsa di sola andata
Non chiedo nulla, lasciami stare
Prendo tutto in un colpo solo
Non ho bisogno di aver ragione o rima
Non c’è nient’altro che vorrei fare
Sto andando giù, è ora della festa
Ci saranno anche i miei amici
Sono sull’autostrada per l’Inferno
Autostrada per l’Inferno
Sono sull’autostrada per l'Inferno."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius era sdraiato sul suo letto,le mani incrociate dietro la nuca,mentre l'orologio attaccato alla parete ticchettava senza sosta,scandendo i minuti mancanti alla discesa all'inferno. Come ogni vigilia di Natale,d'altronde. I suoi genitori (soprattutto sua madre) da quello che riusciva a ricordare,avevano sempre avuto la tradizione di invitare i loro parenti per le festività. Alquanto ipocrita,visto che passava il resto dell'anno a criticarli con commenti sprezzanti e maligni. “Quell'incompetente di mio fratello” era solita dire “non é riuscito neppure ad assicurarsi un erede maschio per continuare la stirpe.” Durante quei giorni speciali,tuttavia,il suo bersaglio si spostava su qualcun altro:lui. Il grifondoro fece una smorfia,mentre udiva un rumore di passi veloci avvicinarsi alla sua stanza. La maniglia si abbassò con uno scatto,ma la porta non si aprì. -Sirius- la voce secca di sua madre lo raggiunse,smorzata dal legno -sono arrivati,scendi.- Non c'era bisogno di prounciare il resto della frase perché la capisse:“o te ne pentirai amaramente.” Non rispose,attendendo che la donna se ne andasse,ma quando non udì alcun suono che indicasse il suo allontanamento capì che lo stava aspettando fuori dalla porta. Con un sospiro,il ragazzo si alzò per andare ad aprire. Non si era sbagliato:non appena oltrepassò l'uscio,lo sguardo gelido della donna lo percorse con disgusto da capo a piedi.

-Sembrate entusiasta,madre- commentò il grifondoro in tono di scherno,sfoggiando con orgoglio la maglia degli AC/DC:adorava quel gruppo babbano. -Taci,insolente- replicò lei,e Sirius si rese conto con un moto di soddisfazione che ormai la superava in altezza di diversi centimetri. Poi la donna si voltò,e senza aggiungere altro si allontanò. Sbuffando,il ragazzo la seguì. Sirius era tutto,meno che un codardo:avrebbe sacrificato la sua vita per salvare coloro a cui voleva bene,senza esitare un attimo. Quando era in quella casa,tuttavia,il suo coraggio di grifondoro evaporava completamente. Deglutì mentre entrava nel salone,tenendo alto lo sguardo. Gli occhi di tutti si puntarono immediatamente su di lui,e dovette mordersi la lingua a sangue per non fare una delle sue solite battute sarcastiche.-Oh,guarda chi c'è- Bellatrix ridacchiò sottovoce,assumendo un tono infantile -il piccolo grifondoro ha deciso di onorarci con la sua presenza?- Sirius strinse i denti,rivolgendo a lei e al suo fidanzato uno sguardo disgustato. Lestrange era il classico purosangue che la sua famiglia adorava:ricco,bello...arrogante,borioso,viscido. Considerava le donne alla stregua di un oggetto,ma con la sua cara partner era davvero capitato male. -Faresti meglio a tenerla al guinzaglio- gli bisgliò,sogghignando. Un lampo di rabbia feroce attraversò gli occhi di sua cugina,e il ragazzo vide la sua mano avvicinarsi pericolosamente alla bacchetta. -Bella- la voce glaciale di suo padre tuonò nella stanza -non ne vale la pena. E tu- aggiunse -siediti.- Lentamente,Sirius obbedì.Il fatto che non lo avesse neppure chiamato per nome gli fece nascere uno strano fastidio all'altezza del petto. Scrutò l'uomo di sottecchi,ma lui non lo degnò di uno sguardo. Accanto a lui,Regulus teneva gli occhi incollati sul piatto. Dopo quell'episodio,la cena continuò in modo tranquillo (era come se avessero deciso di fare finta che non esistesse.) A lui,in realtà,stava più che bene:finita quella messinscena,se ne sarebbe tornato nella propria camera,contando i giorni che lo separavano dal rientro ad Hogwarts. Le cose,però,non andarono come sperava. Kreacher aveva appena posato il dessert sul tavolo,quando Bellatrix gli rivolse uno sguardo maligno. -Lo sai,Sirius- cantilenò improvvisamente -girano strane voci sulle persone che frequenti. Si dice che tu vada in giro con il figlio dei Potter.- Al solo sentire quel nome,l'intero tavolo si zittì. Suo nonno Pollux lasciò cadere la forchetta nel piatto con un tintinnio,assottigliando la bocca in una linea severa. Il ragazzo le rivolse uno sguardo furioso,aprendo la bocca per risponderle a tono,ma prima che potesse ribattere la voce viscida del fidanzato di Narcissa s'intromise nella conversazione.-Un Potter?- Chiese nel suo solito tono strascicato,storcendo il naso -stai scherzando,spero. Sono una delle famiglie peggiori che abbia mai incontrato:dei babbanofili privi di alcun senso della decenza. Probabilmente sono secondi solo ai Weasley.--Questi- soffiò Sirius,stringendo con forza la stoffa della tovaglia -non sono affari vostri.- -E c'è di peggio- Bellatrix ridacchiò,ignorandolo -é anche amico di un sangue sporco. Oh,dovresti vederlo:non c'è un giorno in cui i suoi vestiti siano tutti interi. Probabilmente é talmente povero che li ha dovuti raccogliere nell'immondizia.- La battuta fece ridere anche Narcissa,e a quel punto non ci vide più. Balzò in piedi e sguainò la bacchetta e gliela puntò contro,le mani tremanti. -Non ti permettere mai più di insultare i miei amici,sgualdrina!- -Altrimenti?- Replicò lei,mentre una luce folle le illuminava le iridi -mi ucciderai,Siry?- Chiese,sporgendo il labbro con aria di scherno -non ne saresti...- Prima che potesse terminare la frase,uno schiantesimo violento si abbatté sul tavolino. Piatti,posate e bicchieri caddero a terra,in frantumi. Narcissa gridò con aria isterica,alzandosi di scatto,mentre il suo fidanzato le si parava davanti per proteggerla. Ci fu qualche secondo di silenzio,poi Orion si alzò,guardandolo negli occhi per la prima volta da quando era sceso. Il suo viso,tanto simile a quello del figlio,non lasciava trasparire alcuna emozione. -Ti consiglio di smetterla- disse,con calma glaciale. Sirius scosse la testa,nauseato -no. Ho smesso di tacere. Mi avete stancato,tutti. Con le vostre assurde convinzione,le vostre menti chiuse e ipocrite...siete marci,marci fin dentro all'anima,ed io non ho intenzione di diventare come voi. Mi hai sentito?Io non...- Prima che potesse finire di parlare,suo padre alzò la bacchetta -crucio.- L'incantesimo lo colpì in pieno,e Sirius fece l'unica cosa che non avrebbe mai e poi mai voluto fare:gridò. Non durò molto,ma fu come se qualcuno avesse infilzato la sua pelle con centinaia di coltelli bollenti. Cadde a gattoni,ansimando. Le lacrime gli offuscurano la vista,ma si rifiutò di lasciarle uscire. -Arrenditi,Sirius- nonostante avesse appena sussurrato,la voce dell'uomo gli giunse alle orecchie come se avesse gridato -non puoi batterti. Non qui...non con me.-

Il grifondoro strinse i denti,poi sogghignò e replicò:-va'...a farti...fottere da un centauro.-

La seconda cruciatus fu più lenta e dolorosa,e quasi soffocò per trattene il grido di dolore. -Sirius,ti prego. Da' retta a nostro padre- la voce terrorizzata di Regulus lo riscosse,quel minimo che gli consentì di riacquistare lucidità e permettergli di afferrare la bacchetta. -Accio scopa!- Dallo sguardo attonito dei presenti,intuì che non era la mossa che si aspettavano. Quando si resero conto di quello che aveva fatto,però,aveva già impugnato la sua Nimbus 1500. -Me ne vado- sibilò,indietreggiando lentamente. A quel punto,la maschera di indifferenza di Orion Black crollò -tu non vai da nessuna parte- sibilò furibondo,sollevando la mano,ma Sirius lo bloccò puntandogli la bacchetta al petto. -Fossi in voi non lo farei,padre- lo avvisò,sottolineando con disprezzo quell'appellativo. -La mia pazienza é agli sgoccioli- ed era vero:provava così tanto risentimento nei suoi confronti che...

-Sirius- sua madre si fece avanti,affiancando il marito -se esci da quella porta,non azzardarti a tornare,mi hai capito?- -Non vi preoccupate,madre- replicò lui,ridendo amaramente -non lo farò.- Poi si volse verso suo fratello,una luce speranzosa nello sguardo -Regulus- lo chiamò. Il ragazzino era come paralizzato,bianco in volto -ti prego,vieni con me. Non permettergli di rovinarti. Ti prego,Reg...- ma lui non si mosse. -Non posso- bisbigliò -per favore,Sir,ragiona. Stai sbagliando tutto,torna qui...-Sirius scosse la testa,avvertendo la bile salirgli in gola. C'erano tante cose che avrebbe voluto dirgli,tante parole,una frase che non gli aveva mai detto e che premeva per uscire dal fondo della sua gola. -Addio- disse invece. Poi si voltò,ed uscì per sempre dalla sua vita.

Quel “ti voglio bene,Reg” fu il suo ultimo pensiero,prima di librarsi nel cielo notturno.

   
 
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