Prompt: L'avrebbe
portata a vedere la neve.
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Eugene non
poteva
crederci.
Era rimasto
completamente
senza parole e osservava la moglie a bocca aperta, con la voce spezzata
in
gola.
- Perché mi fissi così? – gli chiese
Rapunzel, con i suoi occhioni languidi e
ingenui.
Il giovane
riprese subito
il controllo di sé e assunse immediatamente
un’espressione seriosa. In fondo –
si disse – era abbastanza normale che sua moglie non avesse
mai visto la neve.
Lì, in quel Regno, il clima era sempre mite e mai le
temperature erano calate
tanto da far nevicare. Se, poi, si considerava che per 18 lunghi anni
era stata
prigioniera in una torre...
Scosse il capo e
prese le
mani di Rapunzel, baciandogliele con infinita dolcezza.
- Amore mio, sto parlando della neve. Davvero non l’hai mai
vista? – le disse.
Lei scosse
ancora il capo.
- Cos’è “neve”? –
chiese.
- La neve è un fenomeno atmosferico è... ecco...
– Eugene arrossì – non sono la
persona giusta, quella in grado di spiegarti scientificamente il
concetto.
Tuttavia, posso dirti com’è: cade dal cielo quando
fa molto freddo ed è bianca
come il latte. Ha una consistenza morbida, ma dopo un po’
diventa solida ed è
così che si forma il ghiaccio.
Sorrise
compiaciuto,
felice di aver arrangiato una spiegazione alla propria moglie che, dal
canto
suo, lo osservava ancora confusa. Forse, un po’
più confusa di prima...
- È come... la farina, allora? – gli chiese
ingenuamente.
Eugene stette un
attimo a
riflettere.
- Più o meno sì, ma credo che non ci sia niente
di paragonabile alla neve.
Rapunzel gli
gettò le
braccia al collo e lo baciò con passione.
- Sembra che a te piaccia particolarmente – gli disse, per
poi accigliarsi – mi
spiace di non conoscerla.
- Oh no, amore mio, non dispiacerti – ribatté lui,
strofinando il naso contro
il suo – perché ho deciso che rimedieremo: ti
porterò a vedere la neve!
- Davvero?
Eugene le
indirizzò un
occhiolino.
- Tu lascia fare a me.
* * *
Rapunzel era
entusiasta.
Il cuore nel petto batteva all’impazzata, come un tamburo.
L’adrenalina le
infiammava le vene, mentre i suoi occhi smeraldini si riempivano di
pura
meraviglia.
Mosse un passo e
il suo
piede, avvolto in un pesante scarpone, affondò nella neve.
Eccola. La neve!
La neve!
La neve!
Rise divertita e
si chinò
a prenderne un po’ con le mani. Rabbrividì in
tutto il corpo, ridendo sempre
più forte. Sollevò in aria le braccia e
lanciò in aria la neve che aveva
raccolto, volteggiando su se stessa.
- Oh, Eugene! – esclamò, volgendosi verso il
marito, che la osservava sullo
stipite della baita – ma è... semplicemente
bellissima!
- Sapevo che ti sarebbe piaciuta.
Rapunzel
iniziò a
correre, poi a saltare, a ridere, a ballare e quei suoi gesti le
ricordarono la
gioia e il senso di libertà che aveva provato quando si era
calata la prima
volta dalla torre. E, per la seconda volta, il merito era tutto di
Eugene.
Si
fermò tutto ad un
tratto, con il fiatone e le guance rosse punte dal freddo.
Si
girò e tornò sui
propri passi, correndo a perdifiato. Salì i pochi gradini
che la separavano dal
marito e gli saltò al collo, baciandolo come non aveva mai
fatto prima.
Eugene
rise e la strinse
a sé, guardandola languidamente.
-
Sei infreddolita... – le sussurrò in un orecchio,
facendola rabbrividire, ma
di piacere.
-
Ho bisogno di scaldarmi un po’ – gli rispose con
timidezza e con una breve
risata.
-
Vieni dentro – il marito la prese per mano – so io
come scaldarti.