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Autore: biatris    21/12/2016    1 recensioni
Sam si guardò intorno e sperò ancora una volta che arrivassero a salvarla il prima possibile. L'avevano lasciata sola per gran parte del tempo. Ogni tanto una donna del villaggio passava a portarle del cibo e dell'acqua e le chiedeva se andava tutto bene. Lei rispondeva sempre di sì. Cos'altro avrebbe dovuto dire? Era prigioniera su un altro pianeta solo in quanto donna e aspettava che qualcuno venisse a recuperarla spacciandosi per il suo compagno. E quel qualcuno sarebbe probabilmente stato il suo ufficiale superiore.
Ma lei stava bene, si disse. Era quello che si diceva sempre in fondo, pensò. Ne sarebbe uscita viva in qualche modo.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jack attraversò lo Stargate portando con sé Sam.
Quando arrivarono dall’altra parte la dottoressa Fraser li aspettava con una barella. Jack mise la donna sopra di essa.
“Colonnello” chiamò in quel momento il generale Hammond.
Jack si girò.
“Generale” salutò sull’attenti.
“Riposo” disse allora l’uomo “Come sta?” chiese poi indicando Sam.
“Sembra che per uno strano effetto di…” guardò Daniel per avere un aiuto nella spiegazione.
“Transfer” disse Daniel “Il transfer ha trasferito le ferite di Jack su Sam perché ha percepito il simbionte di Jolinar. Pensava che il corpo di Sam potesse guarire le ferite.”
Il generale Hammond fissò Jack perplesso.
“Ferite?” chiese.
“Generale, chiedo il permesso di seguire Carter in infermeria. Quando saprò che starà bene la aggiornerò.”
Hammond capì che non avrebbe ottenuto nulla in quel momento dal colonnello, così acconsentì.
“Certo. La aspetto tra un’ora in sala riunioni.”
L’altro annuì, poi si diresse velocemente all’infermeria.
 
Quando entrò Sam era sdraiata su un lettino immobile. Quando lo vide entrare sorrise.
“Ciao, come stai?” le chiese Jack.
“Mi sento uno schifo” rispose lei “Ma Janet dice che non sono in pericolo di vita.”
Jack annuì.
“Meriti un po’ di riposo” disse solo “Io starò qui.”
Sam annuì, poi si voltò su un fianco e sospirò.
“Spero che tutto questo finisca presto” sospirò.
Jack si avvicinò leggermente e le toccò i capelli.
“Finirà, te lo prometto” sussurrò.
Sam lo fissò, annuì e sorrise. Poi chiuse gli occhi per riposarsi ancora un po’.
Quando Jack fu certo che dormisse si allontanò dalla stanza per cercare la dottoressa Fraser.
La donna quando lo vide arrivare nella stanza adiacente quella dove si trovava Sam alzò la testa dal foglio che stava leggendo.
“Colonnello” salutò.
Jack fece un cenno.
“Quelli sono gli esami di Sam?” chiese.
La dottoressa annuì pensierosa.
“Sì. Ho ottenuto i risultati ora e, se devo essere sincera, non mi piacciono per nulla.”
Jack corrucciò la fronte. Janet non era una da prendere le cose alla leggera, ma nemmeno una donna che vedeva tutto in maniera pessimistica.
“C’è qualcosa che non va?” chiese allora Jack.
La donna ti sfregò la fronte, poi rispose.
“Visitando Sam avrei detto che era solo un po’ stanca. La ferita sul braccio sembrava guaribile in poco tempo e le altre ferite non mi parevano gravi. Qui però abbiamo una concentrazione di Naquadah nel sangue di diverse volte superiore a quella che Sam dovrebbe avere. Non so se dipenda dal manufatto che avete usato, ma sicuramente a lei non fa bene. Dovrò farle altri esami, ma se la concentrazione dovesse salire ancora potrebbe diventare pericolosa per lei e…” la donna si bloccò.
Jack deglutì. Sentiva di sapere già cosa dovesse dire la donna, ma il suo cervello si rifiutava di realizzare questa possibilità.
“E?” chiese allora.
“E potrebbe morire, signore” concluse la dottoressa Fraser con un sospiro.
Jack la fissò. Deglutì, poi annuì.
“Sam non lo sa, vero?” chiese poi.
Janet scosse la testa.
“No. Non avevo ancora i risultati delle analisi quando ho parlato con lei. Lei è il primo a saperlo. Avrei avvisato il generale Hammond, ma quando l’ho vista entrare stavo leggendo io per prima i risultati.”
Jack si morse il labbro inferiore. Sapeva che la dottoressa e Sam erano amiche ed anche per lei non doveva essere facile accettare la cosa.
“Capisco” le disse.
La donna sorrise tristemente.
“Farò ancora alcuni esami. Poi parlerò con Hammond.”
Jack fissò la donna. Avrebbe voluto dirle di non preoccuparsi, ma la verità era che perfino lui aveva paura, un’immensa paura, di perdere Sam.
“Janet” la chiamò.
La donna lo fissò. Sapeva che il fatto che usasse il suo nome significava che era passato dalla modalità superiore a quella di amico.
“Andrà tutto bene” le disse “Riavremo la nostra Sam”.
Janet si chiese se stava cercando di consolare lei oppure sé stesso.
  
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