Cap.12 Famiglia ritrovata
Clint
sbatté le ali da falco arruffate, facendo ondeggiare le
piume.
"Uno
dei motivi per cui sua maestà Doom non può
lasciare questo luogo e perché il lupo mannaro di cui si
occupa è suo padre" spiegò. Si voltò
verso Tony e gli sorrise.
"Mentre
vado a controllare che il giovane Johnny possa ricevere, vuole rimanere
con i due semidei. Io continuo ad avere difficoltà ad avere
rapporti con Loki, Mr. Stark" ammise.
Tony
incrociò le braccia, arricciò il naso
corrucciando la fronte.
"Questa
cosa che Vicky preferisce suo padre a me sta mettendo a dura prova la
mia intenzione di perdonarlo" sancì.
Clint
ticchettò la punta dei piedi tra loro e fissò
Tony.
"Se
davvero convincerete le divinità a lasciargli la
possibilità di lasciare questo luogo, vi seguirà
ovunque" disse indurendo il tono.
Tony
ondeggiò una mano in aria e avanzò di qualche
passo.
"Non
saprei. Ha continuato ad accampare scuse tutto il tempo" disse.
Sbuffò,
si passò la mano tra i capelli e scrollò le
spalle.
"Beh,
io ottengo il lasciapassare. Se dopo non mi vuole, io non
piangerò di certo".
Clint
schioccò la lingua sul palato.
"Li
troverà in quella stanza laggiù" disse indicando
una porta.
Tony
annuì, si voltò e raggiunse la stanza.
Aprì la porta, sollevò lo sguardo.
"Piccolo
cervo? Lascia uscire Vicky da qui o ti chiudo l'account Facebook".
Thor
si grattò la testa.
"Proprio
ora che lo avevamo fatto in comune" borbottò.
Loki
si passò le dita tra il morbido pellicciotto bianco che gli
cingeva il collo.
"E
pensi verrà con te?" chiese.
Tony
scrollò le spalle, tirò fuori il cellulare e
attivò lo schermo olografico mostrando il profilo di Loki.
"Uno
...".
Thor
si nascose il viso tra le mani e sbuffò sonoramente.
"Uomo
di Metallo, uno ci mette secoli a rimettersi con il proprio fidanzato,
e tu fai saltare tutto" gemette.
Tony
roteò gli occhi, si avvicinò lo schermo.
"Ognuno
pensa al suo, immagino".
Guardò
Loki e socchiuse gli occhi.
"Due
...".
Loki
avanzò e alzò le mani.
"Va
bene!".
Thor
sporse il labbro inferiore e annuì.
"Suppongo
tu abbia ragione" rifletté.
Tony
chiuse la schermata, sorrise socchiudendo le iridi marroni brillanti di
riflessi oro.
"Bene.
Sblocca il problema, al resto penso io" dichiarò.
Loki
sospirò, annuì assottigliando le labbra.
"Esaudirò
la tua richiesta, ma sappi che le tue minacce sono sempre particolari".
Si
sentì bussare, la porta si aprì e Clint
affacciò il capo.
"Il
signorino Storm è pronto a riceverla" annunciò.
Tony
salutò gli dèi con la mano, si voltò e
uscì dalla stanza.
"Io
nella stanza dei giochi non ci entro, eh".
Clint
inarcò un sopracciglio biondo-grigio.
"Non
credo di aver inteso" disse. Avanzò lungo il corridoio, la
luce vermiglia delle torce gli illuminava il viso e i capelli, dandogli
dei riflessi castani. Un paio di quadri si voltarono a guardare Tony.
Tony
fece l' occhiolino ad un quadro femminile, ridacchiò e
scrollò le spalle.
"Non
leggi roba trash?".
Clint
si massaggiò le tempie e sospirò.
"Mia
moglie sì e alle volte anche Nat" gemette.
Tony
ghignò, accelerò l'andatura.
"Muoviamoci,
vorrei chiudere con questo posto prima del prossimo anniversario di
matrimonio".
Clint
accelerò a sua volta il passo. Raggiunse un'altra porta e la
aprì.
Dall'interno
si sentirono dei sospiri.
"Smettetela
di fare i bambini!" gemette la voce di Peter.
Tony
avanzò e sogghignò.
"E
tu smettila di fare l'adulto. È il lavoro di Cap e Vicky".
Peter
indietreggiò. Era in piedi tra il letto e la scrivania.
Steve
era appoggiato con la schiena a quest'ultimo, il capo chino e le mani
in tasca.
Johnny
era steso su un fianco sul letto, gli occhi brillavano riflettendo le
fiamme nere che gli avvolgevano la mano.
"Al
momento il tuo Cap è più impegnato a inventare
blande e squallide scuse" ringhiò.
Tony
sogghignò avanzando con le braccia allargate.
"È
evidente che non hai sentito quelle di tua madre, se pensi che le sue
siano patetiche" disse.
Si
mise seduto a lato del letto, abbassò il capo e strinse le
labbra.
"A
proposito. Io non ho scuse, solo sensi di colpa. Si accettano?".
Steve
si mordicchiò il labbro.
Johnny
si mise una mano sul fianco.
"Accettatissime,
visto che stai sopportando la mamma" rispose.
"I-io
vorrei sapere... perché la chiami mamma" biascicò
Peter, avvampando.
Tony
ridacchiò, alzò le spalle e si piegò
in avanti con le gambe larghe.
"Perché
io sono il papà".
Steve
si staccò dalla parete di un paio di passi.
"Dovrei
ringraziare te e Doom per esservi presi cura del ragazzo"
bisbigliò.
Johnny
digrignò i denti.
"Non
riesco a farli andare d'accordo. Insomma, scoprire chi è il
proprio padre dovrebbe essere un momento bellissimo"
brontolò Parker.
Tony
sollevò lo sguardo, intrecciò le mani tra loro e
strinse le labbra.
"Io
non mi sono preso cura di nessuno. Ma se vuoi puoi ringraziare Johnny
per essersi occupato di me" disse.
Guardò
Peter ,addolcì lo sguardo.
"Conta
chi ti ha cresciuto, e chi vuoi essere. Chi sono i tuoi genitori
è molto relativo, bimbetto".
Steve
strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.
"Io
voglio poter essere suo padre. Ho sempre desiderato una famiglia"
gemette.
Johnny
ghignò.
"Pà,
dimmi la verità, ti stai facendo l'harem?"
sussurrò lascivo. Peter avvampò.
Tony
ghignò a propria volta, si sporse e diede una pacca al
braccio di Johnny.
"Che
vuoi che ti dica, prendo molto sul serio la frase 'farsi una famiglia',
Johnny" rispose, sarcastico.
Incrociò
le braccia e alzò lo sguardo.
"Non
dovete diventare migliori amici. Dovete convivere. E sì,
l'ho deciso io, quindi rassegnatevi".
"Per
me va bene, ma sappi che dovrai ospitarci tutti. Lupo mannaro compreso"
dichiarò Peter.
Johnny
lo guardò e ghignò.
"Anche
a me piacciono i tipetti, papà" rispose.
Steve
sbuffò.
<
Io quando ho avuto un figlio con Stark? > si chiese.
Tony
sorrise, si alzò e scrollò le spalle.
"La
Torre sarebbe vuota senza qualche creatura che potrebbe ucciderci
tutti. Porta pure tutte quelle che ti piacciono".
Ghignò,
fece l'occhiolino a Johnny e raggiunse Steve. Gli mise la mano sulla
spalla.
"Hai
ritrovato un figlio. Vedi di esserne felice" disse.
Si
scostò, raggiunse la porta.
"E
ora papà va a farsi corteggiare. Preparate i bagagli e non
fatevi mordere".
Clint,
sulla porta, si fece da parte. Indicò davanti a
sé Victor intento a mettere una serie di valigie sopra una
tarantola gigante.
"Il
signore ha saputo che può finalmente venire con voi"
spiegò.
Tony
inarcò un sopracciglio, incrociò le braccia e si
avvicinò dell'animale.
"Questo
lo mettiamo in garage" dichiarò.
Victor
si voltò verso di lui e sorrise.
"Sarà
un piacere. Sperando non si inviti anche Galacticus una di queste
volte, gli manca Johnny come araldo" rispose.
Tony
camminò a passo lento verso di lui, socchiuse gli occhi e
arricciò il labbro.
"Niente
scuse, quindi?".
Doom
gli sorrise.
"Niente
scuse" gli rispose.
Tony
portò il volto ad un palmo da quello dell'altro.
"Bene.
O ti avrei lasciato qui" sussurrò, roco.
Ghignò,
si scostò e poggiò la mano dell'animale gigante.
"Porta
anche i biscotti per cani, viene anche il lupo mannaro". Aggiunse.
"Abbiamo
tutti ritrovato una famiglia" rispose Victor.