Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: ___Darkrose___    25/12/2016    4 recensioni
Ci troviamo negli Stati Uniti, negli anni delle continue conquiste del territorio da parte degli americani a discapito dei nativi. Kagome è cresciuta in mezzo alla tribù Apache, mentre Inuyasha è un cowboy che condivide le idee espansionistiche dei suoi compatrioti. Nonostante le loro differenze i loro destini sono legati indissolubilmente.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Inuyasha ancora non si era capacitato di come diavolo aveva fatto a lasciarsi convincere a portare Miroku con sé.
Dopotutto non era la prima volta che lo portava con sé in qualche suo lavoretto, ma ora gli sembrava diverso. Quei banditi erano ben armati e non sembravano del tutto intenzionati a trattare con gli Apache del luogo, piuttosto sembravano volerli sterminare.
Il loro capo, Bankotsu, lo aveva convinto dicendogli che volevano solo fargli qualche domanda e contrattare con loro per farli spostare e guadagnare il possesso di quelle terre.
Ad Inuyasha quei musi rossi non piacevano era vero, ma quella particolare tribù non aveva mai dato problemi e tutta quella furia nei loro confronti non gli sembrava giustificata. Il lavoro però era pur sempre lavoro ed era stato anche ben pagato.
I cavalli galoppavano a tutta velocità tra le fronde degli alberi e quei sette pazzi ridevano di gusto, come se quell’imminente massacro li divertisse più di qualsiasi altra cosa.
Quando arrivarono a metà strada fermarono i cavalli e il loro capo lasciò passare avanti Inuyasha.
- Allora ragazzo, dove sono quei selvaggi? – gli domandò Kyokotsu, il più grosso e mostruoso di tutti.
Inuyasha scese da cavallo e cominciò ad osservare il terreno. Le tracce non erano solo quelle degli Apache, in mezzo vi erano anche impronte di lupi.
Un brivido gli discese lungo la schiena. – Con loro ci sono i domatori di lupi – sentenziò.
Miroku si fece perplesso. –Ma come è possibile? -.
- Probabilmente stanno organizzando una guerra– ghignò Bankotsu.
Il giovane cowboy non era del tutto convinto. Non era nel loro stile organizzare una battaglia, erano una tribù prevalentemente pacifica. Un’idea gli balenò nella mente e subito capì quello che stava accadendo nell’accampamento indiano.
- Stanno celebrando un matrimonio – mormorò.
Jakotsu si fece perplesso. – E come lo sai? -.
- Gli Apache di questa zona sono in via di estinzione e probabilmente hanno stretto un patto per poter portare avanti la loro stirpe e per avere protezione -.
Miroku guardò i banditi e si rese conto che effettivamente non avevano avuto tutti i torti nel farlo. Non voleva che il suo amico andasse da solo con quei pazzi, preferiva essere sicuro che non gli accadesse nulla. Quei mercenari avevano la fama di essere gente spietata.
Inuyasha montò a cavallo con un’agile balzo e strinse le redini dell’animale.
- Dobbiamo fare attenzione, il clan dei domatori di lupi sono particolarmente feroci – li avvertì quest’ultimo prima di ripartire.
Quando furono ormai vicini era sera e abbandonarono i cavalli, il rumore degli zoccoli avrebbe potuto mettere in allerta la tribù, anche se sembravano tutti presi dai festeggiamenti.
Si ripararono dietro la fitta vegetazione e osservarono i pellerossa ballare allegri intorno al fuoco in uno dei loro strani riti propiziatori.
- Tenetevi pronti, al mio via li attacchiamo e chiediamo loro dove si trovi l’oro – disse Bankotsu, mentre era intento a caricare la sua fedele pistola.
Inuyasha però non stava ascoltando, era completamente incantato. Tra tutte le figure femminili che danzavano, solo una aveva attirato completamente la sua attenzione. Era una giovane indiana dai capelli corvini e gli occhi vivaci. Lei doveva essere la sposa, dato che portava un copricapo di piume più vistoso delle altre.  
Non molto lontano da lei un giovane dell’altro clan la osservava orgoglioso, quello doveva essere il suo promesso sposo e capo dei domatori di lupi.
Per quanto ci provasse non riusciva a togliere gli occhi di dosso da quella ragazza, era veramente splendida.
- Inuyasha! – lo rimbeccò Miroku. – Preparati, stiamo per entrare in battaglia -.
 
Kagome ballava allegra insieme a sua sorella. Il giorno dopo si sarebbe festeggiato il suo matrimonio proprio al villaggio e quella danza era un’offerta agli dei perché la aiutassero ad essere una buona madre e moglie.
Le due sorelle ballavano insieme intorno al fuoco, mentre gli anziani inneggiavano a canti di gioia e pace, mentre il suono dei tamburi riempiva l’aria.
Non si sarebbe mai aspettata di poter essere così felice, ma quel giorno il suo futuro sposo l’aveva davvero stupita e le aveva anche promesso che sarebbero tornati al villaggio ogni volta che lei avesse sentito la mancanza della sua famiglia. Era felice che lui non la volesse strappare completamente dalle sue radici. Voleva anche che lei insegnasse ai giovani domatori le usanze degli Apache.
Si unì allegra al canto di gioia, mentre il suo cuore volava alto come il fumo di quel falò.
Si voltò verso il suo sposo, ma lo trovò distratto. Stava osservando un punto indefinito tra la boscaglia poco distante e sembrava preoccupato.
Si alzò in piedi e richiamò i lupi e i componenti del suo clan.
- C’è qualcosa che non va – mormorò questo.
Prima che potesse avvicinarsi a lui per poter capire quello che stava succedendo, un rumore sordo e acuto le perforò i timpani e quando si voltò nella direzione da dove proveniva quel suono si rese conto di quello che stava accadendo.
I demoni bianchi li stavano attaccando.
Il panico si impossessò delle donne e dei bambini, che cominciarono a correre per mettersi in salvo, mentre gli uomini Apache si lanciavano nella mischia, seguiti dai lupi di Koga.
- Ginta, Hakkaku proteggete il Patriarca, Kagome e la sua famiglia! – ordinò il giovane capo, mentre si dirigeva in soccorso dei suoi compagni.
Kagome e Sango vennero trascinate via dai due domatori insieme al Patriarca e all’anziana Kaede.
- Non possiamo abbandonarli! – gridò Kagome, preoccupata per la sorte del suo sposo.
Ginta cercò di tirarla via. – Non puoi aiutarli! -.
Kagome lo fulminò con lo sguardo.  – Allora non mi conosci! – sibilò. – Sango, ti affido nostra nonna -.
Prima che l’amica la potesse fermare, Kagome si era lanciata tra le tende ed era sparita dalla vista degli altri, che cercavano di implorarla di tornare indietro.
Nel frattempo i banditi avevano cominciato ad appiccare il fuoco alle tende e uccidere chiunque gli si parasse davanti.
Koga cercava di avvicinarsi a loro, ma quelle strane armi che portavano con loro lo confondevano e lo intimorivano.
Inuyasha e Miroku invece erano rimasti riparati dietro i cespugli e sparavano solo nel caso qualche indiano si avvicinasse.
- Questo non mi sembra esattamente un interrogatorio! – gridò Miroku per farsi sentire.
Inuyasha era furioso, non si era parlato di uno sterminio di massa. – Dannati bastardi, rischiano di farci attaccare dalle altre tribù indiane se li uccidono tutti! -.
Kagome nel frattempo era riuscita a prendere un arco da terra e si era riparata in cima ad uno degli alti abeti che circondavano l’accampamento. Da quella posizione poteva cercare di mirare agli invasori e difendere il suo futuro marito.
Prese una delle frecce dalla faretra e cercò Koga in mezzo a quella mischia. Era intento a scontrarsi con un uomo che doveva essere alto almeno la metà di un abete. Fortunatamente questo era molto lento nei movimenti e senza quelle armi che di solito portavano con loro.
Kagome mirò al cuore di quel maledetto. Scoccò la freccia, ma questa invece che piantarsi nel suo petto finì per colpirlo ad un braccio e questo scatenò la furia dell’uomo.
Si sentì perforare da quello sguardo così terrificante e sanguinario, l’aveva individuata.
Koga si lanciò contro l’avversario, in modo che non potesse fare del male a Kagome, ma questo lo colpì con una tale violenza da sbalzarlo lontano e stordirlo.
Kagome si sentiva in trappola e nel panico del momento scivolò dal ramo sui cui era appollaiata e cadde a terra.
La schiena le doleva in maniera terribile, ma neanche il dolore era paragonabile alla terribile paura che si impossessò di lei non appena si trovò davanti all’uomo che aveva colpito qualche istante prima.
Era paralizzata dal terrore e si spinse il più possibile indietro, fino a quando la sua schiena non incontrò la corteccia dell’albero. Era completamente in trappola e non poteva salvarsi.
- Per uno scricciolo come te basteranno le mie mani – ghignò l’uomo.
Quando ormai pensava che sarebbe morta, Koga arrivò in suo soccorso.
Balzò feroce sulla schiena del suo avversario e senza pietà gli piantò il coltello nella gola. Questo cominciò ad emettere dei mugolii di dolore, prima di cadere a terra con un tonfo sordo.
Prima che potesse riprendersi fu tirata su di peso da Koga e trasportata lontano.
- Ritirata! – cominciò a gridare, mentre teneva saldamente sulle spalle la giovane.
Gli ultimi uomini rimasti cominciarono a correre per mettersi in salvo, mentre i loro nemici appiccavano il fuoco e sparavano su di loro.
- NO! -.
Il grido che i due giovani udirono era ben riconoscibile. In mezzo al fumo distinguevano bene le figure di Ayame e Sango. Erano braccate da due banditi, mentre Ginta e Hakkaku erano svenuti.
Si fermarono per andargli in soccorso, ma Kagome vide qualcosa che la lasciò senza fiato.
Steso a terra in una pozza di sangue c’era il corpo esanime di sua nonna.
- Nonna! –gridò, ma prima che potesse andarle incontro fu bloccata da Koga.
Questa la prese saldamente per le spalle e la costrinse a guardarlo. – Ci penso io a loro, tu scappa, ti prego! -.
La sua era una supplica disperata e Kagome non riusciva a muovere le gambe per il dolore.
- Se tu rimani qui non potrò proteggere tua sorella, ti prego scappa! Mettiti in salvo! -.
La lasciò in mezzo al fumo per correre da sua sorella. Sarebbe voluta andare con lui per aiutarlo, ma sapeva che non sarebbe stata solo di peso.
Si fece forza e con le lacrime che le rigavano il viso scappò via, senza rendersi conto che qualcuno la stava seguendo.
Inuyasha aveva seguito tutta la scena da lontano e le sue gambe si erano mosse da sole. Non badò alle urla di Miroku che lo pregavano di tornare indietro.
Doveva salvarla, doveva impedire a Bankotsu di farle del male.
Corse in mezzo ai corpi massacrati e al fumo, non curandosi del pericolo che stava correndo.
Quando finalmente riuscì a raggiungerli erano su una sporgenza sopra al fiume. Bankotsu le stava puntando la pistola contro e lui non ci vide più.
Tirò fuori la pistola dalla fondina e con questa sferrò un colpo ben assestato sulla testa dell’uomo, che cadde a terra svenuto.
I loro occhi si incontrarono e per un istante per entrambi fu il silenzio. Occhi scuri in occhi ambrati, uomo e donna.
Kagome era allibita, non aveva mai visto un uomo bianco difendere una ragazza indiana.
Inuyasha invece era incantato e continuava a fissare quel piccolo corpo scosso dai tremori della paura e del dolore. Era così indifesa e bella, non poteva lasciare che quel bastardo la uccidesse.
La ragazza si tirò in piedi e cominciò ad osservare il suo salvatore. Camminava titubante verso di lui, per osservarlo meglio, ma si accorse presto che non erano soli.
Dietro di lui Koga gli stava correndo incontro, pronto ad uccidere il suo salvatore.
- No! – gridò la ragazza.
Prese Inuyasha per il gilet nel tentativo di spostarlo, ma nella troppa foga non si rese conto che era pericolosamente vicina a bordo del precipizio.
In un soffio i due stavano precipitando nel fiume.
 
Eccomi!
Intanto sono felice di augurare a tutti i miei lettori un felice Natale! Tra un panettone sono finalmente riuscita ad aggiornare.
Il capitolo era già pronto da qualche giorno, ma volevo almeno cercare di ricontrollarlo e spero di aver fatto un buon lavoro!
Insomma, anche se in una situazione terribile i nostri protagonisti si sono finalmente incontrati! Che ne sarà di loro due? E Sango e Kaede?
Vi auguro ancora un felice Natale e vi mando un bacione!
Silvia :*
   
 
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