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Autore: MAFU    28/12/2016    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 32

 
“Mephisto…” Lilith lo fissava in attesa di delucidazioni ma lui sembrava tergiversare guardandola con aria saccente. “Credo proprio di starti facendo un grosso favore. O perlomeno risulterà tale alla fin fine.” Le disse infine sogghignando. “Un… favore?” la ragazza non capì minimamente a che cosa si stesse riferendo. “Capirai… Aspetta solo un altro po’.” Le dette un pizzicotto a una guancia ridacchiando perfido facendo lo gnorri. “Tu non me la racconti giusta.” “Mi spiace, ma fare spoiler è proprio una cosa che odio ⋆” ammiccò Mephisto, “Poi capita spesso che i piani cambino in corso d’opera.” cinguettò. “Che significa?” Lilith corrucciò le sopracciglia sentendosi vagamente presa per i fondelli, ma la sensazione durò assai poco. “Eccoli, finalmente!” la loro conversazione fu bruscamente interrotta sul più bello. Shima era arrivato sulla riva a un metro da loro acclamando il ritorno del professor Okumura e compagnia. Il ragazzo aveva trascinato Koneko per un braccio saltando sulla sabbia. “Alleluia.” Ryuji li seguì incrociando le braccia. Izumo stette in disparte come al solito, senza però staccare gli occhi dall’orizzonte. Il gruppetto nascondeva a Lilith la visuale, tant’è che fu costretta ad azzardare qualche passo di lato sfilando accanto a Mephisto. L’uomo non la ostacolò di certo, sollevato da quella fortuita distrazione. Sporgendosi in avanti, la ragazza vide a poco a poco comparire la testa di Yukio affiancata da quelle dei soccorritori e dietro di loro in successione: Rin, Shiemi e Lamia. Cominciò a iperventilare scrutando attentamente la sorella avvicinarsi. Sembrava tutto al posto giusto, gli occhiali, il pareo e il suo ghigno beffardo. Era sana e salva, per di più pareva anche che fosse filato tutto liscio. “Ma guardali, sembrano di ritorno da una scampagnata.” Commentò un po’ seccato Suguro sbuffando, “Non direi… Yukio ha una faccia parecchio stressata…” ribatté Koneko sistemandosi gli occhiali, “Io non vedo niente… Se non… Quelle tette.” Gli altri ragazzi alzarono tutti gli occhi al cielo, Izumo compresa, esasperati dall’ostinazione di Renzou nell’essere sempre così fuori luogo. D’un tratto, Lilith sgranando gli occhi in direzione del gruppo di superstiti, prese a correre a perdifiato verso la sorella, “Lamia!” gridò ansimando. I suoi compagni di classe se la videro partire a razzo coi capelli che le svolazzavano nel naso per la foga.  Mephisto la guardò un po’ sorpreso, arricciando le labbra divertito quando sfrecciando accanto a Shura, poco più avanti, le fece venire le vertigini per quanto andava veloce. “Oi, rallenta!” la professoressa si aggiustò i capelli freneticamente scansandosi dalla sua traiettoria, “Ma che fa?” disse Kamiki stranita, “Che scena toccante…” rispose Shima sorridendo beato mentre osservava Lilith fiondarsi verso Lamia a grandi falcate. Il suo pareo svolazzava a ogni passo, illuminato dalla luce giallastra dei fari della baia. “Ah!” Yukio si scostò appena in tempo per non essere travolto, la piccola ora a pochi passi da Lamia ebbe quindi l’opportunità di vederla meglio. Tutto regolare se non fosse stato per un piccolo particolare. Ebbe un sussulto ma ormai era troppo tardi per frenare. “Lilith!” Rin si spostò guardandola con gli occhi sgranati, ricordandosi in un flash dei discorsi nella grotta. Trattenne Shiemi con un braccio sudando freddo, ma la ragazza non disse nulla scombussolata dalla rapidità degli eventi. Lilith dribblando i due si buttò al collo della sorella avvinghiandosi a lei come una piovra. “Ah!?” la voce della donna uscì dalla sua bocca strozzata sotto quella morsa e tese tutti i muscoli cercando di non cadere all’indietro. Yukio si voltò di scatto trovandosi davanti quell’abbraccio inaspettato e deglutendo, non si scompose più di tanto tirando dritto. In quellìattimo sospeso di imbarazzo e silenzio, Rin vedendo il fratello andare per la sua strada si decise a seguire il suo esempio cercando di non fissare le due succubi impegnate in quel momento intimo. “Che carine…” sorrise Shiemi seguendo il ragazzo distogliendo lo sguardo, “Lilith doveva essere proprio preoccupata per lei…” aggiunse mormorando e Rin la guardò sorridendo tesissimo. “Sono commosso da cotanto affetto…” commentò Mephisto con aria sognante, battendo lievemente le mani. “Paurosetto, ottimo lavoro.” Shura accolse Yukio arrivato per primo ma il ragazzo si limitò a guardarla male. “In quanto a te, signorino…” la donna si rivolse a Rin in arrivo cominciando a farlo sudare freddo. Intanto le sorelle Evangeline erano ancora avvinghiate in riva al mare lontane da tutti. Erano rimaste immobili in quella posizione per tutto il minuto buono in cui gli altri si erano riuniti e ora per via della ramanzina che Shura stava per fare a Rin, gli altri avevano optato per ignorarle e dare loro un po’ di privacy. “Ho capito che ti sono mancata ma…” disse Lamia con tono sarcastico, “Che fine ha fatto l’altro pareo?” il sussurro di Lilith le trafisse l’orecchio facendola rabbrividire. “Oh merda.” La donna strinse i denti sentendo la stretta dell’altra farsi sempre più soffocante. “La prossima volta che hai intenzione di mandare in malora la strategia e fare di testa tua…” Shura strattonò Rin per un lobo facendolo chinare, Yukio dietro di lei sembrava non poterne più ma la ascoltava in silenzio respirando con la bocca contorta in una smorfia. “Giuro non ho fatto apposta, è stato un incidente. Il mare, il Kraken… Insomma l’ho perso… E Rin… Beh mentre stavo cercando un modo alternativo di coprirmi… Mi ha vista…Terrà il segreto lo giuro.” sussurrò come un razzo Lamia cercando di muovere pietà nel cuore della sorella che emanava ira funesta da ogni poro. Shiemi nel frattempo incassava anche lei la paternale a capo chino per la vergogna. “Poverini…” bisbigliò Shima sporgendosi verso Bon e Koneko continuando però a guardare la sgridata in diretta. Mephisto ascoltava svogliato il ciarlare infuriato di Shura pregando perché finisse presto. L’occhio gli scivolò di nuovo verso le succubi per svagarsi ma pareva alquanto assonnato da quella situazione scomoda. Lamia aspettava immobilizzata una qualche reazione da parte della ragazza, ancorata a lei saldamente. “Io ti…” Lilith mormorò facendo scivolare lentamente le mani attorno al collo della donna, tenendosi stretta con le gambe “AMMAZZO!” strillò cominciando a strangolarla con gli occhi fuori dalle orbite. Il suo urlo e l’annaspare impotente della sorella attirarono l’attenzione di Suguro che si voltò restando di sasso, “Ma… Si stanno picchiando?” sgranò gli occhi inerme. Mephisto sbattè rapidamente le palpebre strabuzzando gli occhi e Shura sentendo baccano smise di professare disciplina voltandosi sbigottita. “Ma che..!?” spalancò la bocca incredula. “Giuro su Dio che finirò la tua esistenza con le mie stesse mani!” Lilith tirava ripetutamente pugni in testa alla sorella che aveva preso a correre in tondo tentando di liberarsi, “Mi fai malissimo, basta!” strillò la donna disperata “Smettila ho detto che mi dispiace!” “Taci e muori in silenzio!”. Rin seguendo il movimento di Shura era rimasto allibito quasi quanto lei mentre gli altri ragazzi non sapevano come comportarsi. “Io non…” bisbigliò Shima sconvolto senza riuscire a finire la frase. “Per oggi ne ho seriamente avuto abbastanza.” Sibilò Yukio voltandosi all’indietro per non guardale calcandosi gli occhiali sul naso. Mephisto lo guardò con aria di sufficienza ridacchiando sommessamente. “Soffoca!” Lilith aveva ripreso a strangolare Lamia, la quale però questa volta cadendo all’indietro si liberò dalla stretta mortale sbalzando via la sorella con una ginocchiata. Lilith atterrò di schiena sulla sabbia graffiandosi la pelle delicata. “Ah! Non puoi picchiarmi, ho gli occhia..!” Lamia si tirò su coi gomiti ringhiando ma una pedata in faccia di Lilith la interruppe in malo modo facendola cadere di nuovo col naso che schizzava sangue. “Allora vuoi la guerra.” La donna a carponi sulla sabbia umida si spazzò il volto digrignando i denti e partì all’attacco atterrando sulla ragazzina ribaltatasi a terra per il rinculo del colpo. Le dette due sberle in faccia per poi tirarle i capelli forzandola ad alzarsi in piedi. Continuando a tirarglieli facendola strillare come un’oca impazzita le pestò lesta un piede bloccandole poi un braccio con una mano prima che potesse tirarle uno schiaffo. “Professoressa Kirigakure, faccia qualcosa!” sbottò Kamiki riportando Shura alla realtà. La donna scossò velocemente il capo come destata da un letargo. Lamia intanto aveva caricato un pugno pronta ad assestarlo sul naso della sorella intrappolata in quella presa senza via di fuga. “Voi due! Piantatela subito!” la voce di Shura giunse alle loro orecchie e le due si voltarono un istante ansimando con l’adrenalina a mille. Lilith guardò Mephisto per una frazione di secondo restando immobile mentre la professoressa incrociò lo sguardo di Lamia e la situazione sembrò stabilizzarsi. Ma la succube ignorando il richiamo, dette un potentissimo cazzotto in piena faccia a Lilith facendola schiantare sul bagnasciuga. La piccola sollevò il capo ricoperto di sangue e sabbia grigia parendo indemoniata e scattò di nuovo all’attacco. “Vedo che ha funzionato molto…” Ryuji le guardava con gli occhi a mezz’asta, “Ah… L’amore fraterno…” Mephisto si posò una mano sulla guancia sospirando. I ragazzi si voltarono a guardarlo sconcertati. Intanto, Lilith ripresasi dallo smacco colpì Lamia con una gomitata in pieno stomaco piegandola in due dal dolore. Afferrandola poi per un braccio la fece girare su se stessa lanciandola in ginocchio nella bassa marea facendole respirare l’acqua salmastra. Approfittando della situazione, la piccola indietreggiò rapida e prendendo la rincorsa spiccò un salto, poi un altro e facendo una capriola atterrò come una saetta su Lamia piantandole i talloni nei reni. La donna venne spalmata in acqua faccia a terra e quando la sorella saltò giù dalla sua schiena, non si mosse. “Oddio… L’ha uccisa sul serio.” Koneko rabbrividì. Nessuno osava muovere un dito. Fissavano Lilith rimasta in piedi a capo chino coi pugni stretti accanto a Lamia immobile nell’acqua bassa. “Professoressa…” bisbigliò Kamiki con un filo di voce. Mephisto era attonito. “Non…” Shura balbettò qualcosa senza sapere che fare mentre Yukio guardava la scena accigliato. Lamia non dava segno di ripresa. Lilith prendendola infine per una gamba, la trascinò fuori dall’acqua portandosela via facendo una stradina di sangue e umidità sulla sabbia asciutta. Buttando casualmente occhio verso il gruppo, si rese conto che avevano assistito alla scena e sgranando gli occhi si fermò di colpo. “Ecco…” aprì bocca sentendosi improvvisamente a disagio, “Credo che ora Io e mia sorella andremo a finire la chiacchierata altrove.” Disse agitata. In quel momento, il braccio di Lamia si sollevò a fatica e con la mano si aggrappò salda al lembo di pareo di Lilith. La ragazza sussultò guardando in basso e capendo l’intenzione della sorella s’immobilizzò. “Non osare…” sussurrò tra i denti irrigidendosi. “Ragazze. Orsù ora basta!” Mephisto prese in mano la situazione uscendo dalle retrovie avanzando rapido verso le due litiganti. “Pizzetto… Sempre in vena di giochetti tu…” Lamia scollò la faccia dal suolo alzando gli occhi su di lui dietro le lenti frantumate dei suoi preziosi occhiali. L’uomo la guardò accigliato per poi rivolgersi a Lilith, “Fate le brave adesso.” Mormorò con tono autoritario. La ragazza sbattè rapida le palpebre alle parole della sorella e lo guardò torva stringendo le labbra. “È stata una tua idea…” cambiò espressione realizzando di chi fosse in realtà la colpa mollando all’istante la gamba dell’altra. Lamia fece lo stesso col lembo del suo pareo sghignazzando, “Visto? …Se solo avessi finito di ascoltarmi…” tossicchiò sputando un dente, “Cazzo.” Guardò il canino caduto a terra. “Lo sai meglio di me che ricrescerà in nottata.” Mephisto richiamò la sua attenzione vagamente esasperato, “Ora alzatevi e andate. Troppi spettatori.” Aggiunse torvo convincendo le ragazze a obbedirgli. “Che sta dicendo il preside?” chiese Izumo fallendo il suo tentato origliare, “Non lo so, ma qualsiasi cosa sia, sta funzionando meglio del suo tentativo.” Ryuji accennò a Shura che lo guardò seccata, “Hey, bada a come ti rivolgi a me! Sono pur sempre la tua insegnante!” sbottò. Rin era ancora immobile con la faccia sbigottita. Con la coda dell’occhio scorse Yukio sospirare e girare i tacchi. “Yuki?” Shiemi si voltò verso di lui vedendolo allontanarsi. “Yukio!” anche Rin lo chiamò ancora un po’ confuso, “Vado a riposare.” Tagliò corto il fratello avviandosi verso l’hotel. “Oh?” anche Shura si voltò a guardarlo lasciare la spiaggia ma non disse nulla. “Signori…” Mephisto era tornato dal gruppo, ora molto più rilassato e baldanzoso, “Anche oggi splendido lavoro. Siete liberi di andare a coricarvi!” batté le mani giulivo. “Mi scusi… Che ne è stato delle sorelle Evangeline?” si fece avanti Kamiki corrucciando le sopracciglia, “Sono tornate in hotel. Ho pensato io stesso a somministrarle un adeguato rimprovero, quindi non ci sarà bisogno di un ulteriore provvedimento, professoressa Kirigakure.” La donna lo guardò adirata studiandolo sospettosa. “Stanno… Bene?” chiese titubante Koneko ancora sconvolto da quella rissa improvvisa, “Certamente. Detto questo, vogliate scusarmi. Buon proseguimento di serata!” facendogli un occhiolino, Mephisto schioccando le dita scomparve davanti ai loro occhi senza tante altre moine. I ragazzi rimasero attoniti. “E…” Shima si guardò attorno dubbioso studiando gli sconvolti e scarmigliati presenti, “Che si fa? Andiamo a dormire?”.
“Lamia, l’hai fatta grossa.” Lilith dava le spalle alla sorella intenta a guardare fuori dalla finestra della loro camera. L’altra era sdraiata di traverso sul letto a guardare il soffitto con un asciugamano bagnato posato su una guancia. “E tu mi hai fatto malissimo.” “Te lo sei meritato.” “Sembri la mamma quando fai così.” Quella frase fece voltare di scatto la ragazza con uno sguardo attonito. “Non dirlo neanche per scherzo.” Ribatté poi tornando a guardare l’orizzonte seria. Lamia stette un po’ in silenzio a massaggiarsi la faccia, infine si voltò a pancia in giù per osservare la sorella. “Che guardi?” domandò posando l’asciugamano, “Nulla, sto pensando…” “Tu pensi!?” Lamia spalancò la bocca e la sorella si voltò di nuovo guardandola storto. “Quindi…” cambiò argomento la minore dandole nuovamente le spalle, “Ora anche Rin lo sa.” “Già…” “E sembrerebbe essere stata un’idea di Mephisto…” “Già.” “Sai dire altro oltre che già!?” Lilith si voltò infuriata, “Senti bella, stai già dicendo tutto tu!” Lamia le rispose con la stessa moneta. “Non è il momento di litigare.” Tagliò corto l’altra scossando il capo cominciando ad avanzare verso la porta della camera, “Dove vai?” “Ho bisogno di prendere una boccata d’aria.” Disse in un sussurro spingendo la maniglia. “Vai a cercare pizzetto?” La maggiore la guardò alzando un sopracciglio sogghignando maliziosa, ma l’altra non rispose limitandosi a uscire, “Oh! Credi davvero che ti dirà le cose come stanno?” ridacchiò allora Lamia mentre la porta si richiudeva con un tonfo. “Qualsiasi cosa abbia in mente ora…” la donna si sdraiò con la testa sul cuscino riprendendo in mano l’asciugamano umido, “Puoi stare certa che è diverso dal piano iniziale…” ridacchiò massaggiandosi una guancia, “A quanto pare ora gli fa comodo che il segreto non resti più un segreto.” Socchiuse gli occhi guardando di sbieco i suoi occhiali rovinati che la fissavano dal comodino. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. “Avanti.” Rispose svogliatamente e questa si aprì lentamente.
Lilith aveva trovato facilmente la via per il tetto dell’hotel. Salendo le scale era giunta alla vetta indisturbata, cullata dal silenzio della notte. Aprendo l’ultima porta uscì all’aria aperta col naso per aria. Respirò a pieni polmoni avanzando verso il bordo più lontano dello spiazzo, ammirando la volta celeste sopra la sua testa. Non sapeva come sentirsi a riguardo dell’accaduto. Doveva avere paura? Gioirne? Non ne aveva idea ed era giunta in quel luogo proprio per fare chiarezza. Sedendosi sul bordo del tetto con le gambe a penzoloni nel vuoto si mise ad analizzare i pro e i contro della vicenda. La brezza lambiva le sue gambe nude, lasciate libere dai braghini corti del suo pigiama mentre la canottiera svolazzava attorno alla sua pancia scoperta. Un brivido la percorse da parte a parte e pensò che avrebbe fatto meglio a portarsi una felpa lassù. Sospirando, tornò però a rivolgere lo sguardo verso l’orizzonte, sull’oceano nero come la pece in lontananza. Sotto di lei, gli alberi e i pochi altri palazzi erano tutti più bassi e si sentiva sulla vetta del mondo, al sicuro da qualsiasi cosa. Incrociò le braccia per farsi calore ma non riusciva a smettere di tremare. Quand’ecco qualcosa posarsi sulle sue spalle nude. Alzando la testa di scatto si trovò avvolta da un mantello bianco e il suo proprietario, che glielo aveva appena posato addosso, le rivolse un sorrisetto beffardo. “Ti vedevo infreddolita…” “Mephisto…” la ragazza serrò la bocca tesa guardandolo fisso.
“Oh…Chi si vede…” Lamia voltatasi verso l’uscio si trovò davanti Yukio con addosso vestiti puliti. Il ragazzo la guardava con la mascella tesa e gli occhi di ghiaccio. “Tua sorella non c’è?” chiese in modo molto distaccato, “Come puoi vedere, no.” La donna si tirò su a sedere incrociando le gambe, “Coraggio, avvicinati… Non avrai mica paura…” lo provocò sogghignando. Yukio si chiuse la porta alle spalle avanzando di un passo. “Per quanto mi diano fastidio le tue provocazioni…” disse lui fermandosi a un metro da lei slacciandosi il primo bottone della camicia, “Un patto è sempre un patto. Poi non voglio che si ripeta l’episodio dell’altro giorno.” “Oh…” Lamia sgranò gli occhi meravigliata dalla sua integrità. “Allora, accomodati…” disse infine leccandosi le labbra.
Mephisto aiutò Lilith ad alzarsi e ad allontanarsi dal ciglio del tetto. Il suo mantello l’avvolse sospinto dal vento e la ragazza si fece condurre al centro dello spiazzo dove i venti tiravano più lievi. “Qual buon vento ti porta qui?” chiese l’uomo sogghignando alla sua stessa battuta, se così si può definire. “Immaginavo saresti comparso.” Rispose lei lasciando la sua mano, “Mi hai beccato, ahimè non riesco proprio a starmene con le mani in mano quando vedo fanciulle bisognose.” Mephisto si toccò il cuore con un gesto galante, “Anche se la fanciulla in questione sta per sottoporti a un interrogatorio?” “Ho detto a mio rischio e pericolo, infatti…” lo sguardo del demone mutò divenendo sottile come uno spillo.
Yukio si era abbandonato sul cuscino accanto a Lamia con la testa pesante. La camicia ancora sbottonata si era macchiata un po’ del suo sangue ma respirando con tutta calma stava cercando di radunare le forze per rivestirsi e andarsene. Lamia era rimasta ad assaporare il dolce nettare con lo sguardo perso nel vuoto. “Era da troppo tempo che non lo bevevo…” mormorò in estasi. “Sei comunque riuscita a non uccidermi, non so però se dovrei ringraziarti.” Disse freddamente Yukio, “Oh, dovresti eccome…” Lamia si girò su un fianco solleticandogli il petto scoperto con un dito, “No.” Il ragazzo le afferrò la mano scansandola via. “Non mi toccare.” La donna ritrasse la mano in silenzio guardandolo innervosita. “E così mi odi…” disse lei sorridendo amaramente tornando a posare la testa sul cuscino. “Non farmelo ripetere, è solo uno spreco di energie.” “Eppure… Sei appena venuto a donarti.” “Lo faccio solo per i miei studenti.” “A chi vuoi darla a bere?” ridacchiò Lamia, “Tu lo fai solo per te stesso.”. Yukio strabuzzò gli occhi senza però riuscire a muoversi, “Ed è per lo stesso motivo che te la sei presa tanto con tuo fratello. Non ti sei arrabbiato perché io e mia sorella abbiamo rischiato la condanna a morte, ma perché temevi uno scandalo per te stesso. Sei il più ipocrita degli esseri umani.” Le parole di Lamia sembrarono trafiggerlo da parte a parte come una spada affilata. “Però, a me tu piaci lo stesso.” Sogghignò la donna guardandolo con la coda dell’occhio. “Questo è troppo.” Yukio stringendo i pugni si alzò a fatica dal letto barcollando verso la porta, “Non credere di essere meglio di me… Succube che non sei altro.” Tossì appoggiandosi al muro per richiudersi la camicia. “Oh…” la donna si mise a sedere contro la spalliera del letto, “Ma io lo sono.” Sogghignò beffarda. “Io ti accetto per quello che sei. Perché sei il mio umano.” Lo guardò intensamente facendolo tremare. Yukio cercava in tutti i modi di non guardarla distraendosi coi bottoni, “Quindi, puoi immaginare come mi comporto con chi mi è fratello…” sapendo bene di avere una sorella, non aveva usato quella parola per errore ma in maniera ben studiata. Al che il ragazzo sgranando gli occhi smise di allacciarsi i bottoni avanzando a tentoni verso l’uscita con la mascella serrata. “Ti sbagli.” Yukio posò una mano tremolante sulla maniglia. La sua testa era affollata di pensieri e non riusciva a concentrarsi su nulla che non fosse l’idea di fuggire. Era in torno marcio e non ammettere sconfitta. Quella donna lo stava possedendo in anima e corpo, non sapeva nemmeno come ma lo capiva ancora meglio di se stesso e lui non poteva accettare l’idea che avesse ragione. “Allora dimostramelo.” Il ghigno di Lamia fu la goccia che fece traboccare il vaso, così il ragazzo senza più guardarla uscì di scatto dalla camera sparendo nell’oscurità.
“Confesso che speravo venissi da me per continuare il discorso interrotto sulla spiaggia…” Lilith dette le spalle a Mephisto allontanandosi di qualche passo, “Ti prego, ho bisogno di essere rassicurata.” Si voltò guardandolo con la faccia da cane bastonato. Il demone strinse le labbra inspirando profondamente. “Devi solo fidarti di me.” Rispose facendo un mezzo sorriso. “Che cos’hai in mente?” la ragazza avanzò di un solo passo verso di lui, mantenendo le distanze. L’uomo distolse lo sguardo lasciandosi sfuggire un brevissimo sospiro. “Come ben sai… La vita è imprevedibile.” Cominciò prendendo le cose alla larga. “Non avevo previsto una certa cosa che però adesso ho trovato modo di integrare alla perfezione nella mia idea di lieto fine.” Lilith lo fissava in silenzio cercando di trovare un significato a quelle parole così vaghe, “Come ti ho già detto, devi avere pazienza.” “Perché hai voluto che Rin Okumura sapesse di noi?” la domanda diretta della ragazza lo spiazzò. Pettinandosi il pizzetto, recuperò il suo charme apparentemente contento di quel cambio di argomento, “Fa parte del nuovo piano per il nostro lieto fine.” “Nostro?” “Di tutti.”. Rimasero a studiarsi in silenzio per una manciata di secondi. “Presto, sarai libera da ogni giogo.” Sogghignò Mephisto e alle sue spalle, la porta del tetto si aprì cigolando. “Oi, fratellone… Ho usato la chiave come mi hai chiesto.” Una voce famigliare provenne alle spalle di Mephisto e Lilith, sentendo una strana sensazione, si sporse per vedere chi stesse arrivando. Sgranò progressivamente gli occhi sempre di più mano a mano che osservava quel tale avanzare imperterrito verso di loro. Mephisto senza voltarsi continuava a guardare Lilith cambiare espressione con un ghigno malizioso. “Benvenuto, Amaimon.”.
   
 
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