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Autore: Light_Girl    04/01/2017    1 recensioni
Bianco. Come una matita su un foglio di carta si stava disegnando un paesaggio. Prati, alberi, erba. Era tutto grigio, un paesaggio grigio, come se fosse stato disegnato su un foglio di carta bianco. Allison girò su se stessa e osservò quello strano luogo. Era silenzioso e una brezza d'aria fresca le faceva ondeggiare dolcemente i capelli mossi. Sollevò lo sguardo: un cielo completamente bianco, luminoso come nelle più belle giornate di sole, era sopra di lei. Rimase incantata da quell'atmosfera, così calma e piacevole.
"È bellissimo" pensò. O almeno così credeva prima di percepire una voragine aprirsi sotto di sé, sentendosi trascinare con prepotenza da una forza oscura che le fece gelare il sangue nelle vene al solo contatto.
[...]
Passò un dito sopra la cucitura sul vestito della bambola. Vi era incisa una "E" al contrario, simile al numero tre, "M", "I" e un segno, una specie di simbolo, forse una croce.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clockwork, Jason the Toy Maker, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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-Close Encounter

 

Nero, solo nero. E in mezzo a quel nero dei lievi mormorii. Allison aprì lentamente gli occhi grigio chiaro, riacquisendo pian piano conoscenza. Inizialmente era tutto sfocato, poi riuscì a mettere a fuoco ciò che era intorno a lei. Si mise a sedere. Quattro o cinque figure erano in piedi davanti al divano, su cui Ally era sdraiata e priva di sensi solo qualche attimo prima.

Una bambina dai lunghi capelli castani e occhi verdi la stava osservando attentamente e con aria curiosa. Del sangue fuoriusciva da una ferita sul suo viso e cadeva sulla sua camicia da notte logora e sporca. Stringeva un orsacchiotto tra le braccia. Poco distante da lei un ragazzo se ne stava appoggiato a un muro con le braccia conserte. I capelli color miele erano un po' spettinati e visibili, nonostante il cappuccio blu che indossava fosse tirato fin sopra la testa. Indossava due occhialoni arancioni che non permettevano a Ally di confermare di che colore fossero i suoi occhi; la bocca era coperta da una maschera. Due asce, da cui colava un orrendo liquido rosso, pendevano dalla cintura a cui erano legate. Nel notificare la presenza delle armi, Ally si sentì aggredire dal panico, ma decise di non reagire in alcun modo e mantenere la calma - o almeno provarci - perché sarebbe stato solo peggio, molto peggio. Continuò a osservare, solo osservare. In silenzio, poiché non sapeva cosa dire o come comportarsi in quella circostanza, in una situazione del genere. Perché di situazioni come quella non ne aveva mai viste. Girò lentamente la testa verso la sua sinistra e quello che vide la fece quasi strillare. Un uomo, vestito con uno smoking nero ed elegante, molto alto. Era pallido, o addirittura completamente bianco, e del tutto privo di tratti facciali. Aveva la testa rivolta verso di lei ed era leggermente curvato nella sua direzione. Sembrava che la stesse osservando, se non fosse stato per il fatto che non aveva occhi.

Allison, con un balzo, si ritrovò con la schiena premuta sul bracciolo, appena sul bordo del divano, e portò istintivamente le mani davanti a sé, come a cercare di parare qualsiasi cosa avesse potuto farle del male. La sua reazione, totalmente giustificabile e comprensibile, fece avvicinare ancora di più lo strano essere in smoking. Il mal di testa tornò, molto più forte del precedente, e una strana voce metallica risuonò dolorosamente nella sua testa.

"Piccola mia, mi riconosci? Ti ricordi chi sono, tesoro?"

La ragazza si portò le mani alla testa e si lamentò a bassa voce. Una volta finito quello strazio, cercò di rispondere.

«C... Che cosa dovrei ricordare? Perché mi avete portata qui? E dov'è qui?» domandò, cercando una risposta negli sguardi di tutti i presenti. Notò la presenza di altri due ragazzi. Uno era un po' basso ed era vestito di verde, con un cappellino del medesimo colore. Gli occhi erano neri, mentre le iridi rosse. Da essi gocciolava uno strano liquido scuro e denso. Sembrava quasi che stesse piangendo. Anche se l'espressione tranquilla tradiva quella osservazione. L'altro ragazzo contribuì solamente ad alimentare il suo stato d'ansia e paura spropositato. Indossava una felpa che una volta doveva essere stata bianca, imbrattata di rosso scarlatto, con una tasca centrale da cui sporgeva appena qualcosa, qualcosa che la ragazza non riuscì a vedere. Aveva capelli neri che arrivavano fino alle spalle; era pallidissimo e gli occhi erano di colore molto chiaro, da sembrare quasi di ghiaccio. Osservò poi la sua bocca, che si allargava in un enorme sorriso inciso sulle guance. Ally perse un battito. Tuttavia, nessuno accennò a voler rispondere. Tutti si limitarono a fissare lei e la creatura in smoking, aspettandosi forse qualcosa.

«Dove sono Samantha e... mia madre?» tentò ancora, con voce flebile. Spostò lo sguardo sulla creatura alla sua sinistra, come se la domanda fosse rivolta a lui. Dopo un silenzio che le parve interminabile, quando sembrava che lui stesse per dirle qualcosa, sentì una voce alle sue spalle.

«Saranno già sottoterra, probabilmente.»

Quella frase, seguita da una risatina sottile e inquietante, la fece voltare. Era stato il ragazzo dagli occhi di ghiaccio a parlare. Non fece in tempo a chiedere spiegazioni, nonostante dentro di sé sapesse già la vera realtà. La risata si trasformò presto in un urlo di dolore e il ragazzo si portò le mani alla testa, curvandosi in avanti.

«Basta, ho capito, smettila!» urlò. «Non dirlo, finiscila!»

Allison non capiva nulla al contrario. L'essere in smoking aveva la testa girata verso di lui e una mano tesa in avanti.

«Sta' zitto, dannazione...» si lamentò ancora il moro.

«Per favore, smettila. Qualunque cosa tu stia facendo» intervenne Ally, non sapendo con certezza nemmeno lei perché fosse preoccupata.

Silenzio. L'essere si girò verso di lei e quella voce metallica le parlò ancora, questa volta senza mal di testa.

"Tesoro, hai ragione a essere confusa. Ti sarà spiegato tutto con calma, te lo prometto, ma non oggi. Ti basta sapere i nostri nomi per il momento."

  Ally rimase in silenzio, immobile.

"La piccolina si chiama Sally, sono sicuro che andrete d'accordo insieme; lui è Ben, mentre il ragazzo in fondo è Jeff. E per finire Toby."

Allison prestò attenzione a memorizzare tutti i nomi e associarli al rispettivo proprietario. Sally era la bambina dagli occhi verdi, Ben il ragazzo un po' basso dai capelli biondi, Jeff il ragazzo dagli occhi di ghiaccio e la felpa tinta di rosso, Toby il ragazzo con gli occhialoni e le asce.

"Qualunque cosa accada, non avere paura. Loro non ti faranno mai del male. Ti chiedo di fidarti di me, di noi. Per favore, puoi farlo?"

Dopo vari istanti di silenzio che sembravano durare ore, la ragazza aprì lievemente la bocca e, contro ogni preavviso, pronunciò quella sillaba, quelle due lettere.

«Sì.»

Tutti i presenti si scambiarono degli sguardi tra di loro, confusi, sorpresi, sconcertati, interdetti.

«Io mi fiderò di voi tutti solo se voi sarete sinceri con me. Solo se mi garantite che tutte le persone a cui voglio bene non sono e non verranno coinvolte in questa… faccenda» continuò.

Si susseguirono altri attimi di silenzio, durante i quali Allison non seppe cosa pensare.

“Ti prometto che le persone a cui sei affezionata non sono e non verranno per alcun motivo coinvolte.”

«Sarete sinceri con me? Questa è la verità?»

«Non ti fidi di noi se ci fai tutte queste domande» fece il ragazzo dai capelli color miele, Toby.

«Perché dovrei fidarmi subito di persone che non conosco?» domandò a sua volta Ally.

«Questo non lo so. Dimmelo tu, visto che hai accettato.»

Allison rimase in silenzio per un po'. In effetti qual era il cavolo di motivo che l’aveva spinta ad accettare?

  «Forse il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è fidarsi.»

«Hai un modo curioso di pensare» commentò Jeff, dopo un po'.

«Come... Come posso chiamarti?» chiese la ragazza rivolta all’essere in smoking.

“Mi sono stati dati numerosi nomi. Slenderman è il più recente.”

 

 

°*°*°

 

{Angolino dell'Autrice}

Buonsalve di nuovo, genteh. 

Eccomi con il secondo capitolo! Dai, sono stata puntuale. U_U

E... sì, "Incontro Ravvicinato" è proprio un titolo azzeccato devo dire. Yesh.

Comunque, ho una domanda per voi: dovrei usare il grassetto per i discorsi diretti di Slenderman? O è meglio che non usi nulla? Non posso usare il corsivo perchè ci sarebbe confusione tra Slender e i pensieri di Allison. Appunto, Slenderman non parla a voce, ma parla "nella testa" dei personaggi. Quindi... consigliatemi voi cosa fare, please. T^T

Ehm... Io penso di andare ora.

Se volete - vi prego T^T - lasciatemi una recensioncina, in questo modo fate sentire apprezzata un'autrice piccolina

...

Okay, dopo questa posso andare a buttarmi dalla finestra tanto sono a piano terra.

Passo e chiudo gentah.


Light_Girl

 

 

 


   
 
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