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Autore: Lilith Rose    09/01/2017    1 recensioni
"Guarda dentro di te, cosa vedi?"
Solitudine, dolore, morte sono gli unici sentimenti che respiri sul campo di battaglia.
Cosa succederebbe se fossi considerata l'ultima e l'unica salvezza di un regno che ha vissuto e combattuto fin troppe guerre?
Sei a terra, debole e con la voglia di abbandonare tutto e tutti, persino gli stessi ideali che ti hanno portato a diventare ciò che sei. Allora, ti alzi, barcollante, la vista annebbiata, forse perchè sta arrivando veramente la fine o, forse, perchè l'aria è ormai satura da fumi di distruzione. Lo guardi: l'ultima bestia elementale è lì, pronta a modificare le sorti della battaglia, a sconvolgere i piani che avevi fatto per salvare il tuo popolo.
"La tua anima è una luce che si dissolve?"
Improvvisamente, lo senti e l'unica cosa che puoi fare è urlare.
È come se un vulcano fosse esploso dentro di te, senti il fuoco scorrere nelle tue vene e non puoi fare altro se non dedicarti al combattimento. Ma, la bestia è più forte o, per lo meno, lo sembra. Inizi a correre, non c'è niente da fare, i tuoi incantesimi sono inutili contro di lui.
"Cerca più profondamente, ora. Che cosa vedi?" [...]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezreal, Garen, Lux
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incandesce

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How I became a Master of the Elements









Neve.

Ho sempre amato la freddezza del paesaggio innevato di Demacia; tutto è immobile, silenzioso, le strade sono quasi deserte, popolate solo da soldati che devono esercitare il loro turno di guardia.

Mi sento quasi in colpa a stare qui, ad osservare come un fantasma tutto ciò, seduta su una comoda sedia di legno di ciliegio, con un tomo polveroso e una cioccolata calda fumante, poggiata sulla scrivania.

Dietro di me ci sono altri studenti, pronti a tutto pur di ottenere quel titolo tanto agognato: Maestro Supremo degli Elementi.

Il fuoco del camino continua a scoppiettare, vedo che fuori sta ricominciando a nevicare.

Nonostante ci sia un bel calduccio dentro la Sala Studio dell'Accademia, vengo scossa da un brivido di freddo: basta così, hai oziato a sufficienza.

È ora di far vedere a tutti chi sei, Luxanna Crownguard.


***


1


Be afraid of the dark.



Il buio è ciò di cui gli esseri umani hanno paura di più.

Il motivo è semplice: nell'oscurità si sentono “nudi”, emergono le paure più recondite, ogni minimo suono o rumore viene visto come un campanello d'allarme che urla “Attento, il pericolo è vicino”.

Se le ombre possono mettere paura agli adulti, figuriamoci ad una bambina nella sua cameretta.

Era ciò che succedeva ogni notte a Luxanna Crownguard, la piccola e dimenticata figlia del comandante delle truppe Demaciane, che tentava invano di prender sonno nella sua immensa cameretta di un altrettanto vasto edificio, costruito nello stile archittettonico di Demacia, con mura di pietra bianca.

Era appena una bambina di sette anni, con la faccia curiosa, incorniciata da lunghi capelli lisci e biondi. Chi la vedeva, era sempre pronta a giurare che fosse Lady Elisabeth, la moglie di Lord Dominick, padre di Lux, assassinata durante una delle tante guerriglie tra Demacia e Noxus.

Avrebbe tanto desiderato riabbracciare sua madre, sentire l'odore che emanava, ascoltarla canticchiare mentre preparava deliziosi manicaretti per lei e suo fratello Garen. Le sarebbe bastato anche solo vederla sorridere, una luce splendente in quel buio asfissiante, che la circondava ogni sera.

I primi tempi in cui questa sua “fobia” si era presentata, Lord Dominick e Garen, così come la servitù, pensavano fosse una reazione scaturita dalla morte della madre. Tuttavia, passarono due anni e Luxanna non accennava a migliorare, pertanto il padre aveva deciso di ignorarla e sgridarla eventualmente se l'avesse sorpresa a piagnucolare o chiedere conforto a chiunque abitasse l'edificio.

Tutto ciò che poteva fare, in quelli istanti prima di cadere tra le braccia di Morfeo, era tremare in balia dell'oscurità, ascoltando il battito sempre più accelerato ogni volta che sentiva un minimo rumore, un semplice scricchiolìo dell'armadio di legno o di qualsiasi altro mobile che arredava la camera.

Anche quella notte si presentava l'ennesima scenetta.

Luxanna raggomitolata sul suo letto, con le coperte tirate fino sopra il naso e gli occhi azzurro cielo sbarrati, alla ricerca di qualcosa d'ignoto pronto sicuramente ad attaccarla o a farle del male. Chi glielo assicurava che fosse salva in quella casa, dopo ciò che era successo a sua madre?

Chiuse gli occhi e si concentrò su qualcosa che potessa farla stare bene. Tutto ciò che vide spiccare nell'oscurità della sua mente era un'enorme palla di fuoco: il Sole.

Continuare a guardarlo era come provare ad accecarsi da sola, eppure la luce che emanava la tranquillizzava e la rendeva coraggiosa, perciò aprì gli occhi e rimase sbalordita quando si vide circondata da uno strano “scudo” magico, che mandava bagliori luminescenti per tutta la stanza, illuminando quel poco che bastava a non farla spaventare.

Avrebbe dovuto dare di matto alla vista di ciò che era in grado di creare, tuttavia, forse per la prima volta dopo molti anni, era sprofondata in poco tempo in un sonno pieno.

Luxanna era diventata molto più tranquilla adesso, quasi a palazzo Crownguard nessuno riusciva a riconoscerla: era una persona diversa, parlava con i suoi coetanei, giocava con loro, mangiava di buon grado e non aveva più quell'aria malinconica che la affliggeva ogni ora della sua ancora breve esistenza.

Tutto ciò era, senza dubbio, dovuto a qualcosa che la bambina aveva ideato affinchè riuscisse a superare questa sua paura, Lord Dominick ne era sicuro. Perciò, con la convinzione che un Crownguard degno cittadino e servitore di Demacia non avrebbe avuto bisogno di tali escamotage, decise di mettere una guardia davanti la porta della fanciulla, in modo da scoprire cosa combinasse. Il Lord non poteva mai immaginarsi che sua figlia fosse in grado di usare la magia, pensava più a qualche vile stratagemma in cui fosse immischiato qualcuno dei suoi nuovi amichetti o, addirittura, qualche bambinaia dal cuore fin troppo tenero.

Quella notte, Luxanna Crownguard conscia di ciò che l'attendeva, tremava come una foglia dalla testa fino ai piedi. Dopo cena, prima di ritirarsi nella sua camera, aveva implorato il fratello di mandare via la guardia, perchè sicuramente non avrebbe chiuso occhio a causa della sua presenza. Ma Garen l'aveva liquidata con un tenero abbraccio e dicendole: - Sta' tranquilla, la guardia è lì apposta per proteggerti, non ti farà del male! -

- Fratello, per l'ultima volta, non ho bisogno di ulteriori distrazioni prima di dormire - aveva risposto, con la voce leggermente incrinata.

Garen si era limitata a guardarla, assumendo lo sguardo tipico di chi non ammetteva altre “scusanti”, lo stesso sguardo greve che caratterizzava anche il Lord suo padre e che aveva imparato a conoscere ed odiare allo stesso tempo: - Sorella mia, non ho tempo di pensare alle tue infantili sciocchezze! Nostro padre ha detto che vuole essere sicuro che tu dorma sul serio senza imbrogli o stupidi trucchetti da mocciosa quale sei -.

Luxanna sospirò, abbassò lo sguardo e girò i tacchi. Garen si sentì il cuore andare in frantumi, alla vista di sua sorella in quello stato, ma ormai era quasi comandante delle truppe di Demacia. Era l'orgoglio di suo padre e di tutti i Crownguard, non doveva e non poteva assolutamente fallire e quindi farsi distrarre da simili idiozie. Senza ulteriori indugi, si spogliò della sua armatura, spense la candela che illuminava flebilmente la sua camera e si mise sotto le coperte.



   
 
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