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Autore: Milady    14/01/2017    1 recensioni
In un futuro alternativo, Harry ed i suoi amici finita la scuola, credono di poter vivere tranquillamente, ma vengono, loro malgrado, coinvolti in un crudele conflitto scatenato da Voldemort e i suoi più fidati seguaci. Solo per mezzo di una delicata missione, che vedrà coinvolti i Malfoy, si potrà arrivare al malefico Mago, riportare la pace e... Vendicare torti e dolori ingiustamente subiti... Ma ci riusciranno i nostri eroi?
Chiarimento doveroso: pubblicai questa storia anni fa, con altro nome (Angie). Poi non si come nn riuscii più ad accedere all'account. Nessun plagio pertanto. Sono sempre io l'autrice. Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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I Segreti di Malfoy Manor

Racconto a puntate di Mil@dy.

 

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5. Notti  insonni  &  giorni difficili.

Oh…… essere giovani…

E sentire il morso pungente  dell’amore...

 

 

I due ragazzi erano languidamente distesi sul piccolo giaciglio che assomigliava, ormai,  assai poco ad un letto. Sembrava piuttosto un campo di battaglia dove fosse stata appena conclusa un'estenuante lotta corpo a corpo...

Le coperte giacevano disordinatamente da un lato ed il cuscino era volato infondo a letto, incastrato nei complicati arabeschi disegnati dall'elegante pediera in ferro battuto.

Ma, del resto,  era un letto singolo quello e non ci si doveva certo stare in due… Cosa che comunque assai a poco importava ai due in questione…  Nella piccola stanza risuonavano solamente i loro respiri affannati ed il rumore sommesso dei lievi baci che il ragazzo poneva con infinita dolcezza sulle gote arrossate di lei.

- Oh.. Ron, non dovevi venire qui, stasera! Pensa che cosa succederebbe, se Piton ci sorprendesse!

Il rosso tralasciò a malincuore di baciare il collo slanciato e morbido e la fissò inarcando un sopracciglio.

- Beh, se ci vedesse così, credo proprio gli verrebbe una sincope!

La ragazza  ridacchiò, sfiorando ancora una volta le labbra calde e sensuali del suo amante. -Dai, non sto scherzando!

- E io neppure! Il vecchio pipistrello ci rimarrebbe secco, te lo dico io! Beh, a pensarci bene non è che piangerei per lui!

Hermione si sollevò su un gomito, assestandosi con l'altra mano i lunghi capelli, arricciati e ribelli.

- Oh, non ti sopporto quando parli così! Piton è davvero cambiato e non è più l'uomo lugubre e disgustoso che abbiamo conosciuto ad Hogwarts.

- Uhmm... Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, mia cara!

Anche attraverso il buio che li circondava, a Ron parve di vedere la faccia stupita e lo sguardo corrucciato di Hermione.

- Ma da quando in qua,  conosci così bene i "detti" Babbani, Ron?

- Da sempre... Non ricordi quanto mio padre amasse le stranezze e le particolarità del mondo Babbano? - Sussurrò lui, con una nota di rimpianto nella voce. -  E poi in fin dei conti io sono innamorato da una ragazza che proviene da quel mondo... e so molto di più di quanto tu possa immaginare.

Hermione gli s’accucciò di nuovo accanto, lasciandosi coccolare dal suo abbraccio caldo. - Quanto innamorato? - Chiese con un fil di voce.

- Da morire... -  Ancora si cercarono con le labbra, mai sazi di baci e carezze.  Ma fu la ragazza, come sempre,  ad interrompere per prima l’intimo contatto.

- Oh... Basta Ron... fuori di qui! E' tardissimo e domani  dovremo mettere a punto le ultime cose e sistemarci per il viaggio. So  bene quanto poco ti piaccia viaggiare con gli aerei babbani!

Ron scattò a sedere sul letto, cercando fra le coperte i suoi indumenti intimi.

- Santo cielo Hermione, prima sei la ragazza più dolce del mondo,  poi mi sbatti in faccia quello  che ci attende. Mi viene già l'agitazione al pensiero!

Hermione scese dall'altra parte, afferrando distrattamente la giacca di seta del suo pigiama, non accorgendosi assolutamente dello sguardo d’ardente desiderio che gli aveva rivolto il suo compagno nell’osservarle il fondoschiena.

- Che cosa esattamente ti agita, Ron... la nostra missione o...

Fece il giro del letto, fermandosi dinanzi al ragazzo che si sta assestando pigramente sul letto, rigirandosi  fra le mani la canotta candida da indossare.

- Mi capisci al volo, eh? - La rimbeccò Ron.

- Senti,  se pensi a Ginny… è cresciuta! Sì,   c-r-e-s-c-i-u-t-a, proprio come ci ha urlato in faccia stasera, giù in cucina! – Sbottò all’improvviso Hermione.  Ron la fissò con durezza e i suoi occhi scintillarono di rabbia pura;  anche nell'oscurità della stanza la giovane se ne avvide.

- Sì, questo lo so...lo so bene, Hermy! Ma pensarla nel maniero di quel porco…  magari sottomessa alle sue schifose attenzioni...  Io...io... divento matto!

Con un gesto secco della mano,  Hermione gli impose il silenzio.

- Smettila Ron! E’ una guerra quella che ci accingiamo a combattere, ed ognuno deve fare la sua parte! Ginny sa badare benissimo a se stessa. E' scaltra, intelligente,  sveglia  ed io credo che abbia più buon senso di te e me  messi assieme!

Il lieve bagliore candido, dell'ironico sorriso di Ron, la spiazzò completamente. Hermione si aspettava da lui tutt'altra reazione.

- No, questo non è possibile, mia cara! Non esiste al mondo, Magico o  Babbano, una ragazza più ligia alle regole, di te!

- Ron Weasley, smettila! – Strepitò falsamente indignata Hermione, puntando sul suo petto l’indice della mano, sottile e curata. -  Credi che quel che abbiamo appena fatto, proprio su questo letto stasera, con il costante pericolo di essere sorpresi, sia una dimostrazione di buon senso?

- No! - Esclamo candidamente il ragazzo,  afferrandola di scatto  per la vita e trascinandola sopra di lui,  sul letto. - Infatti...mi chiedo ancora perché lo hai fatto...- Sussurrò fra le sue labbra morbide.

Lei gli tuffò le mani nei capelli folti,  premendo tutta se stessa contro il  suo petto e rispondendo con un mormorio sulle sue labbra esigenti.  - L'ho fatto, perché penso che sia l'unica cosa sensata da fare... -

Ron le passò le mani, impazienti e nervose,  sulla schiena liscia e perfetta, cercando con insistenza di sfilargli la giacca del pigiama che lei aveva, inopportunamente,  indossato.

- No, dai Ron... sennò ricominciamo! - Bofonchiò Hermione fra un bacio e l'altro.

- E perché… ti dispiacerebbe tanto? - Rilanciò lui, con la voce resa roca dall'emozione che si era già prepotentemente impossessata di lui.

- No...ma è tardi... Ho lasciato Ginny in camera da sola. Povera magari aveva bisogno di parlare... un poco.

Non riuscì a finire la frase, perché Ron l’aveva finalmente liberata dall’indumento di seta ed  aveva preso a baciarle l'incavo caldo e vellutato del collo, scendendo lentamente ma inesorabilmente verso il seno,  piccolo e sodo. Continuando ad ogni modo a baciarla con un movimento secco e preciso la fece ruotare posizionandola  sotto di se.  Hermione chiuse gli occhi, concentrandosi sul piacere esplosivo che solo quelle labbra sapevano donarle. E sentì a malapena le poche parole che Ron aveva biascicato con chiaro tono ironico. - Ma come ?...  Hai appena detto che Ginny è grande, sa badare a se stessa... lasciala nel suo letto a dormire,  noi abbiamo altro da fare...

La ragazza  non trovò nulla da replicare in quell’occasione…

Tutto il resto poteva aspettare.

La missione...

Piton...

Persino Ginny...

 

*****

 

 

Lei era immobile al centro del grande letto,  con le gambe raccolte al petto e le mani che cingevano le ginocchia sottili in una posa dolce e  melliflua al tempo stesso. Aveva il viso piegato di lato ed i capelli, lunghi e ribelli che disegnavano strani contorni rossicci alla sua figura,  in contrasto con la vivida luce lunare che filtrava dalla finestra spalancata.

Capricciose e impalpabili nuvole passavano velocemente su quell'unica fonte luminosa, creando una strana intermittenza di chiarore ed oscurità... di luci e di ombre...

Luci ed ombre... come le sensazioni che si rincorrevano nell’animo del ragazzo… appena materializzatosi nella stanza.

Sapeva di non doverlo fare.

Sapeva di sfidare ben più che il destino, nel recarsi lì... Ma non poteva, al tempo stesso, sottrarsi a quel destino…

Non poteva controllare quell'istinto primordiale e dominante che gli pulsava nella mente, dal momento che l'aveva vista alla riunione.

E dall'attimo che aveva scoperto che cosa...lei era diventata.

Guardò ancora una volta verso la sagoma immobile e scura della ragazza,  e sentì improvvisamente la gola secca e la pressione a mille.

Nel constatare l'atteggiamento calmo e sereno di lei,  comprese che non gli aveva fatto "una sorpresa".  Che lei, di gran lunga più fredda e perspicace,  sapeva da tempo ciò che lui aveva in mente di fare,  quella stessa sera.

- Harry... perché sei qui? Lo sai che non dovresti smaterializzarti entro queste mura. Piton potrebbe rintracciarti più facilmente. - Sussurrò con un fil di voce, apparentemente per nulla turbata dall'incombente pericolo che entrambe correvano in quel momento.

- Ginny, non potevo restare in quella stanza... a pensare a te! A pensare a quel che ho appena scoperto di...te.

Spezzando ogni indugio si accostò al letto, sedendo sul bordo con fare lento e studiato... quasi temesse di rovinare od infrangere un sottile incantesimo.  La ragazza non si mosse di un millimetro, non sollevò nemmeno la testa, parlò semplicemente con l'identico tono, calmo e gentile di poco prima.

- Perché ti turba tanto...Harry? Cosa c'è che non va?

Il giovane la fissò, sforzandosi di mantenere una parvenza di calma.  - Come …cosa non va?  La tua missione, non va!  Il fatto che tu sia un agente effettivo da oltre sei mesi ed io lo abbia saputo solo adesso, ed in quella maniera…orribile!

Ginny si mosse, finalmente.   Allungò le gambe, lisce e perfette stendendole sul lenzuolo candido in modo lento e sensuale.

Ma tutti i gesti che  faceva,  apparivano ad Harry come intrisi di erotismo puro...  Ginny era troppo bella, troppo irresistibile dietro quella sua apparente e disarmante purezza ed ingenuità.

- Ascolta  Harry,  io…- Iniziò titubante.

Ma non riuscì a terminare la frase perché il ragazzo l’afferrò, strattonandola per un braccio con la rudezza dettata dal desiderio impellente, dall’urgenza di sentire quelle labbra sensuali sulle sue…

Con foga se ne impossessò, attirandola con l’altra mano verso il suo petto.  Il profumo intenso ed inconfondibile dei suoi capelli lo raggiunse, trasmettendogli un brivido delizioso. E la dolce arrendevolezza di lei,  lo indusse a spingersi oltre.

Lentamente, molto lentamente la fece adagiare sui cuscini soffici,  schiacciandola con delicatezza contro la morbida consistenza del materasso.

- Ginny, ti ho mai detto quanto ti amo? – Sussurrò fra le sue labbra ardenti di desiderio.

- Non me lo ricordo… dimmelo ancora… - Replicò la ragazza  con voce sognante, infilando la mano nei suoi capelli folti e spettinati in maniera possessiva ed esigente.

- Ti amo, Ginny…- Sussurrò allora lui,  con  la voce rotta dall’emozione mentre slacciava lentamente, ma inesorabilmente,  i bottoni dorati della castigata camicia da notte.

Ginny chiuse gli occhi abbandonandosi alle sensazioni che le mani leggere e delicate di Harry sapevano donarle.

 Ma lei era cambiata

Era vero,  Harry era ancora il suo amore.

Probabilmente l’amore della vita,  il primo… quello  di cui non si sarebbe  mai dimenticata…

Ma lei era cambiata…

La guerra latente,  il modo orribile in cui aveva perso suo padre… due dei suoi fratelli…  Il modo in cui la sua   famiglia era stata distrutta per sempre, come la sua vita del resto…  Tutto aveva contribuito ad indurirle il cuore.  A farla, in un certo senso, limitare nel donarsi e nel donare amore… Malgrado questo… a tutti doveva, comunque, apparire normale,  la solita Ginny Weasley…  ingenua ed innocente.  Spontanea e semplice.   Era come portare una maledetta  “maschera” ogni santo giorno della propria esistenza.

Ma lei era cambiata…

Un tempo, solo pochi anni prima, sarebbe rimasta senza parole, sarebbe rimasta muta e stupida, soverchiata e sottomessa di fronte al desiderio pressante che percepiva in Harry. Ed invece, in quel frangente, seppur pervasa dal piacere che il ragazzo le stava procurando,  baciandole con studiata lentezza il collo morbido per scendere poi sui seni turgidi e sodi,  lei riuscì a formulare le parole che aveva in mente…

- Allora se mi ami… devi lasciarmi andare, Harry…

Lui si alzò di scatto, fissandola con quello sguardo espressivo e meraviglioso. Due schegge di smeraldo che la  scrutavano stupito ed addolorato.   - E’ proprio perché ti amo, Ginny, che non voglio!  N-o-n    v-o-g-l-i-o     che  accetti quella missione!

Sebbene schiacciata sotto il suo peso, Ginny tentò di sollevarsi sui gomiti ma lui glielo impedì.  Più infuriata che mai, lei passò al contrattacco.- Piantala di gridare  Harry, o sveglieremo persino i  tizi rimbambiti dentro i ritratti giù da basso!

- Ho effettuato un incantesimo di inibizione dei suoni. Urla pure mia cara, non ci sentirà neppure Piton!

I due ragazzi si guardarono in cagnesco per qualche attimo.  Harry era sul punto di cedere e rabbonirsi  mentre  sul volto di Ginny  aleggiava ancora un piglio ribelle.

- Non puoi comandarmi a tuo piacimento, Harry!  Non sono un tuo oggetto personale! Sono una persona anch’io!

- Questo lo so bene, Ginny! Ma sei la mia donna… e io non sopporto l’idea di saperti nella casa di quel mostro abominevole di Lucius Malfoy,  il male fatto persona…

Ginny chiuse gli occhi, come a chiamare a se tutta la sua pazienza e replicò con un tono più accomodante.

- Ho capito, ho capito! Pensi che  anch’io sia felice ogni volta che sparisci per una missione segreta, senza sapere se e quanto tornerai da me?

Harry alzò una mano ad accarezzarle delicatamente il viso. – Ma questa è una cosa diversa,  amore… Io… io…

- No, è diversa solo nella tua mente! Oh… Harry… -  Sospirò abbandonandosi infine alla dolcezza. -   Non devi temere,  io non sono una sprovveduta. Niente ci ha diviso prima, niente potrà dividerci adesso che ci amiamo… Tu farai sempre parte della mia vita...  

Con un piccolo movimento del viso, riuscì a posare un bacio lieve sulle labbra del ragazzo.  Dapprima lui parve scontroso e restio a ricambiarlo, ma poi… non gli fu possibile opporsi alla sublime tentazione rappresentata dalla giovane donna fra le sue braccia.

Non se ne era ancora accorto… ma Ginny stava lentamente slacciando la sua camicia e  con la punta delicata e sottile delle dita aveva preso a disegnare cerchi concentrici sul suo petto… scendendo  inesorabilmente verso il ventre piatto e muscoloso. Con un gemito basso e disperato, Harry la spinse di nuovo giù schiacciandola con foga sul letto mentre con le mani, tremanti per l’impazienza, cercava il sottile bordo di pizzo delle sue mutandine.

-Oh… Ginny tu mi farai morire…

Ginny sorrise sorniona sulle sue labbra, badando bene a non interrompere quel contatto vitale e dolcissimo...  Lo voleva disperatamente anche lei, adesso.

Ma lo stesso … era cambiata.

Lei era cambiata…

***

 

La piccola cucina di Red Roses Street era stranamente silenziosa quella mattina, sebbene il vetusto tavolo fosse occupato in ogni ordine di posti.

Hermione, ostinatamente  china sulla quotidiana copia della "gazzetta del Profeta",  non pareva intenzionata a dar retta a nessuno.

Sembrava stanca e contrariata.

Ron l'affiancava, pensieroso e distratto, sorseggiando una grossa tazza di caffè caldo e fumante. Aveva il viso segnato dalla stanchezza e scure occhiaie a sottolineargli i  magnifici occhi blu.

Ginny li scrutò entrambe di sottecchi, deducendone da quei pochi dettagli che i due non avevano dormito molto quella notte...

Beh, del resto anche lei... si era comportata alla stessa maniera,  ma aveva un vantaggio rispetto a loro. Il suo viso, pallido e delicato sembrava fresco come una rosa. Come se avesse dormito perfettamente per otto ore filate.  Era un'altra insolita dote che aveva scoperto di possedere.  Poteva passare pure tutta la notte in bianco ma sul suo volto non se ne vedeva segno... E non aveva bisogno della magia per ottenere quell'effetto! Sorridendo sorniona a quel pensiero, spostò la sua attenzione altrove, e gli occhi le caddero sulla figura di Neville.

I capelli folti e scuri  del ragazzo erano pettinati alla perfezione ed il suo sguardo attento, posato sul plico delle istruzioni consegnato la sera precedente da Piton. Il giovane  percepì all'istante l'occhiata di Ginny ed alzò il viso dai fogli,  incontrando i suoi occhi.  Ginny arrossì, sfuggendo al suo sguardo...e d'improvviso si sentì colpevole, sebbene  avesse  guardato Neville con la stessa espressione  con cui avrebbe guardato un amico o suo fratello.  Era ovviamente a conoscenza dei sentimenti di Neville… e malgrado lo avesse dissuaso parecchie volte, il ragazzo continuava con grazia e delicatezza a corteggiarla come un romantico d'altri tempi.

- Tutto bene, Ginny? - Sussurrò prontamente, allungando una mano verso quella di lei.

Ginny fece un lieve cenno del capo, sorridendo e lasciò che Neville gliela stringesse, fra le sue dita, calde e delicate.  Neville le ispirava un'infinita tenerezza.   Un sentimento dolcissimo che le spezzava il cuore, portandola sempre alla soglia delle lacrime...

- Sai, sono felice che tu faccia parte della squadra,  ormai... - Bisbigliò il giovane con gli occhi che brillavano di puro piacere.

- Io invece per niente! Anzi se devo dirla tutta, sono incazzato nero! - Dichiarò Ron, intromettendosi nel discorso, con il solito tatto d'elefante.

- Ron,  piantala!  - Sibilò Hermione, sorprendendo un po' tutti, in quanto totalmente impegnata nella lettura, fino ad un attimo prima.

- Ehi, dico, ma non stavi leggendo? - Sbottò il giovane, perplesso.

- Certo, ma le orecchie per sentire le ho ancora!

- Cielo, mi sembri quella Strega rintronata che possedeva la sfiga di sentire ogni piccolo suono e rumore, anche quello che avveniva a parecchi chilometri da casa sua!

La brunetta posò il giornale su tavolo nervosamente, guardandolo in cagnesco.

- Ronald Weasley… se con questo  intendi  dire che io…

- Beh, che succede qui? Litighiamo di prima mattina? -  Allegra e distratta, con il suo solito passo pesante,  Tonks entrò nella stanza facendoli  sobbalzare.

Hermione, con tatto e destrezza, raccolse le sue carte dal tavolo, riponendole con attenzione dentro un'elegante borsa di cuoio.

Non altrettanto veloce fu Neville e... Tonks, come al solito maldestra, nella foga di raggiungere Ginny, inciampò sulla gamba di una sedia piombando addosso a Mundungus che se ne stava in disparte a bere il suo thè.  La tazza  volò dalla mano del mago e cadde  come una bomba sulla tavola, macchiando la camicetta di Ginny, il pantalone di Neville... e tutte le istruzioni di Piton che il ragazzo  aveva lasciato inavvertitamente alla portata della sua goffaggine... 

- Oh... beh, ecco, scusate...Io, non mi sono accorta! Scusate.

Prese a biascicare,  mentre Mundungus s'allontanava sibilando parole indicibili e Neville scattava in piedi con la bacchetta fra le mani con l'intento di sistemare tutto.  Nella cucina piombò il caos più totale. Ron e Hermione litigavano per i fatti loro, Neville era impicciato da Tonks e non riusciva ad effettuare l'incantesimo di reparo.

Ginny s'alzò, immagonita e triste, con la chiara intenzione di filarsela da quel casino, ma una mano salda si strinse sul suo braccio impedendole la fuga.

- Dove vai? Volevo parlarti...

Confusa ed irritata si ritrovò a scrutare gli occhi di giada di Harry, fermamente fissati nei suoi.

- Harry! Io...bhe, devo andare... ma sarei venuta da te, non appena...

- Non mentire. Sei famosa per scappare via senza salutare.

- No...no… ma che dici? - Balbettò la ragazza, tentando disperatamente di marcare con enfasi le sue parole.

Ma Harry la conosceva maledettamente bene. Sapeva che lei non aveva nessuna intenzione di passare a salutarlo, dopo che... dopo che Tonks avesse perpetrato l'incantesimo di mutamento su di lei.

- Andiamo via di qui, intanto. Questo caos infernale non ci aiuta di certo. - Esclamò il ragazzo, nervosamente.  Con fermezza la strattonò verso la porta, ignorando volutamente i richiami di Tonks al loro indirizzo.

- Ginny, ehi Ginny! Dove vai, devi venire con me! Dobbiamo fare l'incantesimo! - Urlava fra il vociare furioso di tutti gli altri,  la maga.

Ginny alzò gli occhi al cielo, sforzandosi disperatamente di non volgere lo sguardo verso di lei. Voleva far finta di non averla udita.

Voleva scappare da lì, da sola.

Sì, da sola, anche senza Harry...

Voleva scappare e basta!

Gli era venuta addosso… la classica fifa dell'ultimo momento...  Era la sua prima azione, il suo primo incarico... e la paura, poteva essere giustificata, del resto.

Ma era pur sempre... paura!

Fissò la schiena di Harry davanti a lei,   l'aria irritata e nervosa che trapelava da ogni suo movimento, mentre spalancava la porta  contrariato e nervoso… e poi...   Davanti a loro si stagliò la figura alta e allampanata di Piton... che si stava accingendo ad entrare nella stanza!

Fortunatamente la porta si apriva verso l’interno, altrimenti Harry gliela avrebbe sbattuta con violenza sulla faccia.  Piton s'immobilizzò, irritato e cupo in volto, e prese a squadrarli come fossero saltati fuori da una crepa nel pavimento...

- Dove diavolo state andando voi due? E che sta succedendo li dentro? Sembra che tutti i goblin d'Inghilterra abbiamo indetto una rivolta!

Ginny borbottò sommessamente mentre alzava gli occhi al cielo e  cercava disperatamente di liberarsi dalla stretta di Harry, ma il ragazzo, se possibile, la rafforzò, schiacciandole quasi le dita fra le sue.

- Oh...beh... professor Piton! Non...non ho ben capito che cosa sia successo, ma dev'essere stato quando è entrata Tonks... -   Ginny continuava a far scena muta, quasi avesse perso la parola.

Il mago scosse la testa lentamente in un chiaro gesto di scoramento ma si riprese in fretta, puntando il suo sguardo magnetico proprio su Ginny.  - Signorina Weasley, non ha ancora completato i suoi cambiamenti, vedo! Nel mio ufficio,  subito!  -    Tuonò il mago.

- In quanto a lei, Potter, credo che debba andare a preparare le sue cose... L’aereo babbano su cui dovrà imbarcarsi parte nel primo pomeriggio, se l'è dimenticato, forse?

- No... No di certo, signore. Ero venuto a parlare con Paciock...e...

Piton non sembrò prestargli molta attenzione, mentre il suo sguardo glaciale scorreva veloce sulla presa ferrea che Harry stava effettuando sulla mano di Ginny.  Se mai la cosa lo urtò, evitò comunque di commentarla e sempre con aria distaccata e formale, li superò, introducendosi nella stanza, dove il caos regnava ancora sovrano.

Harry e Ginny, rimasero impalati sulla soglia, come due ragazzini sprovveduti. Poi Harry riuscì a muoversi, tenendola sempre caparbiamente per mano, fece alcuni passi all'esterno della stanza.   Si ritrovarono fuori, nel corridoio, lungo e avvolto nella semi-oscurità,   popolato ovviamente da strani quadri appesi alle pareti , tutti naturalmente "magici".  I vari maghi ultracentenari dipinti sulle tele sembravano ancora sprofondati in un sonno tranquillo,  ma c'era da giurarci, finanche l'ultimo, posizionato in fondo alla scala a chiocciola avrebbe sentito quello che i due si sarebbero detti. 

Ginny socchiuse leggermente la porta dietro di se e fissò il volto del ragazzo amato...  - Harry io... Io ti avrei salutato dopo... O almeno ci avrei provato, te lo giuro!

- Non giurare, Ginny! Ti conosco fin troppo bene! Dobbiamo salutarci, qui...allora!

Ginny fece un impercettibile cenno con il capo, mentre sentiva le lacrime pungerle dolorosamente le palpebre.  Ma non avrebbe pianto.

No! Non  lì, non in quel momento!

Prese coraggio e quando parlò, la sua voce era ferma e sicura.  - In bocca al lupo, Harry... E' una frase di buon augurio Babbana, giusto?

- La conosco, Ginny. E tu sta attenta, con quei tipi non si scherza!

Ginny si sforzò di sorridere, mentre il groppo che le chiudeva la gola si faceva sempre più soffocante.  - Va bene... - Riuscì a biascicare. - Dopo circa due settimane dall'infiltrazione, dovrò incontrarmi segretamente con qualcuno dell'Ordine... Farò in modo che tu riesca ad avere mie notizie. -

Ma Harry non la stava più ascoltando, probabilmente.  Aveva preso, lentamente, ma inesorabilmente ad avvicinarsi al suo volto. Le labbra piene e morbide, leggermente socchiuse... Lo sguardo puro ed adamantino fisso nei suoi occhi...  Ginny non poté più trattenersi e gli andò incontro, gettando un braccio sulle sue spalle ampie.

Il contatto delle labbra, morbide e calde del ragazzo, le fecero provare un brivido pazzesco.

Perché il mondo doveva essere così maledettamente complicato?  Perché era dovuta insorgere quella sporca guerra... a rovinare tutto...

Niente era più come un tempo... niente più sarebbe stato uguale, nemmeno il suo amore... per Harry.

Chissà, forse non lo avrebbe rivisto più...  Una lacrima calda le sfuggì dalle palpebre socchiuse e scivolando sulla sua guancia,  morì fra le sue labbra... La porta si spalancò con un cigolare sordo ed improvviso. Ginny si sottrasse di colpo al bacio e all'abbraccio di Harry, ma volgendo lo sguardo sulla soglia incontrò l'espressione cupa e turbata  di suo fratello Ron, che s'era bloccato di colpo nell'assistere alla scena.  Senza dire una parola, si precipitò con passo marziale verso la scala a chiocciola, in fondo al corridoio.  Sperava che nessuno avesse intenzione di seguirla e consolarla...

Sulle labbra contratte e tirare... era rimasto solo il sapore amaro e  salato, delle sue lacrime disperate.

 

Fine Capitolo

   
 
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