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Autore: LanceTheWolf    15/01/2017    0 recensioni
Korra è tornata a combattere sul fronte del Regno della Terra, con lei alcuni dei compagni di sempre. Una figura sconosciuta è stata in grado di mettere sotto il suo controllo alcuni dei vecchi nemici del passato e questo comporta la necessità di schierare in battaglia vecchi e nuovi amici. A Città della Repubblica continuano le selezioni per i nuovi Furetti di Fuoco.
Genere: Azione, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Iroh, Korra, Lin Beifong, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar: Storia dell’erede perduto'
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Cap. XXXIV: Prigionieri
 


Il Fronte di Ribellione era venuto a conoscenza dell’arrivo della loro armata nel territorio di Yin e… aveva attaccato.
Ma come erano riusciti a saperlo? Si domandava Bolin.
Qualcuno nelle loro file, forse?
No, era impensabile, conosceva ognuno dei suoi uomini, si fidava di ognuno di loro, e allora?
Fatto stava però che era ridotto male e lo stesso valeva per molti dei loro.
L’intervento dei Soldati del Nord, come avevano preventivato, era riuscito a interrompere il modus operandi del nemico. Gli uomini di Desna bloccando la loro fuga li avevano costretti a entrare per la prima volta in un vero e proprio scontro diretto. Non più toccata e fuga.
Era stato grandioso!
Per una volta avevano avuto la meglio, ma non si aspettavano quell’attacco e questo fatto rimaneva. Chi diavolo poteva essere tanto folle da attaccare l’esercito dell’Avatar proprio nel momento di massima densità?
Assurdo. Era un comportamento assurdo non fosse…
-Forse qualcuno dei ragazzi ha parlato della cosa al di fuori dell’ambito militare. - La voce di Korra, che faceva il suo ingresso in quella stanza con Varrick al seguito, lo aveva interrotto dal suo riflettere.
La vide sfarfallare le dita della mano nella sua direzione, salutandolo, mentre continuava a parlare.
Le rispose con un sorriso.
-Forse…- Diceva la ragazza.
L’uomo con lei l’interruppe portandosi una mano al mento con fare pensieroso, dicendo: -Possibile che il nemico avesse disposto delle ricompense ai civili se avessero dato informazioni sulle nostre mosse? Infondo non tutti gli abitanti del popolo della terra ci vedono di buon occhio e alcuni potrebbero aver visto in una proposta del genere solo un’occasione per trarre beneficio. -
Korra annuì al dire di Varrick, mentre sorridendo a Bolin si sedeva accanto al suo letto.
-Come ti senti? - Gli domandò dolcissima.
-Va tutto bene. Il vantaggio di aver acquisito tra le nostre file l’élite dell’esercito del Nord aumenta anche il numero dei curatori a nostra disposizione… mica male no! -
Lei sorrise scuotendo il capo alla sua risposta.
-Potrebbe essere, ma non me la sento d’imporre agli uomini di rimanersene segretati nei nostri ambienti che siano la corazzata o questo campo base. Devono poter avere l’occasione di distrarsi o rischiano di impazzire e noi con loro. - Continuava l’Avatar, rivolta all’inventore della Tribù dell’Acqua del Sud.
-Se la pensi così Korra, le alternative sono due: o limitiamo le informazioni ai sottoposti o imponiamo loro di non fiatare riguardo le nostre azioni. - Aggiungeva l’uomo con i baffetti.
Bolin ritornava silenzioso ascoltandoli.
Korra scosse il capo: -I nostri uomini conoscono di ogni missione solo quanto è strettamente necessario loro sappiano, ma non puoi chiedermi di non dirgli il motivo per cui stanno mettendo in pericolo la loro stessa vita. Per quanto riguarda invece il non dover parlare all’esterno delle nostre mosse… Varrick, nessuno di loro è talmente stupido…-
-Beh, ma qualcuno deve aver detto qualcosa…-
-Sicuramente, ma dimmi secondo te dovrei evitargli di andare a bere in taverna o di corteggiare qualche bellezza del luogo? Sai come la penso e, per quel che ne so, potrei essere stata proprio io a dire qualcosa all’esterno magari a quei ragazzini al porto, ricordi? Avevano visto che sbaraccavamo e ci muovevamo verso nord. Forse qualcuno mi ha chiesto dove andavamo e… dai non sarebbe stato difficile capire il resto, ammettilo! Senza contare che potrebbero aver intercettato le nostre comunicazioni cartacee o quelle radio. Dimmi, non hai riferito a Zhu Li mai nulla riguardo i nostri spostamenti? -
-Ma che c’entra…-
-C’entra. Non possiamo farci schiacciare psicologicamente da questa cosa e mettere, che so, delle punizioni esemplari a chi non riesce a non dire all’amichetta di turno un ‘domani partiamo!’… Sii ragionevole Iknik. Questa cosa aumenterebbe solo il malcontento e abbasserebbe l’operatività dei nostri uomini. -
-Stavamo parlandone ufficiosamente Korra. Non prenderla sul personale, io vorrei solo evitare che qualcuno si faccia ancora più male del dovuto. Oltretutto abbiamo le nuove reclute in addestramento, quei pivellini che tu e Bolin avete voluto far arrivare qui dalle foreste. - Terminò sbuffando.
-Lo so. E… malgrado siano reclute e pivellini, come hai appena detto, si son dati parecchio da fare, non trovi? -
-Siii Korra, ma tranne quel Tark, stanno tutti in infermeria e se la ridono manco avessero partecipato a una fiera di paese! -  Aggiunse, gettandosi una mano sul viso esasperato.
-Io li trovo adorabili e… dai non posso impedire ai soldati di farsi una birra ogni tanto! -
-Una bir… ahhh! Gli spiriti abbiano pietà di noi! Korra non è questo il punto! - Ancora più esasperato. –Tu hai rischiato di farti male seriamente e questo qui…- Indicando Bolin nel letto. –E’ vivo per miracolo! Volete farmi venire i capelli bianchi prima del tempo? -
-Non te lo vorrei dire, ma hai già qualche capello bianco! - Intervenne Bolin dopo tanto ascoltare in silenzio.
-Zitto tu! Qualcuno ha chiesto il tuo parere? - Lo riprese Varrick incrociando le braccia al petto indispettito.
-Veramente siete venuti voi nella mia…- Cercò di riprendere subito interrotto dall’uomo.
-E che c’entra, non volevi mica che ne parlassimo per i corridoi! -
-Ehhh…- Mugugnò perplesso senza saper cos’altro dire.
Korra in tutta risposta non riuscì a trattenere una risata.
-Ahhh! Sei più pazza tu di quei biondini della stanza accanto! - Sospirò il poveruomo.
 
Non le riusciva di smettere di ridere, pensava Korra. Era sempre così ogni volta che malgrado se la fossero vista brutta l’avevano poi scampata: era troppo lieta di avere ancora tutti lì i suoi uomini per non trovare ogni banalità ilare. Ma questa volta non c’era stato solo questo: malgrado le ferite riportate, avevano per la prima volta riportato un successo vero, un successo che aveva condotto l’esercito nemico nelle loro mani. Avevano vinto davvero e non perché il Fronte dopo aver infierito come voleva, lasciava il campo prima di subire danni ingenti. Avevano vinto, punto e basta!
Capiva le perplessità di Varrick, ma la fuga di informazioni era qualcosa con cui da tempo aveva imparato a convivere, era parte di ogni battaglia a cui aveva partecipato, il suo amico era solo sconvolto per il numero di uomini feriti.
Iknik Blackstone Varrick era un pianificatore e non riusciva a concepire di non poter controllare a pieno quella situazione. Le guerre che l’uomo del Sud aveva combattuto erano state svolte in maniera molto differente da quella attuale: la prima, la ribellione del Sud, con il solo intento di averne lui stesso beneficio personale. Oltre a pagare un manipolo di mercenari a cui non doveva spiegazioni, ma solo obbiettivi, e al fomentare con la menzogna un popolo già scontento, non aveva dovuto fare molto altro. Le uniche persone che conoscevano realmente i suoi intenti erano la sua fidata Zhu Li e lui stesso. La seconda guerra che aveva combattuto lo aveva visto all’inizio solo negli ambiti di un ricercatore al servizio di Kuvira e dopo il voltagabbana aveva aggiunto al suo ruolo di ingegnere quello di supporto per la loro missione. In quell’occasione aveva messo in pericolo la sua stessa vita, ma… ora sembrava essersene dimenticato e… infondo… era giusto così!
Rise ancora di gusto, mentre Bolin e Varrick si battibeccavano. 
-Ahhh, io semplicemente non voglio che voi moriate e non voglio morire… è chiaro questo? - brontolava.
-Chiaro, chiaro. Ci vuoi bene! - Disse Bolin.
-Comunque, amico mio, mi spieghi perché ti sei fatto ridurre in questa maniera? - Domandò L’uomo al ragazzo davanti a lui sedendosi a sua volta ai piedi del letto.
-Ovvio, perché sapevo che mi avreste rimesso in sesto in due giorni. - Rispondeva il più incoerente dei suoi Luogotenenti.
-Tre giorni, tanto per specificare. - Lo riprese l’uomo mostrandogli con le dita il numero appena proferito.
-Ah tre? Forte, me ne devo essere perso uno per strada. - Diceva questo facendosi pensieroso.
Lei sorridendo, disse: -Suzume e Azuma. -
L’uomo si voltò a guardarla con fare interrogativo.
Bolin sorrise compiaciuto dalla risposta, abbassando lo sguardo alle lenzuola.
-Tra gli uomini del nemico…- Riprese lei. –…c’erano i nostri infiltrati. Solo io, Bolin e il restante del gruppo Roku conosciamo il loro aspetto. Chiunque altro dei nostri uomini li avrebbe affrontati come si affronta un nemico, rischiando così di farci perdere questo nostro vantaggio. Senza contare che loro, come da ordine, non si sarebbero mai risparmiati in combattimento. Lo sai Varrick, il nostro Bo ha il cuore tenero, avrebbe mai permesso a quei due ragazzi di portarsi sulla coscienza l’essere stati costretti a ferire o, peggio ancora, a uccidere chi sapevano dalla loro parte? La posizione nella quale si trovano è già talmente dura così. -
-Capisco. - Disse l’uomo andando a incrociare nuovamente le braccia. –Voi eravate tra i pochi contro i quali avrebbero potuto combattere senza contenersi e sviare così eventuali sospetti su di loro. Oltretutto il nemico è a conoscenza che, se non è strettamente necessario, evitate di portare lo scontro a un esito mortale. -
Sia lei che Bolin annuirono.
-La ‘passerotta’ è riuscita a sfuggirmi… sapevo già quanto fosse veloce, ma ha dato il meglio di se in combattimento, riuscendo a bloccarmi a dovere proprio sotto i colpi incessanti del resto del gruppo Roku in mio appoggio, mollandomi lì, accasciato tra le braccia di Hayato, come un fesso. Azuma al contrario ha capitolato contro Korra, non esiste disonore nell’essere messo al tappeto dall’Avatar non credi? E ora è tra i prigionieri. - Disse Bolin sorridendo orgoglioso.
-Hummm… e questo è un bene o un male? Non riesco a capirlo. - Domandò l’uomo.
-Un bene. - Rispose la ragazza. –Avremo modo di parlare a quattrocchi con Azuma di quanto sta succedendo al fronte e… organizzarci con Iroh per mettere in piedi l’evasione… dobbiamo farla per benino o rischiamo che non ci caschino. - Ghignò sul finire della sua stessa frase all’unisono con il moretto nel letto.
 
Varrick era confuso. Sì, aveva messo insieme qualche pezzo che non gli quadrava, ma… seppure al corrente dei piani avviati fino a quel momento questa parte ancora non gli infondeva le giuste ‘vibrazioni’.
-Fatemi capire. - Disse Iknik. –Dopo tutta questa fatica volete liberare i prigionieri? Insomma capisco che vogliate rimandare il nostro uomo dal nemico, ma se riusciamo a tirar fuori qualche buona informazione dai soldati catturati, questi una volta fuori riferiranno quanto detto e il Fronte avrà tutto il tempo di riorganizzarsi. -
-Iroh. - Disse l’Avatar. –Ricordi il discorso di Iroh e la sua proposta? -
Varrick si portò nuovamente una mano al mento pensandoci sopra.
-Certo. – Disse, rammentando il giovane generale della Nazione del Fuoco mentre imbastiva quel discorso che metteva in risalto il buon lavoro dei due bloccanti del gruppo Roku, ma la loro impossibilità nel risalire la china per aver così accesso alle informazioni davvero utili. Per conoscere così non solo i comandi, ma i veri e propri intenti del nemico. Si lo ricordava!
-Bene. Ricordi quindi anche la lista di persone che ci ha proposto? - Continuava Korra.
Ancora Varrick annuì, talmente istintivamente all’inizio che nel momento in cui la realtà dei fatti prese reale forma nella sua mente non poté non sgranare gli occhi.
I due ragazzi davanti a lui sorrisero compiaciuti della sua reazione.
Iroh aveva proposto di infiltrare tra le fila nemiche, qualcuno a cui non avrebbero potuto negare il rispetto dovuto, qualcuno che potesse risultare incorruttibile anche alle astute manovre dell’Avatar e dei suoi uomini. Avevano trovato la persona che faceva al caso loro, ma necessitavano di opportunità e… adesso… eccola!
Varrick, sciogliendo l’intreccio della braccia, batté di scatto il pugno sulla mano, dicendo: -E’ geniale! Dobbiamo solo trovare il modo di mettere la nostra pedina nelle condizioni di riuscire a fuggire per prima e liberare gli altri. Questo metterebbe ancora più in risalto la sua devozione alla causa e… gli dovrebbero un favore. -
Gli altri due annuirono.
-Ottimo! - Un nuovo pugno sullo stesso palmo. Tutto finalmente ‘vibrava’ nel modo giusto… –Solo… la questione della fuga d’informazioni? Lo capite o no che è un problema? - …beh, quasi tutto.
   
 
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