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Autore: _laragazzadicarta_    17/01/2017    0 recensioni
«John, stringimi.»
«Non posso, Paul.»
_______________
Può una foto mostrare più di quanto il volto della persona stessa possa fare? Questi sono gli interrogativi che si pone la giovane Pattie Boyd quando trova una misteriosa foto a casa di sua nonna. La giovane scoprirà la storia del ragazzo ritratto nella foto e ne rimarrà molto colpita. Una storia tra passato e presente, amore e vizio, bianco e nero. Un viaggio oltre oceano alla ricerca della felicità.
Genere: Angst, Erotico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Wanderlust.

Capitolo nono.

Cosa ho fatto? Cosa.
Il respiro di John divenne affannoso, i battiti del suo cuore irregolari e la vista gli si annebbiò mentre osservava le sue mani tinte di vermiglio. Cosa lo rendeva migliore di quell'uomo che ora giaceva accanto a lui senza vita? Era forse diverso il sangue sulle sue mani da quello che macchiava quelle dell'ispettore? Non siamo forse tutti uguali davanti alla morte?

John si svegliò agitato e intriso dell'agre odore di sudore. Non riusciva a controllarsi durante il sonno, tornava sempre a quella notte. Tornava ad avere le mani sporche di sangue e il respiro affannoso. Tornava e riviveva quella folle paura di perdere il suo Paul che lo aveva spinto a quel terribile gesto. Si rigirò nel suo scomodo giaciglio e tremò non sentendo il gracile corpo del minore al suo fianco. Poi ricordò quello che era accaduto quella notte dopo la terribile festa al lupanare.
Aveva detto a Paul di raggiungere la loro capanna e di attenderlo lì, eppure stremato dell'interrogatorio John era crollato sul letto dimenticando di recarsi dal minore. Il ragazzo si alzò di scatto ed infilò il primo paio di calzoni che trovò sul pavimento. L'entrata della sua camera era sorvegliata da una guardia, doveva uscire in un altro modo. Dalla finestra sporgeva il ramo di un albero abbastanza robusto, “perfetto” pensò John aprendo la finestra pronto a calarsi da quell'albero.
Presto fatto, scese dall'albero e si disperse tra la buia brughiera. Arrivò alla capanna e rimase sorpreso nel notare la luce di una candela ancora accesa a quella tarda ora. Sorrise immaginando Paul ancora sveglio ad aspettarlo, non indugiò oltre ed entrò.
Sentendo scattare la serratura della porta di legno Paul s'irrigidi, ma appena vide far capolino quella familiare chioma rossastra si sentì il cuore in gola.
« Temevo non venissi più! » sussurrò il minore saltando tra le braccia del maggiore.
« Non potrei mai separarmi da te di mia volontà » sorrise sornione John e staccandosi da quell'abbraccio impacciato posò il suo sguardo sul collo ferito di Paul «...che bastardo ».
« John, mi hai salvato la vita così tante volte che non potrei ripagarti nemmeno nella prossima vita ».
« Non ti ho mai chiesto nulla in cambio » rispose John avvicinandosi alla finestra e dando le spalle al minore.
« Forse avresti dovuto » sussurrò Paul posando le sue labbra eteree sul collo del maggiore «... ti ho sentito l'altro giorno sotto il melo. Sappi che non merito di essere amato in nessun modo che non sia il tuo ».
Il minore fece vagare le labbra lungo la mandibola di John e il maggiore reclinò la testa per facilitare le azioni di Paul.
« Piccolo sfacciato » mugugnò il ragazzo dai capelli ramati quando il minore iniziò a vagare con le sue mani sul suo petto e poi più in basso verso i suoi pantaloni. Li sbottonò, John si voltò di scatto e bloccò le mani di Paul tra le sue. Il ramato iniziò a mangiucchiare il labbro inferiore del corvino finchè le labbra dei sue non si unirono in qualcosa di estremamente dolce.
« Non così in fretta, ragazzino » rise il maggiore spingendo Paul sul pavimento. Si sfilarono i vestiti con estrema lentezza, osservano l'uno ogni centimetro della pelle dell'altro. Baciando, graffiando, succhiando ogni stralcio di pelle.
Per nessuno dei due era la prima volta, eppure sembrò quasi che lo fosse. Erano impacciati, ridevano nervosamente, si guardavano curiosi. Liberatisi anche della biancheria, John divaricò delicatamente le gambe del minore e le posizionò sulle sue spalle. Lo penetrò con estrema lentezza, cosicché entrambi potessero sentire ogni centimetro delle loro membra combaciare. Fare l'amore è innaffiare il volto di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di racconti, di sogni, di fantasia. Fare l'amore è provare un turbinio di emozioni tutte insieme e non rendersene nemmeno conto. Non ci furono molte parole quella notte, erano superflue, bastavano le carezze e i baci celati dal tetro buio. Ma soprattutto bastavano gli sguardi, ogni volta che si guardavano nascevano l'uno negli occhi dell'altro.

« Se non conosci nessuno in Oklahoma, allora chi è che ha scritto quella lettera a tua nonna? » domandò Pattie inumidendosi le carnose labbra vermiglie.
« Il mittente è un certo Richard Starkey » rispose Erik dubbioso.
« Richard Starkey, eh? » chiese la Boyd strizzando gli occhi «...non mi dice nulla questo nome. E comunque non dovremmo infrangere la privacy di tua nonna » .
« Peccato che l'ho già fatto » sorrise sornione il giovane « ...e non guardarmi in quel modo. Non dirmi che non eri curiosa quanto me! »
« A quanto pare il signor Starkey è un editore statunitense, una vecchia conoscenza della mia famiglia. Non so come, ma è riuscito a rintracciare una donna, Yoko Ano...o Ono, il nome non è importante, e a seguito di alcune confidenze della donna ha scritto un libro ».
« Non capisco il punto, Ricky ».
« Non così in fretta, passerottino ».
« Ti ho già detto di non chiamarmi in quel modo » rispose stizzita la ragazza facendo finta di adirarsi.
« Il libro ha come protagonisti proprio l'irlandese e l'inglese della storia della nonna! »
« Dimmi che hai una copia di quel libro » urlò Pattie sorridendo e saltando su dalla sedia in giardino. Eric iniziò a sventolare un manoscritto ingiallito. « Manoscritto privo di censure del bestseller "in my arms he was always Rita" ».
« Eric Patrick Clapton, sei il mio angelo salvatore! » sorrise Pattie gettando letteralmente le mani al collo del suo amato.
« Questo dovrebbe essere un si alla mia proposta? »
« Forse ».

Pattie osservava l'ammasso di scartoffie ingiallite sulla scrivania della sua camera. Bramava la fine di quella storia da ormai un anno e quando finalmente poteva conoscerla, la temeva. Aveva immaginato un molteplice numero di finali diversi per quella storia, alcuni felici e altri tristi, ora era finalmente giunto il momento di conoscere la verità oltre quella moltitudine di storie diverse che aveva ipotizzato.


TAN TAN TAAAAAAAAN LA PSICOPATICA IS BACK, BACK AGAIN:
Rieccomi, incredibilmente presto wowowo. Non so cosa sia esattamente questo capitolo, beh dal prossimo torniamo col movimiento chicas .
Vorrei ringraziare tutti voi che recensite e leggete il mio aborto letterario.
Un bacione!
-Vit
   
 
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