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Autore: Signorina Granger    17/01/2017    7 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Capitolo 9: I guai si susseguono 
 
Venerdì 20 Novembre 


Ad ogni azione corrisponde una reazione, uguale e contraria 


Camminava a passo svelto, cercando di fare meno rumore possibile mentre percorreva i corridoi bui e silenziosi. 
Sbuffò sommessamente, maledicendo chi aveva progettato il castello per collocare i bagni maschili più vicini al Dormitorio maschile accanto alla Sala da Pranzo oltre a quello interno, che però qualcuno aveva avuto la brillante idea di chiudere a chiave ore prima... così eccolo che vagava per la scuola deserta in vestaglia e i capelli castani arruffati. 

Adrianus rabbrividì leggermente, affrettando il passo e dicendosi mentalmente di fare in fretta: era fine Novembre e la temperatura si era ormai abbassata notevolmente, i corridoi dell’antica residenza erano sempre piuttosto freddi in quel periodo, specialmente di notte. 

Il ragazzo teneva la bacchetta sollevata davanti a sè per evitare di andare a sbattere contro una cassapanca e di inciampare da qualche parte... e sperava vivamente di non incontrare nessuno: alla Cimmeria si facevano di rado turni di ronde notturne, ma dopo la morte di Jackson erano cambiate molte cose lì dentro, tanto da aumentare notevolmente i controlli e la precisione già maniacale per orari e coprifuoco. 

Il ragazzo scese silenziosamente i pochi gradini che lo separavano dal soppalco che permetteva di scendere nell’Ingresso quando si bloccò di colpo ancor prima di avvicinarsi ad una delle due rampe di marmo leggermente ricurve: aveva sentito una voce, appena un sussurro in realtà... e non aveva capito cosa avessero detto, perché non parlava quella lingua. 

Però riconobbe comunque chiaramente la voce... non capiva l’olandese, ma quella era indubbiamente la voce di Isabelle, e dal tono seccato non era difficile intuire che avesse appena imprecato a mezza voce.

La voce della ragazza venne seguita da un debole lamento, come di qualcuno che sta soffrendo fisicamente.

Adrianus sbarrò gli occhi ma si trattenne dal fare qualche passo avanti e sporgersi oltre la ringhiera: moriva dalla voglia di saperne di più, ma allo stesso tempo non voleva farsi vedere da chiunque fosse nell’Ingresso.

“Come è successo? Non preoccuparti, ora ti portiamo in Infermeria.” 

Un’altra voce femminile, dal tono preoccupato... Alexa. 

E Adrianus si ritrovò a riconoscere, suo malgrado, anche quella maschile che rispose alla domanda della rossa:

“L'abbiamo trovato così, durante l’esercitazione... non ho idea di come sia successo, io e Verräter non ci siamo fatti nulla.” 

Alastair.

“Ci penseremo dopo, al come... ora dobbiamo portarlo dove non possano vederlo, l'ultima cosa che ci serve è qualche domanda scomoda. Tienilo fermo Al.”

La voce di Isabelle, calma e pacata come se non stesse succedendo nulla di rilevante, venne seguita dal rumore di carta strappata e Adrianus suppose che stessero bendando chiunque fosse ferito. 
Doveva saperne di più, non si sarebbe mosso finché non avrebbe saputo chi stava male. 

Sentì qualche altro mormorio e poi dei passi sulle scale, preceduti dalla lieve luce delle bacchette dei suoi compagni. Il ragazzo spense immediatamente la sua e rimase immobile, nell'ombra e in attesa.

Quando vide Isabelle spuntare sulle scale fece un passo indietro, quasi temendo che la luce potesse farlo scoprire: non sapeva perché, ma quella storia proprio non gli piaceva... e on aveva molta voglia di farsi beccare.

Vide, dietro la ragazza, Alastair e Jude tenere qualcuno e trasportarlo di peso... era un ragazzo, ma era parecchio sanguinante e non riuscì proprio a riconoscerlo... e poi vide Alexa, impossibile da non riconoscere grazie alla chioma di capelli color carota. 

Scorse una figura salire le scale appena dietro l’olandese, che in effetti si voltò e sussurrò qualcosa di appena comprensibile alle orecchie del ragazzo:

“Sei sicura che non ti faccia male?” 

“Sto benissimo, pensiamo a Simon adesso... lui ha ben altri problemi, io ho solo un graffio.” 

Adrianus s’irrigidì all’istante nel sentire la familiare voce di Francisca, anche se non era quella allegra a cui era abituato. 

Vide la ragazza fermarsi sul soppalco, praticamente alla sua stessa altezza... e prima di seguire i compagni verso il corridoio opposto a quello da dove era sbucato lui, vide la ragazza fermarsi e voltarsi.
Non seppe mai come avesse fatto, ma quando la vide voltarsi fu certo che in qualche modo sapeva che era lì. 

La ragazza indugiò, osservandolo per qualche istante mentre lui ricambiava, trovandola decisamente diversa dalla solita Frankie a cui era abituato: indossava una felpa nera con cappuccio e dei pantaloni neri aderenti, insieme a degli stivali con i lacci. 

Adrianus intravide un taglio abbastanza profondo sulla spalla della ragazza, ma poi la sua attenzione venne catturata da qualcos’altro: Francisca mosse impercettibilmente il capo, accennando con un movimento lievissimo al corridoio da dove lui era arrivato... quasi come a volergli dire di andarsene, di tornare in camera sua.

“Frankie? Cosa c'è?” 

“Niente. Arrivo.” La voce di Alexa, intrisa di una nota preoccupata, distolse l'attenzione della piccola moretta che fu costretta a voltarsi, incamminandosi silenziosamente dietro ai compagni e sparendo ben presto nel vuoto, fuori dalla visuale del compagno. 


Aveva sempre sospettato che Alastair, Phoebe, Isabelle e Jude facessero parte della Night School... e di certo lo stesso era valso per Jackson, prima della sua morte.
Di certo però non avrebbe mai immaginato che anche le solari, allegre, divertentissime Alexandrine e Francisca facessero parte di quel misterioso gruppo. 


                                                                                    *


“Come sta?” 

Phoebe si chiuse la porta alle spalle prima di avvicinarsi ad Isabelle, che stava aspettando su una sedia, appena fuori dall’Infermeria. 

“Meglio... Ho provato a chiedergli come si sia fatto male, ma non ha saputo dirmelo. Credo che l'abbiano confuso, Belle.” 

“Perfetto, ci mancava solo questa... così Hamilton farà in modo che ci tartassino ancora di più.” 

Isabelle sospirò mentre s’incamminava insieme all’amica verso la Sala Comune. Entrambe si chiesero come anche una semplice simulazione nel bosco potesse essere stata quasi trasformata in un incidente serio... anche se la prima teneva di poter intuire la risposta. 

“Quindi Simon non ti ha detto nulla?” 

“Ha detto che è caduto, che si è ferito a causa di qualche ramo... potrebbe anche essere, non è la prima volta che succede ovviamente. Ma ha perso molto sangue, poteva finire peggio di così, lo sappiamo tutti. Credi che stasera ci convocheranno comunque?” 

“Naturale, anzi... lo faranno a maggior ragione, visto il simpatico incidente della notte scorsa. Ma eravamo tutti divisi, nessuno di noi ha visto nulla... o almeno in teoria.” 

Isabelle inarcò leggermente un sopracciglio, rendendosi conto solo in quel momento che forse non era così... forse qualcosa sapeva qualcosa, in effetti.
Phoebe colse il tono dubbioso dell'amica e la guardò con curiosità, chiedendosi che cosa stesse passando per la testa della ragazza:

“A che pensi? Chi potrebbe aver visto qualcosa?” 

“Beh, non è difficile. Insomma Phoebe, chi è che sa sempre tutto?” 

“... l’oracolo di Delfi?” 

“Simpatica. Sii seria, non sto scherzando! Lo sai a chi mi riferisco Bibi, non fare la finta tonta!” 

Isabelle roteò leggermente gli occhi, assestando all'amica una gomitata che fece ridacchiare Phoebe, che annuì con un mezzo sorriso stampato sulle labbra:

“Lo so, lo so eccome... coraggio, andiamo a fare un salutino a Jude.” 


                                                                       *


Sbuffò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli nel realizzare di essere arrivata a rileggere la stessa riga per la quinta volta: possibile che proprio non riuscisse a concentrarsi? 

Francisca sospirò, appoggiandosi allo schienale della sedia e lanciando un’occhiata quasi malinconica agli appunti di Storia: era sabato mattina, avrebbe anche potuto fare a meno di studiare... ma forse stava tentando di farlo proprio per distrarsi e per pensare ad altro.


Sin da quando era entrata nella Night School aveva capito che la sua vita a scuola sarebbe cambiata... ma quell’anno stava procedendo in modo ancor più insolito, se possibile. 

C'era qualcosa di diverso, poteva quasi sentirlo nell'aria... da quando Jackson era morto erano cambiate molte cose, anche la Night School... l’incontro della sera prima li aveva visti impegnati in una delle numerose esercitazioni nel bosco a cui la ragazza aveva già preso parte, dove mettevano in atto strategie e attitudini a livello di velocità o resistenza.

Quella sera però di certo le cose sarebbero andate diversamente... lo sapevano tutti, era nell'aria fin da quando avevano trovato Jax morto, ad Halloween.

Non poté fare a meno di pensare al ragazzo, che per anni aveva condiviso con lei corsi e poi anche gli incontri della NS... Quante volte aveva duellato con lui, o avevano giocato insieme a Quidditch in una delle ormai famose partite notturne della Cimmeria?

Era triste pensare che una vita fosse stata interrotta così bruscamente.

“Qualche problema?” 

Anche se familiare e in genere rassicurante la voce di Adrianus la fece quasi sobbalzare, voltandosi di scatto verso di lui.
Si rilassò subito nel vederlo, sfoggiando un lievissimo sorriso: grazie al cielo si era bloccata, altrimenti avrebbe rischiato di colpirlo in pieno e far finire anche lui in infermeria, oltre a Simon.

Adrianus sedette accanto a lei, osservandola attentamente e con una vena indagatrice che in genere non c'era nei suoi occhi chiari... ovviamente Frankie ne se accorse ma decise di ignorarla, limitandosi a fare spallucce:

“No... sono solo un po’ preoccupata per Simon, spero si rimetta in fretta poverino.” 

“Si, ho sentito. Cosa hai fatto alla spalla?” 

“Nulla, mi sono tagliata. Io e Alexa abbiamo fatto una passeggiata nel bosco ieri sera e... beh, un piccolo diverbio con un ramo basso, nulla di grave. Hai bisogno di qualcosa Steb?” 

Francisca sfoggiò il suo sorriso più ampio e innocente, sapendo perfettamente dove volesse andare a parere il ragazzo... era certa che fosse lui, la sera prima. 
Ma non poteva parlarne, tantomeno nel bel mezzo della Biblioteca. 

Tecnicamente non gli aveva neanche mentito... si era davvero tagliata semplicemente alla spalla... ed era successo davvero nel bosco. 

“Volevo parlarti... a proposito di ieri sera.” 

“Ieri sera?” 

Inarcò un sopracciglio, sfoggiando il suo tono perplesso e confuso migliore mentre Adrianus sbuffava debolmente, guardandola quasi con aria esasperata:

“Lo sai Frankie. Insomma...” 

“Ok, ho capito. Se stai cercando di dirmi che ieri sera a cena ero più stramba del solito... non è colpa mia, sarà stata l'euforia da venerdì sera! Sai com’è, la settimana che finisce... ma devo assolutamente vedere Alexa ora, scusa ma deve aiutarmi con queste maledette domande di Storia.” 

Francisca parlò così rapidamente da non dare quasi ad Adrianus il tempo di mettere in ordine i pensieri mentre la guardava scarabocchiare qualcosa su un pezzo di pergamena prima di infilare tutte le sue cose in borsa in quattro e quattr’otto: con una rapidità sorprendente la ragazza si defilò, lasciandolo di nuovo solo e con solo un foglietto sul tavolo.

“Certo che non sei così rapida, quando dobbiamo andare a lezione...” 

Sbuffo debolmente, non provando nemmeno a rincorrerla: evidentemente, voleva fare finta di nulla... e la conosceva ormai da qualche anno, sapeva che aveva i suoi motivi per comportarsi così.

L’ex Corvonero prese il foglietto, leggendolo in fretta e sempre più scettico e preoccupato, anche dopo averlo fatto:

Mi dispiace, non avresti dovuto vederci. 
Non posso parlare, qui ci sono orecchie e occhi ovunque... non fare domande in giro Steb, lo dico principalmente per te. E brucia questo biglietto


Certo, lo sapeva, la Night School era segreta... c'era persino scritto nel Regolamento della scuola. Eppure era sempre stato abbastanza curioso a riguardo... ancor più ora che sapeva che Francisca ne faceva parte. 
Non voleva che finisse nei guai, e aveva la netta sensazione che a breve sarebbero aumentati considerevolmente.


                                                                            *

Jude camminava quasi senza guardare dove metteva i piedi, continuando ostinatamente a leggere senza staccare gli occhi dalle pagine neanche per un attimo. 

Probabilmente prima o poi si sarebbe schiantato contro un mobile, ma poco importava... doveva assolutamente finire il libro entro l'incontro di quella sera. 

Aveva passato due giorni interi a setacciare la Biblioteca e a tartassare Julia, la sventurata bibliotecaria, per trovarlo... e dopo esserci finalmente riuscito, era determinato a finirlo in fretta nonostante fosse piuttosto complicato e macchinoso. 

Ma che razza di libri legge quella...


Jude sbuffò, maledicendo mentalmente Isabelle Van Acker per avergli messo il pallino del Principe di quell’italiano da strapazzo... ma perché non aveva messo sulla zattera per Jackson un libro di favole, per esempio? 

Doveva esserci un motivo, se la ragazza aveva scelto quel trattato... e aveva tutta l'intenzione di scoprire di cosa si trattasse. 


“Ciao Jude!” 

To’, parli del diavolo...

Il ragazzo si fermò, alzando finalmente gli occhi dalle pagine ingiallite del libro per posarli sulle due ragazze che gli erano appena comparse davanti, entrambe piuttosto serie. 

“Salve. Come mai il dinamico duo mi cerca?” 

“Ti dobbiamo chiedere una cosa, in effetti... a proposito di ieri sera.” 


Il ragazzo inarcò un sopracciglio, osservando Phoebe con lieve scetticismo mentre Isabelle lanciava un’occhiata al libro che il ragazzo teneva in mano. Il titolo era in italiano, ma ovviamente riconobbe il nome dell'autore...

Per un attimo si chiese perché diamine Jude andasse a leggersi il libro in lingua originale complicandosi la vita, ma poi i suoi pensieri passarono ad altro, maledicendolo leggermente: non era un caso, di certo lo stava leggendo perché l'aveva visto in mano a lei... di quel passo, non solo si sarebbe messo nei guai ma avrebbe fatto finire nella fossa anche lei. Più di quanto già non fosse. 

“Davvero Selwyn? Tu mi devi chiedere una cosa?” 

“Si. Cavoli Verräter, dopo anni che sei in Inghilterra pensavo parlassi bene l'inglese... non eri ad Hogwarts fino ad un paio d'anni fa, prima di venire qui?” 

“Si, esatto... e infatti capisco perfettamente l'inglese. Mi chiedevo solo come mai Phoebe Selwyn si rivolge a me visto che non è quasi mai successo in due anni.” 

“Ma non è vero! ... giusto Belle?” 

“Beh, se dovessi essere sincera...” Isabelle s’interruppe, evitando di concludere la frase nel cogliere l’occhiata torva che le aveva rivolto l'amica e il lieve sorrisetto soddisfatto che era comparso sul volto di Jude. 
La ragazza sbuffò, scuotendo leggermente il capo prima di parlare in tono sbrigativo, come se non avessero tempo da perdere:

“Sentire, lasciamo stare. Facciamola breve Jude, tu per caso sai come si è fatto male Simon?” 

“Perché lo chiedete a me?” 

“Beh, perché tu sei quello che se ne va in giro con la faccia da “io so qualcosa che tu non sai” e che lascia frasi sibilline a destra e a sinistra che ti fanno capire che “tu non lo sai ma io so anche come si chiama il tuo criceto”.” 

“Ehi, hai un criceto? Questo mi mancava, in effetti...” 

“Non ho un roditore Jude, concentrati! Stavano parlando di Simon... allora, sai qualcosa o no?” 

“No, non l'ho visto ieri sera, ci siamo divisi subito come dovreste sapere anche voi.” 

Jude inarcò un sopracciglio, chiedendosi perché le due fossero tanto interessate alla faccenda... forse lui ci stava prestando meno attenzione di quanto non avrebbe fatto in condizioni normali, ma era troppo preso dalla lettura di Machiavelli e dalle stranezze di Isabelle per prestarci troppa attenzione. 

Le due ragazze si scambiarono un'occhiata, come se volessero chiedersi reciprocamente se fosse il caso di credergli o meno... tuttavia sembrarono optare per la prima scelta è Phoebe annuì leggermente, sospirando:

“Ok... spero di sbagliarmi, ma secondo me l'incontro urgente dj stasera non è un caso. Avrà di certo a che fare con quello che è successo...” 

“Ho sentito che vogliono farci fare degli interrogatori, in realtà. Sarà fantastico!” 

Jude sfoggiò un sorriso vero e proprio che di rado mostrava a chi lo circondava, gli occhi improvvisamente quasi luccicanti al solo pensiero. Isabelle inarcò un sopracciglio, guardando il ragazzo con espressione un po’ incerta: improvvisamente era come trovarsi davanti ad un bambino a Natale.

“Come fai a saperlo?” 

“Beh, l'hai detto tu Isabelle... io so cose che tu non sai. Ci vediamo stasera ragazze, mi raccomando siate puntuali!” 

Jude sfoggiò un ghigno divertito prima di superare le due ragazze, mentre Phoebe sbuffava e Isabelle contraeva leggermente la mascella: interrogatori. L'ultima cosa che le serviva. 

“Bene, siamo al punto di partenza. Ma secondo te davvero non sa nulla?” 

“Non ne ho idea... ma se sa qualcosa, so dove dovremmo guardare. Hai presente quel quaderno nero dove scarabocchia di continuo? Ho come la sensazione che quel blocco sia una specie di miniera d'oro Bibi.” 


                                                                                      *


“Allora... come risposta alla domanda 3 scrivi: asini arcobaleno piovono dal cielo.” 

“Ok, grazie.” 

Mathieu strabuzzò gli occhi, guardando il suo migliore amico con la convinzione sempre più grande che stesse perdendo il senno: possibile che lo stesse scrivendo sul serio? 

“Et! Ti prendo in giro ovviamente, ti pare che asini arcobaleni possano cadere dal cielo? E poi se anche fosse non centrerebbe nulla con Storia... mi dici che cos’hai, di grazia?” 

Mathieu inarcò un sopracciglio, guardando l'amico con preoccupazione è scetticismo allo stesso tempo: era da qualche giorno che lo vedeva abbastanza silenzioso e con la testa da un'altra parte... di certo aveva qualcosa per la testa, ma ancora non aveva voluto aprire bocca a riguardo.
Etienne si strinse nelle spalle, evitando di guardare l'amico e tenendo invece gli occhi chiari fissi sul suo rotolo di pergamena, limitandosi a sospirare leggermente:

“Niente...” 

“Certo, e io sono la Regina Elisabetta! Figuriamoci, non metterei mai quegli orribili cappellini... andiamo ET, mi hai sempre detto tutto, che cosa c'è che non va?” 

“Stavo solo pensando... tu credi che possano sospettare di me?” 

Etienne alzò lo sguardo, puntando gli occhi sull’amico che sgranò gli occhi scuri, non capendo dove volesse andare a parare: sospettare di cosa?

“A che ti riferisci?” 

“Secondo te, genio? Alla faccenda... di Jackson Wilkes.” 

 Etienne quasi mormorò le ultime parole, come se avesse paura di farsi sentire a dirle ad alta voce... e Mathieu sospirò, scuotendo il capo quasi con esasperazione:

“Ma come potrebbero sospettare di te, neanche lo conoscevi! Non devi farti tutte queste paranoie, ET!” 

“Oh, andiamo Mat, tu sai perché sono qui, e lo sanno anche i piani alti di questo posto. Il padre di Jackson era un pezzo grosso qui, me l'ha detto mio fratello... quindi vorrà delle risposte, di sicuro.” 

“Etienne, non c’entri niente con lui, lo sai tu e lo so io... noi dovremmo essere gli ultimi a cui potrebbero pensare! Non uccideresti mai nessuno, si vede lontano miglia che non sei un assassino...” 

Il silenzio calò tra i due, mentre Etienne meditava sulle parole dell'amico e Mathieu si chiedeva perché se la prendesse tanto con se stesso... come potevano sospettare di lui? Era assurdo, anche considerando quello che aveva fatto per finire alla Cimmeria. 

Nessuno di loro avrebbe mai ucciso qualcuno... e in quel caso, che motivi avrebbe potuto avere, visto che non conosceva nemmeno Jackson Wilkes? 

Mathieu gli disse di non preoccuparsi, di smetterla di tormentarsi in quel modo perché faceva male solo a stesso... ed Etienne sorrise, sinceramente grato all’amico per il supporto che gli dava costantemente.

Avrebbe voluto essere come lui a volte, capace di non crearsi da solo tanti problemi... ma non riusciva ad evitare di pensarci, anche se come Mathieu gli aveva già fatto notare varie volte nessuno lo aveva accusato di nulla. 


                                                                              *                                


“Come suppongo abbiate già immaginato, stasera vi abbiamo convocato solo ed esclusivamente per parlare con voi, non si tratta di un incontro vero e proprio. A seguito di quanto successo ad Halloween, il Professor Hamilton ha preso una decisione... ovvero, nei prossimi giorni tutti voi sarete impegnati in degli interrogatori. Fungerete sia da parte attiva che passiva, e le coppie sono state già formate da me e dal Professor Jefferson. Ognuno di voi dovrà interrogare un compagno, e farsi a sua volta interrogare da qualcun altro... Ora vi chiameremo e vi consegneremo la lista delle domande che dovrete fare al compagno che vi è stato assegnato... dentro al fascicolo troverete il suo nome e badate, non dovete dire a nessuno chi vi è stato assegnato, se non ovviamente la persona stessa. Vedete questa attività come un allenamento, siete pregati di svolgerla con la massima serietà.” 


Mentre Oldman chiamava ad uno ad uno i membri della Night School per consegnare ad ognuno il fascicolo, Alastair sbuffò debolmente, parlando con un filo di voce mentre si rivolgeva ad Isabelle, seduta accanto a lui su una delle file di sedie che erano state disposte nella grande sala dove in genere si allenavano in duelli, Occlumanzia, scontri fisici e anche usando qualche arma Babbana.

“Mi chiedo perché ce lo facciano fare ora... non ti sembra che abbiano aspettato molto?” 

“È vero, ma forse hanno avuto altro a cui pensare... la morte di Jax ha tirato su un gran polverone, dopotutto. Ironico, vero? Lui l'avrebbe trovato decisamente divertente...” 

Un sorriso amaro comparve sul volto di Isabelle e Alastair annuì, improvvisamente piuttosto cupo mentre rispondeva a bassa voce:

“Già, si sarebbe divertito senza alcun dubbio. Chissà con chi ci hanno assegnato... con un po’ di fortuna, non con qualcuno che non sopportiamo.”

Isabelle non disse nulla, limitandosi a contrarre leggermente la mascella: lei in realtà stava pregando di non essere stata assegnata proprio a LUI... un conto era evitarlo, un altro era mentirgli spudoratamente, per di più in un’attività della scuola, della Night School. 

Se la sarebbe cavata? Avrebbe preferito non doverlo sapere mai.

Alastair invece, dal canto suo, sperava di finire proprio insieme alla sua più vecchia amica... forse così sarebbe riuscito a buttare giù il muro che li divideva da settimane, ormai. 

Lanciò un’occhiata di sbieco alla ragazza ma non proferì parola, restando in religioso silenzio mentre qualche fila più un la una certa ragazza minuta e dai capelli scuri si guardava nervosamente intorno: 

Dov'era? 

“Qualcuno di voi ha per caso visto Alexa? Non la trovo da un po’ ormai...” 

Frankie si morse il labbro, tormentandosi nervosamente le dita mentre faticava a stare ferma sulla sedia: aveva bisogno della sua amica, di parlare con lei... ma dov’era? Sembrava che nessuno l'avesse vista. 


Ben presto Oldman chiamò proprio l’olandese, ma non ottenne alcuna risposta... e Frankie guardò il suo insegnante preferito accigliarsi e puntare gli occhi dritti su di lei prima di voltarsi verso Jefferson. Si scambiarono una breve occhiata e poi il Vicepreside si rivolse alla ragazza, che era già un fascio di nervi:

“Lothbrock... sai dov’è Darwin?” 

“No signore, non la vedo da subito dopo cena in realtà.” 


La stanza ben presto si riempì di mormorii, e Frankie si ritrovò a chinare il capo, mettendosi le mani sulle orecchie e chiudendo gli occhi: non li voleva sentire ipotizzare la morte della sua migliore amica. 

“Finitela. State zitti una buona volta.” 

La voce tagliente, quasi con una nota velenosa di Phoebe Selwyn però le fece alzare lo sguardo sulla ragazza, guardandola come se la ritenesse momentaneamente impazzita: e da quando lei prendeva le sue difese? 

Phoebe però stava scrutando i compagni con gli occhi carichi di irritazione, ordinando loro silenziosamente di tacere prima di parlare di nuovo:

“Fate le vostre considerazioni in silenzio... così la terrorizzate e, si spera, per nulla. Rilassati Francisca, magari non è niente di importante.” 

“Beh... grazie.” 


Francisca parlò con un filo di voce, continuando a guardare la compagna come se fosse certa di essere nel pieno di un’allucinazione mentre Oldman, dopo aver passato il plico di fascicoli al collega, parlava di nuovo ad alta voce:

“Vado a cercare Darwin, mi sembra che sia l'unica ad essere assente... voi restate qui, non muovetevi, d'accordo? Con un po’ di fortuna, tornerò rapidamente.”


E si spera con la ragazza 

Queste ultime parole però, non le disse mai ad alta voce 


                                                                                     *


Jude aprí il fascicolo non appena fu nuovamente seduto, dimenticandosi momentaneamente dell’improvvisa sparizione di Alexandrine e concentrandosi solo ed esclusivamente con quello che aveva per le mani...  moriva dalla voglia di sapere chi avrebbe dovuto interrogare. 

Già pregustava quel momento, in effetti... era certo che sì sarebbe divertito un mondo, a prescindere da chi gli era stato assegnato.
Quando però lesse il nome, il sorriso sul suo volto magro e affilato non poté che allargarsi: 

Ironica, la sorte... ma a lui non dispiaceva affatto, almeno non in quel caso. 

Il ragazzo alzò lo sguardo, puntando gli occhi sulla ragazza che era seduta accanto ad Alastair Shafiq e stava parlando con lui a bassa voce, probabilmente a proposito di Alexa.

Non si accorse del suo sguardo e neanche del suo sorriso, mentre Jude acquisiva sempre maggior sicurezza sul fatto che sì, i giorni seguenti sarebbero stati divertenti. 

Già pregustava il momento in cui avrebbe dovuto dire alla ragazza che sarebbe stato lui ad interrogarla... poverina, le sarebbe venuto in colpo.
Forse gli faceva quasi pena, infondo... 


Quasi, ovviamente.

Era anche riuscito a finire Il Principe prima dell'incontro... e aveva finalmente capito perché Isabelle avesse scelto quel libro: la frase che avevano trovato sul corpo di Jackson era una citazione machiavellica... tecnicamente quasi nessuno sapeva di quel dettaglio della morte del ragazzo, ma lui ovviamente aveva fatto in modo di non perdersi il minimo particolare. 

Jude Verräter sorrise con aria compiaciuta, infinitamente grato, per una volta, alla dea bendata per avergli dati corda.

                                                                             *


“Mi dici perché hai aspettato tanto a dirmelo? Quando sei tornato dicendo che la ragazza aveva chiesto un permesso per saltare l'incontro causa indisposizione ti ho creduto anche io!” 

“Volevi che me ne uscissi con una notizia simile nel bel mezzo dell'incontro, così da disseminare panico e caos? No, grazie... ne avremo già abbastanza nei prossimi giorni. Questa non ci voleva, decisamete... dobbiamo chiamare Atticus e gli altri.” 

David Oldman scosse leggermente il capo, guardando con aria grave, rammarico e quasi disgusto la scena che aveva davanti agli occhi.
Il collega, in piedi accanto a lui, si limitò ad annuire mentre osservava prima la ragazza e poi il ragazzo quasi senza vera espressività, restando perfettamente impassibile: 

“È uno dei nuovi... mi chiedo cosa possa centrare.” 

“Non ne ho idea... ma ho trovato questo accanto ai corpi, anche se non l’ho ancora letto. Credo sia giusto farlo con Atticus, non prima.” 

Oldman mostrò al collega un biglietto ripiegato che teneva in mano, che aveva trovato accanto ad uno dei due corpi senza vita... Jefferson annuì e gli fece cenno di uscire dalla stanza per andare a chiamare il Preside. Non sarebbe stato felice di essere svegliato nel cuore della notte, ma quella notizia decisamente non poteva aspettare. 

Non quando due studenti dell'ultimo anno, Alexandrine Darwin ed Etienne Lacroix, erano stati trovati senza vita nella camera della ragazza.












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Angolo Autrice:

Posso assicurarvi che non mi diverto ad ammazzare gli OC senza pietà... ma sfortunatamente, proprio non mi lasciate scelta.
Poiché siamo già a tre OC eliminati a solo pochi capitoli dall’inizio della storia, mi vedo costretta a riaprire le iscrizioni... sperando che nessun altro sparisca, ovviamente.

Giuro che mi dispiace, anche perché sto rompendo davvero delle belle amicizie... ma le regole sono regole, anche se non avrei voluto arrivare a fare fuori tre personaggi praticamente di seguito. 
Per chi volesse iscriversi, vi prego di recensire il Prologo... la scheda la trovate lì, e ovviamente potete creare solo OC che già studiano alla Cimmeria, anche se potete scegliere se fanno già parte della NS o meno.

Detto ciò, prego alle autrici rimaste di non volatilizzarsi nel nulla, perché non vorrei dover interrompere la storia per mancanza di OC. 

Buonanotte,
Signorina Granger 

   
 
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