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Autore: fri rapace    18/01/2017    2 recensioni
“È una femmina! L'abbiamo chiamata Teddy, come il padre di Dora!”
Hermione strillò.
“Co...? Tonks ha avuto il bambino?”
“Sì, sì, è nata!” urlò Remus.
Tutti si congratularono con lui e Ron esclamò:
“Cavoli, una femminuccia!” come se non avesse mai sentito niente di simile.
“Sì... sì... una femminuccia,” ripeté Remus, stordito dalla felicità..."

(da Harry Potter e i Doni della Morte)
SPOILER HARRY POTTER E LA MALEDIZIONE DELL'EREDE!
Bellatrix Lestrange e Ninfadora Tonks danno alla luce i figli in una clinica segreta. A causa di un inaspettato attacco i neonati verranno scambiati: Bellatrix tornerà a Villa Malfoy col maschietto dei Lupin, mentre la piccola nata dalla Mangiamorte crescerà credendo che la cugina sia sua madre.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Delphini Riddle, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 3

Capitolo 3



Delphi, quattro anni dopo.



Bellatrix marciava lungo il corridoio del piano terra di Villa Malfoy, inseguita dall'eco dei suoi passi sul nudo pavimento di pietra. Quattro anni di reclusione, quattro!
Con un colpo del capo liberò il viso dalla folta chioma, il corpo teso e il cuore che scalpitava nel petto. L'immobilità della sua esistenza presto l'avrebbe fatta implodere: era una guerriera! Le sue uniche valvole di sfogo erano i duelli che organizzava con la sorella e il cognato, più raramente col nipote. L'Erede era ancora troppo piccolo per parteciparvi, sosteneva Cissy, e più passava il tempo più l'impazienza di Bellatrix cresceva. Da bambine lei e le sue sorelle non avevano il permesso di prendere in prestito le bacchette altrui e i loro genitori, pur positivamente impressionati dal talento delle figlie, tendevano a scoraggiare la magia di cui a volte si servivano ma che non sapevano bene come controllare. Tuttavia Delphi non era solo un Purosangue, era il figlio di Lord Voldemort!
Ricordi dolorosi l'assalirono e fu costretta a fermarsi con una mano sul petto, il respiro che si accorciava: la Battaglia a Hogwarts, l'intervento tempestivo dell'Ordine della Fenice, Potter scomparso e, alla fine, la tragica sconfitta.
Bellatrix avrebbe voluto essere rinchiusa ad Azkaban assieme al Signore Oscuro, ma la cricca di Silente aveva scoperto che aveva appena dato alla luce un bambino e l'aveva costretta agli arresti domiciliari. Quando le era stata comunicata la decisione, Bellatrix aveva sputato in faccia al neoeletto Ministro della Magia Kingsley Shacklebolt, quello sporco Traditore del Suo Sangue!
In principio aveva soffocato l'impulso di eliminare il bambino per riunirsi al suo Signore solo ripetendosi che grazie all'Erede sarebbe tornato libero e al potere, in seguito la situazione si era evoluta senza che se ne rendesse conto: ora amava Delphi quasi quanto il Signore Oscuro.
D'accordo coi Malfoy, Bellatrix aveva lasciato che tutti credessero che il bambino fosse il figlio di Rodolphus. Ripensare al marito le provocò una stilettata d'invidia, a lui era stato concesso di dividere la prigionia con il Signore Oscuro, mentre lei... lei aveva il privilegio di assistere alla crescita del mago che lo avrebbe liberato!
Ghignò quando la raggiunsero le voci scandalizzate dei dipinti appesi alla rovescia alle pareti. Calpestò i cocci di diversi, preziosissimi soprammobili sparsi sul pavimento, un pregiato tappeto spinto contro la parete sembrava sopravvissuto a un incendio.
La baraonda era opera di Delphi, naturalmente, riusciva a mettere in difficoltà persino gli efficienti Elfi Domestici dei Malfoy. Lucius aveva definito il bambino indomabile; Draco, sosteneva, non era mai stato vivace a tal punto... non che i due bambini fossero in qualche modo paragonabili, aveva sottolineato subito dopo, notando lo sguardo tempestoso di Bellatrix.
Ovviamente Lucius venerava Delphi e non aveva mai osato rimproverarlo.
Bellatrix fece il suo ingresso nel salone principale della villa. Delphi si stava arrampicando sulla tavola riccamente decorata posta al centro, dove un tempo sedevano i Mangiamorte in riunione. Il bambino saltò giù, atterrando sulla schiena dell'Elfo Domestico Ugriz, che si era tuffato sotto di lui.
Ugriz grugnì all'impatto e Delphi, divertito dal buffo suono, gli saltò addosso una decina di volte con violenza crescente e quando l'orrida creatura fu senza fiato, gli addentò una delle sgraziate orecchie.
Narcissa, che osservava la scena seduta accanto al maestoso camino di marmo, intervenne tempestivamente.
Delphi, no!” ammonì il nipote. Lo prese per mano e lo allontanò dall'Elfo.
Perché?” chiese lui, leccandosi perplesso le labbra.
La donna gemette, il naso arricciato. Tolse un fazzoletto merlettato dalla veste e gli deterse con cura la bocca.
Potresti prendere qualche brutta malattia, piccolo,” gli spiegò. “Inoltre questi giochi scalmanati non si addicono al tuo rango.”
Bellatrix ne ebbe abbastanza. “Cissy, lui non ha bisogno di... questo!”
Narcissa sostenne il suo sguardo, Bellatrix le era molto affezionata ma a tutto c'era un limite.
Tutti i bambini hanno bisogno di disciplina, Bella,” replicò sostenuta.
Forse volevi dire tutti tranne Draco,” ironizzò lei.
Un lampo passò nello sguardo della sorella. “Lui non era vivace, lui...” iniziò.
So quello che era: debole.”
Narcissa avvampò. “Non osare insultare di mio figlio!”
Tu non farlo col mio e io non lo farò col tuo.”
Delphi, che non era abituato a non essere al centro dell'attenzione per più di dieci minuti, si staccò dalla mano della zia ed esclamò: “Ho fame. Voglio la mia bistecca.”
Bellatrix batté le mani e l'Elfo Domestico si affrettò ad alzarsi dal pavimento, chinandosi subito dopo fino a sfiorarle i piedi col lungo naso a matita.
Sì, mia Signora?”
Porta subito del filetto. Al sangue, naturalmente.”
Delphi l'abbracciò stretta, i capelli color malva.
Bellatrix si era abituata al potere del figlio, anche se non poteva fare a meno di collegarlo con quella pervertita della nipote il Signore Oscuro aveva ragione: era raro, rarissimo, e perciò prezioso.
Narcissa strinse le labbra ma non si intromise. Ne avevano già discusso: mangiare carne cruda non avrebbe nuociuto al bambino. Era il suo piatto preferito e Bellatrix non ci trovava nulla di strano, la famiglia di Rodolphus aveva origini francesi e in quel paese la mangiavano solo in quella maniera.
Prese il figlio per le spalle e lo staccò da sé per studiarlo. Aveva occhi chiari, obliqui e misteriosi, quasi ferini, unico particolare di rilievo su un volto piuttosto ordinario. La nobiltà del suo sangue si sarebbe sicuramente espressa in seguito, dopo aver perduto le fattezza infantili.
Non vi era nulla di famigliare in lui ad accezione del naso, che somigliava al suo; sicuramente Delphi aveva ereditato i tratti dalla famiglia Gaunt.
L'Elfo Domestico riapparve e Delphi non gli diede neppure il tempo di finire di apparecchiare la tavola, si fiondò sul piatto come se non mangiasse da giorni.
Narcissa si sedette accanto a lui e gli mostrò come servirsi del coltello. Bellatrix stavolta non protestò, non aveva nulla contro l'educazione, era la disciplina che non tollerava, pensava che avrebbe intralciato il potenziale del bambino. Che sua sorella si annoiasse pure a insegnargli come stare a tavola, lei si sarebbe riservata il compito di mostrargli come piantare i coltelli nella schiena dei nemici, a combattere!
Intercettò l'Elfo Domestico prima che lasciasse la sala e notò che Delphi non lo aveva morso solamente all'orecchio.
Avvertendo lo sguardo della padrona addosso, Ugriz si rattrappì in un patetico tentativo di sfuggirle.
Mostrami il braccio,” gli ordinò imperiosa.
Quello allungò timorosamente lo stecchino pallido segnato da diversi morsi.
Bellatrix sorrise compiaciuta. “Portali con orgoglio,” disse.
Narcissa si avvicinò per studiare la creatura. “Il morso più vecchio a quando risale?” indagò.
Un anno fa, mia signora,” rispose Ugriz, gli occhi bulbosi abbassati e il corpo scosso da un lieve tremore.
Non mentire, sanguinano ancora!” lo aggredì Bellatrix.
Non mento, mia signora... non guariscono.”
Bella, questo è molto strano,” s'irrigidì Narcissa. “Non ho mai sentito di nessun mago con un potere simile.”
Strano significava raro, forse unico, si rallegrò Bellatrix, il Signore Oscuro avrebbe gradito. Una volta concretizzato il piano per farlo evadere, l'avrebbe coperta di onori grazie all'Erede. Forse, però, c'era un modo per avere un anticipo di quanto tanto dolorosamente agognava.
Il Signore Oscuro deve sapere, porterò Delphi ad Azkaban,” decise, già esaltata e pronta a partire.
Neppure vide l'espressione inorridita della sorella.
Non puoi,” le ricordò con fermezza.
Non posso?” rise Bellatrix. “Delphi è abbastanza grande da esprimere il desiderio di conoscere il padre. Pensi che quelle mammolette di Potter e di Shacklebolt si opporranno a un tenero bimbetto?”
Narcissa impallidì, le braccia tese lungo il corpo come quelle di una salma.
Non oserai... metterai Delphi in pericolo se rivelerai la verità, ci metterai tutti in pericolo! Ti ricordo che Lucius è scampato ad Azkaban solo grazie all'intercessione di Potter!”
Bellatrix si morse la lingua, avrebbe voluto risponderle chiaro e tondo quel che pensava di quel vigliacco voltagabbana del cognato, ma amava troppo la sorella e lei, purtroppo, amava Lucius, anche se non aveva mai capito cosa ci trovasse in lui.
Lo porterò da Rod,” la tranquillizzò, sfiorando mentalmente la bacchetta. “Non sono una sciocca, Cissy. Ti ricordo che Delphi è un Metamorfomagus, una volta dentro assumerà le sembianze di una guardia. Sarà facile... anche troppo.”
Narcissa scosse la testa, preda del panico.
È troppo piccolo, si tradirà!”
Bellatrix aveva già deciso e la ignorò. Ordinò al figlio di posare la forchetta, perché doveva parlargli immediatamente.
No!” le rispose quello. “Sto mangiando, adesso.”
Lo prese per il polso e lo costrinse a guardarla.
Hai carattere, piccolo,” disse orgogliosa. “Ora ascolta. Conoscerai tuo padre, sei contento?”
Delphi alzò le spalle.
Tutto qui?” domandò delusa.
Nel posto dove sta ci saranno altri bambini?”
Bellatrix sospirò, ancora quella storia!
Tuo padre è in carcere e i minorenni non vengono più rinchiusi ad Azkaban dalla fine della Seconda Guerra Magica.”
Delphi sporse il labbro inferiore.
Non è giusto!” dichiarò.
Non lo è e quando il Signore Oscuro tornerà al potere cambieremo questa assurda regola e le celle si riempiranno di Sanguesporco e Babbani di ogni età!”
Gli occhi del bambino brillarono.
Così potrò giocare con loro!”
Il cuore di Bellatrix perse un colpo, mollò il polso del figlio e lo guardò inorridita.
Ha quattro anni, Bella. Se, per miracolo, riuscisse ad arrivare fino alla cella del Signore Oscuro, vuoi davvero che parli con lui?” colse al volo l'occasione Narcissa. Per un istante, Bellatrix l'odiò, ma la delusione stemperò in fretta la rabbia e a malincuore si dichiarò sconfitta. Delphi non era ancora pronto.
Mamma?” la chiamò, strattonandole la veste.
Cosa vuoi?” reagì senza preoccuparsi di addolcire il tono e lui non si lasciò minimamente intimorire.
Voglio conoscere altri bambini. Ora,” dichiarò, lo sguardo determinato: era pronto a dare battaglia, il suo piccolo Erede.
Bellatrix gli accarezzò la guancia paffuta, indugiando con le dita sulle piccole labbra. Sentì che stringeva i denti, la mascella era irrigidita.
Non c'è nessuno alla tua altezza e mai ci sarà,” gli disse, spiegando la mano e afferrandogli saldamente il viso.



Ehilà. Prevedevo di scrivere in un unico capitolo di Delphi e Teddy quattrenni, ma poi mi sono fatta prendere la mano e il testo si è allungato. Nella mia fanfiction Delphi somiglia fisicamente a Remus, da Tonks ha ereditato, oltre ai poteri, il carattere, che una madre come Bellatrix e la mancanza di disciplina stanno esasperando. Se le dinamiche della storia non sono chiare domandate, ho la tendenza a dare per scontato troppe cose. Nel prossimo capitolo conosceremo Teddy quattrenne, a presto.
Fri
   
 
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