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Autore: midnight_light    19/01/2017    0 recensioni
Non ha paura di me. Non si è scomposta minimamente da quando mi ha visto.
Strano, di solito le persone mi additano e mi guardano con odio, ma lei no. Lei mi guarda con ingenua e sincera gratitudine.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Se non fosse per te
 
- Prima parte -
 
Solo una cosa ho capito stando in guerra: ti cambia.
Ti segna da dentro, va a scavare nel profondo della psiche umana e ne fa riemergere i più antichi istinti dell’essere umano, sopiti da tempo nella parte più remota del cervello.
Plasma l’anima come le pare e piace.
Ma forse un lato positivo -se così si può chiamare- ce l’ha. Mostra il vero essere delle persone, se sono forti o deboli, coraggiosi o codardi, se tengono di più alla loro vita o se sono disposti a sacrificarla per gli altri.
Ho visto molti ninja che si reputavano i più leali verso il proprio Paese, scappare via col volto contratto dal terrore, o peggio, uccidersi dal terrore.
I più buoni di cuore si sono trasformati in assassini spietati, fuori controllo; e chi si pensava avrebbe pensato a sé, è stato il primo a salvare gli altri.
Neji è uno di quelli che ha sacrificato la propria vita per gli altri.
Ha sacrificato la propria vita per proteggere me.
Io, che in quel momento stavo solo pensando a proteggere Naruto, non mi ero accorta di nulla.
Io, che sarei dovuta essere al suo posto.
Invece è morto lui, che non se lo meritava.
Lui, l’unico degno a diventare il futuro capo del Clan Hyuga, non c’è più a causa mia.
E insieme a lui, sono scomparsa anch’io.
 
Un cielo plumbeo sovrasta Konoha questa mattina.
Il cimitero non è mai stato più tetro, con questo silenzio insopportabile e la pioggia che poco a poco rende ancora più grigio questo paesaggio.
Una prima goccia solitaria cade sul marmo bianco che è la tomba di Neji, poi viene seguita dalla seconda e dalla terza, finché non ci ritroviamo sotto una fitta cascata di lacrime, che anche le nuvole versano per la sua perdita.
Il suono delle campane viene coperto dallo scroscio d’acqua.
Mi giro un momento verso gli altri: sono tante le persone venute a commemorare la sua morte. Un mare di abiti neri.
Mi chiedo in quanti provino davvero dispiacere per la sua scomparsa; alla fine, è un morto su un milione.
“Ha fatto solo il suo dovere”, è questo che alcuni, o forse tutti, pensano.
Ma lui non era come tutti gli altri, ma questo nessun altro può saperlo, può comprenderlo…e mi fa male, fa male sapere che quando riparleranno di questa guerra nomineranno solo un’enorme massa e non le singole persone.
Non so perché, ma mi fa rabbia tutto questo.
Alla mia destra, un poco più lontano da me, c’è mio padre. Agli occhi degli altri, il suo sguardo fisso sul nome di suo nipote potrebbe essere scambiato per fierezza, perché un ninja morto in battaglia da molto più onore alla sua casata, ma in realtà è assente, sta guardando nel vuoto.
Aveva lo stesso sguardo quando è morta mia madre. Me lo ricordo bene, perché quel giorno cambiò completamente, da allora ha assunto un atteggiamento freddo e distaccato e non ha più permesso a nessuno, a meno che non fosse un familiare, di entrare in casa. Ha chiuso le porte a tutti, lasciando fuori anche tutta la felicità e la gioia che mia madre aveva portato dentro il suo cuore, e così, da quel giorno, si è reso immune da qualsiasi altro dolore. Perché non c’è dolore più grande del perdere la persona che ami.
Ho sofferto anch’ io per la sua perdita, ma alla fine ero solo una bambina che in quel momento aveva bisogno di suo padre, che le stesse accanto, e le dicesse che sarebbe andato tutto bene.
Invece lo vedevo assente, faceva anche fatica a guardarmi in faccia; né un gesto né una parola di conforto… ed ero arrabbiata con lui, perché non capivo! Non riuscivo a comprendere perché mi evitasse e perché, le poche volte in cui lo faceva, mi parlasse così duramente… come se la perdita di mia madre fosse stata per causa mia. Vedevo che il dolore lo stava logorando ma non riuscivo a capire quanto fosse grande questo dolore… ma adesso lo so, perchè lo sto sperimentando da me.
La perdita di chi ami ti lascia dentro un vuoto che nessun altro potrà mai colmare.
Mio padre era già morto prima, e adesso? Come ne uscirà?
Come ne uscirò io?
Sono completamente impotente.
 
Capisco che la cerimonia è finita solo quando sento suonare una campana.
Tutti cominciano a muoversi e ad avvicinarsi intorno a me e a mio padre, e solo adesso mi rendo conto di quante persone ci siano effettivamente e non so perché ma mi sento così… strana, insofferente…
 
Che cos’è questa pressione che sento sul cuore?
Tutto comincia a sembrarmi troppo stretto, anche se sono all’aperto.
Ci sono troppe persone, troppe facce ipocrite che si fingono dispiaciute… li odio. Tutti loro, li odio.
Mi accorgo all’improvviso che sento solo il mio respiro e il mio cuore che batte troppo velocemente, lo sento nelle orecchie.
Le persone mi accerchiano, probabilmente mi stanno facendo le condoglianze, e probabilmente le mie labbra si saranno schiuse automaticamente solo per ringraziarle; ma non ne sono neanche tanto sicura, non ho più il controllo di nulla… è tutto troppo ovattato, tutto troppo opprimente… basta, basta, basta! Me ne devo andare!
 
Mi libero dall’ennesimo gruppo che mi circonda e comincio a correre.
Via da tutto e da tutti.
Via da questa tomba bianca,
via da quel nome scolpito incancellabile nel marmo,
via dal senso di colpa,
e via da quegli occhi senza emozioni di mio padre, che mi guardano ma non mi vedono. “È colpa tua” mi urlano.
Lo so! È stata tutta colpa mia!
Neji è morto per me, e non potrò mai perdonarmelo!
 
-“Hinata!”- cavolo, non mi sente!
-“HINATA!”- urlo più forte.
Ha un attacco di panico, ed ha paura. Continua a correre veloce senza mai voltarsi indietro.
Ti prego Hinata… guardami.

 
*ANGOLO AUTRICE*
In mia discolpa, posso dire che la mia assenza è stata a causa di un rapimento alieno!
(ma quanto sono in vena di scherzare questa sera?) Magari fosse stato così… non so perchè, ma è dalla fine della scorsa estate che la mia ispirazione se n’è andata a farsi benedire, e ho ancora un capitolo e una storia da finire! Sono un disastro… ma con la promessa di risvegliarmi presto  da questo mio lungo letargo, vi lascio con questa piccola lunga one-shot; in cui parlo del profondo senso di colpa e turbamento che ha provato Hinata alla morte di Neji (un po’ depresso questo capitolo ma devo dire che mi piace). E indovinate chi sarà a consolarla…? Eh eh ewe.
Buona lettura e alla prossima!
(Buon 2017 a tutti <3)
   
 
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