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Autore: maryjay    20/01/2017    8 recensioni
Correva il mese di febbraio del 1785. La regina di Francia, Maria Antonietta, ha deciso di organizzare in occasione del Carnevale, una settimana di feste e di balli di corte, rigorosamente in maschera, ispirate al... Carnevale di Venezia! (Per chi avesse letto la mia storia precedente, tranquille), stavolta Oscar è la vera protagonista della storia! Quali insidie si nasconderanno fra maschere, pizzi, merletti e champagne? Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Axel von Fersen, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Giovedi pomeriggio:



 

"Il grande giorno è arrivato, il grande giorno finalmente è arrivato, come sono felice!!"- urlava Nanny precipitandosi da una stanza all'altra.

L'abito, i belletti, le forcine e la cipria. Portò tutto nella stanza del comandante Oscar.

"Ma che cos'è tutta questa eccitazione"- gli chiese Andrè che era appena entrato in casa.

"Ho fatto bene a cucirle quest' abito tanto tempo fà! Sapevo che un giorno o l'altro le sarebbe servito!"

"Ma di cosa parli nonna?"

"Oscar mi ha detto che questa sera andrà al ballo vestita da donna!"-rispose estasiata Nanny.

"Cosa? Oscar avrà un abito da sera?"- esclamò Andrè disorientato.

L'attendente prese a passeggiare nervosamente su e giù per il salone. Non era da Oscar una cosa del genere. Perchè lo stava facendo. O per chi?"

"Andrè, vieni a vedere!" -urlò la nonna dalla cima delle scale dopo un lasso di tempo che gli parve infinito.

Il giovane rimase attonito.

Più bella della dea Venere, avvolta in un sontuoso abito bianco, come il suo candore, che sfumava in riflessi cerulei. Un modello in stile odalisca. I capelli raccolti in un'acconciatura alta, completata da un grande fermaglio con una fila di zaffiri laterali che lasciavano posto a un grosso zaffiro nella parte centrale, analogo a quello del ciondolo della collana che portava. Una scollatura che lasciava scoperta buona parte della sua schiena perfetta, e una maschera, candida come l'abito, per permetterle di celare parte del suo viso e per accrescere il suo mistero, riccamente decorata con piume bianche che sfumavano anch'esse, sulle punte, in una tonalità di azzurro cielo, simile al colore degli occhi. E simile ai riflessi dei preziosi zaffiri che indossava. A completare il tutto, una coppia di armille in stile romano di raffinata manifattura che le coprivano buona parte dei polsi, decorate con due grandi pietre blu ovali, uno per bracciale.

Andrè rimase immobile, la bocca spalancata per tanto stupore.

"Allora Andrè, che te ne pare?"- sorrise lei, facendo una lenta e aggraziata giravolta.

"Sei... bellissima- bisigliò lui rapito- però...- aggiunse ricquistando lucidità- così sei troppo riconoscibile."

"Ma cosa dici, porto anche una maschera, non vedi?"

"Si, ma sei sempre Oscar! Io, ti riconoscerei al volo."

La splendida dama lo guardò perplessa.

"Devi indossare qualcos'altro, mascherarti di più. Devi... ci sono! Hai bisogno di una parrucca!"

"Una parrucca?"

"Proprio così! Nonna, puoi aiutarci?"

"Si Andrè, vedo cosa trovo di là. Torno subito"- rispose Nanny avviandosi verso un grande armadio.

"Eccomi qui, ho trovato queste" - disse la nonna, mostrando una parrucca bianca e un'altra castana, agghindate con acconciature alte e raffinate.

"Quella bianca è troppo finta, non è da te. Prova quella castana" -le consigliò Andrè.

L'intuito del giovane si rivelò esatto. Adesso Oscar era irriconoscibile.

"Mi raccomando Oscar, ricorda di muovere passi piccoli e aggraziati.- le raccomandò la nonna- Solleva l'abito in prossimità di scale e gradini poichè potresti inciampare, e..."

"La voce Oscar. Se non vuoi farti riconoscere da chi... ti conosce... cerca di modificare la tua voce. Usa un timbro più alto e...meno da militare"-concluse Andrè serio in viso.

Oscar abbassò lo sguardo. Perchè quel monito, aveva forse capito tutto?

"Va bene - sussurrò.- Andrè tu verrai con me, vero? Ho provveduto a procurarti degli abiti adatti e una maschera."

"In che senso?"

"Nel senso che ti spaccerai per un nobile mascherato. Chi vuoi che ti riconosca?"- le disse lei strizzandole un occhio.

"Va bene Oscar. Ti ringrazio."

Adesso era un pò più tranquillo. Quantomeno avrebbe potuto vegliare su di lei.

 

Come prestabilito, il loro ingresso al ballo avvenne separatamente. Oscar per prima, lui poco dopo. Andrè rimase stupito, quel ballo era ancora più sontuoso di quanto potesse immaginare! E per quella notte, lui, grazie ad Oscar, avrebbe potuto fingere di essere un nobile, e godere di privilegi lui preclusi. Avrebbe dovuto gioirne, ma gli tornarono in mente le ultime parole di Oscar- "Andrè, non starmi troppo vicino stasera, poichè temo che possano riconoscerci. E io non voglio, per nessun motivo, intesi?"

Nonostante il tono dispiaciuto con cui Oscar aveva pronunciato tali parole, nulla cambiava il significato di quanto udito. Non lo voleva fra i piedi. Semplice.

Non le aveva però vietato di vegliare su di lei. E allora, sarebbe stato un angelo custode che silenziosamente l'avrebbe guardata a debita distanza- pensò il ragazzo.

Peccato che non appena entrò nella sala degli specchi, l'ebbe già persa di vista. La sala era gremita di nobili esageratamente agghindati e mascherati. Tutto così scintillante, così lussuoso.

La festa procedeva meravigliosamente, fra brindisi, balli e divertimento.

Eppure un uomo tra la folla, non sembrava divertirsi. Alto, le spalle larghe, abiti color crema di finissima manifattura decorati da ricami dorati. Una maschera scura dai riflessi aurei, che esaltava due occhi chiari, color indaco. I capelli dai riflessi cenere acconciati in un taglio corto, ribelle, che lo faceva apparire spregiudicato. E irresistibile. Nonostante le donne facessero letteralmente la fila per poter anche solo parlare con lui, le sue labbra erano piegate in una smorfia ora di noia, ora di malinconia.

"Vogliate scusarmi signore"- si congedò, dirigendosi verso un balcone.

E lì la sua vista fu catturata dalla sagoma di una splendida dama. Un abito maestoso fra il rosa e il lilla, capelli biondi raccolti in un'acconciatura molto elaborata. Regale. La donna si voltò, e lì entrambi rimasero a bocca aperta. A nulla servirono le maschere-

"Ma... ma siete?" Ripeterono in coro.

Sembrava un dejavù, e invece...

"Hans? Siete Hans?" -chiese la donna sconvolta.

"Si sono io... mia regina."-rispose lui inchinandosi.

"Oh, Hans!- esclamò lei avvicinandosi. Lui le andò incontro e lei lo avvolse in un abbraccio- Hans, quanto mi siete mancato! Tutto ciò non ricorda anche a voi..?"

"Si mia regina. Il ballo in maschera del 1774. Il ballo in cui ci siamo incontrati per la prima volta. Purtroppo o per fortuna."

"Oh Hans, non ditemi così, vi prego!"- lo implorò amareggiata, mentre alcune lacrime la tradirono.

"No, non mpiangete maestà"!-rispose dispiaciuto, stringendola ancor di più.

"Non possiamo stare qui, in questo modo. È pericoloso, soprattutto per voi mia regina."-aggiunse.

"Avete... avete ragione conte- si asciugò le lacrime con un candido fazzoletto- devo tornare in sala. Buona serata."

E la guardò allontanasi, fin quando la sua silouette si confuse con la folla nella sala. E la morte nel cuore.

Fersen rimase per un pò a mirare le stelle, con lo sguardo mesto, ma poi convenne che era meglio rientrare e cercare di godersi la festa, magari chissà, avrebbe incontrato la donna della sua vita! - disse sè stesso, ridendone subito dopo.

 

Nonostante il bel conte svedese fosse impegnato nel divincolarsi dalle numerose donne che gli si erano letteralmente appiccicate addosso, fu colpito dalla bellezza ultraterrena di una donna in particolare. I capelli castani, raccolti in un'acconciatura alta, ricercata, ma non pacchiana come ne aveva visto quella sera. Un abito di candida seta dai riflessi cerulei... eterea!

Si divincolò dalle donnine che gli ronzavano intorno, e si diresse in direzione di quella splendida sconosciuta. Stava per cominciare un minuetto, e si affrettò per non farsela scappare, giungendo appena dietro di lei.

"Madam? Mi concedete questo ballo?"

Oscar si irrigidì. Quella voce calda e suadente, armonica e ben temperata... altri non poteva essere che... si voltò, e la vista di quel cavaliere alto, dalle spalle larghe, il sorriso elegante, i capelli color cenere con ciocche ribelli e quegli occhi luminosi evidenziati da una maschera nera e dorata che portava, le impurpurò le guance.

Hans rimase abbagliato dal fascino di quella dama. Indossava una maschera candida come l'abito, riccamente decorata con piume bianche che ne esaltavano e ne ingrandivano la forma. Le piume inoltre, sfumavano sulle punte in una tonalità di azzurro cielo, simile al colore degli occhi di quella bellissima donna, che silenziosamente, poggiò la mano su quella aperta di lui tesa ad invito.

Per tutto il ballo il conte non tolse gli occhi di dosso dalla sua dama. Un connubio di bellezza ed eleganza fuori dal comune.

"Ci conosciamo per caso?"

Oscar distolse lo sguardo, trovandosi in notevole difficoltà.

"Ho come l'impressione di avervi già visto, ma francamente non ricordo quando. O dove."

Oscar rispose di no con la testa.

"Aah, ma cosa dico! Se avessi già visto una creatura incantevole come voi, me ne sarei certamente ricordato! Perdonatemi."- le sussurrò suadente.

Oscar arrossì. Com'era diverso l'atteggiamento di Hans rispetto al modo cui si poneva con lei normalmente.

Il ballo finì, e prima che qualche altro cavaliere potesse sottrargliela per il ballo successivo-

"Avrei piacere di conversare un pò con voi, mia splendida dama bianca, e di... prese al volo due calici di champagne dal vassoio che reggeva un cameriere che gli passò accanto- fare un brindisi con voi" - le disse porgendole l'altro calice.

La dama bianca annuì.

"Allora, a noi due"- brindò sagace Fersen, seguito da Oscar. Le porse l'avambraccio e si diressero verso una delle terrazze più defilate. L'aria pungente rinfrescò le gote calde di Oscar. Sembrava un sogno: lei vestita da principessa, in compagnia dell'uomo che le faceva battere il cuore. Da soli, su una terrazza al chiaro di luna. Tutto così romantico...

"Avete freddo madam?" - chiese Fersen, notando che la dama bianca sfregava lievemente le mani sulle sue braccia nude in movimenti rapidi e brevi.

"Eccovi. Così starete al caldo- le sussurrò il conte che spogliatosi della sua giacca gliela posò delicatamente sulle spalle. Oscar fu investita da un profumo inebriante. Il suo profumo.

"Vi ringrazio" - sussurrò ancora confusa da quella fragranza e dal tocco lascivo della seta della giacca sulla sua pelle.

"Sapete madam, una volta, a un ballo in maschera di tanti anni fà, conobbi una donna bellissima. In maschera, come voi. -un velo di malinconia nelle sue parole- Ma la sorpresa più grande fu quando ebbi la sfrontatezza di levarle la maschera dal viso. Era ancora più bella."-sorrise malinconico, alzando gli occhi al cielo e ricordando il visino fresco e giovane della sua donna.

"Non oserete fare altrettanto con me?"- insinuò preoccupata la dama bianca aumentanto la presa sul colletto della giacca che stava per scivolarle.

"No, anche perchè andrei contro le regole di questo ballo. -tutti gli invitati devono essere in maschera- A meno che, voi non siate protetta da una donna valorosa che veste da uomo" - sorrise lui.

La dama bianca restò di sasso. Che l'avesse riconosciuta? Con la parrucca poi? Era impossibile!

Le mancò il fiato, ma cercò di riprendersi. - "Non capisco..."

"Parlavo del comandante Oscar, lo conoscete?"

La dama bianca oscillò la testa a destra e a manca, come a dissentire.

"Veste da uomo, ma in realtà è una donna molto elegante, colta e decisa. Darebbe la vita per i suoi ideali! Di solito nasconde il suo corpo sacrificandolo dentro un’uniforme, ma credo che sia bella almeno quanto voi. Ha due occhi azzurri come i vostri, ma dei lunghi boccoli color oro" -decantò appassionato. (1)
La dama bianca sorrise. Che belle parole aveva dispensato per lei, e in maniera disinteressata! Allora forse anche lui provava qualcosa...

"Ad ogni modo, non dovreste fare simili confidenze ad una sconosciuta -lo ammonì velatamente- Potrebbe esserci chiunque sotto questa maschera. Persino... una traditrice." (2)

Fersen la guardò stupito. Che animo nobile e generoso possedeva quella dama.

"Avete... avete ragione. È che, più vi guardo negli occhi, più mi ispirate fiducia. Non so perchè, ma mi viene spontaneo. E mi sento a mio agio."

La dama bianca sorrise delicatamente. Beato lui che si sentiva a suo agio; perchè lei era molto nervosa. Era felice di trovarsi li, con l'uomo di cui era innamorata, che sembrava riempirla di attenzioni, eppure il cuore le batteva velocissimo, sentiva le guance andarle a fuoco e non aveva neanche il coraggio di guardarlo dritto nei suoi splendidi occhi.

"Come vi chiamate?"- gli chiese lei cercando di impostare una voce più auta ma gradevole, anche se ormai, dopo quel racconto, non aveva dubbi sull'identità del suo romantico cavaliere.

Un iniziale esitazione, poi l'uomo: "Dato che in molti nascondono la loro identità, per stanotte mi spaccio per Jack, (3) . Ma a voi, che reputo speciale, voglio rivelare la mia vera identità. Mi chiamo Hans, Hans Axel von Fersen."- le confessò, allontanando la maschera dal suo volto, e mostrandosi in tutta la sua bellezza.

Allora ci aveva visto giusto! Le labbra di Oscar si schiusero in un'espressione stupita, mentre il cuore prese a batterle furiosamente.

"E voi, madam, come vi chiamate?"

"Oh, io... io mi chiamo O..."

Non seppe perchè, ma nell'udire quella vocale il conte aggrottò le sopracciglia.

"Odette. Mi chiamo Odette monsieur."

"Odette. È un nome delizioso e delicato. Come voi."

Rimasero a guardarsi, occhi negli occhi, poi Fersen senza rendersene conto avvicinò il suo viso a quello di lei.

"Vorrei tanto chiedervi il permesso di posare le mie labbra sulle vostre Odette, ma una forza misteriosa e ancestrale, mi attrae verso di voi"- le sussurrò, mentre lentamente le distanze si annullarono.




 

(1): ci aveva visto bene Andrè, con la storia della parrucca!

(2): Oscar si sente un pò una traditrice, perchè comunque gli sta mentendo.

(3): Jack come Giacomo Casanova.

 

 

Il ballo non si è ancora concluso, anzi... il conte al momento non sembra aver riconosciuto la nostra Oscar. Effettivamente con maschera e parrucca, oltre al fatto che nessuno l'aveva mai vista in abiti femminili, suppongo fosse molto difficile riconoscerla. Cosa accadrà? Grazie per il vostro sostegno e le vostre splendide recensioni, a presto! ;)

  
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