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Autore: Songbird97    21/01/2017    1 recensioni
La travagliata storia d'amore tra Cullen e l'Inquisitore durante il tempo di guerra che vede minacciato tutto il Thedas. Vi è attrazione tra i due ma essi desiderano cose diverse e ciò li porterà a conoscersi e ad intraprendere un viaggio di incertezze e insicurezze, oltre che a collaborare per sconfiggere il famigerato Magister Corypehus e il suo scagnozzo Samson. La storia contiene variazioni rispetto al videogioco per scelta personale.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blackwall, Cullen, Inquisitore, Josephine Montilyet, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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..Ormai è tardi, Blackwall... non posso adempiere alla tua richiesta, mi dispiace..”, le parole di Charleene risuonavano ancora nella mente del Custode, come se gliele ripetesse all'infinito e ogni volta era una sofferenza che ricominciava in un circolo perenne di infelicità e sconforto. La sua costante insicurezza e la sua vincolante indecisione gli avevano impedito di possedere la creatura più bella di tutto il Thedas. Aveva aspettato troppo a lungo e, ora, lei gli aveva voltato le spalle, forse per sempre.
Mentre l'Inquisizione compiva il suo viaggio di ritorno verso Skyhold, egli non poté più in un certo senso capire perché facesse ancora parte di essa: certo, la causa per cui si combatteva era degna di rispetto ed onore, quanto basta per seguirla, anche con orgoglio, ma ormai Blackwall aveva perso quella convinzione. I sentimenti che sentiva nei confronti dell'Inquisitore, ora non più corrisposti, lo avevano deviato dal motivo originario per il quale aveva deciso di aiutare a sconfiggere il male che Corypheus stava recando a tutto il mondo. Era sempre più convinto che l'Inquisizione potesse fare a meno di lui, ma d'altro canto non se la sentiva ancora di mollare ogni cosa: voleva comunque combattere, il suo essere un guerriero, alla fine, glielo comandava! No, non era ancora il momento di andarsene e, anche se il probabile amore della sua vita lo aveva rifiutato definitivamente, lui doveva rimanere concentrato e professionale.

Non devo lasciare che i miei sentimenti mi offuschino la mente! Non lo permetterò!

E così riuscì a fare, almeno per un po' di giorni, giorni durante i quali tutta Skyhold era in fermento, dato che ognuno si stava preparando per andare in battaglia: era quasi giunto il momento di assediare la Fortezza dei Custodi di Adamant, nella quale l'ordine era sospettato di ricorrere alla magia del sangue per creare un esercito di demoni al seguito di Corypheus.
L'Inquisitore aveva richiesto nuovamente la sua presenza, in quanto fosse egli stesso un Custode, ma anche perché lui l'aveva pregata di portarla con sé: desiderava più che mai fermare quell'oscenità, quasi incredulo che l'onore del suo amato ordine fosse andato in malora a causa delle lusinghe dell'Antico.
Il giorno della partenza arrivò: il sole era stranamente coperto da nuvole alquanto scure, che di certo non promettevano un clima piacevole, come se la stessa Andraste fosse in subbuglio per ciò che si stava per compiere a pochi giorni di cammino. Blackwall stava per unirsi al resto del gruppo, che in questo caso comprendeva, oltre a lui, il nano Varric, il quale insistette per venire, data la presenza del mago Hawke, e il mago Dorian, ovviamente: ormai egli era una presenza fissa al fianco dell'Inquisitore. Certamente, logisticamente parlando, tale gruppo non era una delle formazioni migliori visto che Blackwall si sarebbe trovato solo in prima linea a dover combattere, ma comunque sentiva che avrebbe avuto sempre ed in ogni momento le spalle coperte. Il Custode si sentiva carico, pronto alla battaglia, ma non poteva mai essere preparato a ciò che vide poco prima che l'Inquisizione si mettesse in marcia: probabilmente pensando di non essere visti, Charleene e il Comandante Cullen si erano defilati dal resto dell'esercito per parlare privatamente. Colto dalla curiosità e, lo dovette ammettere, anche da un pizzico di gelosia, Blackwall non riuscì a trattenersi e volette origliare il loro breve colloquio.

“Sei certa che tale strategia funzionerà? La fortezza di Adamant ha resistito per secoli a numerosi assedi ed attacchi; è praticamente inespugnabile.”

Le permette di darle del tu.. proprio come temevo... Lo sconforto stava già prendendo piede nell'animo del Custode.

“Quali altre alternative abbiamo? Questo è l'unico modo!”

“NO! Ci deve essere qualcos'altro a cui possiamo pensare, un altro metodo di attacco che non ti veda in prima linea, non appena riusciremo a sfondare le porte della fortezza.”

“Cullen..”, l'elfa non aggiunse altro e, semplicemente, lo strinse a sé, “apprezzo la tua preoccupazione, ma stai tranquillo, non ho intenzione di morire in questa battaglia. Starò attenta, promesso.”

Lo guardò direttamente negli occhi, cercando di rassicurarlo e lui, come conferma di questo suo intento, la baciò in fronte, prima di dire: “Per favore, stai attenta.”

“Anche tu.”

Si scambiarono un lieve e veloce bacio prima di ricongiungersi al resto dell'esercito e dare inizio al viaggio.
Blackwall assistette a tutta la scena e, man mano che ascoltava e vedeva, sentì il proprio cuore sgretolarsi sempre più in mille pezzi: a causa delle sue continue insicurezze, un altro uomo era arrivato a catturare le attenzioni e gli affetti di Charleene. Insieme alla disperazione, egli sentì anche ribollire dentro di sé una rabbia che rischiava di divenire incontrollabile.

Sono un IDIOTA! É tutta colpa mia!

Sbattè più volte i pugni contro la trave di legno dietro la quale si era nascosto per udire la conversazione appena avvenuta, dopodiché ebbe come un'illuminazione, come se finalmente le due parti che combattevano al suo interno fossero giunte ad un accordo: non poteva accettare di perderla!

La amo troppo per lasciarla andare. La riconquisterò! Posso ancora riuscirci!

Inoltre, non poteva esserci occasione migliore del combattere fianco a fianco in un'ardua impresa come l'assedio ad Adamant: standole accanto in battaglia, magari anche cercando di salvarla e coprirle le spalle a sua volta, l'elfa si sarebbe ricreduta sui propri sentimenti.

Una cosa è certa: il suo bel Comandante non potrà stare con lei, visto che deve dirigere le altre truppe. É la mia occasione!

L'Inquisizione si mise finalmente in viaggio, ovviamente Charleene era in testa insieme ai propri consiglieri: questo includeva anche Cullen e al Custode, marciando poco dietro di loro, non sfuggì i continui sguardi che i due si lanciavano e i brevi sfioramenti delle loro mani. Ciò non fece che aumentare la frustrazione e la gelosia in Blackwall, tant'è che non riuscì ad attendere la battaglia per poter dimostrare quanto tenesse all'elfa: decise piuttosto di cercare di parlarle di nuovo una sera, nel momento in cui si sarebbero accampati per la notte.
Per sua fortuna, riuscì a cogliere l'Inquisitore in un attimo di tranquillità, dove lei si trovava sola ad ammirare la steppa sconfinata che li circondava. Con cautela le si avvicinò, annunciandosi in modo da non spaventarla.

“Potrei scambiare due parole con voi, Lady Inquisitore?”

Lui vide che nello sguardo di quei grandi occhi turchesi vi era ancora qualche traccia di freddezza e risentimento: lei non sopportava ancora del tutto l'idea di trovarsi sola con lui, per cui Blackwall capì che doveva scegliere con massima attenzione le sue prossime parole, nel caso lei avesse acconsentito.

“D'accordo, ma sii rapido.”

Phew.. poteva andare peggio.

“Vorrei, tuttavia, premettere che non è una questione riguardante l'Inquisizione.”

“Pensavo avessimo chiarito tutto al Palazzo d'Inverno.”

“É quello che credevo anche io, ma..”, esitò, prendendo tempo al fine di trovare le parole giuste che non la facessero allontanare nuovamente da lui, “..non riesco a non pensare a voi. Ogni secondo di ogni giorno rimprovero me stesso per aver lasciato che le mie insicurezze mi abbiano portato via da voi. Non immaginate quanto io me ne penta e vorrei rimediare perché, ora più che mai, sono sicuro di quello che provo per voi e non rinuncerò facilmente.”
Un profondo sospiro lasciò le sue labbra, come se finalmente un enorme peso se ne fosse andato. Tuttavia, lei si limitò a guardarlo per un tempo che sembrò infinito, gli occhi che incominciarono a farsi lucidi.

Ecco, mi sono espresso male di nuovo: riesco solo a farla soffrire.

Lei gli diede le spalle, presumibilmente perché non voleva che lui la vedesse crollare in lacrime, sebbene lei fu in grado di formulare una semplice domanda, senza voltarsi:

“Perché arrivi sempre nei momenti sbagliati?”

Lui non seppe come replicare, per cui lei si girò, portandosi a pochi centimetri da lui, gli occhi così furenti, ma allo stesso che minacciavano di sgorgare lacrime da un momento all'altro, e prosegì il discorso:

“Perché mi dici questo ora? Dove nascondevi tali parole quando io ero disposta a tutto per stare con te?! Ho avuto molta pazienza con te, Blackwall, ma ormai l'ho esaurita. Sono andata avanti, sia perché ho un dovere da svolgere per conto di questa dannata Inquisizione, per colpa di questo stupido marchio, sia perché io voglio un vero uomo accanto a me, che mi aiuti nei momenti difficili e che mi sostenga; un uomo che sappia essere deciso quando vede che io dubito di me stessa e del mio ruolo. Ora ho capito che quell'uomo non sei tu! Hai tirato troppo la corda mentre giocavi <>, <>. Sono stanca di tutto questo, Blackwall! Sono stanca di te!”

Charleene fece per andarsene, ma lui l'afferrò per il polso e la tirò a sé, unendo le loro labbra in un bacio duro e forzato. Ciò colse l'elfa di sorpresa, ma non passò molto prima che si staccasse da lui e gli diede un forte schiaffo sulla guancia.

“Amo un altro, probabilmente da ancor prima di provare attrazione per te. Non osare più toccarmi!”

“Cos'ha il Comandante che io non ho?”, vide gli occhi lei sbarrarsi per un breve istante, “Oh sì, so che è lui <>, vi ho visti due giorni fa a Skyhold prima di partire.”

“Quindi mi spii pure adesso? Lasciami in pace, Blackwall.”

“Non mi hai risposto!! Cos'ha lui più di me? RISPONDIMI!”

“Non rivolgerti a me con questa confidenza e, per tua informazione, anche lui ha i suoi tormenti, ma non ha esitato a parlarmene e insieme stiamo cercando di risolverli. Inoltre, lui ci tiene veramente e capisce quando non devo stare sola con il mio dolore e con i miei pensieri.”

“Bah! É questo è bastato perché tu scegliessi lui? Sembra quasi che tu ti sia accollata un altro peso.”

“Non potrei mai esserle un peso, è l'ultima cosa che vorrei.”, una terza voce entrò nel discorso ed essa apparteneva al Comandante, il quale aveva sentito la ormai animata discussione tra i due e non resistette a non intervenire, dato che era stato tirato in causa e comunque visto che un altro uomo stava infastidendo la propria amata. Cullen si mise tra lui e Charleene, offrendole il proprio sostegno e protezione e, infatti, lei si avvinghiò al suo braccio, in segno di aiuto e supporto, un senso di tranquillità che iniziava già a diffondersi in lei, ora che il suo uomo, il suo eroe era lì.

“Se non vi dispiace, Comandante, questa è una conversazione privata”, affermò il Custode, un ghigno d'indignazione che gli segnava il volto.

“Non credo, visto che avete pronunciato il mio nome e voglio essere franco con voi: se sfiorerete anche solo un capello alla mia Charleene, non esiterò a farvi molto del male.”

“Io non rinuncerò così facilmente a lei: io l'amo!”

“Ma mi sembra di capire che lei non vi ricambi, per cui non vedo altra soluzione se non quella in cui voi la – anzi, ci – lasciate in pace.”

“Ho scelto lui, Blackwall, perché mi rende felice, nonostante la situazione nella quale ci troviamo. Per cui, se dici davvero di amarmi, lasciami essere felice, ti prego! Vedrai che troverai anche tu qualcu--”

“IO VOGLIO VOI E NESSUN ALTRO!”

Accecato ormai dalla rabbia, il Custode sfoderò la sua spada, imitato all'istante dal Comandante.

“Stai indietro, Charleene!”, Cullen spinse lontano da sé l'elfa, in modo da avere agio di prepararsi all'imminente duello.

“Non dovremmo combattere tra di noi, non sono io il vostro nemico, Custode Blackwall.”

“Oh, sì che lo siete, magari non nell'Inquisizione, ma siete il mio rivale in amore e questo mi è sufficiente!”

Detto questo, fu il primo ad attaccare, ma il Comandante parò senza problemi, intuendo perfettamente la mossa dell'altro e rispose con un'ulteriore serie di fendenti che fecero indietreggiare il Custode. Tuttavia, quest'ultimo non si perse d'animo e non permise che nessuno degli attacchi di Cullen andassero a segno. Finalmente vide uno spazio nella difesa del suo avversario e ne approfittò, graffiandogli il fianco; il Comandante barcollò per un breve istante, ma si ricompose quasi immediatamente e non si arrese ancora. Fu un duello ricco di tensione, mai una volta ci fu un attimo di stallo tra i due: era un continuo scambio di attacco-difesa che non sembrava giungere a nessuna conclusione.
Charleene rimase pietrificata ad osservare la scena, gli occhi sbarrati e le gambe che non avevano intenzione di muoversi; ormai entrambi gli uomini respiravano pesantemente per lo sforzo ed erano pieni di piccoli tagli per tutto il corpo. Doveva porre fine a tutto questo e, finalmente ripresasi da quel momento di immobilità, le venne in mente un unico modo per risolvere la faccenda: si accorse che teneva nella tasca del suo mantello ancora una bomba fumogena che decise di scagliare in mezzo ai due duellanti, in modo che la loro vista si offuscasse quanto bastava affinché lei potesse disarmali, grazie alle sue notevoli velocità e furtività da elfo. Non appena il fumo si dissipò nell'aria, sia Blackwall che Cullen la osservarono stupiti.

“Ora basta! Vi prego, di problemi ce ne sono già abbastanza. Ora, in quanto Inquisitore, vi dico io come sistemare una volta per tutte questa storia, e ve lo dico come un ordine, intesi?”

Li guardò aspettandosi una risposta o comunque un segno di assenso da parte d entrambi, il quale da parte del Comandante non tardò ad arrivare, mentre richiese più tempo da parte del Custode, anche se alla fin fine cedette anch'egli.

“Custode Blackwall, dato il vostro coinvolgimento troppo emotivo, vi ordino di fare ritorno a Skyhold con un messaggero e un piccolo gruppo di soldati, e al vostro posto voglio che venga mandata la Cercatrice Cassandra. Forse, nel frattempo che noi compiremo la nostra missione ad Adamant, voi avrete il tempo per schiarirvi le idee. Infine, se al rientro da questa battaglia, voi tenterete nuovamente di approcciarmi per motivi che non concernano esclusivamente l'Inquisizione, non esiterò a bandirvi da essa, per quanto mi dispiacerebbe perdere un valoroso alleato come voi. É tutto chiaro?”

Il Custode stentò a credere che lei intendesse davvero tutto quello che aveva appena detto, ma non volle peggiorare ulteriormente la situazione, per cui fece un cenno col capo per far capire che aveva inteso perfettamente gli ordini impartitigli.

“Come Lady Inquisitore desidera.”

Non aggiunse altro e si mise subito in viaggio di ritorno: ciò che aveva pianificato era andato già in fumo prima ancora che lo mettesse in atto e tutto perché non ebbe abbastanza pazienza.

Stupido! Si sa che i fatti parlano più delle parole stesse. Perché non ho aspettato? Ora l'ho davvero persa.

Ma, nonostante tutto, non voleva ancora cedere, come se ormai l'amore che provava per l'elfa lo avesse posseduto completamente.

Lei sarà mia.


N/A: chiedo scusa se questo capitolo è leggermente più corto di altri, ma sono nel bel mezzo della sessione d'esami e in più sto avendo una sorta di "blocco dello scrittore" su come continuare. Quindi se qualcuno avesse idee, proposte, consigli, me lo faccia sapere con una recensione, grazie mille e spero vi sia piaciuto il capitolo!!
 

   
 
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