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Autore: xxlili_luna    21/01/2017    2 recensioni
Lord Voldemort non è mai esistito, i genitori di Harry sono ancora vivi. Hermione e Draco si sono sempre odiati e insultati. Ma se sotto quegli insulti e quelle occhiataccie si fosse per tutto il tempo nascosto qualcosa di più? Durante l'estate, in cui saranno costretti a passare insieme si renderanno conto di provare qualcosa l'uno per l'altro. I due si sforzano di mantenere la loro relazione segreta ma qualcuno li scoprirà. Malfoy riuscirà a confessare veramente cosa prova per lei e cambierà, oppure rimarrà il solito?
Dal testo:
- Cosa vuoi, Malfoy?
- Rilassati Granger, voglio solo prendere un bicchiere d'acqua, come te. - rispose sorpassandomi e prendendo effettivamente un bicchiere. Mi voltai feci per andarmene quando sentì la voce di Malfoy dietro di me. - Comunque bel pigiama. - disse mi voltai e lo vidi appoggiato al bancone che mi squadrava. Arrossí violentemente [..] e me ne tornai in camera mia.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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SCOMODE VERITÀ E GIOCHI DEL SILENZIO
Pov Draco
Camera sua e di Hermione
Era passato un solo giorno da quando avevo promesso alla Granger che non avrei detto una sola parola a Lenticchia, e già me ne stavo pentendo. Volevo farlo, volevo dirglielo, ma in qualche modo c'era qualcosa che mi frenava ogni volta che ci provavo. Ora ero seduto sul letto, in attesa che la ragazza uscisse dal bagno. Dovevano prepararci per andare sulla spiaggia con i nostri genitori e le avevo lasciato il primo turno, dato che doveva prepararsi di più. Continuava a pensare agli ultimi giorni, a tutte le sensazioni che quella maledetta ragazza riusciva a far scaturire in lui. Appena sentì la porta aprirsi, mi voltai e la vidi uscire. Indossava un top sottile che faceva intravedere la parte sopra del bikini e un paio di pantaloncini di jeans. Ai piedi indossava un paio di sandali. Mi alzai in piedi e la squadrai mentre lei andava verso la sua borsa per prendere il telefono che aveva messo poco fa. Distolsi lo sguardo e andai anch'io in bagno, preparandomi in molto meno tempo rispetto a lei. Mi spogliai completamente e mi misi un costume blu scuro, una canottiera bianca e mi infilai un paio di ciabatte. Uscì dal bagno e la vidi seduta sul letto che digitava al telefono. Mi avvicinai a lei e sbirciai il display per vedere con chi stava messaggiando, ma prima che potessi leggere esattamente il nome lei si accorse della mia presenza e nascose il telefono, avvicinandolo al petto. 
- Ehi! - esclamò alzandosi in piedi ritrovandosi a poco più di un passo da me. 
- Che c'è? - chiesi con aria innocente. Lei mi guardò truce prima di voltarsi e rimettere il telefono nella borsa. Se la mise in spalla e andò verso la scrivania dove aveva poggiato un suo paio di occhiali da sole. Se li infilò tirandoseli sulla testa e si voltò verso di me. - Ti sbrighi? Vorrei andare. 
Senza rispondere mi voltai verso il mio zaino e lo presi, mettendomelo in spalla, mi superò e raggiunse la porta, poi, dopo che la ebbi raggiunta, la aprì. Sulle scale incontrammo i nostri genitori, i suoi si tenevano teneramente per mano, mentre i miei camminavano semplicemente accanto. Uscimmo dalla casa e ci avviammo verso la spiaggia, dove mio padre aveva già sistemato tutto, ossia una spiaggia privata, ovviamente. C'erano tre ombrelloni già aperti con sotto due sdraio per ognuno. I miei ci andarono in quello più isolato, dove potevano stare un po' tranquilli. Scalciai via le ciabatte e mi tolsi la canottiera, poi mi sedetti sullo sdraio e osservai la Granger voltata di spalle che aveva ripreso il telefono e che stava di nuovo messaggiando. Mi chiesi con chi, e per un attimo pensai che fosse Weasley. Non sapevo perché ma avvertì uno strano senso di malessere alla bocca dello stomaco. Non avevo praticamente mai provato una cosa del genere. Poi dopo aver mandato un ultimo messaggio posò il telefono e si tolse il top, poi i pantaloncini rimanendo così in bikini. Trattenni il respiro e per la decima volta in pochi giorni mi ritrovai a squadrarla. Aveva addosso un semplice bikini blu elettrico che le metteva in risalto il seno. Sì, come avevo potuto sentire, la Granger aveva un gran bel seno... per non parlare delle sue gambe, sode e snelle, o del suo fondoschiena. Okay, dovevo ammetterlo, aveva un bel fisico. Sì tolse i sandali e si sdraiò sullo sdraio, mentre riprendendo il telefono. Mi sdraia anch'io e feci finta di niente, chiudendo gli occhi per prendere un po' di sole, sapevo che non mi sarei abbronzato, esattamente come mio padre, ma mi piaceva sentire il suo calore sul corpo. Mangiammo alcuni panini, strano per i miei genitori ma qualche volta si limitavano anche a questo tipo di pranzo. Non fu una così grande giornata, forse un po' noiosa. Tornammo a casa alle cinque ed Hermione andò subito in camera, dato che la stavano chiamando. Rimasi un po' con gli altri, per lasciare a lei un po' di privacy, o almeno era quello che volevo far credere. In realtà non volevo rimanere solo con la Granger. Dopo un po' però dovetti proprio andare, feci per aprire la porta ma sentì la sua voce dall'altra parte della porta e la curiosità fu più forte di me e accostai l'orecchio. 
- Non lo so Ginny. Te l'ho detto. - disse lei, sembrava esasperata. Ed ecco con chi parlava. - Sono confusa. Su tutto. - aggiunse dopo pochi secondi. 
- Non... io non... - balbettò dopo un po'. - Va bene, grazie per aver sentito il mio sfogo. Cavolo è tutto così complicato. Non sono neanche più sicura di quello che provo per Ron! - a quella frase sgranai gli occhi. Non era più sicura? La sentì salutare la sua amica e pochi secondi dopo entrai in camera. Si voltò verso di me ma prima che potessi dire qualcosa, qualcuno bussò alla nostra porta e la testa di sua madre sbucò da fuori. - Ciao ragazzi, scusate l'interruzione ma vorrei parlarti un secondo. - disse con tono dolce rivolgendosi a sua figlia. Lei annuì sorridendo e la seguì fuori dalla stanza. Notai che aveva lasciato il suo telefono lì e, senza seguire nessuna logica, lo afferrai e leggei gli ultimi messaggi che si era scambiata con Ginny. 
" Grazie Ginny ma io non sono più sicura di quello che provo per tuo fratello... mi dispiace. "
" Tranquilla Herm. Siamo amiche da sempre e se per caso ti renderai conto di non amarlo più noi due lo rimarremo sempre. " 
" Grazie! Sei la migliore. Comunque ti volevo dire che ho deciso di parlare con Ron. Non so quando ma lo farò. Probabilmente dopo l'estate, per non rovinargliela. Ti voglio bene! " 
Cosa?! Dovevo aspettare ancora tre mesi prima di rubargli la ragazza? Assolutamente no. Lei aveva chiesto del tempo ma non aveva mai specificato qunato tempo, e io, tecnicamente gliel'avevo dato. Rimisi il telefono dove l'avevo trovato e scrissi in due secondi una piccola lettera che diedi al mio gufo per spedirla. Aprì la finestra e uscì dalla camera. Dopo pochi minuti ritornò e subito dopo un lampo di luce mi passò accanto a me e apparse Lenticchia. Ci guardammo in cagnesco prima che la porta si aprisse. Entrò la Granger che assunse subito un aria sconcertata e molto confusa. - Ron?! 
Pov Hermione
Camera
Cosa diavolo ci faceva lì? Chi l'aveva chiamato? Feci saettare lo sguardo confusa da lui a Malfoy che si era poggiato alla parete. Era stato lui. Me lo sentivo che non dovevo fidarmi di quel bastardo. 
- Hermione che succede? Malfoy mi ha mandato una lettera in cui diceva che dovevi dirmi una cosa importante. - disse Ron con un tono dolce. Distolsi lo sguardo da lui e lo puntai sul mio ragazzo. 
- Diglielo, Granger. - disse Malfoy vedendo che stavo zitta. Ma proprio non ci riuscivo. Una miriade di pensieri si affollavano nella mia testa. Come potevo dirglielo? E soprattutto, come avrebbe reagito? Ma ero sicura che avrebbe capito... o quasi. 
- Ecco, Ron, c'è una cosa che tu ancora non sai del, ehm... patto. Io e Malfoy, dopo la fine della scuola, dovremo... bè, ecco... - non mi venivano le parole, non riuscivo proprio. Ma, ovviamente intervenne Malfoy. - Dovremmo sposarci. - alzai lo sguardo verso di lui, e se mi avesse guardato probabilmente lo avrei ucciso con una sola occhiata. Ma lui stava guardando Ron, che era sbiancato pericolosamente e faceva saettare lo sguardo da me a lui. Lo guardai anch'io e lo vidi fissarmi sconcertato, e la sua espressione diceva: " mi hai mentito per tutto questo tempo ". E queste parole non tardarono ad arrivare. - Mi hai mentito. - disse in un sussurro guardando a terra. Con la coda dell'occhio vidi Malfoy sfoderare la bacchetta e insonorizzare la stanza e chiuderla a chiave. 
- Io...
- Mi hai mentito? - chiese di nuovo lui, questa volta con tono più alto e alzando lo sguardo verso di me.
- Sì. - dissi io abbassando le spalle in segno di rassegnazione.
- Non ci credo! Tu non... lui non... - balbettò tra l' incazzato e il divertimento il rosso. - Sapevi che dovevi sposare un altro e ti sei messa con me. Perché? Per farlo ingelosire? Per provare ad avere una relazione per vedere com'è prima di averne una a vita? Sei una grande attrice, Hermione, complimenti. - dissi battendo le mani in segno sfotto. 
- No! Ron, io non... 
- Cosa? Io non, cosa? Io non ti ho preso in giro? Risparmiamelo per favore. Tra noi è finita. - detto questo, senza dargli il tempo di replicare si smaterializzò. Molto lentamente andai verso la scrivania per reggermi in piedi. Le ginocchia stavano per cedere e se non mi fossi aggrappata, sarei finita per terra, respiravo a fatica. Non poteva essere finita così. Lui non doveva scoprirlo così! Mi ero convinta che appena l'avesse saputo mi avrebbe capito, avrebbe capito che è stato tutto imposto dai nostri genitori, avrebbe capito perché mi amava... ma a quanto pare non era così. Una lacrima mi scivolò sulla guancia, seguita da tante altre. Intanto dentro di me la rabbia cresceva, rabbia verso Ron, che non mi aveva fatto spiegare. Rabbia verso i miei genitori, che mi avevano imposto un matrimonio che io non volevo. E, soprattutto, rabbia contro Malfoy. 
- Ti avevo detto che glielo avrei detto io, ma che mi serviva solo un po' di tempo! - dissi voltandomi di scatto verso di lui, era ancora appoggiato al muro e mi guardava con aria indifferente. 
- Mi ero stancato di aspettare. - rispose scrollando le spalle, cosa che mi fece infuriare ancora di più. Mi scagliai contro di lui e gli diedi un forte schiaffo sulla guancia, e fui felice di avergli lasciato il segno delle cinque dita rosse, belle nitide sulla pelle chiara. Voltò la testa di scatto a causa della potenza dello schiaffo per poi tornare a guardarmi, gli occhi lievemente più aperti. 
- Un giorno. Mi hai dato un maledetto giorno, Malfoy. - urlai continuando a piangere. Non tanto per la tristezza del fatto che Ron mi avesse lasciato, anche perché molto probabilmente lo avrei fatto io tra poco, ma più che altro oer l'umiliazione e dalla pugnalata alle spalle da parte dell'uomo con cui avrei dovuto passare tutta la mia vita! E pensare che cominciavo pure a pensare che Malfoy in qualche modo potesse cambiare! Che stupida che ero stata! Gli urlai addosso tutti gli insulti che mi vennero in mente, e ringraziai che la camera fosse insonorizzata. Lui intanto mi osservava, solo quello, mi guardava. Non cercò neanche per un attimo di difendersi, anzi. Dopo che ebbi finito tutto il fiato che avevo in corpo mi fermai. 
- Ti sei sfogata? - chiese lui tranquillamente. 
- No! - esclamai sconcertata. Come si permetteva di...
- Va bene. Allora io esco, appena ritorno mi dirai se ti sei calmata oppure no. Le tue crisi isteriche sono l'ultima cosa che voglio. - detto questo tolse gli incantesimi e uscì dalla camera, lasciandomi da sola. Poggiai la testa alla parete fredda e respira il suo profumo. Avevo smesso di piangere a metà della mia sfuriata e adesso mi sentivo arrabbiata s frustrata, una brutta sensazione. Avevo un nodo alla bocca dello stomaco, e piuttosto forte. Mi buttai sul letto e affondai la testa nel cuscino. Non poteva essere successo! Non poteva... e invece era successo! Era successo ed era stata tutta colpa di Malfoy! No, amzi, era stata tutta colpa mia. Bè sì anche di Malfoy certo, ma se il avessi detto tutto subito a Ron lui magari avrebbe... no, non avrebbe e capito, molto probabilmente mi avrebbe respinta esattamente come aveva fatto poco fa. In poco più di un ora tutte le mie certezze si erano dissolte. Il fatto che Ron mi amasse, andata. Il fatto di odiare Malfoy, andata. Sì perché, amche se non volevo ammetterlo, provavo qualcosa per lui, altrimenti non avrebbe avuto senso quella delusione che le aveva lasciato lui, chiamando Ron. Ma allo stesso tempo, forse, amava anche Ron, anche se lui l'aveva lasciata. L'aveva delusa molto e ci stava male, ma stava ancora più male per il tradimento di Malfoy. Gliela avrei fatta pagare a quel furetto, cominciando dal fatto che non gli avrei rivolto la parola per un po'. E così feci. Mi alzai e andai in bagno, avevo gli occhi rossi, così come le gote. Presi del fondotinta e mi coprì il rossore poi aspettai che gli occhi tornassero normali, non ci volle troppo. Uscì dal bagno e afferrai un libro a caso di quelli che mi ero portata e mi misi a sedere sul letto, cominciando a sfogliarlo senza vedere veramente le pagine. 
Malfoy tornò dopo un paio d'ore, e, come mi ero detta, rimasi in silenzio senza guardarlo.
- Ehi Granger, calmata? - mi chiese sfilandosi la giacca che si era messo e poggiandola sulla sedia della scrivania. - Granger? - mi chiamò di nuovo ma io non gli risposi né alzai lo sguardo verso di lui. - Oh! Vuoi giocare a questo gioco? Va bene. Ma ti avverto ti farò parlare. - disse lui, dopo di che si voltò e, solo in quel momento, alzai lievemente lo sguardo. Osservai com piacere che le mani erano chiuse a pugno. Si precipitò in bagno, forse per calmarsi o per valutare la situazione, almeno io avrei fatto così. Ma ormai avevamo iniziato e, se lo conoscevo, sarebbe stato un gioco duro da vincere. 
E così fu. Cercai di non guardarlo e di non parlargli per tutta la settimana e ci riuscì, anche se molte volte dovevo mordermi la lingua o i labbro, oppure darmi dei pizzicotti per non alzare lo sguardo verso di lu. Okay, poteva essere un po' strano, ma insomma, per metà della giornata avevo i suoi occhi grigi puntati su di me. 
Parlavamo solo quando eravamo in compagnia con i nostri genitori, ma quando rimanevamo da soli, io evitavo il suo sguardo e non rispondevo a nessuna provocazione e lui continuava a provocarmi, per farmi parlare. Non sapevo per quanto sarei durata ancora. Quando però la situazione si fece più dura, decisi di evitarlo proprio. Ogni volta che lui entrava in camera io uscivo senza guardarlo. 
- Okay Granger, ora basta. - disse lui una sera. Erano passati sì o no sette giorni, sette lunghissimi giorni. - Capisco che tu sia arrabbiata per, bè sì insomma, per aver fatto venire qui Weasley e per averglielo detto al posto tuo...
- Sì, hai ragione Malfoy, sono ancora molto arrabbiata. - dissi dopo tutti quei giorni di silenzio con lui. Ma cercai in tutti i modi di non alzare lo sguardo, anche se morivo dalla voglia di farlo e di trovare quegli occhi così freddi e allo stesso tempo caldi... bè, almeno per me. 
- Wow! Prima frase da una settimana intera. Se sapevo che bastava un basta, l'avrei fatto prima. - disse sarcastico lui. In quel momento avrei voluto ventieri dargli un pugno. 
Nei giorni successivi ricominciai, piano piano, a paralre con Malfoy, e a incontrare il suo sguardo, anche se facevo di tutto per non farlo, ma ogni volta che succedeva era difficile distogliere gli occhi dai suoi. Ma cosa mi stava succedendo? 
Ciao a tutti/e. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e a me, come sempre, abbastanza. Diciamo che il prossimo sarà più interessante. Cosa ne pensate di comportamento di Draco? Voi cosa avreste fatto? 
Ci vediamo al prossimo capitolo. 

SCOMODE VERITÀ E GIOCHI DEL SILENZIO




Pov Draco
Camera sua e di Hermione




Era passato un solo giorno da quando avevo promesso alla Granger che non avrei detto una sola parola a Lenticchia, e già me ne stavo pentendo. Volevo farlo, volevo dirglielo, ma in qualche modo c'era qualcosa che mi frenava ogni volta che ci provavo. Ora ero seduto sul letto, in attesa che la ragazza uscisse dal bagno. Dovevano prepararci per andare sulla spiaggia con i nostri genitori e le avevo lasciato il primo turno, dato che doveva prepararsi di più. Continuava a pensare agli ultimi giorni, a tutte le sensazioni che quella maledetta ragazza riusciva a far scaturire in lui. Appena sentì la porta aprirsi, mi voltai e la vidi uscire. Indossava un top sottile che faceva intravedere la parte sopra del bikini e un paio di pantaloncini di jeans. Ai piedi indossava un paio di sandali. Mi alzai in piedi e la squadrai mentre lei andava verso la sua borsa per prendere il telefono che aveva messo poco fa. Distolsi lo sguardo e andai anch'io in bagno, preparandomi in molto meno tempo rispetto a lei. Mi spogliai completamente e mi misi un costume blu scuro, una canottiera bianca e mi infilai un paio di ciabatte. Uscì dal bagno e la vidi seduta sul letto che digitava al telefono. Mi avvicinai a lei e sbirciai il display per vedere con chi stava messaggiando, ma prima che potessi leggere esattamente il nome lei si accorse della mia presenza e nascose il telefono, avvicinandolo al petto. 


- Ehi! - esclamò alzandosi in piedi ritrovandosi a poco più di un passo da me. 


- Che c'è? - chiesi con aria innocente. Lei mi guardò truce prima di voltarsi e rimettere il telefono nella borsa. Se la mise in spalla e andò verso la scrivania dove aveva poggiato un suo paio di occhiali da sole. Se li infilò tirandoseli sulla testa e si voltò verso di me. - Ti sbrighi? Vorrei andare. 


Senza rispondere mi voltai verso il mio zaino e lo presi, mettendomelo in spalla, mi superò e raggiunse la porta, poi, dopo che la ebbi raggiunta, la aprì. Sulle scale incontrammo i nostri genitori, i suoi si tenevano teneramente per mano, mentre i miei camminavano semplicemente accanto. Uscimmo dalla casa e ci avviammo verso la spiaggia, dove mio padre aveva già sistemato tutto, ossia una spiaggia privata, ovviamente. C'erano tre ombrelloni già aperti con sotto due sdraio per ognuno. I miei ci andarono in quello più isolato, dove potevano stare un po' tranquilli. Scalciai via le ciabatte e mi tolsi la canottiera, poi mi sedetti sullo sdraio e osservai la Granger voltata di spalle che aveva ripreso il telefono e che stava di nuovo messaggiando. Mi chiesi con chi, e per un attimo pensai che fosse Weasley. Non sapevo perché ma avvertì uno strano senso di malessere alla bocca dello stomaco. Non avevo praticamente mai provato una cosa del genere. Poi dopo aver mandato un ultimo messaggio posò il telefono e si tolse il top, poi i pantaloncini rimanendo così in bikini. Trattenni il respiro e per la decima volta in pochi giorni mi ritrovai a squadrarla. Aveva addosso un semplice bikini blu elettrico che le metteva in risalto il seno. Sì, come avevo potuto sentire, la Granger aveva un gran bel seno... per non parlare delle sue gambe, sode e snelle, o del suo fondoschiena. Okay, dovevo ammetterlo, aveva un bel fisico. Sì tolse i sandali e si sdraiò sullo sdraio, mentre riprendendo il telefono. Mi sdraia anch'io e feci finta di niente, chiudendo gli occhi per prendere un po' di sole, sapevo che non mi sarei abbronzato, esattamente come mio padre, ma mi piaceva sentire il suo calore sul corpo. Mangiammo alcuni panini, strano per i miei genitori ma qualche volta si limitavano anche a questo tipo di pranzo. Non fu una così grande giornata, forse un po' noiosa. Tornammo a casa alle cinque ed Hermione andò subito in camera, dato che la stavano chiamando. Rimasi un po' con gli altri, per lasciare a lei un po' di privacy, o almeno era quello che volevo far credere. In realtà non volevo rimanere solo con la Granger. Dopo un po' però dovetti proprio andare, feci per aprire la porta ma sentì la sua voce dall'altra parte della porta e la curiosità fu più forte di me e accostai l'orecchio. 


- Non lo so Ginny. Te l'ho detto. - disse lei, sembrava esasperata. Ed ecco con chi parlava. - Sono confusa. Su tutto. - aggiunse dopo pochi secondi. 


- Non... io non... - balbettò dopo un po'. - Va bene, grazie per aver sentito il mio sfogo. Cavolo è tutto così complicato. Non sono neanche più sicura di quello che provo per Ron! - a quella frase sgranai gli occhi. Non era più sicura? La sentì salutare la sua amica e pochi secondi dopo entrai in camera. Si voltò verso di me ma prima che potessi dire qualcosa, qualcuno bussò alla nostra porta e la testa di sua madre sbucò da fuori. - Ciao ragazzi, scusate l'interruzione ma vorrei parlarti un secondo. - disse con tono dolce rivolgendosi a sua figlia. Lei annuì sorridendo e la seguì fuori dalla stanza. Notai che aveva lasciato il suo telefono lì e, senza seguire nessuna logica, lo afferrai e leggei gli ultimi messaggi che si era scambiata con Ginny. 


" Grazie Ginny ma io non sono più sicura di quello che provo per tuo fratello... mi dispiace. "


" Tranquilla Herm. Siamo amiche da sempre e se per caso ti renderai conto di non amarlo più noi due lo rimarremo sempre. " 


" Grazie! Sei la migliore. Comunque ti volevo dire che ho deciso di parlare con Ron. Non so quando ma lo farò. Probabilmente dopo l'estate, per non rovinargliela. Ti voglio bene! " 


Cosa?! Dovevo aspettare ancora tre mesi prima di rubargli la ragazza? Assolutamente no. Lei aveva chiesto del tempo ma non aveva mai specificato qunato tempo, e io, tecnicamente gliel'avevo dato. Rimisi il telefono dove l'avevo trovato e scrissi in due secondi una piccola lettera che diedi al mio gufo per spedirla. Aprì la finestra e uscì dalla camera. Dopo pochi minuti ritornò e subito dopo un lampo di luce mi passò accanto a me e apparse Lenticchia. Ci guardammo in cagnesco prima che la porta si aprisse. Entrò la Granger che assunse subito un aria sconcertata e molto confusa. - Ron?! 




Pov Hermione
Camera




Cosa diavolo ci faceva lì? Chi l'aveva chiamato? Feci saettare lo sguardo confusa da lui a Malfoy che si era poggiato alla parete. Era stato lui. Me lo sentivo che non dovevo fidarmi di quel bastardo. 


- Hermione che succede? Malfoy mi ha mandato una lettera in cui diceva che dovevi dirmi una cosa importante. - disse Ron con un tono dolce. Distolsi lo sguardo da lui e lo puntai sul mio ragazzo. 


- Diglielo, Granger. - disse Malfoy vedendo che stavo zitta. Ma proprio non ci riuscivo. Una miriade di pensieri si affollavano nella mia testa. Come potevo dirglielo? E soprattutto, come avrebbe reagito? Ma ero sicura che avrebbe capito... o quasi. 


- Ecco, Ron, c'è una cosa che tu ancora non sai del, ehm... patto. Io e Malfoy, dopo la fine della scuola, dovremo... bè, ecco... - non mi venivano le parole, non riuscivo proprio. Ma, ovviamente intervenne Malfoy. - Dovremmo sposarci. - alzai lo sguardo verso di lui, e se mi avesse guardato probabilmente lo avrei ucciso con una sola occhiata. Ma lui stava guardando Ron, che era sbiancato pericolosamente e faceva saettare lo sguardo da me a lui. Lo guardai anch'io e lo vidi fissarmi sconcertato, e la sua espressione diceva: " mi hai mentito per tutto questo tempo ". E queste parole non tardarono ad arrivare. - Mi hai mentito. - disse in un sussurro guardando a terra. Con la coda dell'occhio vidi Malfoy sfoderare la bacchetta e insonorizzare la stanza e chiuderla a chiave. 


- Io...


- Mi hai mentito? - chiese di nuovo lui, questa volta con tono più alto e alzando lo sguardo verso di me.


- Sì. - dissi io abbassando le spalle in segno di rassegnazione.


- Non ci credo! Tu non... lui non... - balbettò tra l' incazzato e il divertimento il rosso. - Sapevi che dovevi sposare un altro e ti sei messa con me. Perché? Per farlo ingelosire? Per provare ad avere una relazione per vedere com'è prima di averne una a vita? Sei una grande attrice, Hermione, complimenti. - dissi battendo le mani in segno sfotto. 


- No! Ron, io non... 


- Cosa? Io non, cosa? Io non ti ho preso in giro? Risparmiamelo per favore. Tra noi è finita. - detto questo, senza dargli il tempo di replicare si smaterializzò. Molto lentamente andai verso la scrivania per reggermi in piedi. Le ginocchia stavano per cedere e se non mi fossi aggrappata, sarei finita per terra, respiravo a fatica. Non poteva essere finita così. Lui non doveva scoprirlo così! Mi ero convinta che appena l'avesse saputo mi avrebbe capito, avrebbe capito che è stato tutto imposto dai nostri genitori, avrebbe capito perché mi amava... ma a quanto pare non era così. Una lacrima mi scivolò sulla guancia, seguita da tante altre. Intanto dentro di me la rabbia cresceva, rabbia verso Ron, che non mi aveva fatto spiegare. Rabbia verso i miei genitori, che mi avevano imposto un matrimonio che io non volevo. E, soprattutto, rabbia contro Malfoy. 


- Ti avevo detto che glielo avrei detto io, ma che mi serviva solo un po' di tempo! - dissi voltandomi di scatto verso di lui, era ancora appoggiato al muro e mi guardava con aria indifferente. 


- Mi ero stancato di aspettare. - rispose scrollando le spalle, cosa che mi fece infuriare ancora di più. Mi scagliai contro di lui e gli diedi un forte schiaffo sulla guancia, e fui felice di avergli lasciato il segno delle cinque dita rosse, belle nitide sulla pelle chiara. Voltò la testa di scatto a causa della potenza dello schiaffo per poi tornare a guardarmi, gli occhi lievemente più aperti. 


- Un giorno. Mi hai dato un maledetto giorno, Malfoy. - urlai continuando a piangere. Non tanto per la tristezza del fatto che Ron mi avesse lasciato, anche perché molto probabilmente lo avrei fatto io tra poco, ma più che altro oer l'umiliazione e dalla pugnalata alle spalle da parte dell'uomo con cui avrei dovuto passare tutta la mia vita! E pensare che cominciavo pure a pensare che Malfoy in qualche modo potesse cambiare! Che stupida che ero stata! Gli urlai addosso tutti gli insulti che mi vennero in mente, e ringraziai che la camera fosse insonorizzata. Lui intanto mi osservava, solo quello, mi guardava. Non cercò neanche per un attimo di difendersi, anzi. Dopo che ebbi finito tutto il fiato che avevo in corpo mi fermai. 


- Ti sei sfogata? - chiese lui tranquillamente. 


- No! - esclamai sconcertata. Come si permetteva di...


- Va bene. Allora io esco, appena ritorno mi dirai se ti sei calmata oppure no. Le tue crisi isteriche sono l'ultima cosa che voglio. - detto questo tolse gli incantesimi e uscì dalla camera, lasciandomi da sola. Poggiai la testa alla parete fredda e respira il suo profumo. Avevo smesso di piangere a metà della mia sfuriata e adesso mi sentivo arrabbiata s frustrata, una brutta sensazione. Avevo un nodo alla bocca dello stomaco, e piuttosto forte. Mi buttai sul letto e affondai la testa nel cuscino. Non poteva essere successo! Non poteva... e invece era successo! Era successo ed era stata tutta colpa di Malfoy! No, amzi, era stata tutta colpa mia. Bè sì anche di Malfoy certo, ma se il avessi detto tutto subito a Ron lui magari avrebbe... no, non avrebbe e capito, molto probabilmente mi avrebbe respinta esattamente come aveva fatto poco fa. In poco più di un ora tutte le mie certezze si erano dissolte. Il fatto che Ron mi amasse, andata. Il fatto di odiare Malfoy, andata. Sì perché, amche se non volevo ammetterlo, provavo qualcosa per lui, altrimenti non avrebbe avuto senso quella delusione che le aveva lasciato lui, chiamando Ron. Ma allo stesso tempo, forse, amava anche Ron, anche se lui l'aveva lasciata. L'aveva delusa molto e ci stava male, ma stava ancora più male per il tradimento di Malfoy. Gliela avrei fatta pagare a quel furetto, cominciando dal fatto che non gli avrei rivolto la parola per un po'. E così feci. Mi alzai e andai in bagno, avevo gli occhi rossi, così come le gote. Presi del fondotinta e mi coprì il rossore poi aspettai che gli occhi tornassero normali, non ci volle troppo. Uscì dal bagno e afferrai un libro a caso di quelli che mi ero portata e mi misi a sedere sul letto, cominciando a sfogliarlo senza vedere veramente le pagine. 
Malfoy tornò dopo un paio d'ore, e, come mi ero detta, rimasi in silenzio senza guardarlo.


- Ehi Granger, calmata? - mi chiese sfilandosi la giacca che si era messo e poggiandola sulla sedia della scrivania. - Granger? - mi chiamò di nuovo ma io non gli risposi né alzai lo sguardo verso di lui. - Oh! Vuoi giocare a questo gioco? Va bene. Ma ti avverto ti farò parlare. - disse lui, dopo di che si voltò e, solo in quel momento, alzai lievemente lo sguardo. Osservai com piacere che le mani erano chiuse a pugno. Si precipitò in bagno, forse per calmarsi o per valutare la situazione, almeno io avrei fatto così. Ma ormai avevamo iniziato e, se lo conoscevo, sarebbe stato un gioco duro da vincere. 


E così fu. Cercai di non guardarlo e di non parlargli per tutta la settimana e ci riuscì, anche se molte volte dovevo mordermi la lingua o i labbro, oppure darmi dei pizzicotti per non alzare lo sguardo verso di lu. Okay, poteva essere un po' strano, ma insomma, per metà della giornata avevo i suoi occhi grigi puntati su di me. 
Parlavamo solo quando eravamo in compagnia con i nostri genitori, ma quando rimanevamo da soli, io evitavo il suo sguardo e non rispondevo a nessuna provocazione e lui continuava a provocarmi, per farmi parlare. Non sapevo per quanto sarei durata ancora. Quando però la situazione si fece più dura, decisi di evitarlo proprio. Ogni volta che lui entrava in camera io uscivo senza guardarlo. 


- Okay Granger, ora basta. - disse lui una sera. Erano passati sì o no sette giorni, sette lunghissimi giorni. - Capisco che tu sia arrabbiata per, bè sì insomma, per aver fatto venire qui Weasley e per averglielo detto al posto tuo...


- Sì, hai ragione Malfoy, sono ancora molto arrabbiata. - dissi dopo tutti quei giorni di silenzio con lui. Ma cercai in tutti i modi di non alzare lo sguardo, anche se morivo dalla voglia di farlo e di trovare quegli occhi così freddi e allo stesso tempo caldi... bè, almeno per me. 


- Wow! Prima frase da una settimana intera. Se sapevo che bastava un basta, l'avrei fatto prima. - disse sarcastico lui. In quel momento avrei voluto ventieri dargli un pugno. 


Nei giorni successivi ricominciai, piano piano, a paralre con Malfoy, e a incontrare il suo sguardo, anche se facevo di tutto per non farlo, ma ogni volta che succedeva era difficile distogliere gli occhi dai suoi. Ma cosa mi stava succedendo? 






Ciao a tutti/e. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e a me, come sempre, abbastanza. Diciamo che il prossimo sarà più interessante. Cosa ne pensate di comportamento di Draco? Voi cosa avreste fatto? 
Ci vediamo al prossimo capitolo. 

   
 
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