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Autore: telesette    22/01/2017    1 recensioni
Geralt riaprì gli occhi, lentamente, la testa che gli doleva ancora come se fosse piena di uno sciame d'api impazzite.
Gli ci vollero alcuni secondi per realizzare dov'era e la situazione non proprio allegra in cui si trovava: una ferita fresca a lato della testa col sangue che ancora gocciolava, le braccia saldamente incatenate ad una fredda parete di marmo, il petto nudo e le sue spade nascoste chissà dove...
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Geralt di Rivia, Nuovo personaggio, Triss Merigold, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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Mentre malediceva più e più volte il nome di Reuven Rubeus, con termini che è bene non ripetere, Geralt maledì ancor più sé stesso per aver permesso al nobile di fregarlo così facilmente.
Subito provò a scuotere le catene, cercando invano di liberarsi, ma non ottenne altro che di accentuare il dolore acuto per via del metallo stretto sui polsi scorticati e sanguinanti. Non era certo la prima volta che finiva per cacciarsi in questo genere di situazioni, e la cosa cominciava anche ad infastidirlo non poco, se non altro però poteva sempre consolarsi di avere ancora qualcosa in comune con la natura umana... almeno per quanto riguarda l'ingenuità.
E Triss?
Anche lei era rimasta coinvolta in questo pasticcio, motivo per cui Geralt era maggiormente preoccupato, sfortunatamente però non poteva liberarsi e correre ad aiutarla in alcun modo.

- Se almeno sapessi cosa ho fatto per farlo incazzare così - pensò Geralt.

Più tardi, nel mentre che si scervellava sul "come" e il "perché" quel Reuven ce l'avesse tanto con lui, il conte ed il suo seguito gli fecero l'onore di una visita.

- Bene, vedo che ti sei svegliato Witcher!

Geralt lo squadrò un attimo con disappunto, prima di rispondere.

- Sai com'è - esclamò piano. - Questo tipo di materasso non è proprio l'ideale per conciliare il sonno!
- Oh, certo, immagino - fece Reuven beffardo. - Forse allora apprezzerai di più la compagnia della tua rossa scaldaletto!

Così dicendo, il conte si fece da parte per permettere ai carcerieri di introdurre Triss Merigold nella cella.
Vedendola, Geralt fu colto da un improvviso sbalzo d'ira. A giudicare dai vestiti malconci e dai segni presenti sul suo volto, era chiaro che Triss fosse stata brutalmente picchiata. La polvere di Dimeritium era ancora presente sul suo corpo, rendendole impossibile usare i suoi poteri magici, cosicché i carcerieri avevano potuto sfogare la loro violenza su di lei in tutta tranquillità. Malgrado la debolezza, Geralt provò ugualmente a divincolarsi dalle catene, ignorando le fitte lancinanti che ogni movimento brusco gli procurava.

- E' da tanto che aspetto questo momento, Witcher - sibilò Reuven minaccioso. - Potevo farti uccidere subito, ma mi sarei privato del gusto di vederti umiliato, pieno di rabbia e impotente... Le stesse sensazioni che hai fatto provare a me, quando ci siamo incontrati l'ultima volta!
- Hai intenzione di dirmi di che si tratta, una buona volta, oppure devo sforzarmi di indovinarlo?
- Devo dire che questa tua mancanza di memoria mi offende non poco: continui ad oltraggiarmi, anche ora che sei in catene, voi Witcher non sapete proprio da che parte sia il rispetto!
- Con il dovuto rispetto, vostra eccellenza - sentenziò Geralt, fingendo ossequiosità. - Se vostra eccellenza si degnasse di rispondere ad un umile Witcher ignorante, l'umile Witcher ignorante potrebbe forse ricordare dove e in che modo avrebbe offeso la signoria vostra!

Reuven non riuscì proprio a trattenere una risatina divertita.
Di lì a poco, anzi, scoppiò a ridere talmente forte che fu costretto a tergersi le lacrime dagli occhi con la punta delle dita.

- Sei divertente, Geralt di Rivia, questo te lo concedo - disse. - D'accordo, dal momento che sembri proprio aver rimosso del tutto la faccenda che ci riguarda, te lo rammenterò io: dunque, ti dice niente questo nome... Chantelion?
- Mmm... Mi sembra di ricordare un vino, un vino che la duchessa Anna Henrietta è solita offrire nella sua corte a Toussant, ma non vedo come questo possa c'entrare!
- Infatti non c'entra, ma ci sei andato abbastanza vicino, vedi Witcher... Il castello di Chantelion, così come i vigneti che producono l'omonimo vino, appartiene al sottoscritto!
- Bene, me ne compiaccio, è un ottimo vino dopotutto!

La reazione del conte, di fronte a quel sarcasmo pungente, fu talmente repentina che Geralt si rese conto del pugno che questi gli diede in faccia solo quando il sapore amarognolo del sangue gli si insinuò in bocca attraverso il labbro lacerato.

- Eravamo entrambi al cospetto della duchessa, quel giorno - esclamò Reuven. - Tu, un miserabile e schifoso mutante, seduto allo stesso tavolo con i nobili di Toussant... Quando intimai alle guardie di Sua Altezza Anna Henrietta di allontanarti, tu ebbi l'ardire di rispondermi: dicesti che io, Reuven Rubeus Conte di Chantelion, dovevo calmarmi e bere vino in tutta tranquillità sopportando tacitamente la tua immonda presenza!
- Sì, mi sembra di ricordare qualcosa - ammise Geralt. - Mi ricordo di un certo pomposo tacchino altolocato che mortificò Anna Henrietta davanti ai suoi ospiti, rovesciando a terra il proprio calice di vino e vomitando parole oscene sul sottoscritto, ma ricordo anche che il vero motivo della disputa fu il fatto che lui offese anche la duchessa dandole della "sprovveduta" senza capacità di giudizio per consentire ad un mostro di sedere a tavola con i dignitari di corte!
- Allora ricorderai anche cos'è successo dopo: abbiamo duellato, ti sei battuto scorrettamente e hai osato umiliarmi davanti ai nobili e a Sua Grazia!

Geralt tacque un momento, cercando di rammentare l'esatto modo in cui erano andate le cose, dopodiché sottolineò la sua versione.

- Veramente ricordo che, dopo averti fatto appena un graffietto sul braccio, tu gettasti via la spada come fosse una anguilla e ti mettesti a strillare come una gallina strozzata!
- AVEVI BARATO - strillò il conte. - Sono sempre stato il miglior spadaccino di tutta Toussant, non avresti mai potuto battermi, senza quei tuoi sporchi trucchi da strigo... Hai offeso il mio onore e la mia reputazione!
- Un concetto piuttosto distorto di onore e reputazione - osservò Geralt. - Per quanto ne so, quando riceve del vino in faccia e viene offeso pubblicamente, qualunque nobile di Toussant lo ritiene un motivo più che sufficiente per mettere mano alla spada!
- Tu non sei un nobile - disse Reuven con disprezzo. - Sei il frutto vivente di un abominio magico, non sei neanche umano, le leggi di Toussant non si applicano con individui come te!
- E suppongo che, per lavare l'onta subita, tu voglia uccidermi... Ho indovinato?

Reuven sorrise.
Un sorriso maligno, tipico di colui che pregusta il raggiungimento di un obiettivo, dettato dal trasformare puri pensieri perversi in reale sadìsmo macabro.

- Forse ti ucciderò, Witcher - disse. - Ma non ora, non subito almeno, è da troppo tempo che sogno di ripagare le tue umiliazioni in modo adeguato!
- Allora lascia andare Triss - sentenziò Geralt. - E' me che vuoi, giusto? Lei non c'entra con la nostra questione!
- Non sono stupido, Witcher: so benissimo che questa strega è la tua amante e che la sua sofferenza ti procurerebbe più dolore di mille colpi di spada tutti insieme!

Geralt reagì.
Le catene si tesero sotto i suoi strattoni, rimanendo tuttavia saldamente ancorate alla parete, tanto che il conte Reuven indietreggiò istintivamente per il timore che egli riuscisse a liberarsi.

- Ti avverto, prova solo a metterle le mani addosso e farò in modo che la tua testa marcisca nella palude per divertire i necrofagi che si ciberanno del tuo cadavere!

Reuven esitò un momento, più per il tono freddo e monocorde di Geralt che per la minaccia in sé, ma si riprese immediatamente nel constatare che il Witcher era inerme e del tutto inoffensivo.

- Sempre più divertente - rise ancora Reuven, anche se con molta meno boria di prima. - Supponiamo però che io torturi te, al posto della tua puttanella, in effetti devo ammettere che sono curioso di sapere fin dove si spinge la soglia del dolore fisico per un Witcher!
- Geralt, no - gemette Triss. - Non rispondere, per carità, io... Me la caverò, non preoccuparti...
- Chiudi il becco, troia!

Triss accusò lo schiaffo del carceriere senza scomporsi, sostenendo perfettamente lo sguardo minaccioso dell'altro con il coraggio e la fierezza che la contraddistinguevano, ma Geralt poteva dirsi davvero disposto a lasciare che torturassero lei per compiacere la crudeltà del conte?
In entrambi i casi, Reuven intendeva infliggergli quanta più sofferenza possibile.

   NOTA:
   Bene, amico lettore o amica lettrice, siamo giunti al punto in cui la tua scelta modificherà in modo netto lo svolgersi della trama.
   A seconda della tua scelta, potrai sbloccare uno dei due possibili finali concepiti per questa fanfiction.
   Scegli dunque con attenzione così che il risultato possa quantomeno soddisfarti.

Se scegli che il conte torturi Geralt al posto di Triss, vai al Capitolo 3.
Se invece preferisci che il Conte Reuven torturi Triss davanti agli occhi di Geralt, vai al Capitolo 5. 

   
 
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