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Autore: Nuel    23/01/2017    3 recensioni
Hogwarts apre le porte per la terza volta per Albus Potter. Quest'anno anche sua sorella minore Lily inizia a frequentare la più famosa scuola di magia e stregoneria del mondo, e mentre James stringe nuove amicizie, la vita familiare dei Potter potrebbe venire sconvolta.
Ogni pezzo è sulla scacchiera, sta ad Albus decidere se giocare quella che forse non è solo una semplice partita.
♦ Serie Imago Mundi, III
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Imago Mundi ϟ'
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Nuove routine





Dopo due settimane dall’inizio della scuola, che Lily Potter fosse finita a Serpeverde non era più una notizia da prima pagina. Circa una settimana dopo l’inizio delle lezioni la notizia, chissà come, era finita sulla Gazzetta del Profeta: “La figlia di Harry Potter è una Serpeverde” aveva titolato il quotidiano, gettando altra benzina sul fuoco. Molti studente erano abbonati al giornale e lo ricevevano con la posta del mattino, così gli studenti, che avevano iniziato ad abituarsi all’idea, avevano ricominciato a guardare Lily con curiosità e sospetto. La preside McGranitt aveva mandato una strillettera alla redazione, minacciando di affatturare qualunque giornalista si fosse avvicinato alla scuola o avesse violato la privacy dei suoi studenti e turbato il regolare svolgimento delle lezioni con notiziole da imbrattacarte pettegolo.
    La notorietà, comunque, non sembrava dare fastidio a Lily che, dopo aver visto la propria foto sul giornale, mentre camminava per strada con una mano in quella del padre, aveva cominciato a camminare a testa alta per i corridoi, i talloni leggermente alzati per sembrare più alta, e aveva fatto amicizia con alcuni compagni di classe: i Serpeverde amavano chi dava lustro alla loro Casa. La faccenda era leggermente diversa quando si trattava delle ragazze più grandi: Ausia Flint aveva fatto terra bruciata intorno a lei e tutte le Serpeverde seguivano i suoi dettami senza fiatare.
    «Per me è invidiosa perché lei non è mai finita sulla prima pagina di niente», commentò Rose. Aveva le dita sporche di marmellata di ciliegie, le guardò un momento e poi, senza esitazione, le leccò.
    «Devo resistere solo un anno», disse Lily, arricciando appena il nasino. Aveva fatto merenda con i fratelli e Rose, vicino al lago, approfittando di un’ora buca coincidente con la loro, che aspettavano la fine della lezione di Cura delle Creature Magiche per ricongiungersi con Martin. «Ausia si diplomerà e l’anno prossimo nessuno penserà più a lei». Albus sperava che avesse ragione. «Adesso devo andare», si alzò, spazzando la tunica della divisa dai fili d’erba, «Lotus ha detto che mi insegnerà a giocare a scacchi».
    «Da quando ti interessi agli scacchi?», le chiese Rose, che aveva imparato a giocare dal padre e non era mai riuscita a convincere Lily a giocare con lei.
    Lily fece spallucce. «Tutti i Serpeverde giocano a scacchi!», rispose sollevando il mento con sufficienza in una grossolana imitazione del portamento di Ausia, e subito scoppiò a ridere.
    «Potrei insegnarti io», le disse James. Albus pensò che, in qualche modo, si stesse sentendo defraudato del suo ruolo di fratello maggiore, ma Lily scosse il capo, i capelli rossi le si arruffarono sul viso e lei li spostò con entrambe le mani.
    «No, non voglio imparare a giocare come un Grifondoro», rispose lei.
    «E come sarebbe giocare “come un Grifondoro”?», chiese James, accigliato.
    Lily gli fece una boccaccia e corse via senza rispondere.
    «Senza barare?», suggerì Rose.
    «Da perdente?», infierì Albus.
    James non barava di sicuro e qualche volta aveva perso, ma aveva sempre giocato al meglio delle sue possibilità, e non solo a scacchi. L’anno precedente si era guadagnato il ruolo di Cercatore nella squadra di Quidditch della sua Casa e quella sera avrebbe partecipato come titolare ai provini per rimpiazzare i giocatori che si erano diplomati. I M.A.G.O. si erano portati via un battitore e due cacciatori e James avrebbe voluto che uno di quei ruoli andasse a Louis, ma il cugino continuava a non sembrare interessato, tanto più che il ruolo di Prefetto stava già mettendo a dura prova la sua pazienza: detestava dover sgridare gli studenti più piccoli per qualche marachella o scherzo di troppo. Inoltre Dominique, come Caposcuola ed ex Prefetto, continuava a dargli “buoni consigli” di cui non aveva davvero bisogno.
Quella mattina, mentre scendevano le scale per andare a fare colazione, James gli aveva fatto notare che il Quidditch l’avrebbe aiutato a rilassarsi e Louis aveva sospirato.
    Dopo il termine delle lezioni, James, Roxanne e gli altri due membri rimasti della squadra si recarono al campo da Quidditch. Il sole non era ancora tramontato e diversi studenti erano andati a vedere la selezione dei nuovi giocatori. James cercò di individuare la chioma bionda del cugino da qualche parte, ma di lui non c’era traccia. In compenso, poco dopo, il professor Serendip arrivò canticchiando, l’eterno sorriso dietro i baffi da tricheco. Nonostante l’età e il fisico rilassato, l’insegnate di Difesa Contro le Arti Oscure godeva di una salute invidiabile e di uno spirito eccezionale.
    «Affascinanti fanciulle, cari ragazzi, buonasera», esordì, strappando qualche risolino alle ragazze. C’era sempre qualche allieva del primo anno che arrossiva per i modi galanti del professore. «Come sapete, per uccidere una manticora, bisogna tagliarle la testa, ma perché decapitare una creatura che canta canzoni tanto graziose?». Qualcuno rise, qualcun altro si accigliò senza capire: il professor Serendip era solito raccontare storielle divertenti sulle creature che aveva affrontato e sui modi originali in cui le aveva sconfitte. L’insegnante sorrise, gli occhi vivaci osservarono gli studenti e quindi riprese: «A noi serve che la manticora sia viva e che sia intelligente e astuta se vogliamo cantare la canzone della vittoria!», proclamò a gran voce, alzando le braccia come un direttore d’orchestra. «Quindi, dopo aver parlato con la nostra stimatissima preside e aver ascoltato anche il signor Stretton, ho deciso che la testa sul corpo del leone deve essere quella della cara signorina Roxanne! Congratulazioni, capitano Weasley!». Tutti i Grifondoro se lo aspettavano, non di meno, le parole del professore li avevano tenuti col fiato sospeso e salutarono la nomina con grida e un lungo applauso. Bats, il battitore rimasto, abbracciò Roxanne e le diede un grosso bacio sulla guancia. Anche James abbracciò la cugina e Roxanne regalò a tutti un enorme sorriso candido.
    Le selezioni non rivelarono molte sorprese: alcuni candidati erano gli stessi che si erano presentati l’anno precedente, ma la vera scoperta fu un ragazzino del secondo anno, fisico tozzo e braccia robuste, che sembrava non avere paura di nulla, quando era su una scopa.
    «Si chiama Bastian Butler», disse Rose quando il ragazzino colpì il Bolide tanto forte da spedirlo nella metà campo avversaria, «l’anno scorso ha preso Desolante in tutte le materie nel primo trimestre. I Serpeverde lo prendevano in giro chiamandolo Magonò».
    «Come ha fatto ad essere promosso?», chiese Albus.
    «Ha fatto amicizia con alcuni ragazzi di Corvonero e ha cominciato a studiare con loro in biblioteca», spiegò la ragazza. «Tutti i giorni!», Rose sospirò. «Alla fine è stato promosso con una maggioranza di Accettabile, ma il professor Paciock gli ha dato Oltre Ogni Immaginazione. Credo per incoraggiarlo».
    Bastian Butler rimpiazzò Megan Smith e divenne il nuovo battitore della squadra. Anche Benedict Tinbridge, un compagno di James venne ammesso in squadra, ma poco prima della fine della selezione aveva cercato di intercettare una Pluffa colpita da Butler ed era caduto dalla scopa. James lo accompagnò in Infermeria, dove Madama Chips decise di trattenerlo per quella notte, anche se non si era fatto nulla di grave.
    James era ancora con lui quando, con un tonfo e uno sbuffo che riempì l’infermeria di fuliggine, Hannah Paciock sbucò tossendo dal camino. Madama Chips mosse rapidamente la bacchetta, aspirando la cenere che volteggiava nell’aria e, in meno di un minuto tutto tornò perfettamente in ordine e pulito, anche se Hannah tossicchiò ancora per un po’. «Hanno attivato il collegamento, vedo», commentò la vecchia infermiera.
    «Sì, ora sarà più facile andare e venire. Il camino di casa, però, ha bisogno di un po’ di manutenzione. Spero che Neville abbia il tempo di occuparsene nel fine settimana».
    Madama Chips annuì e si voltò verso i ragazzi. «Tutto bene, voi due?», chiese premurosa.
    «Sì, grazie», le rispose James, mentre Benedict annuiva. «Signora… Paciock», salutò poi Hannah, un po’ imbarazzato. Da piccolo, prima che nascesse Alice, lei coccolava lui e Albus e loro la chiamavano zia Hannah.
    Lei parve intuire e gli rivolse un sorriso caloroso. «Infermiera Hannah andrà più che bene, James», gli disse e lui annuì, un po’ più rilassato.
    Madama Chips la invitò a seguirla nello studio e la signora Paciock salutò i ragazzi con la mano, prima di seguire l’infermiera. James tornò alla torre di Grifondoro per festeggiare coi compagni l’ammissione in squadra di Bastian, Benedict e Cordelia Rosewood, una ragazza del quinto anno che non aveva mai mostrato interesse per il Quidditch prima di allora.
Il giorno successivo, la notizia che l’anziana infermiera sarebbe presto andata in pensione e che, al suo posto, sarebbe arrivata la signora Paciock fece il giro della scuola. «Benedict è un bravo ragazzo. Simpatico, gioca bene e tutto il resto, ma è una gran pettegola», sbuffò James all’ora di cena.
    «Non mi sorprenderebbe se fosse stato lui a informare il Profeta che Lily è stata smistata a Serpeverde», suggerì Louis.
    «Dici che ha venduto la notizia o qualcosa del genere?», chiese James. «Avrei scommesso che fosse stato un Serpeverde a fare la spia».
    Louis scosse la testa. «Niente del genere, ma credo che abbia un cugino che sta facendo praticantato al giornale. Magari gli ha chiesto di informarlo se a scuola succede qualcosa e lui l’ha fatto». Louis si servì un’abbondante porzione di pasticcio della Cornovaglia, poi scoccò un’occhiata nella direzione di Cordelia. «Piuttosto, com’è che Cordelia è entrata in squadra?».
    James fece spallucce. «Gioca discretamente», rispose, e Louis non chiese altro, mentre la curiosità per la moglie del professore di Erbologia divenne rapidamente il nuovo argomento sulla bocca degli studenti.
    Albus, che conosceva Hannah sin da piccolo, però, era molto più interessato al nuovo professore di Pozioni. L’anno precedente il professor Lumacorno era morto e, sebbene il suo trapasso fosse stato imputato all’età vetusta, il giovane Potter non dimenticava i sospetti che aveva condiviso con il fratello e gli amici sul ruolo che poteva aver avuto il professor Sylla sull’evento.
Al suo posto era stato assunto il professor Arsenic, molto amico del padre di Scorpius e da lui raccomandato per quella cattedra. Durante le prime lezioni, il professor Arsenic era sembrato competente, sebbene piuttosto soporifero: parlava con tono piatto, sempre uguale, che rendeva difficile rimanere concentrati su quello che diceva e preferiva dettare ingredienti e procedimenti a voce anziché scriverli alla lavagna.
Durante la prima lezione dell’anno, James si era distratto solo un momento e aveva prodotto una melassa densa e maleodorante che a fatica era riuscito a grattare via dal calderone. Ad altri era andata persino peggio.
    Quasi subito, le nuove materie si erano rivelate impegnative: c’erano moltissime cose da memorizzare e Martin suggerì loro di studiare assieme, così Albus cominciò a passare molto tempo in biblioteca con Rose, Martin e Scorpius.
    «I tuoi ti hanno firmato il permesso per andare a Hogsmeade?», chiese un pomeriggio Rose. Albus alzò lo sguardo dal libro di Antiche Rune senza capire, poi si meravigliò che Rose avesse ricordato che, l’anno prima, Martin aveva espresso dei dubbi in merito all’ottenere il permesso dei genitori ad uscire dalla scuola, e guardò l’amico che, con un dito alzato, chiedeva di attendere un attimo.
    «Sì», rispose il ragazzo, dopo qualche momento. «Ho detto loro che è importante per la mia formazione visitare una località abitata da altri maghi, così da vedere cosa fanno gli adulti, quali sono le prospettive lavorative e come conducono la loro quotidianità gli altri maghi».
    Albus e Rose lo fissarono interdetti per qualche momento, poi Rose scoppiò a ridere. Qualcuno sibilò per intimare il silenzio e lei si coprì la bocca con le mani. «Davvero hai detto loro queste cose?», chiese trattenendo ancora la risata, e Martin le sorrise.
    «No», sbuffò, «ho mostrato a mia madre la pergamena e le ho detto che mi serviva la sua autorizzazione per la gita scolastica». Scrollò le spalle. «Non mi aspettavo che fosse così semplice convincerla, ma sono diventato abbastanza bravo a spiegarle le cose “magiche”», disse piegando due dita ai lati del viso.
    Rose ridacchiò ancora per un po’ e Albus trovò la sua reazione esagerata, ma fu contento che Martin potesse andare con loro al villaggio, anche se forse non era contento quanto la cugina. Mancava ancora qualche giorno all’inizio di Ottobre, e la prima gita a Hogsmeade era lontana, ma la vista delle zucche nel campicello di Hagrid faceva sembrare l’autunno più vicino; le avevano viste formarsi, dopo la caduta dei fiori e, dalla finestra della torre di Grifondoro le vedevano crescere giorno per giorno. Erano ancora verdi e si confondevano con le foglie, ma sarebbero diventate presto abbastanza grandi da farci entrare gli studenti.

 
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Eccomi di nuovo a voi! ^^
So che questo capitolo potrebbe sembrare un po' di transizione, ma dovevo inserire delle piccole cose in vista del futuro. Spero vi sia piaciuto comunque.
Un grazie a uwetta per aver recensito il capitolo precedente e vi ricordo che potete trovarmi su FB, Twitter e Ask. Non siate timidi e fatevi sentire! ^^
   
 
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