Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Kitsunelulu    24/01/2017    0 recensioni
Orlando ama l'arte, le piante, il sole, i dolci. Marco odia tutto, per primo se stesso.
C'è qualcosa nel loro passato, tuttavia, che li accomuna.
Storia di due rette parallele che si incontrano.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Strano? Io? Sono una persona più noiosa di quanto credi.”

Orlando mi guarda. Mi fissa, per essere più precisi. Sembra voler indagare a fondo il mio sguardo per interpretarne ogni singolo dettaglio e decifrare le mie intenzioni. Ovviamente non ci riesce, perché da interpretare o decifrare non c’è nulla. La mia è una pura e semplice domanda, la sua una chiara e netta risposta. Una bugia, probabilmente. Anzi, sono sicuro che stia mentendo. Questo ragazzo di fronte a me sta cercando di nascondermi la sua sessualità. Perché proprio a me? Lo sapeva addirittura la sua collega. La sua negligenza mi ferisce leggermente, come un rasoio che taglia la pelle mentre ci si rade la barba. Una di quelle ferite leggere, ma che continuano a far sentire la loro presenza per molto tempo, senza fare realmente male, ma suscitando un leggero fastidio. Un fastidio a cui vorrei non pensare ma che continua ad essere lì, proprio sulla mia pelle.
“Non guardarmi così. Non so cosa ti abbia dato quest’idea di me o chi te l’abbia detto, ma non è così. Molti pensano che mi piacciono gli uomini, ma non è vero.”
“Senti, Orlando, io non voglio sapere la verità. La mia era una domanda di semplice curiosità, ma ti assicuro che la risposta mi è del tutto indifferente. Se ti ha creato disagio ti chiedo sc-“
“No, perché dovrebbe crearmi disagio?”
“Non so, hai fatto un’espressione strana…come se non ti andasse di rispondere.”
“E’ stata solo una domanda improvvisa, tutto qui.” Sorride, con quel suo modo tipico di inclinare la testa.
“In ogni caso, ti assicuro che non mi darebbe alcun fastidio.”
“Marco…” sul suo volto continua ad esserci un sorriso accennato. “Sei dolce, quando ti preoccupi per me.”
Cosa sta succedendo? C’è qualcosa di strano di fronte a me, intorno a noi. Quiete che precede la tempesta? Potrei definire solo così questa sensazione. L’aria si è fatta più pesante all’improvviso, come se qualche mano invisibile avesse levato le molecole di ossigeno e le avesse sostituite con qualcosa di sbagliato, che non dovrebbe essere lì. Orlando non è il solito Orlando. O forse mi sto sbagliando? In fondo io non so niente di questo ragazzo. Lui ha avuto modo di conoscermi e comprendermi meglio di quanto io abbia potuto nei suoi confronti. Cosa si cela dietro quel sorriso perenne, che riesce a farmi male? Qualcosa di oscuro, ed in questo esatto momento ho potuto percepirlo, senza riuscire tuttavia a coglierne la vera essenza. C’è qualcosa ed io ne sono spaventato. Se entrassi nel tunnel segreto della sua interiorità, riuscirei mai a tornare indietro?

“Ti ho mentito.”

Guardando in basso, Orlando pronuncia queste parole, interrompendo il flusso di pensieri che mi tiene in silenzio.
“A-ah, ecco, quindi a-”
“Sono gay, mi hai scoperto.” Ride leggermente, sollevando la testa. Il suo volto ha assunto una colorazione intensa che si avvicina al porpora.
“Capisco.”
“­Pensavo di riuscire a tenertelo nascosto ancora per un po’, per non complicare le cose. Ti chiedo scusa.”
“Scusa? No, non scusarti! Non c’è niente di complicato. Ti ho detto ch-”
All’improvviso sento un abbraccio stringermi intorno, strettissimo. In quella forza sembra risiedere tutta la comunicazione che non c’è stata verbalmente. La paura, la frustrazione, l’imbarazzo, tutto mi sembra così chiaro adesso, con questo semplice abbraccio. Non c’è più bisogno delle parole. Qualcosa di freddo scorre copiosamente lungo la mia schiena, sono lacrime. Cadono sulla concavità del collo e scivolano nella maglietta attraversando le spalle, poi continuano a scendere. Sono così tante. Sento che ormai la mia spalla destra è completamente bagnata, ma non c’è nulla che riesca a dire per fermare i singhiozzi del biondo che mi tiene stretto. Tutto ciò che posso fare è sollevare le braccia e, ancora esitanti, poggiarle sulla sua schiena.
“Ho paura. Ho sempre paura.” La voce tremante è soffocata dal pianto.
“Va tutto bene. Quando ci sono io non avere paura.”
Sento che ormai non potrò tornare indietro. Forse perché mi sono perso, o forse perché non posso fare a meno di proseguire in avanti.
“Orlando, tu sei bollente. Potresti misurarti la febbre?”
“Va bene.”
Tutto sembra essere più naturale adesso. La fitta nebbia intorno a noi si è diradata ed ora torno a guardare quel biondo impacciato in vestaglia come se nulla fosse. Anzi, lo sento più vicino di prima.
Si siede sul divano con un termometro sotto il braccio e si avvolge in una coperta di pile blu. Il suo volto continua ad essere rosso, segno che la temperatura è sicuramente alta.
“In effetti avevi ragione, la febbre è salita a 39.”
“Così alta?! Mettiti subito nel letto, stai tremando.”
“Lo farò dopo aver mangiato qualcosa, altrimenti non posso prendere farmaci”.
“Vai nel letto, ci penso io a portarti da mangiare.”
“Tranquillo, sto bene, sono giorni che bado a me stesso, sai?”
“Ti ho detto di andare nel letto. Non ti lascio riposare, altrimenti. Resto qui e ti parlo di storia romana, poi ti interrogo anche.”
“Sei una specie di demone quando ti ci metti.” Sorride, poi obbedisce.
Preparo un brodo di verdure con ciò che trovo nel frigo. Non sono esperto di cucina ma dovrebbe andare bene. E’ una pietanza che la mamma preparava sempre quando ero malato ed il solo odore mi faceva stare meglio. Un ricordo doloroso, come tanti. Metto il piatto su un vassoio insieme ad un bicchiere d’acqua ed una pillola di antibiotico che si trovava sul davanzale, poi porto tutto a Orlando, camminando come una specie di equilibrista per non far cadere nulla. Lui, guardandomi, ride appena.
“Non giudicare male le mie scarse doti di cameriere.”
“Tranquillo, con qualche accorgimento potresti diventare bravo.”
“Non ti aspettare che ci metta dell’impegno la prossima volta.”
“Marco, grazie. E’ bello che qualcuno si prenda cura di me. Non accadeva da tanto tempo.”
“Non parliamone adesso. Ora mangia e poi riposati, altrimenti la febbre non si abbassa. Io devo andare, tra poco la linea degli autobus chiude. Se dovessi avere bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi.”
“Va bene.”
Sorride, questa volta senza nascondere verità più profonde.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Kitsunelulu