Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    04/02/2017    1 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 37 – Invisibile




Katherine si scosta bruscamente da Pitch, lo fissa ancora per qualche momento, spaventata, poi serra la mascella, risoluta, e si allontana dalla camera, imboccando nuovamente le scale e scendendole quasi di corsa.


Agitata, fa il suo ingresso in cucina come una furia e pianta i piedi, frenando la propria corsa poco prima di schiantarsi contro la nonna.


«Oh, Katherine! Santo cielo, cosa ti prende, ora?» sbotta la donna, reggendosi il petto con una mano.


La bambina, ignorando le proteste, afferra i polsi della nonna in modo da costringerla a darle ascolto.


«Mi serve il tuo aiuto, per favore» esclama con foga.


«Katherine, tesoro, ora prova a calmarti e spiegami per bene. Cosa può essere successo in questo poco tempo in cui sei stata di sopra?» media pacatamente la donna.


Katherine libera i polsi della nonna e affonda le mani nei propri capelli, strattonando leggermente. Cosa mai potrebbe dire per spiegarsi? Come potrebbe mai far capire alla nonna la situazione? Non le ha mai accennato di Pitch e, anche se fosse, lei non lo può vedere, giusto? La prenderebbe per pazza, come già fanno gli altri bambini? La guarderebbe con compassione e proverebbe a farle capire il suo errore? Ma Pitch non è un errore, non è il frutto della fantasia troppo fervida di una povera sciocca. E Pitch, ora, sta male. Deve aiutarlo, deve assolutamente!


«Ti prego» geme, fissandola con occhi grandi e imploranti.


«Katherine, ascolta…» prova la donna, perplessa e impensierita dall’insensato comportamento della bambina.


«No» ribatte Katherine, decisa a non perdere ulteriore tempo. Afferra una mano della nonna e tira gentilmente. «Vieni, per favore» incita, pregando che accetti di seguirla, senza tuttavia sapere quale sarà la sua prossima mossa.


Incredibilmente, Katherine è riuscita a farsi seguire, e ora percorrono (con esasperante lentezza, a suo modesto parere) per l’ennesima volta la breve scalinata che le condurrà al piano superiore. La bambina, impaziente, è già corsa avanti ad aprire la porta della camera per gli ospiti, mentre la nonna la guarda dubbiosa, tentennando sul pianerottolo. Poi, con uno stanco sospiro, decide che, giunta fin lì, tanto vale andare fino in fondo. Così raggiunge la nipote sulla soglia della camera e osserva, interdetta, la stanza curiosamente in ordine e già pronta a ospitare qualcuno.


«Hai rifatto tu il letto?» indaga sorpresa.


La donna, impegnata in una superficiale perlustrazione delle dotazioni della camera, non nota l’occhiata sconvolta ai limiti della disperazione della bambina.


«Tu… non lo vedi?» sussurra, il respiro più rapido del normale, osservando confusa ora la nonna ora Pitch, che sembra in peggioramento rispetto a quando lo ha lasciato l’ultima volta.


La donna le rivolge uno sguardo confuso e, dopo aver visto la sua espressione, anche un po’ preoccupato.


«Perché hai voluto che venissi qui? E come mai hai preparato il letto? Aspettiamo qualcuno di cui ti sei scordata di parlarmi?» indaga sospettosa.


«No» geme la bambina, ormai prossima al panico.


Perché la nonna non può vederlo? Perché Pitch non ha voluto spiegarle il motivo? Adesso sarebbe sicuramente stato di aiuto saperlo. Ma è inutile farsi domande cui non può dare una risposta al momento. Deve trovare una soluzione a quel problema, poi penserà anche a scoprire certi segreti, quando Pitch starà abbastanza bene da poterla accontentare.


Inspira a fondo per calmarsi e posa i suoi occhi verdi e decisi sulla donna.


«Nonna, senti, lo so che non lo puoi vedere, ma…» sbuffa. Così non va.


«Tesoro, se ora tu provassi a calmarti e spiegarmi, una buona volta, che cosa ti sta capitando» fa presente.


«Siedi. Devo raccontarti una cosa» annuncia Katherine, mordicchiandosi nervosamente un labbro.


La donna, con un mesto sospiro, annuisce e si sposta per seguire il consiglio della bambina. Katherine, seguendone i movimenti per la stanza, spalanca la bocca, inorridendo nello scorgerla decisa ad accomodarsi sul letto.


«No!» strilla nel panico. «Non lì. Su… sulla s-sedia, per favore» implora, scossa dai brividi.


Non crede che potrebbe reggere lo shock di vedere la nonna sedersi dentro Pitch. Sente lo stomaco contorcersi alla sola idea. Scuote la testa per scacciare quel pensiero molesto e, con un sospiro di sollievo, guarda la nonna prendere invece posto sulla sedia vicino alla finestra.


«Adesso spiega» impone la donna con un cipiglio serio e risoluto.



ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ



Torturandosi le mani e facendo saettare gli occhi da un angolo all’altro della stanza, Katherine racconta alla nonna degli ultimi giorni, del suo incontro con Pitch, delle loro chiacchierate, delle scoperte sconcertanti e delle avventure che li hanno coinvolti durante quell’ultima, incredibile settimana. Le parla di lui, delle emozioni che riesce a suscitarle senza neppure aprire bocca, della sua onnipresente tristezza, di quella balorda di sua figlia e delle ultime novità sulla Luce. Il tutto senza quasi riprendere fiato per l’agitazione. Conclude il suo appassionato racconto spiegandole che ora, per motivi ignoti, Pitch sta male e lei non sa proprio cosa fare per aiutarlo. Infine rivolge uno sguardo angosciato alla nonna.


Nonna che, con grande e ammirevole stoicismo, è rimasta per tutto il tempo ferma e zitta a seguire le parole della bambina.


«Katherine» comincia, sospirando e scuotendo piano la testa. «Tesoro, non pensi che sarebbe, forse, meglio giocare con i bambini reali, anziché con bizzarri amici immaginari?».


Katherine sgrana gli occhi e rabbrividisce, poi la fissa con espressione tradita e addolorata, infine si lascia sfuggire qualche lacrima.


«Non hai… ascoltato proprio nulla, di tutto quello che ho detto» mormora incredula.


«Ti ho ascoltata, invece» replica la donna.


«No. Tu… sei rimasta a sentire quello che avevo da dire, ma non mi hai ascoltata, non hai… capito, non… Non mi aiuterai, vero?» chiede, sconfortata e delusa.


«Tesoro, come puoi pretendere che io…».


«Va’ via» sibila Katherine.


«Katherine, ascolta…».


«No! Tu non ascolti me, io non ascolto te! Adesso vattene via. Devo aiutare Pitch, e ho perso così tanto tempo, per niente. Sono stata proprio stupida a pensare che…».


Senza aggiungere altro, si aggrappa al maglioncino della donna, costringendola a rimettersi in piedi e la sospinge fuori dalla porta, richiudendola sulla sua espressione sconvolta senza alcun ripensamento.



"L’ansia è sempre un vuoto che si genera tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui pensiamo che dovrebbero essere; è qualcosa che si colloca tra il reale e l’irreale." (Charlotte Joko Beck)


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Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” (Antoine de Saint-Exupéry)



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"Pochi sono coloro che vedono con i propri occhi e sentono con il proprio cuore." (Albert Einstein)






  
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