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Autore: Shes_a_star    01/06/2009    9 recensioni
Auriga Sinistra, insegnante di Astronomia nella prestigiosa Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, perennemente single, alta un metro e una vigorsol, con un cespuglio al posto dei capelli e una madre diabolica è pronta a presentarvi le sue avventure, tra elfi innamorati, iguane perverse, intrighi internazionali, punch corretti, spasimanti minorenni e tazze di caffè volanti. Il tutto alla presenza di un intrigante (e affascinante...ehm...no, bastardo. Intendevo bastardo. Sì. Comunque.) professore di Pozioni di nostra conoscenza. Professore di cui non è assolutamente, per alcuna ragione, nemmeno ipoteticamente, innamorata. Uhm. No.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap 18 (b)

5:56 A.M.

Quasi immediatamente, comunque. Prima, credo che andrò ad appostarmi fuori dalla caffetteria per vedere se posso convincere qualche passante a portarmi un po’ di caffé fuori in corridoio.

Magari se gli faccio credere di star morendo di scarlattina avranno pietà di me.

6:12 A.M.

Nota personale: la scarlattina non è fatale.

Come al solito, sento che dovrei saperlo.

Ma comunque. Penseresti che per lo meno qualcuno, vedendomi e realizzando che sono chiaramente un individuo profondamente pieno di problemi, si prenderebbe la responsabilità di tentare, anche solo blandamente, a porre fine alla mia agonia! Voglio dire, tutto ciò che desideravo era una maledettissima tazza di caffè. E’ davvero così difficile?

Beh, apparentemente sì, se sei una delle sei persone alle quali l’ho chiesto prima di convincere un bambino con la pelle viola a macchie gialle di andarmene a prendere un po’ in cambio di una manciata di falcetti.

Umph. Le persone d’oggi. E’ del tutto deprimente, ecco cosa.

Ma ora mi sento leggermente più viva, e ad ogni sorso, sono sempre più sicura che non divagherò più di strane questioni sui vampiri. Quindi suppongo sia una cosa positiva, per lo meno.

Benchè non sappia ancora se sono pronta ad affrontare nuovamente Snape.

Magari andrò da Algernon, invece. Perché parlargli di solito mi fa girare la testa e sentire farfalle di ogni specie svolazzarmi nello stomaco e mi dà una generale sensazione di piacere. Il tutto al momento sembra altamente più allettante rispetto ad una nuova dose di molestia verbale. Una ragazza non può sopportare oltre.

St Mungo’s – Sgabuzzino. Di nuovo. (E non è neanche più lontanamente intimo e confortevole.)

7:02 A.M.

Zitella. Sono una zitella. Al momento. Ufficialmente. Si può diventare ufficialmente zitelle? C’è qualche documento che potrei firmare, o qualcosa? Perché se firmassi qualcosa, probabilmente mi darebbe quel piacevole senso dell’aver sorpassato il punto di non ritorno.

Non che ne abbia bisogno.

Perché con o senza la documentazione ufficiale, rimane vero.

Penseresti che almeno Algernon sarebbe stato in grado di offrirmi un po’ di conforto. Voglio dire, è l’uomo perfetto! Non pensavo nemmeno fosse fisicamente capace di nient’altro che…conforto, e fascino, e baciamano, e cose così!

Oh, no.

A quanto pare, non l’ho mai davvero conosciuto. Non potevo neanche sospettare l’entità del male che in realtà si covava dietro quell’affascinante facciata.

…Beh, d’accordo, forse ho un po’ esagerato. Sembra quasi che sia sul punto di rivelare che in realtà è un Mangiamorte o un omicida psicotico che mangia la carne delle giovani donne mentre sono ancora vive, o qualcosa del genere.

Non è così serio.

Credo.

Ma allo stesso tempo…

E’ stato cattivo. Con me.

Cattivo in maniera gentile, sì, ma…c’era un’innegabile scintilla di crudeltà lì! Ma sono per caso in grado di poterlo sopportare, dopo tutto quello che ho dovuto affrontare? Può chiunque esserne in grado? Mi dispiace, ma non ho proprio quel tipo di forza! Cosa si aspetta da me il resto del mondo, comunque?

Lo chiedo a te, Quaderno. Lo chiedo a te.

(Non ti preoccupare. Non è come se mi aspettassi una tua risposta. La caffeina mi ha restituito praticamente per intero la mia sanità mentale)

Sigh.

Quindi, comunque, sono tornata nella sua stanza sentendomi stranamente ottimistica, considerando tutto ciò che è successo. Ho immaginato che per lo meno lui sarebbe riuscito a tirarmi un po’ su ed ero, ovviamente, ancora trionfante per tutta la faccenda dell’avere finalmente un caffè.

E quindi sono entrata, solo vagamente nervosa, per trovarlo addormentato.

(La tensione cala drasticamente, a questo punto)

L’infermiera mi sorrise, presentandosi, e chiedendomi chi fossi.

“La sua ragazza” risposi, immaginando che sarebbe stato meglio mantenere la faccenda il più normale possibile. Infatti questa sembrava una risposta decisamente più soddisfacente di “La sua ragazza, benchè probabilmente ancora per poco siccome, infatti, ho anche un sedicenne ed un elfo domestico che si contendono il mio amore, e a volte sospetto che sia coinvolto persino un lurido insegnante di Pozioni, non che io potrei mai essere interessata a lui, perché è un bastardo, ma, si, in effetti è un po’ complicato e a volte violento e spesso rischio la pelle e onestamente, non sono sicura di essere preparata per affrontare tutto questo giorno dopo giorno”

Quindi, sì. Solo la sua ragazza.

L’infermiera continuava a sorridere, ed era tutta sorrisi e cortesi “piacere di conoscerla” e cose del genere fino a quando non mi chiese come mi chiamassi.

Glielo dissi, e la sua mascella crollò.

“Vuol dire Auriga?” si informò con delicatezza, con quella speciale pronuncia che usa solo Algernon.

“Erm” replicai, percependo che probabilmente qualcosa era andato per il verso sbagliato “Forse.”

“Ah” disse l’infermiera, come se fosse stata appena costretta a bere un sorso del caffè in sala d’aspetto. “Delizioso.”

Tentò di sorridermi, fallì, si accorse del fallimento, e poi girò sui tacchi e se ne andò.

Il che mi fece avvertire un certo presentimento di disgrazia, comprensibilmente.

Quindi mi sedetti nella sedia accanto al suo letto, sorseggiando il mio caffè, in qualche modo turbata dal fatto che in effetti a questo punto sembrava gustoso. Dopo che il caffè fu finito, mi riserbai un po’ di tempo per fissarlo. Per un secondo, sembrò quasi un momento altamente pregnante; lui, che giaceva lì inanimato, dopo aver sofferto in mio nome, ed io a fissarlo, aspettando al suo capezzale, benchè lui non potesse avvertire la mia presenza. Il mio essere lì per lui, e cose così.

Ma poi ho realizzato quanto Snape mi avrebbe preso in giro per questo, dunque gran parte del romanticismo andò completamente persa.

Eppure, non potevo ancora fare a meno di sentirmi in pena per lui, così poggiai la mia mano sulla sua.

E fu allora che i suoi occhi si spalancarono.

Fu alquanto sorprendente, oltre al fatto che interruppe il mio piccolo momento di riflessione. E non è come se avesse iniziato a sbattere le palpebre, per poi illuminarsi alla vista della sottoscritta! Dov'è finito tutto il romanticismo? Nel nulla, ecco dove. E quindi non potei fare a meno di avvertire un presentimento ancora peggiore su come le cose sarebbero andate a finire.

Quindi è rimasto lì a fissarmi, in un modo così duro e profondo che mi ricordava Snape. Un’espressione che non gli si addice, davvero.

Non che si addica a Snape.

“Oh!” ho detto, solo dopo che il mio cuore ha avuto la decenza di smettere di battere così forte tanto che credevo sarei potuta crollargli malamente addosso. “Buon giorno!”

Lo ammetto, d’accordo, era una cosa un po’ stupida da dire.

“Davvero?”

“Sì” ho risposto, il più gentilmente e premurosamente possibile. “Sono le sei e mezzo. Sei rimasto qui per tutta la notte.”

“Intendevo la parte del ‘buon’”, ha ribattuto, con una punta di gelata ironia.

Non ero preparata per questo.

“Um…forse hai ragione” ho ammesso. A quel tempo, stavo ancora considerando l’intera questione del tentato ottimismo. Dopo tutto, si trattava solo di un unico piccolo commento sarcastico, giusto? Non può certo essere biasimato per questo; si era appena risvegliato e tutto!

Giusto.

Da allora ho imparato che l’ottimismo è completamente inutile e al tempo stesso davvero stupido.

“Quindi” ho proseguito, sperando idioticamente che magari, se avessi usato un tono abbastanza gentile, si sarebbe distratto dall’intera faccenda della spina dorsale, “come ti senti?”

“Come se fossi caduto da una torre di dieci piani”

“Oh” ho detto, un po’ scossa. “Giusto.”

A questo punto un imbarazzante silenzio ha preso il sopravvento; sai, del tipo che potrebbe nascere tra due persone se una di loro fosse quasi morta e l’altra completamente innocente, ma magari cominciasse a sospettare che la prima persona non ne fosse davvero convinta.

Sai. Quel tipo di silenzio.

“Auriga.” Ha detto, infine, col tono un po’ troppo dolce per potersi adattare all’intera scena.

Naturalmente, io ero sopraffatta dalla disperata speranza che lui potesse perdonarmi, e conseguentemente il fatto che lui sembrasse quasi affettuoso non mi ha messa in guardia, anzi mi ha fatto desiderare di poter scoppiare in lacrime di sollievo.

“Sì?” ho pronunciato in un soffio, avvicinandomi a lui e dando una leggera stretta alla sua mano nella mia.

Mi ha sorriso, spostando con due dita una ciocca di capelli dietro al mio orecchio. E poi, dopo essere finalmente riuscito a rimuovere le dita dai suddetti capelli, mi ha chiesto in maniera dolce e gentile “Perché hai detto a Snape che stavamo per sposarci?”

“Non l’ho fatto!” ho strillato.

Mi ha fissata.

“Non l’ho fatto!” ho ripetuto, con tutta la convinzione che riuscivo a raccattare. “Stavo appunto per chiedertelo! Vedi, a quanto pare lui pensa che siamo promessi sposi per una qualche ragione, ed io non ne ho idea – non so chi possa mai averglielo detto. E’ insensato, ovviamente.”, ho buttato lì, di sbieco.

“Sì”, ha concordato, criptico “Insensato”.

Questo è riuscito ha ferirmi più di quanto mi aspettassi.

“Credi davvero sia insensato?” gli ho chiesto in maniera un po’ docile, senza volerlo.

Mi ha sorriso, tristemente, e ha deciso di non rispondere. Invece, ha detto, con voce scettica “Quindi mi stai dicendo che non sei stata tu a dirgli che eravamo sul punto di sposarci.”

“naturalmente no”, ho replicato, con una punta di apprensione. “Perché mai dovrei mentirti a riguardo?”

“Non ne sono sicuro” ha detto, leggermente corrucciato. “Magari per la stessa ragione che ti ha spinto a dirmi che Snape era innamorato di te.”

E, onestamente, Quaderno, in quel momento il mondo si è congelato, ma in modo molto molto brutto, e molto molto sbagliato, e interamente diverso da quello in cui si congela quando io e Snape siamo coinvolti in una qualche sorta di contatto fisico.

Er, non che questo non sia molto molto brutto e molto molto sbagliato.

E’ solo che questo è un tipo diverso di molto, molto brutto e molto, molto sbagliato. Un tipo peggiore.

“Ah, me n’ero totalmente dimenticata” è stata la prima cosa che mi è venuta in mente, quando ho riacquistato la capacità di pensare, e, perché questo è piuttosto semplicemente il modo in cui le cose accadono nella mia vita, è stata la prima cosa che ho detto.

Inutile dirlo, non era esattamente la risposta più soddisfacente.

“Ma davvero?” ha replicato, freddamente, ed è stato solo allora che ho realizzato che magari tenergli la mano non potesse essere esattamente appropriato nel corso di questa conversazione. Quindi mi sono tirata indietro, e ho incrociato le braccia al petto, con la certezza di essere sul punto di sentirmi male da un momento all’altro.

“Algernon—“ ho cominciato – stupidamente, davvero, perché non ero proprio sicura di cosa diavolo avrei detto oltre a quello.

“Devo dire che Snape non era propriamente compiaciuto quando gliel’ho menzionato” ha proseguito, in quell’orribile tono da sono-arrabbiato-ma-comunque-ancora-terribilmente-raffinato-il-che-rende-la-rabbia-anche-più-spaventosa. “Il tipo non sembra tanto preso da te quanto tu apparentemente sembri fantasticare.”

“Oh, non è assolutamente vero!” ho protestato, quasi automaticamente, e poi quando lui ha alzato un loquace sopracciglio come a chiedere cosa allora fosse vero, me ne sono pentita. Come si può presupporre che io lo sappia? Ah, non ho nemmeno la più pallida idea di cosa diavolo stia succedendo!

“E’ solo che…” ho fatto un profondo respiro “Si comporta in maniera estremamente bizzarra quando si tratta di me. A volte credo davvero che lo sia.”

“Sia cosa?”

“Innamorato di me.”

Semplicemente, non mi dovrebbe essere concesso di parlare. Oltre che di pensare. La mia vita sarebbe di gran lunga più deliziosamente ordinaria.

“Spero mi perdonerai se deciderò di non condividere questo particolare sospetto.”

Nota personale? Dire alla gente che Snape potrebbe essere innamorato di te? NON E’ UNA COSA BUONA DA FARE. In nessuna circostanza. (A meno che, non so, qualche pazzo psicopatico non venga a minacciarti con una bacchetta di AvadaKedavrarti se non gli dici che Snape potrebbe essere innamorato di te. Ma quante sono le chance che questo avvenga, onestamente?)

Non ho nemmeno la più pallida idea del perché mai gliel’abbia detto! E’ solo che…sembrava proprio la cosa giusta da dire, al momento!

Il che, davvero, mi porta alla conclusione che non ho alcun desiderio di scoprire come funziona la mia stessa mente.

“So che sembra stupido!” Ho detto flebilmente. “E’ solo che…le cose sono sempre stato complicate con lui. Tra di noi c’è questo tremendo Dio solo sa cosa e Io…non sono molto brava a gestirlo, ecco. E’ tutto.”

Giusto per formulare il più grande eufemismo della storia del pianeta.

“Auriga, ti piacerebbe sapere cosa penso?”

A quel punto, ero praticamente pronta a rispondere con un sonoro ‘no’, ma in qualche modo sembrava scortese.

“Sì”, ho mugugnato, riluttante.

“Credo che lui sia un uomo molto infelice e amareggiato, che non ha assolutamente idea di come si possa amare” ha detto Algernon, con questo tono saggio e paziente che ha reso l’agonia anche peggiore. “In particolare te.”

E qualcosa nel modo in cui ha detto questo, o magari per il semplice fatto di averlo detto, mi ha fatto avvertire l’approssimarsi di un devastante crollo emotivo. Non so perché sia stato così sconvolgente. E’ solo che, beh, prima Snape che mi dice che non c’è modo che Algernon se ne freghi di me e poi lui che mi rammenta lo stesso riguardo a Snape, tutto ciò a distanza di un’ora l’uno dall’altro? E’ davvero difficile trovarci qualcosa di positivo.

“Sì” ho detto, imponendo a me stessa di non dare il tipo di spettacolo che potrebbe rivelare il mio essere un fragile e patetico individuo. Come, sai, scoppiare in un pianto disperato, o cose del genere. “Sì, hai assolutamente ragione.”

Mi ha fissata per qualche momento, con occhi compassionevoli, prima di chiedere, “Quindi, su cos’altro mi ha mentito, sentiamo.”

Il che è stata…assolutamente la domanda più scomoda che avrebbe mai potuto fare. Mi sarei accontentata di un “Su, su, adesso, non piangere” o magari anche “Andrà tutto bene, non preoccuparti” o un dolce “Oh, cara, è impossibile rimanere in collera con te” (il che sarebbe stato, d’accordo, altamente improbabile), e, invece, ho avuto…quello.

“Su niente!” ho esclamato sdegnata, sentendomi piuttosto insultata dal fatto che avesse anche solo immaginato qualcosa del genere. Non è mica come se fossi una sorta di bugiarda patologica, dopo tutto. Il modo in cui l’ha detto, beh, sembrava quasi mi stesse accusando di essere una persona davvero orribile, e, beh, non lo sono! So di non esserlo! Certo ho I miei momenti di… ben poca caritatevole bontà, ma non è certo come se mangiassi cuccioli o qualcosa di altrettanto grave nella scala dell’imperdonabile!

L’unico problema è che, dopo di ciò, mi sono ritrovata a ricordare tutte quelle cose su cui gli ho mentito. Niente d’importante, davvero, solo…piccolo cose. Come quando ho iniziato a truccarmi e ad usare le lenti a contatto nel tentativo di convincerlo che io fossi, effettivamente, una donna ragionevolmente attraente e generalmente ben messa. E quella volta in cui gli ho detto che avevo letto l’opera completa di Tolsoj per sembrare un po’ più intelligente. E quando ho concordato che Amleto era ‘certamente l’opera migliore di Shakespeare’, anche se in realtà la trovo un po’ troppo deprimente e considererò sempre Molto Rumore Per Nulla la migliore. E quando gli ho raccontato che il mio ex Paul mi aveva riempito l’intero appartamento di rose rosse dopo avermi tradito, nel disperato tentativo di ottenere il mio perdono. Quando, invece, si è solo semplicemente dimenticato di me in favore di Felicia la segretaria. O forse era la barista del Leaky Caudron – non riesco mai a ricordare con quale delle due ha deciso di accasarsi mollando me.

Ma comunque.

Tutti mentono, giusto? Almeno un po’? Su piccolo, insignificanti particolari come questi? Non riesco nemmeno a vedere cosa gli abbia dato il diritto di essere tanto sconvolto, comunque! Come se quella storia di come lui amasse osservare il cielo stellato da bambino fosse vera. Queste cose sono decisamente troppo perfette e romantiche per essere vere!

Credo.

E…quasi spero.

Comunque sia, immagino che tutto questo debba essersi reso evidente dalla mia espressione, il fatto che non ero stata interamente sincera con lui nel corso della nostra relazione.

“Ah” ha detto, in modo calmo e quasi rassegnato, tanto che le lacrime minacciarono nuovamente di fare la loro gloriosa ricomparsa.

“Mi dispiace” ho aggiunto, sconsolata. “Davvero.”

“Aur” ha continuato, come se non mi avesse sentita “Credo che forse dovremmo…”

E nel corso di quelle sei parole, mi è apparso chiaro che avevo assolutamente intenzione di rompere con lui sin dall’inizio, comunque. Non gli avrei certamente permesso di tagliare tutti i ponti tra noi quando poi questa era stata una mia idea tanto per cominciare, e che l’avevo deciso molto prima che lui iniziasse a sparare quell’incoerente storia di come io non sia stata sempre sincera al cento percento!

“— smettere di vederci!” l’ho interrotto, con più decisione possible. “Sì. Hai assolutamente ragione. Algernon, non credo di poter più stare con te. Questo, quello che abbiamo – non è abbastanza. Mi spiace, ma abbiamo chiuso.”

Sembrava un po’ sconvolto da questo, quindi mi ha semplicemente fissata per qualche minuto.

“Mi spiace per la tua colonna vertebrale” ho buttato lì, per poi precipitarmi verso la porta il più velocemente possibile. Avere l’ultima parola mi sembrava essenziale. 

E poi, beh…siccome non potevo mostrare la mia faccia in caffetteria, e non potevo certo più gironzolare nei pressi della stanza di Algernon, questo sembrava semplicemente il miglior posto in cui rifugiarmi.

In uno sgabuzzino.

E’ perfetto, davvero.

Quindi…sì. Non c’è più nessun “Algernon ed Io”. L’avrei dovuto immaginare; è solo che pensavo avrebbe incassato un po’ meglio il fatto di avergli raccontato quella piccola, innocente bugia su Snape. Anzi, in effetti non sono per niente sconvolta dal suo atteggiamento! Mi sarei aspettata di meglio da lui.

Aha. Che gran perdita, davvero.

Per niente.

Se non fosse che…lo è.

Smetterà mai la mia vita di essere completamente terribile? Mi piacerebbe, sai…saperlo. Perché se non dovesse accadere, allora è ovvio che potrò solo andare ad affogarmi proprio in uno di quei gabinetti, dopo tutto.

Bedroom Quarters

8:00 A.M.

Tutto a posto. Sono tornata. Ho deciso che non c’era davvero ragione di starmene ancora lì in ospedale, dopo tutto.

Quindi, suppongo che ora tenterò di dormire un po’.

8:02 A.M.

Oh, hah. Chi voglio prendere in giro? Non posso dormire. Sono troppo esausta per dormire! Dovrò semplicemente continuare a scribacchiare compulsivamente qui fin quando non mi cadrà il braccio, o qualcosa del genere.

Non sarebbe assolutamente sublime?

Mi è appena venuto in mente che non ho mai realmente riportato cosa ha causato tutte quelle splendide vicende che si sono susseguite nelle ultime ore. Tra sfidanzamenti, disgustosi caffè, e marmocchiosi mini Serpeverde, eccetera.

Onestamente, Quaderno, non sono sicura di poter trovare la forza per raccontartelo.

Più tardi, magari.

8:05 A.M.

Oh, d’accordo, è tardi abbastanza.

E non pensare nemmeno per un momento che io abbia una forte dipendenza da te, o che scrivere è l’unico modo che ho per confortare la mia anima dilaniata, o niente del genere! Immagino solo che potrebbe giovarmi, sai, trascrivere quello che è successo così che, tra dieci anni o giù di lì, quando sarò ricca e famosa e perfettamente felice e sposata con Gilderoy All- er, una zitella molto allegra, potrò volgermi indietro e ridere.

…Dieci anni sono davvero un sacco di tempo.

Ma non ci penseremo.

Quindi, tutto è cominciato la scorsa notte, quando stavo tentando di prepararmi per la sessione di studio privata con Christopher Goldstein, che purtroppo non poteva più essere posticipata. Ero riuscita ad evitarlo piuttosto bene per un sacco di tempo, o pretendendo di essere diventata misteriosamente sorda quando mi si avvicinava dopo una lezione, o simulando terribili attacchi di nausea che, tragicamente, mi privavano dell’abilità necessaria per dedicargli tutta l’attenzione che meritava. (Un'attenzione assolutamente platonica e accademica, ricorda. Ugh.)

Alla fine, alla fine, mi ha beccata alla sprovvista e mi ha sciorinato tristissime storie sulla sua povera, agonizzante madre, e quindi ho deciso che avrei dovuto accontentarlo, una volta per tutte.

E poi, circa cinque minuti dopo, ho deciso che sarebbe stato di gran lunga più piacevole accontentarlo se avessi avuto una non trascurabile quantità di burro birra nelle mie vene.

E quindi, verso le otto meno un quarto, mi sono diretta verso le cucine, siccome ero ormai destinata ad incontrare Christopher alle otto, e ho immaginato che quindici minuti sarebbero stati più che sufficienti per tracannarmi almeno una Burrobirra, se l’avessi fatto molto, molto velocemente.

Comunque, il mio ingegnoso piano ha finito per essere mandato a monte in maniera spettacolare.

(Seriamente, c’è forse qualcosa di nuovo?)

Non appena sfiorata la pera, il ritratto si è spalancato, e mi sono ritrovata faccia a faccia con…

Wimmy.

L’elfo che mi amava.

L’ho fissato. Mi ha fissata. Ho deciso che il suo fissarmi era probabilmente un po’ più intimidatorio del mio, siccome I miei occhi non sono esattamente della grandezza di due palle da tennis.

Nella cucina, alle sue spalle, riuscivo a sentire gli altri elfi domestici che sibilavano furiosi.

“Er” ho detto, infine.

Mi ha fissata per un altro secondo, prima che i suoi occhioni si riempissero di lacrime. Lacrime. Beh, puoi facilmente immaginare la situazione, Quaderno – non ero esattamente preparata ad affrontare delle lacrime! Dovevo già affrontare un lussurioso minorenne! Questo, più un elfo dal cuore spezzato, poteva solo condurmi alla più pura pazzia!

Wimmy, comunque, è riuscito a conservare quanta più dignità possibile – devo dargliene credito.

“Signorina Auriga Signorina”, ha detto, con tono rassegnato.

“Ciao, Wimmy” gli ho risposto debolmente. Onestamente, mi ha quasi spezzato il cuore, ed è solo un elfo domestico davvero perverso, per l’amor di Dio! A volte penso che magari sono semplicemente troppo gentile.

“Wimmy non è visto la Signorina Auriga molto spesso, ultimamente”, ha proseguito, con aria miserabile.

“Erm, no” ho concordato. “Sono stata un po’ occupata.”

“Col Professor Snape, Wimmy pensa” ha detto, con un tono che, suppongo, era stato studiato per essere superiore e distaccato, ma che in effetti è sembrato…devastantemente doloroso.

“No! No!” ho esclamato. “Assolutamente non col Professor Snape. Con...vestiti. E niente letti. E nulla di quello che poteva sembrare, sai.”

Wimmy ha volto lo sguardo verso di me, i suoi occhi ancora brillanti a causa delle lacrime “Davvero?”

E, sentendomi stranamente commossa, l’ho guardato annuendo. “Davve—“

“Aspetta!” si è intromesso un altro elfo, affrettandosi al suo fianco e lanciandomi occhiatacce furenti. “Wimmi non ha bisogno di stare parlando alla professoressa cattiva, no, proprio no!”

Mi sono dovuta concedere un momento per processare questo. Voglio dire, io sono la cattiva? Non Snape, che, negli intenti e nei fini più reconditi, è il male puro? Non Quirrell, che non riesce a concentrarsi sull’argomento che dovrebbe trattare per più di dieci minuti senza avere un attacco di panico?

Onestamente. Gli elfi domestici hanno un pessimo metodo di valutazione, te lo dico io.

Certo, immagino che avrei potuto fare questo tipo di constatazione anche qualche tempo fa, come, diciamo, quando hanno tinto la mia pelle di viola.

Brrrrrr.

Beh, comunque, fortunatamente sono stata in grado di superare questo particolare incontro con loro senza che un’innaturale colore di pelle mi fosse inflitto come punizione. A ben pensarci, è stato piuttosto facile; Wimmy mi ha solo fissata tristemente per un momento, prima di permettere all’altro elfo di trascinarlo via, io sono entrata, ho preso la mia Burrobirra, ed ecco tutto.

Quando sono uscita, sentivo che la serata si sarebbe tutto sommato svolta ragionevolmente bene, nonostante l’intera faccenda di Christopher.

E poi decisi di salire le scale che portavano alla Torre di Astronomia, e tutto è cominciato.

Ron Weasley ed Hermione Granger se ne stavano lì – senza accapigliarsi, invece fissavano silenziosamente un punto indefinito verso l’alto, come se stessero ascoltando qualcosa. Il che, seriamente, di per sé sarebbe dovuto essere un segnale, perché che quei due occupassero la stessa area vitale in amichevole silenzio era certamente abbastanza per suggerire l’imminente Apocalisse.

Questo, comunque, non mi sovvenne in quel momento; ero piuttosto occupata a tracagnare Burrobirra.

“Ron?” chiesi, mentre mi avvicinavo a loro “Hermione?”

Entrambi si voltarono fissandomi altamente perplessi.

“Che diavolo sta succedendo?” ho insistito.

“Ron ha dimenticato i compiti di Astronomia su nella Torre, professoressa” Hermione replicò, ancora profondamente turbata. “Siamo venuti qui per recuperarli.”

“Oh” dissi; dovevo ancora realizzare quanto fosse strano che avessero avuto troppa paura di avventurarsi fin lassù per prenderseli da soli. “Beh, per me va bene – su, salite e –“

“C’è qualcosa…che non va lì su, Professoressa” Ron mi interruppe docilmente.

“Che non va?” ripetei, perplessa. “Che vuoi dir…”

Ma a quanto pare completare le mia domanda non si rivelò necessario. Perché dal piano di sopra—

“COME OSI?”

Era la voce di Algernon.

“Uh” disse Ron, lanciando una breve occhiata su per le scale. “Sì. Questo era essenzialmente quello che intendevo.”

“Non eravamo…sicuri di dover salire” aggiunse Hermione.

“Probabilmente è meglio che non lo facciate”, replicai, nel tono più calmo e professionale che potessi imbastire. “Voi due, tornate al vostro dormitorio – non preoccuparti dell’assegno, Ron. Farò in modo di posticipare la tua data di consegna.”

Il viso di Ron si illuminò; apparentemente, il permesso di un insegnante di rimandare qualche compito era tutto quello che gli occorreva per dimenticare completamente il fatto che una caotica battaglia tra la vita e la morte stava avendo luogo al piano superiore. “Davvero? Eccellente!”

Hermione lo guardò in cagnesco.

 Ricordate le mie parole; tra cinque anni o giù di lì, quei due staranno certamente uscendo insieme.

Ma non ebbi esattamente l’opportunità di rifletterci su in quel momento; invece, li scacciai via e poi, completamente terrorizzata, iniziai a salire le scale.

Mentre lo facevo, tentai di raffigurarmi lo scenario più tremendo possibile in modo che quello che avrei effettivamente visto una volta arrivata lì sarebbe impallidito al confronto. Quando avevo oramai raggiunto l’ultimo gradino, Algernon indossava un tutu, impugnando un telescopio contro Christopher, che improvvisamente sfoggiava dei sottili baffetti neri e immergeva il suo viso nel maglione che avevo inavvertitamente dimenticato lì.

E, seriamente, in confronto, quello che vidi veramente aprendo la porta sarebbe stata una delusione se non fosse per la presenza di qualcuno che non mi aspettavo.

Suppongo che potrei provarci, e farti sembrare abbastanza scioccante che quel qualcuno fosse, appunto, Severus Snape, ma siccome già conosci questa parte, sarebbe un po’ uno spreco di tempo, no?

Quindi, comunque, sì. Algernon stava lì, impugnando – più stranamente che un telescopio, forse – un bouquet di rose rosse contro Snape, mentre Snape in tutta risposta gli riserbava il suo ghigno più inquietante. Christopher si manteneva appartato in un lato della stanza, fissandoli entrambi ad occhi spalancati ed increduli.

“Ora, capisco che ti sia difficile, impossibile, lasciarla andare” stava dicendo Algernon, con un tono di voce molto basso e molto pericoloso “ma io credo proprio che sarebbe molto, molto più saggio che tu la lasciassi in pace d’ora in poi. Lei non vuole avere niente a che fare con te.”

“Ti assicuro, Brightmann, sono davvero terrorizzato” replicò Snape, riuscendo a fare del sarcasmo come nessun altro. “Niente fa presagire un’inevitabile morte quanto un bouquet di rose a pochi centimetri dalla faccia.”

“Tu hai dei seri problemi, Snape” Algernon lo informò, ma in un modo che, potevo ben immaginarlo, non avrebbe portato a niente di buono, diversamente da quando altre persone (leggi: me) possono dirgli la stessa cosa e meritarsi solo un sorrisetto divertito. “E benché io lo trovi semplicemente patetico e non mi interesserebbe oltre, le tue indesiderate attenzioni la turbano molto”

“Al contrario” disse Snape, ed i suoi occhi si illuminarono con quello che poteva significare nient’altro che pura malvagità, “la sua attenzione è difficilmente qualcosa a cui aspiro- in ogni caso, non posso dire che lei non nutra una strana fissazione nel ricercare la mia.”

A quel punto Algernon lo fissò con un’espressione decisamente indecifrabile, prima di poggiare il bouquet su un banco vicino.

Il sorrisetto trionfante di Snape, comunque, non ebbe nemmeno l’opportunità di manifestarsi nella sua compiutezza prima che Algernon si slanciasse in avanti e lo colpisse dritto alla mascella.

Allora io trattenni il fiato, e Christopher urlò “Voialtri siete dannatamente matti!”

Prendere un pugno dritto in faccia, apparentemente, non era abbastanza per distrarre Snape dai suoi compiti di psico-professore del diavolo. (una devozione davvero impressionante, devo ammetterlo.)

Cosa era quello, Goldstein?”

“Auriga non può essere davvero interessata a voi, ragazzi, giusto?” chiese debolmente Christopher.

“Presumo tu ti stia riferendo alla Professoressa Sinistra” disse Snape freddamente. “E comunque che tu ti sia appropriato del diritto di riferirti a lei con il suo nome di battesimo o di criticare le sue scelte romantiche è una faccenda davvero discutibile.”

“Scelte romantiche?” Algernon lo interruppe con ferocia. “Come se avesse scelto te. Piuttosto il contrario, davvero—“

“Vuol dire che quella storia di lei e la professoressa e l’iguana era vera?” chiese Christopher, a bocca spalancata.

(Dio Santo. Ma lo sanno proprio tutti? Non è proprio il tipo di roba che vuoi si sappia in giro.)

“Scusaci per un momento, Goldstein” disse Snape, con finta cortesia. “Quando saremo di ritorno, io e te dovremo certamente discutere circa gli effetti che i tuoi commenti avranno sulla tua Casa.”

E a quel punto Snape e Algernon uscirono fuori, lasciando indietro Christopher, certamente spacciato.

Nonappena riacquistata l’abilità di muovermi, attraversai la porta ed entrai in classe. Questo riuscì a catturare l’attenzione di Christopher, ma il fatto di avere la sua attenzione difficilmente mi appariva allarmante, considerando che il mio unico vero amore ed il mio…Snape erano approssimativamente a due secondi e mezzo dall’uccidersi l’un l’altro.

“Mi spiace” gli dissi, siccome una scusa mi sembrava stranamente appropriata, date le circostanze. “Non sapevo sarebbero stati qui.”

“Sì, beh.” Replicò Christopher, passivamente. “Che sorpresa.”

“Già”, acconsentii.

Ci fissammo in silenzio per un momento, mentre l’eco attutito di voci infuriate si diffondeva dalla balconata.

“Dunque” dissi, siccome starsene lì in silenzio sembrava suggerire quel tipo di intimità che è semplicemente sbagliata sotto trecentoquarantasei diversi punti di vista. “Potremmo rimandare? Devo davvero andare e impedirgli di uccidersi a vicenda.”

“Sì, forse sarebbe meglio.” Concordò Christopher, la comprensione nel suo tono suggeriva una maturità superiore alla sua età. Il che, considerando la situazione, non era qualcosa che accoglievo a braccia aperte. “Ci vediamo a lezione, Professoressa.”

In quel momento, ero semplicemente felice di essermi sbarazzata di lui, ma, seriamente, avrei dovuto sapere che era stato troppo facile. La completa mancanza di umiliazione in quel piccolo scambio di parole sarebbe dovuta bastare come avvertimento.

Perciò riuscì a prendermi completamente di sorpresa quando, prima di sorpassarmi ed andare via – piccolo, viscido bastardo – mi posò una mano sul braccio.

“Se dovesse mai aver bisogno di qualcuno un po’ meno…” si interruppe, facendo trapelare un sorriso d’intesa. “beh, sa. Io sono qui.”

Sfortunatamente, rimosse la mano prima che potessi schiaffeggiarlo, e scomparve già per le scale senza un’altra parola. Dovetti accontentarmi di urlare “Mi rivolgerò prima all’iguana, grazie tante!” e avvertii il mio stesso eco rimbombare per la tromba delle scale.

L’ho seguito con lo sguardo, crogiolandomi nella mia miseria per un momento, prima di recuperare i sensi e realizzare che Algernon e Snape si stavano probabilmente accoppando di fuori. E se normalmente non mi piace immischiarmi in questo genere di faccende, ho immaginato che avrei potuto sentirmi un tantino in colpa se uno dei due fosse morto solo perché ero troppo impressionata dal rischio di essere esposta alla vista di un po’ di sangue o qualcosa del genere.

E inoltre, onestamente? Algernon tra i due sembrava il più spacciato. Era semplicemente troppo buono per trionfare in qualsiasi modo su Snape.

E che lui sopravvivesse mi avrebbe giovato molto più che se fosse sopravvissuto Snape.

(Non che le mie azioni eroiche siano motivate da fini egoistici, niente del genere.)

Quindi, ero finalmente riuscita a trovare la giusta motivazione per andare fuori e dividerli, quando ho sentito un inquietantissimo scrocchio e ho deciso che forse sarebbe stato meglio mantenersi alla larga per qualche altro secondo. Perché so quanto Algernon si sarebbe afflitto se fossi accorsa lì fuori solo per essere poi colpita accidentalmente da uno dei due! La mia esitazione era nata solo dall’amore che provo per lui. Davvero.

E, beh, perché davvero, davvero non sopporto la vista del sangue. Mi sento svenire, e occasionalmente mi spinge a blaterare parole senza senso.

Ma più che altro è stato per amore!

Quindi, comunque, le cose sembrarono essersi acquietate un po’, e decisi che era abbastanza sicuro avventurarmi sin lì, quindi lo feci. E uscii fuori giusto in tempo per vedere le mani di Snape spingere Algernon, che scomparve lentamente giù dalla Torre di Astronomia.

E onestamente, non sono sicura di poter continuare oltre. Suppongo di poter descrivere dettagliatamente di come ho urlato a Snape dell’omicida, o di quando la McGranitt ha scoperto quello che era successo, o di quando me la sono irrazionalmente presa con Algernon una volta avvicinatami a lui e gli ho dato un calcio nella spalla mentre si contorceva agonizzante sul terreno.

Ma davvero, non c’è niente che intenda ri-vivere.

In conclusione, ora sono single, morta di sonno oltre il punto di non ritorno, sfoggio i peggiori capelli del mondo e sono in pessimi rapporti con Snape.

Forse dovrei andarne a parlare con Christopher, siccome sembra particolarmente entusiasta all’idea.

Aha.

Non c’è niente di buono in tutto questo. Ho toccato il fondo del barile.

Ma almeno la mia pelle non è viola.

8:20 A.M.

Oh, che importa se la mia pelle non è viola! Sono completamente penosa! L’ottimismo è nient’altro che spazzatura, ti avviso, al diavolo lui! E gli uomini! E…non lascerò mai più il mio letto.

Sono in uno stato di completa devastazione. Niente su questa terra potrebbe farmi sentire meglio.

Tanto vale

8:32 A.M.

Posso sposare un elfo domestico?

Perché, d’accordo, abbiamo avuto i nostri alti e bassi, Wimmy ed io. Soprattutto bassi. O possibilmente tutti bassi. Ma proprio mentre stavo per abbandonarmi a qualche proclamazione deprimente, è entrato nella stanza e mi ha guardata per un attimo prima di chiedere “Miss Auriga sta bene, Miss?”

E stavo appunto per, sai, pretendere che lo fossi nella speranza che questo l’avrebbe fatto dileguare.

Ma farlo improvvisamente mi sembrò completamente inutile.

Quindi, invece, risposi, sentendomi sempre più emozionalmente squilibrata, “No. No, Wimmy. Miss Auriga è veramente infelice.”

Le sue orecchie si abbassarono, e avanzò qualche passo verso di me. “C’è qualcosa, qualunque cosa, che Wimmy può fare Miss?”

“Qualunque cosa?” chiesi, tirando su col naso. “Pensavo mi odiassi.”

 “Odiare Miss Auriga?” ha ripetuto incredulo, avvicinandosi leggermente. “No, Miss, affatto! Wimmy stava cercando di farlo, ma scopre che è praticamente impossibile.” Si è zittito per qualche istante, per poi concludere, con reverenza “Miss Auriga è la signora più perfetta che Wimmy abbia mai conosciuto.”

E, beh, cosa avrei potuto fare, se non scoppiare in lacrime e gettargli le braccia al collo?

E, non appena ci siamo allontanati, mi ha rimboccato le coperte, cantandomi qualche strofa di You Sexy Thing prima di ritenersi apparentemente soddisfatto, decidendo che ero a mio agio, per poi scomparire nuovamente nei corridoi del castello.

E’ stato davvero dolce da parte sua, davvero. Non sono nemmeno troppo infastidita dal fatto che mi ha lanciato dei bacetti andando via.

E’ vagamente rassicurante, suppongo, sapere che se anche tutti gli uomini della mia vita dovessero decidere di scatenare distruzione e devastazione fino al punto in cui smarrissi il desiderio di vivere, avrò ancora il mio elfo domestico pronto a cantarmi disgustose canzoni d’amore degli anni settanta alla fine di una lunga giornata.

E con questo, credo proprio che proverò a dormire un po’.

Sogni d’oro, Quaderno.

to be continued

Note della Traduttrice: so di aver abbandonato questa storia a lungo. Ho avuto...dei problemi. Essenzialmente di tempo. School's a bitch. Non credo di poter mantenere la traduzione puntuale come facevo un tempo. Ma non voglio abbandonare questa storia, quindi farò del mio meglio. L'autrice...beh, dubito abbia intenzione di concluderla. E, vi avviso, lì dove l'ha lasciata in sospeso...è DAVVERO in sospeso. Ma comunque. Vi lascio questo capitoletto e vi auguro un buon compleanno di Alanis. Namaste!

PS: c'è da aggiungere che da quando ho letto il settimo libro la mia...passione harrypotteriana è andata via via affievolendosi. Sono le cose tristi della vita.

  
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