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Autore: NotEvenChip    08/02/2017    1 recensioni
In questa raccolta vedremo Belle e Rumple in veste di genitori. Piccoli momenti di vita dei nostri due neo-genitori preferiti!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Gideon Gold, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se c’era una cosa che non riusciva proprio a sopportare del marito erano le scarpe in disordine all’entrata ed i calzini a terra di fianco al letto. 

Non le sembrava possibile che un uomo così meticoloso e preciso avesse un difetto del genere, quando, in tutto il resto, nel suo negozio ed anche in casa era ordinatissimo e attento a tutto. Appena entrava in casa si toglieva le scarpe ovunque e le lasciava in giro, stessa identica cosa per i calzini, prima di coricarsi a letto la sera. Semplicemente li toglieva e li lasciava lì, per terra. Il giorno dopo si cambiava di completo e cambiava calzini, lasciando quelli della sera precedente a terra, da raccogliere.

Gliel’aveva detto centinaia di volte ma sembrava un difetto al quale il marito non poteva fare a meno di rinunciare.

Una sera, appena tornato dal negozio, la storia si ripeté, Belle andò su tutte le furie e finirono per litigare per delle ore, prima di cadere a letto sfiniti, ma ancora arrabbiati. Si erano ripromessi più volte di non andare a letto arrabbiati, ma dopo tutto quello che si erano detti, non avevano ancora intenzione di chiarire.

Durante la notte Gold si era trovato avvolto in un abbraccio avvolgente ed istintivamente aveva allungato le braccia per ricambiare il gesto ma, Belle al contatto si svegliò e gli arrivò una sonante cinquina.

Gold per un momento faticò a capire com’era possibile meritarsi un ceffone in pieno volto per una coccola, tra l’altro non iniziata da lui. Scosse la testa e si girò dall’altra parte cercando di riaddormentarsi.

 

Il giorno dopo la colazione era un affare silenzioso e teso, Gold osservava Belle muoversi in cucina lanciando di tanto in tanto uno sguardo sopra al giornale. 

Belle non lo degnava nemmeno di uno sguardo ma Gold notò che anche da arrabbiata, con le sopracciglia corrugate, gli occhi quasi ridotti ad una fessura, i movimenti nervosi e più goffi del solito, era comunque la donna più bella che avesse mai visto.

“Beh? Perché fissi?” Ad un tratto fu lei a rompere il silenzio.

“Oh! Oltre ad un buon novanta per cento di ostilità e cento per cento di goffaggine, sento che hai ancora una bella voce! Pensavo avresti continuato con lo sciopero della parola per tutto il giorno…”

Belle si irritò ancora di più e proprio quando pensava di non poterlo odiare di più, eccolo lì: Rumplestiltskin ed il suo  fastidioso sarcasmo.

Belle gli voltò le spalle e si versò una tazza di the, non notando che nel frattempo il marito si era alzato dalla sedia e le si era avvicinato.

“Ti ricordi quando, al castello oscuro, lasciavi tutti i tuoi libri in giro ed io dovevo ritrovarteli o… rimetterli in ordine?”

Alla voce del marito così vicina Belle sobbalzò e per poco non versò l’intero contenuto della tazza sul bancone della cucina.

Dava ancora le spalle al marito ma, a sentirlo così vicino, rabbrividì e cercò di farsi forza per non cedere e perdonarlo subito.

 

“Io non vedo nulla di diverso questa volta… Oh, sì. Questa volta è colpa mia.” Continuò Gold, vedendo che Belle non era intenzionata a proferire parola.

Il corpo di Belle si irrigidì ulteriormente quando Gold le mise una mano sulla spalla, probabilmente implorandola di voltarsi a guardarlo.

“Belle. Parlami”

Il contatto si limitò a quel lieve tocco sulle spalle e Belle si sentiva già cedere. Era un litigio veramente stupido ed inutile, lo sapeva benissimo, ma Rumple la sera precedente sembrava non voler capire e tutte quelle cose che si sono detti mentre erano arrabbiati…

“Ho già detto tutto quello che pensavo. Ieri sera.” Finalmente replicò Belle.

“Sì, ricordo. Ricordo anche molto bene la parte dove mi davi del malato di controllo che non riesce ad occuparsi delle sue stesse scarpe. E ricordo molto bene anche la parte in cui hai minacciato di buttarmi dalla finestra il cassettone dei calzini… Oh e la mia preferita? La parte in cui mi hai voltato le spalle e sei corsa a letto.”

Belle chiuse gli occhi. Davvero? Il sarcasmo di nuovo?

“Rumple, basta. Stai usando il sarcasmo per evitare di chiedere scusa. Sai quanto lo odio.”

“Sicura non ci sia altro che non riesci proprio a sopportare di me? Visto che ci siamo, perché non dire tutto ora? Sei ancora in tempo per…”

Belle si voltò di scatto, agganciando lo sguardo con quello del marito, fulminandolo con lo sguardo.

“In tempo per cosa Rumple? Cosa stai cercando di dirmi? Che sono ancora in tempo per uscire dalla porta e finirla qui? Davvero? Per delle scarpe e dei calzini?”

Gold aprì la bocca e la richiuse, improvvisamente nervoso. Era quello che stava per dire, ma davvero se ne sarebbe andata per così poco?

“Io… Io… Io preferirei che tu decidessi di restare, anche perché, davvero Belle? Per dei calzini?”

“E ALLORA PERCHE’ NON LI BUTTI NEL CESTO DEGLI INDUMENTI SPORCHI? E LE SCARPE? UNA VOLTA CI SONO INCIAMPATA ENTRANDO CON LA SPESA!”

Gold fece un passo indietro, consapevole di aver risvegliato i nervi della moglie.

Belle si passò una mano sul viso, gesto che sembrò ridimensionarla perché raggiunse Gold e lo prese per mano.

“Rumple, ti sarei davvero grata se facessi per una volta quello che ti chiedo, lo so che sono io la disordinata della coppia, ma per favore, potresti provarci?”

Gold sorrise nervosamente e si avvicinò alla moglie per darle un bacio sulla fronte, stringendola in un abbraccio.

Belle si rilassò immediatamente nell’abbraccio, sentendo tutta la tensione scivolare via una volta appoggiata la testa sul petto del marito, come per magia.

“Va bene Belle. Tutto quello che vuoi. Te lo prometto.”

“Davvero? Così… Così facile? Nessuna menzione al ceffone di stanotte?”

Il rombo nel petto della risata del marito fece sorridere Belle. 

“Me ne ero completamente dimenticato, ma ti perdono”

Belle rise e si sciolse dall’abbraccio per cingere il marito al collo ed avvicinare le labbra alle sue.

“Mmmh… Fare pace con te è sempre la parte migliore” Sussurrò Belle sulle labbra del marito.

Gold strinse la presa sui fianchi della moglie e la sollevò da terra per farla sedere sul bancone.

“Ora, vediamo cosa intende lei per fare la pace Mrs Gold…”

E senza secondi ripensamenti si riappropriò delle labbra della moglie in un bacio passionale.

 

 



 

 

                                                                                 5 anni dopo…

 

 

“Belle? Belle? BEEELLE?”

Un trafelato Gold, cercava la moglie per tutta la casa da almeno cinque minuti. Era in ritardo per il lavoro, per di più quella mattina toccava a lui occuparsi del piccolo Gideon e tra una cosa e l’altra, avevano fatto tardi.

Il piccolo era in piedi davanti alla porta ad aspettare i genitori.

Non sentendo alcuna riposta, Gold cercò la moglie in camera da letto ma non era nemmeno lì. Successivamente si spostò nella camera del figlio e la trovò lì, intenta a riordinare la stanza.

“Belle? Cosa stai facendo? Faremo tardi!”

Belle si voltò alla voce del marito e lo fulminò con lo sguardo. 

Gold cercava di capire cosa potesse aver fatto arrabbiare di nuovo la sua Belle. 

Era incinta di circa tre mesi e doveva stare molto attento agli sbalzi d’umore, si arrabbiava per così poco a volte.

Vedendo che la moglie non gli rispondeva la chiamò nuovamente.

“Belle?”

“Hai visto? Hai visto TUO figlio?”

“Cos’ha NOSTRO figlio? In questo momento è giù che ci aspetta, giuro che è pronto e gli sono stato accanto in tutto…”

“No Rumple! GUARDA! CALZINI! CALZINI OVUNQUE!! DA CHI HA PRESTO QUESTA SPLENDIDA ABITUDINE? DA QUANTI ANNI VE LO DICO?”

Gold strabuzzò gli occhi… Dunque Belle era arrabbiata per quella storia dei calzini e… Oh Gideon! Di tutte le cose in cui poteva assomigliare al padre, questa poteva proprio evitarla.

“M-mi dispiace tesoro… Ora lo richiamo e gli faccio…”

“No. Faremo tardi. Quando torneremo, finirai tu di mettere in ordine. Assieme a TUO figlio.”

“Agli ordini!”

Dopo l’ultimatum Belle gli passò di fianco senza degnarlo di uno sguardo e scese dal figlio e finalmente si avviarono assieme in città.

 

 

                                                                   Più tardi quella sera…

 

 

“Non chiedere mai spiegazioni ad una donna, sai? Se è arrabbiata, chiedile scusa, sii paziente, ha sicuramente i suoi buoni motivi”.

Gold ed il figlio erano seduti per terra, nella stanza di Gideon a riordinare e piegare tutti i calzini che aveva trovato in disordine Belle quella mattina.

“Ma anche se è una cosa che io non ho fatto?”

“Oooh, sicuramente l’hai fatta e loro lo sanno. Come questa cosa dei calzini, fa uscire di testa la mamma. Pensa che qualche anno fa, quando tu ancora non c’eri, non mi ha rivolto la parola per un giorno intero. Tua mamma è così, incredibilmente passionale. Gentile ed altruista come poche altre persone al mondo, ma quando perde la calma…”

Gideon rise nel notare l’espressione persa nel vuoto del padre ogni volta che parlava della madre. Nonostante qualche volta la mamma poteva essere di un umore strano, suo papà la difendeva sempre e la aiutava il più possibile. Gideon aveva deciso che era quello l’amore. Quando la sua mamma si arrabbiava con il papà, ma lui continuava a guardarla come se fosse la cosa più bella del mondo e moriva dalla voglia di abbracciarla. Non che potesse capirli, ma una volta il papà gli aveva detto che erano il “Vero Amore”, quello delle favole, quello del lieto fine una volta per tutte. Deciso a capirne di più chiese al padre:

“Come quando mi arrabbio sempre con Mary perché mi ruba i colori, ma poi mi abbraccia e allora io le faccio sempre scegliere i colori per prima e io mi tengo quelli che funzionano poco?”

Gold improvvisamente si fermò ed alzò lo sguardo verso il figlio. Aprì e richiuse la bocca un paio di volte, sotto shock. 

“Mary eh?”

Gideon arrossì ed annuì.

“Lei mi ruba sempre i colori, ma poi mi sorride” Cercò di giustificarsi Gideon alzando le spalle.

Gold rise e prese il figlio sulla ginocchia, abbracciandolo.

“Sono così le donne. Si arrabbiano perché ci vogliono bene e noi non vogliamo capirlo, ma poi sorridono e noi capiamo meno ancora.”

Gideon si mise a ridere, il padre stava di nuovo facendo quella faccia sognante che lui proprio non riusciva a capire. Era vero che avrebbe lasciato sempre i colori più belli a Mary e che con le altre bambine non faceva lo stesso, ma i grandi erano davvero difficili da capire! Soprattutto quando la mamma diceva di non voler essere abbracciata ma che poi, quando il papà riusciva ad avvicinarsi e le dava un bacio, smetteva subito di urlare e lo stringeva forte. 

 

Poco distante da loro, Belle era sulla soglia che ascoltava ormai da un po’ di tempo i discorsi dei suoi due uomini. Si passò una mano sulla pancia, che ormai cominciava a notarsi. Una cosa era certa, condividere l’avventura di crescere un secondo figlio con un marito come Rumple ed un figlio speciale come Gideon, non sarebbe stato facile, ma di certo si sarebbe dimostrata la cosa più bella del mondo.

E poi, chi era questa Mary? Possibile che il suo Gideon fosse già diventato così grande da interessarsi ad un’altra donna che non fosse la sua mamma?

Scosse la testa e fece finta di nulla, avrebbe chiesto a Gideon dei chiarimenti più tardi, per ora si accontentava di guardare l’abbraccio tra padre e figlio da pochi metri di distanza, con lo stesso sguardo perso disegnato sul volto di tutte le persone veramente innamorate.

 

 

 

 

 

 

** Ebbene si, Rumple lascia i calzini in giro. E’ una cosa della quale sono fermamente convinta, come anche che a Belle dia veramente fastidio xD 

Aldilà della mia insanità mentale, spero come sempre che vi sia piaciuta come storiella. Colgo l’occasione per ringraziare chi di voi recensisce e mette la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Grazie, grazie, grazie!!

Coraggio, manca sempre meno! Speriamo siano in arrivo cose buone con la seconda parte di stagione! ;)

 
   
 
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