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Autore: Signorina Granger    08/02/2017    6 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Capitolo 13: Gelosia 
 
Martedì 8 Dicembre 


“Sei distratta.” 

“Lo so.” 

Faye inarcò leggermente un sopracciglio, continuando a tenere stretta l’impugnatura del fioretto senza staccare gli occhi da Phoebe. 

“A cosa stai pensando?” 

“Camila mi ha detto che vuole parlarmi, prima a cena... mi chiedo che cosa possa volermi dire.” 

Phoebe si accigliò leggermente e Faye le rivolse un piccolo sorriso prima di fare un paio di passi verso di lei, continuando a tenere il braccio sinistro piegato dietro la schiena e il destro proteso in avanti. 
Colpì leggermente il fioretto della compagna con il suo, quasi a volerle dire di darsi una mossa... e Phoebe finí col sbuffare, facendo un passo avanti e scacciando la lama con un gesto secco.

“Avanti Phoebs, non sarà una tragedia... chissà, magari un giorno sarete ottime amiche.”

“Tu credi?” 

“Ci ho parlato, con Camila... e sembra una ragazza a posto. Anche se io sono amica tua e di Isabelle, quindi ti dò atto del mio gusto pessimo nelle relazioni sociali.” 

“Sei stata anche con Jackson, tempo fa... quindi si, si questo proprio non ci piove.” 

Phoebe sfoggiò un sorriso di rimando, avanzando di un passo verso di lei e cercando di colpirla al petto con il fioretto, anche se il suo affondo venne schivato con noncuranza da Faye.

Per un attimo quest’ultima non disse niente, pensando alle parole dell'amico, a Jackson che era morto... in realtà erano rimasti più che altro amici, nessuno dei due aveva dato chissà qualche importanza alla specie di storia che avevano avuto. Ma suo cugino glie l'aveva rinfacciata per settimane, ovviamente. 


“Si, beh, amo stare al centro dell'attenzione, lo sai... ma basta parlare di me. Non voglio assillarti Phoebs, ma secondo me devi proprio sentire cosa vuole Camila. Chissà, magari tutto avrà un risvolto divertente... credo che la pensi così anche Belle, e noi due insieme non sbagliamo mai.”

Phoebe rivolse alla compagna un’occhiata tetra, trattenendosi dal replicare di fronte al sorriso quasi divertito, beffardo di Faye. 
In effetti non le piaceva ammetterlo, ma aveva ragione. 


"Ora che mi ci fai pensare... sai perché Belle deve ancora arrivare? In genere è abbastanza puntuale, strano.” 

“Beh, IO ero convinta che TU lo sapessi.” Faye inarcò un sopracciglio, improvvisamente confusa mentre rivolgeva un’occhiata alla porta della sala... e diede così modo a Phoebe di colpirla, buttandola sul tappetone e sfiorandole il petto con la punta del fioretto.

“Cassel, ma non hai imparato niente? Non devi mai distrarti!” 

“Oh Selwyn, vai al diavolo!” 




“Battuto... di nuovo. Secondo me ti stai arrugginendo.” 

“Ridi pure Shafiq, quando passeremo alle armi da fuoco vedrai chi riderà!” 

Sebastian fulminò l'amico con lo sguardo, guardandolo ridere mentre si era fermato in piedi davanti a lui, tendendogli anche la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi dopo averlo atterrato.

Bas però ignorò la sua mano e si rialzò da sé, borbottando qualcosa di incomprensibile prima di guardarsi intorno per una frazione di secondo. I suoi occhi caddero forse per la decima volta sull’entrata, senza però ancora vedere Isabelle entrare... chissà dove si era cacciata. 

“Non ci metterei la mano sul fuoco, ma direi quasi che tu sia distratto. A cosa stai pensando?” 

“A niente... ti fai troppi castelli per aria Al.” Il ragazzo si strinse nelle spalle, consapevole di non aver affatto convinto il suo amico ma allo stesso tempo continuando a rifiutarsi di parlare con lui della sua migliore amica.

“Se lo dici tu... riproviamo? Magari questa volta riesci a battermi.” 

“No, non penso che lo farà... sei più bravo tu a prescindere, e comunque stasera ha la testa sulle nuvole. Ma credo sia arrivato il momento di fare a cambio, quindi perché Ryle non si occupa di Frankie?” 

“Ehy, non sono mica una merce di scambio!”  Francisca, che sfoggiò un’espressione vagamente contrariata, provò a sfuggire dalle grinfie di Jude ma senza troppi risultati, ritrovandosi improvvisamente davanti a Sebastian. 
La ragazza si sforzò di sorridere leggermente, maledicendo mentalmente Jude Verräter e la sua indole da ficcanaso... aveva anche la sensazione che stesse sghignazzando alle sue spalle, ma non aveva voglia di voltarsi e confermare la sua teoria. 


“Jude, che razza di scambi proponi? Insomma, non posso atterrare una ragazza!”

Francisca inarcò un sopracciglio, osservandolo con aria scettica mentre Jude invece prendeva un confuso Alastair e lo trascinava via. 

“Scusa... chi ti dice che devi farlo? Magari sono più veloce io.” 

“Franscica, lo sai che sono sempre il primo a dire che sei piena di qualità, ma non esagerar-“ 

Sebastian fece per sorridere, ma non ebbe neanche il tempo di finire la frase che si ritrovò sul tappeto. Di nuovo. 
Probabilmente per la prima volta Jude e Alastair erano d'accordo su qualcosa e stavano ridendo, ma non ci fece caso... gli occhi del ragazzo caddero solo sulla ragazza che, sorridendo allegramente, lo guardava con gli occhi verdi carichi di divertimento, il fioretto in mano che dondolava accanto a lei:

“Scusa, dicevi?” 



“D'accordo, visto che sei un pettegolo e ficcanaso cronico devo chiederlo: l'hai fatto solo per ridere alle spalle di Bas o perché vuoi parlare con me?”

“Facciamo entrambe... Shafiq, ma mi stupisci di recente, stai diventando tremendamente perspicace!” 

Jude sgranò gli occhi, guardando il compagno con un’espressione teatralmente colpita mentre Alastair lo guardava con aria seccata, come ad intimargli di piantarla:

“Finiscila. Seriamente Verräter... sai dov'è Belle?” 

“Onestamente? No, ma mi sto chiedendo la stessa cosa... tu lo sai?” 

“Ovviamente no.”  Alastair spostò gli occhi sull’entrata, e la mascella del ragazzo che per un attimo si contrasse non sfuggì agli occhi di Jude, che quasi poteva cogliere visibilmente il nervosismo e la frustrazione del compagno. 

L’espressione tesa di Alastair però finì col rilassarsi poco dopo, quando vide finalmente la sua amica entrare nella stanza con un sorriso colpevole stampato in faccia.

“Alla buon’ora... che sia e ultima volta Van Acker, altrimenti ti faccio fare un doppio giro della tenuta.” 

“Mi scusi, signore.”  Isabelle sorrise leggermente a Jefferson prima di prendere un fioretto e allontanarsi in fretta, puntando dritto verso Alastair. Mentre si avvicinava sorrise all'amico, che ricambiò anche se con lieve titubanza:

“Ciao... che fine avevi fatto?” 

“Mi sono appisolata... comincio a pensare che dovrebbero spostare gli incontri più presto, altrimenti mi viene sempre sonno.” 

“Non si chiamerebbe Night School in quel caso, no?”  

“Grazie per la precisazione illuminante Jude.” 

“Sempre a disposizione.”   Il ragazzo sorrise quasi con sincera allegria e Belle scosse leggermente il capo prima di sorridere, osservando prima l'uno e poi l'altro:

“D'accordo, allora... qualcuno di voi vuole duellare con me?” 

“Io. È da parecchio che non mi dai l'occasione di metterti ko.” 

“La vedremo Al.” 

Belle sorrise all'amico, ma mentre si tamburellava la lama sulle dita si voltò per un istante verso Jude, rivolgendogli un cenno del capo appena percettibile. 
E allora Jude sorrise, certo che quella serata sarebbe stata molto lunga... probabilmente non avrebbe dormito un bel niente, ma almeno con un po' di fortuna sarebbe riuscito ad imbucarsi nell'ufficio del Preside. 


                                                                             *


“Mio Dio, ma sei leggiadro come un rinoceronte in una cristalleria!” 

“Ha parlato la regina delle fate!” 

Jude incrocio le braccia al petto con aria stizzita ma Belle non replicò, limitandosi a roteare gli occhi mentre camminava accanto a lui lungo il corridoio buio e deserto... dove tecnicamente loro non avrebbero mai dovuto mettere piede, ma quelli per i due erano dettagli insignificanti. 


“Ok, la porta di Hamilton è la terza... prima ho fatto tardi perché ho controllato gli incantesimi che usa come allarme, ovviamente non possiamo usare la magia per entrare.” 

“Ti prego non dirmi che vuoi sfondare la porta.” 

“Si certo, così da svegliare tutto il castello! No grazie... no, passeremo, anzi passerò, da una strada alternativa.” 

Isabelle si strinse nelle spalle, parlando con un tono neutro e rilassato come se stesse solo parlando del tempo. Jude inarcò un sopracciglio e fece per chiederle spiegazioni, ma non ne ebbe il tempo: Isabelle lo aveva già superato, aprendo la porta accanto al ragazzo e comparendo così in un bagno.

“Isabelle, ma ti sembra il momento di incipriarti il naso?” 

“Non sprecherei la cipria per te, se anche fosse...” Il borbottio di Isabelle quasi lo fece sorridere mentre la guardava avvicinarsi alla finestra, aprirla prima di arrampicarcisi sopra e mettersi in equilibrio sulla cornice.

Immobile come una statua sulle gambe si voltò verso di lui, in un’immagine piuttosto artistica con la luce di una delle torce che fluttuavano di notte intorno alla scuola praticamente alle sue spalle. 
Per un istante Jude rivide il disegno che la ragazza stessa aveva fatto, quello che aveva guardato milioni di volte prima di restituire l’album alla proprietaria dopo averlo “ritrovato”... ma durò solo per un attimo, perché poi Isabelle parlò a bassa voce:

“Non ti muovere, ti apro da dentro... e se senti arrivare qualcuno fila.” 

“Probabilmente l'avrei fatto a prescindere.” 

Un attimo dopo Isabelle era sparita, scivolando giu dalla cornice senza fare il minimo rumore. Chissà quante volte l'aveva fatto per avere tutta quella dimestichezza... 


                                                                             *

"Oh mio Dio... ma questa è una foto di Hamilton da giovane! Non avrei voluto vederla, è una cosa strana...” Isabelle sfoggiò una smorfia, ignorando la foto e continuando a rovistare in mezzo agli schedari, cercando il fascicolo di Etienne Lacroix... sperando che non se ne fossero già liberati, ovviamente. 

Sorrise quando scorse il nome del ragazzo, prendendo il fascicolo e aprendolo mentre Jude, con aria vittoriosa, estraeva il famigerato biglietto da dentro una cartellina.

“Bingo! Tu hai trovato niente di interessante?” 

Jude si voltò verso la ragazza, improvvisamente immobile e in silenzio con gli occhi di quel raro verde scuro puntati sul fascicolo di Etienne.

“Isabelle?” 

“C'è scritto perché è stato espulso... è una lettera della Preside di Beauxbatons. Ora capisco perché è stato così facile convincere il Consiglio della sua colpevolezza.” 

Isabelle alzò gli occhi su di lui e Jude le si avvicinò, carico di curiosità: abbassò a sua volta lo sguardo sul fascicolo e lesse in fretta la lettera che teneva in mano... era in francese, ma per sua fortuna non aveva mai avuto problemi con le lingue, tutt’altro.

Quando ebbe finito rimase in silenzio per un attimo prima di voltarsi verso Isabelle, che lo imitò senza dire niente, mentre entrambi elaboravano quanto appena scoperto:

“Certo che è stato facile... l'hanno buttato fuori perché ha quasi picchiato a morte un suo compagno di scuola. Dev’essere stata una passeggiata per loro... credi che possa essere stato lui?” 

“Non lo so... insomma, dopo questo...” Isabelle si morse il labbro, risultando piuttosto convincente grazie all’ottima attrice che ormai era diventata. 
Se solo avesse avuto uno scellino per ogni volta in cui aveva fatto finta di essere all’oscuro di qualcosa...
Non era stato Etienne, lei lo sapeva. Ma era sinceramente sconvolta da quanto appena saputo, questo sì.

“Ragioniamo... il biglietto lo ha scritto lui, su questo non ci piove. Ma per noi non è difficile costringere, no? Insomma, basta una Maledizione Imperius, quel biglietto di per se non prova quasi nulla. Rimetti a posto il fascicolo però, non credo sia il caso di far sapere che siamo stati qui.” 

Isabelle annuì e senza dire nulla infilò di nuovo il fascicolo nel cassetto, mentre Jude faceva altrettanto con il biglietto. Gli occhi del ragazzo però caddero sugli schedari mentre Isabelle apriva la finestra per andarsene a modo suo dall’ufficio... e quasi senza pensarci si avvicinò, prelevandone uno dal mucchio.


“Credo sia meglio riparlarne domani... è tardissimo, domani mattina sembrerò uno zombie, ho idea. Buonanotte Jude, chiudi la finestra per favore.” 

Isabelle si arrampicò sul cornicione e dopo avergli rivolto un breve cenno sparì, portandolo ancora una volta a chiedersi come facesse a muoversi sui tetti con tanta sicurezza... Obbedì e chiuse la finestra prima di lanciare un’occhiata al fascicolo che aveva sistemato all’interno della felpa nera che indossava da dopo l’allenamento, leggendo il nome scritto sopra come per essere sicuro di non aver sbagliato:

Isabelle Van Acker 


                                                                                *


“Ma chi può averlo fatto? Come si può essere capaci di tanto?” 

“Non credi che sia stato lui?” 

“No... non lo so. Non credo. Non sembrava una cattiva persona.” 


Alastair sospirò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli lisci: odiava non capire, da sempre. Perché quell'anno le cose stavano andando a rotoli in quel modo? 
Aveva perso Jackson, e in un certo senso poteva anche dire di aver perso Isabelle... possibile che i suoi pilastri si fossero sgretolati praticamente in contemporanea?


“Mi dispiace vederti così Al, davvero.”  Alastair alzò gli occhi, puntandolo in quelli familiari  e blu di Jackson... per una volta non vi vide all’interno alcuna ironia, era stranamente sincero.

“Perché non mi aiuti, allora? Chi ti ha ucciso? Belle c'entra qualcosa? Lei non... non può avere a che fare con tutto questo, mi rifiuto di crederlo.” 

“Non pensi che sia stato Etienne, e ovviamente non prendi neanche in considerazione l'idea che Belle possa essere coinvolta... Al, vedi così tanta bontà in tutti. Sarebbe tutto molto più semplice, se tu avessi ragione.” 



Alastair Shafiq spalancò gli occhi, quasi sobbalzando nel svegliarsi così di soprassalto: era stato svegliato da un rumore... familiare, in effetti. 
Alzò istintivamente lo sguardo sul vetro della finestra, e perse un battito nel vedere qualcuno in equilibrio dietro il vetro.

Da quanto tempo non vedeva Isabelle lì? 

“Belle?” 


Vide la ragazza sgranare gli occhi quando lo vide scalciare le coperte e alzarsi, come se si fosse fermata ad osservarlo ma senza avere la minima intenzione di svegliarlo. Era sempre molto silenziosa, ma lui ormai ci era così abituato da sentire quasi sempre quando lei atterrava davanti alla sua finestra. 

Prima che Belle potesse darsela a gambe sui cornicioni Alastair aveva già aperto la finestra, osservandola con aria confusa:

“Stai bene?” 

“Si... non riuscivo a dormire, ecco tutto. Volevo fare un giro, non volevo svegliarti, scusa.” 

“Da quando chiedi scusa per queste cose? Dai, vieni dentro. È da tanto che non parliamo, io e te.” 

Per un attimo fu davvero tentata di saltare, di andarsene... ma poteva davvero farlo ancora una volta? Il sorriso di Alastair le impedí di muoversi, portandola ad annuire leggermente prima di prendere la mano del ragazzo e scendere dalla finestra. 

“Mi spieghi perché te ne vai in girò sui tetti a quest'ora se non è per vedere me? ... a meno che tu non vada a fare visita a qualcun altro, ovviamente.” 

Il tono e lo sguardo accusatorio di Alastair la fecero ridere sinceramente forse per la prima volta dopo un mucchio di tempo, prima di annuire con la sua faccia più convincente:

“Mi hai scoperta.” 

“Ah si?” 

“Si. Non volevo dirtelo, ma... io e Jude passiamo le notti a spazzolarci i capelli e a raccontarci pettegolezzi.” 

“Si, certo, vi ci vedo proprio.” Al roteò gli occhi e Belle sorrise mentre si sfilava le scarpe: in realtà stava semplicemente tornando in camera sua dopo la visita nell'ufficio di Hamilton... ma forse aveva indugiato troppo davanti alla finestra dell'amico, osservandolo dormire per qualche istante come aveva fatto molte volte di recente. 

“Mi sei mancata.” 

“Anche il tuo pigiama.”  Isabelle sorrise, ridacchiando quando il suo commento le procurò una sberla sul braccio mentre Alastair la teneva stretta, entrambi stesi sul letto del ragazzo.

Per un attimo nessuno dei due disse niente, mentre entrambi si godevano quel momento di pace che ormai tendeva a scarseggiare, tra di loro.

“Stavo sognando Jax. A te capita mai?” 

“Si... fastidiosamente spesso, in effetti. Lo so che ti manca moltissimo Al, più di quanto tu non voglia far credere. Vale anche per Sebastian in effetti, voi due potreste fare il duo dei finti “orsi insensibili”.” 

“Io sarei l'orso? Sei tu quella che isola tutti di recente.”  

Le parole di Alastair, quasi tristemente prive di rancore ma solo cariche di delusione e di arrendevolezza, la fecero annuire leggermente, distogliendo gli occhi da quelli dell'amico prima di parlare a bassa voce, incapace di dire qualunque altra cosa se non la verità, almeno per una volta:

“Lo so. E mi dispiace.” 


                                                                          *


Mercoledì 9 Dicembre 


“Sopra il libro di Trasfigurazione ci vuoi una fetta di prosciutto o di formaggio?” 

“Mh? Prosciutto, grazie...” 

Adrianus roteò gli occhi mentre invece Mathieu e Camila ridacchiavano, con Francisca che teneva ancora gli occhi vacui puntati su una finestra, senza curarsi minimamente di tutti e tre.

“Visto? Ve l'ho detto, sta dormendo. Frankie? Svegliati cara, tra poco abbiamo lezione, temo.” 

Adrianus sorrise, sporgendosi verso la ragazza e dandole una leggera pacca sulla spalla della ragazza, che si voltò verso di lui guardandolo con aria confusa:

“Smettila di trattarmi come una cretina! Ho sonno, non è colpa mia.” 

Adrianus sorrise con aria divertita e probabilmente avrebbe anche replicato, ma una voce gli impedì di farlo, mentre una figura quasi fastidiosamente familiare compariva proprio accanto a Francisca:

“Già Stebbins, non riprenderla... insomma, è normale che sia stanca dopo ieri sera. Abbiamo dormito poco, vero Francisca?” 

Sebastian sorrise, trattenendosi dal mettersi a ridere mentre allungava al contempo una mano per sfiorarle la spalla della ragazza con le dita. 
Frankie lo ignorò, puntando invece gli occhi su Adrianus mentre Camila e Mathieu facevano lo stesso, con il ragazzo che mormorò al contempo qualcosa:

“Oh-oh.” 

Adrianus invece contorse leggermente la mascella, gli occhi chiarissimi puntati sul compagno e reprimendo il desiderio di Schiantarlo mentre parlava con un tono pericolosamente pacato:

“Perché non vai a dire cazzate altrove, Ryle?” 

“Non dico cazzate Stebbins, è la verità... Frankie te lo può confermare, non è vero?” 

Bas sollevò le sopracciglia, sfoggiando la sua espressione più innocente e angelica prima di abbassare di nuovo gli occhi sulla ragazza, prendendole anche il mento tra due dita affinché lo guardasse.
Francisca però si ritrasse, borbottando al ragazzo di girare al largo mentre Adrianus puntava gli occhi su di lei, osservandola con aria inquisitoria e trattenendosi dall’alzarsi e strangolare Sebastian. 


“Beh, lascio che vi chiariate... vado. Ci vediamo in classe!”   Sebastian sorrise prima di filarsela per raggiungere Alastair e sua cugina Faye, mentre Francisca lo malediceva mentalmente e Adrianus si limitava ad inarcare un sopracciglio, un’espressione decisamente scettica dipinta in volto:

“Ehm... non è come sembra.” 

“Ah no?” 

“Sapete una cosa? Mi sono ricordata di aver dimenticato qualcosa da qualche parte... Mat, devi aiutarmi a trovarla.” 

Camila si alzò in fretta, lanciando un’occhiata molto eloquente al compagno che invece sbuffò, come a volerle dire che lui invece voleva assistere alla scena... ma Camila accennò di nuovo alla porta della Sala da Pranzo e il francese si ritrovò ad obbedire, sbuffando leggermente e borbottando che voleva ascoltare.

“Che noia... Volevo sentire, magari Steb ammetterà finalmente di essere tormentato dalla gelosia.” 

“Scusa Mat, ma credo che non lo saprai, non oggi.” 

Camila sorrise e senza tante cerimonie si trascinò dietro il compagno, lasciando Francisca da sola a vedersela con Adrianus.


“Già che ci siamo... so che volevi origliare Mat, ma più tardi ho intenzione di parlare con mia sorella. Magari lei potrà darci una lieve indicazione.” 

Camila si strinse nelle spalle e immediatamente Mathieu mutò espressione, sorridendo quasi allegramente mentre le metteva un braccio intorno alle spalle, guardandola con affetto:

“Davvero? Grazie, colorata! Hai i capelli diversi da un paio di giorni, ora che ci faccio caso... niente più viola e rosa?” 

“Non chiamarmi “colorata”, è orribile! E comunque si, credo che vi abituerete ai miei repentini cambi di capelli di qui a Giugno.” 


                                                                             *

Chiediglielo
No
Si!
Non posso
Ma si che puoi, siete amici da anni!
Proprio per questo non posso, come glielo dovrei spiegare?

Sebastian sbuffò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli senza ascoltare minimamente quello che Jefferson stava spiegando: era seduto accanto ad Alastair, che stava prendendo appunti a differenza sua, e probabilmente era l'occasione perfetta per chiederglielo... 

Dio quanto sei codardo

Il ragazzo sbuffò e quando sentì un pezzetto di carta colpirlo sulla nuca si voltò, ritrovandosi a guardare sua cugina che, seduta accanto ad Isabelle, stava sghignazzando alle sue spalle come se avesse intuito i suoi pensieri.
Sfortunatamente, si conoscevano troppo bene...

Bas la fulminò con lo sguardo, intimandole di stare zitta prima che i suoi occhi cadessero per una frazione di secondo sulla ragazza seduta accanto a lei, continuando a chiedersi il perché del suo ritardo della sera prima: a volte si dava dell’idiota da solo, ma negli ultimi tempi aveva iniziato a preoccuparsi ogni volta in cui non la vedeva in giro per diverso tempo...
Da quando Jackson era morto, in effetti.


Il ragazzo esitò ma poi si rimise seduto dritto sulla sedia, schiarendosi leggermente la voce prima di rivolgersi all’amico:

“Sai Al... stamattina ho visto Isabelle uscire dalla tua camera.” 

“Si, in effetti se l’è squagliata mentre io ancora dormivo... fa di tutto pur di non dover parlare da soli troppo a lungo.” 

Il tono di Alastair era piatto e carico di una nota di acidità che non sfuggì a Sebastian, che annuì prima di parlare di nuovo, con il tono più neutro e vago che riuscì a trovare:

“Ovviamente non è la prima volta che succede... penso che diversa gente creda che abbiate una relazione, sai?” 

“Probabilmente è così, ma non interessa a me e neanche a Belle.” 

“Ma se così fosse me lo diresti, vero?” 

“Che domande fai Bas, certo che te lo direi! Ma che hai oggi?” 

Alastair si accigliò, voltandosi verso Sebastian e riservandogli un’occhiata inverta mentre l'amico si limitava a stringersi nelle spalle prima di tornare a fingere di prestare attenzione alla lezione... e nel frattempo, ovviamente, qualcuno seduto proprio dietro di loro non aveva smesso per un attimo di voltare lo sguardo dai due ad Isabelle, sorridendo leggermente.


                                                                              *


“Possiamo parlare? C'è una cosa che vorrei chiederti.” 

Phoebe alzò lo sguardo dal libro, certa di aver sentito male... E invece si rese conto di non aver sbagliato, davanti a lei c'era proprio sua sorella. La mora si accigliò leggermente ma annuì senza dire nulla, permettendo così a Camila di prendere posto davanti a lei nella Sala Comune affollata, con Alastair e Sebastian che si sfidavano ad una partita a scacchi senza neanche usare i pezzi e Mathieu si disperava sui compiti di Incantesimi. 

“Che cosa vuoi sapere?”

“Beh, tu sei qui dal primo anno, quindi immagino che tu conosca molto bene sia la scuola che i tuoi compagni di corso, a differenza mia. Perciò volevo chiederti una cosa sui nostri compagni: che tu sappia, c'è per caso qualcuno che sa parecchio sul conto degli altri?” 

“Verräter.” 

Phoebe non batté ciglio, rispondendo alla sorella senza la minima esitazione e con un tono piuttosto sicuro, tanto da far accigliare leggermente l’americana: aveva sentito in giro qualcosa del genere in effetti, ma non ci aveva mai dato poi molto peso..


“Davvero? Sicura?” 

“Oh, al 100%. Io e Belle lo chiamiamo “Oracolo di Delfi”, ma tu non diglielo, potrebbe darsi troppa importanza... fidati Camila, anche se tu non lo sai credo che lui sappia più cose di te di quanto non ne sappia io. È così per tutti.” 

Phoebe si strinse nelle spalle come se la stesse informando di cosa aveva mangiato a pranzo e continuò a fare i compiti come se niente fosse, lasciando la sorellastra vagamente interdetta.
Camila si voltò verso Jude, che come suo solito se ne stava in angolo a scarabocchiare con nonchalance sul suo quaderno nero senza parlare con nessuno ma osservando tutti allo stesso tempo.

Per un attimo Camila si chiese anche se la sorella le avrebbe chiesto perché le aveva posto quella domanda, ma Phoebe non lo fece, come se non volesse immischiarsi negli affari altrui.

“Beh, allora grazie. Se davvero sa tutto, credo che potrebbe essermi utile.” 

Camila fece per alzarsi dalla sedia, ma la mezza risata che scappò alla sorella la portò ad indugiare e a voltarsi di nuovo verso di lei, osservandola sorriderle con leggero divertimento:

“Spero che tu abbia una valida motivazione... Come tutti quelli che vivono qui non posso dire di conoscerlo bene, ma so per certo che non fa mai niente per niente.” 


                                                                               *


“Perché mi tieni il muso? Sei arrabbiato con me?” 

“Si.” 

“Perché?” 

“Lo sai.”

“E non mi vuoi ascoltare?” 

“Finché cerchi scorciatoie no.” 

Adrianus restò impossibile, continuando a tenere gli occhi sul libro ma senza neanche lontanamente leggerne il contenuto: aveva smesso di farlo quando Francisca era entrata nella stanza e dopo aver esitato gli si era avvicinata quasi timidamente.
La moretta indugiò per un attimo ma poi si avvicinò ulteriormente al ragazzo, che continuò a non guardarla... o almeno finché lei non lo sorprese sedendosi sulle sue ginocchia, costringendolo così ad alzare gli occhi verso di lei.

“Finalmente ti degni di guardarmi... lo so che non puoi fare l’arrabbiato a lungo.” 

“Si invece!” 

“No, non è vero.” 

Adrianus fece per replicare ma le parole gli morirono in gola quando Francisca gli allacciò le braccia intorno al collo, appoggiando il capo contro il suo prima di parlare di nuovo:

“Sebastian lo fa apposta Steb, si diverte... te l'ho detto, non c'è niente tra di noi.” 

“E allora spiegami le sue continue allusioni, mi irritano.” 

Adrianus sbuffò mentre quasi senza volerlo circondava la vita della ragazza con un braccio per non farla scivolare, fulminandola con lo sgaurdo quando la vide sorridere con aria divertita:

“Secondo me sei geloso Steb.” 

“Te lo ripeto, non sono geloso! O forse un pochino si, non lo so.” 

L’ex Corvonero sbuffò e abbassò lo sguardo mentre invece Francisca sorrideva, accarezzandogli i capelli castani:

“Te l'ho già detto Steb... ci sono cose che non posso dirti. Ti voglio bene, non voglio metterti nei guai.” 

“Anche io ti voglio bene. Quindi dì a Casanova che prima o poi lo Schianto, se non la finisce di buttare giù frasette di quel tipo!” 

Adrianus sbuffò e Frankie non riuscì a non ridere, infinitamente sollevata di averlo accanto in quel periodo buio, anche se non glielo disse. 


                                                                            *


Jude sorrise, quasi divertito dal tempismo della sorte: proprio la notte prima lui e Isabelle si erano intrufolati nell’ufficio di Hamilton, e avevano non solo trovato il famigerato biglietto... ma anche il fascicolo di Etienne Lacroix, dove avevano finalmente letto il motivo della sua espulsione da Beauxbatons.

“Perché me lo state domandando?” 

"Perché sembra che nessuno sappia niente... per favore, puoi dirci se sai qualcosa su Etienne?” 

Jude inclinò leggermente il capo, osservando sia Mathieu che Camila... che cosa poteva chiedere in cambio? 
Bella domanda...

“In effetti credo di aver sentito qualcosa sulla sua espulsione.” 

“Come lo sai?” 

“Non ha importanza. Ma ti dirò Mathieu, anche se ora lo so sono comunque convinto che non abbia ucciso nessuno... anche se ho letto il biglietto che ha scritto lui stesso, come tu hai confermato.” 

Jude prese la tazza di thè e ne beve un sorso con nonchalance, ignorando le facce sgomente dei due compagni: Mathieu inarcò un sopracciglio e fece per chiedergli COME facesse a sapere che aveva detto lui al Preside che quella era proprio la scrittura di ET, ma Camila gli fece cenno di tacere e di lasciarlo continuare: facendo con comodo Jude rimise la tazza sul piattino prima di sorridere, annuendo con un debole cenno del capo:

“Se ci tenete tanto, vi dirò quello che ha lasciato scritto... ma voglio qualcosa in cambio. Camila, perché non mi parli del legame tra te e Phoebe? So che siete sorellastre, ma il fatto che abbiate la stessa età mi mette molta curiosità.” 

Camila esitò per un attimo, senza staccare gli occhi dal sorriso beffardo di Jude mentre Mathieu si voltava verso di lei, guardandola come a volerle dire che non era obbligata a farlo, se non se la sentiva... ma la ragazza lo ignorò e annuì, sorridendo a sua volta:

“D'accordo, lo farò. Ma prima parla con Mat.” 

“Perfetto, adoro trovare i compromessi in fretta. Prego ragazzi, mettetevi comodi.” 


                                                                                *

“Mi sento tremendamente stupida... come ho fatto a metterci tanto a capirlo?” 

Faye rise mentre prendeva posto davanti al cugino, appoggiando la borsa sul tavolo e tirando fuori il suo specchietto. Dopo aver controllato che il rossetto rosso fosse a posto sorrise al cugino, che la stava guardando di rimando con aria vagamente scettica:

“Ah si? Sentiamo, cosa hai capito?” 

Faye lo guardò con gli occhi luccicanti, trattenendosi dal ridere mentre parlava di nuovo quasi con tono accusatorio:

“Lei ti piace, vero cuginetto? Perché non me l'hai detto?” 

“Di chi parli, se permetti?” 

“Oh, per favore... lo sa di chi parlo. A me non puoi mentire Bas, ti conosco meglio di quanto tu non conosca te stesso, probabilmente. Non fraintendere, mi sorprende ma mi fa piacere, Isabelle è mia amica.” 

“Lei non... non so di che parli. Che cosa ti fa credere che a me piaccia Isabelle? Insomma, ci vedi forse andarcene in giro a braccetto?” 

Sebastian sorrise, inarcando un sopracciglio e parlando con il suo solito tono vagamente sfrontato che fece solo sorridere la cugina, che lo guardava con aria divertita:

“No. Per niente, e forse è anche questo a fare la differenza, non trovi? In realtà sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, Bas... ora si che mi divertirò! E rilassati, non fare quella faccia... non dirò niente.”

Sebastian sospirò leggermente, costretto ad arrendersi: se sua cugina si era messa in testa qualcosa era impossibile dissuaderla, lo sapeva. 

“Da cosa l’hai capito?” 

“Semplice, fai spudoratamente il cascamorto con qualunque ragazza carina ti capiti a tiro, ma con lei ti risparmi le moine... e poi ti prego Bas, ogni volta in cui entri in classe la guardi, sempre. Per un istante, poi ti giri e vai a sederti al tuo posto... ma lo fai, come per assicurarti che lei ci sia. Anche se non mi è chiara una cosa: se finalmente ti piace davvero una ragazza, perché continui a portarti a letto tutte le altre in modo per niente discreto?” 

“Isabelle è... difficile da capire, è tua amica, lo sai anche tu. Dubito che lei mi ricambi, aspetto solo che mi passi.” 

Sebastian si strinse debolmente nelle spalle prima di tornare a concentrarsi sui compiti, mentre Faye ancora lo osservava attentamente: in realtà non condivideva del tutto la sua logica... ma ora che lo sapeva era certa che si sarebbe potuta divertire molto, anche se di sicuro non lo avrebbe tradito spifferando tutto ai quattro venti. 

“Contento tu... devo andare. Ma lascia che ti dica una cosa, prima... Rilassati Bas, non c'è bisogno di essere geloso d Alastair. Non c'è niente tra di loro, fidati, Isabelle l'avrebbe detto a me o a Phoebe. Ciao!” 

Faye sorrise e strizzò l’occhio al cugino prima di riprendere la borsa, girare sui tacchi e andarsene, lasciandolo nuovamente solo. 
Eppure, dopo un attimo, Sebastian sorrise comunque. 


                                                                                *

                                           
Francisca camminava a passo spedito, attraversando il parco per raggiungere la sua destinazione. Teneva le mani coperte dai guanti sprofondante nelle tasche, e la sciarpa le copriva volutamente parte del viso per evitare di congelarsi: faceva davvero freddo, ma voleva farlo. 

C'era una parte dell’enorme proprietà, ad est della Cappella... c'erano diverse lapidi commemorative lasciate sul prato, dedicate a tutti i Presidi della Cimmeria fin dal suo fondatore, Orion Callaghan. 
Recentemente però, se ne erano disgraziatamente aggiunte ben tre... e una portava il nome della sua migliore amica. 

Non era potuta andare al suo funerale e non aveva potuto salutarla... il modo che aveva per sentirsi più vicina a lei era semplicemente quello, sedersi di fronte a quella lastra di pietra gelida.

Rabbrividì leggermente ma continuò a camminare imperterrita, chiedendosi perché stesse usando così la sua preziosa ora buca... dopo la notte precedente era parecchio stanca e forse avrebbe preferito andare a dormire in camera sua al caldo, ma allo stesso tempo voleva salutare Alexandrine. 
                                                                                

                                                                                *


Ma perché diamine se ne va in giro con questo freddo? Vuole prendersi la polmonite? 
E poi non sono il suo facchino! 

Adrianus Stebbins sbuffò leggermente mentre scendeva i gradini dell'ingresso della Cimmeria, tenendo i libri che doveva restituire all’amica: a sentire Camila era andata a fare una passeggiata, quindi non gli restava che cercarla nel parco... ma perché volesse fare due passi con quel freddo, per lui restava un mistero. 


Era felice di vederla stare decisamente meglio, ma ogni tanto Francisca spariva ugualmente, dichiarando di voler stare da sola... e per quanto ci avesse provato, il più delle volte non era riuscito a trovarla. 

Per qualche motivo però quel pomeriggio aveva la netta sensazione di sapere dove potesse essere andata... E da una parte, per un solo attimo, si riempì di soddisfazione quando la scorse in mezzo alle lastre di pietra di varie sfumature di grigio a seconda del tempo che era passato da quando erano state piazzate lí.
Il lieve sorriso di Adrianus però sparì molto in fretta, e un istante dopo l’ex Corvonero era impallidito di colpo – non certo per il freddo – e aveva iniziato a camminare quasi senza accorgersene, lasciando cadere i libri sull’erba umida senza curarsene minimamente.

“Frankie.” 

Poco più di un sussurro, mentre iniziava quasi a correre verso di lei prima di chiamarla di nuovo, questa volta a voce decisamente più alta.

“Francisca!” La raggiunse davanti alla lastra dedicata ad Alexandrine Darwin e senza riflettere le si inginocchiò accanto, allungando una mano tremante per sfiorarle il viso freddo. Rilassato in effetti, ma freddo come il ghiaccio.

“Frankie? Ti prego...” 

Deglutì a fatica mentre spostava la mano, accarezzandole i capelli scuri e osservandola con preoccupazione crescente, mentre improvvisamente tutto intorno a lui si bloccava momentaneamente: l'unica cosa a cui pensava, mentre la prendeva in braccio, era che non voleva perdere anche lei. 


















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Angolo Autrice:

Buonasera! 
Mi spiace di avervi fatto aspettare una settimana intera, ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo piuttosto lungo...
Questa volta non ho domande per voi, ma chiedo a chi non mi ha inviato le informazioni per il Ballo di farlo in fretta, perché non mancano molti capitoli... probabilmente ne farò solo un altro nel mezzo. 

A presto, spero, con il seguito... dovrei aggiornare nel weekend!

Signorina Granger 

   
 
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