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Autore: Elsinor    10/02/2017    5 recensioni
Il Krampus è un mostro leggendario che viene a Natale per i bambini cattivi. Gellert Grindelwald ha sempre amato le leggende e non è mai stato un bravo bambino, e il professor Krass, suo insegnante a Durmstrang, lo sa bene.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Gellert Grindelwald
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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«Cos'hai detto a tuo padre?»

Al caldo della locanda del Lupo Mannaro, I fiocchi di neve sul mantello di Grindelwald erano diventati gocce d'acqua. Brillavano appese alle ciocche di pelo ispide che foderavano il cappuccio.
Il ragazzo appoggiava il gomito al tavolo e il volto alla mano guantata (non si era tolto i guanti), aveva i capelli umidi e scomposti come la pelliccia, il naso arrossato e l'aria cupa. Dopo due anni a Durmstrang, ancora soffriva il freddo e non amava volare.
Non aveva aperto bocca fino ad allora, e guardava il vuoto...o meglio, guardava all'interno della propria testa, così pareva. Una testa inespugnabile.

«Qualcosa intorno alla verità.» rispose lentamente «Un po' come voi a me. Se ci siamo fermati allora manca ancora molto a destinazione.»
«Già stanco?» ribatté il professore, sprezzante. Allentò l'imboccatura della sacca da viaggio e vi frugò brevemente dentro «La caccia è già iniziata, per cui reggerai o reggerai
«Ne avete fatta di strada per venire da me.» proseguì Grindelwald, stringendo gli occhi.
«E non sono il vostro allievo preferito. Potevate chiedere a uno dei vostri ammiratori bifolchi bavaresi.»
«Ricomincia a mettere "signore" alla fine delle tue frasi.» Krass trasse dalla sacca e posò sul tavolo un paio di ceppi grandi abbastanza per due polsi d'uomo, uniti da una catena a grossi anelli «Qui c'è sopra una magia antica. Riesci a leggere?» indicò le rune incise attorno ai ceppi. Grindelwald mise a fuoco lo sguardo e annuì appena.
«È fatta apposta per il Krampus, identica a quella che imprigionava Knecht Ruprecht. Ho altra catena. Vedi di non fartela finire tutta attorno al collo.»
«Ho pensato spesso che vi sarebbe piaciuto uccidermi,» rifletté Grindelwald «però avreste potuto farlo lasciandomi con le budella a terra l'anno scorso. Ah, però ora non incorrereste in sanzioni dalla scuola.»
«...signore.» aggiunse Krass «Non ho mai ricevuto sanzioni per i cadaveri degli idioti che ho raccolto. Sono un insegnante di Durmstrang ovunque io sia, e mi sono preso la responsabilità della tua vita davanti ai tuoi parenti. Se vuoi morire dovrai farlo nonostante me. Ti auguro di riuscirci.»
«Grazie, signore.» rispose Grindelwald senza cambiare espressione.
«Molto bene.» Krass rimise ceppi e catena nella sacca, in tempo prima che arrivasse la zuppa calda. L'oste la mise davanti a entrambi senza fare commenti e restituì a Krass una borraccia che aveva ricevuto vuota, ora piena.


La borraccia riapparve quando furono ben lontani dalla luce e dal calore della locanda.
«Mostrami come chiudi il pugno. La mano della bacchetta.»
Grindelwald sollevò la destra, che tremava, e piegò le dita guantate.
Il professore gli porse la borraccia.
«Un sorso solo, non sprecarla.»
Grindelwald tossì sputando una gran quantità di vapore denso che risaltò nella pallida nebbia circostante. 
«Servirà ancora. Probabilmente aspetteremo fino all'alba.» commentò Krass, riprendendosi la borraccia dal braccio teso del ragazzo.
«Ho portato da leggere.»
«La voglia di scherzare ti passerà presto.» il professore appoggiò la bacchetta sul palmo della mano e recitò nella mente l'Incanto Quattro Punti, controllando la posizione.
Era una buona notte: il riverbero della luna sulla neve caduta illuminava abbastanza da non rendere necessari incantesimi, malgrado gli alberi si affollassero davanti al cielo. Non c'era vento che agitasse le fronde, l'aria era gelida e immobile. Si udiva il mormorio di un corso d'acqua poco lontano e il tramestio e gli scricchiolii di piccole creature nascoste. Erano nel cuore della foresta.
Krass impugnò la bacchetta, afferrò Grindelwald per la collottola e lo riportò bruscamente al punto da cui si era allontanato.
«Cominci già a scappare?!»
«Volevo cercare le tracce, signore.» rispose il ragazzo, pronunciando "signore" con intenzione. Anche lui aveva estratto la bacchetta.
«Le seguo io da giorni, le prime ore di stamattina ero qui a controllarle. L'unico posto in cui devi stare, e rimanere, è questo. Non muoverti.» Krass gli diede uno scossone e lo lasciò andare. Grindelwald rimase fermo, ma non zitto.
«Non posso vederle, queste tracce?»
«Perché dovresti?» Krass cominciò a estrarre la catena dalla sacca «Sei l'esca, non il cacciatore.»
«Vorrei disegnarle e prendere appunti.»
«Non ti darò nessun tema da scrivere.»
Krass svolse la catena sul terreno. Affondò nella neve fino quasi a scomparire. Descrisse un cerchio intorno a Grindelwald, alla distanza di poco più di due metri, poi fece un altro giro stringendo il cerchio. Poi un altro giro.
«Secondo le vostre tracce quanti ce ne sono?» chiese Grindelwald in tono piatto.
«Solo uno.»
«Lo dite perché pensate che scapperei, altrimenti?»
«Se ti vedrò scappare ti affatturerò le gambe, non ho bisogno di mentire.»
Stava ancora svolgendo la catena e sentì Grindelwald ridacchiare.
«Vendetta gustosa, la vostra.»
Krass lo ignorò.
















Angolo dell'autrice: un cerchio magico, un cacciatore dai metodi discutibili e un'esca d'eccezione...cosa potrebbe mai andare storto? Forse se lo chiede anche Gellert Grindelwald, e forse ve lo chiederete anche voi. Siete liberi di fare i pronostici più assurdi nelle recensioni, e non mancate di leggere anche il prossimo gelido capitolo!
   
 
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