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Autore: Annapis    12/02/2017    3 recensioni
*Sette capitoli, sette emozioni, sette, frastagliate, dichiarazioni d'amore esplicite o implicite*
Perché l'amore non sbaglia mai.
Amore é...protezione.
Amore è...gelosia.
Amore è...fiducia.
Amore è...fedeltà. *Questo capitolo partecipa al SaKoa la Day indetto dal forum FairyPiece*
Amore è...litigate.
Amore è...romanticismo.
Amore è...fare l'amore.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Monkey D. Dragon, Monkey D. Rufy, Sabo
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Proteggerla---Love never fails   
Sabo era a dir poco furente.
Entrò in casa sbattendo la porta d'ingresso e percorse in grandi e poche falcate il corridoio, fino a fare irruzione nella cucina che, con la sala da pranzo, era un unico grande salone.
La porta si spalancó e Sabo fece la sua comparsa, imprecando tra i denti.
In quell'esatto momento due figure, una alta e robusta e l'altra parecchio mingherlina, si votarono verso il biondo, che gli ignoró.
Uno si acciglió, fintamente offeso dalla mancanza di attenzione, mentre l'altro fissò impassibile Sabo spalancare l'anta del frigo, afferrare una lattina di Pepsi analcolica, aprirla con un movimento di pollice e portarla alle labbra.
Bevve lunghi sorsi di liquido, ingoiando volta dopo volta la pepsi e la sua saliva, godendo della sensazione che il liquido fresco e frizzante dava alla sua gola secca.
Finalmente, dopo ore, gli sembrava di poter parlare.
La bevve tutta, fino all'ultimo sorso, dopo di che schiacció rumorosamemte la lattina blu scuro buttandola nel cestino alla sua destra.
Tutto ciò senza fiatare, forse, a conti fatti, Sabo neanche stava respirando.
Dal tavolo di otto posti, in noce massello, poco distante dalla figura muscolosa del biondo due mori continuarono a fissare il ragazzo.
Il primo se ne stava seduto composto a leggere il giornale che ancora non era riuscito a finire e che ora si ritrovava, piegato in alcuni punti, sulle gambe muscolose dell'uomo.
Il secondo fissava con le sue pupille nere e piccole -troppo piccole per degli occhi cosí grandi- il biondo, curioso e per nulla accusatore.
Una cicatrice sotto l'occhio destro, il busto girato di tre quarti e continuava a dondolarsi leggermente sulla sedia.
-Non ci posso credere!- finalmente il biondo parlò, forse convinto dagli sguardi insistenti dei due spettatori.
Eppure continuava a dare loro le spalle.
Il ragazzino che si dondolava sulla sedia smise e lo guardó confuso, più di prima, se possibile.
Invece l'altro, quello che doveva essere un adulto, visto il comportamento maturo e professionale -tipico di un avvocato o di un medico in carriera- , domandò pacato -Cosa non riesci a credere, Sabo?- al biondo.
-Non posso credere che sia così...così...- piú volte il biondo aprì bocca per poi richiuderla, non riuscendo a trovare l'aggettivo, quasi sicuramente dispregiativo, a cui tanto mirava.
-Chi?- chiese invece il più piccolo, non riuscendo a cavarci un ragno dal buco.
Ma Sabo lo ignoró palesemente, come se non avesse né il tempo né la pazienza adatta per discutere con lui, ciò che offese molto il moro.
Insomma, lui entrava come un forsennato in cucina, tutto irritato per chissà cosa e nemmeno se ne fregava qualcosa di lui che cercava, invece, di capirci qualcosa.
Quindi il ragazzino mingherlino mise su un adorabile broncio che, in un'altra occasione, avrebbe fatto ridere di gusto il biondo.
-Sabo di chi parli?- l'altro, quello alto con la faccia cupa e il comportamento da gestore del cimitero, invece, sembrava fare progressi col biondo.
-Di Koala ovviamente!- sbottó Sabo con tono irritato -E di chi se no!?- li derise ingiustamente.
Eppure nessuno dei due mori colse la frecciatina.
Uno perché era troppo grande per le litigate stupide che finivano col dover darsi una mossa a rimettere tutto a posto prima che arrivi la madre e l'altro perché troppo preso a cercare di pensare.
-Rufy se pensi un altro po' finisce che ti esplode il cervello-  commentó pacato il piú grande tra i te, rivolgendosi a quello con la cicatrice.
L'interpellato fece finta di non capire l'offesa -o davvero non ci aveva capito nulla?- e scostó le mani dalle tempie, che fino a tre minuti fa stava insistentemente massaggiando.
Nel frattempo il biondo gli aveva raggiunti e s'era lasciato cadere di peso su una poltrona bordeaux attaccata al muro, distante dal tavolo, ma vicinissima al balcone socchiuso, dal quale filtrata una brezza leggera e fresca, tipica di quel lungo inverno ormai agli sgoccioli.
-Cosa ha mai fatto quella povera ragazza per farti arrabbiare cosí tanto?- domandò il moro dai lineamenti più marcati e anziani.
Rufy, invece, era sempre più confuso.
Quindi Sabo era arrabbiato con Koala?
Eppure era certo che quei due si volessero bene.
Proprio il bene che prova un papà verso una mamma. 
Non il bene che vuole loro il nonno Garp. Non un bene che consente di arrabbiarsi, ecco.
Quell'omaccione che urla sempre e, soprattutto, picchia forte.
Perché, riflette Rufy, il bene di Sabo non è come quello del nonno, ecco.
Quindi tutto questo, questa rabbia, questo rancore, non sono da Sabo.
E nemmeno da Koala.
-Povera!?- urla il biondo, stupito.
E Rufy china la testa, quell'urlo gli ha, probabilmente, rotto un timpano.
Ma fortunatamente la voce assordante e, di solito, calma del biondo non si diffonde in fretta e quell'urlo finisce per morire sul posto dal quasi-soffocamento di Sabo.
Che poi, alla fine, con cosa stava soffocando?
Con la saliva? Mica aveva la gola secca?
-Non urlare, Sabo- quell'urlo inumano e non proprio mascolino, invece, non sembra aver minimamente sfiorato l'udito del terzo interlocutore, che ammonisce il biondo.
Che se la vecchia del piano di sopra gli sentisse, poi chi la sente a lei?
La stessa vecchia che l'anno scorso aveva rincorso Rufy per tutto il pianerottolo perché lui aveva urlato contro il suo gatto.
Quel fastidioso gattaccio dal pelo marrone che gli aveva graffiato la guancia nel momento in cui il moro aveva fatto una smorfia troppo da vicino al felino.
"Quel gatto non ha il senso dell'umorismo" così s'era giustificato più volte il moro. 
-Che ti ha fatto?-insistette il lettore di giornali.
Lo stesso giornale che ora si trovava in un angolo del tavolo sgombro da ogni cosa, ad appena venti minuti dal solito orario previsto per la cena.
-Non è quello che ha fatto, Dragon, ma quello che non ha fatto!- sbotta Sabo, dando una testata allo schienale della poltrona.
Rufy lo guardó stranito.
-Ma se non ha fatto nulla perchè t'arrabbi!?- 
No, decisamente non riusciva a capire il ragionamento di quella testa dura e bionda.
-Ahh...-sospirò Sabo, atterrando con la schiena sullo schienale della poltrona.
Era sempre stata comoda, quella poltrona.
Per lui, per Rufy, per Chopper che, alle volte, ci si addormentata sopra.
Persino Dragon aveva ammesso due o tre volte che fosse comoda.
Anzi, lui aveva detto "Mi ci trovo impeccabilmemte".
Che Rufy aveva tradotto con comodità. Perché, in fondo, quella poltrona doveva essere comoda pure per suo padre.
Era una questione di principio.
-Non si è lasciata proteggere!- 
L'esclamazione di Sabo lascia di stucco tutti.
Anche il piccione lí fuori smette di picchiare il becco sul davanzale della finestra che si trova vicino all'appendi abiti.
-Proteggere da chi?- 
Anche Dragon è sorpreso, ma non lo da a vedere.
Lui é troppo maturo per queste cose, quelli che si sorprendono sono i più piccoli.
Quei bambini a cui basta una farfalla, un ampio negozio, un dolcetto più grande della media per aprirsi in un coro di "Ooh..." o "waw...".
Proprio come per Rufy.
Sabo sbuffa, cominciando a calmarsi.
-Insiste dicendo che non ha cattive azioni, quando è palese che si sta solo approfittando di lei! - 
Dragon cambia espressione.
Inarca un sopracciglio e indurisce la mascella, come se per lui il discorso finisse lì.
No, il discorso deve ancora continuare.
Sabo sa, lo intuisce, che entrambi vogliono sapere da chi Koala dovrebbe essere protetta da lui, ma sa anche, il suo sesto senzo glielo suggerisce caldamemte, che appena farà il nome dell'individuo -o, per meglio dire,  dello scarafaggio in questione- due saranno le loro risposte.
Rufy gli scoppierà a ridere in faccia, mentre Dragon lo guarderà come a dire "pensavo peggio".
Perché, sí, c'è di peggio.
Ma per lui questo è già troppo.
-Da chi la devi proteggere, Sabo?- insiste, Dragon.
Non è normale che suo figlio Monkey.D.Sabo si comporti così.
Lancia un occhiata a Rufy.
I capelli scuri e spettinati, gli occhi grandi e curiosi e , soprattutto, un dito nel naso.
"Se sta cercando il suo cervello credo che ci metterá giorni"
Pensa l'uomo di casa.
Non è che suo figlio sia scemo, per carità, se lo fosse non sarebbe mai riuscito a trovarsi una ragazza bella, intelligente e studiosa come Robin. 
Quindi, scemo no, ma infantile, ingenuo, rompiscatole e vivace sì.
Assolutamente sì.
-Perché dovresti proteggerla? Non state mica insieme- 
Dragon é determinato ad arrivare al fondo della quest-
No, in realtà di fare il padre responsabile non gli importa.
Eppure Rufy e Sabo sono i suoi figlioletti -uno ormai ventenne e l'altro diciassettenne- ed è suo dovere aiutarli.
Che poi, se non ci capisce nulla lui neanche impegnandosi, quanto potrà essere d'aiuto Rufy per la bomba atomica sul punto di esplodere, meglio nota come Sabo?
Probabilmente zero.
-No che non stiamo insieme!- Sabo sembra resuscitare dall'oltretomba.
Alcuni dicono "dall'altra sponda" ma Rufy è quasi certo che si dica oltretomba.
Anche se lui preferiva sponda a tomba. Ma, dopotutto, mica può inventarsi le parole così!
Quindi si deve accontentare delle parole che già esistono.
Anche se non gli piacciono.
-Ma in quanto suo migliore amico é mio dovere prendermi cura di lei! È proteggerla da certi malintenzionati!- sbotta Sabo.
-Una scusa poco originale, non c'è che dire- risponde pacato Dragon, concedendosi, finalmente, la lussuria di continuare a leggere il giornale.
Sabo, invece, alle parole del padre avvampa, cominciando a balbettare.
Una scusa? Riflette Rufy. Scusa per cosa, poi?
Di cosa si deve scusare, il suo fratellone?Ah, forse ha capito!
Si deve scusare di aver rubato il cibo dal piatto a Koala!
...
...
...
O forse  no.
Forse, eh!
-Ma lasciamo perdere! Parlare con voi é inutile!-   commenta amareggiato e irritato Sabo, alzandosi di scatto dalla comoda poltrona e imboccando il corridoio d'ingresso.
La  porta cigola, segno che Sabo sta uscendo.
-Uff...-sospira Rufy, riprendendo a dondolarsi sulla sedia.
-Presto capirà che amore significa anche proteggere, vedrai- lo rassicura Dragon con un leggero sorriso.
Rufy s'illumina, ma allora lui voleva proteggerla!
E poi ritorna cupo, che buffo modo di proteggere una persona.


 
   
 
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