upload immagini gratis
CAPITOLO TRE - CINNAMON KISS
Cameron
sentiva di aver fatto un’ enorme cazzata. Invitare una propria alunna
in casa non era il massimo, soprattutto se li avesse visti qualcuno.
Cosa
avrebbe dovuto raccontare? Che erano stati al bar insieme e che lui
l’avesse semplicemente accompagnata a casa? Troppo compromettente.
Ma
ormai era fatta; Non poteva nè tirarsi indietro nè lasciarla lì in casa.
Anche
perchè quel fastidioso odore era tornato a solleticargli l’olfatto e
lui era pur sempre un uomo.
Aveva
una ragazza in casa sua con una maglia bianca, bagnata e quindi
trasparente dalla quale si intravedeva perfettamente un reggiseno
nero... E avrebbe dovuto trattenersi.
Era
una ragazza non poco più piccola di lui, nel fiore della giovinezza e
soprattutto da quel poco che aveva intravisto non era per niente poco
attraente.
Dopo
averle mostrato il bagno tentando di nascondere lo sguardo che ogni
tanto cadeva sul suo petto, Cameron decise di cambiarsi.
Optò
per una semplice maglia nera e dei jeans simili a quelli che aveva
addosso poco prima, e quando uscì dalla camera si accorse che la luce
del bagno era spenta e la porta aperta.
Segno
che lei fosse uscita e che stesse girando per casa sua.
C’erano
cose in quella casa che non avrebbe voluto mostrare a quella ragazzina,
cose che appartenevano alla sua privacy e che sapeva che ormai avrebbe
già quasi sicuramente visto.
Come
quella
foto.
La foto che scattò quella mattina di sole. La ritraeva
in tutto il suo splendore, in tutta la sua meraviglia. Trovò la sua
alunna esattamente di fronte al mobile ad angolo, con lo sguardo fisso
su quella foto.
Scosse
la testa, era colpa sua. Aveva lasciato che lei entrasse in casa sua,
anzi ce l’aveva portata lui e adesso doveva incassare.
Sperava
solo che lei avesse il buon senso di non chiedergli chi fosse, ed era
fin troppo convinto che lei non fosse così sfacciata.
Infatti
non appena si accorse di lui, Melanie portò le mani dietro la schiena e
si girò verso il suo insegnante.
”Ha
veramente una casa bellissima, professor Carter.” Disse abbozzando un
piccolo e tenero sorriso.
”Grazie,
Melanie. E’ riuscita ad asciugarsi per bene?” Le chiese avvicinandosi e
riducendo a due palmi la distanza tra di loro. Fece scivolare troppo
lentamente lo sguardo sul suo corpo. La maglia era tornata ad essere in
alcuni tratti coprente, ed in altri era rimasta leggermente bagnata e
pur non riuscendo a vedere molto oltre ad essa, Cameron si accorse di
quanto in effetti il corpo della ragazza fosse bello.
Le
gambe erano fasciate fino a metà coscia da dei pantaloncini di jeans,
la canotta bianca aderiva perfettamente al suo corpo segnando ogni
forma, ogni curva perfetta.
Cameron
degludì.
La
ragazzina alzò lo sguardo cercando il suo, ed una volta trovato lo
incatenò. Non aveva via di scampo.
Sibilò
un “sì” così a bassa voce che Cameron ebbe paura di averlo immaginato.
Era
una situazione pericolosa quella. Non aveva mai mentito a se stesso, e
sapeva bene che quella ragazza provocasse in lui qualcosa. Qualcosa che
andava oltre la semplice curiosità di provare a torturare le labbra
rosse come era solita fare lei in classe o quella mattina al bar.
Qualcosa
a cui nemmeno lui riusciva a dare un nome ma che era molto simile
all’attrazione che provava per una qualsiasi donna.
Il
problema era che lei non era una donna, ma una semplice ragazzina che
aveva compiuto da qualche mese la maggior età, da quanto aveva letto
sul registro di classe.
Si
vergognava di se stesso per aver cercato la sua data di nascita sul
registro, per averla chiamata quel giorno alla cattedra per accertarsi
che quel profumo provenisse da lei, per averla vista al bar quella
mattina e per averla invitata da lui.
Cosa
diamine era, un ragazzino di 20 anni?
Non
si era mai fatto problemi con le donne, tantomeno le donne con lui. Ma
quella volta c’era di mezzo quel dannato rapporto insegnante-alunna,
che rese tutto così assurdo, proibito e maledettamente eccitante.
Fu
proprio quel pensiero che lo portò ad avvicinarsi ulteriormente,
annientando totalmente la distanza tra i loro corpi.
Lei
era vistosamente in imbarazzo, e se pure non l’avesse vista in volto
l’avrebbe capito da come il suo respiro si era fatto più pesante e
accellerato.
”Professore..”
Iniziò lei. La voce bassa, gli occhi leggermente lucidi e il viso
arrossato. “Non dovremmo..”
Fu
proprio quel “non” che diede la spinta a Cameron. Non era il tipo che
amava le cose proibite, semplicemente preferiva evitarle. Ma quella
volta, l’idea che stesse attraversando una foresta spinata, che stesse
andando oltre ciò che era consentito, lo eccitò.
E a
dirla tutta non sapeva se sarebbe riuscito ad evitare che accadesse.
Lasciò
che l’istinto agisse per se, e si ritrovò in un istante con le labbra
incollate a quelle rosse e gonfie della ragazza.
Finalmente,
pensò.
Fin
dal primo giorno, fin da quando lei l’aveva urtato fuori l’aula, fin da
quando l’aveva chiamata per chiederle spiegazioni, lui aveva desiderato
quel bacio. Quel bacio che sapeva dell’odore dei suoi capelli, quel
bacio che era tutto fuorchè casto.
Quel
bacio che fu inizialmente portato avanti solo da Cameron, ma con cui
pian piano prese confidenza anche Melanie.
Un
bacio che era a tratti timido, a tratti perverso, a tratti fin troppo
esigente.
Quando
i due si staccarono totalmente controvoglia, Cameron fece un passo
indietro.
Cosa
diamine aveva fatto? Si era ripromesso di non farlo, di trattenersi e
di... Dio, lei lo guardava con quegli occhi che gliene implorava altri
trentamila di quei baci. E l’avrebbe fatto, in quel momento gliene
avrebbe dati a milioni se solo lei l’avesse chiesto. Ma non lo fece,
ovvio e Cam fece appello a quel poco di buon senso che gli rimase e
dopo aver tossito per attirare l’attenzione della sua ospite, iniziò
“Credo che dovremmo andare, signorina Turner”
Era
accaduto tutto troppo velocemente. Era rimasta a quando lui aveva sceso
le scale e la stava fissando accortosi che era intenta a guardare
quelle foto... Poi era successo, lui l’aveva guardata in quel modo,
l’aveva studiata per quel minuto che le parve un’ora.. l’aveva fissata
negli occhi e si era avvicinato senza che lei nemmeno riuscisse a
rendersene conto.
E
poi l’aveva baciata.
Ed
ecco che ora tornava a chiamarla così, con quel cognome che mai prima
di allora aveva così tanto odiato.
L’aveva
baciata, lei era rimasta immobile e non appena aveva deciso di dargli
corda in quell’assurdo bacio lui aveva smesso.
Cosa
si aspettava, che restasse inerme per ore?
”Lo
credo anch’io, professor Carter” Assentì arrabbiata Mel.
Ovvio
che era arrabbiata. Era entrato all’improvviso nella sua splendida
mattinata tranquilla, non aveva fatto altro che fissarla mettendola in
imbarazzo. Non solo l’aveva invitata da lui, ma l’aveva anche
baciata... E adesso? La guardava quasi schifata, o peggio...
Indifferente.
Si
poteva essere così stronzi in una volta sola?
Se
solo avesse potuto raccontarlo in giro, che figura gli avrebbe fatto
fare.
Peccato
però, che Mel non era così meschina, a maggior ragione dal momento in
cui era piaciuto anche a lei quel contatto.
E
come se le era piaciuto. Aveva provato a non ricambiarlo, ma dopo poco
aveva ceduto.
Le
sue labbra erano così maledettamente morbide e grosse e l’odore di
dopobarba era così sexy da annebbiargli totalmente la mente. Ma non era
stata colpa nè delle labbra nè del dopobarba se Melanie si era arresa a
quel bacio. La colpa era stata sua, del suo modo di parlare e di
spiegare la lezione, delle sue spalle possenti, di quello sguardo che
non aveva fatto altro che mangiarla durate la giornata.
Tornò
alla realtà quando vide Carter muoversi e prendere una giacca
appoggiata sulla poltroncina di fianco ad essa, e capì che era arrivato
il momento di andar via.
Prese
la borsa che aveva lasciato vicino al porta ombrelli e lo seguì
all’entrata e quando fu fuori si stupì di trovare un sole che anche ad
agosto non avrebbe immaginato di vedere.
Una
volta in macchina Melanie si perse totalmente ad ammirare il paesaggio
che le scorreva davanti agli occhi.
Cameron
restò in silenzio per una grossa parte del tragitto, e intanto lei
pensava a quanto lo trovasse un uomo arrogante ed egoista.
L’aveva
presa così, baciata e poi l’aveva evitata.
Avrebbe
fatto così anche nei giorni a seguire, ne era certa.
Melanie
era una ragazza fin troppo sentimentale e consapevole che le bastava
davvero poco per perdere la testa per qualcuno, e si rese conto che ad
una settimana dal suo arrivo era già ad un buon punto prima di perderla
per il suo professore.
In
più l’aveva baciata e lei era rimasta assolutamente sconvolta.
Non
era di certo il suo primo bacio; A differenza di quello che si potesse
pensare di lei per colpa della sua timidezza, era abbastanza popolare
tra i ragazzi. E di certo Cameron non era il primo ad averle rubato un
bacio.
Però
era il suo professore, quello che l’avrebbe dovuta interrogare ogni
lunedì mattina e a cui si sarebbe dovuta rivolgere in qualsiasi momento
senza il minimo imbarazzo.
Era
fin troppo consapevole che non ne sarebbe stata minimamente capace;
Avrebbe dovuto sostenere il suo sguardo il lunedì successivo, perchè
era sicura che lui l’avrebbe fissata tutto il giorno.
Avrebbe
dovuto rispondere ad ogni domanda che lui le avrebbe fatto senza
dimostrare di pensare a quel bacio ogni volta che vedeva le sue labbra
muoversi.
No,
non avrebbe retto.
D’un
tratto le venne in mente quella ragazza sorridente dai capelli neri, e
finì per chiedersi ancora una volta chi fosse.
Era
sempre più convinta che chiederglielo fosse la cosa meno giusta da
fare, ma qualcosa la spingeva a farlo.
Era
curiosa, maledettamente curiosa.
Prima
che potesse aprir bocca però, lui lo fece al posto suo.
”Cosa
farai dopo il liceo?” Le chiese d’improvviso senza distogliere lo
sguardo dalla strada.
Questa
domanda improvvisa le mise un’ ansia tremenda, ma non lo dimostrò e
rispose con un’ apparente tranquillità e sicurezza “Giurisprudenza.”
”Ohoh,
allora quando dovrò divorziare saprò a chi rivolgermi!” Annunciò
divertito Cameron spostando per un attimo lo sguardo su di lei.
Melanie
a quell’affermazione non potè non guardare il suo anulare sinistro, e
vedendolo privo di anello chiese “Lei è sposato?” Magari con quella
donna della foto, avrebbe voluto aggiungere.
Il
professore scoppiò in una grossa risata che la mise in leggero
imbarazzo. Perfetto, adesso si prendeva anche gioco di lei, mancava
solo questa.
”Pensi
che se fossi stato sposato ti avrei baciata?” La guardò diritta negli
occhi, trovando come complice il semaforo appena scattato di rosso.
Ecco,
lei cercava di dimenticarlo e lui metteva in mezzo quel dannatissimo
bacio senza nessun problema, come se non fosse stato niente di
avventato e di pericoloso.
”Perchè
l’ha fatto?” Chiese spavalda, ma dentro stava morendo.
”Perchè
mi andava.” Fece spallucce. Bene, poco gli importava. E Mel era
intensionata a dare la stessa impressione. Non gliel’avrebbe data vinta.
”Allora
sì, credo che mi avrebbe baciata. Insomma..” Tentennò un attimo “Se
l’ha fatto perchè voleva, allora l’avrebbe voluto anche se fosse
sposato.”
E
fu lì che Mel mise a tacere la lingua da vipera del professore, che
chiuse il discorso con un sorriso poco soddisfatto che tenne in volto
fin quando non fermò l’auto fuori casa Turner.
1-0
per la ragazzina, l’aveva messo a tacere con una semplice mossa.
Era
in gamba, doveva ammetterlo. Più in gamba di quanto credesse.
Fermò
l’auto davanti ad un cancelletto rosso, dietro il quale faceva
capolinea un bassotto con delle orecchie che toccavano terra fin troppo
felice di veder fermarsi qualcuno vicino alle sbarre. Si intenerì a
guardarlo pensando che quel cane che aveva al collo una medaglina con
su scritto “Turner” e l’indirizzo, rappresentava benissimo la sua
padrona. Bassa e rompiscatole.
”Bene,
sono arrivata.” Prese la borsa dal sediolino di dietro e fece per
aprire la portiera, quando d’istinto Cameron la fermò.
La
guardò per un secondo fissa negli occhi, e si perse nuovamente in essi.
”Ci
vediamo lunedì... Non farti trovare impreparata.” Sussurrò poco
distante dal suo orecchio. “Melanie.”
La
voglia di stamparle un altro bacio sulle labbra ed approfondirlo era
enorme, ma si trattenne. Quello sarebbe stato il primo e l’ultimo bacio
che le avrebbe concesso.
”Arrivederci...”
Lasciò quasi la frase in sospeso, e Cam si chiese cosa in effetti
volesse dirgli.
Fin
quando, con una velocità supersonica la ragazzina non gli rifilò un
bacino leggero e impercettibile sull’angolo della bocca, e senza
allontanarsi di molto continuo la frase “Cameron.”
Cameron
rimase immobile. Era stata lei sta volta a muoversi per prima e come se
non bastasse l’aveva chiamato per nome. Non che queste cose gli
facessero effetto, sia chiaro.. Però sentirlo pronunciare in quel modo,
a pochi millimetri dalla propria bocca... Sentire il fiato bollente
sulle sue labbra e l’irrefrenabile voglia di baciarla non aiutò molto.
Fortunatamente
però, prima che potesse non rispondere più delle sue azioni, la ragazza
si allontanò e scese dall’auto.
Cameron
ci avrebbe giurato di aver visto un sorriso soddisfatto e malizioso
stampato sul viso della ragazza, ma preferì pensare che fosse solo una
sua fantasia.
Rientrata
a casa Melanie aveva il cuore in gola. Cosa aveva fatto? Aveva
“baciato” davanti casa sua il suo professore, l’aveva provocato e poi
era sparita.
Si
era messo in un guaio più grande di lei. Flirtare in quel modo con un
uomo più grande di nove anni e per giunta che avrebbe dovuto insegnarle
storia dell’arte.
Non
appena entrò nel soggiorno trovò ad aspettarla Gilda, alla quale aveva
dato appunamento a casa sua almeno un ora prima.
”Che
diamine di fine hai fatto?” Sbuffo la ragazza annoiata.
”Sono
stata in giro ed ho incontrato Cameron.” Disse tutto d’un fiato,
sperando per un breve momento che l’amica non avesse sentito.
”Cameron?
Chi cavolo è adesso?” si incuriosì e si sedette più dritta, ansiosa di
sapere con chi fosse stata l’amica.
Assicuratasi
che non ci fosse nessuno in casa, Mel si decise a parlare.
”Volevo
dire.. Carter. Il professor Carter.” La guardò e la reazione che Gilda
ebbe la fece scoppiare in una risata.
La
sua faccia era quanto di più bello e magnifico avesse mai visto: Occhi
e bocca spalancati e sopracciglia corrugate.
Appena
le raccontò di averlo incontrato al bar, Gilda disse che forse era il
caso che iniziasse ad andare più spesso anche lei in quel bar, con la
speranza di incontrare il loro insegnante o quanto meno uno che fosse
affascinante quanto lui.
Quando
poi le raccontò di essere stata a casa sua e del bacio.. Gilda impazzì
letteralmente.
”Lo
sapevo!” Gridò e scommise che la sentirono anche i vicini.. Quelli di
Cameron però.
”Ti
guardava in modo strano, dal primo giorno!”
”Sì,
perchè gli ho esportato un braccio” Commento perplessa la mora.
”Dai
Melanie! Cazzo, non ci credo ancora.. Giuramelo!” Era più entusiasta
lei che Mel.
Peccato
che non ci fosse nulla di cui essere entusiaste. Era un gioco
pericoloso, e si sarebbe fatta male... volente o nolente ormai ci era
dentro.
Non
poteva prendersi una cotta per il suo insegnante, e si promise di non
farlo.
Peccato
però che era già sulla retta via.
Angolino ~
Heyy, eccomi tornata!
Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia... A me
personalmente è piaciuto un sacco, soprattutto perchè quì emerge un
pochino il carattere di Mel. Melanie che è una ragazza che combatte per
diventare una donna, ma che come tutte le ragazzine è troppo presa dal
romanticismo e dai sentimenti per accorgersi degli errori irreparabili
che si commettono. E Cameron è uno di quegli errori, almeno per il
momento u.u
Bastaaaa, ho detto troppo ahahah
Comunque quelle in alto sono le due foto di cui vi parlo nella storia.
Per quanto riguarda la foto con i ragazzi... A sinistra abbiamo Abram,
al centro il nostro professore giovincello e a destra Tony. E poi c'è
quella ragazza dai capelli neri? Chi sarà di così importante? E perchè
Cam non vuole che nessuno scopra di lei?
Ci vediamo tra qualche giorno!
Bacini baciotti.