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Autore: Eppol    12/02/2017    1 recensioni
E’ possibile che due mondi totalmente opposti, contrari e inversi possano mostrarsi invece più che compatibili?
C’è chi dice che chi si assomiglia si piglia, ma c’è anche chi dice che gli opposti si attraggano.
A questo punto, le domande sono molteplici, i dubbi infiniti, e quindi non ci resta che guardare.
Sederci, metterci comodi e aspettare che tutto abbia inizio, sperando che niente abbia mai una fine.
Melanie ha 18 anni appena, e frequenta l’ultimo anno di liceo classico. E’ una ragazza attenta e perspicace, sempre pronta ad affrontare qualsiasi situazione.
A mettere in dubbio le sue scelte future è Cameron, 27 anni, insegnante di Storia dell’arte alle prime armi e alle prese con una classe più che numerosa e con il fin troppo ricorrente profumo di cannella.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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CAPITOLO TRE - CINNAMON KISS

Cameron sentiva di aver fatto un’ enorme cazzata. Invitare una propria alunna in casa non era il massimo, soprattutto se li avesse visti qualcuno.
Cosa avrebbe dovuto raccontare? Che erano stati al bar insieme e che lui l’avesse semplicemente accompagnata a casa? Troppo compromettente.
Ma ormai era fatta; Non poteva nè tirarsi indietro nè lasciarla lì in casa.
Anche perchè quel fastidioso odore era tornato a solleticargli l’olfatto e lui era pur sempre un uomo.
Aveva una ragazza in casa sua con una maglia bianca, bagnata e quindi trasparente dalla quale si intravedeva perfettamente un reggiseno nero... E avrebbe dovuto trattenersi.
Era una ragazza non poco più piccola di lui, nel fiore della giovinezza e soprattutto da quel poco che aveva intravisto non era per niente poco attraente.
Dopo averle mostrato il bagno tentando di nascondere lo sguardo che ogni tanto cadeva sul suo petto, Cameron decise di cambiarsi.
Optò per una semplice maglia nera e dei jeans simili a quelli che aveva addosso poco prima, e quando uscì dalla camera si accorse che la luce del bagno era spenta e la porta aperta.
Segno che lei fosse uscita e che stesse girando per casa sua.
C’erano cose in quella casa che non avrebbe voluto mostrare a quella ragazzina, cose che appartenevano alla sua privacy e che sapeva che ormai avrebbe già quasi sicuramente visto.
Come quella foto. La foto che scattò quella mattina di sole. La ritraeva in tutto il suo splendore, in tutta la sua meraviglia. Trovò la sua alunna esattamente di fronte al mobile ad angolo, con lo sguardo fisso su quella foto.
Scosse la testa, era colpa sua. Aveva lasciato che lei entrasse in casa sua, anzi ce l’aveva portata lui e adesso doveva incassare.
Sperava solo che lei avesse il buon senso di non chiedergli chi fosse, ed era fin troppo convinto che lei non fosse così sfacciata.
Infatti non appena si accorse di lui, Melanie portò le mani dietro la schiena e si girò verso il suo insegnante.
”Ha veramente una casa bellissima, professor Carter.” Disse abbozzando un piccolo e tenero sorriso.
”Grazie, Melanie. E’ riuscita ad asciugarsi per bene?” Le chiese avvicinandosi e riducendo a due palmi la distanza tra di loro. Fece scivolare troppo lentamente lo sguardo sul suo corpo. La maglia era tornata ad essere in alcuni tratti coprente, ed in altri era rimasta leggermente bagnata e pur non riuscendo a vedere molto oltre ad essa, Cameron si accorse di quanto in effetti il corpo della ragazza fosse bello.
Le gambe erano fasciate fino a metà coscia da dei pantaloncini di jeans, la canotta bianca aderiva perfettamente al suo corpo segnando ogni forma, ogni curva perfetta.
Cameron degludì.
La ragazzina alzò lo sguardo cercando il suo, ed una volta trovato lo incatenò. Non aveva via di scampo.
Sibilò un “sì” così a bassa voce che Cameron ebbe paura di averlo immaginato.
Era una situazione pericolosa quella. Non aveva mai mentito a se stesso, e sapeva bene che quella ragazza provocasse in lui qualcosa. Qualcosa che andava oltre la semplice curiosità di provare a torturare le labbra rosse come era solita fare lei in classe o quella mattina al bar.
Qualcosa a cui nemmeno lui riusciva a dare un nome ma che era molto simile all’attrazione che provava per una qualsiasi donna.
Il problema era che lei non era una donna, ma una semplice ragazzina che aveva compiuto da qualche mese la maggior età, da quanto aveva letto sul registro di classe.
Si vergognava di se stesso per aver cercato la sua data di nascita sul registro, per averla chiamata quel giorno alla cattedra per accertarsi che quel profumo provenisse da lei, per averla vista al bar quella mattina e per averla invitata da lui.
Cosa diamine era, un ragazzino di 20 anni?
Non si era mai fatto problemi con le donne, tantomeno le donne con lui. Ma quella volta c’era di mezzo quel dannato rapporto insegnante-alunna, che rese tutto così assurdo, proibito e maledettamente eccitante.
Fu proprio quel pensiero che lo portò ad avvicinarsi ulteriormente, annientando totalmente la distanza tra i loro corpi.
Lei era vistosamente in imbarazzo, e se pure non l’avesse vista in volto l’avrebbe capito da come il suo respiro si era fatto più pesante e accellerato.
”Professore..” Iniziò lei. La voce bassa, gli occhi leggermente lucidi e il viso arrossato. “Non dovremmo..”
Fu proprio quel “non” che diede la spinta a Cameron. Non era il tipo che amava le cose proibite, semplicemente preferiva evitarle. Ma quella volta, l’idea che stesse attraversando una foresta spinata, che stesse andando oltre ciò che era consentito, lo eccitò.
E a dirla tutta non sapeva se sarebbe riuscito ad evitare che accadesse.
Lasciò che l’istinto agisse per se, e si ritrovò in un istante con le labbra incollate a quelle rosse e gonfie della ragazza.
Finalmente, pensò.
Fin dal primo giorno, fin da quando lei l’aveva urtato fuori l’aula, fin da quando l’aveva chiamata per chiederle spiegazioni, lui aveva desiderato quel bacio. Quel bacio che sapeva dell’odore dei suoi capelli, quel bacio che era tutto fuorchè casto.
Quel bacio che fu inizialmente portato avanti solo da Cameron, ma con cui pian piano prese confidenza anche Melanie.
Un bacio che era a tratti timido, a tratti perverso, a tratti fin troppo esigente.
Quando i due si staccarono totalmente controvoglia, Cameron fece un passo indietro.
Cosa diamine aveva fatto? Si era ripromesso di non farlo, di trattenersi e di... Dio, lei lo guardava con quegli occhi che gliene implorava altri trentamila di quei baci. E l’avrebbe fatto, in quel momento gliene avrebbe dati a milioni se solo lei l’avesse chiesto. Ma non lo fece, ovvio e Cam fece appello a quel poco di buon senso che gli rimase e dopo aver tossito per attirare l’attenzione della sua ospite, iniziò “Credo che dovremmo andare, signorina Turner”

Era accaduto tutto troppo velocemente. Era rimasta a quando lui aveva sceso le scale e la stava fissando accortosi che era intenta a guardare quelle foto... Poi era successo, lui l’aveva guardata in quel modo, l’aveva studiata per quel minuto che le parve un’ora.. l’aveva fissata negli occhi e si era avvicinato senza che lei nemmeno riuscisse a rendersene conto.
E poi l’aveva baciata.
Ed ecco che ora tornava a chiamarla così, con quel cognome che mai prima di allora aveva così tanto odiato.
L’aveva baciata, lei era rimasta immobile e non appena aveva deciso di dargli corda in quell’assurdo bacio lui aveva smesso.
Cosa si aspettava, che restasse inerme per ore?
”Lo credo anch’io, professor Carter” Assentì arrabbiata Mel.
Ovvio che era arrabbiata. Era entrato all’improvviso nella sua splendida mattinata tranquilla, non aveva fatto altro che fissarla mettendola in imbarazzo. Non solo l’aveva invitata da lui, ma l’aveva anche baciata... E adesso? La guardava quasi schifata, o peggio... Indifferente.
Si poteva essere così stronzi in una volta sola?
Se solo avesse potuto raccontarlo in giro, che figura gli avrebbe fatto fare.
Peccato però, che Mel non era così meschina, a maggior ragione dal momento in cui era piaciuto anche a lei quel contatto.
E come se le era piaciuto. Aveva provato a non ricambiarlo, ma dopo poco aveva ceduto.
Le sue labbra erano così maledettamente morbide e grosse e l’odore di dopobarba era così sexy da annebbiargli totalmente la mente. Ma non era stata colpa nè delle labbra nè del dopobarba se Melanie si era arresa a quel bacio. La colpa era stata sua, del suo modo di parlare e di spiegare la lezione, delle sue spalle possenti, di quello sguardo che non aveva fatto altro che mangiarla durate la giornata.
Tornò alla realtà quando vide Carter muoversi e prendere una giacca appoggiata sulla poltroncina di fianco ad essa, e capì che era arrivato il momento di andar via.
Prese la borsa che aveva lasciato vicino al porta ombrelli e lo seguì all’entrata e quando fu fuori si stupì di trovare un sole che anche ad agosto non avrebbe immaginato di vedere.
Una volta in macchina Melanie si perse totalmente ad ammirare il paesaggio che le scorreva davanti agli occhi.
Cameron restò in silenzio per una grossa parte del tragitto, e intanto lei pensava a quanto lo trovasse un uomo arrogante ed egoista.
L’aveva presa così, baciata e poi l’aveva evitata.
Avrebbe fatto così anche nei giorni a seguire, ne era certa.
Melanie era una ragazza fin troppo sentimentale e consapevole che le bastava davvero poco per perdere la testa per qualcuno, e si rese conto che ad una settimana dal suo arrivo era già ad un buon punto prima di perderla per il suo professore.
In più l’aveva baciata e lei era rimasta assolutamente sconvolta.
Non era di certo il suo primo bacio; A differenza di quello che si potesse pensare di lei per colpa della sua timidezza, era abbastanza popolare tra i ragazzi. E di certo Cameron non era il primo ad averle rubato un bacio.
Però era il suo professore, quello che l’avrebbe dovuta interrogare ogni lunedì mattina e a cui si sarebbe dovuta rivolgere in qualsiasi momento senza il minimo imbarazzo.
Era fin troppo consapevole che non ne sarebbe stata minimamente capace; Avrebbe dovuto sostenere il suo sguardo il lunedì successivo, perchè era sicura che lui l’avrebbe fissata tutto il giorno.
Avrebbe dovuto rispondere ad ogni domanda che lui le avrebbe fatto senza dimostrare di pensare a quel bacio ogni volta che vedeva le sue labbra muoversi.
No, non avrebbe retto.
D’un tratto le venne in mente quella ragazza sorridente dai capelli neri, e finì per chiedersi ancora una volta chi fosse.
Era sempre più convinta che chiederglielo fosse la cosa meno giusta da fare, ma qualcosa la spingeva a farlo.
Era curiosa, maledettamente curiosa.
Prima che potesse aprir bocca però, lui lo fece al posto suo.
”Cosa farai dopo il liceo?” Le chiese d’improvviso senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Questa domanda improvvisa le mise un’ ansia tremenda, ma non lo dimostrò e rispose con un’ apparente tranquillità e sicurezza “Giurisprudenza.”
”Ohoh, allora quando dovrò divorziare saprò a chi rivolgermi!” Annunciò divertito Cameron spostando per un attimo lo sguardo su di lei.
Melanie a quell’affermazione non potè non guardare il suo anulare sinistro, e vedendolo privo di anello chiese “Lei è sposato?” Magari con quella donna della foto, avrebbe voluto aggiungere.
Il professore scoppiò in una grossa risata che la mise in leggero imbarazzo. Perfetto, adesso si prendeva anche gioco di lei, mancava solo questa.
”Pensi che se fossi stato sposato ti avrei baciata?” La guardò diritta negli occhi, trovando come complice il semaforo appena scattato di rosso.
Ecco, lei cercava di dimenticarlo e lui metteva in mezzo quel dannatissimo bacio senza nessun problema, come se non fosse stato niente di avventato e di pericoloso.
”Perchè l’ha fatto?” Chiese spavalda, ma dentro stava morendo.
”Perchè mi andava.” Fece spallucce. Bene, poco gli importava. E Mel era intensionata a dare la stessa impressione. Non gliel’avrebbe data vinta.
”Allora sì, credo che mi avrebbe baciata. Insomma..” Tentennò un attimo “Se l’ha fatto perchè voleva, allora l’avrebbe voluto anche se fosse sposato.”
E fu lì che Mel mise a tacere la lingua da vipera del professore, che chiuse il discorso con un sorriso poco soddisfatto che tenne in volto fin quando non fermò l’auto fuori casa Turner.

1-0 per la ragazzina, l’aveva messo a tacere con una semplice mossa.
Era in gamba, doveva ammetterlo. Più in gamba di quanto credesse.
Fermò l’auto davanti ad un cancelletto rosso, dietro il quale faceva capolinea un bassotto con delle orecchie che toccavano terra fin troppo felice di veder fermarsi qualcuno vicino alle sbarre. Si intenerì a guardarlo pensando che quel cane che aveva al collo una medaglina con su scritto “Turner” e l’indirizzo, rappresentava benissimo la sua padrona. Bassa e rompiscatole.
”Bene, sono arrivata.” Prese la borsa dal sediolino di dietro e fece per aprire la portiera, quando d’istinto Cameron la fermò.
La guardò per un secondo fissa negli occhi, e si perse nuovamente in essi.
”Ci vediamo lunedì... Non farti trovare impreparata.” Sussurrò poco distante dal suo orecchio. “Melanie.”
La voglia di stamparle un altro bacio sulle labbra ed approfondirlo era enorme, ma si trattenne. Quello sarebbe stato il primo e l’ultimo bacio che le avrebbe concesso.
”Arrivederci...” Lasciò quasi la frase in sospeso, e Cam si chiese cosa in effetti volesse dirgli.
Fin quando, con una velocità supersonica la ragazzina non gli rifilò un bacino leggero e impercettibile sull’angolo della bocca, e senza allontanarsi di molto continuo la frase “Cameron.”
Cameron rimase immobile. Era stata lei sta volta a muoversi per prima e come se non bastasse l’aveva chiamato per nome. Non che queste cose gli facessero effetto, sia chiaro.. Però sentirlo pronunciare in quel modo, a pochi millimetri dalla propria bocca... Sentire il fiato bollente sulle sue labbra e l’irrefrenabile voglia di baciarla non aiutò molto.
Fortunatamente però, prima che potesse non rispondere più delle sue azioni, la ragazza si allontanò e scese dall’auto.
Cameron ci avrebbe giurato di aver visto un sorriso soddisfatto e malizioso stampato sul viso della ragazza, ma preferì pensare che fosse solo una sua fantasia.

Rientrata a casa Melanie aveva il cuore in gola. Cosa aveva fatto? Aveva “baciato” davanti casa sua il suo professore, l’aveva provocato e poi era sparita.
Si era messo in un guaio più grande di lei. Flirtare in quel modo con un uomo più grande di nove anni e per giunta che avrebbe dovuto insegnarle storia dell’arte.
Non appena entrò nel soggiorno trovò ad aspettarla Gilda, alla quale aveva dato appunamento a casa sua almeno un ora prima.
”Che diamine di fine hai fatto?” Sbuffo la ragazza annoiata.
”Sono stata in giro ed ho incontrato Cameron.” Disse tutto d’un fiato, sperando per un breve momento che l’amica non avesse sentito.
”Cameron? Chi cavolo è adesso?” si incuriosì e si sedette più dritta, ansiosa di sapere con chi fosse stata l’amica.
Assicuratasi che non ci fosse nessuno in casa, Mel si decise a parlare.
”Volevo dire.. Carter. Il professor Carter.” La guardò e la reazione che Gilda ebbe la fece scoppiare in una risata.
La sua faccia era quanto di più bello e magnifico avesse mai visto: Occhi e bocca spalancati e sopracciglia corrugate.
Appena le raccontò di averlo incontrato al bar, Gilda disse che forse era il caso che iniziasse ad andare più spesso anche lei in quel bar, con la speranza di incontrare il loro insegnante o quanto meno uno che fosse affascinante quanto lui.
Quando poi le raccontò di essere stata a casa sua e del bacio.. Gilda impazzì letteralmente.
”Lo sapevo!” Gridò e scommise che la sentirono anche i vicini.. Quelli di Cameron però.
”Ti guardava in modo strano, dal primo giorno!”
”Sì, perchè gli ho esportato un braccio” Commento perplessa la mora.
”Dai Melanie! Cazzo, non ci credo ancora.. Giuramelo!” Era più entusiasta lei che Mel.
Peccato che non ci fosse nulla di cui essere entusiaste. Era un gioco pericoloso, e si sarebbe fatta male... volente o nolente ormai ci era dentro.
Non poteva prendersi una cotta per il suo insegnante, e si promise di non farlo.
Peccato però che era già sulla retta via.



Angolino ~
Heyy, eccomi tornata!
Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia... A me personalmente è piaciuto un sacco, soprattutto perchè quì emerge un pochino il carattere di Mel. Melanie che è una ragazza che combatte per diventare una donna, ma che come tutte le ragazzine è troppo presa dal romanticismo e dai sentimenti per accorgersi degli errori irreparabili che si commettono. E Cameron è uno di quegli errori, almeno per il momento u.u
Bastaaaa, ho detto troppo ahahah
Comunque quelle in alto sono le due foto di cui vi parlo nella storia. Per quanto riguarda la foto con i ragazzi... A sinistra abbiamo Abram, al centro il nostro professore giovincello e a destra Tony. E poi c'è quella ragazza dai capelli neri? Chi sarà di così importante? E perchè Cam non vuole che nessuno scopra di lei?
Ci vediamo tra qualche giorno!
Bacini baciotti.

  
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