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Autore: Signorina Granger    19/02/2017    7 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Piccola premessa: innanzi tutto, un mucchio di auguri alla cara vas_happening_girl… Buon compleanno Francesca! In ritardo, mi spiace ma non sono proprio riuscita a finire il capitolo ieri…
In secondo luogo… il capitolo è piuttosto lungo in effetti, ma non volevo dividerlo in due e farvi aspettare ancora per leggere del Ballo, spero che per voi non sia un problema. 
E infine… beh, non odiatemi.
 
Buona lettura! 
 
 
 
 
Capitolo 16: Il Ballo d’Inverno 
 
 
Lunedì 21 Dicembre
 
 
Si svegliò girata su un fianco, rivolta verso la parete dove era stato addossato il letto. 
Ci mise qualche secondo a realizzare che giorno fosse e sospirò leggermente, consapevole che una grandissima parte del resto della scuola stava facendo pressoché i salti di gioia… o almeno le ragazze. 
 
Lei invece non era poi così felice, anche se il Ballo non le era mai dispiaciuto. 
Le vacanze erano appena iniziate e il giorno successivo molto avrebbero lasciato la Cimmeria… davvero tanti in effetti, probabilmente a causa dei tre “incidenti” che avevano sconvolti tutti. 
 
Lei no. Non era risuscita a convincere Alastair… e da sola non se ne sarebbe andata, non sarebbe scappata come una codarda.
Si rigirò sul fianco e si voltò verso l’interno della camera… e per un attimo le mancò il fiato quando lo vide seduto sulla sedia, davanti alla scrivania. Stava osservando i suoi disegni in silenzio, come se niente fosse.
 
Isabelle rimase in silenzio e perfettamente immobile, gli occhi puntati dritti sul suo “ospite” mentre questi apriva bocca:
 
“Buongiorno Isabelle… dormito bene?” 
 
“Che cosa vuoi?” Isabelle si alzò lentamente a sedere sul letto, serrando nervosamente la mascella: era sicura che non sarebbe riuscita a godersi neanche quel giorno, del resto.
 
“Solo chiederti se hai scoperto qualcosa.” 
 
“No, niente di niente. Vuoto totale… Sei sicuro di non essere sulla strada sbagliata? Insomma, forse è tutta un’invenzione.” 
 
“No. Sono sicuro, Isabelle… c'è, e lo troverai. Ma non ti voglio disturbare o rovinarti la giornata, stasera dopotutto c'è il Ballo, no? Divertiti, mi raccomando.” 
 
Sorrise, lasciando i disegni sulla scrivania prima di alzarsi dalla sedia. Isabelle non disse niente, osservandolo mentre le ultime parole le risuonavano fastidiosamente nella testa… non le erano piaciute neanche un po’.
 
 
                                                                            *
 
 
Imprecò leggermente, smettendo improvvisamente di suonare e sollevando l’archetto rispetto al violino. Pizzicó leggermente una corda con le dita per controllare che fosse tesa al punto giusto prima di riprendere a suonare, spostando gli occhi dallo strumento che teneva stretto con una mano, sorretto grazie alla spalla. 
Jude Verräter posó gli occhi sulla finestra, osservando la moltitudine di studenti che era uscita in giardino… nonostante il freddo, sembrava che tutti volessero godersi la neve. 
 
 
Tutti così sorridenti, felici… rilassati. Infondo le vacanze cominciavano quel giorno, mancava pochissimo a Natale e molti avrebbero riabbracciato le loro famiglie il giorno successivo. 
Che cosa poteva andare storto? Che cosa poteva rovinare quella bellissima giornata? 
 
Non ne aveva idea, sfortunatamente. Ma qualcosa gli diceva che quella sera sarebbe stata diversa rispetto all’anno prima. 
 
La musica che usciva dal violino grazie allo sfregamento del crine di cavallo sulle corde era piuttosto bassa e un po’ lugubre, forse molto poco adatta al periodo natalizio che era alle porte… ma non aveva proprio voglia di suonare Jingle Bells, anche se il giorno prima Adrianus era piombato in camera sua sostenendo che non ne poteva più di quella musica tetra e gli aveva consigliato di suonare qualcosa di più allegro. 
 
L'aveva ascoltato? Ovviamente no. Si sarebbe sentito a disagio, quasi fuori posto a suonare qualcosa del genere… gli piaceva il violino, lo suonava spesso fin da bambino. 
Non sapeva se l'aveva amato da subito per il suono, per l'eleganza e la bellezza dello strumento in sé… oppure perché era il preferito di sua madre? 
 
Non lo sapeva, ma quando suonava si rilassava parecchio. E pensava altrettanto. 
 
Sbuffò leggermente nel vedere un mucchio di ragazzini più piccoli di lui che giocavano a palle di neve, probabilmente godendosi quell’ultima giornata insieme prima di tornare dalla famiglia. 
Lui sarebbe rimasto, naturalmente… anche ad Hogwarts non tornava mai a casa per le feste. Suo padre glielo sconsigliava vivamente da sempre, e probabilmente non l'avrebbe fatto comunque. 
 
Forse nemmeno lì era poi così al sicuro, ma almeno le possibilità di incontrarla erano scarsissime.
Sorrise, trovando quasi divertente pensare che molti genitori prendessero parte al Ballo… chissà come avrebbe reagito lui a trovarsi la sua famiglia davanti. 
 
Probabilmente non proprio benissimo.
E a proposito di tornare a casa, Alastair gli aveva detto qualche giorno prima che Isabelle lo aveva quasi implorato di tornare a casa insieme a lei… quindi non si era sbagliato. 
Per qualche motivo la ragazza stava cercando di tenerlo lontano dalla scuola per un po’… cercava di tenerlo al sicuro da qualcosa. 
 
Ma da chi?
 
 
                                                                               *
 
 
Mathieu si lasciò cadere sulla sedia dopo aver quasi svolazzato a mezzo metro da terra per tutta la Sala Comune: non riusciva ancora a credere che le vacanze fossero cominciate… finalmente un po', di respiro.
Il ragazzo posò gli occhi scuri sul compagno davanti al quale si era seduto, inarcando un sopracciglio prima di salutarlo… senza ottenere risposta.
 
Adrianus stava scrivendo una lettera, e al contempo aveva un sorriso da ebete stampato in faccia.
 
“A chi scrivi per essere così felice?” 
 
“Mio fratello. E non sono felice perché scrivo a lui!” 
“Ah, giusto, sei felice per via di stasera… Steb, sembri una ragazza emozionata.” 
 
“Non è vero, piantala!”  
 
Adrianus alzò gli occhi per posarli sul compagno e guardarlo male, ma il suo sorriso tornò comunque molto in fretta, oggettivamente allegro come non succedeva da qualche giorno. 
 
Mathieu roteò gli occhi ma non disse niente, appuntandosi mentalmente di scrivere una lettera a sua volta, più tardi: sua sorella Sophie gli mancava molto, e anche se ancora non leggeva molto bene era sicuro che sarebbe stata ben felice di ricevere gli auguri dal fratello maggiore, anche se indirettamente.
 
“Certo, certo.” 
 
“Ciao! Come mai Steb sorride come un beota?” 
 
“Io non sorrido come un beota!” 
 
“È emozionato per il Ballo…” Camila raggiunse i due trotterellando, sorridendo prima di sedersi accanto a Mathieu, che con il suo sussurro non proprio inudibile si guadagnò un’occhiata tetra da parte di Adrianus, che gli intimò silenziosamente di tacere mentre Camila ridacchiava. 
 
“Tranquillo Adrianus, non sei l'unico. Sai, Frankie stamattina saltellava come un grillo. Anzi, credo a breve andrò da lei per preparaci.”
 
“Adesso? Ma non sono neanche le 16!”  I due ragazzi sgranarono gli occhi quasi con orrore, parlando con lo stesso tono incredulo mentre Camila si stringeva nelle spalle con noncuranza:
 
“Beh, ci vuole tempo… mia madre fa la stilista, ne so qualcosa… per preparare le modelle ci mette sempre un’infinità.” 
 
“Si, beh, contente voi… io vado alla Guferia per mandare questa, ci vediamo dopo!” 
 
Adrianus si alzò, ripiegando la lettera prima di salutare i due con un cenno e allontanarsi, lasciando Camila ad osservare il centro del tavolo con aria pensierosa.
 
“Ti prego, non dirmi che stai pensando a come ti farai i capelli stasera… non sento altro da una settimana, praticamente.” 
 
“Beh… anche. Sai, penso che cambierò colore stasera, per essere abbinata al vestito.” 
 
Camila sorrise, strizzando l'occhio al ragazzo senza riuscire a non essere allegra: era cresciuta ammirando i vestiti bellissimi che disegnava sua madre… e finalmente avrebbe potuto indossarne uno anche lei, come aveva visto fare per anni. Sua madre le aveva mandato il vestito qualche giorno prima, e Camila da quando lo aveva preso in mano moriva dalla voglia di indossarlo.
 
Mathieu roteò gli occhi con lieve esasperazione, chiedendosi che razza di pollaio sarebbe diventato il Dormitorio femminile di lì a poche ore… non voleva neanche pensarci. 
 
“Però, se devo essere sincera, pensavo anche a qualcos’altro… sai, tra poco è il mio compleanno.” 
 
“Anche il mio… compio gli anni a Natale, ma l’ho sempre odiato. Tutti mi dicono sempre “Buon Natale” prima di “Buon Compleanno”.”
 
Mathieu piegò le labbra in una smorfia di irritazione mentre invece quelle di Camila si inclinarono in un sorriso, iniziando a ridacchiare e guadagnandosi così un’occhiata torva da parte del francese:
 
“Che hai da ridere, si può sapere? Non è divertente!” 
 
“Si invece! Vedi Mat... ti svelo un segreto: il mio compleanno è la Vigilia di Natale. E sai una cosa? Per molto tempo, da bambina, guardavo le decorazioni luccicanti e colorate con orgoglio, perché ero seriamente convinta che tutti volessero festeggiare… beh, me.” 
 
Camila sorrise, stringendosi nelle spalle di fronte a quell’ammissione mentre il broncio svaniva dal volto di Mathieu, che per un attimo si limitò ad osservarla prima di iniziare a sorridere a sua volta e iniziare a ridere fragorosamente, immaginandosi una piccola Camila che osservava le decorazioni di Natale pensando che fossero per lei.
 
“Non ci credo! È la cosa più stupida e tenera allo stesso tempo che mi abbiano mai detto… dovevi essere un mito da piccola! Saresti andata d'accordo con mia sorella, probabilmente.” 
 
Mathieu continuò a ridere per qualche minuto, mentre Camila sbuffava e incrociava le braccia al petto, guardandolo con aria leggermente offesa:
 
“Ok, ammetto che è divertente… ma non serve ridere per mezz'ora adesso!” 
 
Inutile dire che il francese non diede segno di averla ascoltata e continuò a ridacchiare, guadagnandosi, alla fine, una lieve sberla sul braccio anche se Camila sorrideva leggermente a sua volta.
 
 
                                                                        *
 
 
Isabelle sbuffò leggermente, camminando quasi di corsa attraverso l'ingresso: era sicura che Faye e Phoebe fossero già in camera della prima ad aspettarla… e di sicuro non avevano preso molto bene il suo lieve ritardo. 
 
Ma la ragazza era comunque uscita a fare una passeggiata, avendo proprio bisogno di schiarirsi le idee e ossigenare il cervello prima del Ballo… e poi la festa sarebbe iniziata come sempre alle 20, ed erano appena le 16… insomma, nemmeno loro erano così prolisse da metterci quatte ore. O almeno, lo sperava. 
 
Quel giorno sembrava che le stelle si fossero però allineate perché tutto la facesse arrivare tardi all’appuntamento con le due amiche per prepararsi… Isabelle stava salendo le scale quasi di corsa per evitare di sentirsi dare della ritardataria quando ovviamente incontrò qualcuno. 
Qualcuno che non era affatto solito incrociarla senza dire qualcosa… e ogni volta Isabelle proprio non riusciva ad ignorarlo.
 
“Come mai tanta fretta?”
“Visto che giorno è oggi c'è bisogno che ti dica che devo andarmi a preparare?” 
 
“Ci mettete quattro ore?” 
 
“Tre ragazze chiuse in una stanza con vestiti, scarpe, trucchi e alle prese con i capelli… ti basta come risposta?” 
 
Isabelle non accennò a fermarsi, continuando a camminare ma senza che Jude smettesse di sogghignare leggermente, camminando accanto a lei con le mani in tasche e l'aria più rilassata del mondo dipinta in volto:
 
“Ok, lasciamo perdere. Piuttosto, ho sentito che volevi filartela per le vacanze… ma Shafiq si è opposto. Perché volevi andare via insieme a lui?” 
 
“Non sono affari tuoi…”  Isabelle sbuffò mentre invece Jude sorrideva, iniziando già a divertirsi: in realtà era piuttosto sicuro di saperlo, ma si divertiva davvero molto a provocarla.
 
“Non sarà per paura, vero Belle? Insomma, non mi sembri proprio una codarda…”
 
“Non lo sono infatti! Volevo solo… stare in pace per un po’, ma pazienza. Ora scusa Verräter, ma devo proprio andare… e spero che non mi seguirai anche nel mio Dormitorio.” 
 
Isabelle roteò gli occhi, addentrandosi nel corridoio mentre invece Jude si fermava dietro di lei, restando sul pianerottolo ma seguendola con lo sguardo, il suo mezzo sorriso divertito ancora stampato in faccia:
 
“Perché, c'è qualcosa che disturba la tua “pace” qui, Isabelle?” 
 
"Si Verräter… TU!” 
 
 
                                                                            *
 
 
“Ti piacciono?” 
 
Francisca Lothbrock, che si stava sistemando delle forcine tra i capelli per tenerli fermi sulla nuca, si voltò al sentire la voce di Camila, che era appena spuntata sulla soglia della sua camera, di ritorno dal bagno.
 
Gli occhi verdi di Frankie volarono subito sulla testa dell’amica… ormai era abituata ai suoi capelli colorati, ma quella sera li aveva cambiati. 
 
“Si, ti stanno bene… e poi si abbinano al vestito!”  Frankie sorrise, osservando i capelli metà turchesi e metà di un verde petrolio scuro dell’amica, lunghi fin sopra le spalle e resi magicamente mossi. 
 
“Lo so!” Camila sorrise, schioccando la lingua con aria divertita mentre si chiudeva la porta alle spalle, lanciando un’occhiata allo specchio per osservare il proprio riflesso prima di quasi saltellare verso il letto, dove aveva steso con cura il suo vestito accanto a quello dell'amica.
 
“Hai bisogno di aiuto con i capelli?” 
 
“No, dovrei essere a posto… immagino che dovrei mettere il vestito adesso, dopo che mi hai tenuta seduta su questa sedia per quasi un'ora solo per truccarmi.” 
 
“Non lamentarti, sei così bella… non osare toglierti nulla!”  Il tono dell’americana era quasi effettivamente minaccioso e Frankie decise che era saggio seguire il suo consiglio, così la ragazza si alzò dalla sedia e alzò anche le mani in segno di resa, avvicinandosi al letto per prendere il vestito. La sua scrivania era stata adibita a tavolo da trucco e ormai era interamente ricoperta di cosmetici… in effetti sembrava che in camera sua fosse esplosa una bomba, ma avrebbe riordinato il giorno dopo probabilmente. 
 
“Come vuoi, capo… dai, dammi una mano.” Frankie roteò gli occhi, sollevando il vestito dal letto per infilarselo dai piedi. Camila sorrise con aria allegra, provvedendo a tirarle su la cerniera sulla schiena e facendo attenzione a non sgualcire la sottoveste color carne che Francisca indossava.
 
“Il tuo vestoto è davvero bellissimo… Quando scendi dovrò assolutamente esserci, DEVO vedere la faccia di Adrianus quando ti vedrà.” 
 
“Io invece penso che morirò di freddo, ma dettagli…”. Frankie si accigliò mentre legava il nastro nero posto sulla vita del vestito in un fiocco, certa che quella sera avrebbe ripreso l'influenza… ma Camila fece un gesto con la mano come a voler dire che non aveva importanza e infilò il suo vestito color Tiffany in un batter d’occhio. 
 
“Anche il tuo è bellissimo Cami… tua madre è davvero brava, non c'è che dire. Ma non avrai freddo con un vestito senza spalline?” 
 
“Mia madre dice sempre: chi bella deve apparire un po’ deve soffrire! Ed ecco perché ti metterai un paio di scarpe dal tacco orribilmente alto… tieni, piccola Frankie.” 
 
Francisca sgranò gli occhi con orrore di fronte alle décolleté nere, o meglio i trampoli, che l'amica le porgeva, certa che si sarebbe anche rotta una gamba oltre a finire a letto con la febbre:
 
“Scherzi? Ma io sono già un po’ imbranata di mio, ammazzerò qualcuno con quelle addosso!” 
 
“Razza di scema, è questo lo scopo! Di che ti preoccupi, se cadi ti prenderà Steb, no?” 
 
 
                                                                                 *
 
“Ferma!” 
 
“Ma devo fare pipì!” 
 
Dopo! Belle, passami il pennello?” 
 
“Quale, ce ne sono 8 qui… grande o piccolo?” 
 
“Uno di quelli grandi, l’ombretto l’ho già messo.” 
 
Il tono sbrigativo di Faye fece capire ad Isabelle che doveva muoversi, così mentre Phoebe sbuffava borbottando che doveva andare in bagno la ragazza prese uno dei pennelli e lo passò all’amica, che però sbuffò con aria esasperata, parlando come se fosse circondasta da un gruppo di analfabeti:
 
“Quello da cipria Belle. Questo è per il blush!” 
 
Ah si? Dovresti metterci i cartellini Faye… ecco, tieni.”  Isabelle sorrise a mo’ di scuse, passandole il pennello giusto affinché la ragazza potesse “completare la sua opera” e finire di truccare Phoebe, mentre accanto a loro Isabelle si metteva a posto i capelli con un semplice tocco di bacchetta, tenendoli fermi sulla nuca in un elaborato intreccio con tanto di tiara d'argento fatta di tanti fili intrecciati. 
 
 
“Non capisco perché sei così esagitata Faye… non è certo il nostro primo Ballo! E poi siamo cresciute tutte e tre in mezzo a feste di questo tipo, io ormai non ci trovo proprio niente di esaltante.” 
 
“La solita noiosa Phoebs… sorridi, è il nostro ultimo Ballo, ci dobbiamo divertire.”  Faye sorrise all'amica, mentre alle loro spalle un’Isabelle acciglata si guardava intorno, chiedendosi DOVE fossero finiti i suoi orecchini pendenti: in effetti non c'era più una singola superficie libera per tutta la camera di Faye…
 
Alla fine la ragazza decise di Appellarli mentre Faye finiva finalmente di truccare Phoebe, che sorrise con sollievo:
 
“Grazie al cielo, mi si sono addormentate anche le gambe… e ora, Vostra Maestà, mi permettete di andare in bagno?” 
 
“Si, ora che ho finito di truccarti si… ma torna in fretta, ci dobbiamo vestire!” 
 
Phoebe sospirò, annuendo senza osare replicare mentre usciva dalla stanza, certa che non sarebbe sopravvissuta a quella serata che si prospettava davvero molto, molto lunga.” 
 
 
“Isabelle, ti assegno il compito di fare in modo che si diverta, stasera… E ora vieni qui, devo metterti il rossetto.” 
 
“Ma veramente starei anche senz- ok, ho capito.” 
 
 
                                                                             *
 
 
Adrianus Stebbins, apparentemente incapace di restare fermo, continuava a torturare uno dei bottoni neri della sua giacca grigia, aprendolo e richiudendolo mentre si guardava intorno con leggera impazienza. 
 
Intorno a lui c'erano moltissimi compagni di scuola, che sorridevano e che chiacchieravano in attesa di poter entrare nel salone delle feste… ragazze che facevano avanti e indietro per salutare amici o genitori che erano appena arrivati, che facevano commenti su tutto e per tutto... e ragazzi che sembrava volessero già darsela a gambe. 
 
“Ehilà… Frankie deve ancora arrivare?” 
 
“Già.”  Adrianus si voltò, rivolgendo un debole sorriso a Mathieu: tutta la felicità di qualche ora prima era improvvisamente sparita… no, in quel momento in effetti stava per scappare dall’ansia, probabilmente.
Il francese si sistemò distrattamente il papillon prima di sorridergli con aria divertita, come se avesse colto tutto il suo nervosismo:
 
“Vedrai, arriverà… devo ancora vedere anche Camila in effetti, spero che arrivino in fretta.
 Anche perché sono quasi le otto, ho fame!”

Mathieu sbuffò leggermente, lisciandosi la giacca blu mentre Adrianus roteava gli occhi. Fece anche per chiedergli come potesse pensare alla cena in quel momento ma venne interrotto da una figura vestita in un acceso color Tiffany che quasi corse verso di loro, un sorriso enorme stampato sul volto mentre li raggiungeva e prendeva Mathieu sottobraccio:
 
“Mat! Ma che bravo, ti sei praticamente vestito abbinato a me! Ti promuovo, eccellente lavoro. Ma mai quanto Steb ovviamente.” 
 
Sia Mathieu che Adrianus dovettero osservare la ragazza per un istante prima di rendersi conto che... beh, che era lei. Con i capelli così diversi, non era così immediato… ma poi Mathieu sorrise, strizzandole l’occhio:
 
“Grazie Cami… lo so, sono splendido.” 
 
“Beh, ora non esagerare!” 
 
Camila sorrise prima di rivolgersi all’ex Corvonero, che invece inarcò un sopracciglio: fece per chiederle cosa volesse dire ma s’interruppe quando sentì qualcuno alle sue spalle schiarirsi la voce debolmente.
 
Mentre Adrianus si girava Camila diede una gomitata a Mathieu, sussurrando qualcosa che suonò molto come “filiamocela” prima di darsela effettivamente a gambe, allontanandosi con una velocità sorprendete per i tacchi che portava e scaturendo così qualche perplessità da parte del suo accompagnatore, tenuto ancora sottobraccio dalla ragazza: 
 
“Ma come diamine… ma in America fate dei corsi per queste cose?” 
 
“No, ma io sono cresciuta in mezzo a donne che portano i tacchi tutto il giorno… ce l'ho nel DNA.” 
 
Camila si strinse nelle spalle, fermandosi a poca distanza dalle scale prima di voltarsi verso Adrianus e Frankie con un sorrisetto divertito stampato in faccia: era sicura che quella sera si sarebbe davvero divertita. 
 
 
 
Voltandosi, la prima cosa a cui Adrianus pensò furono le parole di Camila, capendole: in effetti anche lui e Frankie si erano accidentalmente vestiti praticamente abbinati, visto che il vestito della ragazza riprendeva sulla gonna il grigio.
 
Francisca sorrise debolmente, alta praticamente quanto lui grazie ai tacchi e guardandolo con lieve nervosismo:
 
“Ciao… scusa se ci ho messo tanto, ma Camila non mi mollava più.” 
 
Adrianus però non le rispose subito, limitandosi a guardarla senza dire niente per qualche istante mentre un secondo pensiero si faceva strada nella sua testa… ovvero che era indubbiamente bellissima.
 
“Beh, visto il risultato ha fatto ben- cioè, volevo dire… sei molto bella Frankie.” 
 
Adrianus piegò le labbra in un sorriso, risvegliandosi dal momentaneo stato di trance in cui era caduto e allungando una mano per prendere quella della ragazza, sollevandola leggermente per sfiorarne il dorso con le labbra. 
 
Non arrossire, ti prego non arrossire 
 
“Grazie. Anche tu.” 
 
E ti pareva… morditi la lingua ogni tanto, cavolo! 
 
Frankie si trattenne dal scappare e sbattere la testa ripetutamente contro il muro mentre invece Adrianus sfoggiò un sorriso divertito, strizzandole l'occhio prima di offrirle teatralmente il braccio:
 
“Mi permette?” 
 
“Ma certo… anzi, ne approfitto per chiederti se sei disposto a prendermi al volo se dovessi inciampare… sai, con queste scarpe non si sa mai quando si tratta di me.” 
 
“Tranquilla, ti tengo io.” Adrianus rise appena prima di condurla verso l’alta porta a doppio battente che stava per essere aperta… e Frankie rivolse un’ultima occhiata al ragazzo, con i capelli castano chiaro pettinati all’indietro e gli occhi che sembravano ancora più grigi del solito forse grazie al vestito, prima di permettersi finalmente di sorridere. 
 
Infondo, che cosa poteva andare storto quella sera, oltre ad una sua rovinosa caduta nel bel mezzo della Sala? 
 
 
                                                                                 *
 
 
“Però, ce ne hai messo di tempo… ti sei fatto bello per le tue ammiratrici?” 
 
Sebastian non batté ciglio alle parole di Alastair, continuando a scendere le scale insieme a lui e ignorando il tono ironico dell'amico, limitandosi a stringersi nelle spalle mentre si sistemava distrattamente i capelli con una mano:
 
“Naturale. Tu invece? Cerchi qualcuno in particolare visto che continuò a guardarti intorno? E ti prego Al, non dirmi che cerchi tuo padre per salutarlo.” 
 
Locchiata piuttosto eloquente che gli rivolse Sebastian fece sorridere leggermente Alastair, che annuì mentre raggiungeva l'ingresso ormai piuttosto affollato:
 
“Immagino che dovrò salutarlo per forza durante la serata ma no, ora non ne ho nessuna voglia… in effetti vorrei parlare con Isabelle prima che inizino la cena e la confusione. Negli ultimi giorni non ci siamo praticamente mai parlati e mi è dispiaciuto tenere le distanze in quel modo.” 
 
Il tono cupo del ragazzo non lasciarono spazio a nessun dubbio per Sebastian, che lo conosceva ormai decisamente bene… in effetti durante l'ultima settimana non aveva mai visto Alastair e Isabelle seduti vicini a lezione o durante i pasti, cosa piuttosto insolita. E sapeva quanto all'amico pesasse stare lontano dall’amica d’infanzia, ma Alastair aveva preferito non diverso affrontare di nuovo l'argomento “vacanze”.
 
Sapeva che gli voleva bene, sapeva che stava cercando di proteggerlo… ma Alastair Shafiq non era mai stato un ragazzo molto paziente, e si stava davvero stancando di quella storia che andava avanti ormai da troppo. 
 
Isabelle però si rifiutava ancora di parlare chiaramente su quanto stesse succedendo, e all'amico non restava che cercare di scoprirlo da solo, non certo tornando a casa per due settimane.
 
“Rilassati Al, Belle sarà qui a momenti… ma come siamo belli.” 
 
Faye Cassel sorrise, avvicinandosi al cugino e all'amico prima di alzare entrambe le mani e spettinare i capelli dei due, provocando qualche protesta che fece solo aumentare il suo sorriso divertito:
 
“Oh, finitela… non fate le ragazzine. Bas, tanto perché tu lo sappia il primo Ballo lo dedichi a me come sempre, non accetto scusanti.” 
 
“Tranquilla Faye, non essere gelosa… lo sai, ballo sempre con la mia adorata cuginetta. Piuttosto, hai visto mio padre per caso?” 
 
Sebastian mise un braccio sulle spalle della cugina, attirandola a se mentre la ragazza scuoteva il capo, cogliendo l’espressione leggermente torva nello sguardo del cugino: non lo diceva a voce alta, certo, ma Faye sapeva che non sopportava di doverlo salutare al Ballo, anche se purtroppo non aveva scelta visto che veniva invitato ogni anno: da generazioni e generazioni la famiglia di Sebastian studiava lì, inclusi il fratello maggiore Alexander e suo padre Julian... peccato che il ragazzo morisse dalla voglia di terminare gli studi per poter chiudere i ponti con loro e con le loro idee da Purosangue bigotti.
 
 
“Non fare quella faccia… siamo in vacanza, è il Ballo. Divertiti.” Faye sorrise al cugino, dandogli un bacio sulla guancia e parlando a voce bassissima, in modo che nessuno potesse sentirli. 
Sebastian si costrinse ad annuire, ricambiando leggermente il sorriso mentre la ragazza appoggiava la testa sulla sua spalla, solleticandogli il collo con i capelli scuri sciolti e tenendolo ancora sottobraccio.
Alastair invece si era voltato, finendo col sorridere quando aveva finalmente scorto Isabelle… e lei stava puntando proprio verso di lui, sorridendo a sua volta e camminando verso il ragazzo con la gonna perlata del vestito che le fluttuava intorno alle gambe.
 
“Alla buon ora… sei bellissima.” 
 
Alastair sorrise, allungando un braccio per prendere la ragazza per mano quando si fu avvicinata. Isabelle si strinse debolmente nelle spalle ma ricambiò il sorriso, strizzandogli l'occhio mentre alle loro spalle le porte venivano finalmente aperte, segnando così l'inizio della festa.
 
“Grazie, anche tu. Il merito è di Faye, comunque… del ritardo, intendo. Ci ha messo un'ora a trovare le scarpe perché erano finite sepolte sotto al suo letto durante i preparativi…” 
 
Isabelle roteò gli occhi, usando il tono più esasperato che le riuscì mentre Alastair e Sebastian ridacchiavano e Faye invece le faceva la linguaccia, suggerendole di piantarla mentre anche Phoebe compariva accanto ad Isabelle. 
 
“Ma dove eri sparita?” 
 
“Ah, eccoti! Cercavo Al… anche se temo di non poter stare con te stasera, altrimenti Bibi si ingelosirà!” 
 
Isabelle si scostò da Alastair per prendere Phoebe sottobraccio, parlando con il tono più serio che le riuscì mentre Phoebe annuiva con aria solenne e Alastair sorrideva, guardando le due con aria divertita:
 
“Certo, lo capisco… ma il primo ballo è per me Belle, come sempre.” 
 
“Possiamo finire di parlare di balli? Io ho fame, andiamo a prendere un tavolo!” 
 
Faye sbuffò, dando una leggera spintarella sulla spalla del cugino per consigliargli di muoversi. Il ragazzo sbuffò ma non obbiettò, avvicinandosi alla porta con Phoebe al seguito… Alastair fece per seguirli ma la mano di Isabelle sul suo polso lo costrinse a fermarsi, a voltarsi verso di lei con aria interrogativa:
 
“Al… lo so, ultimamente tra di noi le cose sono un po’ strane, ma stasera possiamo essere quelli di sempre? Per favore.” 
“Razza di stupida… quasi aspettavo che me lo chiedessi. Si, con piacere… mi manca la vecchia Belle, era sempre acida e sarcastica, ma sorrideva molto di più.” 
 
Isabelle sorrise alle parole del ragazzo, prendendolo sottobraccio e lasciandosi guidare da lui verso le porte della sala ormai spalancate, sollevata di poter passare del tempo con lui senza pressioni e preoccupazioni, per una volta. 
 
“Beh… grazie? E dopo dobbiamo farci fare una foto insieme, dopo cena… mi raccomando.” 
 
“Perché ci tieni tanto?” 
“Le foto rimangono per sempre, Al… i sentimenti no, e nemmeno le persone. Voglio che ci sia qualcosa in grado di ricordare.” 
 
Alastair inarcò un sopracciglio, guardandola con lieve scetticismo: non capiva cosa intendesse, e in effetti non lo sapeva di preciso neanche lei mentre entrava nel salone delle feste insieme a lui… non era sicura su a chi si stesse riferendo, se a lei stessa o all'amico.
 
Ma comunque sarebbero andate le cose, voleva che potessero ricordarsi sempre l'uno dell'altro. 
 
 
                                                                                   *
 
 
“Ma guardali… ragazzi, chiudete la bocca.” 
 
Adrianus sorrise, guardando Camila e Mathieu con un sopracciglio inarcato e un’espressione parecchio divertita: i due in effetti lo ascoltarono e richiusero la bocca in perfetta sincronia, continuando però a guardarsi intorno con aria meravigliata.
 
“Ora capisco davvero cosa diceva mia madre, quando parlava di questa scuola… Solo quel lampadario varrà più di casa mia!” 
 
Camila fece vagare lo sguardo sul soffitto della sala, dal quale pendevano non uno, ma quattro lampadari di cristallo, proprio sopra il centro dell’enorme sala rettangolare.
I tavoli, di forma rotonda come quelli dove mangiavano ogni giorno, erano disposti ai margini della sala per lasciare libero il centro… per ballare, naturalmente.
 
“Si, credo che la mia reazione sia stata piuttosto simile quando sono stato qui per la prima volta… Frankie no, lei ci è abituata.” 
 
“Smettila Stebbins, mi rinfacci sempre che sono qui per ereditarietà!” 
 
“Davvero? Quindi anche tuo padre ha studiato qui?” 
 
Mathieu smise di contemplare il soffitto bianco e oro a sua volta per puntare gli occhi sulla ragazza, che di fronte a quelle parole esitò prima di scuotere leggermente il capo, facendo segno di no con la forchetta ancora a mezz'aria.
 
“No… mia madre.” 
 
Camila si voltò a sua volta verso l'amica, accigliandosi leggermente e accorgendosi che non aveva sentito nemmeno una volta Francisca anche solo accennare a suo padre. Se parlava dei genitori parlava sempre della madre, un po’ come lei in effetti. 
 
Mathieu invece si voltò verso Adrianus che, seduto accanto a Frankie, gli rivolse un cenno con la testa appena percettibile, facendogli capire di lasciar perdere e portandolo così a sorridere, cambiando discorso vista l'espressione vagamente cupa che era comparsa sul volto di Francisca.
 
“È qui stasera?” 
 
“No, lei non ama queste feste in effetti… c'è sempre più di qualche genitore, ma più che altro quelli che fanno parte del Consiglio. E qualche celebrità. Oh…” 
 
Francisca puntò gli occhi verdi su qualcosa oltre la spalla di Camila, facendo voltare istintivamente anche gli altri tre:
 
“Chi hai visto?” 
 
“Non pensavo sarebbe venuto.” 
 
Invece di rispondere Adrianus si accigliò leggermente, continuando a fissare due uomini che stavano parlando dall'altro lato della sala, accanto ai tavoli occupati dagli insegnanti e dagli ospiti “speciali”. Camila e Mat si scambiarono un’occhiata confusa e Francisca si affrettò a spiegarsi, distogliendo lo sguardo dai due uomini per riportarlo sul suo piatto: 
 
“È il padre di Jackson… e se non erro sta parlando con quello di Alastair.”  
 
“Si, è lui. Ad ogni modo… se non la smettiamo di parlare qui diventerà tutto freddo, coraggio.” 
 
“In effetti… Mat, non dicevi di avere fame?” 
 
“Infatti è così, ma non posso parlare e mangiare contemporaneamente… sono un gentiluomo, io. Che hai da ridere?” 
 
Mat sbuffò leggermente di fronte alla risatina di Camila, che subito tornò seria e sollevó entrambe le sopracciglia come a dirgli che lei non stava assolutamente ridendo di lui. Poi la mano della ragazza andò al calice di cristallo, o meglio uno dei due visto che l'altro bicchiere serviva per l'acqua, posto vicino al suo piatto, sorridendo con aria allegra:
 
“Niente Mat, niente… beh, visto che è quasi Natale, e il mio compleanno, e siamo in vacanza direi di brindare. Cin cin.” 
 
L'americana fece tintinnare il bicchiere contro quello di Mathieu prima di bere un sorso di champagne… per poi osservare il vino bianco con aria vagamente stralunata:
 
“Ha un sapore strano… buono però.” 
 
“Andateci piano con quello, è piuttosto forte… lo fanno con i vigneti  dietro la scuola.” 
 
Adrianus sorrise leggermente prima di berne un sorso a sua volta, ricordando quando l'anno prima aveva leggermente esagerato e il giorno dopo aveva avuto un forte mal di testa per ore. 
 
“Per le mutande di Merlino, qui avete un vino tutto vostro, un valzer tutto vostro… che altro c'è, avete anche un allevamento di cavalli per caso?” 
 
 
                                                                           *
 
 
“Scusatemi, torno subito… voglio salutare un paio di persone.” 
 
Mentre Phoebe, Sebastian, Alastair e Faye facevano per sedersi ad un tavolo ancora vuoto Isabelle sorrise debolmente, guadagnandosi un'occhiata scettica da parte di Phoebe… che la ragazza interpretò come: “chi accidenti dovresti salutare?” 
 
Anche Sebastian alzò lo sguardo su di lei, guardandola allontanarsi con un passo leggero e disinvolto quasi ammirevole per le scarpe che indossava… ma probabilmente ormai ci era abituata, come tutti loro.
“Chi dovrà salutare?” 
 
“Magari i suoi genitori… dopo andrò a salutarli anche io, penso. Ma ora mangiamo, ho fame! Insomma, prepararsi per le feste è faticoso…”  Faye sfoggiò un sorriso allegro prima di sporgersi leggermente sul tavolo e versarsi del vino nel calice, beccandosi un’occhiata scettica sia dal cugino che da Phoebe:
 
“Faye… non cominciare.” 
 
“Phoebe, non fare la guastafeste… e tu non fare l'ipocrita Bas, non sei certo astemio.” 
 
Faye sbuffò, rivolgendo un’occhiata torva ad entrambi prima di bere metà del vino che si era versata, facendo sospirare leggermente l’amica: Phoebe scosse il capo, decidendo di lasciar perdere e di non impedire alla ragazza di fare quello che voleva… cosa comunque quasi impossibile. 
 
Alastair invece non disse niente, non avendo nessuna voglia di cercare di non far esagerare i due cugini: ci aveva provato per un po’, ma poi aveva capito che era impossibile e che era meglio lasciarli fare… anche con Jackson era così, diceva sempre di volersi divertire perché la vita era troppo breve per fermarsi a rimuginare.
 
Buffo. La sua si che era stata una vita breve. 
 
 
                                                                             *
 
 
Isabelle teneva gli occhi fissi sui due uomini che stavano conversando in un angolo della sala, camminando in mezzo alla pista da ballo senza curarsi delle occhiate che si stava guadagnando. Qualcuno che stava camminando nella sua direzione opppsta attirò però la sua attenzione, forse proprio a causa del vestito che indossava… e un lieve sorriso incrinò le labbra di entrambi, mentre la ragazza inarcava un sopracciglio e allargava leggermente le braccia:
 
“Che cosa fai Jude… mi copi?” 
“Io? Tu semmai… e poi il bianco sta molto meglio a me, scusa ma devo dirtelo.” 
 
Un sorriso obliquo fece capolino sul volto del ragazzo mentre camminava con un bicchiere in mano, con dentro qualcosa di molto più scuro dello champagne… forse Whisky, ma Isabelle non si fermò a chiederglielo e si limitò a stringersi nelle spalle:
 
“Pazienza… me ne farò una ragione. Divertiti Verräter, e non ficcanasare.” 
“Non lo faccio mai Isabelle, sono le informazioni che vengono da me!” 
 
 
Jude sorrise, salutandola con un occhiolino prima di superarla, lasciando la compagna a scuotere il capo con rassegnazione prima che un sorriso rilassato le comparve sul volto, avvicinandosi finalmente ai due uomini alti, elegantissimi e entrambi dai capelli scuri brizzolati e pettinati con cura.
 
“Zio Morgan?” 
 
I due smisero di parlare al sentire la voce della ragazza, e quando si voltarono verso di lei quello più vicino ad Isabelle le sorrise, gli occhi castano-verdi ormai terribilmente familiari.
 
“Isabelle… ciao. Come stai?” 
 
Morgan Shafiq si sporse verso di lei per abbracciarla, dandole un fugace bacio su una guancia mentre Isabelle sorrideva, rivolgendo un cenno educato anche all’uomo che la stava osservando. La ragazza non riuscì però a guardarlo in faccia per più di qualche secondo a causa dei magnetici occhi blu che le ricordavano molto qualcun altro:
 
“Bene… buonasera Signor Wilkes.” 
 
“Ciao Isabelle… stavamo giusto parlando dei tuoi genitori, ci dispiace che non ci siano.” 
 
“Si, mia madre al momento è impegnata in Olanda e mio padre preferisce non venire senza di lei. Non è un fan di queste serate, in effetti.” 
 
Il sorriso educato della ragazza non vacillò neanche per un attimo, mentre al contrario il padre di Alastair e quello di Jackson sorrisero appena:
 
“Si, me lo ricordo. Odiava il Ballo, in effetti. Beh, salutaceli, spero di vederli presto… Ma come sta Alastair? Non lo sento da parecchio.” 
 
“Io… bene, credo. Ma sai che si tiene sempre tutto dentro… gli dirò di venirti a cercare più tardi, ma ora devo proprio tornare al tavolo. Buona serata.” 
 
Isabelle rivolse ai due un cenno prima di girare sui tacchi, non avendo nessuna voglia di sentirsi porre domande su Alastair… sfortunatamente il suo padrino la conosceva davvero molto bene, e di certo avrebbe capito in un attimo che qualcosa tra loro non andava, di recente. 
 
 
Quando tornò al suo tavolo Isabelle prese posto accanto a Phoebe, che le sorrise come se fosse sinceramente sollevata di vederla, mormorandole di aiutarla a tenere a bada Faye… che ovviamente insieme al cugino si era già scolata mezza bottiglia di champagne. 
 
“Farò il possibile Bibi, ma non ti prometto niente. Al, ho visto tuo padre e il Signor Wilkes… e credo che a tuo padre piacerebbe salutarti.” 
Sapeva che l'amico avrebbe sbuffato, mormorando che non gli andava… ma il sorriso di Isabelle come sempre lo fece desistere, finendo col borbottare che l'avrebbe fatto, visto che glielo chiedeva lei. 
 
 
                                                                                  *
 
“Si balla, finalmente! Dai Mat, andiamo!” 
 
Camila sorrise, quasi saltando sulla sedia quando, dopo il breve discorso di Hamilton, la musica degli archi riempì la Sala. Mathieu però sbuffò, osservando che doveva ancora finire la sua fetta di torta al cioccolato… ma l’occhiata che gli rivolse l'americana lo fece sospirare, annuendo con arrendevolezza prima di lasciare il tovagliolo bianco sulla tovaglia color avorio ricamata: 
 
“Ok, ho capito l’antifona… andiamo.” 
 
“Ottima scelta… voglio mettere in pratica quello che mi ha insegnato Frankie! Vedrai, sarò bravissima!” 
 
“Lo spero Cami, temo che mi spezzeresti un piede se me lo pestassi con quelle scarpe…” 
 
Mathieu lanciò un’occhiata vagamente preoccupata ai piedi di Camila, coperti dalla gonna del vestito, mentre la ragazza sorrideva e lo prendeva per mano, conducendolo allegramente verso il centro della sala… ma non prima di essersi voltata indietro verso Francisca, intimandole con uno sguardo di imitarla. 
 
Adrianus, che disgraziatamente colse il gesto, si voltò verso Francisca e inarcò un sopracciglio, sorridendo appena piegando gli angoli della bocca:
 
“Perché Camila continua a guardarti quasi con aria minacciosa?”
“Non ne ho la minima idea, forse il vino le ha dato alla testa…” 
 
Francisca si strinse nelle spalle, sollevando una mano per sfiorarsi i capelli e assicurarsi che fossero ancora al loro posto mentre Adrianus sorrideva, dubitando fortemente delle sue parole prima di alzarsi:
 
“Se lo dici tu… vuoi ballare?” 
 
“In realtà non so se è una buona idea, sono terribilmente imbranata e ho anche i tac- Steb, aspetta!” 
 
Adrianus sembrò non ascoltarla minimamente, prendendola per mano e costringendola ad alzarsi per seguirlo fino alla pista, con la ragazza che sospirava nervosamente alle sue spalle:
 
“Steb, lo dico per la tua incolumità fisica!” 
“Pazienza, al limite mi calpesterai i piedi… sopporterò. Rilassati Frankie, per una volta.” 
 
Francisca fece per darsela a gambe ma Adrianus le sorrise, bloccandola con un braccio prima di attirarla a sé e metterle una mano sulla schiena coperta appena dal tulle:
 
“Te l’ho mai detto che sei masochista, Steb? Insomma, ci tieni proprio a finire con i piedi martoriati…”   Francisca scosse leggermente il capo, guardandolo come se lo ritenesse matto mentre, come sempre quando doveva ballare, le saliva una leggera ansia. 
Adrianus però le sorrise, appoggiando la guancia contro la sua testa prima di parlare a bassa voce: 
 
“No, però tengo a ballare con te.” 
 
 
                                                                            *
 
 
Phoebe Selwyn spostò lo sguardo da Adrianus Stebbins e Francisca Lothbrock, che ballavano scambiandosi sorrisi che probabilmente stavano facendo rodere un terzo femminile della sala… il secondo terzo invece probabilmente rodeva per un'altra coppia, ossia Alastair Shafiq e Isabelle Van Acker… e l'altro terzo sperava che Sebastian Ryle si degnasse di invitarla a ballare.
 
Un lieve sorriso increspò le labbra della ragazza, che si era accomodata su una sedia con le gambe accavallate e le mani intrecciate che stringevano il ginocchio lasciati nudo dalla gonna corta del vestito color cipria che indossava: era felice di vederli sorridersi per una sera… era bello vedere Isabelle rilassata e sorridente.
 
“Scusa se te lo chiedo… ma perché non balli?”  Phoebe distolse lo sguardo dal duo per voltarsi verso Sebastian, che era seduto accanto a lei con un bicchiere in mano. Alla domanda della compagna il ragazzo si strinse leggermente nelle spalle, bevendo un altro sorso di vino prima di parlare con un tono piuttosto neutro, continuando a tenere gli occhi incollati sulla ragazza vestita di bianco perla. 
 
“Potrei chiederti lo stesso Phoebs.” 
 
“Io non amo queste feste, in effetti… e neanche ballare. Invece penso che dovremmo tenere tua cugina al guinzaglio per un po’…” 
 
Phoebe si accigliò leggermente, puntando i grandi occhi da cerbiatta sull’amica… che sorrideva e rideva mentre chiacchierava con diversi compagni di scuola che, ovviamente, pendevano dalle sue labbra.
 
Sebastian seguì lo sguardo di Phoebe e sbuffò leggermente quando vide Faye trascinare sulla pista William Rosier, limitandosi a scuotere il capo:
 
“Lasciala fare Phoebe… lo sai, fa sempre quello che vuole.” 
“Si, in questo vi somigliate molto. Ma ho la sensazione che in questo momento tu non stia facendo quello che vorresti, sai?” 
 
 
Era vero, ma Sebastian rimase in religioso silenzio, limitandosi a svuotare il suo bicchiere prima di lanciare un’ultima occhiata in direzione di Isabelle e Alastair. Poi si alzò e, restando in silenzio, lasciò il calice sul tavolo e si avvicinò a qualche compagna di scuola, con tutta l'intenzione di chiedere a qualcuna di ballare. 
 
Il tutto sotto gli occhi di Phoebe Selwyn, che roteò gli occhi mentre Isabelle le si avvicinava, sorridendole:
 
“Eccoti qua… non vuoi ballare con me, Signorina Selwyn?” 
 
“No, la ringrazio Miss Van Acker… ma non stavi ballando con Al?” 
 
“L’ho mandato a salutare suo padre, in realtà… Oh Signore, dici che si sta già ubriacando?” 
 
Isabelle prese il posto di Sebastian e sospirò quando posò gli occhi su Faye, che senza smettere di sorridere stava ballando un po’ con un ragazzo e un po’ con un altro.
Phoebe si strinse nelle spalle ma sfoggiò un debole sorriso, quasi divertito, come se ormai avesse deciso di lasciar perdere:
 
“Beh, sai come la pensa… ama divertirsi, e al Ballo lo fa sempre. In questo lei e Sebastian si somigliano indubbiamente.” 
 
Phoebe si voltò verso Isabelle, che aveva spostato gli occhi da Faye per puntarli su qualcuno dall'altra parte della sala… Alastair stava parlando con suo padre, finalmente.
Non aveva mai capito del tutto il muro che c'era tra i due, lei era sempre andata molto d'accordo con il padre dell'amico… ma era felice che per una volta si stessero parlando tranquillamente, forse Alastair ne aveva bisogno. 
 
“Isabelle… a cosa stai pensando? E non dire niente, conosco la tua faccia pensierosa.” 
 
Isabelle sorrise appena, sapendo che aveva ragione… ma all’improvviso sentì la voce di Phoebe come molto distante, mentre la sua mente si affollava di pensieri e di ricordi.
 
 
“Divertiti, mi raccomando.”   Quel sorriso, rilassato ma con una nota minacciosa.
Che cosa voleva dire? Temeva di saperlo.
 
 
Jackson, comodamente stravaccato sul divano in Sala Comune, che le sorrideva:
 
“Non fare la moralista Belle… puoi anche non approvare quello che facciamo io e Bas, ma divertirsi non è poi un crimine. Dammi retta mia cara, la vita va troppo in fretta per fermarsi a riflettere a lungo.”
 
 
Alastair, inginocchiato davanti al corpo senza vita d Jackson… quegli occhi blu spalancati, senza vita, puntati sul soffitto.
Un brivido che le attraversava la schiena, le gambe le tremavano mentre si inginocchiava accanto ad Al e lo abbracciava.

 
 
“Isabelle, ti prego… ho bisogno di te.” 
 
Quella voce, quel tono… quelle parole. Quasi senza rendersene conto si era alzata dal letto e aveva aperto la porta, andando finalmente incontro al suo migliore amico per stringerli in un abbraccio. Ne aveva bisogno anche lei.
 
 
“Sai cosa fare Isabelle… e conosci anche cosa succederà se non avrò quello che voglio.”
 
“Perché sono morti? Non ce n'era bisogno…” 
“Io credo di sì invece. E sai una cosa? È colpa tua, Isabelle.”
 
 
“Divertiti, mi raccomando…” 
 
 
 
 
“Isabelle?” 
Sbattè le palpebre un paio di volte, ritornando improvvisamente alla realtà prima di voltarsi lentamente verso Phoebe, che la stava osservando quasi con una nota preoccupata negli occhi castani. 
 
Isabelle accennò un sorriso, trovandosi improvvisamente d'accordo con lui: si, doveva divertirsi. 
Si alzò e si sfilò le scarpe lentamente, sorridendo all'amica con gli occhi verdi stranamente luccicanti, il tono serio e pacato:
 
“Ho voglia di ballare.” 
 
“Non puoi ballare da sola Belle…” 
“Non ballerò da sola infatti… coraggio.” 
 
Prima di potersene rendere conto Phoebe si ritrovò in piedi e, costretta dall’amica, si sfilò le scarpe… non seppe neanche come l'avesse convinta a fare una cosa così non da lei, ma Isabelle la prese per mano e la trascinò fino alla pista, ridendo mentre la faceva roteare su se stessa.
 
Non riuscendo a fare altrimenti, anche Phoebe si ritrovò a ridere mentre intorno a loro tutti si fermavano per un attimo… o forse era solo una loro impressione? 
Ma poi la musica riprese a suonare, il valzer più veloce e dalle note esotiche rispetto alla solita musica europea.
 
Isabelle sorrise, abbracciando l'amica mentre roteavano quasi senza un senso vero e proprio, entrambe senza scarpe. 
 
“Vi siete messe a bere, per caso?”   Faye sorrise, avvicinandosi quasi di corsa dopo essersi sfilata i tacchi a sua volta e aver mollato di punto in bianco il suo cavaliere. Nessuna delle due le rispose, ma Isabelle la prese per mano e la fece girare su se stessa, mentre intorno a loro gli altri continuavano a ballare normalmente. 
 
“Phoebs, mi hai pestato un piede!” 
“Capirai, con tutti quel che hai bevuto non dovresti nemmeno sentirlo!” 
“Stai forse insinuando che sono ubriaca? Ti ricordo che io reggo perfettamente l’alcol!”
 
 
Isabelle sorrise, ignorando il battibecco delle due amiche prima di fermarsi, abbracciandole entrambe di slancio.
 
“Isabelle, che cos’è tutto questo affetto? Hai bevuto e non me ne sono resa conto?” 
 
Phoebe sgranò gli occhi, cominciando seriamente a chiedersi se lancia stesse bene… non era doppio da lei dimostrare affetto in quel modo. 
E la giovane Selwyn si ritrovò a stupirsi ancora di più quando Isabelle, per tutta risposta, mormorò qualcosa ad entrambe le amiche, portando Faye a ridere:
 
“Vi voglio bene, ragazze.” 
 
“Si Phoebs, stasera ha bevuto sul serio!” 
 
Isabelle sorrise leggermente, allontanandosi dalle due mentre Faye sorrideva, gli occhi luccicanti probabilmente dall’alcol che aveva ingerito. Phoebe invece non sorrise, osservando Isabelle con occhio critico: no, non aveva bevuto, lo sapeva… 
 
Ma c’era qualcosa che la disturbava.
 
 
                                                                            *
 
 
“Dio, che caldo… e pensare che siamo a fine Dicembre. Propongo un minuto di pausa, i miei piedi stanno chiedendo pietà.” 
 
Camila sfoggiò una smorfia, lasciandosi scivolare su una sedia mentre Mathieu, ridacchiando, la raggiungeva e si sedeva accanto a lei, allentandosi leggermente il nodo del papillon nero. Non faceva poi così caldo in realtà, ma Camila ballava da talmente tanto che probabilmente era un effetto collaterale.
 
La ragazza si sfilò i tacchi e un sorriso di sollievo le illuminò il volto, mentre Mathieu inarcava un sopracciglio, sfoggiando un’espressione volutamente confusa:
 
“Scusa, ma non eri tu quella bravissima sui tacchi?” 
 
“Lo sono infatti, ma sto ballando da un'ora… ognuno ha i suoi limiti! Forse dovrei imitare Phoebe e levarmi le scarpe… anche se non pensavo che fosse tipo da fare certe cose, in effetti.” 
 
Camila si accigliò mentre guardava la sorellastra ridere e ballare insieme alle sue amiche, non potendo immaginare che in realtà Phoebe Selwyn non era affatto solita comportarsi così e che l'aveva più che altro trascinata Isabelle in quella situazione. 
 
Anche Mathieu posò gli occhi su Phoebe, esitando prima di parlare:
 
“Sai Camila…  non mi è ancora chiaro perché non riusciate a relazionarvi l’una con l’altra.” 
 
“Io ci ho provato, ma sembra che a lei non interessi conoscermi.” Camila si strinse nellermente nelle spalle, passandosi una mano tra i capelli mentre abbassava lo sguardo sul pavimento della sala, tradendo un lieve senso di disagio.
Mathieu si voltò verso di lei e sorrise, allungando una mano per prendere quella della ragazza prima di parlare con il tono più calmo e gentile che gli riuscì:
 
“Ti racconto una cosa… sai che ho una sorella più piccola, no?” 
 
“Si… Sophie, giusto?” 
 
“Si. Ha sei anni, e l’adoro… è una bambina dolcissima e devo dire che mi manca molto quando sono a scuola. Temo però di non averti mai detto o fatto capire che non siamo fratelli al 100%.” 
 
Camila sgranò gli occhi, voltandosi verso il ragazzo e guardandolo con aria sorpresa. No, non l'aveva mai fatto intendere quando accennava a sua sorella.
Mathieu annuì, continuando a sorridere e a stringerle le mano:
 
“Abbiamo la stessa madre, ma padri diversi. Per te e Phoebe è il contrario lo so, ma credo che in realtà la storia non sia molto diversa: tuo padre era sposato con la madre di Phoebe quando ha conosciuto tua madre in America, no? Beh, i miei genitori non erano già divorziati quando mia madre ha conosciuto il padre di Sophie.” 
 
“Oh… mi dispiace.” 
 
“Non importa, lui non è male… anche se credo di non aver ancora perdonato mia madre. Vado a trovarla solo per mia sorella, credo. Ma quello che voglio dirti Cami è che forse dovreste mettere i vostri genitori da parte… io adoro mia sorella, anche se è nata dal comportamento a dir poco scorretto di mia madre. Quindi penso che anche voi potreste andare d'accordo. Non penso che Phoebe ti trovi una brutta persona, penso che nessuno potrebbe reputarti tale, ma forse è solo introversa, così diversa da te da non riuscire a trovare un punto d'incontro. I suoi genitori sono divorziati, no?” 
 
“Si. Sai Mat, a volte mi chiedo per chi delle due sia andata meglio: io non ho mai conosciuto mio padre, sono cresciuta con mia madre… ma abbiamo un bellissimo rapporto, è fantastica. Lei invece è cresciuta in un divario tra i suoi genitori, consapevole per tutta la vita di quello che suo padre aveva fatto, ma costretta comunque a vederlo.” 
 
“Non penso ci sia una risposta vera e propria. Ma dammi retta, datevi una possibilità, sarebbe un peccato.” 
 
Mathieu le sorrise, dandole un colpetto affettuoso sulla spalla e facendola sorridere a sua volta, guardandolo con sincera gratitudine:
 
“Grazie Mat… ma da quando sei diventato il mio terapeuta?” 
“Da stasera. Sempre a disposizione, cara.” 
 
 
                                                                               *
 
La musica cessò e si fermarono, iniziando ad applaudire come tutti gli altri. 
Frankie posò gli occhi sul volto di Adrianus, guardandolo quasi a mo’ di scuse:
 
“Te l'ho detto, ti ho pestato i piedi due volte!” 
 
“Smettila di scusarti Frankie… ti ho detto che non importa.” Steb roteò gli occhi prima di prenderla per mano, conducendola verso i tavoli. Mentre camminava gli occhi verdi di Francisca finirono su una delle grandi finestre ad arco e un lieve sorriso le increspò il volto:
 
“Ha ripreso a nevicare… perché non andiamo fuori?” 
“Neanche per idea, fa troppo freddo e tu non sei copert- Frankie!” 
 
Adrianus sbuffò nel vedere la ragazza ridacchiare prima di superarlo e darsela allegramente a gambe verso le porte della Sala, costringendolo a seguirla.
 
“Non fare il noioso Steb… non vuoi fare a palle di neve?” 
 
Adrianus accelerò il passo per raggiungerla, sfilandosi in fretta la giacca grigia del completo per metterla sulle spalle della ragazza, coperte solo dal leggerissimo strato di tulle della parte superiore del vestito.
“Ok, come vuoi… ma tieni questa almeno.” 
 
Frankie gli rivolse un sorriso prima di aprire una delle pesanti ante della porta, uscendo e scendendo i gradini che la separavano dal piazzale solitamente di ghiaia ma ormai coperto di neve.
 
Ovviamente Adrianus non ebbe neanche il tempo di scendere le scale che una palla di neve lo colpì in pieno petto, facendo ridacchiare Francisca mentre invece lui sbuffava, lanciandole un’occhiata di sfida mentre tirava fuori la bacchetta dalla tasca del panciotto:
 
“Ah si? Tieni, Lothbrock, visto che hai voglia di giocare.” 
“Ehy, con la magia non vale!” 
 
Finirono così per prendersi a palle di neve per qualche minuto, con qualche compagno che aveva deciso di imitarli seguendoli fuori dalla scuola. Dopo l'ennesimo colpo sferrato contro il ragazzo Francisca sorrise, avvicinandosi ad Adrianus con lieve fatica a causa dei tacchi. 
 
“Ok, direi che può bastare… non voglio rovinarmi il vestito.” 
“Sarebbe un peccato, è molto bello. Anche tu, naturalmente… insomma…. Oh, lascia perdere.” 
 
Adrianus sbuffò, scuotendo il capo e dandosi mentalmente dell’idiota mentre Francisca gli sorrideva, prendendolo sottobraccio e guardandolo con aria divertita:
 
“Se non altro ora capici cosa si prova… per qualche strano motivo, quando ci sei tu dico sempre un mucchio di cretinate.” 
“È anche perché questo che ti adoro, Frankie. Ma torniamo dentro, ti prego, non voglio averti sulla coscienza… non sei propriamente vestita da neve. Perché ti sei messa un vestito così?” 
 
“Che domande, dovevo lasciare a bocca aperta tutti i miei ammiratori.” 
 
Francisca sbuffò, parlando come se fosse ovvio mentre risaliva le scale insieme ad Adrianus, che le rivolse un sorriso prima di entrare di nuovo nell'Ingresso:
 
“Non so dirti se vale per “tutti”, ma con uno ci sei riuscita di sicuro.” 
 
Francisca sgranò gli occhi restando come pietrificata mentre il ragazzo spariva dietro la porta… ma non vedendola seguirlo Adrianus fece di nuovo capolino dalla porta, guardandola con aria accigliata prima di renderla per mano e trascinarla dentro insieme a lui:
 
“Frankie, muoviti o ti prenderai la polmonite, cosa fai lí impalata?” 
 
 
                                                                          *
 
 
“Bas, lo sai che ti voglio bene, no? Per questo devo essere sincera con te: sei patetico, alzati e invitala a ballare, ora.” 
 
“Non ascolto i consigli di una che ha bevuto più di me…” 
“Ma non farmi ridere… Coraggio, vai, lo faccio per il tuo bene.” 
 
Faye Casse, sbuffò, prendendo il calice dalle mani del cugino per appoggiarlo sul tavolo prima di prendere il ragazzo per mano e costringerlo ad alzarsi, accennando alla ragazza che era ancora seduta e stava chiacchierando con Phoebe. 
 
“Veramente non…” 
 
“Muoviti!” Faye sbuffò, spingendolo verso le amiche prima di prendere il suo posto sulla sedia, incrociando le braccia al petto e osservandolo quasi con aria minacciosa. 
Aveva ballato moltissimo, si stava divertendo… ma ora voleva vedere suo cugino chiedere alla sua amica di ballare.
 
Un sorriso soddisfatto comparve sul volto di Faye quando Sebastian si avvicinò effettivamente ad Isabelle, schiarendosi la voce prima di parlare:
 
“Ehm… scusate se vi interrompo. Isabelle, ti va di ballare?” 
 
Le due s’interruppero prima di voltarsi verso di lui, e mentre Phoebe si trattenne dal sorridere leggermente Isabelle inarcò un sopracciglio, guardandolo con espressione dubbiosa: 
 
“Quanto hai bevuto Ryle?” 
“Parecchio, in effetti. Ma reggo l’alcool, non preoccuparti. Allora, vieni?” 
 
“Ok… d'accordo.” 
 
Isabelle si strinse nelle spalle e si alzò, ignorando deliberatamente il braccio che il ragazzo le porgeva e superandolo, andando dritta verso la pista. Sebastian sbuffò, chiedendosi perché fosse sempre così difficile con lei prima di seguirla, lasciando una Phoebe ridacchiante alle sue spalle e una Faye soddisfatta ad osservare la scena. 
 
 
                                                                               *
 
 
Jude Verräter era in piedi, appoggiato contro il muro. Teneva gli occhi fissi sulla pista, rigirando distrattamente con due dita l'anello d'argento che riportava lo stemma della sua famiglia: un serpente attorcigliato intorno ad un pugnale.
 
I capelli del ragazzo erano, come sempre, pettinati in modo da coprirgli l'occhio chiarissimo che si ostinava a non mostrare… non sapeva nemmeno di preciso il motivo, forse perché non aveva mai dimenticato parole udite molto tempo prima.
No, non avrebbe mai dimenticato quando gli aveva detto che quegli occhi così diversi l'uno dall'altro, così speciali nella loro diversità, non erano altro che la manifestazione di tutto ciò che non andava in lui, dell’anima contorta che si era ritrovato. 
 
Era riuscita a convincerlo, con il passare del tempo. Una triste vittoria che aveva dovuto concederle. 
 
La mano del ragazzo smise di rigirare l'anello e andò invece al collo, slacciandosi il primo bottone della camicia nera che indossava e allentando leggermente il nodo della cravatta color carbonio che iniziava a dargli un po’ fastidio. 
 
Le labbra sottili di Jude si inclinarono in un sorriso divertito quando vide Sebastian e Isabelle ballare: finalmente il ragazzo aveva smesso di rivolgere sorrisi e inviti a destra e a sinistra e aveva chiesto a lei di ballare.
Ovvimanete Sebastian non glie l'aveva mai detto ad alta voce… ma agli occhi di Jude l'aveva fatto innumerevoli volte, in silenzio. 
 
 
“Verräter.” 
 
Sentendosi chiamare Jude si voltò, tornando alla realtà e inarcando un sopracciglio quando si trovò davanti ad Alastair.
 
“Mi stavo giusto chiedendo dove ti fossi nascosto… dov’eri?” 
 
“Ho parlato con mio padre… ne ho approfittato per chiedergli se attualmente sa qualcosa sulla famiglia di Isabelle, i suoi genitori non sono venuti. Ma sembra che la madre di Isabelle fuori dal Regno Unito per lavoro… e suo padre odia queste feste, non viene mai senza la moglie.” 
 
“I tuoi genitori sono amici di quelli di Isabelle, vero?” 
 
“Si, i nostri padri hanno studiato entrambi qui.” 
 
“Da quanto non si vedono?” 
 
“I genitori di Isabelle vivono in Olanda, ma hanno una casa fuori Londra dove passano l'estate… spesso passiamo qualche settimana insieme, credo che non si vedano da Settembre tutti insieme… ma mio padre incontra spesso lo zio Peter per lavoro, si sono visti ad inizio Dicembre.” 
 
Jude contorse leggermente la mascella, riportando gli occhi sulla pista e in particolare su Isabelle… quindi si erano sbagliati? Avevano supposto male e la famiglia della ragazza non centrava? 
 
Non sapeva più cosa pensare. 
E Jude Verräter odiava non avere piani, non avere idee. 
 
Alastair seguì lo sguardo del compagno e portò a sua volta gli occhi sull’amica, guardandola sorridere mentre Sebastian le faceva fare una giravolta. Le labbra della ragazza, dipinte di un rosso rubino, smisero immediatamente di sorridere quando, secondo le regole del ballo, si doveva ruotare il giro e trovarsi quindi a ballare per qualche passo con aualcunodi diverso dal compagno originario… per poi, alla fine, tornare alla posizione iniziale.
 
Gli occhi anche fin troppo attenti di Jude colsero il cambio di espressione di Isabelle in un istante… e saettarono sulla persona davanti alla ragazza che a lui dava le spalle per metà, non riuscendo a vederlo in faccia. 
Era un uomo, alto. I capelli neri, lisci e pettinati.
 
Perché Isabelle all'improvviso sembrava così rigida? Quasi spaventata.
 
Jude si costrinse a tornare indietro con la mente di qualche minuto, quando il ballo era cominciato… conosceva le regole, conosceva l'ordine e i passi da seguire.
Cercò di focalizzare l'attenzione su quella sagoma… e vide quell'uomo infilarsi nel ballo solo dopo l'arrivo di Isabelle. 
 
Conosceva le regole, l'ordine e i passi.
Sforzati 
 
Il cerchio seguiva il giro antiorario… e si ruotava cambiando partner dopo due combinazioni di sei passi. 
 
All’improvviso Jude sfoggiò un lieve sorriso prima di avanzare, avvicinandosi alla pista e in particolare a quella coppia con lunghe e decise falcate… sentì Alastair alle sue spalle chiedergli che cosa stesse facendo ma il ragazzo lo ignorò, tenendo gli occhi fissi su Isabelle e sull'uomo con cui stava ballando.
 
“Scusi… posso rubargliela per un attimo? È da tutta la sera che cerco di convincerla a ballare.” 
 
Jude si stampò un sorriso in faccia mentre si fermava accanto a loro… e la coppia si fermò a sua volta mentre sia Isabelle che l'uomo si voltarono verso di lui.
 
Il ragazzo non seppe dire se Isabelle fosse felice o no di vederlo perché rimase pressoché impassibile… ma Jude era comunque troppo impegnato ad osservare il suo “cavaliere”, certo di non averlo mai visto prima. 
Occhi scuri, carnagione chiara, mascella squadrata, tra i 35 e i 40 anni… no, non lo conosceva.
 
Dopo un attimo di esitazione l'uomo sorrise leggermente, annuendo prima di voltarsi verso Isabelle:
 
“Ma certo… testarda, vero? Prego, tutta tua.” 
 
L'uomo stringeva ancora la mano di Isabelle e la lasciò a Jude, che sorrise leggermente prima di mettere una mano sulla schiena della ragazza, impedendole di darsela a gambe come, ne era certa, avrebbe voluto fare. 
 
“Non mi risulta che tu mi abbia chiesto di ballare stasera… che cosa c'è Jude?” 
 
 “Non serve che mi ringrazi, tranquilla… ma non fare la finta tonta Isabelle, sappiamo tutti e due che quel tipo voleva ballare con te, non c'è stato niente di casuale… era a tre coppie di distanza da te, programmando il giro sapeva che sarebbe finito a ballare con te. Chi era?” 
 
“Non ne ho idea, non gestisco io gli inviti della festa. Forse qualcuno di importante al Ministero, o un ex studente della Cimmeria.” 
 
Isabelle si strinse nelle spalle come se non le importasse mentre invece Jude annuì, registrando le sue parole: si… era molto probabile che fosse un ex studente. Dopotutto conosceva il ballo… 
 
“Ops, cambio giro… ti lascio tra le braccia del tuo spasimante Belle.” 
 
“Il mio spasimante?” 
 
Isabelle inarcò un sopracciglio, guardando Jude con aria stralunata prima che il ragazzo le sorridesse, strizzandole anche l’occhio prima di farla girare e spingerla leggermente verso Sebastian prima di sparire di nuovo, allontanandosi dalla pista. 
 
“Che ci faceva Jude sulla pista?” 
 
“Oh, nulla… voleva solo dirmi una cosa.” 
 
Isabelle si strinse nelle spalle, guardandosi intorno per cercare il ragazzo… ma non lo vide. Strano, eppure indossava un completo perlato, difficile da non vedere. 
 
Sebastian invece inarcò un sopracciglio, chiedendole che cosa le avesse chiesto… e dopo un attimo di esitazione Isabelle sfoggiò un lieve sorriso, gli occhi verdi quasi sinceramente divertiti:
 
“Beh, secondo lui il bianco perla dona più a lui rispetto a me. Secondo te è vero?” 
 
“Non per denigrare Jude, certo… ma secondo il mio umile parare sta meglio a te. Ma non diglierlo, potrebbe offendersi.” 
 
Sebastian ricambiò il sorriso prima di farla girare… e in quella frazione di secondo gli occhi di Isabelle andarono a cercare Alastair infondo alla sala, senza però trovarlo. 
Ripensò alla foto che si erano fatti fare poco prima… lei lo aveva anche abbracciato, gli aveva detto qualcosa che voleva non dimenticasse mai.
 
Gli voleva bene 
Non voleva che ne dubitasse… forse Phoebe si stava chiedendo se non avesse sbattuto la testa da qualche parte con tutte quelle dichiarazioni di affetto, visto che in genere non le faceva mai. Ma non le interessava.
 
Era sicura che presto quella storia sarebbe finita, e voleva che lo tenessero bene a mente. 
 
La musica cessò e Isabelle ritrovò ad applaudire quasi senza riflettere… pensando a quello che le aveva detto per quei pochi attimi in cui avevano ballato, prima dell'arrivo di Jude.
In effetti era piuttosto grata al ragazzo di averli interrotti, ma probabilmente non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce.
 
 
“Che cosa ci fai qui?” 
“Non potevo mancare, non pensi anche tu? E poi devo assicurarmi che tu passi una bella serata, Isabelle.” 


 
“Devo andare.” 
 
Sebastian si voltò, avendo udito appena il sussurro di Isabelle… la vide allontanarsi con la gonna bianca che sfiorava il pavimento e fece per seguirla, ma qualcosa lo bloccò: forse voleva stare da sola, o voleva cercare Alastair… era sempre così difficile capire, interpretare quella ragazza.
 
Non sapeva mai come comportarsi con lei.
 
“Finalmente ce l'hai fatta… ma te la sei fatta scappare, devo insegnarti proprio tutto?” 
 
Il ragazzo si voltò, trovandosi davanti sua cugina… sbuffò e la prese per mano per trascinarla a ballare con lui la canzone successiva:
 
“Hai visto Alastair?” 
“Abbiamo ballato prima, ma ora non so dove sia.”
 
“Bene, allora zitta e balla Faye.”
 
                                                                        *
 
 
“Jude!” 
 
Jude, che si stava avviando verso la porta della sala per uscire e riflettere un po’ si fermò sentendosi chiamare, accigliandosi quando vide Phoebe Selwyn andargli incontro con un’espressione tesa e preoccupata.
 
“Selwyn? Come mai mi fai l'onore di rivolgermi la parola?” 
 
“Non ora Jude… Hai visto Belle o Al? Non li vedo da un po' e… non lo so, sono preoccupata per lei. È un po’ strana stasera.”
“Intendi più del solito?” 
 
“Sono seria. Sembrava… non lo so, troppo rilassata. Come se sapesse già che sarebbe successo qualcosa. Insomma, ha abbracciato me, Faye e Alastair come se ci stesse… salutando.” 
 
Phoebe si morse nervosamente il labbro inferiore, tenendo gli occhi fissi su Jude… il ragazzo non disse niente per un attimo, ma Phoebe poté giurare di averlo visto quasi irrigidirsi nel sentire l'ultima parola. 
 
“Vai a vedere in camera sua, e anche di sotto, dove ci alleniamo. Io vado fuori.” 
 
“Fuori? Adesso?” 
 
Phoebe inarcò un sopracciglio ma Jude non le rispose, affrettandosi ad attraversare l’ingresso per uscire, tirando fuori da non si seppe mai dove un mantello nero che si sistemò sulle spalle prima di sparire dalla visuale della ragazza.
Gli occhi di Phoebe finirono per un attimo sulla sfera di luce proiettata dal rosone proprio tra la porta e le scale, osservando le tre piccole sfere perfettamente allineate orizzontalmente che spiccavano in mezzo alla grande finestra decorativa. 
 
Phoebe Selwyn si sfilò i tacchi, prendendo le scarpe nere in mano prima di voltarsi e quasi correre verso la porta del sottoscala, per scendere nei vecchi sotterranei e cercare Isabelle.
Non sapeva neanche perché stesse ascoltando o si fosse rivolta a Jude Verräter… però voleva trovare la sua amica, ad ogni costo. 
 
 
                                                                                *
 
 
Non sapeva neanche perché stesse correndo, affrettandosi in quel modo… infondo, se le cose dovevano andare in un modo molto probabilmente lui non avrebbe potuto fare niente. 
E per qualche strano motivo, sapeva esattamente dove andare.
 
Jude quasi correva sulle stradine di ghiaia ormai coperte di neve, avendo superato ormai da parecchio i ragazzi che erano usciti per godersi la neve o passeggiare. 
 
Non era affatto sicuro di essere in tempo, ma almeno poteva provarci.
 
Quando intravide il padiglione di marmo bianco accelerò, chiedendosi per un attimo che cosa avrebbe trovato.
Intravide una figura, seduta sui gradini ghiacciati… smise di correre e le si avvicinò, fermandosi di fronte ad Isabelle. 
Era seduta, il capo chino, tenendo qualcosa in mano.., un foglio, forse? Anzi, guardandolo meglio Jude si rese conto che era la fotografia che avevano scattato a lei e ad Alastair proprio quella sera, ma la ragazza la teneva guardandone il retro, e non l'immagine. 
 
“Isabelle?” 
 
La voce di Jude tremò leggermente nel chiamarla, tirando quasi un sospiro di sollievo quando lei sollevò lentamente il capo, puntando gli occhi verde scuro fissi su di lui.
 
“Stai bene?” 
 
Isabelle continuò a non dire niente, ma scosse il capo prima di abbassare di nuovo gli occhi sulla foto. Jude le si avvicinò, sfilandosi il mantello per metterlo sulle spalle della ragazza… e chinandosi scorse una frase scritta sul retro della foto:
 
Exitus acta probat 
 
 
No… non di nuovo 
 
“Isabelle? Perché sei venuta qui?” 
 
“Mi aveva detto… È tutto sbagliato.” 
 
Isabelle sospirò, prendendosi la testa tra le mani tremanti.
 
Sbagliato.
Tutto sbagliato 
 
Jude la guardò, continuando a non capire… poi si voltò verso l'interno del padiglione, senza notare niente di strano. Fu alzando lo sguardo che Jude capì, sgranando gli occhi con sincero orrore, per una volta.
 
“Per Salazar…” 
 
 
                                                                             *
 
 
“Grazie al cielo… Belle! Stai bene? Dove ti eri cacciata?” 
 
Phoebe Selwyn scese di corsa le scale che la separavano dall’amica per abbracciarla, vedendola avvicinarsi ai gradini insieme a Jude, con un mantello nero che le copriva le spalle. 
 
La sentí tremare e quando Phoebe si staccò si accorse di quanto fosse innaturalmente pallida.
 
“Belle? Che cosa succede? Dov’è Al?” 
 
“Selwyn…” 
 
Jude sospirò, parlando con un tono quasi da ammonimento mentre Isabelle sussultava nel sentire quel nome, mormorando ancora le stesse cose: tutto completamente sbagliato.
 
“Che cos’ha?” 
 
“È sotto shock. Portala dentro Selwyn… dì a tutti che è stata con te fin’ora, capito? E chiama il Preside, dì che Jude Verräter ha trovato un cadavere appena fuori dalla porta.” 
 
“Un… cadavere?” Phoebe mise un braccio intorno alla vita di Isabelle, che non smise di tremare neanche un per un attimo mentre l’amica guardava Jude con orrore, sperando di aver capito male… ma il ragazzo annuì, restando impassibile mentre con un lieve colpo di bacchetta faceva planare qualcosa accanto a loro, un corpo che fino a quel momento aveva fluttuato dietro di lui a mezz'aria.
 
“Forse non dovresti guardare, Selwyn.” 
 
Troppo tardi: Phoebe sgranò gli occhi con orrore, rimanendo per un attimo senza fiato prima di dire qualcosa, la voce bassa e leggemenege tremante, quasi sperando che fosse tutto un brutto sogno:
 
“Alastair…” 
 
 
                                                                          *


Di tutto.
Aveva sentito davvero di tutto dentro la sala, quando tutti gli insegnanti si erano precipitati fuori...
Spinti dalla curiosità, lui e Faye li avevano imitati.

E ora, mentre si faceva largo tra gli studenti per vedere con i suoi occhi quanto sentito, Sebastian Ryle si sentiva quasi in trance. La testa gli girava leggermente, forse non solo per l'alcool che aveva bevuto... si sentiva strano, leggero. Come in un sogno.

Non poteva essere reale...
Le voci intorno a lui, i sussurri spaventati, anche le lacrime... tutto ovattato, sentiva tutto come lontano anni luce da lui.

"Fatemi passare..."

Si fermò di colpo quando vide il corpo sulla  neve, accanto a Jude... il ragazzo stava parlando con Hamilton, Jefferson e Oldman mentre gli altri insegnanti mandavano dentro gli altri studenti che erano usciti per capire cosa stesse succedendo.
Sebastian deglutì, sapendo chi c'era sotto il lenzuolo che un uomo familiare stava sistemando sopra al cadavere: Morgan Shafiq aveva gli occhi lucidi ma non piangeva, limitandosi ad osservare il corpo del figlio con lo sguardo vacuo, inginocchiatogli accanto.

Alastair

Perchè?
Perchè anche lui?

Quasi senza pensarci il ragazzo si voltò, cercando qualcuno in particolare con lo sguardo... sua cugina, accanto a lui, si era portata le mani alla bocca e le era sfuggito un gemito strozzato. Ma Sebastian non ci fece molto caso, puntando dritto verso Phoebe che teneva Isabelle abbracciata. Phoebe piangeva, ma lei no... immobile e in perfetto silenzio, gli occhi che evitavano di guardare il corpo di Alastair.

Isabelle

Senza dire niente Bas si avvicinò alle due e Phoebe, guardandolo, capì. Non disse niente e mollò lentamente la presa sulle spalle di Isabelle, smettendo di abbracciarla e lanciandole un'occhiata preoccupata, come se temesse che potesse crollare sulla neve da un momento all'altro senza un appggio.
Sebastian si avvicinò ad Isabelle che non aveva dato segno di essersi accorta che Phoebe l'avesse lasciata... e senza pensarci la prese tra le braccia, stringendola a sè mentre alle sue spalle Faye si avvicinava a Phoebe, abbracciando a sua volta l'amica.

Sebastian si morse un labbro, ricacciando indietro le lacrime e rifiutandosi di piangere davanti a tutti mentre metteva una mano sulla nuca della ragazza, facendole appoggiare la testa sulla sua spalla.

"Lei sta bene?"

"Non lo so... non parla Bas, è sotto shock."

Phoebe si morse un labbro, lanciando all'amica un'occhiata preoccupata mentre Sebastian sospirava, abbassando lo sguardo sulla ragazza... sperava di incontrare gli occhi di Isabelle ma non successe, lei continuava a fissare un punto indefinito, tra gli alberi.

"Belle? Dì qualcosa..."

Isabelle inaspettatamente si mosse, sollevando il capo per puntare gli occhi verdi su Sebastian. Dopo un attimo di esitazione la ragazza disse qualcosa, a voce talmente bassa che per poco nemmeno lui la sentì:

"Non doveva andare così. E' tutto sbagliato."

                                                                                                                              *
 
 
“Steb? È da un secolo che ti cerco… stai bene?” 
 
Francisca Lothbrock sospirò, camminando a piedi nudi sul pavimento liscio e freddo mentre si avvicinava al ragazzo che era ancora seduto su un divanetto nella Sala ormai deserta. Tutti erano tornati in camera, o erano nell’Ingresso a discutere di quanto successo… avevano trovato un altro corpo, tutti gli studenti ancora svegli ne stavano parlando. 
 
Gli ospiti erano stati mandati via alla velocità della luce… eccetto per il padre di Alastair Shafiq che aveva voluto vedere il figlio e che stava ancora parlando con Hamilton.
Avevano trattenuto a lungo Jude per chiedergli come e dove lo avesse trovato… e per una volta nessuno aveva fatto domande ad Isabelle Van Acker, anche se quando Sebastian aveva visto il corpo dell’amico le si era avvicinato e l'aveva abbracciata, senza dire niente. 
 
Frankie aveva visto Phoebe Selwyn piangere, così come Faye Cassel… Isabelle no, Isabelle non aveva fiatato ed era rimasta impassibile per tutto il tempo, lo sguardo vitreo come se non fosse successo nulla. 
 
“Steb? Dì qualcosa, per favore.” 
 
Francisca sospirò, sedendosi accanto al ragazzo che teneva gli occhi fissi con ostinazione sul pavimento, senza muoversi di un millimetro o dire qualcosa. Adrianus era rimasto fermo ad osservare il corpo dell'amico morto, con la gola brutalmente mozzata, per qualche minuto prima di rientrare senza dire niente. Francisca, impegnata a discutere con Camila e Mathieu di quanto successo, ci aveva messo qualche minuto a capire che era tornato dentro.
 
“Adrianus… mi dispiace. Davvero. Ma parlami, per favore.” 
 
Francisca sospirò, allungando una mano per metterla su quella del ragazzo che alzò gli occhi di riflesso, voltandosi lentamente verso di lei. 
Francisca sperò che dicesse qualcosa, che le rispondesse… le sarebbero andate bene persino delle lacrime, ma Adrianus restò in silenzio., gli occhi grigi fissi nei suoi.
Si limitò a scostare la mano dalla sua, spostandola per metterla tra i capelli castani di Frankie: si sporse verso di lei e appoggiò le labbra sulle sue, baciandola dolcemente.
 
Quando si staccarono Frankie sbattè le palpebre, chiedendosi se non fosse nel pieno di un’allucinazione… ma poi posò gli occhi su quelli chiarissimi di Adrianus e trovandoli leggermente lucidi smise di pensarci, capendo che aveva davvero bisogno di lei in quel momento.
 
Sospirò e sollevo una mano per accarezzargli i capelli castani prima di abbracciarlo, lasciando che lui appoggiasse la testa contro la sua.
 
“Mi dispiace, Steb… Ma andrà tutto bene, vedrai. Insomma, ci sono sempre io. E non vado proprio da nessuna parte.” 
 
Una lieve risata uscì dalle labbra del ragazzo, che le sorrise prima di prenderle il viso tra le mani, guardandola con gli occhi grigi ancora lucidi:
 
“Ti conviene, Francisca. Non azzardarti a farti ammazzare, ho bisogno di te.” 
 
“Anche io.”

 
                                                                                                                               *



Jude Verrater lasciò che la porta si chiudesse alle sue spalle con uno scatto prima di sbuffare, passandosi una mano tra i capelli prima di sfilarsi la giacca e lasciarla sulla sedia. Si lasciò cadere stancamente sul letto, ricordando di aver passato di rado una serata altrettanto lunga: lo avevano trattenuto per un po' per chiedergli come e dove avesse trovato Alastair.

Il ragazzo era rimasto pressochè impassibile per tutto il tempo, sostenendo di averlo trovato morto e con la gola mozzata proprio davanti alla scuola quando era uscito per prendere un po' d'aria.
Hamilton e il padre di Alastair avrebbero voluto fare domande anche ad Isabelle in effetti, ma sia lui che Phoebe avevano insistito affinchè la lasciassero andare, ancora sotto shock e incapace di parlare di quanto era successo.

Jude sospiro, rigirandosi le maniche della camicia nera sul braccio. Non sapeva neanche perchè avesse mentito, evitando di far finire Isabelle sotto i riflettori, al centro dello scandalo. Avrebbe parlato con lei, su questo non aveva alcun dubbio: voleva capire come l'aveva trovato, se avesse visto qualcosa... perchè era andata al padiglione?

Era rimasto impassibile per tutto il tempo, di fronte ad Isabelle e Phoebe ma anche di fronte alle domande che gli erano state rivolte... ma era umano anche lui, in fin dei conti.
Era sconvolto esattamente quanto gli altri... e forse cominciava a preoccuparsi sul serio per quanto stava succedendo, anche se era restio ad ammetterlo.
Jude abbassò lo sguardo, guardandosi i polsi... e un sorriso amaro gli increspò il volto quando vide quelle lettere luccicare leggermemnte, di una flebulissima luce verdastra.
Il suo nome luccicava leggermente nel buio della stanza, come succedeva sempre quando provava emozioni forti.

Già... era umano anche lui. Forse un po' matto, ma era umano anche lui.

Poteva avere paura anche lui, non era uno stoico.

Ripensò ad Isabelle immobile e stretta tra le braccia di Phoebe... non aveva pianto o detto nulla, eccetto quelle parole sconnesse.
Ripensò alle parole di Phoebe, quando gli aveva detto che secondo lei Isabelle aveva quasi voluto "salutare" lei, Faye e Alastair.

Forse Isabelle pensava che avrebbero ucciso lei e non il suo migliore amico?
Jude sbuffò leggermnete, ricordando quando aveva trovato il ragazzo... lo aveva visto con la gola mozzata, appeso sopra la sua testa. Si chiese quanto dovesse aver spfferto. Si chiese chi e perchè volesse far soffrire tanto anche Isabelle, costringendola a quella vista.

Lo avrebbero interrogato, lo sapeva... presto Hamilton avrebbe voluto fare una bella chiacchierata con lui, ma non era certo preoccupato. Ne aveva affrontate di ben peggiori anche solo da bambino, con la sua famiglia.

Si passò una mano tra i capelli neri, allontanandoli dal viso e scostandoli anche dall'occhio chiaro mentre tornava a guardare le scritte che gli luccicavano sul braccio, marchiate indelebilmente sulla pelle per ricordargli per sempre chi era.
Per ricordargli il peso del cognome che portava... e ciò che significava averlo.
Per ricordargli il significato del suo nome, che non gli aveva lasciato praticamente scelta fin dalla nascita.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
……………………………………………………………………………………..
Angolo Autrice:
 
Dopo quello che, probabilmente, è il capitolo più lungo che io abbia mai scritto eccomi di nuovo… so che non ne potete più ma dovrete sopportarmi per qualche altra riga, temo.
 
Allora, che dire… qualcuno aveva già predetto che in questo capitolo sarebbe successo qualcosa degno di nota, è così è stato. Scusate, è davvero lunghissimo, ma avevo così tante cose da dirvi che proprio non sono riuscita a riassumere il tutto…
 
Mi dispiace tantissimo di aver ucciso Alastair, davvero, ma a quanto pare questo è il destino di questa storia, quindi pace e bene.

Vi metto ora le immagini dei vestiti di alcuni OC:


Adrianus
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Mathieu
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Sebastian
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Phoebe
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Camila
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Isabelle
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Francisca
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Credo di essermi dilungata già abbastanza, quindi vi saluto… ci sentiamo in settimana con il seguito! 
 
Signorina Granger 
   
 
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