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Autore: fri rapace    21/02/2017    3 recensioni
“È una femmina! L'abbiamo chiamata Teddy, come il padre di Dora!”
Hermione strillò.
“Co...? Tonks ha avuto il bambino?”
“Sì, sì, è nata!” urlò Remus.
Tutti si congratularono con lui e Ron esclamò:
“Cavoli, una femminuccia!” come se non avesse mai sentito niente di simile.
“Sì... sì... una femminuccia,” ripeté Remus, stordito dalla felicità..."

(da Harry Potter e i Doni della Morte)
SPOILER HARRY POTTER E LA MALEDIZIONE DELL'EREDE!
Bellatrix Lestrange e Ninfadora Tonks danno alla luce i figli in una clinica segreta. A causa di un inaspettato attacco i neonati verranno scambiati: Bellatrix tornerà a Villa Malfoy col maschietto dei Lupin, mentre la piccola nata dalla Mangiamorte crescerà credendo che la cugina sia sua madre.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Delphini Riddle, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 5
Capitolo 5


2009, Hogwarts



Il Vicepreside era un mago poco più giovane della madre di Delphi*, coi capelli grigi e il viso segnato da diverse cicatrici. Appariva trasandato nonostante indossasse degli abiti nuovi e sorrideva troppo, Delphi avvertì un forte disagio quando i loro sguardi si incontrarono per un istante.
Scrollò via la sgradevole sensazione e seguì gli altri ragazzi nella Sala Grande, evitando di indugiare troppo sull'adulto che li precedeva. Non aveva neppure afferrato quale fosse il suo nome e non gli avrebbe permesso di metterlo in soggezione, nessuno ci sarebbe riuscito, neppure la preside in persona.
Delphi attese con impazienza il suo turno e quando finalmente l'insegnante lo chiamò salì senza alcun timore sulla pedana e si voltò verso la folla, pronto a calzare il Cappello Parlante. Stava destando molto più interesse dei ragazzini che lo avevano preceduto nel corso della Cerimonia dello Smistamento e come sarebbe potuto essere altrimenti? Delphini Lestrange, che si vociferava fosse, in realtà, il figlio del Signore Oscuro.
Il ragazzo sorrise. Trovava divertente che i pettegolezzi su di lui che il Ministero puntualmente smentiva fossero corretti, lui era il figlio del più grande mago oscuro di tutti i tempi. Gli era stato ordinato di mantenere il segreto ma era lo stesso di dominio pubblico e avrebbe potuto approfittarsene.
Si accomodò sullo sgabello sicuro di conoscere già l'esito dello Smistamento. Sua madre era Serpeverde, così come lo era stato suo padre, gli zii e il suo unico cugino.
Il Cappello Parlante prese in fretta la sua decisione:
“Tassorosso!”
Delphi balzò in piedi.
“No, cosa?!” sbottò con voce strozzata, rovesciando lo sgabello.
Il Vicepreside, RemQualcosa gli parve che si chiamasse, gli sorrise dolcemente.
“Tutto bene?” s'informò.
Il ragazzo si fece coraggio, non doveva mostrarsi debole.
“Certo che sì,” reagì burbero. Sarebbe stato speciale anche in quello: il primo Black a non essere Smistato a Serpeverde, si consolò.
I suoi compagni di Casa lo accolsero con un timido applauso che prese vigore quando si accorsero che la sua era titubanza, non disprezzo.
“Edwina Lupin!” chiamò il Vicepreside, dopo aver rimesso in piedi lo sgabello.
Una bambina alta e mora marciò fino all'insegnante e gli sorrise con eccessiva confidenza quando venne assegnata a Serpeverde. Alle spalle della scena, Delphi intravide la tavola dei professori: zia Narcissa era seduta tra un mago piuttosto giovane dall'espressione gentile e il gigante barbuto che li aveva accompagnati al castello con le barche.
Il ragazzo si picchiò la mano sulla fronte, che idiota, era così eccitato da... beh, da praticamente tutto che si era scordato che anche lei avrebbe trascorso quell'anno a Hogwarts assieme a lui.
Il viso della zia era tirato, ma quando incrociò il suo sguardo lei si sforzò di sorridergli.
Delphi raddrizzò la schiena, non importava qual era la sua Casa, non avrebbe dubitato di se stesso. Era un Metamorfomagus, inoltre poteva infliggere ferite che non guarivano mai agli Elfi Domestici e forse anche ai maghi. Se potersi trasfigurare a piacimento era un potere estremamente raro, il secondo apparteneva a lui soltanto.
La tavola dei Serpeverde confinava con quella dei Tassorosso e Edwina Lupin di sedette alle sue spalle.
Ad attrarre l'attenzione di Delphi furono i suoi capelli, che cambiarono colore un paio di volte mentre li osservava. La ragazza stava mostrando il suo potere a uno dei Prefetti e Delphi la prese d'impulso per una spalla: era la prima volta che incontrava una strega come lui.
“Che vuoi?” ringhiò lei, scrollandosi di dosso la sua mano.
“Non usare quel tono con me!” s'indignò Delphi. “Se pensi di potermi maltrattare perché sono un Tassorosso...”
“Cosa?”
La ragazza era sorpresa e Delphi aggrottò la fronte. “Beh, mia madre dice che i Tassorosso sono delle mammolette,” spiegò, ignaro delle occhiatacce che gli indirizzarono i bambini a portata d'orecchi.
“Mia madre è Tassorosso,” disse Lupin, gelida. “Quindi, di cosa stiamo parlando?”
“I tuoi capelli,” tagliò corto Delphi, che iniziava ad annoiarsi.
“Sono una M-e-t-a-m-o-r-f-o-m-a-g-u-s,” sillabò la ragazza, come se si stesse rivolgendo a uno stupido. “È un potere molto raro.”
“Lo so cos'è!” protesto Delphi. “Anche io posso farlo.”
Glielo mostrò allungando e arricciando i capelli.
Lei sgranò gli occhi, finalmente le aveva tappato la bocca!
Il tono di Lupin si fece più cauto. “Allora tu sei... lui.”
“Lui chi? Se intendi il figlio del Signore Oscuro, è solo una menzogna,” le disse, strizzandole però un occhio.
“Mi hai presa per una sciocca? Intendevo dire il figlio dei Lestrange.” Guardò i suoi capelli. “Noi due siamo parenti.”
Delphi ghignò. “Noi due? Non credo proprio.”
Lei sbuffò. “Tua madre e mia nonna sono sorelle. Smettila di giocare coi capelli e guardami, io somiglio a entrambe, non vedi?”
Il ragazzo la osservò intensamente: l'espressione altera, gli occhi scuri e scintillanti, il profilo nobile...
“Le somigli veramente!” esclamò sbigottito. “Al contrario di me,” borbottò dopo una breve pausa. Lui non aveva ereditato i tratti di nessuno dei suoi famigliari e la speranza di aver preso dal padre e dai suoi parenti scemava man mano che cresceva. Sua madre sembrava aspettarsi un miracolo da un momento all'altro, ma secondo Delphi l'unica maniera di accontentarla sarebbe stata quella di servirsi delle Metamorfosi.
“Certo che le somiglio. Mia nonna e tua madre sono praticamente identiche, una volta Harry Potter le ha scambiate. Me lo ha raccontato lui stesso.”
Aveva alzato la voce quando aveva nominato 'Harry Potter', in modo che i ragazzi attorno a loro potessero sentirla.
Lui non voleva darle corda, ma non resistette all'impulso di domandarle: “Conosci Potter?”
“Harry Potter è il mio padrino,” quasi urlò.
Stavolta furono in molti a voltarsi verso di loro. La ragazza gli doveva un favore, pensò Delphi, e decise che il suo contributo alla causa di Lupin non si sarebbe fermato lì.
Saltò in piedi sulla panca, avvicinò le mani alla bocca e tuonò: “Harry Potter è il padrino di Edwina Lupin!”
Lei gli rivolse uno sguardo omicida.
“Nel caso che qualcuno non avesse capito,” ridacchiò lui.
Lupin sfilò la bacchetta dal mantello e mormorò qualcosa, trasformando la panca in un elastico teso che lo catapultò in aria, facendolo atterrare dentro al pentolone con la zuppa al centro della tavola dei Grifondoro.
“Zuppa di Tu Sai Chi?”domandò uno spiritoso coi capelli rossi, picchiandogli un mestolo sulla fronte. Delphi gli saltò addosso e ruzzolarono sul pavimento di pietra, a menar pugni scivolosi di zuppa.
Le nocche dell'avversario stavano per colpirlo alla mascella quando Delphi si sentì sollevare: la preside lo aveva appeso in aria con un incantesimo, allontanandolo dal Grifondoro.
Di fronte al suo sguardo accusatore, Delphi strinse i pugni, furibondo. “Non è colpa mia, è stata quella ragazza di Serpeverde, Lupin, a iniziare!”
Lupin si ricordò solo in quel momento di avere ancora la bacchetta puntata contro la panca, che non non aveva mai smesso di oscillare nel punto dove era seduto Delphi. Fece per nasconderla nel mantello, ma era troppo tardi.
“Teddy!” intervenne il Vicepreside, lasciando il Cappello Parlante in testa a un ragazzo terrorizzato. “Dieci punti in meno a Serpeverde!”
“E dieci in meno a Tassorosso.” Sentenziò la preside. “Bel modo di iniziare la vostra carriera scolastica. Lestrange, Lupin, in punizione.”
Il Vicepreside fece per intervenire di nuovo, ma la McGranitt scosse il capo. “Remus, non tu. Gazza, per favore, accompagna fuori dalla Sala Grande questi due discoli, mi occuperò di loro più tardi.”
Mentre usciva, Delphi vide con la coda dell'occhio la zia Narcissa discutere brevemente con la preside. Forse cercava di addolcire la sua punizione ma a lui non importava, anzi, sperava di essere affidato al Mezzogigante.
“Mio cugino mi ha raccontato che una volta, per punizione, lo hanno portato nella Foresta Proibita,” sussurrò a Lupin eccitato. “Ci vivono i lupi mannari, magari ci permetterà di infilzarne uno!”
Gazza li scortò fino a una squallida stanzetta senza finestre il cui unico particolare interessante era una collezione di manette e catene appese alla parete dietro la scrivania.
“Quando mio padre diventerà preside, nessuno si permetterà più di parlare così dei lupi mannari,” sibilò Lupin, abbassando lo sguardo. Gazza li osservava torvo dal corridoio.
“Tuo padre? Preside? E che c'entra coi licantropi?”
Lei sbuffò. “Non sai chi è mio padre? Sei serio?”
“E perché mai dovrei saperlo? Tu non sei nessuno.”
Lupin lo fulminò con lo sguardo.
“Intendevo dire che non sei famosa,” spiegò Delphi. Quella ragazzina si scaldava più facilmente di sua madre.
“Per ora,” borbottò lei. “Considerando che siamo parenti, pensavo ti avessero parlato di me, inoltre mio padre è il mago che ci ha accolti all'ingresso del castello e che ha presenziato allo Smistamento. Visto che abbiamo lo stesso cognome, non mi sembra così difficile capire che è il Vicepreside. Ed è anche un lupo mannaro e un giorno sarà preside di Hogwarts.”
Delphi, che aveva cercato di intervenire in propria difesa quando la ragazza, Teddy?, aveva cercato di farlo passare per uno stupido, scoppiò invece a ridere.
“Se è vero che è un lupo mannaro, non accadrà mai. Non capisco perché gli permettano di insegnare e la nomina a Vicepreside è pura follia, a dirla tutta.”
“Ah-ah. Permettono di insegnare a tua zia, che era una Mangiamorte. Mio padre è un eroe, si è guadagnato un Ordine di Merlino, Prima Classe.”
Delphi aggrottò la fronte. “Non è un lupo mannaro, mi stai prendendo in giro. Chi si prende gioco degli altri a questo modo di solito lo fa perché si sente inferior-”
Lo sguardo della ragazza si fece distante, come se gli guardasse attraverso e di colpo il suo corpo si afflosciò. Delphi la sorresse a fatica, era più pesante di lui.
“Ehi, tu! Cos'hai?” la scrollò spaventato. Ci mancava solo che lo incolpassero di quello, certo, se la ragazza era davvero figlia di un lupo mannaro e sua parente, sua madre sarebbe stata orgogliosa, ma rischiava l'espulsione e Hogwarts era la sua unica possibilità di farsi degli amici.
Il corpo di Lupin si irrigidì e un attimo dopo, con suo grande sollievo, si raddrizzò.
“Teddy!” boccheggiò Delphi. “Stai bene?”
Lei si spazzolò con indifferenza le maniche della divisa. “Certo. Ti ho forse... spaventato?” lo provocò, ma a Delphi non era sfuggita la prima, fugace occhiata che gli aveva rivolto una volta tornata in sé.
Vedendolo sospettoso, lei aggiunse: “Rilassati, era solo uno scherzo. Ti aspetto giovedì dopo il tramonto nello studio di mio padre, potrai rivolgergli direttamente le tue perplessità... se ne hai il coraggio, naturalmente.”
Delphi annuì, la proposta lo allettava. “Io ho coraggio da vendere,” dichiarò.








*Remus ha nove anni in meno di Bellatrix, ma dimostra più della sua età.
A Delphi hanno evitato di fornire un po' di informazioni, ad esempio non sa di avere una cugina Auror, né che il marito della cugina è un lupo mannaro. Non sapeva di Teddy, né sa nulla di Sirius. Riguardo al suo potere di lasciare cicatrici che non possono guarire, che quella è una particolarità dei lupi mannari non lo sa nessuno, a parte i lupi mannari stessi e chi li conosce bene.
Febbraio è stato un brutto mese e non sono molto lucida (influenze varie, sciò!), quindi se ci sono imprecisioni fatemelo pure notare, apprezzerò l'aiuto ^^
Al prossimo capitolo,
Fri





























   
 
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