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Autore: girlmoon    22/02/2017    1 recensioni
E' il diciottesimo compleanno di Clary. Simon e Renèe, i suoi migliori amici, le organizzano una festa a sorpresa nel locale Pandemonium in città, ma tutto quella notte cambierà per le due amiche. Verità nascoste, un mondo nascosto ed invisibile agli umani. Sarà solo grazie all'aiuto di Jace, che Clary riuscirà a ritrovare sua madre; e solo grazie a Renèe, se Alec riuscirà a capire il vero valore dei sentimenti umani.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente, mi sveglio sentendo dei colpi ripetitivi alla porta.
Mi alzo dal letto lentamente, raggiungendo la meta: la porta.
Apro lentamente e il volti freschi e solari di Clary e Simon, quasi mi abbagliano.
-“Clary, Simon.. che ci fate qui, sono solo le sei e trenta del mattino.”- dico con voce impastata.
-“Siamo venuti a farti visita piccola Forbes.”- trilla la rossa, entrando in camera mia.
-“Per quale assurdo motivo?”- sbadiglio poco elegantemente e faccio accomodare anche Simon.
-“Terapia d’urto tra amici.”- continua lui, sedendosi sul letto.
-“Che bel modo di iniziare la giornata!”- mi fingo contenta e prendo posto accanto al loro, sul morbido materasso.
-“E non solo.. dobbiamo darti una notizia, forse spiacevole..”- interviene Clary.
-“Riguarda Jocelyn e Dot?”- chiedo spaventata.
-“No, di loro ancora nessuna notizia.”- mi tranquillizza lei.
-“Riguarda te.”- conclude Simon, sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
-“Sarebbe a dire?”-
-“Robert Lightwood è venuto a sapere del tuo litigio con Alec di ieri pomeriggio e ti ha convocata questa mattina nel suo studio per poterne discutere.”- mi informa la rossa, sorridendo a mala pena.
-“Fantastico, ancora un altro che vuole farsi i fatti miei.”- sbuffo scocciata.
-“Non penso che voglia sapere i dettagli e le dinamiche della lite, credo voglia sanzionarti per aver disturbato l’intera quiete dell’istituto insieme a suo figlio.”- mi corregge Simon.
-“Di male in peggio.”-
-“Non sarà poi così severo, è la prima volta che succede.”- cerca di tranquillizzarmi Clary.
-“Lo spero..”-
-“Fine del discorso. Ora passiamo al vero motivo per cui siamo venuti qui.”- interviene il mio amico tutto d’un tratto.
-“Vogliamo sapere cos’hai intenzione di fare con Alec.”- mi chiede lei.
-“Ieri sera ho parlato con Izzy, mi ha consigliato di lasciarlo sbollire un po’ e credo che questo pomeriggio, o quanto meno appena ne avrò la possibilità, andrò a parlargli per vedere di chiarire.”-
-“E che hai intenzione di dirgli?”- Clary sembra presa più del dovuto, manco fosse una telenovela.
-“Semplicemente che ho esagerato a reagire così con Magnus e che si deve arrendere.”-
-“Arrendere a cosa?”- nemmeno Simon scherza.
-“Al fatto che non smetterò mai di cercare di proteggerlo e tenerlo al sicuro dalla cattiveria della gente.”-
-“Ricorda solo che come Alec, qui la gente vede i sentimenti come un’arma di distruzione, non eccedere, fagli capire che ci tieni alla sua incolumità e basta.”-
-“Se c’è la minima possibilità che qualcosa possa cambiare in questo mondo, sappiate che combatterò con tutte le mie forze a finché tutti capiscano che i sentimenti sono ciò che ti fortifica, non che ti rende debole.”-
-“E se non ci riuscirai.. Renèe, cosa farai?”- mi chiede Clary.
-“Quanto meno saprò di averci provato e se nessuno cambierà allora me ne andrò.”-
-“Che cosa? Sei impazzita per caso?”- sbotta Simon all’improvviso.
-“No, è quello che farò. Tornerò alla vita che ho sempre condotto. Vivrò, come potrò, da umana.”-
-“Gli umani non ti possono vedere, a meno che non utilizzi la runa.”- mi corregge Clary.
-“Allora vorrà dire che vivrò nel buio: nessuno mi vedrà, nessuno saprà della mia presenza eppure ci sarò.”-
I due si scambiano un’occhiata, preoccupati, per poi annuire.
-“Se è questa la tua decisione non posso biasimarti.”-
-“E’ quello che volevo sentirmi dire Clary, grazie.”- la abbraccio e le lascio un bacio sulla guancia.
Simon mi si butta letteralmente addosso, stringendomi forte.
-“Ti voglio bene cervellone.”- gli scuoto i capelli, per poi lasciarlo andare.
-“Adesso è meglio che ti prepari, non vorrai far aspettare un Lightwood.”- Clary la butta sul ridere e ci riesce in pieno.
-“Mai nella vita.”- li saluto e se ne escono dalla mia camera.
Faccio una doccia veloce e mentre sono immobile davanti all’armadio nell’attesa dell’illuminazione, vedo un’ombra dietro la porta e un acuto rumore di passetti allontanarsi, subito dopo aver lasciato qualcosa sotto lo spiraglio.
Mi avvicino e vedo che si tratta di un biglietto.
“So che mio padre ti ha convocata. Un consiglio, metti qualcosa di elegante. Baci, Isabelle.”- più un carinissimo stampo rosso delle sue labbra cariche di rossetto.
Sorrido e torno nuovamente alla mia postazione.
Opto per un abito lungo fino ai piedi molto semplice con le spalline sottili e uno scollo non troppo ampio beige.
Appena finisco di prepararmi, esco dalla stanza, cercando di non destare sospetti né tantomeno di attirare l’attenzione; mi dirigo a passo svelto verso l’entrata dell’istituto e al mio passaggio tutti si voltano a guardarmi.
Mi fermo non appena riconosco la stanza dello studio del signor Lightwood.
Busso un paio di volte e non appena sento la sua voce che mi invita ad entrare, scompaio da quelli sguardi indiscreti, entrando.
-“Buongiorno signor Lightwood, so che mi voleva vedere.”-
-“Prego, Renèe, accomodati pure.”- mi fa segno di sedermi sulla sedia difronte alla sua scrivania e così faccio. –“Non ti tolgo altro tempo, so perfettamente del disordine accaduto ieri per mano tua e di mio figlio.”- lo interrompo prima che possa finire.
-“Alec non centra nulla, è stata colpa mia. Punite me, non lui.”-
-“Non mi hai fatto finire di parlare..”-
-“Mi scusi.”-
-“Ho intenzione di bandirla dall’istituto per tre giorni, il provvedimento avrà inizio non appena uscirà da questa stanza e metterà piede fuori dal perimetro. Mi dispiace essere così diretto, ma è una decisione presa dal Conclave.”-
-“Non è un problema per me, mi permetta solo di avvisare i miei amici e me ne andrò subito.”-
-“Te lo concedo, un’ora per organizzarti e via.”-
-“La ringrazio, buona giornata signor Lightwood.”-
Esco dalla stanza sentendo un nodo alla gola, e una stretta allo stomaco mai provata prima d’ora.
Un paio di lacrime mi rigano il volto, le asciugo in fretta e respiro.
Mi levo le scarpe, reggendole in mano e correndo verso il punto di ritrovo, dove sono sicura di trovare gli altri.
Arrivo lì in pochi istanti, raggiungendoli sparata, correndo veloce per non sprecare nemmeno un istante del tempo che mi è rimasto a disposizione prima di essere temporaneamente bandita.
-“Clary.. Clary.”- alle mie parole, tutti loro mi osservano straniti, tranne Simon, la rossa e Izzy.
-“Cos’è successo?”- mi chiede allarmata.
-“Perché sei vestita così?”- mi chiede Jace scioccato.
-“Non è importante. Ascolta, promettimi che continuerai a cercare Dot e Jo, anche senza di me.”-
-“Come? Senza di te? Renèe che è successo?”- interviene Simon, mentre gli altri tacciono.
-“Clary promettimelo!”- la scuoto per le spalle, con l’affanno.
-“Te lo prometto.”- è l’unica cosa che mi dice.
-“Qualcuno mi spiega che è successo?”- ci chiede Jace evidentemente allo scuro di tutto.
Mi infilo le scarpe ai piedi, considerando il pavimento freddo che mi fa congelare le ossa.
-“Sono stata bandita dall’istituto per aver fatto tutto quel casino ieri pomeriggio e…”-provo a dire, ma Jace mi interrompe.
-“Bandita? Come sarebbe a dire bandita?”-
-“Non potrò mettere piede nell’istituto per tre giorni a partire dalle undici di oggi.”- gli spiego.
-“Chi l’ha deciso?”- mi chiede Simon, contrariato.
-“Chi secondo te, il capo dell’istituto e il Conclave, mondano!”- sbotta il biondo.
-“Papà non l’avrebbe punita in questo modo, sicuramente lo ha influenzato la mamma.”- interviene Izzy leggermente arrabbiata.
-“E Alec, tu che farai?”- gli chiede Clary.
La nostra attenzione cade su di lui.
-“A me non hanno detto niente.”- il suo tono è secco e stranito.
Improvvisamente tutti e cinque mi guardano e inizio a deglutire agitata.
-“Renèe..”- mi guarda sconvolta Isabelle.
-“Sono stata io. Gli ho chiesto di non punirlo.”- dico con voce tremante.
Alec chiude gli occhi per un istante per poi mettersi le mani nei capelli e dire sottovoce qualcosa di incomprensibile.
-“Perché lo hai fatto?”- mi rimprovera Jace.
-“Lui non centra nulla.”- mi difendo, prima di vedere Alec iniziare a correre verso lo studio di suo padre.
-“Ma anche Alec ha..”- fa per dire Simon.
-“Alec, no!”- grido, prima di iniziare a seguirlo, lanciando via con un calcio le scarpe, per essere più veloce.
 
Comincio a corrergli dietro, devo impedirgli di parlare con suo padre.
-“Alec fermati, ti prego.”- mi lamento, a pochi centimetri di distanza da lui.
-“Non, metterti, in mezzo.”- scandisce bene, fermandosi di colpo e allontanandomi con una leggera spinta.
Lo afferro per un polso e si blocca istintivamente.
-“Ti prego, non peggiorare la situazione.”- la mia voce è flebile e mi fa uno strano effetto potergli riparlare dopo ieri.
-“Perché lo fai? Devi smetterla.”- mi grida contro, facendomi tremare.
Non lo avevo mai visto così arrabbiato e mi fa paura.
-“Alec non l’ho fatto per te stavolta, tu non centri veramente nulla.”-
-“Hai litigato con il muro per caso? O con me?”-
-“Con te, ma..”-
-“Ma niente, se ti bandiscono devono bandire anche me.”-
-“Questo mai, Alec.”- Maryse Lightwood sbuca da dietro l’angolo in tutta la sua bellezza.
-“Perché mamma?”-
-“Disonoreresti la nostra famiglia, Alec, è questo ciò che vuoi? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te e tua sorella in questi anni? Tutto questo, per una ragazzina?”- lo rimprovera lei.
Stringo il braccio ad Alec, che si gira a guardarmi. Scuoto la testa, pregandolo di non fare una cazzata.
-“Ti prego, non lo fare.”- bisbiglio.
Mi ignora e con una mossa secca, si stacca dalla mia presa.
-“Non per lei, per l’istituto. Non voglio essere trattato in modo diverso solo perché sono un Lightwood. Se lei viene bandita, devo essere bandito anch’io.”- alle sue parole, riafferro il suo polso, stringendolo.
Robert Lightwood ci raggiunge, affiancando la moglie.
-“Non è possibile Alec.”- dice in tono atono.
-“Allora lasciatela rimanere nell’istituto. Prometto che non succederà mai più.”-
I due signori si lanciano uno sguardo d’intesa per poi guardarmi male.
-“La punizione è cancellata, se solo qualcuno lo verrà a sapere, sarà bandita a vita.”- esordisce Maryse, con severità.
Alec li ringrazia e io sorrido leggermente, per gratificazione.
I due se ne rientrano nello studio, lasciando me ed Alec fuori.
-“Grazie Alec.”- bisbiglio, vergognandomi un po’.
-“Hai anche il coraggio di ringraziarmi? Mi hai scongiurato di non arrivare a compromessi con i miei genitori solo perché non volevi farmi bandire.”-
-“Non è così. L’ho fatto perché era giusto fosse così, Alec.”-
-“E riguardo ieri allora? Vorresti negare anche quello?”-
Abbasso lo sguardo e scuoto la testa.
-“No, quello no. Lo ammetto, ho fatto quella scenata per poterti difendere da Magnus.”-
-“Perché?”-
-“Dopo che Izzy mi ha raccontato della fine atroce del vostro rapporto, vederlo starti così vicino mi ha fatto credere che avesse intenzione di soggiogarti in un certo senso, con un sorrisetto e farti poi soffrire nuovamente.”-
-“Apprezzo il pensiero, ma non voglio ripetertelo più.. non voglio essere protetto da te.”-
-“Ma io non posso, Alec.”-
-“Per quale motivo Renèe? Perché dannazione?”-
-“Perché non vorrei vederti soffrire come me, che sto di schifo ogni tre per cento, che mi vien voglia di urlare e piangere ogni secondo della mia vita, non voglio. Perché sei una persona speciale Alec, ormai mi sono legata a te e vuoi o non vuoi avrò sempre cura di te, perché te lo meriti. Sei una delle poche persone che ho incontrato nella mia vita che realmente meritano di essere amate e non riesco ad accettare questa tua repulsione…”- mi ha guardato per tutto questo tempo con gli occhi pieni di rabbia e severi, senza farmi vedere una sua singola emozione. –“Alec… per me sei unico.”- faccio spallucce e sorrido per camuffare le lacrime che hanno ripreso a scendere, facendomi sentire terribilmente stupida e indifesa.
Finalmente sembra sciogliersi, tira un profondo respiro e rilassa il volto.
-“Maledizione..”- mi afferra per le spalle, e mi spinge verso di se, abbracciandomi calorosamente.
-“Mi dispiace, ma finché non ti arrenderai, combatterò con tutte le mie forze per cambiarti.”- bisbiglio, con il volto appiccicato al suo petto.
-“Prevedibile direi..”- ride leggermente.
-“Non ti lascerò andare, non lo farò, mai.”- alle mie parole, mi lascia un bacio sulla testa sussurrando qualcosa.
-“Cosa mi combini. Sarai la mia rovina.”-
-“Sarò felice di esserlo, se la mettiamo così.”- rido e mi accoccolo maggiormente tra le sue braccia.
   
 
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