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Autore: Francy_Kid    22/02/2017    3 recensioni
~ Sequel di "Masque tombé" e di "Amour masqué" ~
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L'estate sta finendo e presto i nostri eroi dovranno tornare a scuola. Papillon è stato sconfitto ed ora convive "pacificamente" con Ladybug e Chat Noir, che ha scoperto essere Marinette e Adrien, suo figlio.
Lila, dopo la sua ultima battaglia contro i due eroi parigini è riuscita a rubare il Miraculous della volpe ottenendo nuovi poteri, ma un giorno si presenterà a lei una donna nel suo bar preferito che le promette ciò che vuole: vendetta e potere.
L'italiano accetta ed i possessori si ritroveranno in una battaglia contro una creatura mai vista.
Molti segreti sulla creazione dei kwami verranno svelati e le bugie che si erano raccontate per anni cadranno.
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Aggiorno il mercoledì ^^
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 15



Era difficile svegliarsi presto la mattina se si era andati a dormire alle due del mattino perché la giornata consisteva nel lavorare ai modelli per le sfilate e, in più, continuare a tradurre il testo su tutto ciò che riguardava i Miraculous perché si era il prossimo Guardiano in carica, pensò stancamente Gabriel mentre scendeva le scale verso il salone per fare colazione e dare da mangiare anche a Nooroo.

Nathalie era già alla magione, intenta a lavorare al computer per stabilire la tabella lavorativa di Adrien durante i mesi successivi, tenendo conto, ovviamente, dell'università.

Dopo averla salutata, lo stilista si diresse verso la cucina per tagliare uno spicchio di mela al suo kwami e, siccome lui non aveva molta fame, mangiare il restante.

Nooroo uscì dal suo nascondiglio –dietro il colletto della camicia– per fiondarsi sul piano cottura e mangiare il suo cibo preferito.

L'uomo lo guardò mentre si riempiva il pancino, tagliando a sua volta una fetta di mela per avere qualcosa nello stomaco.

Pochi secondi più tardi, il kwami viola si fermò, rimanendo con il frutto tra le zampe e guardando preoccupato Gabriel.

«Gabriel...»
«Gabriel

Una voce sinuosa lo chiamava dall'altra stanza.

L'uomo si pietrificò, riconoscendo a chi apparteneva quella voce.

«Gabriel, non andare.» disse Nooroo, alzandosi a mezz'aria all'altezza del viso col suo portatore. «Non ascoltare.»

«Gabriel

No, non era possibile.

«Gabriel, dove sei? Oh, eccoti qui.»

L'uomo si voltò verso la porta della cucina con il cuore che batteva all'impazzata e tutti i sensi amplificati.

La voce gli morì in gola non appena la vide.

Era bellissima, esattamente come la prima volta da quando le aveva messo gli occhi addosso.

I suoi capelli biondi, solitamente raccolti in una coda bassa laterale, ora scivolavano liberi lungo la schiena, arrivando a poco più di metà di essa; i suoi splendidi occhi verdi lo guardavano inteneriti, ed un sorriso le ornava il viso.

Era lì.

Martine.

Sua moglie era lì.


 

«Ciao Gabriel.»

L'uomo fissò la moglie a bocca semiaperta, incapace di respirare correttamente.

Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, a quando erano ancora una famiglia unita e, qualche mattina –quando lui non lavorava– quando si ritrovavano loro due in cucina a preparare la colazione per loro due ed Adrien.

A volte, malgrado le sue negazioni, includevano anche Nathalie nei loro giochi mattutini.

Era così fino ad un paio di anni fa, poi lei sparì e la casa divenne fredda, esattamente come una prigione, anche se era ben arredata e piena di colori.

«È rimasto tutto esattamente come ricordavo.» sorrise, entrando nella stanza e camminando verso l'uomo, che non si era ancora mosso. «L'atmosfera è sempre la stessa: è casa

Gabriel rimase in silenzio per tutto il tempo, ancora scosso dalla persona che aveva davanti; poi, deglutendo, parlò.

«Ma tu dovevi essere morta... Gli stessi medici mi hanno detto che non ce l'avevi fatta. Ho visto io stesso il tuo corpo...» disse l'uomo con un groppo alla gola, cercando di capire cosa avesse visto.
La bionda si fermò a qualche passo da lui, chinando il capo. «Quello che hai visto, ero io, vero: degli scienziati che lavoravano per la società segreta su cui stavo indagando aveva scoperto che io ero una portatrice e, decisi a scoprire di più sui Miraculous, mi catturarono, simulando la mia morte e, dopo avermi fatta riprendere, studiando me ed il mio kwami.»
«Ma allora perché il tuo Miraculous è qua?» domandò con la mente confusa.
«Perché, sapendo contro cosa stavo andando, ho scelto di proteggere il mio kwami, lasciandolo al sicuro a casa.»
«E non hai pensato a noi? Alla tua famiglia?» ringhiò Gabriel, arrabbiato per i suoi ragionamenti.

Martine, tenendo basso il capo, si avvicinò di un paio di passi al marito, giocando nervosamente con le dita.

«Non hai pensato che ci saresti mancata?» la rimproverò, serrando i pugni. «Comunque, come hai fatto a liberarti senza il tuo kwami? Non ti avevano catturata?»
Alzò lo sguardo, sorridendo. «Ehi, sono una guerriera. Ho aspettato il momento giusto e sono fuggita.»

Gabriel la guardò senza dire nulla; sembrava che c'era qualcosa che non andava, come se fosse tutto fuori posto.

Scacciando quel brutto pensiero, osservò Martine avvicinarsi con un dolce sorriso sulle labbra; quel sorriso di cui si era innamorato.

«Mi sei mancato tanto, e voglio riabbracciare sia te che Adrien. Sono felice di essere di nuovo qui.»
«Anch'io sono felice che tu sia tornata.» sospirò lui, accarezzandole la guancia. «Ti ricordi i vecchi tempi? Quando Adrien era piccolo e giocavamo al suo gioco preferito? A nascondino.» continuò, scendendo ad accarezzarle le braccia.
«Sì, mi ricordo perfettamente.»

Gabriel sorrise e le afferrò i polsi, tenendoglieli fermi.

«Gabriel, cosa...»
«Bel tentativo Lila, ma ad Adrien piaceva giocare ai ninja quand'era piccolo. Solo Martine mi avrebbe corretto, siccome ci giocava anche lei.»

All'improvviso, un ghigno apparve sul volto gentile della moglie, per poi, subito dopo, sparire in una nuvola di fumo arancio.

«Sei perspicace, Monsieur Agreste.» ghignò Volpina, entrando in cucina. «Lo ammetto: ti avevo sottovalutato.»
«Ho più esperienza di te, non mi lascio fregare su cose del genere.»
La ragazza ridacchiò. «Oh... Adrien non ti ha detto nulla della donna che gli ha fatto visita? Su quello che gli ha detto?»

L'uomo tacque, sapendo che stava mentendo.

«Non ti ha detto che la tua dolce mogliettina è ancora viva? Ancora per poco.»
«Smettila!» sbottò lui, digrignando i denti. «Dimmi cosa vuoi.»
«Vendetta. Vendetta su di te, tuo figlio e Marinette.»

L'uomo si voltò verso il piano cottura solo per vedere Nooroo mentre lo guardava spaventato, annuendo con la testa.

In quel momento, Lila si lanciò contro di lui.

«Nooroo, trasf—»
«Resta ferma, Volpina.»

Gabriel si voltò nuovamente, vedendo Lila tenuta ferma dal filo di uno yo-yo.

«Ladybug?» domandò sorpreso.
«Salve Signor Agreste. È un piacere vedere che sta bene.» sorrise la ragazza, tenendo stretto il laccio attorno al corpo della mora.
«Lasciami andare!» si dimenò l'italiana, sentendo stringere sempre di più, mentre il suono dello scadere del tempo proveniva della sua collana.
«Marinette, che ci fai qui?» chiese lo stilista, sentendo Nooroo che si sistemava sulla sua spalla.
«Ero venuta qua per salutare Nathalie, quando ho sentito delle voci provenire dalla cucina, ma c'è un problema...»

Lasciando in sospeso la frase, notò Lila lanciarsi contro di lei, costringendola a mollare la presa attorno al filo.

La ragazza, ora libera, ringhiò, controllando il suo Miraculous e contando il tempo che le restava: due minuti.

«Non è finita qui! Avrò i vostri Miraculous e la vendetta che ho sempre aspettato!»

Detto ciò, Volpina venne circondata da una volta cortina di fumo, per poi sparire nel nulla.

Ladybug ritrasse la sua arma, sistemandoselo attorno alla vita e, con passo spedito, avvicinarsi a Gabriel, soccorrendolo. «Tutto bene?» chiese, posando una mano sull'avambraccio dello stilista, notando quanto fosse teso.
«Sì, tutto bene. Grazie.» deglutì, accorgendosi solo ora di avere il fiatone.
«Siediti. Ti do un po' d'acqua.» disse la ragazza, aiutandolo a sedersi su una sedia.

Gabriel le sorrise in un ringraziamento silenzioso.

La testa gli girava per l'accaduto, maledicendosi mentalmente sul fatto che doveva esserci abituato a tutto quello, ma tutto quello che aveva sentito poco fa gli era rimasto impresso.

«Ecco l'acqua.» esclamò la corvina, porgendogli un bicchiere pieno fino a metà del liquido trasparente.
«Grazie mille, Marinette.» rispose, osservando Nooroo scendere verso il tavolo e sedersi.

Il silenzio, ora, regnava nella stanza, quando l'uomo, dopo che ebbe bevuto, poggiò il bicchiere sul tavolo, girando la testa verso Ladybug.

«Avevi detto che c'era un problema. Quale?»
La corvina si grattò la nuca. «Beh... venendo qua mi ha accompagnata Nathalie, ma quando io ho visto Lila l'ho fatta subito allontanare anche se lei non voleva- e, quando ho visto Lila attaccarti, Nathalie ha...»
«Ha?» la incitò a continuare, vedendola chinare il capo, ritrovandosi costretto a sporgersi leggermente dalla sedia per sentirla.
«Ha visto mentre mi trasformavo in Ladybug.»

Lo stilista sgranò gli occhi, poggiandosi nuovamente allo schienale.

Questo sì che poteva essere un problema.


 

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E boh, Marinette si è fatta beccare e Lila è fuggita lel

Ma le cose non sono finite qui🌚

Altre cose accadranno nel prossimo capitolo e, presto, dovremmo avere a che fare con una Nathalie sconvolta xD

Perché il nome Martine per Mama Agreste? Semplice. Sin da quand'ero piccola, mia nonna mi regalò una bambola che chiamai con il mio nome preferito dell'epoca: Martina. Che poi io l'abbia mal cagata 'sta bambola perché preferivo Spiderman o le macchinine radiocomandate è un dettaglio LOL

Eh già, ero un maschiaccio sin da piccola xD

A mercoledì prossimo :3

Francy_Kid

  
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