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Autore: Eustass_Sara    25/02/2017    1 recensioni
Sin da piccoli ci dicono che l'amore è bello, che può farti soffrire ma che ti regala poi il doppio della gioia, che ha mille strade, mille facce e nessuna regola. Ci dicono la classica frase fatta "gli opposti si attraggono", sorridendo e poi ci dicono che alcune cose sono inconciliabili persino per l'amore. Cose come bene e male, ad esempio.
Ma nessuno ci dice che gli opposti si attraggono sempre e comunque.
Nessuno ci dice che l'amore, così sregolato e potente, non può essere controllato.
Questo è ciò che impareranno una giovane strega e un ladro.
Lei che ha votato i suoi poteri al bene.
Lui che ha votato le sue qualità al male.
Una storia d'amore non voluta, non cercata, ma che ha bussato alla loro porta lo stesso. Una storia complicata, sofferta, oscura, fragile e salda al tempo stesso. Una storia che in genere non viene raccontata ma che io cercherò di raccontarvi lo stesso con i momenti più dolci, i più sofferti, i più cruciali, i più spensierati.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Red X, Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5.


 

Non era mistero che Corvina amasse la calma e la solitudine. Lo era invece ciò che faceva molto spesso di notte, quando tutti i Titans dormivano ignari nei loro letti.
A volte riusciva a prendere sonno anche lei e si abbandonava fra le braccia di Morfeo, ma la maggior parte delle notti ne approfittava per svignarsela di nascosto e uscire dalla T-Tower. Quelle sue fughe notturne non le aveva mai confessate a nessuno, né era mai stata scoperta, anche se in fondo non erano un segreto scabroso: erano semplici fughe che faceva per respirare l'aria fredda della notte, sentirla sul viso e godersi una pace assoluta che di giorno non poteva avere. Poi comunque tornava sempre a casa, dai suoi amici, al fiorire dell'alba; si infilava nel letto, riposava gli occhi e attendeva che la sua piccola sveglia suonasse, annunciandole che era ora di vivere il nuovo giorno esattamente come gli altri. Niente rimorsi, niente sensi di colpa. Era semplice e calmo, come piaceva a lei.

Ma quella notte, qualcosa andò storto.

Come tutte le altre, Corvina aveva volato con calma fino a raggiungere il tetto di una fabbrica abbandonata. Si trovava nella zona portuale, distante dal vai e vieni di lavoratori e pescatori, ma comunque vicina al mare di cui poteva sentire il profumo salato. Probabilmente era quello che la attirava tanto: il mare con il suo profumo, senza ritrovarsi col naso impregnato dei fumi tipici delle fabbriche attive e inoltre godeva di una bella vista. Era così abituata al buio più profondo che per lei, quello della notte, era leggero e impercettibile, ci vedeva perfettamente trovando perfino le acque del mare più belle e lucenti di quando lo erano di giorno.

Chissà, forse non era l'unica a pensarla così o forse c'erano altre ragioni, ma quella notte Corvina non era sola su quel tetto. La cosa peggiore non era apprendere chi altro c'era, ma l'averlo fatto troppo tardi: Red x.

Era rannicchiato in un angolo, vicino al cornicione del tetto con le gambe piegate e i gomiti mollemente appoggiati sulle ginocchia; col suo costume nero, era così simile alla notte da mescolarcisi perfettamente. Sembrava assorto, col volto rivolto dritto davanti a sé e per un attimo Corvina, dalla parte opposta del tetto rispetto al ladro, si illuse di non essere stata vista o sentita. Sospirò, non rilasciando nessun fiato in verità e continuando a stare in allerta, pronta a un eventuale combattimento; guardinga, si sedette comunque sul tetto lasciando che le gambe penzolassero nel vuoto, la mantella che la copriva parzialmente e le mani saldamente attaccate al cornicione.

-E' inutile che te ne stai lì, ti ho vista.-

Per l'appunto, si era solo illusa come temeva. E pensare che Corvina era di natura placida e discreta: volava alta, atterrava in modo soffice da non farsi sentire e faceva di tutto per mescolarsi con le tenebre, sia per abitudine sia perché odiava avere i riflettori puntati contro, ma con Red x sembrava inutile. Anche se gli era parso assorto, si era accorto di lei come se fosse sempre vigile e cosciente al cento per cento del mondo circostante, attento a ogni cambiamento o sibilo.

Ad ogni modo, Corvina non rispose, né si mosse. Si rifiutò di aprire bocca, di guardarlo, di fare qualunque cosa: lei era lì per sé stessa, non per dare la caccia ai criminali e tanto meno per dare loro corda o per combatterli. Il cappuccio che le oscurava buona parte del viso, le diede più sicurezza e i suoi occhi si fissarono sul mare. Era bello, profondo e di notte aveva un fascino tutto suo, misterioso. Avrebbe potuto passare tutta la notte sempre lì, nella stessa posizione con gli occhi fissi sempre sullo stesso punto, senza annoiarsi o stancarsi, perdendosi piuttosto in pensieri tutti suoi. Sarebbe rimasta lì anche oltre, fino all'alba, a giorno inoltrato, pomeriggio e tramonto anche, se solo poi non avesse scatenato inutili e logoranti preoccupazioni nei suoi amici. Ma in fondo non aveva nemmeno di che rammaricarsi: quella non era l'ultima notte del mondo e il mare non si sarebbe prosciugato nel giro di due minuti, avrebbe avuto altre occasioni per vederlo e per perdersi in esso.

-Detesto essere ignorato.-

Corvina sussultò quasi con violenza e se non fosse stato per l'assoluto equilibrio sia mentale che fisico, sarebbe volata giù da quel tetto come un sacco di patate. Quando accidenti gli si era avvicinato Red x?! Perché l'aveva fatto?!

-Cosa vuoi?!-

-Di certo non combattere, quindi rilassati.-

-Con te affianco? Non farmi ridere.-

-Oh, quindi la mia presenza ti innervosisce. Mi sento lusingato.-

-Non intendevo in quel...! Lasciamo perdere.-

Corvina dovette fare violenza sui suoi nervi tesi all'invero simile pur di non cedere alla tentazione di scagliare i peggior colpi contro Red x, che sghignazzava beato, sedendosi sfacciatamente al suo fianco. Lo fece con movenze naturali, semplici, come se fosse normale per loro due sedersi vicini e a darsi botta e risposta. Ma no, non era normale, e non doveva diventarlo. Non che potesse accadere, ovviamente.

-Te lo chiedo per l'ultima volta: cosa vuoi?-

-Hai interrotto la mia solitudine, quindi non vedo perché tu debba goderti la tua.-

-Sul serio, Rosso?-

-Sul serio.-

Il tono saccente e scettico di Corvina si scontrò con quello arrogante e risoluto di Red x che aveva assunto la stessa posizione che aveva in quell'angolo remoto del tetto, ma stavolta la sua testa era rivolta verso di lei, i suoi occhi la fissavano da dietro quella maschera e la giovane strega odiò quest'ultima con tutte le sue forze. Non potergli vedere gli occhi era frustrante, non poteva ipotizzare a cosa stesse pensando, né tentare di prevedere una sua qualunque mossa: era svantaggiata in quanto il suo cappuccio non nascondeva poi molto i suoi occhi. Anzi non lo faceva per niente.

Cercò di ignorarlo e, davvero, fu una delle cose più difficili che Corvina dovette fare: gli occhi del ladro erano insistenti, un mistero per lei che non poteva vederli e pressanti, come se stessero spingendola a fare o dire una qualunque cosa. Era assurdo, semplicemente assurdo, perché in fondo Red x non poteva volere niente da lei, entrambi erano di due mondi diversi, in tutti i sensi, e non c'era mai stato nessun tipo di interesse fra i due. Nemmeno il classico di nemici giurati, niente di niente. E quella loro vicinanza sembrava forzata, come se qualcuno cercasse di incastrare a forza due pezzi di un puzzle fra loro; due pezzi che, chiaramente, non combaciavano e mai l'avrebbero fatto, ciascuno appartenente a un suo puzzle.

Ma nonostante Corvina fosse convinta di questo pensiero, quella notte la passò su quel tetto a pochi centimetri da Red x. Centimetri che forse erano millimetri, non lo sapeva con certezza e non voleva saperlo; voleva solo il silenzio e che tutto restasse com'era. Con lei che guardava il mare, seduta sul cornicione con le gambe a penzolare nel vuoto e il silenzio ad avvolgerla meglio di come faceva la sua mantella. Curiosamente, Rosso parve rispettare e perfino condividere quel suo desiderio: per tutta la notte restante smise fissarla, concentrò il suo sguardo sulla distesa d'acqua salata e stette in silenzio. Un silenzio piacevole, che non dava imbarazzo né metteva tensione: era leggero, lo si poteva quasi respirare col sorriso sulle labbra ed era perfetto.

Dopo quella notte, ce ne furono altre, ognuna uguale alla prima.

A giorni non stabiliti, del tutto casuali, la giovane strega volava nel cielo scuro e raggiungeva il solito tetto della fabbrica abbandonata. Vi arrivava, trovava già Red x seduto affianco al suo posto che lei, immancabilmente, occupava senza porsi troppi pensieri. Non era certo normale condividere le notti in bianco con uno sconosciuto, men che meno con un ladro, ma erano tutte frasi vecchie che Corvina ormai si rifiutava in automatico di ascoltare o darvi peso.

Per qualche ragione il suo senso di allerta, notte dopo notte, andava ad affievolirsi sempre più quando si parlava di Rosso. Sarà perché ormai stava faticosamente accettando l'idea che lui invadesse con tanta sfacciataggine i suo spazi, anche solo con la conclusione di starsene poi zitto, abituando però lei ad avere sempre più contatto non necessariamente fisico. Sarà perché in fondo Corvina non era stupida e volta dopo volta, si rendeva perfettamente conto della somiglianza che c'era fra loro due. Una somiglianza pressante che aleggiava nell'aria, si imponeva fra loro due: impossibile da ignorare e impossibile da non notare.

Forse era questo ad aumentare l'agio della ragazza: quella somiglianza. Quell'essere entrambi così silenziosi, misteriosi... diversi. Per la prima volta, Corvina sentiva davvero di aver trovato qualcuno di diverso proprio come lei, il che a mente fredda le pareva illogico: insomma, lei era in crude parole un alieno, veniva da Azarath, possedeva una magia oscura e aveva condotto una vita tutt'altro che rosea come invece lo erano le vite di certe ragazzine terrestri in confronto alla sua. Red x era un umano: non aveva poteri, non era nato con maledizioni o profezie a gravargli le spalle e di certo non aveva un demone per padre o a quest'ora Corvina l'avrebbe già scoperto grazie alla magia demoniaca che le scorreva nelle vene. Se non aveva o non aveva avuto niente di tutto ciò, perché scegliere la vita da ladro? Perché Rosso le sembrava così diverso?

-Io non vi capisco.-

-Mh?-

Ormai quelle notti che avvenivano, erano tre a settimana e di settimane ne erano già passate cinque, per cui Corvina non si stupì di essere riuscita a dire qualcosa di civile senza minacce di fondo proprio a Red x. Di solito era sarcastica, minacciosa e aggressiva coi criminali, si difendeva con tutto ciò che aveva, anche con le poche parole malevole che si sentiva di dire sul momento. Che poi non erano di chissà quale malvagità le sue parole, lasciavano solo trapelare ostilità allo stato puro. In fondo lei non era cattiva.

-Non capisco perché scegliete di fare del male, voi criminali. E non capisco perché tu sei... così.-

-Sono indeciso se offendermi o se sentirmi lusingato, giuro.-

Corvina sbuffò irritata e frustrata. Ok, stava parlando in maniera sincera e civile, ma stava facendo un'immensa fatica a cavarsi quelle parole di bocca. Possibile che Red x non lo capisse? Eppure lo ricordava molto più arguto e intelligente di così. Ma forse avrebbe dovuto chiedersi il perché si stava forzando di parlare, il perché volesse esprimere i suoi dubbi... il perché stesse parlando di un argomento che si era sempre tenuta per sé e invece spiattellava proprio al nemico. Avrebbe davvero dovuto chiedersi tutti quei perché, forse l'avrebbero fermata dal dire o fare stupidaggini. Ma non lo fece.

-Non cerchi di conquistare il mondo, ti limiti a rubare e io non ti capisco. Non ha senso.-

-Non ne ha nemmeno voler conquistare questo mondo.-

Corvina aggrottò le sopracciglia, non vista grazie al cappuccio. Non che lei sostenesse coloro che meditavano di conquistare la Terra, anzi li combatteva senza nemmeno doverci pensare, ma le parole di Rosso erano suonate... sprezzanti. Come se non ne valesse la pena di conquistare quel pianeta e, qualunque fosse la ragione dietro le sue parole, era comunque il primo a pronunciarle. Ironia della sorte, Rosso possedeva una fine e acuta mente criminale, il che lo rendeva temibile a tutti gli effetti.

Nonostante le notti condivise su quel tetto in silenzio, Red x non aveva mai smesso di pianificare, attaccare e scontrarsi coi Teen Titans e ogni volta sembrava che le notti non ci fossero. Certo, in campo e nel bel mezzo della battaglia, Corvina è la prima a non pensare a quanto si trovava bene sotto quel cielo scuro assieme a quel ragazzo, ma non era certo quello il punto. Il punto era che lei si stava abituando, seppur con fatica, a quelle notti e le trovava piacevoli, in un certo senso. Per quanto fossero sbagliate, avere la compagnia di quel ragazzo stava diventando assurdamente naturale e bello. Doversi rendere conto che nonostante quelle notti, lei Red x non lo conosceva per niente era come sbattere contro un muro: improvviso e doloroso.

Ma cosa si aspettava, in fondo? Di poterlo conoscere semplicemente stando lì a fissare in silenzio il mare? Beh, non era così che funzionava e purtroppo Corvina se ne era momentaneamente scordata. Così come si era scordata che lei non doveva essere lì, che non doveva fare conoscenza con Red x. Che Red x era un ladro.

Velocemente si mise in piedi sul cornicione e scrollò la mantella, pulendola in fretta e furia, desiderando solo di tornarsene a casa. Fece per librarsi in volo, ma una mano la trattenne per il polso e quel contatto gli bastò per paralizzarla da capo a piedi. Nessuno dei due prima d'ora aveva azzardato un vero contatto fisico, come se fosse una sorta di regola non scritta che avevano tacitamente accordato entrambi. Nervosa, Corvina si mordicchiò l'interno guancia in attesa, neanche lei sapeva di cosa.

-Non mi sorprende che non capisci le mie parole, ma per farlo dovresti aver vissuto questa vita e credimi, te lo sconsiglio. Anche se sono un ladro, anche se sono il nemico: credimi.-

A Corvina mancò il fiato di colpo, come se all'improvviso le fosse stato rubato e non era una bella sensazione. In quelle parole dette con distanza, freddezza e calma, la giovane strega aveva letto fra le righe e avrebbe preferito non farlo. Perché con “questa vita”, sospettava che Rosso intendesse “la mia vita”. Perché sospettava che quel ladro, in realtà, avesse capito qualcosa di troppo sul suo conto.

La presa sul suo polso si fece più dolce. Con la coda dell'occhio, Corvina guardò Rosso che non mollava la stretta mentre saliva anche lui in piedi sullo spesso cornicione. Teneva le spalle dritte, era rilassato e a suo agio come sempre, perfino mentre era a un passo dalla morte. Come diavolo facesse lo sapeva solo lui. Non temeva neanche lontanamente la morte? Non aveva paura nel sapere che sarebbe bastato sbilanciarsi e perdere la presa sull'unica persona che poteva salvarlo? Bastava davvero troppo poco, abbastanza dal toglierle la voglia di continuare a stare lì su quel maledetto cornicione ma Rosso non si muoveva: respirava piano mentre fissava di sotto le stradine della zona portuale che da lassù sembrava piccola.
In uno scatto, poi, rialzò la testa e puntò i suoi occhi su di lei, come se i pensieri da cui era stato preso fino a quel momento avessero trovato un punto.

-L'ho capito che non appartieni a questo mondo.-

La sua mano tremò mentre il polso era ancora fra le dita di Red x. Quella mano guantata che continuava a tenere la presa con sicurezza, il suo tono caldo che lasciava intendere un sorriso dietro la maschera e quelle parole così vere che non chiedevano niente, portarono Corvina a deglutire. Forse era spaventata, agitata, emozionata o confusa: non lo sapeva. Sapeva solo che troppe emozioni si stavano mescolando in lei tutte in una volta e non ci era abituata. Nemmeno i suoi amici avevano il potere di farla sentire così e se questo era un buono o cattivo segno, la giovane strega non era più in grado di stabilirlo. Era completamente destabilizzata.

-Da... da cosa l'hai capito?-

-Dal fatto che sei diversa, come me.-

A quel punto Corvina ne era certa: Rosso stava sentendo il suo tremore fattosi più prepotente, ma stava sorvolando, preferendo non farglielo presente né a parole né a gesti e di questo gli fu grata. Per il resto, la strega non poté fare nulla per il cuore improvvisamente attivo che batteva troppo forte, né per i muscoli rigidi o per l'aspettativa che si stava insinuando serpentina in lei.

-Se ora lasciassi il tuo polso e scendessi, torneremmo alla vita di tutti i giorni.-

E finalmente, Corvina riacquistò il fiato. Guardò di sotto, perfettamente conscia degli occhi di Rosso su di sé fissò lo sguardo sul cemento così distante del porto. Ecco a cosa pensava il ragazzo vicino a lei: non pensava alla morte o al pericolo che correva, non pensava a follie o a strani piani che solo lui avrebbe potuto ideare e poi attuare. Pensava a un dato di fatto che si era verificato sempre alla fine di ogni notte che avevano trascorso su quel tetto e glielo aveva fatto presente come se quella notte più che mai fosse importante farlo. Ma quel dato di fatto era diventato errato e Corvina era sicura che anche lui se ne era reso conto.

-Non del tutto.-

-E sei sicura, Corvina? Sei sicura di volerlo?-

In un'altra occasione la strega si sarebbe sorpresa di sentire il proprio nome uscire dalla bocca di Rosso, che mai aveva fatto altrettanto con gli altri Titans. Ma quella notte non si sorprese più, tante ne aveva sentite tutte in una volta. Erano tante sensazioni ed emozioni, doveva analizzarle con calma una per una, separatamente e fare ordine in sé stessa. Con determinazione, soppresse il tormento emotivo che sentiva per poi fissare Red x apertamente mentre la mano libera abbassava il cappuccio che l'aveva nascosta nel bene e nel male fino a quel momento. Probabilmente il più sicuro dei due, in quel momento era proprio Rosso che teneva la sua maschera sul viso o forse era lei a essere più sicura, considerato quanto si sentisse determinata in quel momento.

-Non hai bisogno di una risposta.-

-In effetti no.-

-Tanto per fartelo sapere, odio quando fai il beffardo. E togliti quel sorrisetto che sicuramente hai sulla faccia.-

-Buono a sapersi, mi assicurerò di essere sorridente e beffardo più spesso.-

Ignorò la risata velata di arroganza di Red x, mentre con entrambi le mani si riportò il cappuccio sulla testa. Distrattamente, ascoltò il lieve fruscio del ladro che si allontanava, saltando di appiglio in appiglio con estreme agilità e facilità. Dentro il proprio cappuccio, Corvina nascose anche il suo sorriso piccolo e indecifrabile, ma forse felice. Forse.
O forse l'aria della notte le aveva dato alla testa, chissà.


 


 


 

Angolino Eustassiano_

Bonsoir, fanciulli e fanciulle.~
Ammetto che scrivere questo capitolo è stato particolarmente difficile, già :/ Oh beh, pace, ormai l'ho scritto e ne sono miracolosamente soddisfatta, più o meno... diciamo che mi sono decisa a non rileggere più il capitolo, altrimenti finisco col cancellare ancora qualcosa qua e là e scrivere fino tipo a fare... mezzanotte? L'una? Le due? Natale 2017? Direi che la quarta opzione sia la più probabile, in effetti.
Ho una paura fottuta di essere inciampata nell'OOC. Ditemi voi come vi sembra, io come ho già detto è meglio se non lo guardo più questo capitolo xD
Ma veniamo al dunque: i miei bimbi sono tornati insieme, yeeee!
In questo capitolo ho optato per un avvenimento che si protrae nel tempo, sia per accelerare l'andazzo evitando di allungare stupidamente il brodo, sia perché volevo evitare di fare più capitoli sulla stessa scena di loro due sul tetto insieme. Tetto in cui si avvicinano taaaaaanto tanto, per la mia gioia di RedRae shipper <3
Non sono bellissimi questi due pulcini? Si che lo sono, ow.~
Vi lascio con un pucciosello Rosso che fa l'arrogante beffardo con Corvina e con Corvina tenerella che in un qualche modo cerca ancora, disperatamente e stupidamente, di dare un senso logico alle proprie reazioni ed emozioni. Perché il suo era un bellissimo sorriso felice, toh.
E ora scappo perché ho una fame assurda, quindi grazie per aver letto fin qui, spero che il capitolo vi sia piaciuto (nonostante l'imbarazzante ritardo dovuto a motivi ancora più imbarazzanti) e alla prossima! <3
Kiss and Bye


 

Eustass_Sara


 


 


 


 


 

   
 
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