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Autore: lithnim222000    26/02/2017    15 recensioni
|Interattiva - Iscrizioni aperte fino al 10/03|
La porta si richiuse, e il ritmico scandire dell'orologio si fermò di colpo. Ora il silenzio era totale.
-Che tipa carina la tua amica, Os.- una voce dietro le sue spalle lo distrasse, facendolo balzare in piedi.
-Morfeo!- i suoi occhi si posarono sulla figura snella del ragazzo, appoggiato al muro con le braccia incrociate. Quanto ad aspetto, invece, suo fratello era lo stesso di sempre: un bel ragazzo dai capelli ricci e scuri, premuti sotto un cappellino da baseball. Indossava jeans scoloriti, con più buchi che stoffa, scarpe da ginnastica che si tenevano insieme a dispetto della forza di gravità e felpa rosso brillante, con la scritta in nero “chase your dreams, go to sleep”. Be', certe cose non cambiavano mai.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Dei Minori, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tic-tac. Tic-tac.

I secondi sgocciolavano via con una rapidità allarmante, come la sabbia di una clessidra fra le dita. Mollemente abbandonato contro lo schienale della sedia, le braccia incrociate e il cappuccio della felpa calato sulla faccia, Os se li lasciava scorrere addosso, e fluire dietro le proprie spalle.

Davanti a lui, la donna, la sua dea, lo osservava con pigrizia mista a blanda curiosità, un gomito posato sul vecchio tavolo grigio e la mano smaltata a sostenere il capo inclinato. Era vestita in maniera più elegante del solito, quella notte: un lungo abito da sera, di seta rossa, ne fasciava il fisico snello, scendendo fino ai piedi, e un paio di affusolati orecchini d'oro le scendevano sulle spalle magre, coperte da uno scialle di pelliccia scura. I capelli, acconciati in una crocchia artisticamente disordinata, erano dello stesso colore del rame appena lucidato, e si intonavano perfettamente al trucco, sui toni del bronzo. Taceva, e lo guardava.

Il ragazzo non sapeva quanto tempo fosse passato -non riusciva mai a capirlo- ma iniziava a sentire un vago senso di oppressione al petto per quel silenzio che si stava protraendo troppo a lungo.

-Stai bene.- sentì la propria voce pronunciare, alla fine. La sua dea abbassò per un istante gli occhi sul vestito, per poi tornare a rivolgerli a lui.

-L'hai notato?- replicò, senza perdere quell'ombra di sorriso che le increspava le labbra color ciliegia -Volevo mettermi qualcosa di speciale per stanotte. È il nostro anniversario, dopotutto, no?

Suo malgrado, Os sentì la gola seccarsi. Il ticchettio delle lancette si fece più forte e più vicino, ma come al solito non c'era nessun orologio nella stanza semibuia.

-Sì. Un anno esatto dalla prima volta che ti ho chiamata.

-E tre mesi al giorno in cui sarò io a chiamare te.- gli ricordò la dea. Fece una pausa -Sempre che tu non cambi idea. Nel qual caso, però...

-...dovrò pagarti un prezzo. Lo so. Me lo ricordo.

-Ci tenevo solo ad esserne sicura.- si alzò, ergendosi in tutta la sua statura, e gli sorrise un'ultima volta, indietreggiando. Le sue dita tracciarono scie sinuosa nella polvere sul piano del tavolo -Comunque, stanotte il nostro tempo insieme è terminato.

-Ma non è ancora l'alba.

-Altri ti reclamano, prima che sorga il sole.- la dea aprì la porta, ma si fermò sulla soglia -Non dimenticare, semidio: trentun dicembre. Io sarò là ad aspettarti.

La porta si richiuse, e il ritmico scandire dell'orologio si fermò di colpo. Ora il silenzio era totale.

-Che tipa carina la tua amica, Os.- una voce dietro le sue spalle lo distrasse, facendolo balzare in piedi.

-Morfeo!- i suoi occhi si posarono sulla figura snella del ragazzo, appoggiato al muro con le braccia incrociate. Quanto ad aspetto, invece, suo fratello era lo stesso di sempre: un bel ragazzo dai capelli ricci e scuri, premuti sotto un cappellino da baseball. Indossava jeans scoloriti, con più buchi che stoffa, scarpe da ginnastica che si tenevano insieme a dispetto della forza di gravità e felpa rosso brillante, con la scritta in nero “chase your dreams, go to sleep”. Be', certe cose non cambiavano mai.

Morfeo lo salutò mostrando il solito ghigno.

-Ehilà, pulce. Quindi insisti ancora con questo tuo assurdo progetto?

-Non è assurdo.- sospirò debolmente lui. L'avevano già fatto troppe volte quel discorso -E comunque sono affari miei. Che cosa sei venuto a dirmi?

Il ragazzo si staccò dalla parete.

-Dirti, nulla. Ma io e gli altri abbiamo qualcosa da mostrarti.- batté le nocche sull'intonaco scrostato -Fantaso, possiamo andare.

Improvvisamente la terra mancò sotto i piedi di Os. Tutto il fiato gli uscì dai polmoni mentre si sentiva precipitare alla velocità del suono, i vestiti gonfi d'aria. Si era già trovato altre volte in una situazione simile, ma diamine se detestava il modo in cui guidava Fantaso.

-Dove siamo diretti?- riuscì a gridare a Morfeo, al di sopra del vento che gli fischiava nelle orecchie. Quello sorrise, una mano a tenersi in testa il cappellino.

-Lo vedrai, fratellino! Reggiti, sta per frenare!

Aveva appena finito di dirlo che il mondo smise di roteare, e il ragazzo si ritrovò a cadere dal soffitto di una grotta buia, in mezzo ad una nuvola di pipistrelli spaventati. Proprio un attimo prima che la sua schiena si schiantasse contro il suolo, un paio di braccia squamose lo afferrarono al volo.

-Uff.- sbuffò, sollevato, mettendo finalmente i piedi a terra -Grazie, Fobetore.

Il suo salvatore, una lucertola gigante, dagli occhi dorati che luccicavano nell'oscurità, fece guizzare la lingua biforcuta fra le zanne.

-Sssempre un piacere, Osss.

-Ba'.- Morfeo spuntò al loro fianco, rassettandosi gli abiti con le mani -Fantaso, fratello mio, è ora che tu ti decida a dare quell'esame di guida, dico davvero.- disse, rivolgendosi ad una stalagmite che si ergeva lì di fianco. Poi spostò lo sguardo sugli altri due -Sei tutto intero, Os? Bene. Seguimi.

Camminarono in silenzio lungo i cunicoli della grotta, uno dietro l'altro. L'eco dei loro passi si ingigantiva fra le pareti, confondendosi con il suono lontano di acqua che gocciolava in una pozzanghera.

Alla fine, Morfeo li fece fermare. Erano giunti al centro di quello che sembrava un labirinto di roccia, intricato come una ragnatela. A pochi passi da loro, nel buio, qualcosa risplendeva di una luce evanescente.

-Avvicinati.- lo esortò Morfeo, dandogli una spintarella -Guarda bene, ma non toccare nulla.

Il ragazzo obbedì. Passo dopo passo, il chiarore si faceva più intenso, finché i suoi occhi non riuscirono a distinguere chiaramente i contorni di un telaio di legno, a cui erano appesi dodici spessi fili. Erano quelli ad emanare il bagliore azzurrino. Il fiato del ragazzo si bloccò in gola.

-Cosa...?- si voltò verso i fratelli -Sono quello che credo io? I fili della vita, tessuti dalle Moire?

Fobetore annuì. Il suo muso di lucertola cominciò a mutare, finché Os non si rese conto di star fissando un immenso orso grigio, dai denti a sciabola.

-Non è stata colpa nostra.- disse, con voce profonda -Lei ci ha ordinato di rubarli. Non possiamo disobbedire a Lei.

-Non volevamo farlo.- aggiunse Morfeo. Aveva il tono più serio che il ragazzo gli avesse mai sentito usare -Non ne verrà fuori niente di buono. Ma abbiamo dovuto.

Os si voltò di nuovo a guardare il telaio. I fili continuavano a risplendere immobili, ma ognuno di essi emanava un'aura di tale potenza da fargli venire le vertigini.

-Okay.- scandì, cercando di respirare -Di quale Lei state parlando?

-Non possiamo dirtelo, temo.- Morfeo allargò le braccia -Ma era importante che tu vedessi questo.

-Perché? Cosa volete che faccia?

Fobetore cambiò forma di nuovo. Ora era diventato un grosso uccello trampoliere, dagli occhi rossi come il sangue e un becco nero, lungo e affilatissimo.

-Non è chiaro, Os?- gracchiò, inclinando il capo verso di lui -Tu devi ritrovarli. Devi recuperare i fili della vita degli dei.

 

Africa era in riva al lago quando arrivò quel brutto presentimento. Non fu nulla di più che un fremito nella luce dell'alba, un leggero incresparsi del vento fresco di ottobre, ma lei, la figlia dell'intuito, dell'espediente, queste cose era abituata a coglierle.

In meno di un minuto aveva rinfoderato Micros, il proprio coltello, nella guaina che portava al fianco ed era scattata di corsa verso la zona delle cabine.

Non si era ingannata. Quando giunse al campo c'era già una piccola folla assemblata davanti alla capanna dei figli di Ipno. Sopra le teste dei semidei svettava la groppa bianca di Chirone, chino sull'ingresso, con l'arco e la faretra infilati a tracolla sulla schiena. Stava parlando con qualcuno e, anche se la ragazza non riusciva ad udire le parole, dedusse dal rapido gesticolare del centauro che non stesse discutendo del tempo che avrebbe fatto il giorno dopo.

-Scusate, largo.- si tuffò in mezzo al gruppetto di semidei, sgomitando per farsi spazio. Non era certa di cosa stesse accadendo, ma il presagio funesto di poco prima era tornato più forte quando aveva visto la cabina di Ipno. Quella era la cabina di Os. Che lui avesse qualcosa a che fare con quella faccenda?

Raggiunse Chirone proprio mentre il centauro infilava le zampe nella sedia a rotelle, per poter entrare nella capanna. Prontissima, afferrò i manici della carrozzina.

-Ti do una mano, Chirone.- si offrì. Chirone le gettò un'occhiata al di sopra della propria spalla.

-Africa, per fortuna. Ti avevo già mandata a chiamare, ma sei già qui. Clovis!- si voltò verso il capocabina, che nonostante l'orario, notò sorpresa la ragazza, sembrava sveglissimo e anche piuttosto agitato -Va' a dire che non c'è più bisogno di cercarla.

-Che cosa succede?- domandò la ragazza, mentre Clovis correva via con la sua goffa andatura da papera.

-Non riescono a svegliarlo.- sospirò il centauro.

-Di nuovo?

-Di nuovo.

Dall'interno della capanna si levò improvvisamente un grido terrorizzato che fece sobbalzare la metà dei semidei presenti nello spiazzo. Senza perdere altro tempo, Africa spinse la sedia a rotelle di Chirone all'interno e si richiuse la porta alle spalle.

Odisseo era sdraiato nel suo solito letto, quello sotto la finestra, o almeno in ciò che ne restava. Quello che un tempo era stato un piumone era ridotto ora ad un ammasso strappato di stoffa e piume, mentre sul cuscino e sul materasso erano visibili profondi graffi. Il ragazzo si dimenava come un ossesso, nonostante un paio dei suoi fratelli cercassero di tenerlo fermo.

-Africa, per fortuna!- esclamò James, uno dei due, quando la vide arrivare -Inventane una delle tue per svegliarlo, ti prego! È mezz'ora che va avanti così!

Africa mollò i manici della carrozzina di Chirone e si inginocchiò di fianco al letto, prendendo il capo del ragazzo fra le mani. Os aveva i capelli aggrovigliati e la fronte sudata, solcata da profonde rughe. Sotto le palpebre serrate, le sue pupille guizzavano come impazzite.

-Avete provato con la luce? Un bicchiere d'acqua?

-Non funziona niente.- negò Rocky, l'altra sorella -Ho anche provato a connettermi al suo sogno, ma non è servito...Non capiamo proprio quale sia il problema.

Africa sbuffò. Che Os resistesse alla cara vecchia secchiata d'acqua in faccia non era mai capitato. A quel punto, rimaneva solo un unico metodo da tentare.

Aveva già estratto Micros dalla sua guaina e l'aveva avvicinato al braccio del ragazzo, quando improvvisamente, con un grido più forte degli altri, Odisseo si strappò alla presa dei fratelli e scattò a sedere, il respiro affannoso. Gli occhi, aperti e dilatati, saettarono sui volti che lo circondavano, senza avere l'aria di riconoscerli.

-Os?- Africa si alzò in piedi e allungò una mano, ma il ragazzo si scostò. Allora lo afferrò saldamente per una spalla -Odisseo, Os, sono io. Svegliati. Ci sei, Os? Sei con noi?

Lentamente, il ragazzo smise di agitarsi. Annuì, strappandole un sorriso.

-Fantastico. Bene, allora tutto risolto anche questa volta. Certo che dovresti proprio smettere di...

-Tutto risolto un corno, Africa.- la interruppe brusco il ragazzo. La sua voce tremava leggermente, come se avesse appena visto un fantasma -Il sogno che ho fatto...non era solo un sogno.

-Che vuoi dire, Odisseo?- Chirone si fece avanti, spingendo le ruote con le mani -Qualche divinità ti ha contattato?

Os annuì di nuovo. Prese un respiro profondo.

-È successo un disastro. I fili della vita degli Dei Maggiori...qualcuno ha ordinato agli Oneiroi di rubarli.

 

La parola all'autrice

Ehilà! Ebbene sì, sono finita anch'io nel fantastico mondo delle interattive. Va be', in realtà è un po' che quest'idea mi frulla in testa, e oggi ho finalmente trovato un po' di tempo per metterla in pratica. Spero che il prologo vi abbia incuriositi e che partecipiate numerosi!

Passo subito a regole, scadenze e cose varie.

1-I personaggi saranno tutti buoni. Mi servono semidei figli di divinità minori per questa storia, perché, come avrete capito, i Big Twelve sono fuori gioco. Quindi niente figli di Zeus, Poseidone, Ade e compagnia bella. Se vi servono suggerimenti per i genitori divini, digitate “Lista di divinità della mitologia greca” su Google e trovate una pagina di Wikipedia zeppa di nomi. Però niente giganti, titani e originalità di questo genere, perché alla fine si torna sempre sui soliti cliché.

2-I personaggi vanno prenotati prima tramite recensione e inviati solo dopo il mio okay (non è per avere più recensioni, è una questione di praticità). Potete inviarne due a testa, ma vi avverto che voglio solo un figlio per ogni divinità. Se scegliete un genitore divino uguale a quello di qualcun altro, sarò io a decidere quale prendere dei due. Trovate la scheda qui sotto. P.S: non so ancora quanti semidei prenderò, voi intanto inviatemi le schede. Più sono ben scritte (niente liste di aggettivi a casaccio, per capirci) più possibilità avete che il pargolo venga accettato.

3-la scadenza delle iscrizioni è per il 10/03 a mezzanotte. Niente ritardi!

 

SCHEDA PERSONAGGIO

Nome e Cognome + eventuale soprannome:

Età e data di nascita:

Genitore divino e rapporto:

Genitore mortale e rapporto (potete aggiungere una famiglia, se volete, ma formata da soli mortali):

Descrizione fisica (anche cosa indossa di solito, o se c'è qualcosa da cui non si separa. Originalità!):

Prestavolto (voglio il nome, ma accetto anche il link di un'immagine che vi piace, con la clausola che comunque l'ultima parola sull'immagine da inserire ce l'avrò io):

Descrizione caratteriale (tutto quello che vi pare, ma attenti che qui ve la giocate...):

Storia personale(premessa: la storia è ambientata in inverno, perciò trovate un modo per giustificare la presenza al campo dei vostri semidei):

Paure/disturbi psicologici/malattie/allergie (però non sparate cavolate):

Orientamento sessuale+preferenze per fidanzamenti (potete mettervi d'accordo fra voi o indicare solo il tipo di persona. Mi serve qualcuno che si metta temporaneamente con Africa, la quale è etero, quindi se volete prenotatevi):

Arma (facoltativo):

Abilità:

Frase di presentazione:

Altro (sport, amici, aneddoti, tutto ciò che può farmi conoscere meglio il vostro personaggio):


I MIEI PERSONAGGI:


Odisseo "Os" Seawind, figlio di Ipno - 16 anni
"«Solo mi resta un attimo. Vi prego!
Ditemi almeno chi sono io! chi ero!».
E tra i due scogli si spezzò la nave.
"


Africa "Rik/Rikie" Gordon, figlia di Poros - 16 anni
"Teach me how to fight, I'll show you how to win."

   
 
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