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Autore: SweetAinwen    27/02/2017    3 recensioni
- Mi odi così tanto? - chiese a scatti.
- Oh, io non soltanto ti odio, - sorrise - ti disprezzo anche! - sbottò, il volto velato da una leggera follia di risentimento.
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Due migliori amici con una doppia identità neanche una volta rivelata l'uno all'altra, impauriti dalla reazione che potrebbe avere la persona di cui si fidavano più di chiunque altro. Volevano, senza riuscire nel loro intento. E questo, per loro, era un sollievo: non dovevano vedere l'espressione impressa nei volti di entrambi. Davvero una fortuna.
Ma non avrebbero mai immaginato che questo potesse essere... un segreto mortale.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Super psycho Hate. Or simple Love?

 

Si può odiare continuando ad amare.
(Jean-Claude Izzo)






Attorno a lei persisteva l'oscurità totale e un silenzio innaturale. Tentava di scovare la via d'uscita, invano. Si osservò intorno e il cuore iniziò a battere velocemente. Perché, perché era da sola?! 
- Mamma, papà, Alya, Nino... Adrien?! - 
Appena pronunciò l'ultimo nome, di fronte a sé apparve una figura dai capelli biondi girata di spalle e lei sorrise, correndogli incontro. Lo avrebbe riconosciuto anche tra migliaia di altri ragazzi con lo stesso colore della chioma!
Improvvisamente si fermò e l'euforia svanì. C'era qualcosa che non andava, un macigno le schiacciava la gabbia toracica bloccandole quasi il respiro. Mosse una mano nella sua direzione e lui si voltò lentamente, mostrando un sorriso e frenò a mezz'aria le dita. Poco dopo dovette coprirsi la bocca con le mani per l'incredulità. Gli indumenti del ragazzo erano diventati con lentezza una tuta nera, in testa delle orecchie da gatto e una maschera a celare metà viso, successivamente divennero completamente bianchi. Da lì, il sorriso diventò un ghigno maligno e gli occhi sembravano voler catturare il suo lato nascosto e sfruttarlo a suo vantaggio. 
- Chat Blanc! - esclamò impaurita, la voce ovattata.
- Good job, - si congratulò, parlando lentamente. -
My LADY.






Aprì di scatto gli occhi e si mise seduta, afferrandosi la testa tra le mani, il respiro irregolare.
- Marinette? - la chiamò Tikki, sdraiata sul cuscino e lei la guardò.
- Niente. - si strofinò una guancia - Niente. - diede un'occhiata all'orologio sul comodino, che segnava le quattro del mattino e si mise supina, chiudendo gli occhi.
La kwami si avvicinò a lei, cercando di consolarla e Marinette, apprezzandone lo sforzo, le carezzò la testolina, stringendola delicatamente.

<< Soffrirete. >>

"Oh, Tikki... avevi ragione.", pensò tra le lacrime, rannicchiandosi sotto le coperte.



Dopo aver fatto colazione ed essersi fatta una doccia, aprì la porta della boulangerie, trovandosi tutti i suoi amici ad accerchiarla. 
- Marineeette! - le saltò addosso Alya, facendola ridacchiare.
- Ehi, piano. -
- Dovrei farti una ramanzina per come ci hai lasciati ieri! - si intromise Nino, a braccia conserte e parecchio indispettito. - Se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato, - aggiunse avvicinandolesi, per poi abbracciarla. - ma mi sono fidato. - 
Alya osservò la scena con un sorriso e con incredulità, come Marinette. Nino non mostrava facilmente affetto per qualcuno, però se lo faceva era in casi eccezionali e quello, a quanto pareva, lo era.
- Hai fatto bene, Nino. Sono viva! - ci scherzò su, staccandosi dall'abbraccio. 
- Non ricapiterà, ti avverto! - la informarono all'unisono i due ragazzi, guardandola con serietà e lei annuì.
Chloé sbuffò: - Sentite, noi stiamo qui a perdere tempo quando dovremmo cercare Adrien e se li accadesse qualche cosa, - li indicò - vi giuro che non la passerete liscia! -
- Chloé ha ragione. Rimettiamoci alle sue ricerche, potrebbe aver bisogno di aiuto. - concordò Sabrina accanto alla bionda, seguita a ruota dagli altri ragazzi.
Erano tutti preoccupati per lui, era evidente, tuttavia non si spiegavano come avesse fatto a scomparire nel nulla senza lasciare tracce. 
- Possiamo aiutarvi, se volete. - disse Tom, poggiando una mano sulla spalla della moglie.
- Grazie, Tom e Sabine. - benedì la bruna con le mani congiunte.
- Siete davvero dei genitori gentili. - soggiunse il castano, sorridendo e venendo ricambiato.
- Ci siete riusciti? - domandò Nathalie, fermandosi al loro fianco con dietro la guardia del corpo.
I giovani avevano chiamato la scorsa sera la manager e il bodyguard per avere un contributo, ciò nonostante persino loro avevano fatto un buco nell'acqua. 
Negarono simultaneamente e la donna abbassò il capo, sospirando. 
- Sapete... non ci siamo posti una domanda, in tutto questo. - parlò Alix, un dito sul mento.
- Cosa? - chiese Ivan, aggrottando la fronte.
Arrancò per un po', dopodiché alzò le braccia a mezz'aria: - Perché Parigi è ridotta così? - le spostò verso il basso - Insomma, è quasi un anno che la città è attaccata da persone akumizzate, prontamente riportate alla normalità da Ladybug e Chat Noir. - Marinette si strinse nelle spalle - Per quale motivo, allora, questa volta non è andata alla stessa maniera? - li guardò uno a uno - Chi impedisce agli eroi di ristabilire la quotidianità? Un supercattivo con poteri che eguagliano i loro! - 
La mora sussultò alla conclusione della fanciulla. Alix aveva centrato in pieno la questione, solo che non immaginava che il nemico fosse il loro salvatore convertito al male. Prima o poi lo avrebbero scoperto e, di conseguenza, avrebbe dovuto rivelare anche la sua identità. Maledizione ai guai!
- Come puoi pensarlo? - interpellò Juleka, confusa.
- Osservatevi attorno! Certo, potrebbero essere cause naturali... -
- Esattamente. - la interruppe Chloé, battendo un piede a terra. - Vi ho già detto che dovremmo trovare Adrien, invece di ascoltare le fantasie di una ragazzina! -
- Oh là là! State cercando un bimbo sperduto? - 
Si voltarono nella direzione da cui proveniva la voce e rimasero stupiti di notare Chat Noir, in piedi e con le mani sui fianchi, sul tetto di fronte alla casa dei Dupain-Cheng. Eppure c'era una cosa non andava...
La sua tuta non era nera. 
- Be', una zampa in più non porta dispiaceri. - commentò Chloé, riferendosi al suo stato da gatto, una mano a reggersi il gomito dell'altro braccio, che era piegato al petto. 
Chat rise di gusto, afferrando il bastone e prolungandolo, mentre fece un salto e atterrò sul suolo. 
Iniziò a farlo roteare al suo fianco: - E se ti dicessi che non ne ho la minima voglia? - osservò Marinette, che mosse un passo indietro, deglutendo. - Che ho qualcuno a cui pensare? - 
In seguito si diede uno slancio e corse da lei, portando in alto l'asta, che la giovane evitò con una capriola. Il ragazzo la sfidò con lo sguardo, gli occhi a due fessure, venendo contraccambiato.
- Ehm... o Chat Noir ha solo cambiato il colore della tuta... - rifletté Alya rivolta a Nino, mentre tutti osservavano il biondo attaccare e la mora difendersi.
- Oppure è proprio lui... - continuò il castano, lasciando però in sospeso.
No, non potevano crederci! Nessuno dei presenti voleva credere che fosse lui il colpevole, colui che salvava e non feriva. Purtroppo gli eventi si erano capovolti e non si poteva evitare...
La guardia del corpo di Adrien lo prese tra le braccia, impedendogli di muovere le sue, ma il ragazzo gli diede una testata sul mento. L'uomo mollò la stretta e si toccò la bazza, così Chat gli diede un calcio rotante, mettendolo da parte. Nathalie andò in suo soccorso, spaventata. 
Sabine si era coperta la bocca con le mani e Tom aveva sgranato i bulbi per lo sgomento. Cosa c'entrava Marinette?! 
- Che vuoi fare a mia figlia? - si infuriò avanzando in direzione dell'eroe, che si girò e fece arrivare un'estremità della verga al collo dell'uomo, un lato della bocca alzato.
- Le conviene non immischiarsi, se non vuole che faccia più del dovuto alla sua innocente bambina. - gli consigliò divertito.
Marinette ringhiò, acchiappò una piccola trave di legno e gliela scagliò, colpendogli la testa e facendogli così fare un movimento brusco con le spalle. Chat si voltò lentamente, digrignando i denti e stringendo la presa.
Fece una lieve pressione sul gozzo e l'uomo venne spinto all'indietro. Urlarono per lo spavento e Sabine corse subito dal marito, ora privo di sensi, terrorizzata.
- Tom, Tom! -
Marinette aveva le palpebre aperte fino all'inverosimile, le sentiva tirare e il suo corpo era percorso da un tremolio rabbioso. L'attenzione del biondo era rimasta su di lei, anche se aveva compiuto quel singolo gesto.
Sorrise soddisfatto e la mora si conficcò le unghie nella carne, per poi portarsi in avanti quando lo vide avvicinarsi velocemente a...
- Attenta, Alya! - l'avvertì correndo.
La citata avvistò Chat Blanc a poca distanza da lei e urlò, mentre Nino le afferrò la mano e la spostò di lato, così il fanciullo arrestò l'attacco a mezz'aria. 
Marinette era proprio dietro di lui e aveva tra le dita il bastone: - Non la devi sfiorare nemmeno con un fiore! - sbottò a perdifiato.
La bruna e il castano di fronte a lui videro delinearsi un ghigno sul suo volto che li destabilizzò. Successivamente rise, alzò la verga insieme alla ragazza, che fu presa alla sprovvista, e roteò su sé stesso.
Marinette strizzò gli occhi e rafforzò la presa, che il biondo stava tentando di farle allentare. A quella velocità ci sarebbe sicuramente riuscito, ma lei non voleva mollare, anzi, provò a farsi più vicina muovendo le mani sul bastone.
C'era quasi, un piccolo sforzo e... la stretta venne meno, facendola gridare e si ritrovò sospesa per aria, finché non ruzzolò a terra girando su di sé. Tikki emise un leggero mugolio di dolore e la mora si scusò mentalmente con lei. 
- Marineeette! - urlarono terrorizzati e non appena udirono la risata cattiva di Chat si strinsero nelle spalle.
- Cosa ti succede, Bugaboo? - le domandò, arrancando con lentezza. - Se ti trasformassi, avresti una possibilità di battermi. Oh, già, - osservò le persone attorno a loro, dopo essersi fermato. - non puoi farlo. Altrimenti - riportò lo sguardo su di lei, riprendendo il cammino fino a trovarsi a pochi centimetri da lei. - la tua doppia vita sarebbe a rischio, non è vero? - 
La fanciulla provò a mettersi almeno seduta, senza successo. La caduta le aveva causato dolori dappertutto, ciò nonostante riuscì ad alzare lo sguardo per poterlo guardare con occhi infuocati. 
Lui poggiò un ginocchio a terra e inclinò il busto in avanti, per poi sospirare: - Ti odio. Ti odio. - sussurrò, scuotendo il capo con lentezza e Marinette sgranò i bulbi a quella dichiarazione. 

Ti odio.

Ti odio.


La vista le si annebbiò, stringendo i pugni. Era sotto l'effetto dell'akuma, era solo sotto il suo effetto! Nonostante ciò... faceva male... troppo male...
- Adesso basta! - perse il controllo Alya, con le braccia di Nino ad avvolgerle lo stomaco per frenare il suo intento di dirigersi verso Chat Blanc. - Perché te la prendi con Marinette?! Lasciala stare! - 
Rise: - Ti sbagli, Alya. - la guardò - Io sto parlando con Ladybug. -
I presenti furono confusi da quelle parole, che in quel contesto non avevano il minimo senso. Era Marinette quella a terra! Chat riportò l'attenzione sulla mora e le accarezzò una guancia. 
"Finiscila e prendile il Miraculous!", la voce di Papillon irruppe nella sua mente.
- Addio, Shorty. - 
Lei chiuse gli occhi, nel momento in cui vide la sommità del bastone farsi vicina, tuttavia sentì il cozzare di essa contro il suolo a pochi centimetri dal lato sinistro della sua testa. Riaprì i bulbi e in seguito dischiuse le labbra di fronte a quella visione. 
La stretta di Chat Blanc sul suo oggetto era malferma, digrignava i denti messi in evidenza e le sue iridi verdi erano celate da vari ciuffi dorati. Una goccia le cadde sulla guancia e pensò stesse per piovere, però il cielo non era grigio e allora capì. Adrien sollevò leggermente lo sguardo, quanto bastava per permetterle di notare che... stava piangendo. 
"Fallo, Chat Blanc!"
- Non posso. - mormorò flebile, le labbra non si era minimamente mosse.
"Fallo!"
- No. -
Un fortissimo dolore al cranio gli fece stringere forte le palpebre tra loro, le sentiva schiacciarsi. 
- Non posso! - sibilò tra i denti e si issò in fretta, premendosi la fronte con una mano.
La stabilità sulle sue gambe era poca e lo si vedeva oscillare da un lato all'altro. Marinette si mantenne su un avambraccio e il suo cuore iniziò a battere forsennato nell'istante in cui gli occhi di lui incontrarono i suoi. Non sapeva perché, ma era come se volesse inviarle un messaggio e lo fece. La bocca si era schiusa, mimando una semplice parola, successivamente allungò l'asta e scomparve dalla loro vista. 

Aiutami. 

Rimase immobile. Aiutarlo? Come? Oppure se lo era immaginata? 
I genitori e i giovani corsero nella sua direzione, aiutandola ad alzarsi.
- Marinette! Marinette, bambina mia, di' qualcosa! - la scrollò per le spalle la madre, gli occhi lucidi. 
- Marinette! - 
La citata fu risvegliata da quella voce tanto dolce quanto decisa e guardò il padre, abbracciandolo di slancio: - Stai bene! - esclamò sollevata.
- Certo, tesoro mio. - sorrise, stringendola stretta. - Ora, dimmi: - le accarezzò una gota - di cosa parlava Chat Noir? -
Marinette si allontanò, sfregando un braccio con una mano, demoralizzata. E ora cosa avrebbe dovuto fare? Dire la verità? 
- Chat Blanc. - lo corresse - Adesso si chiama Chat Blanc. -
- Blah, blah! Non è affatto interessante sapere il suo nome da cattivo. -
- Chloé! - la rimproverarono gli altri.
- Marinette è stata attaccata e tu ti atteggi a quel modo? - si infuriò Rose, a braccia conserte. 
Mentre i ragazzi sgridavano la bionda, Marinette prese tra le mani Tikki. La stava guardando con un lieve sorriso.
- Tikki, mi dispiace tanto. - si scusò mortificata, avvicinandola ad una guancia. 
- Non è niente, Marinette. Mi sono già ripresa. - sorrise, venendo ricambiata.
- Tikki, devo dir loro la verità. - si rattristò - Lo so che la mia doppia vita dovrebbe rimanere nascosta, ma... - scosse la testa - non ha portato niente di buono, questo segreto. -
- Mmh. L'ho notato. - disse, osservandosi attorno. 
- Con chi stai parlando, tesoro? - 
Lei si voltò, nascondendo la kwami dietro la schiena: - Con nessuno, mamma. -
- Il nomignolo. - pronunciò Alya seria, ora davanti a lei, che sussultò. - Conosce il nomignolo che ti ha affibbiato Adrien! - Marinette sorrise con amarezza.
- Perché è lui. -
Nino aggrottò la fronte: - Che intendi dire? -
- È sempre stato lui... Chat Noir. -
- Cosa?! - sbottarono stupiti.
- Aspetta, aspetta! Chat Noir è... Adrien? - domandò Nathanael, le mani a mezz'aria e la mora annuì.
- È una bugia! Non può essere affatto vero! - 
- Nulla è impossibile, Chloé. - proferì Marinette, guardandola con serietà e la bionda si strinse nelle spalle.
- Come fai a dirlo? - si intromise Mylene, dubbiosa.
Marinette sospirò, portando la testa di lato. Ecco, era arrivato il momento. 
- L'ho saputo ieri... mentre tentavo di farlo tornare normale. - 
- Tesoro, cosa stai...? - provò a parlare la madre, una mano al petto. 
Sabine e Tom avevano capito fin troppo bene dove volesse andare a parare, ma non ci credevano. Perché se era così, voleva dire che la loro figlia era stata costantemente in pericolo.
Sorrise dolcemente: - Tikki... - la kwami uscì allo scoperto, facendoli sussultare per lo stupore. - trasformami! - 



Fece cozzare l'estremità del bastone con il tetto, in contemporanea con la mano libera che premeva contro la fronte. Più gli disobbediva più incrementava il dolore. Dannazione! 
C'era qualche potere che gli opprimeva la ragione e lo faceva uscire matto, era insopportabile e difficile da gestire, però doveva solo tenere duro. 
"Dovevi fare quello che ti avevo ordinato: ti saresti evitato questa sofferenza."
- Tsé! Come se ti lasciassi fare ciò che desideri. - strizzò gli occhi - Io non la tocco e mai accadrà! Scordati che io... - mugugnò per lo spasimo.
"Sei nelle mie mani e se vuoi almeno sopravvivere, devi privarla del Miraculous e sbarazzarti di lei in modo da non avere più ostacoli!"
- Ho detto scordatelo! -
"Bene, allora. Non mi dai altra scelta."
Urlò a perdifiato per le fitte atroci che ora tutto il suo corpo stava subendo e si rannicchiò. Rimbombava nella sua testa la risata divertita di quel maledetto e altre lacrime rigarono il suo volto, singhiozzando. 
Basta, basta! Non ce la faceva più! Perché, perché non aveva dato retta a Plugg quando gli aveva detto che non era una buona idea trasformarsi?! Stupido! 
"Marinette... Marinette!", pensò, poggiando una mano sul petto, il muscolo cardiaco che aumentava i battiti.
"Marinette non c'è e non verrà a salvarti, ma solo per distruggerti."
- Non è vero! - urlò.
"Sì, invece! E si sarà già trasformata per venire a cercarti e porre fine alla tua akumizzazione, riportando così Parigi alla normalità. Pensa solamente a sé stessa e a come apparire agli occhi di tutti, cioè un'eroina che salva gli abitanti dall'eroe stupido che ha permesso di farsi trasformare in un cattivo. Credimi, Chat Blanc, lei è tua nemica."
- Lei... non è... mia nemica. - si sforzò di dire tra le grida.
"Lei è tua nemica."
- Lei... non è... -
"È la persona da eliminare per raggiungere il tuo scopo. Vendicati, Chat Blanc. Vendicati!"
Si sentì il silenzio per un paio di secondi, nemmeno un singhiozzo, una lacrima, soltanto un ghigno. 
- Certamente, Papillon. - 



- Sto per svenire. - disse Chloé, presa da Sabrina prima che cadesse.
- Bambina mia... - 
Salutò con la mano: - Ciao, papà. Mamma. - ridacchiò nervosa. 
- Non ci credo. - articolò Alya a bocca aperta.
- A chi lo dici. - concordò Nino.
Nessuno si aspettava quella svolta. Ladybug era sempre stata al loro fianco senza saperlo, era un bel colpo di grazia! 
- Adesso, però, devo andare. -
- Cosa? No, no! Non puoi, è troppo pericoloso. - negarono i genitori, mentre Tom la prendeva per le spalle. 
- Se non faccio subito qualcosa non potrò riportare Adrien! - congiunse le mani - Vi prego, lasciatemi andare! - li supplicò ansiosa - Ho già perso una parte di lui, vedendolo in quello stato, e non voglio... perderlo interamente. C'è una parte di lui ancora coscente e desidero portarla a galla. Vi prego, vi prego! -
Tom e Sabine notarono con quanta foga e amore parlava dell'amico, l'avevano capito che provavano qualcosa l'uno per l'altra, ciò nonostante non riuscivano proprio ad accettare il fatto che dovesse mettersi a rischio.
Nessun genitore lo avrebbe accettato.
- Non importa, se non ho il vostro consenso. - disse, prendendo lo yo-yo per poi stringerlo. - Voi ritornate a casa, non siete al sicuro qui fuori. - si rivolse agli amici, dopodiché guardò il cielo. - Io vado a salvarlo. - esternò, lanciando lo yo-yo, poi lo tirò a sé e si diede lo slancio.
- No, Marinette! - 
- Non vi preoccupate, - rassicurò i suoi, mentre pian pian si allontanava. - riporterò Adrien. Costi quel che costi! -
Sabine abbracciò Tom e chiusero i bulbi. Nino e Alya si avvicinarono a loro e li diedero delle pacche sulla schiena per consolazione.
- Restiamo con voi ad aspettare il loro ritorno. - enunciò il castano, con Alya e gli altri che annuirono e i coniugi che sorrisero grati. 



Si fermò su un tetto, osservando in basso. Dov'era finito? Era sparito dalla circolazione e se provava a rintracciarlo con lo yo-yo purtroppo non otteneva risultati. L'akuma doveva aver annullato anche quello.
Fece un balzo e atterrò sul suolo, per poi camminare lentamente guardandosi attorno. Non c'era anima viva, era tutto deserto, con un silenzio davvero inquietante. Non le era mai capitato di assistere a quella quieta così innaturale...
Di solito a quell'ora vedevi macchine percorrere le strade in tutta fretta, donne con i propri bambini, uomini con in mano la ventiquattrore diretti ai loro uffici... e lei e i suoi amici dirigersi a scuola qualche volta insieme.
Spazzato via in un istante. Arrestò il passo e sospirò, chiudendo gli occhi. E ora aveva rivelato anche l'identità sua e di Adrien agli amici e ai suoi genitori... 
Pochi guai dicevano. Improvvisamente avvertì un movimento dietro di sé e ampliò il suo udito. Un secondo, un terzo, un quarto... 
Ne era certa: era Chat Blanc. Si muoveva velocemente, ma era riuscita a intercettarlo. Un rumore vicino la mise sull'attenti. Uno, due, tre! Si girò e immobilizzò l'asta con le mani.
- Mi congratulo con te, Ladybug. Sei molto veloce. - la elogiò fintamente il biondo, ghignando. 
- Ti ringrazio, Chat Blanc. - portò in avanti e di lato un piede e pressò su quello di lui, facendolo cadere di schiena e gli puntò contro il suo bastone. - Non dovevi. -
Lui ridusse gli occhi a due fessure e lei lanciò lontano la verga, cui a contatto con il suolo emise un rimbombo rumoroso.
- Vieni a prendermi, Chaton. -
La vide scagliare lo yo-yo e svanire in fretta, così si issò e andò a riprendersi la sua arma, iniziando a seguirla.

Dopo aver capito di trovarsi abbastanza lontana, aveva evocato il Lucky charm e si era ritrovata tra le mani una rete. Che cosa poteva farci con una rete?! Poi, vedendo un albero, dei piccoli pezzi di trave in legno e un paio di foglie sparse qua e là, comprese e si mise all'opera. 
Ci aveva messo poco, come non lo aveva capito, ma non sapeva se avrebbe funzionato e aveva solo cinque minuti di tempo. Si allontanò da lì e attese il suo arrivo, che giunse poco dopo. 
- Allora, Bugaboo, - trascinò il bastone tra le spalle, poggiando poi su di esso le mani a penzoloni. - vogliamo porre la parola fine a questo giochetto noioso? -

Beep-beep.

Portò verso l'alto un lato della bocca: - Io sono qui. Hai paura, per caso? - lo beffeggiò e Chat Blanc soffiò e non si fece pregare due volte.
Così Ladybug diede inizio al suo piano e corse verso la trappola organizzata per lui. C'erano quasi, tuttavia Chat le sbarrò la strada e lei dovette abbassarsi per schivare la verga, successivamente gli colpì lo stomaco con un calcio, facendolo indietreggiare. Si mise di lato e continuò la sua corsa con lui alle calcagna. Scaraventò lo yo-yo sull'albero prestabilito e si trovò sospesa per aria, fino ad atterrare in piedi oltre il tranello. 
- Chaton, andiamo! Una tartaruga sarebbe più veloce! - lo provocò e ottenne l'effetto sperato.
Chat aumentò l'andatura e, appena giunse a pochi passi dalla ragazza, il bastone gli sfuggì dalle mani e scoprì di essere finito intrappolato in una rete, che penzolava da un lato all'altro. Strinse la presa su di essa e guardò in cagnesco Ladybug.
- È stato facile. - commentò a braccia conserte - Non credevo ci saresti cascato davvero. Ora, però, - protese le mani in avanti, facendole passare attraverso gli spazi aperti dell'utensile. - devo prendere il tuo anello, se non ti dispiace. -
Lui ghignò. Oh, povera ingenua... 
- Convinta? - ricevette la sua attenzione - Convinta sia lì? - rifece la domanda, che suscitò dei dubbi nella ragazza.
Osservò attentamente l'anello all'anulare e notò che non aveva la stessa caratteristica dei precedenti ex-cattivi. Era nella norma e quello significava che...
Il tintinnio del campanellino al collo di Chat Blanc le fece spalancare gli occhi: - Non è nell'anello! - esclamò stupita, spostando lo sguardo sul suo volto. 
- Cataclisma. - Ladybug allontanò le mani da quella di lui, ora avvolta da piccoli puntini neri e poggiandola sulla rete la sgretolò, cadendo a quattro zampe. - I miei complimenti, Shorty. In ritardo, ma complimenti. - la canzonò, rialzandosi con in mano l'asta raccolta poco prima di mettersi in posizione eretta.
- L'hai fatto apposta, non è vero? - rifletté, facendo roteare il suo yo-yo e indicandolo col dito. - Non ci sei finito per sbaglio in quella trappola. - 

Beep-beep.

- Qualche problema, Marinette? - 
- Mi odi così tanto? - chiese a scatti.
- Oh, io non soltanto ti odio, - sorrise - ti disprezzo anche! - sbottò, il volto velato da una leggera follia di risentimento.
Ogni sua energia svanì. Lo yo-yo ruzzolò, tenendolo però per il cordino, il colore delle iridi sembrava essersi scurito e il viso era deturpato dal dolore più pressante che avesse mai dovuto sopportare. 
Lo ribadiva in continuazione che era solo l'effetto dell'akuma... ma non ce la faceva. Era un male, un male eccessivo.
- Perchè? - sussurrò senza forze.
Rise: - Ho sentito per sbaglio la tua chiacchierata con il tuo kwami, prima della festa di compleanno irrimediabilmente distrutta da te. - la indicò, sprezzante, facendola sussultare. - Però mi sono dichiarato lo stesso... E TU HAI FATTO SCENA MUTA! - Marinette singhiozzò - Ora tocca a te venirmi dietro. - disse, non badando alle lacrime che stava versando e cominciando a correre per poi saltare su un tetto dopo aver allungato la verga.
- Non mi importa, Chat Blanc! Farò di tutto pur farti tornare normale! Lo prometto! - urlò a squarciagola.
Si scompigliò i capelli, frustrata e addolorata. Maledizione! Lo aveva fatto per farle perdere un altro minuto! E le sue parole... erano state una stilettata diretta al cuore, che era ormai spezzato in due. 
"Me la pagherai, Papillon! Giuro che me la pagherai!", lo minacciò, seguendo Chat Blanc.

Beep-beep.

Lo aveva raggiunto e ora saltellavano velocemente da un tetto all'altro.
- Non ti sembra di giocare al gatto col topo? - si divertì lui, ridendo, mentre lei continuava piangere. - Io il topo e tu il gatto! -
"Adrien, perdonami. In quel momento, sono rimasta di sasso. Non pensavo che anche tu mi amassi, che invece mi considerassi solo un'amica. Quanto sono stata stupida a non dirti niente e a capire soltanto in quest'ultimo periodo che io ti..."
- Ora chi è il topino?! - gridò maligno, interrompendo i suoi pensieri e prendendola alla sprovvista, nel momento in cui compiva un attacco frontale.
L'aveva vista soprappensiero e ne aveva approfittato, ciò nonostante lo aveva frenato con lo yo-yo avvolgendogli il bastone. Chat Blanc sorrise e attorcigliò il cordino alla verga e, imprimendoci più forza fisica, la scaraventò di lato.
Ladybug urlò, cadendo dal terrazzo sul quale si trovavano e ruzzolando per terra girando su di sé. Aveva lanciato lo yo-yo contro un balcone, ma esso era crollato sotto il suo peso e così era riuscita ad attutire la caduta e a non fratturarsi niente, sarebbe morta altrimenti. 
- Che male... - mormorò, cercando di mettersi in piedi.
- Sono insignificanti graffietti in confronto al mio dolore, - Marinette sentì un'altra fitta al cuore - che ora, grazie a Papillon, è svanito. - concluse, le braccia di lato e a mezz'aria.
- Hmf! Se fosse così... - si fece forza sulle braccia - non cercheresti di uccidermi. - disse a fatica, drizzandosi. 
Lui schioccò la lingua: - Oh, è per divertimento. - precisò sorridendo.
- Non puoi uccidere le persone per divertimento! - gridò, stringendo i pugni.
- Persone? - ripeté, alzando un sopracciglio. - Io non ho mai parlato di persone... - la ragazza lo guardò confusa - ma di te. Voglio uccidere solo te per divertirmi. - specificò con lentezza, facendole sgranare gli occhi.
Fino a che punto il suo amore era stato trasformato in odio?! Quanto intenso era diventato?! Aveva perso completamente la ragione ed era tutta colpa sua!

Beep-beep. 

"Oh, no!", pensò, toccandosi un orecchino freneticamente. "Non ho più tempo, non ho più tempo!"
- Non devi distrarti. - sussurrò Chat Blanc alle sue spalle e sussultò, voltandosi, ma un colpo allo stomaco la fece indietreggiare e perdere il respiro.
Inspirava ed espirava velocemente per scovare aria, le gambe instabili. Il ragazzo la seguiva passo dopo passo, lei indietro e lui in avanti. 
Rise: - Scusa tanto. Troppo vigore nella botta? - 
Lei protese una mano davanti a sé, come se tale mossa potesse quantomeno riferirgli di smetterla e lui lo comprese, ciò nonostante non voleva. Doveva pagare, con interessi. 
- A... -
- Non pronunciare il mio nome con quella bocca! - la scrutò dalla testa ai piedi, con disprezzo. - Mi suscita i conati di vomito. -
- Combattilo. - enunciò, piegandosi in due. - Tu puoi! Hai il Miraculous! - 
- Io faccio ciò che faccio per mio volere, non perché un uomo con manie di grandezza me lo ha ordinato. - 
- Bugiardo... Bugiardo... - lo accusò, fiacca. Non riusciva più nemmeno ad arrabbiarsi. - Come hai potuto? - chiese, rivolta a Papillon. 
Li stava ascoltando, se lo sentiva.





- Bugiardo, bugiardo! - esclamò, scuotendo con vigore la testa. - Non credevo fossi capace di tali azioni... - singhiozzò - Come hai potuto, come?! - urlò, avvolgendogli il collo con lo yo-yo.





Strizzò gli occhi e si portò le dita alla gola, cercando di allentare il filo con le dita, senza successo. Cos'era stato quel flash? E per quale motivo avvertiva un senso di paura?
- Me lo spieghi? Spiegamelo. - continuò Ladybug, atona, muovendo le mani sul cordino per avvicinarsi, senza mollare la stretta su di lui.

<< Me lo spieghi? Spiegamelo! >>

Ora ricordava! Era l'incubo che aveva avuto giorni prima! 

Beep-beep.

Riaprì i bulbi e il suo corpo fu percorso da brividi di terrore: - Mari... nette. - pronunciò a fatica, a causa delle mani di lei che stringevano con più forza.
- Ridammelo. - pregò tra le lacrime e vide le pupille di lui restringersi. - Sei ingiusto! Ridammelo! LO RIVOGLIO INDIETRO, MALEDIZIONE! -
- Marinette... - le labbra non si erano neanche schiuse, era sconvolto. 
Una fitta alla testa lo fece urlare, spaventando la mora che lasciò la presa e si coprì la bocca.
"Prendi il suo Miraculous!", gli gridò Papillon, aumentando la sua sofferenza.
Scosse la testa, afferrandola tra i palmi. No, no, no, no! La stava per uccidere, non poteva crederci! Aveva promesso che l'avrebbe protetta e invece si era fatto di nuovo controllare! Maledizione! 
Marinette si avvicinò, preoccupata: - Ad... -
- Scappa! - l'improvviso ordine la fece sussultare, portandosi le braccia al petto. - Scappa! Non permetterò che accada! - la guardò per dei secondi interi senza dire niente, dolorante. - Io ti amo. TI AMO TROPPO PER UCCIDERTI! -
La ragazza singhiozzò. Oh, Adrien... 
- Scappa ho detto! - 
Lei lo ascoltò, senza ripensamenti.
"Stupido idiota."
- La proteggerò ad ogni costo, non mi importa come. - gli ricordò, parlando a scatti. - Io la proteggerò! -



Aveva le ginocchia strette tra le braccia, il capo nascosto tra di esse, piangendo disperata. 
- Non mi perdonerò mai per quello che gli ho fatto. Sono un mostro! - 
- Non dire così, Marinette. - enunciò Tikki, volandole di fronte.
Dopo la detrasformazione la kwami era riuscita a rifugiarsi nella borsetta, ascoltando la conversazione dei due. Quella situazione ben presto sarebbe diventata pericolosa e ambedue ci avrebbero rimesso. 
Quel maledetto di un Papillon! Se non trovavano al più presto un modo per ristabilirlo, la mente di Adrien verrebbe distrutta senza una via di ritorno! 
- Invece posso, Tikki! - sbottò, osservandola sofferente. - Non avrei dovuto stare zitta, ma confessargli il mio amore! - si scompigliò i capelli -  L'ho perso... ormai l'ho perso. -
- Affatto. - la contraddisse con un sorriso, attirando la sua attenzione. - Sta resistendo. -
- Resistendo? - 
- Esatto. - incrociò le zampette - Avrai notato perfettamente i suoi sbalzi di, come dire... personalità. - Marinette annuì lentamente - Questo perché Papillon sta esercitando una forza psichica. -
- Cioè sta tentando di distruggergli la mente? -
- No, plasmarla. - la mora aggrottò leggermente la fronte, con sdegno. - In lui ha arginato la reminescenza, essendo il possessore di uno dei Miraculous più potenti, di conseguenza doveva ricorrere ad un maggior fattore: quello psicologico. Tuttavia... - allargò il sorriso - è troppo legato a te - la indicò e lei sorrise. - per poter mettere in atto il piano del vostro comune nemico. E poi... non potete distruggervi. - Marinette la guardò scettica - I Miraculous non sono stati creati per permettere alle persone prescelte di uccidersi a vicenda, ma di combattere ed eliminare l'avversario collettivo. Tu - la indicò - sei Ladybug e lui è Chat Noir. Il potere della creazione e il potere della distruzione. Potete soltanto frenare per un po' le intenzioni l'uno dell'altra e viceversa... lo avrai capito provando a combatterlo. - Marinette annuì, abbassando il capo.- la kwami abbassò il capo - Scusami se non te l'ho detto prima. -
Marinette tirò su col naso e si asciugò le guance: - Non fa niente. Mi basta sapere - sorrise lievemente - che lui non è completamente in suo possesso. - spostò lo sguardo sulla creaturina in rosso - Grazie di tutto, Tikki. Sei davvero un tesoro. - 
Le guance della citata si colorarono di un leggero rosso.
La ragazza si stranì non appena notò un'ombra oscurare la sua piccola amica, che osservò alla sua destra e sussultò sorpresa. Fece lo stesso, trovandosi delle gambe a poca distanza e issò lentamente la testa, sgranando poi gli occhi nell'assistere all'inespressione facciale del suo amato mascherato. 
- Ad... - non riuscì a concludere che fu afferrata per il giubbotto e si sentì tirare verso l'alto, fino a non avvertire più la terra sotto i piedi e urlò, mentre pian piano Chat Blanc alzava il braccio. 
- Marineeeette! - gridò Tikki spaventata, nel momento in cui la mora veniva scaraventata a metri di lontananza.
Toccò il suolo con la spalla, deturpando il viso con una smorfia di dolore, per poi girare su sé stessa e batté la testa contro una maledetta trave di legno. La kwami si coprì la bocca con le zampette e fluttuò velocemente dall'amica. Non doveva andare così! Non doveva andare così! 
- Marinette, Marinette, Marinette! Ti prego!! Guardami!! - 
La vista iniziò a diventare sfocata, ma riuscì lo stesso a intravedere Adrien camminare verso di lei e successivamente si inginocchiò.  
- Finalmente avrai la fine che meriti. - mormorò con atonia - Di' addio al tuo splendido alter ego, perché non si ripresenterà mai più.  - l'avvertì, con le mani che avevano ormai raggiunto gli orecchini. 
E in quell'istante, Marinette decise di provarci, di scommettere il tutto e per tutto in quel gesto. Il viso di lui era vicino al suo, era il momento! A causa dello stordimento, protese con pesantezza le mani in avanti, poggiandole sulle sue guance e lo baciò, lei chiudendo i bulbi e lui spalancandoli. 
Durò secondi interi, che furono fantastici anche se, in quel momento, Adrien non era in sé. Non le importava. Aveva tentato. 
Staccò le labbra con lentezza dalle sue e lo guardò, accarezzandogliele con un dito e i lati della bocca all'insù: - Anch'io ti amo troppo per lasciarti in balia di quello stronzo. - gli confessò, perdendo i sensi l'attimo dopo. 
Chat Blanc sbatté lentamente le palpebre, allontanando il busto dalla ragazza e facendo cadere a peso morto le braccia sulle cosce.
Un doppio picchiettare al suolo rimbombò per tutta la città e le orecchie bianche del ragazzo si mossero di scatto.
- Basta così, lo spettacolo è finito. -
Quella voce l'avrebbe riconosciuta tra mille. Voltò il capo alla sua destra, avendo l'onore di partecipare all'entrata in scena del marionettista, colui che ardeva nel possedere i Miraculous.

Papillon.







 


*Angolino dell'autrice*
Buon salveee!! Oi oi! Entra in scena Papillon! Ve lo sareste mai aspettati? xD 
Povero il mio Adrien q.q (che contraddizione, visto che lo sto facendo soffrire io. XD) Qui la disperazione raggiunge livelli elevati, eh? Si urlano l'amore che provano... mamma mia... xo
Che ve ne pare di questo capitolo? ^--^ Vi è piaciuto? Spero proprio di sì! Perché la fine si avvicina, Miraculousianiani ^--^"" Eh già... xD Preparatevi al finale. Fazzoletti prego! xD No, no... non lo fate. (Credo xD) ok, ok. La smetto. XD
A presto! 
Da: SweetAinwen.
  
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