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Autore: Cristin_94    04/03/2017    3 recensioni
Felicity, laureata con il massimo dei voti, si è trasferita a New York per seguire il suo sogno. Lavorare presso un’impresa importante e fare carriera. Voleva rendere fiera di sé sua madre ma, dopo anni di lavori mal pagati, ha deciso di tornare a casa sua.
Oliver Queen, imprenditore presso il Merlin Global, si è buttato a capofitto nel lavoro da quando ha perso sua moglie.
Una notte, però, durante una tempesta di neve, il Destino li fa incontrare ed è colpo di fulmine.. o quasi. Eppure, durante un week end di passione, si raccontano tante bugie. Perché a volte amare fa paura!
Così, quando lei sta per partire, lui arriva troppo tardi e non riesce a fermarla. Vede l’aereo decollare e poi esplodere in volo.
Oliver ha perduto la donna che amava...
Ma se non fosse proprio così?
Hola!!!
Eccomi qui con una ff Olicity! L’ispirazione mi venuta in libreria… Stavo cercando un libro ed ecco che mi sono imbattuta in uno di cui (purtroppo) non ricordo il titolo! Però mentre ne leggevo qualche pagina ho immaginato Oliver e Felicity! E ne uscito ciò!
Ah.. il titolo della ff é una frase tratta dal film “L’ultimo metrò”!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!!!
Credo sia passata una vita dall′ultimo aggiornamento e mi scuso con tutti voi. Non mi piace lasciare le cose a metà. Purtroppo non ho avuto un periodo facile. Spero di poter ritornare a scrivere più spesso..
Come sempre il titolo non e' il mio… E’ parte di una frase di Jean Gabin: “Τutto ciò che ho imparato si riassume in poche parole: Il giorno in cui qualcuno ci ama è bellissimo; non so dirlo meglio, ma  bellissimo.”
Ci vediamo presto! ;)



Oliver era senza fiato quando arrivò in commissariato. Aveva parcheggiato molto lontano dall′ufficio del 21° distretto per poi correre a chiedere informazioni.
- “Salve. Ho bisogno di un′informazione. È molto importante.” Iniziò Oliver, rivolgendosi ad un’agente in divisa.
- “Sì, immagino. Come per tutte quelle persone lì sedute. Tutti avete bisogno di un’informazione.. ed è per tutti urgente!” rispose Lei, senza staccare gli occhi dal computer al quale stava lavorando.
- “Guardi che è veramente urgente. Sto cercando una persona. Felicity Smoak. Doveva essere sul volo per Las Vegas ma, in aeroporto, mi hanno detto che dovevo venire qui!” insisté Lui.
La donna alzò gli occhi. – “La faccio parlare subito con l′ispettore Specter.” Gli rispose Lei, con molto più garbo e gentilezza, alzandosi dalla sua postazione.
- “Mi dica solo una cosa.. Lei è qui?” domandò Lui, in preda all′emozione.
- “Sì. È in stato di fermo. Al momento, però, non posso darle altre informazioni. Le vado a chiamare l′ispettore Specter.”
Oliver continuava a non crederci: Felicity era viva!
Era così contento che non riusciva a stare fermo. Continuava a camminare nella sala d′aspetto. Entrava e usciva dal commissariato sperando di veder arrivare Laurel: a Felicity serviva un avvocato.
- “Salve. E′ Lei l′uomo che vuole notizie di Felicity Smoak, vero?” gli si rivolse un uomo.
Oliver scattò. – “Sì, sì. Sono io. Lei è l′ispettore Specter, giusto?”
- “Sì. Prego, mi segua. Parleremo nel mio ufficio. La questione è delicata.”
Oliver lo seguì. Quell′uomo gli sembrava una persona seria. – “Come sta?” gli domandò mentre si accomodava.
- “Tutto sommato bene. È stata una giornata intensa  per la signorina Smoak.”
- “Deve trattarsi di un malinteso. Io e Felicity abbiamo trascorso insieme gli ultimi tre giorni. La conosco: è la persona più limpida che abbia mai incontrato. Non è implicata nell′incidente aereo, mi creda!”
L′ispettore lo guardò. – “Lo credo anche io.” Ammise con un sorriso. “La ragazza si è sentita male poco prima del decollo. Era allo stand ospedaliero dell’aeroporto quando l′abbiamo arrestata. E il dottore che l’ha visitata ci ha assicurato che il malore non era simulato.”
- “Cosa ha avuto?” domandò Oliver, allarmandosi.
- “Uno svenimento. È stata sottoposta a un check-up completo dallo staff medico. Ma non si preoccupi: hanno parlato di stress.” Spiegò l’ispettore.
- “Quando posso vederla?” domandò Oliver.
- “Non subito. Dobbiamo prima interrogarla.” Spiegò l’uomo.
- “Ma.. ha appena detto che non crede che Felicity sia colpevole.”
- “E lo credo. Ma abbiamo un iter da seguire. Dobbiamo interrogarla. E visionare le telecamere dell’aeroporto. Se la signorina Smoak non si è avvicinata al veicolo, come credo, massimo in serata sarà a casa.”
- “Può assisterla un avvocato?”
- “Assolutamente!” convenne l’ispettore. “La signora Merlin ci ha fatto sapere che sta arrivando a breve. La stiamo aspettando per iniziare l’interrogatorio.”
Oliver sorrise. Non poteva non farlo. Felicity era viva.
 

- “Buongiorno, signorina Smoak.” Iniziò l’ispettore Specter, entrando nella stanza.
- “Salve.” rispose Lei con garbo. Lo guardò: il cartellino indicava il suo nome: Harvey Specter, ispettore. “Senta.. io lo so che voi pensate che io sia responsabile per l′incidente aereo, ma io.. io non ho fatto nulla! Davvero..” aggiunse, visibilmente allarmata.
- “Signorina Smoak si calmi! Mi hanno detto che ha già avuto un malore prima del decollo.. fortunatamente per Lei.” La guardò con molta dolcezza. Felicity era sconvolta. “Signorina.. non penso che Lei sia coinvolta nell’incidente ma è questo l’iter da seguire. Visionerò personalmente i nastri della videosorveglianza e le prometto che, se Lei sta dicendo la verità, questa storia finirà.”
Felicity lo guardò: quell′uomo era un brav′uomo! Gli sorrise e accettò il bicchiere d’acqua che l’ispettore le stava offrendo.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
- “Sì?” si voltò l’ispettore.
- “Harvey!” disse entrando Laurel. “Mi hanno detto che eri stato già informato del mio arrivo.” Gli porse la mano l’avvocato, con garbo.
- “Laurel ti aspettavo! Anzi.. ti aspettavamo. Io e la tua cliente!”
Felicity spalancò gli occhi: quella donna così bella ed elegante era il suo avvocato! Era incredula: non se l′aspettava di certo così il suo avvocato d′ufficio!
- “Vi lascio!” si congedò l’ispettore.
- “Grazie!” disse Laurel, accomodandosi di fronte a Felicity.
- “Scusi.. Lei è il mio avvocato d′ufficio?” domandò la giovane, confusa.
- “Non proprio, però sono il tuo avvocato. Ne hai bisogno se la tua situazione si dovesse aggravare. Ma ho parlato con la polizia. Non sei sospettata di aver causato alcun incidente!” le rispose Laurel. La signora Merlin piú la guardava e piú riusciva a capire quanto fosse speciale quella ragazza. Lo aveva già immaginato: solo una ragazza come Lei, dolce, sensibile, con gli occhi grandi e sinceri, poteva aver sciolto il cuore di ghiaccio di Oliver.
- “Lei.. lei ne è sicura? Se non sospettano di me, perché sono qui?”
- “Beh.. sei scesa dall′aereo pochi istanti prima del verificarsi di una tragedia. Devono fare dei controlli e seguire ogni pista. Ma non hai nulla da temere. L′ispettore, Harvey Specter, è uno dei migliori. Entro questa sera sarà tutto finito.” La consolò, poggiandole la mano sulla sua.
Felicity le sorrise. – “Lei non è un avvocato d′ufficio, quindi?”
Laurel sospirò. - “No. Oliver Queen: è Lui che mi ha chiesto di aiutarti! Era all′aeroporto quando ha visto l′aereo decollare e poi abbattersi.”
- “Come? Oliver era all′aeroporto? Ma..” Felicity si bloccò. “Τu sai di noi, vero?” le domandò dandole del “tu”.
- “So piú cose di quante ne immagini!” sorrise Laurel dolcemente. “Per inizire: Oliver è qui fuori. E.. mi ha chiesto di darti questa. Τi prego: leggila!” Felicity non afferrò la lettera che le stava porgendo Laurel. Allora questa aggiunse. “Fidati di Lui. Fidati di Voi!” E così chiuse la porta dietro di Lei, posandola sul tavolo.

 
“Felicity.. non so se leggerai questa lettera. Per quel poco che ti conosco, so quanto tu sia caparbia! Lo so bene, credimi! La notte che ci siamo conosciuti me lo hai dimostrato ampiamente! Ma io al momento non posso vederti, non posso parlarti.. e l′unico modo che ho per dirti la verità è questo: scriverti una lettera e sperare che tu la legga…
Sono tante le spiegazioni che devo darti.. tante, forse troppe. Troppe quante le bugie che ti ho detto.. E non ho scuse per averlo fatto! Sono stato un codardo, ho avuto paura e d′istinto ho mentito. Ho mentito dall′inizio. Io non sono sposato. Lo ero. Mia moglie è morta... Fino a poco fa, tutto sembrava filare per il meglio. Io e Sarah eravamo felici.. Io l′amavo, nonostante le incomprensioni.. nonostante i problemi. Poi.. un pomeriggio, durante una riunione di affari, Gloria é entrata in ufficio e mi ha detto che Sarah era in fin di vita. Un pazzo era entrato nella sede della nostra associazione e aveva tentato di rubare tutto ciò che c’era. Lei si è opposta e quel pazzo le ha sparato senza pietà. E′ in quel momento che il mio cuore ha perso un battito. Forse piú di uno. Si è come pietrificato. Non batteva piú. Per un momento credevo di essere morto anche io. E invece no. Io ero lì, vivo, almeno all′apparenza, senza di lei. Sapevo di averla persa. Non ricordo nulla di cosa successe dopo. So solo che non ho neanche avuto il tempo di raggiungerla. Di dirle quanto l’amavo. Era troppo tardi. Lei non c′era piú e come Lei io ho smesso di vivere. Τi potrà sembrare strano ma io, da quel giorno, non ho voluto vedere nessuna donna. Non ne avevo voglia. Non ne ero neanche attratto. Non mi importava divertirmi. Stavo bene da solo. Io e il mio cuore di ghiaccio. Fino a quando, una sera di ottobre, non ho rischiato di investire una donna. Non una donna. Τu! Sono sceso dalla macchina e in quell′istante, quando ho incrociato i tuoi occhi, il mio cuore ha ricominciato a vivere. Ho sentito distintamente prima un battito.. poi un altro.. poi un altro ancora. Sono tornato a vivere SOLO grazie a te .
E anche se in questi tre giorni ti ho mentito sul mio passato, non e′ stato questo il mio errore piú grande.
Ho sbagliato ieri sera quando non ti ho chiesto di rimanere qui, con me. Quando non ti ho chiesto di non partire.
E lo sbaglio piú grande è averlo capito troppo tardi. Ho dovuto rischiare di perderti per capire quanto Τu sia importante per me. E se Τu adesso non mi vorrai, lo capirò. Ma sappi che non lo accetterò. Non posso. Non posso rassegnarmi a perdere la donna che amo.
Quante possibilità credi che avessimo di conoscerci? Da qualche parte ho letto che oltre un milione e mezzo di persone si incontrano a Τimes Square. C′è mancato poco che non ci conoscessimo. Pensa se Τu non fossi uscita di casa quella sera. Se io non avessi preso la macchina...
Sai cosa penso io
?
Forse era Destino che ci dovessimo incontrare. E se non fosse così, beh.. sappi non ho mai creduto nel Destino.”
                                                                                                                                                                                                 O.   


 
 Due ore dopo..

Quando Laurel raggiunse nuovamente Felicity la trovò con il volto appoggiato sul tavolo e gli occhi chiusi. Era crollata! La lettera era lì, aperta, accanto a Lei. Come una miriade di fazzolettini sporchi. Laurel immaginò che avesse pianto. La guardò e, con moltissima dolcezza, la scosse.
- “Felicity.. ehi!”
La bionda ebbe bisogno di qualche secondo per fare mente locale. Poi la guardò, in attesa di sapere cosa il suo avvocato avesse da dirle.
- “E′ tutto finito.” Le sorrise Laurel.
- “Sono.. libera?” domandò Lei, incredula.
- “Sì. Assolutamente! Puoi andare!” le disse, passandole la giacca e una vaschetta con i suoi effetti personali.
Fu allora che Felicity la guardò. – “Dov′é?” le domandò, senza aggiungere altro.
- “Qui fuori. Non si è allontanato da qui nemmeno un secondo.” Le rispose. “Però se non vuoi incontrarlo posso chiedergli di andare via..”
- “Voglio solo andare da Lui, adesso!” le rispose la ragazza, infilando la giacca e posando la lettera nella tasca.
- “Allora va da Lui. Al resto ci penso io!”
Laurel la vide uscire dalla stanza e istintivamente sorrise. Quando pochi secondi dopo seguì la bionda informatica, vide Oliver e Felicity stretti in un abbraccio.
Avevano molto da chiarire.
Ma ora che avevano messo le carte in tavola di certo il Τempo non gli mancava.
O almeno così credevano.
 
     

 
   
 
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