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Autore: _stfu_    09/03/2017    0 recensioni
Dodici prompt per dodici storie ognuna apparentemente a sé stante, ma tutte unite da un unico fattore: Yokohama.
Yokohama avvicina ed allontana le persone; luogo di nuovi incontri, scontri e purtroppo anche addii, ma rappresenta il comune denominatore di tutti i fatti, presenti e passati, che verranno narrati.
È questa città, quindi, il filo conduttore degli avvenimenti che seguiranno.
Personaggi per capitolo:
1. Fukuzawa Yukichi & Mori Ougai
2. Atsushi Nakajima & Dazai Osamu
3. Gin Akutagawa & Higuchi Ichiyou
4. Kunikida Doppo & Dazai Osamu
5. Oda Sakunosuke & Andrè Gide
6. Fyodor Dostoevsky & Nathaniel Hawthorne
7. Oda Sakunosuke & Dazai Osamu
8. Akutagawa Ryunosuke & Higuchi Ichiyou
9. Chuuya Nakahara & Akutagawa Ryunosuke
10. Francis Scott Fitzgerald & Nakajima Atsushi
----INCOMPLETA-
Genere: Angst, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Crack Pairing | Personaggi: Atsushi Nakajima, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai, Ryuunosuke Akutagawa, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Prompt: “Non voglio che tu continui a stare dietro a qualcuno con cui non hai un futuro”
Personaggi: Chuuya Nakahara / Akutagawa Ryunosuke 


 


 

Chuya non aveva mai usato un tono del genere con lui, anzi in realtà raramente si rivolgevano la parola, ma ormai aveva sopportato anche troppo.
Aveva fatto finta di non vedere come Dazai approfittasse di Akutagawa, della sua lealtà, del profondo rispetto che provava per lui, rispetto che sicuramente nascondeva anche altro, qualcosa di molto più profondo, travolgente e distruttivo.
Dazai era davvero una condanna per chiunque gli stesse intorno, che fossero alleati o nemici non faceva differenza.
Al dodicesimo piano dell'edificio lo aveva visto uscire dalla porta dell'infermeria e poi allontanarsi per il corridoio nella direzione opposta alla sua.
Sicuramente lo aveva visto, ma aveva fatto finta di niente ed aveva continuato per la propria strada, ignorandolo.
Chuya sapeva perché era stato lì.
Accelerò il passo e spalancò la porta con irruenza, facendola sbattere. Rimase fermo sulla soglia, sentendo la rabbia montare dentro di sé ad ogni secondo che passava.
La schiena pallida di Akutagawa era piena di lividi e tagli superficiali, così come le sue cosce; era legato con delle bende alla testata metallica del lettino.
Sentiva il suo respiro pesante, e un debole lamento lo riportò alla realtà.
Si avvicinò, e più la loro distanza diminuiva più Chuya coglieva nuove ferite che da lontano non era riuscito a vedere: le spalle e il collo disseminati di segni scuri e morsi profondi, il viso rosso e rigato da lacrime che inutilmente aveva cercato di trattenere; il seme di Dazai che gli era colato lungo le cosce, e il suo che gli macchiava il ventre.
Non poteva che provare pena per quel ragazzo, pena e frustrazione.
In silenzio gli slegò il polso, segnato da alcune abrasioni per quanto le bende erano state strette con forza; il braccio cadde a peso morto di fianco al volto del ragazzo. Le prime volte Akutagawa aveva cercato di nascondersi dallo sguardo di Chuya, coprendosi rozzamente con il lenzuolo, disgustato da sé stesso e da come era ridotto; ma ormai lo lasciava fare. Ormai si lasciava liberare, pulire e medicare senza dire una parola, limitandosi a fingere di non esistere.
Quella volta non fu diversa dalla precedente.
Quando Chuya ebbe finito si sedette di fianco a lui e sospirò nervoso, teso.
I loro sguardi non si incrociavano mai in quei momenti. Akutagawa cercava sempre di sfuggire il contatto, e Chuya dal canto suo voleva solo evitare di rendere la situazione più imbarazzante di quanto già non fosse.
Di solito restavano in silenzio fino a quando Akutagawa non se la sentiva di alzarsi, rivestirsi e andarsene. Nell'attesa, che spesso durava ore intere, Chuya apriva l'ampia finestra e iniziava a fumare, una, due, tre sigarette, l'unico modo che aveva per rilassare i nervi e non correre immediatamente a cambiare i connotati a Dazai.
Questa volta però qualcosa cambiò.
Il rosso era seduto al suo fianco, e lo guardava. I suoi occhi indugiavano sulla sagoma ora coperta dal lenzuolo, tutte le cicatrici di quel corpo ormai impresse nella mente.
Sapeva il motivo per cui Akutagawa continuava a finire in quelle condizioni.
Le punizioni di Dazai quando si sbagliava qualcosa erano terribili, ma quello che faceva a a quel ragazzo andava ben oltre. Aveva capito che quello che il giovane provava nei suoi confronti andava al di lá del rispetto, e ne stava approfittando; e ad Akutagawa andava bene, gli andava bene perché quello era l'unico modo, l'unica meschina maniera che aveva per avvicinarsi così tanto a Dazai, per toccarlo e potersi illudere di avere ottenuto quello che aveva sempre desiderato: di stare con lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 


 
  
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