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Autore: MissGolightly    11/03/2017    5 recensioni
[Riverdale post 1x06] [Betty/Jughead]
Una raccolta di one shot per raccontare alcuni momenti, alcuni importanti e altri un po' meno, della relazione tra Betty e Jughead.
Tiene conto degli avvenimenti raccontati solo fino all'episodio 1x06.
DALLA PRIMA ONE SHOT:
“Ehi, Betty!”
La ragazza si voltò verso di lui. “Dimmi.”
“Per tua informazione, va bene se mi definisci il tuo fidanzato.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth 'Betty' Cooper, Forsythe Pendleton 'Jughead' Jones III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice:
Sì, questa volta scrivo all’inizio del capitolo.
Come avevo scritto nelle note della prima one shot, questo è l’ultimo capitolo. Almeno per ora.
Quando ho avuto l’idea per questa raccolta, avevo in mente 5 punti che volevo toccare e questo era l’ultimo della lista. Tuttavia, non mi sento di considerare completa la raccolta perché, proprio per il fatto che è una raccolta, nulla esclude che in futuro possano venirmi altre idee per scrivere altre shot collegate a queste.
Ora vi lascio alla lettura di quest’ultimo capitolo (come leggerete, è ambientato qualche anno dopo la serie) e vi ringrazio per essere arrivati fino a qui.
 
 
 
 
 
Incomprensioni
(oppure: quando Betty pensò che Jughead volesse lasciarla)
 
 
Betty parcheggiò la macchina davanti a Pop’s e gettò un’occhiata allo specchietto retrovisore, controllando di essere almeno presentabile.
Non vedeva Jughead da tre settimane, esattamente da quando lui era andato a trovarla al college in occasione della sua laurea. Erano stati insieme per qualche giorno, poi lui era dovuto tornare a Riverdale. Il progetto per la riapertura del drive-in stava andando a gonfie vele e Jughead voleva seguirlo da vicino il più possibile.
Betty era rimasta al college per un altro po’, giusto il tempo necessario a raccogliere le proprie cose dall’appartamento che era stato la sua casa per tutta la durata del suo percorso universitario.
Quando aveva chiamato Jughead, la sera precedente, dicendogli che sarebbe tornata a Riverdale, lui le aveva risposto che non vedeva l’ora di vederla e che, prima di fare qualsiasi altra cosa, dovevano assolutamente dividere un hamburger da Pop’s come ai vecchi tempi.
Quando Betty entrò nel locale, Jughead alzò un braccio per farsi notare. Indossava una t-shirt con una S stampata sopra che Betty gli aveva visto addosso un milione di volte e il suo fedele berretto grigio.
Betty sorrise. Era bello vedere che certe cose non erano cambiate.
Quando si sedette accanto al suo ragazzo, Jughead l’abbracciò immediatamente sussurrandole all’orecchio: “Bentornata.”
“Grazie. Aspetti da molto?”
“No, sono appena arrivato. Mi sono preso la libertà di ordinarti un milkshake alla fragola e una porzione di patatine.”
“Ecco perché ti amo.” disse Betty prima di baciarlo.
Jughead stava per chiederle come fosse andato il viaggio, quando il suo cellulare iniziò a squillare. Guardò il nome sul display e si irrigidì leggermente, per poi dire: “Scusa, devo rispondere” e alzarsi da tavola scavalcando Betty.
La ragazza lo guardò stupita. Jughead era sempre stato un tipo misterioso, ma quel comportamento era strano persino per lui.
Avrebbe voluto lasciargli un po’ di privacy durante la telefonata, in fondo se si era allontanato per rispondere doveva esserci un motivo, ma era anche vero che il suo udito era infallibile e anche a quella distanza poteva sentire cosa diceva Jughead. E tutti sapevano quanto fosse curiosa Elizabeth Cooper.
Jughead lanciò un’ultima occhiata a Betty e poi, convinto di essere abbastanza distante, rispose al telefono.
“Che vuoi? …No. È appena arrivata, devi darmi un po’ di tempo… Si è appena seduta a tavola, non posso affrontare questo discorso così su due piedi… Certo, tranquilla.”
Tranquilla.
Quindi Jughead stava parlando con una ragazza. Betty cercò di reprimere la sua gelosia in un angolo e di analizzare il resto della conversazione. Ovviamente parlava di lei e aveva accennato al fatto di dover affrontare un discorso. Un discorso serio, a quanto pare, se non poteva essere affrontato subito.
Per un attimo Betty si sentì come se le sue spalle fossero state prese d’assalto da un angioletto che continuava a dirle di non preoccuparsi e un diavoletto che invece le diceva di non fidarsi.
Pochi attimi dopo, Jughead tornò a sedersi a fianco a lei.
“Scusami, era Archie.”
E quello fu il momento in cui nella testa di Betty scattò un campanello d’allarme. Era sicura che non fosse Archie al telefono. Era sicura che lui avesse parlato con una ragazza.
Ripensò alla conversazione. Jughead parlava con una ragazza che presumibilmente gli stava facendo pressioni perché lui affrontasse un discorso particolarmente serio.
L’unica opzione possibile era che Jughead fosse al telefono con la sua amante, la quale insisteva affinché Jughead le dicesse la verità e mettesse fine alla loro relazione.
Jughead la tradiva e voleva lasciarla.
Senza che se ne rendesse nemmeno conto, gli occhi le si riempirono di lacrime.
“Stai bene?” chiese Jughead, non sentendola parlare.
Betty chiuse un momento gli occhi sperando che le lacrime scomparissero, poi disse: “Certo. Senti, ti spiace se ci vediamo un’altra volta? Sono molto stanca.”
Poi, senza aspettare la risposta di Jughead, si alzò e uscì dal locale.
Il ragazzo la guardò stranito per un attimo, prima di seguirla fuori e fermarla prima che salisse in macchina.
“Betty, che succede?”
“Niente, voglio solo andare a casa.” Era la verità. Non voleva stare con qualcuno che voleva rompere con lei, ma allo stesso tempo non si sentiva ancora pronta ad affrontare la cosa.
Jughead le prese il polso e la costrinse a voltarsi verso di lui. “Ora mi dici che succede.”
A quel punto Betty non poté più nascondere il problema. Le lacrime tornarono e questa volta anche Jughead se ne accorse. Cerco di avvicinarsi a lei, ma Betty indietreggiò.
“Betty…”
“Vuoi lasciarmi?”
Quella domanda lo colpì come un fulmine a ciel sereno. Ma da dove cavolo le era venuta un’idea simile?
“Ma che stai dicendo?”
“Rispondimi.”
“No! Diavolo, no. Non voglio lasciarti!”
“Sei sicuro? Perché ho sentito la telefonata. Non eri al telefono con Archie, come hai detto. Eri al telefono con una donna e parlavi di dover affrontare un discorso serio con me.”
Jughead si passò una mano sul viso.
Era ovvio. Per una volta che cercava di fare una sorpresa alla sua ragazza, andava tutto a rotoli.
“Credimi se ti dico che lasciarti è l’ultima cosa che voglio fare.”
“Allora chi era al telefono? Cosa mi stai nascondendo, Jughead?”
Jughead prese un respiro profondo prima di rispondere. “Ero al telefono con Veronica.”
“Veronica? La mia Veronica?”
Jughead annuì.
“Perché?”
“Perché c’è una cosa di cui voglio parlarti e prima di farlo ho chiesto qualche consiglio a lei. E sai com’è fatta Veronica, le chiedi un consiglio su qualcosa che non la riguarda e subito si sente parte di quella cosa. Mi ha chiamato perché voleva sapere se avevo già parlato con te.”
“Di cosa vuoi parlarmi?” disse Betty. La voce le era uscita più dura di quanto avrebbe voluto, ma la verità era che non si sentiva ancora abbastanza tranquilla. Senza contare il fatto che aveva parlato con Veronica giusto un paio d’ore prima e lei non aveva minimamente accennato al fatto di aver parlato con Jughead.
“Ricordi la prima volta che siamo venuti qui?”
Betty annuì senza capire cosa c’entrasse con il loro discorso. “Era il compleanno di Archie. Avevamo… non so, 5 o 6 anni forse.”
“Già. Tu eri la migliore amica di Archie e io ero il suo amico strano, quello che tutti evitavano. Tranne Archie. Lui si era seduto accanto a me il primo giorno di scuola, in prima elementare, ed è stato il mio migliore amico da allora. Quel giorno, alla sua festa di compleanno aveva invitato tutta la classe. Nessuno parlava con me, tranne te e Archie.”
Betty sorrise. Ricordava quel giorno. Ricordava di aver pensato che quel bambino con il berretto fosse un po’ strano, ma non si era lasciata fermare da questo. Si era seduta accanto a lui e aveva cercato di fare conversazione. Anche quando aveva capito che lui era timido e non aveva voglia di parlare, aveva continuato a restare seduta vicino a lui.
“Abbiamo diviso una porzione di patatine.” disse Betty.
“Sì. Patatine e un milkshake alla fragola.”
Patatine e milkshake. La stessa ordinazione che Jughead aveva chiesto poco prima.
Betty lo guardò confusa, cercando di capire se fosse una coincidenza o se davvero fosse tutto collegato.
Per un attimo le venne il dubbio di aver parlato a voce alta perché Jughead sorrise e disse: “Stai iniziando a capire?”
“Non proprio.” disse lei aggrottando la fronte.
“Questo è un posto speciale per noi. È dove è iniziato tutto ed è dove vorrei che iniziasse la nostra vita insieme, se dirai di sì.”
“Se dirò di sì a cosa?”
Jughead sorrise mentre affondava la mano destra nella tasca della giacca. Pochi attimi dopo era in ginocchio davanti a Betty, con un anello tra le mani.
“Betty, vuoi sposarmi?”
“Era questo il discorso? È per questo che Veronica ti ha chiamato?”
Jughead annuì.
“Quindi non vuoi lasciarmi. Volevi… oddio, non ci credo…”
“Non per metterti fretta, ma questa posizione non è il massimo della comodità.” scherzò Jughead.
“Oddio, scusami!” esclamò Betty. “Sì! Certo che la mia risposta è sì!”
 
 
Inutile dire che quando, circa sei mesi dopo, Jughead Jones e Elizabeth Cooper diventarono il signore e la signora Jones, Veronica non fece altro che vantarsi con tutti per essere stata colei che aveva reso possibile (almeno in parte) quel matrimonio.
Betty e Jughead non le raccontarono che per colpa sua la proposta era quasi saltata e Betty fece finta di non sapere del coinvolgimento di Veronica fino a quando non fu l’amica a dirglielo. In fondo, lei aveva ottenuto tutto ciò che desiderava, non sarebbe stato un problema mantenere un segreto pur di far contenta la sua migliore amica.
 
 
   
 
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