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Autore: marea_lunare    13/03/2017    0 recensioni
E se qualcun altro prima di Rosie avesse risvegliato l'animo paterno di John? Qualcuno che farà breccia nel cuore tenero del dottore e in quello di ghiaccio di Sherlock.
-Ti voglio bene, papà-
-Anche io, piccola mia-
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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(2) He's only human, after all
 
I’m only human, after all.
  • Rag ‘n Bone
                                                                ************
“Bene Rachel, ho messo delle lenzuola pulite e tolto un po' di roba, così potrai stare più comoda” disse John sorridendo.
“Oh John.. Veramente, non so come ringraziarti per la tua gentilezza” disse la ragazza con occhi adoranti.
 “E ovviamente grazie anche a lei, signor Holmes” aggiunse.
Sherlock mugugnò un “prego” senza distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo, ma John si accorse del piccolo sorriso che gli increspava le labbra.
Dopotutto, anche lui era umano.
“Vuoi farti una doccia, prima? Ti vedo un po' malandata” disse John mestamente.
“Se posso, molto volentieri. Così per qualche giorno sarò pulita” sorrise Rachel mentre i suoi occhi imploravano pietà.
“Però non hai un cambio” protestò John.
 
In quell’esatto momento la signora Hudson bussò alla porta.
“Miei cariii” cinguettò “Scusate il disturbo. Sherlock, ti ho portato quello che mi hai chiesto”.
Aveva in braccio uno scatolone stracolmo di vestiti.
“Grazie signora Hudson, li dia pure a Rachel” disse Sherlock, lo sguardo sempre puntato sul microscopio.
“Oh allora sei tu Rachel!” esclamò la ‘governante’. “Sei una ragazza così graziosa” aggiunse dandole un pizzicotto sulla guancia “Lì dentro ci sono tutti i vestiti che vuoi, anche qualcosa di intimo. Puoi prendere tutto ciò che ti piace, sono vestiti di quando ero giovane e che ora non porto più. Ah, bei vecchi tempi quelli!”
“Grazie signora” disse dolcemente Rachel osservandola con uno sguardo carico di amore.
 
“Sherlock, questa è opera tua?” chiese John perplesso quando la donna se ne fu andata.
Rachel, non mosse un muscolo, in attesa.
“Beh, appena l’ho vista ho dedotto tutto della sua vita, di conseguenza ho pensato che darle i vestiti della signora Hudson fosse un buon modo per svuotare casa e avere più spazio per i miei esperimenti” rispose il detective con noncuranza.
“Oh..” disse Rachel osservando quei vestiti come se fossero i più belli che avesse mai visto. E John lo vide, quello sguardo.
 
Per un momento, la ragazza si concentrò su Sherlock. Fece un respiro profondo e gli si avvicinò lentamente mentre Watson la guardava in interrogativo.
A piccoli passi, raggiunse il detective che era ancora di schiena. Allungò le mani tremanti sulle spalle di Sherlock, esercitando una leggera pressione. Ruppe completamente la distanza tra di loro e appoggiò la fronte sulla schiena del consulente investigativo che si era irrigidito.
“Grazie” sussurrò, spingendo brevemente la testa contro la sua schiena.
Il primo calore umano dopo John.
Si staccò immediatamente, immaginando che a Sherlock non dovesse piacere quel contatto.
Prese i suoi vestiti e andò a lavarsi.
 
John vide le spalle di Sherlock rilassarsi e questa volta fu il suo turno di avvicinarsi.
Osservò quella schiena che avrebbe voluto abbracciare dall’ istante in cui l’aveva visto la prima volta.
Appoggiò la mano aperta sulla sua schiena e sentì Sherlock sussultare. Dalla schiena risalì verso l’alto per arrivare ai suoi capelli ricci e corvini, che scompigliò accompagnandosi ad una risata.
 
Quando Rachel ebbe terminato, tornò in sala completamente diversa.
I capelli erano morbidi e ricci, quasi leonini; gli occhi brillavano di luce nuova e qualsiasi odore della strada era completamente sparito dalla sua pelle provata, erano rimasti solo i lividi.
John li esaminò uno ad uno, applicando una crema contro le contusioni e mormorando tra sé parole ingiuriose su come fosse possibile fare del male ad una creatura come Rachel.
 
                                                          ******************
 
Ormai era scesa la notte ed era ora di andare a dormire.
Rachel diede loro la buonanotte verso le dieci, gli occhi pesanti come non mai.
John si ritirò nella sua stanza poco dopo, mentre Sherlock rimase sveglio sul divano, in silenzio.
 
Watson si svegliò verso le tre del mattino a causa di uno dei suoi incubi sulla guerra.
Quei demoni non avevano la minima intenzione di lasciarlo andare e farlo dormire serenamente.
Si sarebbe portato quel peso addosso per tutto il resto della sua vita.
 
Scese al piano di sotto per bere un bicchiere d’acqua e trovò Sherlock che guardava fuori dalla finestra, pensieroso.
“Tutto bene?” gli chiese
“Stavo pensando” rispose Sherlock
“A che cosa?”
“A Rachel”
“A Rachel?”
“Sì. Cosa le accadrà quando se ne andrà da qui?”
 
John non ci aveva pensato.
Sarebbe tornata per strada ad avere paura, a piangere e con i capelli sporchi.
Avrebbe vissuto di nuovo in un incubo di solitudine e, se suo padre l’avesse riacciuffata, di violenza.
Era una ragazza così dolce, debole e bisognosa di protezione.
Continuava a sentire dentro quella cosa che lo aveva tormentato da quando le aveva visto quei lividi sulle braccia: l’istinto paterno.
Un tipo di amore che Rachel non aveva mai ricevuto.
 
“E se la facessimo rimanere qui con noi? Non possiamo ributtarla in strada, Sherlock. È praticamente una bambina rispetto a noi. Non ha mai avuto una sicurezza alle spalle, se non quella di essere picchiata se non avesse ubbidito al padre. È troppo fragile per il mondo dei tuoi amici senzatetto. L’hai vista come era ridotta? Dopo nemmeno una settimana era ridotta ad uno straccio. Non possiamo farle questo, proprio non possiamo” John aveva parlato tutto d’un fiato pur di convincere Sherlock.
 
Si fece più vicino al detective, fino a trovarsi anche lui di fronte alla finestra. Sfiorò la mano di Sherlock che stava toccando il vetro, intrecciando le dita con le sue.
Sherlock lo guardò negli occhi: il senso paterno di John si era destato per la prima volta, potente come un uragano.
Aveva ucciso molte persone in guerra e salvare quella ragazzina lo avrebbe reso non solo orgoglioso di sé e di Sherlock, ma avrebbe ripagato un minimo di quel debito che aveva con l’Inferno.
 
Sherlock lo guardò più intensamente ed annuì.
“A patto che si trovi un lavoro. Così divideremo l’affitto e si meriterà di vivere qui” disse, tornando a guardare fuori dalla finestra.
John sorrise felice, rendendosi conto solo in quel momento di quanto affetto provasse per Sherlock. Gli accarezzò brevemente una guancia.
 “Dopotutto, anche tu sei umano”
 
“E comunque non mi sono infatuato di lei, se è questo che vuoi sapere. È una ragazza giovane e ha bisogno di un padre” disse Sherlock
“O due” concluse mentalmente. 
 

 
 
 
Angolo dell’autrice: Ciao a tutti! Benvenuti in questo secondo capitolo, che spero vi piaccia! Ringrazio chi ha iniziato a seguire questa fic, spero di non deludervi!
Ci vediamo lunedì prossimo con il 3 capitolo! <3 
   
 
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