Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Orihimechan    14/03/2017    2 recensioni
Ed è quando dubiti di te stesso, della tua vita, di tutte le tue convinzioni, della persona che ti sta accanto e persino delle tue scelte che dovresti fermarti un attimo a riflettere.
Riflettere su tutte quelle scelte che hai fatto fino ad ora, che ti hanno fatto amare il sole anziché la pioggia, che ti hanno fatto apprezzare Battisti anziché Venditti, che ti hanno fatto dire si quando invece avresti voluto dire no.
Che ti hanno fatto accontentare anziché renderti felice, ma felice davvero.
E quando ti ritrovi a pensare a lui, di nuovo, e ti accorgi che in realtà lui dai tuoi pensieri non c’è mai uscito, bhè in questo caso, forse, dovresti iniziare anche a pensare che probabilmente tutte le tue scelte sono state delle gran scelte di merda.
Nicole Castellani è di fronte un bivio: il ragazzo di sempre oppure l'amico che sembra conoscerla più di quanto lei è disposta a mostrare al mondo?
Dove la porterà il suo cuore?
Because life is made up of choices.
STORIA IN COMPLETA REVISIONE - 07/02/2017 ( SI CONSIGLIA LA RILETTURA COMPLETA )
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Ciò che è destinato a te,
troverà il modo di raggiungerti. “


 


 


 

Emma mi stava praticamente trascinando in ogni negozio della città.
Quando era nervosa lo shopping aveva un impatto terapeutico sul suo umore, così non mi stupii affatto quando quel giorno me l'ero ritrovata attaccata al citofono di casa intimandomi di scendere.
Avevo provato ad opporre resistenza ma quando aveva minacciato di raccontare a tutti della volta in cui - erroneamente – ero uscita di casa con il maglioncino infilato dal verso sbagliato mi ero lasciata convincere.

Thomas si sarebbe fatto beffa di me per almeno un anno.
<< Taglia la testa al toro e diglielo apertamente >> le dissi dopo essere uscite dall'ennesimo negozio.
La mia amica mi guardò di traverso << devi essere impazzita >>
Sistemai meglio il mio capello di lana e strinsi la cinta del cappotto.
L'aria pungente di ottobre iniziava a farsi sentire.
<< Sono seria >> passammo vicino ad una bar e lo indicai con fervore << andiamo a prendere una cioccolata calda? >>
Emma non se lo fece ripetere due volte.
Il locale offriva un arredamento moderno, le ampie vetrate gli conferivano un'aria elegante, la carta da parati bianca e nera creava un'atmosfera un pò retrò e sopra ogni tavolino troneggiava un piccolo vaso di vetro longilineo con una rosa bianca.
<< Tu lo sai che sono sempre stata una persona diretta >> disse una volta sedute
<< Fin troppo >> confermai
<< Allora sai anche perché non posso fare come dici tu >>
Ordinammo entrambe una cioccolata, fondente per lei e alla gianduia per me.
<< Marco sa essere fin troppo ottuso delle volte, credo che guardare in faccia la realtà potrebbe fargli bene >>
Emma mi guardò con disappunto << questo lo so, però è mio amico, non voglio dargli una delusione inoltre non ho intenzione di rovinare l'armonia del gruppo >>
Annui comprensiva.
Ero sempre stata io quella con il terrore di ferire i sentimenti altrui, Emma era la ragazza dal pugno di ferro, quella più coraggiosa, più pragmatica e senza peli sulla lingua.
Ammiravo il suo modo di fare e al tempo stesso ne invidiavo la naturalezza.
Proprio per questo ora mi faceva tenerezza vederla in quel modo.
<< E se facessi finta di interessarti a qualcuno? >> proposi << inventati un ragazzo, inizia a parlare sempre di lui, di come lo hai conosciuto, di quello che fate, non so, l'immaginazione di certo non ti manca >>
La mia migliore amica sollevò le sopracciglia scettica.
<< C'è un nome per il disturbo che ti afflige >> mi incalzò seria << si chiama infermità mentale >>
Sbuffai esasperata << si chiama terrorismo psicologico >> precisai << pensaci bene, hai detto che non vuoi ferire i suoi sentimenti, in questo modo gli farai indirettamente capire di essere interessata ad un altro senza dover essere brutale. Ne usciamo tutti vincitori >> esitai un istante << forse non proprio tutti ma gli passerà fidati >>
Allargai le braccia teatralmente, simulando un inchino << sono un genio lo so >>
Emma alzò gli occhi al cielo.
<< Giochiamoci questa carta >> concordò alla fine << grazie >> disse poi rivolta al cameriere intento a servirci le nostre ordinazioni.
<< Se non funziona proviamo con il piano b >>
<< Che sarebbe ? >>
<< Gli buttiamo una botta in testa e speriamo in un amnesia >>
Emma scoppiò a ridere compiaciuta << questa ipotesi mi piace di più >>
Sorseggiai un po' di cioccolata fumante ed annuii complice << lo sospettavo >> poi tornai a fissarla divertita << lo sai, magari ti accorgerai che è veramente lui l'uomo della tua vita >>
<< Non so ancora se e quando lo incontrerò, ma di una cosa sono perfettamente sicura, non potrà mai essere lui >> rispose seria << io voglio un uomo che mi sappia tenere testa, che mi sappia leggere dentro, che sappia capire le mie scenate isteriche, i miei momenti no ed apprezzi il fatto che una ragazza come me non ha bisogno di una macchietta accanto, il mio uomo ideale deve sapere che so cavarmela da sola ma che delle volte anche io ho bisogno di essere salvata, voglio un uomo da cui ricevere consigli e non uno a cui devo sempre darli, voglio un uomo che sappia vedere oltre la mia corazza e che una volta vista sia in grado di amarmi ancora di più >>
Allungai la mano fino a poggiarla sopra la sua << un diamante grezzo come te non può che essere destinata ad una persona altrettanto fantastica >>
Emma mi guardò dritta negli occhi e le sorrisi prima di strizzarle l'occhio complice << anche perché provvederò personalmente a prendere a calci chicchessia fin quando non avrò trovato il fortunato prescelto >>
<< Mi spaventi delle volte >>
<< Lo prendo come un complimento >> dissi soddisfatta
<< Sei riuscita a convincere tua mamma a farti partire? >> chiese qualche minuto dopo.
Sospirai affranta e mi passai una mano tra i capelli << paradossalmente credo che non sia lei il problema >>
Emma scosse la testa contrariata << sai come la penso a riguardo >>
<< Lo so, ma non posso ignorare i sentimenti di Luca in questo modo >>
<< Perché no scusa? >> ingiunse ovvia << lui l'ha fatto con te >>
La guardai di traverso << non è vero, è solo un tipo protettivo >>
<< E' fastidioso >> mi corresse << anche se, non posso completamente dargli torto >>
Aggrottai le sopracciglia confusa << che vuoi dire? >>
Bevve l'ultimo sorso di cioccolata calda e poggiò la mano, chiusa a pugno, sulla guancia << non penso tu sia pronta a sentirtelo dire >>
<< Sentirmi dire cosa? >> ripetei ancora più accigliata
<< La verità >> disse ovvia
<< Emma, mi stai facendo venire il mal di testa, di che diavolo stai parlando? >>
Spostai la cioccolata in avanti ed incrociando i gomiti sul tavolo mi allungai verso di lei.
La mia amica sospirò mesta e copiò i miei stessi movimenti.
<< Partendo dal presupposto che ho sempre pensato che Luca fosse un emerita testa di cazzo >> proruppe arcigna << ma questo lo sai già, quindi andiamo avanti. Dico solo che, con molta probabilità, anche io darei di matto se il mio fidanzato partisse una settimana con la tipa che gli muore praticamente dietro >>
<< E, nel mio caso, chi sarebbe il tipo in questione? >>
Emma buttò un pugno sul tavolino con disappunto.
<< Andiamo Niki non fare l'ingenua, se ne sono accorti anche i muri dell'interesse di Thomas nei tuoi confronti >>
<< Anche tu con questa storia >> poggiai con stizza il busto sullo schienale della sedia << Luca non parla di altro ormai >>
<< Luca è un tipo paranoico, ma questa volta ci ha visto lungo >>
<< Vi state sbagliando >> squittii affranta << tutti quanti >>
<< E c'è di piu >> continuò la mia amica inclinando la testa verso sinistra e prendendo a guardarmi da sotto le sue lunghe ciglia.
<< Potrei non voler sentire quello che hai da dirmi >>
Emma ignorò la mia richiesta implicita e riprese a parlare << penso che ti piaccia >>
Strabuzzai gli occhi sconcertata << non puoi dire sul serio >>
<< Sono fin troppo seria invece >> confermò scrollando le spalle
<< Ti stai sbagliando di nuovo >> dissi scuotendo la testa
<< Niki ti conosco, siamo praticamente cresciute insieme, so quello che dico. Thomas ti piace, seppur inconsciamente. Proprio per questo non volevo dirtelo. Il fatto è che ancora non sei riuscita a venire a patti con la realtà e so anche che sei fermamente convinta di ciò, ma questo non significa che sia la verità >> concluse.
Presi a mordermi in labbro superiore frustrata, poi feci un gran respiro e tacqui per una manciata di secondi.
Anche io conoscevo nel dettaglio ogni sfaccettatura del suo carattere e se c'era una cosa che avevo imparato di lei in tutti quegli anni era che farle cambiare idea si rivelava sempre un'impresa impossibile.
Io ero la ragazza indulgente, lei quella intransigente. Un bionomio vincente insomma.
<< Thomas è mio amico, riesce a capirmi quasi quanto te, parlare con lui è semplice, si è vero, la maggior parte delle volte mi fa impazzire con le sue stupidaggini, mi irrita quasi sempre ma allo stesso tempo sa cosa mi passa per la testa senza bisogno che glielo dica >> presi un altro respiro, questa volta più profondo << mi piace, ma non nel modo che pensi tu, mi piace la sua amicizia >> puntualizzai.
Emma mi guardò bonariamente, alzò le spalle e lanciò uno sguardo lungo la strada << non sono d'accordo, ma ne riparleremo >>
<< Non c'è nulla da aggiungere Em >> dissi decisa più che mai a chiudere l'argomento.
<< Non ancora >> precisò << riprendiamo la nostra maratona di shopping? >>
Annuii sovrappensiero << però facciamo in fretta, tra qualche ora arriva Luca e non voglio farlo aspettare >>
<< Alla fine ti accompagna al concerto di Adele? >> domandò quando fummo fuori dal bar
<< Andiamo di là >> proposi indicando i negozi dall'altra parte della strada << non ne abbiamo più riparlato dopo quella volta, non sono sicura che voglia venire >>
<< Possiamo andare insieme se vuoi >> disse prima di fermarsi a guardare un vestito in vetrina << non mi offende fare da tappabuchi >>
Le buttai una gomitata << scema >> e presi ad osservare anche io l'abito << stasera glielo dico >>
Con la coda dell'occhio la vidi annuire distrattamente << che ne pensi? >> domandò facendo cenno verso l'indumento.
Il lungo vestito blu notte occupava l'intera vetrina del negozio, il tessuto di velluto ed i ricami in pizzo gli conferivano un'aria raffinata, le maniche arrivano fin sopra i gomiti e la scollatura lasciava leggermente scoperte le spalle. La posizione del manichino mi permise di ammirarne anche il profilo posteriore, la schiena era completamente nuda, alla base del fondo schiena c'era un delicato fiocco in pizzo i cui lacci ricadevano morbidi sul vestito.
Nonostante fosse un abito sobrio ed estremamente elegante avrebbe potuto conferire un'aspetto seducente anche ad una cozza.
<< Perché non lo provi? Potresti metterlo per il ballo di Natale >> propose.
Come da manuale, ogni anno il nostro Istituto organizzava - alla vigilia delle vacanze - un party Natalizio.
Uno degli eventi più attesi dal popolo studentesco, secondo solo al ballo di fine anno, i cui inviti erano estesi anche agli studenti delle altre scuole limitrofe.
<< Entriamo >> le agguantai la mano destra e ci precipitammo all'interno del negozio.
Circa due ore dopo lo shopping compulsivo terapeutico aveva dato i suoi frutti.
Alla fine Emma mi aveva convinto ad acquistare l'abito in vetrina mentre invece lei aveva optato per un vestito di raso nero che le ricadeva morbido fino ai piedi, lo spacco che partiva dal ginocchio non faceva altro che accentuare la sua bellezza dai lineamenti esotici, il bustino presentava una meravigliosa scollatura a cuore e la schiena era invece coperta da sottilissimi lacci intrecciati tra di loro.
<< Luca passa a prendermi tra circa venti minuti >> avvisai riponendo il telefono nella borsa.
Emma finse di esultare << evviva! >>
<< Ti chiamo domani >> tuonai nonappena varcammo la soglia di casa mia << che programmi hai stasera? >>
<< Penso di andare al Baya con Asia >> disse scrollando le spalle
Assottigliai lo sguardo sospettosa << c'è qualcosa che non so? >>
<< Del tipo? >>
Poggiai le buste con gli acquisti ai piedi del tavolino, vicino il divano, e portai una mano sotto il mento circospetta << è già la terza volta che andate in quella discoteca >>
Emma abbozzò un sorriso sardonico e si ravvivò i lunghi capelli castani << e con questo? >>
Incrociai le braccia sul petto << tu e tua sorella non andate mai due volte nello stesso locale >>
<< C'è sempre una prima volta >> mi canzonò divertita
<< Emma Rinaldi mi stai raccontando una grandissima cazzata >>
La mia amica non rispose, si limitò a farmi l'occhiolino.
<< Sputa il rospo subito! >> la minacciai andandole vicino
<< Quanto sei tediosa! >>
Iniziai a sbattere freneticamente un piede sul pavimento, in un chiaro invito a vuotare il sacco.
<< Va bene >> si arrese alla fine << potrei aver conosciuto un ragazzo >>
<< E..? >> le dissi incitandola a continuare
<< Fa il barman al Baya, sembra simpatico >>
Sventolai una mano verso di lei << e poi? >>
<< E niente Niki, mica me lo devo sposare domani >>
<< Come si chiama? >> interrogai
<< Riccardo >>
<< Quanti anni ha? >>
Si grattò la testa visibilmente spazientita << non lo so >>
<< E' di queste parti? >>
Prese un lungo respiro << non lo so >>
Assottigliai lo sguardo diffidente << è carino almeno? >>
<< Certo che lo è >> rispose irritata
Cercai di trattenere un sorriso di scherno << non guardarmi così, conoscendo i tuoi gusti non era poi una domanda così scontata >>
Emma spalancò la bocca << sei proprio una stronza! >>
<< Lo voglio conoscere >>
<< Frena gli animi Pitbull, non sono ancora sicura che mi piaccia >>
<< Ma non vale, tu mi hai rotto le scatole per mesi quando hai saputo di Luca >>
L'osservai poggiarmi una mano sulla spalla << diciamo che io e te abbiamo una visione differente dell'amore >>
<< E questo che vuol dire? >> chiesi offesa
<< Che io, a differenza tua, non cammino perennemente tre metri sopra il cielo solo perché un ragazzo mi interessa >>
<< Questo perché sei troppo cinica >> la rimbeccai
<< E tu hai un animo troppo romantico >>
<< E da quanto in qua essere romantici è un difetto? >>
<< Da quando ti costringe a stereotipare un ragazzo che, fidati, non fa assolutamente per te >>
Fu il mio turno di alzare gli occhi al cielo e sbuffare esasperata << sei insopportabile lo sai? >>
Emma mi diede un fugace bacio sulla guancia e si dirisse verso l'uscio << ci sentiamo domani, salutami il tuo principe azzurro >>
<< E tu il tuo! >> le urlai di rimando prima di chiudere la porta alle mie spalle e dirigermi in salotto.
Luca non mi aveva più scritto, diedi un occhiata al mio telefono e dopo averlo buttato di nuovo dentro la borsa sprofondai sul divano.
Improvvisamente il cellulare prese a squillare incessantemente, ipotizzai si trattasse del mio ragazzo, cercai subito di recuperarlo ed imprecai sottovoce quando l'impresa si rivelò più complessa del previsto. Quando finalmente riuscii ad agguantarlo e lessi il nome dell'interlocutore pensai che quella giornata si sarebbe rivelata un vero e proprio disastro.

'Fantastico, davvero. Ma spegnere questo benedetto aggeggio una volta tanto no?' - mi rimproverò la mia vocina.

<< Marco ciao >> dissi accettando la telefonata
<< Niki mi devi aiutare >> chiese con voce supplichevole
Sospirai mesta e mi portai una mano sulla testa. Di questo passo avrei potuto benissimo aprire un'agenzia di cuori solitari e vivere di rendita.

 

 

Settembre 2011
Quella sera non ero proprio dell'umore adatto per presenziare ad una festa.
Mi ero domandata più volte, rintanata nella mia stanza e distesa supina sul letto con l'inseparabile Miao - il gatto di peluche che zia mi aveva regalato all'età di otto anni – ed una busta di caramelle gommose alla frutta - quelle totalmente ricoperte di zucchero che mi facevano impazzire – se fosse il caso di mettere il piede fuori casa.
Per circa un'ora mi ero chiesta cosa dovessi fare, una parte di me avrebbe voluto barricarsi sotto le coperte ed abbandonare il nido solo l'indomani, l'altra pensava che non avrei potuto fare un torto simile ai miei amici, soprattutto a Marco, nel giorno del suo compleanno.
Non avevamo fatto altro che organizzare con solerzia e minuzia ogni cosa per quel giorno, ed ora che finalmente era arrivato speravo solo che passasse in fretta.
Emma aveva avuto l'idea di preparare una festa a sorpresa a casa di Thomas, approfittando dell'assenza di qualche giorno dei suoi genitori.
Alla fine, sopraffatta dall'affetto verso quei tre squinternati, avevo tirato fuori dall'armadio il vestito comprato per l'occasione ed ero uscita.
Thomas abitava in una villetta completamente circondata da un giardino grandissimo, ricoperto da una quantità imbarazzante di piante.
Una vecchia quercia troneggiava sul lato sinistro della dimora nascondendo una cuccia dalle modeste dimensioni che offriva ospitalità a due meticci, uno bianco come la neve, l'altro nero come l'onice.
Sulla destra un piccolo patio in legno dava riparo ad una delle due utilitarie della famiglia, a fianco, un dondolo a due posti oscillava a causa del vento.
Salii velocemente la piccola rampa di scale che mi separava dall'uscio e sunai il campanello mentre con l'altra mano fissavo affranta il display del telefono.
Emma aprì la porta tirandomi dentro senza garbo.
<< Sei in ritardo! >> inveì << Marco sta arrivando >>
Aveva i capelli sciolti ed un vestitino beige che le arrivava sopra il ginocchio, una piccola cintura dorata le avvolgeva i fianchi ed un paio di ballerine dello stesso colore.
Prima di chiudere la porta diede una rapida occhiata dietro di me << Luca? >>
Strinsi le spalle torturandomi le unghie.
<< Non è voluto venire vero? >> lo accusò
Fu sufficiente rivolgerle un veloce sguardo amareggiato per farle capire tutto quanto.
Avevo passato quasi metà pomeriggio tentando di convincerlo ad accompagnarmi, avevo persino sperato di vederlo spuntare all'improvviso, ma ovviamente nessuna delle due cose era successa.
<< Lascia perdere, sarà comunque una serata divertente >>
<< Gli altri sono arrivati? >> le chiesi guardandomi intorno
La casa era distribuita su due piani, collegati da un'elegante scala a chiocciola. L'arredamento era classico ed estremamente raffinato.
Emma mi prese subito per mano << si vieni >>
Attraversammo velocemente l'ingresso ed entrammo nella sala da pranzo piena zeppa di striscioni e palloncini di ogni tipo.
C'erano circa una decina di persone nella stanza.
In un angolo, seduta vicino al camino, riconobbi la sorella di Marco impegnata in una fitta conversazione con due cugine, vicino al tavolo imbandito di dolci c'erano alcuni suoi amici di vecchia data ed altri che invece non avevo mai visto prima.
Sulla destra, comodamente appollaiate su un divano color avorio notai delle facce - fin troppo conosciute - impegnate in una partita a carte.
Gerardo giocava in coppia con Claudio, Ettore e Pietro guardavano l'uno le carte dell'altro lanciandosi sorrisi complici e Thomas, che stava tentando di contenere gli animi, sembrava in attesa di qualcuno.
Quando il suo sguardo incrociò il nostro ci fece subito cenno di raggiungerli.
<< Sbrigati >> disse poi in direzione della mia amica << Ettore ha già tentato di barare tre volte >> e si spostò di lato per permetterle di sedersi accanto a lui.
Emma rise divertita e riprese le carte in mano.
Thomas ruotò leggermente la testa verso di me facendomi l'occhiolino, estrasse dalla tasca dei suoi jeans il cellulare e dopo aver letto velocemente un messaggio si alzò << Marco sta arrivando >> urlò in modo che tutti potessero sentirlo << fate silenzio e chiudete tutte le luci, io vado ad aprire la porta. >>
Seguimmo alla lettera le sue istruzioni ed io andai a sistemarmi vicino ad Emma.
<< Togliti quel muso lungo dalla faccia >> mi ammonì bonariamente
Eravamo completamente al buio ma riuscii comunque a buttarle una gomitata sul braccio.
Non fece in tempo a ribattere perché all'improvviso le luci della sala si accesero mostrando Tom e Marco totalmente assaliti da applausi e voci che iniziarono – maldestramente - ad intonare la solita canzone di buon compleanno.
Il festeggiato ci fissava come se avesse appena assistito ad un invasione aliena, si portò le mani dietro testa e spalancò la bocca << voi siete matti! >>
Quando incrociò il mio sguardo lo raggiunsi subito gettandogli le braccia al collo << Buon compleanno geniaccio >>
Lui ricambiò la stretta sorridendo << è stata opera vostra vero? >>
Mi allontanai di poco e annuii trionfante << dall'inizio alla fine >>
<< Abbraccio di gruppo? >> propose Emma avvicinandosi, seguita a ruota da Thomas che aveva già iniziato ad allargare le braccia.
Scoppiammo a ridere e ci stringemmo in un caloroso abbraccio.
<< Grazie >> disse Marco commosso << non so cosa dire >>
<< Non ringraziare, il conto ti arriverà a casa >> lo prese in giro Thomas
<< Vai a salutare gli altri >> suggerì Emma << non vorremmo essere accusati di aver monopolizzato l'attenzione del festeggiato >>
<< Vado e torno >> e raggiunse rapido il resto delle persone in fondo alla stanza
<< Emma, Thomas! >> urlò Ettore dal comodo divano in pelle << ce la facciamo a finire la partita prima che mi cresca la barba bianca? >>
<< Arriviamo >> rispose Emma voltandosi verso di me
<< Vado a prendere qualcosa da bere e vi raggiungo >> le suggerii prontamente
<< Ho sete anche io >> concordò subito Tom << arriviamo subito, tienili a bada due minuti >> disse ad Emma lanciandole uno sguardo veloce, poi mi diede un leggero buffetto sulla testa e mi indicò il tavolo delle bevande.
<< Luca non c'è? >> chiese porgendomi un bicchiere
Guardai la miscela di liquido rossastro e poi riportai lo sguardo su di lui << cos'è? >> domandai accigliata
Inarcò le sopracciglia << veleno. Speravo non te ne accorgessi ma a quanto pare non sono stato abbastanza bravo >>
<< Ah! Come rido, sei troppo simpatico! >> sbottai pungente
<< Lo so. Non sei la prima a dirmelo >> concordò presuntuoso
<< Mai pensato alla carriera circense? >>
<< Nah. Ho in mente di coltivare il mio immenso talento altrove >> rispose sventolando la mano con noncuranza
<< Stavo facendo del sarcasmo >> puntualizzai
<< Io no >> mi osservò per una manciata di secondi << bevilo scema, è solo aranciata rossa >>
Seguii il suggerimento e mi bagnai le labbra assaporando piano la bevanda.
Il sapore era davvero ottimo.
<< E' buona >> convenni sovrappensiero
<< So anche questo. Allora? >> mi incitò
<< Cosa? >>
Si avvicinò e mi sfilò il bicchiere dalle mani << non hai ancora riposto alla mia domanda >>
<< Quale domanda? >> chiesi fingendomi confusa
Thomas alzò gli occhi al cielo e scosse la testa per niente ammaliato dalla mia aria innocente << tu mi esasperi >>
Gli feci una linguaccia << no, io ti sopporto >>
Inarcò di nuovo le sopracciglia e corrugò la fronte << non cambiare discorso signorina >>
Sospirai ed osservai velocemente la sua figura longilinea.
Quella sera indossava un maglioncino a girocollo blu notte, dal quale spuntava il colletto di una camicia azzurra ed una paio di jeans scuri che ricadevano morbidi dentro un paio di scarponcini antracite.
Thomas incrociò le braccia sul petto e da dietro il solito paio di occhiali – che si ostinava ad indossare più per abitudine che per necessità - ridusse gli occhi a due fessure.
<< Quindi? >> mi incitò di nuovo << Luca dov'è? >>
Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed alzai le spalle fingendo disinteresse << aveva un impegno >>
Si grattò il mento, ricoperto da un leggero accenno di barbetta << per questo hai il dente avvelenato? >> domandò alla fine
Lo guardai oltraggiata << non ho affatto il dente avvelenato! >>
<< Direi proprio di si >>
<< Assolutamente no >> protestai
<< Assolutamente si >>
Portai le mani sui fianchi << no >>
<< Si >> mi contraddisse serenamente
<< Finiscila >> rimbeccai piccata
Thomas allungò un piccolo dolcetto verso di me e prima che potessi afferrarlo lo allontanò repentino di qualche centimetro << solo se mi prometti di mettere in pausa il tuo malumore >>
Mi morsi il labbro tentando di nascondere un sorriso << ed io cosa ci guadagno scusa? >>
<< Ti faccio fare il tour gratuito della tenuta Tavelli >> propose allargando le braccia teatralmente
<< Posso farlo anche da sola >>
<< Non lo metto in dubbio ma io sono una guida insostituibile, inoltre.. >> disse esitando un istante << potrei avere il cd di una certa cantante straniera.. >> lasciò la frase in sospeso e mi squadrò da capo a piedi ridacchiando.
Gli afferrai il polso scuotendolo freneticamente con poco garbo << davvero? >>
Si aprì in uno dei suoi tanti sorrisi insolenti << che ne dici Castellani, abbiamo un accordo? >>
Annuii con veemenza saltellando senza ritegno e sbattendo le mani come una patetica ragazzina di appena quattro anni.
<< Sei una sporca opportunista >> constatò fingendosi oltraggiato
<< Ti ho mai detto che ti voglio bene? >> chiesi ghignando
<< Andiamo dagli altri Monky >> e senza darmi il tempo di opporre resistenza mi afferrò dalle spalle spingendomi verso i nostri amici << prima che ci uccidano >>


 

<< Emma deve darmi una possibilità >> tuonò disperato Marco
Non parlava d'altro da quasi quaranta minuti, io mi limitavo ad annuire di tanto in tanto, il necessario a fargli capire che non mi fossi addormentata con la cornetta in mano.
Fissavo maniacalmente l'orologio ad intervalli regolari di cinque minuti circa, Luca era sempre stato puntuale come un orologio svizzero, quel giorno invece era in un ritardo mostruoso.

<< Che ne pensi? >> domandò il mio amico con tono grave.
Con il pollice e l'indice presi a massaggiarmi le tempie lentamente << Marco, forse non è destino >> azzardai provando a dare la colpa al fato << dovresti iniziare a guardarti intorno senza lasciarti sopraffare dalla situazione >> esitai un istante, indecisa se continuare o meno << trascorrete insieme praticamente ogni minuto. Magari ti sei semplicemente lasciato condizionare e sopraffare dagli eventi, no? >>
<< Sono perfettamente padrone dei miei sentimenti >> affermò con convinzione << quello che provo per lei è reale >>
Tirai l'ennesimo sospiro << ne sei sicuro? >>
<< Assolutamente >> confermò
<< Hai mai pensato a quello che potrebbe succedere se Emma non ricambiasse? Voglio dire, c'è in ballo la vostra amicizia >>
Questa volta fu lui a sospirare << no. Però sono sicuro di piacerle, magari è solo spaventata >>

'Buon Dio!'

Scossi la testa rassegnata.
Fortunatamente, prima che potessi rispondergli, il campanello della porta iniziò a suonare con insistenza.
Qualcuno doveva aver dato ascolto alle mie preghiere.

Balzai in piedi velocemente << Marco scusa, è arrivato Luca >>
<< Ci sentiamo domani >> disse mesto
<< Certo >> posai il telefono sgarbatamente, attraversai la stanza ed aprii l'uscio trovando il mio fidanzato intento a sfregarsi le mani per il troppo freddo.
Lo abbracciai veloce poggiando il mento sul suo petto, lui mi avvolse le braccia intorno alla schiena depositando un bacio sulle labbra, vi si soffermò per qualche secondo prima di allontanarsi e rivolgermi un sorriso di scuse.
<< Scusami, in negozio oggi non abbiamo avuto un attimo di respiro >>
Alzai le spalle con noncuranza e mi spostai di lato per farlo entrare.
Luca si diresse verso il divano, si tolse il giubbotto e gettò uno sguardo verso le buste vicino al tavolino in legno << avete svaligiato l'intera città? >>
<< Quasi >> dissi raggiungendolo
Mi sdraiai scomposta vicino a lui, poggiai la schiena contro il bracciolo del divano e sistemai entrambe la gambe sulle sue.
<< Ho comprato anche il vestito per il ballo >> confessai
Luca afferrò la mia mano giocandoci distrattamente << il ballo? >>
<< Te ne ho parlato qualche giorno fa >> scivolai verso di lui per depositargli un bacio sulla spalla
Annuì vago e poggiò la testa sulla mia << e tu vuoi andarci? >>
<< Tu no? >>
Si schiarì la voce << lo sai che non mi piacciono queste cose >>
Rafforzai la stretta della mano << sarà divertente >>
<< Quindi vuoi andarci >>
<< Ho comprato il vestito >> risposi ovvia
<< Hai comprato il vestito >> confermò
Mi allontanai per poterlo guardare negli occhi << verrai? >>
Arricciò le labbra e spostò lo sguardo sul pavimento << ci penserò >>
Stava prendendo tempo.
Iniziai a mordermi le labbra a disagio, avevo anche intenzione di chiedergli del concerto e non ero disposta ad accettare un no come risposta, speravo solo di non dover trascorrere l'ennesima serata a litigare.
<< Per Firenze invece? >> azzardai
Luca aggrottò la fronte e mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio << non riesco a liberarmi per quel giorno >>
<< L'hai chiesto a Max? Sono sicura che non dirà di no! >> cinguettai speranzosa.
Scosse il capo e si posizionò meglio di fronte a me << non posso chiederglielo. Ho iniziato a lavorare da poco e non me la sento di lasciarlo da solo >>
Lo fissai in disaccordo << ma è solo per mezza giornata >> protestai, riprendendo a torturarmi con i denti il labbro inferiore.
<< Niki per favore >> sbottò seccato
Sollevai le gambe, le raccolsi al petto e mi rivolsi completamente verso di lui.
<< Non posso, non mi va, non riesco, non mi piace, non ce la faccio, è sempre la stessa storia con te. Perché diavolo non puoi accontentarmi per una volta? >> inveii irritata.
Sbattei sgarbatamente una mano sul divano ed assottigliai lo sguardo.
Si passò una mano nei capelli << e tu perché non capisci che il mio non è semplicemente uno stupido capriccio? >> rispose avvilito
<< Capisco fin troppo bene invece. Non vuoi che parta, non vuoi accompagnarmi al ballo, non vuoi che esca con i miei amici, non ti và di venire con me al concerto. Esiste ancora qualcosa che vuoi fare? >>
<< Tu invece ultimamente sei troppo pretenziosa. C'è per caso qualcosa che dovrei sapere? >>
Alzai le braccia esasperata << per favore non iniziare con il solito discorso. Non te lo permetto, non stavolta >>
<< Perché? >> mi provocò
<< Andrò con Emma se tu non vuoi venire >>
Poggiai i piedi sul pavimento senza mai smettere di fissarlo.
<< Al ballo? >> disse ironico
<< Al concerto >> puntualizzai << ma se non vorrai accompagnarmi neanche al ballo troverò qualcun altro, non sarà di certo un problema >> aggiunsi tagliente
Luca assottigliò lo sguardo furente << lo so benissimo, il tuo amico del cuore non vede l'ora! >>
<< E se anche fosse? >> mi alzai di scatto puntando un dito contro di lui << almeno Thomas c'è sempre quando ne ho bisogno! >>
Realizzai solo qualche secondo dopo ciò che mi ero lasciata sfuggire, trattenni il respiro pentendomene subito e feci in passo verso di lui che nel frattempo si era lanciato contro di me serrando la mascella furibondo.
<< Sai che ti dico allora? >> urlò ad un palmo dal naso << esci con lui stasera! >> afferrò il giubbotto ed uscì di casa sbattendo la porta.
<< Vaffanculo! >> strillai con tutta la voce che avevo in corpo
Mi guardai intorno disorientata, presi lunghi e profondi respiri, estrassi il cellulare dalla tasca della borsa e mi precipitai in camera.
Composi velocemente un numero e rimasi in attesa.
<< Cosa ha combinato questa volta il cretino? >> disse la mia migliore amica rispondendo dopo soli due squilli.
<< Posso venire con voi stasera? >> chiesi tirando su col naso
Sentii un rumore dall'altra parte della cornetta << Asia >> chiamò Emma in lontananza << Niki è dei nostri >> la sorella emise un urlo ovattato seguito da un lungo fischio di apprezzamento che mi procurò un sorriso sincero.
Emma rise insieme a me << passiamo a prenderti verso le undici >> mi informò << ti voglio bene >> disse prima di riattaccare.
Emma era sempre stata il mio porto sicuro ed io in quel momento avevo solamente bisogno di un rifugio affidabile e di qualcuno pronto a difendermi ancor prima di giudicarmi, di qualcuno che riuscisse a capirmi senza gesti o parole, qualcuno che mi conoscesse a fondo e che, nonostante questo, continuasse a volermi bene.

 





 

I legami più profondi non sono fatti né di corde,
né di nodi,
eppure nessuno li scioglie. “




 

* Rullo di tamburi* Rieccomi quà, sono stata di parola! Stento a credere a quello che sto per dire ma ho finito di scrivere il capitolo successivo quindi presumo che anche il prossimo aggiornamento sarà puntuale.
Allora alcune pillole random, in questo capitolo veniamo a sapere che ci sarà un ballo di Natale. I nostri amici ci andranno? Se si, chi andrà con chi? Succederà qualcosa? Rimanete sintonizzati e lo scoprirete. ( *tenta miseramente di suscitare interesse nel lettore!* Sono una cattiva persona? Mi auguro di no!"). Nicole e Luca hanno l'ennesimo litigio, in una relazione non sempre le cose filano lisce come l'olio ma la cosa importante e capire se tutti i problemi che si presentano possono essere risolti. Thomas non è fisicamente presente in questo capitolo però lo si nomina spesso, c'è ma non si vede come si suol dire.
Spero che la storia vi piaccia e vi stia appassionando anche perché stiamo entrando praticamente nel vivo del racconto. 
Come al solito concludo dicendovi che mi farebbe davvero piacere conoscere il vostro parere, uno scrittore anela sempre a conoscere le opinioni ed i pensieri dei lettori, sono un pò come la linfa vitale, ci esortano a continuare, ci danno una marcia in più! Fatemi sapere cosa ne pensate inoltre, giacché è concluso, vi lascio un piccolissimo estratto del prossimo capitolo.
Un abbraccio, ci rileggiamo ad aprile! <3
Orihime.


 

  SPOILER - DAL PROSSIMO CAPITOLO
<< Coraggio >> riprovò accarezzandomi una spalla << ti tengo io >>
Sospirai e gli rivolsi uno sguardo scettico aspettandomi di trovare la sua solita aria di scherno e scoprendo invece un paio di occhi verdi che mi osservavano in attesa.
Un secondo dopo Thomas incurvò la schiena, spostò la mano destra sul mio braccio e si posizionò di fronte a me << ti fidi di me? >> sussurrò poi seriamente
<< Stento a credere a quello che sto per dire ma si, mi fido >> confessai con un tono di voce più accomodante del dovuto.





* AGGIORNAMENTO DEL 07/02/2017: 
Per tutti quelli che sono finiti per caso a leggere questa storia e per quelli che invece lo hanno già fatto, rendendomi la ragazza più felice sulla faccia della terra, volevo precisare alcune cose: ho iniziato di recente ad effettuare delle modifiche sulla storia, fondamentalmente la trama orizzontale non ha effettuato modifiche ma ho deciso di inserire alcuni passaggi, ti toglierne altri, di spostare dei pezzi di capitoli da una parte ad un altra in base alle esigenze della storia, pertanto è possibile che la disposizione temporale di alcune scene subiranno delle variazioni, saranno inserite scene completamente nuove, flashback, dialoghi e probabilmente aggiungerò qualche capitolo intermedio. Una rilevante ristrutturazione insomma, nella speranza di rendere questo racconto migliore e più interessante.
Continuerò a postare questa piccola nota in tutti gli altri capitoli insieme all'umile richiesta di farmi sapere le vostre opinioni in merito.

 




 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Orihimechan