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Autore: BambuBaoBab    16/03/2017    1 recensioni
Nata come una One-Shot ha intrapreso una gestazione prepotente, nella mia mente e tra le mie dita, fino a nascere in una Fic. Ora piange, perché vuole essere letta e giudicata.
Dal prologo.
- Tu hai dei desideri, Saiyan? – chiese Lord Bailor.
- Che domande…-rispose Vegeta – tutti hanno dei desideri.
Il Dio sorrise e giunse le mani. Dalla punta dei medi scaturì una piccola sfera di luce.
- Ingoia questa sfera Saiyan e il tuo desiderio più profondo, quello che ha covato nel tuo animo per anni si esaudirà. Ti troverai in una nuova dimensione, reale quanto quella in cui risiedi ma dove qualcosa è accaduto, o accadrà, o sta accadendo in modo diverso. Solo tu puoi decidere cosa.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bardack, Goku, Re Vegeta, Vegeta
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Clessidra

L’acqua scorreva sulle membra stanche del guerriero. La sua fronte premeva contro la parete  fresca della doccia ma ciò non serviva a raffreddare il ritmo dei suoi pensieri.

Nonostante la perfetta insonorizzazione della camera, poteva avvertire il fermento generale della Base Clessidra nell’atmosfera, nell’etere che lo circondava.

Uscì dalla coltre di vapore che abbracciava la minuta ma mascolina corporatura e si vestì senza soffermarsi sulla sua immagine allo specchio. Vedersi ringiovanito e con la coda ancora saldamente legata a se lo confondeva ulteriormente, come se la situazione non fosse già abbastanza complicata. Nei passati tre giorni si era aggirato per la base con una falsa sicurezza ascoltando e carpendo ogni più piccola informazione e impartendo le direttive che più gli sembrava consone facendosi consigliare da suo padre e da Kakarot.

 

Nel suo brillante ed attuale sottoposto, riconosceva solo la corporatura e la grande attitudine a combattere del suo amico-rivale cresciuto tra le leggerezze terrestri.

Era scaltro e acuto nelle decisioni e tutti lo guardavano con rispetto e ammirazione, anche se l’empatia che caratterizzava la sua versione senza coda, era ben celata da un atteggiamento rigido e composto.

Ma, esattamente come sulla terra, tra di loro vi era una chimica profonda e viscerale che li aveva portati ad avvicinarsi anche in una dimensione piena di Saiyan, anche se lui stentava a crederlo.

D’altro canto sembrava che il Vegeta di quella realtà così aliena non fosse poi tanto diverso da quello che era approdato sulla terra. Nessuno si era stranito per la sua fermezza e riservatezza, per il suo carattere duro, freddo e solenne. Capì che quei tratti erano peculiari del Vegeta di qualunque dimensione.

Eppure, seppur non aveva problemi ad inscenare quel leader tanto ben voluto non aveva ancora ben capito quali erano gli antefatti che lo avevano condotto fino a quel punto. Gli Tsufuru lo guardavano con somma ammirazione e i guerrieri del Consiglio rivedevano in lui il leader della loro razza, nonostante non fosse l’unico erede del Re.

Aveva incrociato suo fratello minore solo una volta in quei giorni e non avrebbero potuto essere più diversi nell’aspetto, mentre insieme ai due piccoli principi aveva cenato, al capezzale del padre, ogni sera.  Nel piccolo Table rivedeva se stesso quasi quanto si rivedeva in Trunks.

Pensare al figlio gli dava sempre una scossa di dolore.

Uscì dalla sua stanza e si diresse verso la sala dei comandi.

La parola YEXAN brillò nello schermo e in un attimo sbucò nella sala comandi; si trovò davanti le postazioni stranamente vuote. La dozzina di tecnici che di solito operavano seduti, chini su tastiere e pulsanti erano in piedi ed osservavano lo schermo che occupava  un quarto del perimetro della stanza. Un piccolo pallino in alto allo schermo pulsava di cerchi concentrici che via via di avvicinavano al centro del radar.

Non appena Vegeta apparve,  gli occhi si posarono su di lui ma lui non incrociò il loro sguardo.  Le sue iridi si strinsero subito sul piccolo pallino rilevato.

 

“Ecco, allora, la nave che l’esercito migliore della galassia si è fatta soffiare sotto il naso” pensò abbattuto, limitandosi a chiedere « Tra quanto sarà qui ? »  senza distogliere lo sguardo.

 

Un brusio avvolse la nuvola di omuncoli e poi la voce stridula che Vegeta già conosceva rispose:

 

« Due ore, Principe Vegeta. »

 

 

 

 

Kakarot spinse l’aliena verso il muro con energia sufficiente a calmarla, ma non a farle male.

 

« Generale Tisko,  le avevo già comunicato che il Principe non può riceverla in questo momento delicato. Siamo sotto attacco e lei ha una delegazione intera su Naipec con cui disquisire! »

 

«Tu, un manipolo di vecchi generali rimbambiti me lo chiami delegazione? Io voglio parlare con un…»

 

«Mio padre fa parte della delegazione » la interruppe il Saiyan incupito « ha rinunciato all’opportunità di proteggere il suo Re e il suo Principe per tenere i tentacoli di quel mostro di Freezer lontano dal suo pianeta. Dovrebbe mostrare rispetto. » concluse con tono fermo e deciso.

 

« Io e il mio esercito possiamo difenderci benissimo da soli… » rispose l’aliena staccandosi dal muro. La pelle era scura come la terra umida  e dei capelli argentei le scendevano fin sulle spalle. « ..voglio parlare con il Re.»

 

«Chi mi desidera? » li interruppe una voce alta ed energica entrando nell’ hangar. La figura a cui apparteneva si avvicinò ai due sovrastando, Kakaroth in altezza.

 

« Me ne sto occupando io Ortagos. » gli rispose.

 

« Comandante, non c’è motivo di trattare in vece dei tuoi sovrani quando questi sono presenti. » lo interruppe il Saiyan con un sorriso spavaldo contornato dal rigido pizzetto blu « So che mio fratello te lo lascia fare impunemente ma per quanto mi riguarda non desidero sottrarmi dalle mie responsabilità. »

 

 Kakaroth deglutì vistosamente ma proprio in quell’istante una voce dal fondo dell’hangar lo richiamò. Guardò di sbieco il suo sovrano abbozzando un inchino e gli si allontanò .

 

Dalla parte opposta dell’aviorimessa lo Tsufuru Giuno  stava controllando il pannello di comandi della enorme astronave che troneggiava nel centro del deposito quando la sua ricetrasmittente aveva trillato il codice che tutti temevano di sentire in quei giorni concitati.

« Che cosa vuoi Giuno? Non vedi che Ortagos è qui a piantar grane? » borbottò  Kakarot atterrando , lanciando una occhiata verso il Principe,  da lontano.

 

« Ora lui è l’ultimo dei miei pensieri. » disse balzando giù per portarsi vicino al Comandante  «La Galium sarà qui tra meno di due ore. »gli sussurrò.

 

Kakaroth indietreggiò di un passo, celando lo sgomento,  e lo guardò negli occhi. Poi, senza dire nulla si librò in volo attirando l’attenzione dei tecnici , meccanici e soldati che lavoravano dell’ultimo piano della Base.

 

«Allora mia cara, cosa può fare il tuo Principe per te? »

 

Tisko lo sguardò velocemente : era estremamente alto e piuttosto magro, diverso da certi bestioni che aveva visto tra le fila dei Saiyan. Gli occhi neri come la pece risaltavano sui corti capelli blu elettrico.  Da sotto la tutra da combattimento grigia e la corazza bianca guizzavano i muscoli lunghi e agili.

 

«Tu non somigli al Principe che conosco io…»

 

« E quale conosci tu? » gli chiese lui sorridendole . I lineamenti virili e simmetrici la confusero per un attimo.

 

« Il Saiyan che ha sventrato il tirapiedi di Freezer su Naipec. »

 

Ortagos sorrise e guardò l’aliena negli occhi.

 

« Sembra un atto degno di mio fratello Vegeta...mi spiace ma non credo ti possa ricevere ora come ora. Nella sua inettitudine ha dato ad un comandante non meritevole una nave di inestimabile potenza che il nemico ci ha rubato e che ora si sta dirigendo verso la base. »

 

 La voce di Kakaroth risuonò nella stanza come a voler incorniciare le parole di Ortagos.

 

« La Base è sotto assedio. Arrivo previsto tra due ore. Prepararsi al contrattacco. » ordinò il Comandante.

 

Dopo pochi istanti di elaborazione una sirena scattò e il fermento invase l’hangar.

 

« Precisamente » disse Ortagos congedandosi con un inchino.

Spaesata l’aliena lo seguì.

 

Nell’immensità dello spazio la Base Spaziale Clessidra orbitava silenziosa ed insignificante. La sua struttura che nella parte più bassa ospitava le astronavi e nella parte superiore alloggi e la sala comandi,  al centro si stringeva e si collegava per due ponti al glorioso anello orbitante.

 La cima era tornata a popolarsi del suo solito brusio ma era innegabilmente  sommesso e timoroso. Gli Tzufuru vedevano in Vegeta il Salvatore del loro popolo, colui che aveva impedito il loro sterminio decenni addietro e al suo destino era legato indissolubilmente il loro.

 

Ignaro di tutto questo Vegeta stava discendendo con l’ascensore la Clessidra, scrutando lo spazio oltre i vetri. Tentò di concentrarsi per  prevedere l’aurea che si stava avvicinando ma non riusciva a distinguere auree negative all’orizzonte.  L’aura tremolante e debole del padre colpì la sua attenzione e lo risvegliò quando l’ascensore si fermò nei pressi dell’ hangar.

  Vi si diresse attirato dal vocio ed entrò.  La porta dava sulla prima delle cinque balconate che correvano intorno al perimetro del deposito.  Solitamente le astronavi da battaglia erano agili e leggere e non arrivavano al primo anello. Ma quelle che si trovò davanti erano le navi più grandi che potesse ricordare. Alte circa 18 metri, sfioravano il soffitto e solo i cannoni laterali avrebbero potuto ospitare in piedi un uomo. All’entrata di Vegeta una fila di soldati imbracciò il fucile in segno di saluto e il brusio si spense. 5 Saiyan disarmati lo aspettavano schierati in prima fila.  Kakaroth stava al centro e abbozzò un inchino mentre gli altri 4 lo completarono in modo sincero e cortese.

Vegeta, al cospetto di 5 membri del Consiglio degli  Otto si guardò intorno ed esordì.

« Siamo pronti?  >>

« I livelli sono stati messi in sicurezza  e i piloti sono schierati » ripose il  Saiyan dai capelli lunghi e lisci alla destra del Primo Comandante « vostro padre e la sua compagna sono stati portati nel bunker del livello 3 e così anche Table e Knip. Infine …» concluse con voce traballante « la barriera energetica intorno al pianeta è attiva; ma non sappiamo quanto reggerà. »

Vegeta annuì ed ispirò profondamente.  Si sentiva in parte sbeffeggiato dal destino : aveva re incontrato suo padre e trovato i suoi fratelli solo per  vederli subitamente in pericolo, come era accaduto già molte volte con Bulma e Trunks. Il pensiero di loro  lo distrasse per un attimo.

 

« Ortagos dov’è? Dal Re? »

In quell’istante il Principe entrò nella sala. I 5 comandanti si inchinarono mentre con solito passo leggero lui si portava di fianco al fratello maggiore sovrastandolo con la sua figura.

« Mi copri le spalle fratello? » chiese

« E’ il mio dovere»  rispose Vegeta.

« Io coprirò le tue. »

Vegeta chiuse gli occhi. Dentro di se montava il potere che ben conosceva e che invece quella dimensione non aveva mai visto.

 «Non ne avrò bisogno. »

In quell’istante un soldato entrò trafelato nell’hangar. Ispirando cerco disperatamente lo sguardo del suo Principe per poi gettarsi ai piedi di Vegeta.

« Mio Principe…- rantolò inchinandosi  -la Galium…hanno detto di non sparare » raccolse fiato con forza e disperazione « c’è il comandante Nappa alla guida. »

   
 
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