Serie TV > I Medici
Segui la storia  |       
Autore: Stella Dark Star    20/03/2017    0 recensioni
Per Andrea Pazzi e Lucrezia Tornabuoni è amore a prima vista quando s’incontrano nella basilica di San Lorenzo durante il funerale di Giovanni de’ Medici. Il problema è che entrambi sono sposati e per di più le loro famiglie sono nemiche naturali. Ma questo non basterà a fermarli. Tra menzogne e segreti, l’esilio a Venezia cui lei prenderà parte e il ritorno in città della moglie e i figli di lui, sia Andrea che Lucrezia lotteranno con tutte le loro forze per cercare di tenere vivo il sentimento che li lega. Una lotta che riguarderà anche gli Albizzi, in particolar modo Ormanno il quale farà di tutto per dividerli a causa di una profonda gelosia, fino a quando un certo apprendista non entrerà nella sua vita e gli farà capire cos’è il vero amore.
Consiglio dell'autrice: leggete anche "Delfina de' Pazzi - La neve nel cuore", un'intensa e tormentata storia d'amore tra la mia Delfina e Rinaldo degli Albizzi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo uno
Fiera come una leonessa
 
Era tutto maledettamente noioso. Se non fosse stato costretto a presenziare, mai al mondo si sarebbe trovato lì, a camminare ad andatura soporifera e schiacciato tra la famiglia dei Medici, silenziosa come una tomba, e quella degli Albizzi, di cui padre e figlio si divertivano a malignare con battute provocanti e fuori luogo, anche se ad un certo punto lui stesso si era voltato per scambiare un sorriso complice con Rinaldo. E invece, trattandosi del corteo funebre del grande, potente, scaltro e temuto Giovanni de’ Medici, aveva dovuto armarsi di pazienza e andare per salvare le apparenze. Fino a quando giunse un popolano adirato a movimentare il corteo.
“Basta! Sappiamo tutti che era un tiranno! Ha rovinato chiunque lo abbia ostacolato!”
E aveva ragione. Lui, Andrea Pazzi, sapeva quanto poteva essere pericoloso un Medici, per questo anni fa aveva stretto un’alleanza cogli Albizzi e aveva deciso volutamente di vivere nella loro ombra per proteggersi. O almeno lo avrebbe fatto fino a quando fosse stato necessario.
“Sei un bugiardo! Un bugiardo!” Gridò Piero de’ Medici, scagliandosi addosso all’uomo che aveva osato infangare la memoria di suo nonno. Era uno spettacolo decisamente divertente vedere un giovane Medici dare mostra di sé in quel modo. E l’intervento tempestivo dello zio Lorenzo fece sorridere Andrea senza ritegno, tanto che dovette sollevare un braccio all’altezza della bocca per nasconderlo.
Adesso sì che poteva dire di essere felice di trovarsi lì! Diede un colpo di tosse e cercò di ricomporsi prima che qualcuno lo notasse. Fu allora che vide…lei. Sguardo fermo e infuocato, mascella contratta per il disappunto, avanzò verso l’uomo che aveva parlato e lo apostrofò severamente: “Non provate vergogna a parlare in questo modo? Siete solo un villano.” L’ultima parola uscì con maggiore enfasi, tanto che la voce le vibrò. Sfoggiò uno sguardo di disgusto e si voltò per tornare da Piero. Gli sfiorò il braccio gentilmente e il suo tono di voce mutò in un suono dolce: “Fatti forza, caro.” Ora il suo sguardo era carico di tristezza e le sue attenzioni amorevoli servirono a placare il pianto di Piero. I due erano entrambi molto giovani, forse avevano la stessa età, ma lei era senza dubbio molto più matura come persona. Andrea ne rimase affascinato.
Dopo il piccolo incidente di percorso, il corteo raggiunse la Basilica di San Lorenzo dove si sarebbe svolta la cerimonia funebre. La disposizione dei posti a sedere era a ferro di cavallo, cosicché tutti i presenti potevano vedere in faccia tutti. In ogni caso, da dove era seduto lui, avrebbe comunque potuto vedere la ragazza che aveva catturato la sua attenzione poco prima.
Era una giovane molto carina, dalle labbra rosee e piene, l’incarnato olivastro e, cosa che gli piaceva in particolar modo, teneva lo sguardo sollevato in dimostrazione del suo carattere forte. Cercò di ricordare di chi si trattasse, se era una Medici doveva averla già veduta in passato. Il fatto che avesse camminato al fianco di Piero, lo avesse chiamato ‘caro’ e ora fosse seduta accanto a lui, gli suggerì che probabilmente si trattava di sua moglie. A conferma, gli tornò in mente che i due si erano uniti in matrimonio poco tempo prima e, anche se lui era stato invitato, aveva deciso di non andare per pura e semplice antipatia nei confronti della famiglia Medici. Se avesse saputo che la sposa era così bella e aveva un carattere così infuocato, si sarebbe fatto meno problemi a presentarsi.
Il Vescovo parlava in una cantilena ancor più soporifera del corteo, l’unico modo per non rischiare di addormentarsi era quello di pensare a qualcosa. Per esempio a quale fosse il nome della ragazza. Ragionando, scervellandosi, spremendo le meningi per tirare fuori dalla testa quel nome, il tempo passò in fretta e lui si rese conto con un pizzico di sorpresa che il rito era terminato e le prime famiglie si stavano già congedando. Pensò bene di mettersi in fila per porgere le condoglianze, ovviamente il suo obiettivo reale era arrivare a lei.
Il giovane Piero ebbe una nuova crisi di pianto, che lo costrinse a lasciare la Basilica di corsa, al massimo della maleducazione.
“Piero, aspetta.” Cercò di richiamarlo la sua sposa, senza però alzare il tono di voce per rispetto alla santità del luogo. Quando lasciò il gruppo della famiglia per seguire il marito, Andrea non si lasciò sfuggire l’occasione. Uscì dalla fila e, non appena lei gli passò accanto, le afferrò un braccio facendola così roteare verso di sé. Lei gli lanciò un’occhiata interrogativa sfumata di rimprovero.
Andrea chinò il capo con fare signorile in segno di saluto: “Forse dovreste lasciare che ritrovi la calma da solo. Non diventerà mai un uomo se lo coccolate in quel modo.”
Lei sollevò il mento con superiorità: “Perdonate, Messere, ma ciò che faccio con mio marito non è affar vostro.” Puntualizzò.
Lui accennò un sorriso compiaciuto: “Una leonessa che difende il cucciolo! Ma anche una donna fiera che non ha paura di dire ciò che pensa.”
“Infatti.” Sottolineò di nuovo lei, volendo avere l’ultima parola, anche se in realtà il modo di fare un po’ presuntuoso di quell’uomo la stava incuriosendo. Non sapeva chi fosse, ma a colpo d’occhio si capiva che era un uomo altolocato, sia per gli abiti di buona fattura che per l’atteggiamento signorile. Il suo viso diceva che doveva aver superato la quarantina e il suo sguardo profondo indicava una natura furba, un’anima calcolatrice di chi difficilmente ascolta la coscienza. Quando si rese conto di essersi persa dentro lo sguardo di lui, fremette e si sentì improvvisamente impacciata: “Vi...vi sarei grata se mi lasciaste il braccio.”
“Il vostro nome, Madonna?”
Lei dischiuse le labbra e attese che quella parola si decidesse ad uscire, quindi parlò con voce soffocata: “Lucrezia.”
Lucrezia.” Ripeté lui, ma con un suono così piacevole che a lei parve di sentirlo fino in fondo all’anima. Si rese conto di essersi persa nuovamente nei suoi occhi scuri.
Andrea le lasciò andare il braccio e si congedò: “Lieto di avervi conosciuta, Madonna. E condoglianze per il vostro lutto.” Detto questo passò oltre e si avviò verso l’uscita della Basilica, lasciandola lì sola e in preda alle emozioni.
Lucrezia abbassò lo sguardo, sentiva un piacevole calore nel punto dove lui aveva posato la mano. Sfiorò quel punto dell’avambraccio quasi sperando che un po’ di quel calore venisse assorbito dai polpastrelli, per poi diffondersi in tutto il corpo.
“Lucrezia, stai bene?”
Si voltò di scatto nell’udire la voce di Lorenzo. Lui la stava fissando con sorpresa.
“Sei accaldata? Hai le gote arrossate.”
Lucrezia scostò lo sguardo: “Sì, zio. Ho bisogno di uscire, scusami.” Sollevò un lembo della gonna e si affrettò ad uscire. Fuori dalla Basilica cercò con lo sguardo l’uomo con cui aveva parlato, allungò il collo come una gallina nella speranza di vederlo, roteò su se stessa più volte. Niente, di lui non c’era più traccia. Sospirò sconsolata.
“Non mi avete detto il vostro nome.” Disse in un sussurro, rivolta al nulla.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I Medici / Vai alla pagina dell'autore: Stella Dark Star